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Costa Fortuna, Isole Canarie e Madeira 13-27 Maggio 2023

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Su questa nave ho viaggiato nel 2015, ci sono stati interventi alla SPA? Soprattutto per quanto riguarda sauna e bagno turco? Al tempo era diviso tra uomini e donne per via che si trovavano nel relativo spogliatoio…
Nessun intervento importante. Piuttosto manutenzione ordinaria. Sauna e bagno turco continuano ad essere separati tra uomini e donne.
C'è sempre la palestra e la piccola vasca termale. Poi le zone trattamenti e il beute salon per le signore.
 
saliamo a bordo in ritardo, luoghi spettacolari, guardando quella piscina verrebbe voglia di essere Re di Spagna :ROFLMAO:, comunque complimenti per il diario.

Gli itinerari proposti in questo 2023 con Costa Fortuna sono molto belli, peccato non vengano riproposti per il 2024 altrimenti un pensierino....
 
Come promesso, dopo il ritorno dalla crociera nelle isole greche (e non solo) sempre con Fortuna, sono qui a riprendere il mio diario.

Giorno 18 Maggio, Fuerteventura

Dopo una notte tranquilla di navigazione alle 7 del mattino siamo gia’ a Puerto del Rosario.
L’ escursione oggi prevede un bel giro nell’ entroterra dell’ isola con un’ ultima sosta alle dune di sabbia.

Si incomincia con una visita in una piantagione di aloe vera





Dove ci vengono esposte tutte le proprieta’ terapeutiche e cosmetiche della pianta conosciute gia’ dall’ antichita’. Ci viene anche spiegato che essendo il terreno vulcanico ricco di minerali, la pianta che cresce nelle Canarie ha una qualita’ superiore non riscontrata in altre parti del mondo.



Un giro per il laboratorio, con possibilita’ di shopping







E si prosegue verso Tiscamanita un piccolo villaggio agricolo con circa 500 abitanti



Con il famoso mulino risalente al XIX secolo



Accanto al mulino la casa del mugnaio oggi adibita come piccolo museo

















Poi la visita all’ interno del mulino







Un ultimo saluto



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Prossima tappa, il piccolo centro agricolo di Pájara che è il secondo paesino più antico dell'isola (dopo Betancuria). Il suo passato è saldamente radicato nell'agricoltura, cosa che continua ancora oggi con una produzione costante di pomodori e patate. Nella piazza del paese, Plaza Nuestra Señora de Regla, si trova ancora un'antica ruota idraulica (trainata da cammelli o asini) che durante le feste e le occasioni speciali è possibile vedere in funzione.





Dall’ altra parte della piazza si trova la chiesa di Nuestra Señora de Regla, che fu costruita tra il 1687 e il 1712. È piuttosto intrigante, con una facciata in pietra in stile azteco, raffigurante il sole e la luna, serpenti che si mangiano la coda e grandi felini (puma o giaguari). Questa facciata di ispirazione messicana differisce chiaramente dal solito design barocco della maggior parte delle chiese dell'isola. Si ritiene che un abitante del paese, di ritorno dal "Nuovo Mondo", abbia influenzato per le insolite incisioni.







Ed il suo interno









Un’ informazione utile, a detta della guida, qui al bar accanto alla chiesa si fa il migliore espresso di tutta l’ isola. L’ unico paragonabile ad un buon bar in Italia. (Non l’ ho provato).

Imboccando la stretta strada verso Betancuria, ci fermiamo al Mirador del Risco de Las Peñas dove ci aspetta un insolito incontro. Centinaia di scoiattoli in cerca di cibo dalle mani delle persone. Che carino… potrebbe dire qualcuno…ma non e’ cosi. La guida spiega che questi scoiattoli venuti nuotando dall’ Africa sono la peste dell’ isola. (Altre fonti dicono che sono stati introdotti nel 1965 ed hanno proliferato creando enormi danni all’ ecosistema dell’ isola.)







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Prossima tappa Betancuria.



Fondata agli inizi del XV secolo dal francese Juan de Bethencourt, Betancuria fu capoluogo dell’isola fino al 1834. Per questo motivo, sin dalle sue origini, la città si costituì come centro politico, amministrativo e religioso di tutta l’isola.







La chiesa cattedrale di Santa Maria di Betancuria è l’edificio più importante di questa città. Edificata inizialmente in stile gotico normanno, fu ricostruita nel XVII secolo e conserva alcuni elementi della struttura primitiva, come il campanile e alcune parti delle colonne. Da segnalare all’interno il coro, il battistero, la pala d’altare barocca e un ricco soffitto a cassettoni mudéjar.

























Prossima sosta il Mirador di Guise e Ayose. Qui sovrastano due statue giganti, alte 4 metri e mezzo che rappresentano gli antichi Re dell’isola di Fuerteventura prima dell’invasione e della successiva conquista da parte dei Normanni nel 1402.

