cirellina
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Capitali Baltiche agosto 2016 – Costa Luminosa
Quattro città tra medioevo e futuro
Stoccolma
“Un luogo non è mai solo quel ‘luogo’, siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati. Ci siamo arrivati il giorno giusto o il giorno sbagliato, a seconda, ma questo non è responsabilità del luogo, dipende da noi. Dipende da come leggiamo quel luogo, dalla nostra disponibilità ad accoglierlo dentro gli occhi e dentro l’animo, se siamo allegri o malinconici, euforici o disforici, giovani o vecchi, se ci sentiamo bene o abbiamo il mal di pancia. Dipende da chi siamo nel momento in cui entriamo in quel luogo. Queste cose si imparano con il tempo, soprattutto viaggiando” (Antonio Tabucchi – Viaggi ed altri viaggi)
Decisione tardiva quella di prenotare il Nord Europa e ritardata rispetto alle prenotazioni di crociere fatte negli anni passati, complice, da tempo, il ritmo lavorativo del Socio, che tiene sempre in sospeso l’effettiva fattibilità dei nostri viaggi. Proprio per goderci la navigazione nel Mar Baltico, con l’arrivo del caldo di giugno, il cuore e la mente si predispongono bene, il ritmo lavorativo del Socio prende una bella virata verso altri soddisfacenti lidi, quindi via alla prenotazione!
Come sempre, a turno due mascotte di casa godono dei nostri viaggi
Fortuna vuole che il nostro volo sia in prima mattinata e nonostante l’incrollabile abitudine dell’altra metà del cielo, di fare le valigie di notte, pur avendo a disposizione tutta la giornata, la levataccia ci permette di essere a Stoccolma alle 10.00. Un cielo variabile ci accoglie ma la luce è già diversa, bellissima. Il percorso di circa 40 chilometri fino allo Stockholm Cruise Center, al molo di Frihamnem è piacevole e la Luminosa si prepara al cambio passeggeri e ad accoglierci per la seconda volta dopo l’esperienza negli Emirati Arabi!
Siamo a Stoccolma su una delle 14 isole che separano il lago Malaren dal Baltico! Il terminal è piuttosto anonimo e dopo un’ora circa di attesa saliamo a bordo, ci dirigiamo in piscina ed buffet, in attesa dell’orario stabilito per l’utilizzo delle cabine ed iniziamo a goderci l’atmosfera vacanziera. Un salto in cabina (esterna premium balcone a prua del ponte 6) per un cambio, una veloce sistemazione dei bagagli già arrivati ed alle 15.00 siamo pronti per un primo assaggio della città.
Una passeggiata di 500 metri separa il Pier dalla fermata dei bus (nn. 1 e 76) che collegano la zona portuale con la stazione, il centro storico e la metropolitana Gardet. I biglietti (36 Kr per 75 minuti) si acquistano ai distributori automatici o in contanti sul bus.
La nostra prima tappa è il Museo Vasa, scendiamo dal bus 76 all’inizio della zona centrale, di fronte al ponte Djurgårdsbron che conduce all’isola Djurgarden. L’isola, un tempo riserva di caccia reale, è ora dedicata alle attività culturali e ludiche ed oltre al Museo Vasa, il più famoso della Scandinavia, sono allocati il Nordiska Museum, il parco giochi Tivoli, l’Acquario, il Museo degli ABBA ed il parco tematico Skansen, il più antico museo all'aperto del mondo dove vengono celebrate anche feste tradizionali svedesi come la festa di mezza estate e il Natale.
Il tempo volge al bello, squarci di sole caldo si fanno largo tra le nuvole, è sabato pomeriggio, l’isola è piena di famiglie, bambini, turisti, spose in carrozza, macchine degli anni ‘50 per un raduno storico, ciclisti, giovani che si incontrano nei bar e tutto questo mi rende particolarmente felice. Mi inebrio di tanta allegria, spensieratezza e tranquillità nei volti di tutti!
Ci adattiamo all’illuminazione ed alla temperatura controllata e con deferenza siamo pronti alla conoscenza di un altolocato signore di oltre 300 anni, che pur avendo avuto una lunga progettazione come rappresentante dell’orgoglio della flotta svedese, una vita brevissima a causa del peso eccessivo, ora si mantiene in perfetta forma, il Vascello Vasa!
L'unico del XVII secolo ancora integro in tutto il mondo, un tesoro veramente unico. È stato recuperato nel 1961, dopo essere rimasto per 333 anni sul fondo del mare ed il restauro ha richiesto quasi mezzo secolo. Oltre il 95% del vascello è originale, poiché il verme delle navi, Teredo navalis, che divora ogni relitto ligneo sommerso, non attecchisce nelle acque poco salate del Baltico. Il museo è organizzato in chiave didattica e si sviluppa su sei livelli in base ai piani della nave. E’ interessante scoprire le circa 700 sculture che lo decoravano, lavorate ad intaglio e tutte le suppellettili e gli oggetti in legno, che “fotografano” perfettamente lo stile di vita dei naviganti dell’epoca e le tecniche usate.
Dopo tanta penombra di nuovo all’aria aperta!
La variabilità del cielo è proprio una caratteristica del nord ed è sorprendente veder mutare le ombre ed i colori nel brevissimo tempo! Torniamo nella zona centrale passeggiando lungo lo Strandvagen, fronte mare con le barche e barchette attraccate, molte utilizzate per feste e ritrovi, alcune trasformate in bar galleggianti o “gusci” da noleggiare per un picnic nell’arcipelago cittadino, battelli dedicati a gite turistiche lungo i canali e le isole anche con possibilità di cena a bordo.
Ci inoltriamo nella zona commerciale e verso il Kungstrad,
giardino dedicato ad eventi e manifestazioni estive, con l’intenzione di raggiungere il nucleo centrale della città rappresentato dall’Isolotto di Gamla Stam.
La panoramica che offre la visione dell’isola dal ponte Strombron è bellissima, da una parte il Parlamento ed il Palazzo Reale ed il campanile della Cattedrale, dall’altra i due isolotti con altri musei, alcuni attracchi ed in fondo sull’altra isola il terminal dedicato alla Viking Line che collega le principali città del mar Baltico.
Passeggiamo senza meta lungo le viuzze antiche, che torneremo a visitare con calma e dovizia nel penultimo giorno di crociera. L’atmosfera è cambiata, ci sono molti turisti, guide, caffè, alcuni poco caratteristici, souvenir e confusione. Torniamo verso l’esterno dell’isola e con la linea rossa della metropolitana ed il bus n. 1, rientriamo al porto.
La nave si è riempita, stanno arrivando gli ultimi crocieristi ed inizia ufficialmente la crociera! Stasera il menù del ristorante propone specialità della Liguria! La sera al tavolo ci incontriamo con gli amici Palermitani con i quali condivideremo, per tutta la settimana, allegria, grasse risate, aperitivi e “cicchetti” al gran bar Elettra, lunghe escursioni e camminate al passo di marcia, amore per i cani, ricette di cucina, pensieri in liberta e progetti per i prossimi viaggi !!
La levataccia si fa sentire, dopo un po’ di musica proposta dalla “festa di Benvenuto” la cabina diventa la nostra bella tana!!
Navigazione
Sveglia calma anche se la luce già forte per la latitudine penetra in cabina, colazione pigra sul balcone assolato, esercitazione di emergenza, bighellonaggio sui ponti esterni, già gremiti di crocieristi affamati di sole, poi a metà mattina la Luminosa molla gli ormeggi!
Il nostro balcone al ponte 6 è un ottimo punto di osservazione, lontano dalla folla ma ancor di più lo è il balcone di prua aperto ed a pochi metri dalla cabina, che offre un punto di scoperta ad una buona altezza per non perdere alcuni particolari che dai ponti alti sarebbero sminuiti, capace di spaziare tutto intorno e soprattutto isolato e silenzioso! Inizio a fotografare in solitaria poi vengo raggiunta da una coppia di francesi che si gustano il sole caldissimo. Mi sento in pace con il mondo.
La navigazione turistica lungo il fiordo di Granhams per 54 miglia nautiche ed intorno ad una piccola parte delle 24.000 isole dell’arcipelago scandinavo è di difficile descrizione. Molte sono disabitate e raggiungibili solo con barche private canoe o kayak.
L’emozione provata non permette di trovare parole adeguate per essere trasferite su carta. Coste verdissime con conifere fino al limitare dell’acqua, colline e rocce levigate, piccole baie con lindi imbarcaderi riparati, piattaforme con le sdraio in legno in stile nordico e più sopra casette, villette, ville e residenze d’epoca con grandi finestroni per sfruttare il più lieve raggio di sole, padiglioni in legno per il riposo, isolotti di pochi metri quadrati con piccoli fari di segnalazione, gruppi di cigni e di anatre placidi ed incuranti del passaggio del nostro enorme natante, porticcioli turistici, qualche imbarco di traghetti gialli che trasportano le macchine da una riva all’altra, centinaia di barche a vela ed a motore che, complice la giornata festiva, solcano le acque luccicanti dal sole che abbacina, gabbiani che ci seguono costantemente attirati da chi offre cibo.