Guise e Ayose che regnavano al sud ed al nord dell’ isola sopraffatti dalla superiorita’ dell’ avversario si convertirono cristiani insieme ai loro sudditi prendendo i nomi di Luis e Alfonso.

Opera dello scultore Emiliano Hernández, originario di Teguise a Lanzarote.





Una curiosita’, e’ di buon auspicio toccare una certa parte anatomica dei due Re...:p

Ma e’ arrivata l’ ora di pranzo. Oggi ci aspetta tipica cucina delle Canarie.

La zuppa di ceci, straordinaria!! E lo dice uno al quale i ceci non piacciono.




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Ci stai facendo conoscere aspetti e luoghi dell'isola che nessuno ha mai preso in considerazione nei vari diari di viaggio, segno che sei un viaggiatore attento e curioso di scoprire cose nuove.
Grazie perché mi hai illuminato sulle possibilità alternative che offre quest'isola!
Naturalmente...non mi schiodo da qui.:)
 
Dopo pranzo riprendiamo il nostro viaggio verso Corralejo e le famose dune al nord dell’ isola. Purtroppo l’ escursione non prevede la visita alla cittadina che e’ il fulcro della vita notturna di Fuerteventura. Qui risiedono quasi la meta’ dei 7000 italiani che risiedono a Fuerteventura per motivi fiscali e per il clima. Chiaramente, ci sono anche tedeschi, inglesi francesi ed altri.

Giusto qualche foto della zona residenziale scattata dal pullman.









Una volta usciti dalla cittadina si incominciano ad intravedere i primi cumuli di sabbia. In fondo la Isla de Lobos, e piu’ in fondo l’ isola di Lanzarotte.



I sempre presenti Alisei, venti regolari in direzione e costanti in intensità, fanno si che le Canarie siano il paradiso dei Kitesurfers. La loro presenza e’ il motivo del clima mite delle isole ed erano gia’ noti dai tempi remoti e sfruttati anche da Cristoforo Colombo per viaggiare verso le Indie..

(personalmente mi hanno infastidito perecchio durante la nostra permanenza)





Ed eccoci finalmente alle dune oppure come e’ piu’ corretto, al parco naturale delle dune di Corralejo, come e’ stato dichiarato gia’ dal 1982.

Si estendono per una decina di km lungo la costa, ed in alcuni punti 2 km verso l’ entroterra.

Si sosteneva che fosse sabbia del Sahara portata nel corso degli anni dai venti, ma studi hanno dimostrato che si tratta per la maggior parte di materiale organico (piu’ del 90%), conchiglie polverizzate e scheletri di piccoli organismi, gusci di creature che vivevano in fondo all’oceano nello stretto di mare che separa Fuerteventura dall’isola di Lanzarote.









La nostra escursione e’ arrivata al termine. La nostra nave ci aspetta in porto. Bella, bianca, candida...





Un ultimo sguardo dal balcone prima di partire. Non so perche’ ma quella spiaggia di fronte mi ha attirrato tanto. Chissa’, se.... una prossima volta..





Bye, bye Puerto del Rosario



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Vorrei ringrazire tutti voi uno ad uno, che con i vostri interventi, i vostri Like mi incoraggiate alla stesura del diario. L‘ unico motivo per cui non rispondo singolarmente ad ogni persona e’ per non appesantire lo stesso diario.

E’ un piacere avervi a bordo con me. :)
 
Giorno 19 Maggio, Las Palmas, Gran Canaria

Il giorno dopo arriviamo a Las Palmas. E’ gia' tardi quando ci svegliamo. La citta’ dalla cabina ci appare cosi





Ma quelli cosa sono..? Peschereggi giapponesi !!



Piu’ tardi scopriro’ che ce n’e’ un’ altra decina dietro la nostra nave. Qualcuno mi suggerisce che sono qui per la pesca del gambero e dei calamari dell’ Atlantico.

Las Palmas de Gran Canaria, e’ il capoluogo e centro amministrativo dell’isola di Gran Canaria. Si trova nella punta nord orientale dell’isola, dove spunta una penisoletta. Il centro della città è diviso dall’antico Barranco de Guiniguada, che era il confine tra il centro storico della città e i quartieri più commerciali e cosmopoliti di Las Palmas de Gran Canaria.

Ci sono tante cose da vedere ma il tempo e’ poco, ci siamo svegliati tardi, e dopo pranzo ci aspetta l’ escursione della Costa. Quindi decidiamo di visitare la famosa spiaggia di Las Canteras che si trova a due passi.

Dopo un breve e piacevole tragitto









si arriva in spiaggia, una distesa di tre chilometri di sabbia dorata fiancheggiata da un bellissimo viale marittimo, sul quale si affacciano bar, pub, discoteche, terrazze, gelaterie, chioschi e così via.



















Dopo aver camminato per un po’ si ritorna in nave



Ma non prima di passare dal parco di Santa Catalina dove si trova la replica di una delle caravelle di Colombo. Signore e signori ecco la Niña III.



Costruita nel 1992 in Galizia secondo il progetto e le ricerche del Capitano Carlos Etayo. Quell'anno fu trasferita a Palos de La Frontera, a Huelva, da dove salpò per Las Palmas de Gran Canaria per salpare poi alla volta della Repubblica Dominicana. La caravella è rimasta dal 2000 a Las Palmas de Gran Canaria.

Il passaggio di Colombo attraverso Las Palmas de Gran Canaria è molto ben documentato. Il 20 maggio 1492 arrivò alla baia di Las Isletas e fece uno scalo di quattro giorni. Cristoforo Colombo è ritornato anche nel suo secondo, terzo e quarto viaggio.



Sono velista da bambino, ma io con quella barca ..... atraversare l’ Atlantico, decisamente......NO :rolleyes:

Dal parco di Santa Catalina la nave e’ vicina




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Bellissime le tue immagini, mi hanno riportato alla mente la mia....oramai sono passati parecchi anni....visita qui e non è cambiato nulla.
Mitica la Caravella!....impensabile ai giorni nostri, eppure lui ci è riuscito!
 
Allora un salto in nave, un veloce ed abbondante pranzo al self service, e cosi siamo pronti in orario davanti al pullman



Qui devo fare una premessa. Molto spesso durante la crociera, venivano proposti piatti tipici della cucina greca...Ma giusto in una crociera alle Canarie, cucina greca?! :unsure:

La risposta e’ si, perche’ veniva fatto, una sorta di rodaggio di preparazione, per le future crociere in terra ellenica che dovevano avvenire secondo programma nei mesi prossimi. E’ noto che quando la nave visita un paese, una regione e via dicendo, lo chef propone piatti tipici del luogo.

Allora in questa ottica ho voluto assaggiare i gamberi sahanaki alla greca ..... almeno era cosi scritto dietro la vetrina. (Il piatto a destra con i gamberi in salsina).

Non posso dire... era un piatto gustoso, ma della tipica ricetta greca aveva poco...:p

Qualche giorno dopo ho incontrato al bar della piscina di poppa, dove si era soliti vedere membri dell’ equipaggio che prendevano il caffe’, l’ Executive Chef della nave.

Dopo la mia presentazione, bonta’ sua che mi ha voluto sentire, ho dato qualche dritta e consigli su determinate cose della cucina greca. Non che io sia un cuoco, ma lui addirittura ha preso carta e penna. Mi e’ parsa una persona molto, ma molto seria sul suo lavoro.

Era una scena simpatica, un greco ed un austriaco su una nave italiana in mezzo all’ Oceano Atlantico, che parlano di cucina greca!

Ma devo dire, che un mese dopo ritrovandomi sulla stessa nave, i piatti avevano un’ essenza in piu’ di greco..

Non ho potuto nascondere la mia soddisfazione!

Finita la premessa riprendiamo l’ escursione. Il pullman tramite le vie di una citta’ moderna







ci porta al belvedere di Altavista. Il panorama da qui e’ veramente strepitoso!











La guida ci spiega che tutto quell’ equipaggiamento per l’ estrazione del petrolio non ha niente a che fare con le Canarie. Qui petrolio non ce n’e’. Semplicemenete si fa manutenzione. Le piattaforme vengono dall’ Africa. Mica male per l’ economia locale, penso io!

Prossima tappa Arucas con il suo centro storico e la chiesa di San Giovanni Battista.

Arucas dista una decina di kilometri da Las Palmas, ed e’ famosa per la produzione di Rum, gia’ dal 1884 e per la sua chiesa dedicata a San Giovanni Battista. La chiesa e’ cosi imponente che spesso viene chiamata Cattedrale, ma in realta’ non lo e’. La sua costruzione ebbe inizio nel 1909 e fini’ nel 1977. Purtroppo era chiusa. Solo visita esterna.











Il suo centro storico











Ed il suo Municipio risalente al 1875





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Risaliamo sul pullman e dopo una tortuosa strada eccoci a Teror ad una altitudine di 543 metri. Cittadina di grande interesse religioso e meta di pellegrinaggi.







Fulcro del paese la Basílica de Nuestra Señora del Pino. Intorno a lei si e’ sviluppata tutta la cittadina. Secondo la tradizione nel 1481 la Vergine Maria apparve tra i rami di un pino poco lontano dal luogo in cui anni dopo e’ sorta la chiesa. La costruzione della chiesa ebbe inizio nel 1760 e fini’ nel 1767.









La via Real de la Plaza è da 500 anni il cuore sociale e commerciale della città.



Qui sorgono le case originarie delle famiglie nobili locali, con i suntuosi balconi, segno di potere e di ricchezza.











Prossima tappa dopo una strada che a volte faceva paura, il Vulcano Bandama.



La caldera profonda 200 metri che si creo’ circa 2000 anni fa dopo una enorme esplosione



Il panorama e’ immenso… praticamente e’ a distesa d’ occhio







Qui finisce la nostra escursione Costa Las palmas e il nord di Gran Canaria. Si ritorna in nave.

Domani ci aspetta un’ altra isola.



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Giorno 20 Maggio, San Sebastian de la Gomera

Siamo all’ ottavo giorno di crociera e siamo arrivati all’ isola di La Gomera. Bisogna dire che fra le quattro partenze di Fortuna a Maggio – Giugno per le Canarie, ma anche le due di Settembre, la nave si affacciava a San Sebastian de La Gomera solo in questa crociera. Quindi per me la data della partenza e’ stata condizionata dalla voglia di visitare quest’ isola.

Con una superficie di 352 km² e’ la sesta isola dell'arcipelago, mentre la sua popolazione è di circa 25.000 abitanti. La capitale dell'isola è San Sebastián de la Gomera.

La Gomera, e’ stata l'ultima terra toccata da Cristoforo Colombo nel 1492 prima della scoperta dell'America. E’ di origine vulcanica ma a differenza delle altre isole dell'arcipelago non presenta vulcani attivi. Gli ultimi episodi eruttivi risalgono a circa due milioni di anni fa.

San Sebastián di primo mattino si presenta cosi ai nostri occhi





L’ escursione parte presto e dopo tante curve e tornanti la prima fermata e’a Mirador de los Roques. Purtroppo tira un vento freddo e ci sono tante nuvole che per noi ogni tanto diventano nebbia. Poco da vedere e fotografare. A scorci, blocchi di rocce arrotondate. Magma solidificato che non e’ mai arrivato in superficie. Poi l’ erosione ha fatto il suo lavoro esponendolo a vista d’ occhio.







Prossima tappa Mirador de Igualero.



Spiccano la chiesa di S. Francesco d’ Assisi (purtroppo chiusa)





Ed il monumento al Silbo Gomero





Il silbo gomero, è un linguaggio fischiato. Veniva utilizzato in passato dai pastori per comunicare a grande distanza attraverso i profondi valloni che attraversano tutta l'isola. Il linguaggio impiega due vocali e quattro consonanti. In questo modo si possono esprimere all'incirca 4.000 concetti (parole). Per variare i suoni si mettono le dita in bocca e una o entrambe le mani vengono utilizzate per amplificare il suono, a mo' di megafono.

E’ diventato Patrimonio Orale e Immateriale dell'Umanità dall'UNESCO nel 2009. Dal 1997, nelle scuole di La Gomera, si tiene un corso facoltativo di silbo per gli alunni.

Piu’ tardi in giornata abbiamo avuto l’ occasione di una dimostrazione dal vivo.

La strada prosegue tortuosa fino ad arrivare a Laguna grande, una foresta di alberi di alloro all’interno del Parco Nazionale di Garajonay.

Una prima fermata al ristorante per un caffe’ e la dimostrazione del silbo





Della dimostrazione del silbo non ho scattato foto ma solo video, che pero’ non vorrei pubblicare per motivi di privacy delle persone. La foto e’ dal web.



In seguito la guida ci propone una passeggiata di 30 minuti dentro la foresta di alberi di alloro. La vegetazione e’ fitta. Non e’ strano che la zona sia considerata un antico luogo di ritrovo delle streghe, piena di miti e leggende.







Il freddo si fa sentire, la giornata non e’ delle migliori. Il microclima qui e’ diverso dal resto dell’ isola. In molti prendiamo la strada all’ inverso verso il pullman.

Imbocchiamo la strada di ritorno, ma non prima di passare da un piccolo paesino chiamato El Cercado dove e’ d’ obbligo visitare un piccolo museo di manufatti tradizionali in terracotta.







 
Si ritorna a San Sebastian. Una volta arrivati sotto nave, si decide visto che la cittadina e’ proprio accanto, di visitarla velocemente in autonomia.











Spicca la chiesa di Nuestra Señora de la Asunción, dove pero’ avviene un battesimo. Le origini della chiesa risalgono al XV secolo.











Fuori da un negozio notiamo una statua di cera che fa capire come avviene il silbo gomero







Ritornando in nave, dietro di noi e’ormeggiato un trimarano



Mi incuriosisce la carena a punta



Una volta arrivati in cabina, ci aspetta una bellissima sorpresa



Si fa quasi ora di partire ma prima bisogna aspettare il continuo via….



……vai del porto



Ora spetta a noi partire…



Ciao ciao San Sebastian, domani ci aspetta l’ ultima isola delle Canarie



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