Lo sguardo volge a destra ed a manca senza sosta, desideroso di carpire anche il minimo particolare per non perdere la magia del solcare questo luogo!
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La navigazione lenta continua per quasi cinque ore, fino a entrare nel Baltico e proseguire verso Helsinky. Tutti i crocieristi sono all’esterno, gran confusione, ma se ci si allontana verso aree più tranquille, al di delle sopra le terrazze di poppa, si trova la giusta allocazione e perfetta visione.
Il pomeriggio ci dedichiamo alle attività rispettivamente più consone… il Socio in palestra ed io alla spa.
La spa della Luminosa è piacevole e non particolarmente affollata. Alternando la frequenza dei vari ambienti più o meno caldi ed umidi tutti con vista esterna, rinfrancandosi con l’idromassaggio, nonostante le incombenti e brutte sculture dei draghi, che qualcuno durante un incubo di progettazione, ha deciso di posizionare a guardia della vasca, infine rilassandosi nella sala relax, placidamente stesi sui lettini, gustando miscele calde e godendosi la navigazione, si apprezza il dolce far niente e la fortuna di trovarsi in vacanza!
Stasera cena di gala! Uscendo dalla spa vedo frementi signore in attesa del loro turno al parrucchiere, altre appena uscite che rimirano la capigliatura, ospiti del primo turno di cena già in “ghingheri” e qualche altro che ancora si perde fra i ponti, fra poppa e prua e vaga sconsolato con la testa fra le nuvole….
Per questa sera ho deciso di regalarmi un “massaggio dell’ego”. Indosso un abito che mi cade ancora a pennello, acquistato tanti anni fa, ad una cifra esorbitante nonostante la sua semplicità, per un evento che, poi, non si avverò. La sorte quando mischia le carte non guarda in faccia a nessuno, nel bene e nel male. Sono stata fortunata, il fato, in tema di sentimenti, ha avuto un sguardo più che benevolo nei miei confronti e proprio nell’occasione dei dieci anni di matrimonio che quest’anno il Socio ed io festeggiamo, mi son detta che l’evento mancato era stato il “La” di un destino che, dopo alcuni anni, ci fece innamorare. Questo vestito per me rappresenta la buona stella!
Dopo questa smielata premessa, la sera prende il via.
Appuntamento fisso, d’ora in poi, per l’aperitivo con Mary, Salvo ed Arianna! Stavolta ha per tema…. “dimmi come vesti e dirò chi sei”! … ma troviamo poco pane per i nostri denti. Ci sono sempre degli eccessi, degli accoppiamenti più che azzardati, degli abiti che destano istinti omicidi, delle scie di pura naftalina, dei pupazzi imbalsamati, delle asole tese come fionde con bottoni/bossoli pronti a schizzare, dei plateaux che imbarazzerebbero Lady Gaga, dei trucchi che neanche Marilyn Manson riuscirebbe a replicare, ma tutto resta nel normale cliché! Chissà, forse il nord Europa calma le persone nelle performance di vestiario/bestiario!
La cena ci fa provare specialità sarde, non posso dire se siano state perfettamente aderenti alle ricette tradizionali isolane ma sono soddisfatta.
Seguono esibizioni di ballo da parte del team di ballerini, feste danzanti e discoteca fino a quando ci ricordiamo che, stanotte, l’ora dovrà essere spostata avanti e molto dopo la mezzanotte guadagniamo la nostra bella tana!
Helsinki
“Parempi mennä, kuin jäädä” antico detto lappone tradotto in finlandese, in Italiano “meglio è andare che stare”.
Anche Helsinky ha una serie di piccole isole all’ingresso del porto, non comparabili con l’arcipelago svedese ma piacevoli come panoramica di ingresso! L’approccio è differente, meno colori, più sobrietà ed austerità rispetto al minimalismo svedese e tanto uso del vetro! Scendiamo dalla nave ed al porto duei hostess ci forniscono la mappa cittadina in formato leggibile, utile oltre alla guida che avevo portato.
La lingua Finlandese o Suomi è ugrofinnica, 15 casi grammaticali, svariate particelle, nessun genere né articoli, tempi verbali bizzarri e costruzioni ultrasintetiche. Il finnico sembra una lingua inventata con l’intento di far impazzire chi prova ad impararla. Noi non ci proviamo nemmeno tentiamo solo un alquanto penosa pronuncia dei luoghi turistici che vorremmo visitare!
Il tempo è parzialmente nuvoloso, con il solito repentino alternarsi di nuvole e squarci di sole. Vorremmo prendere il bus, ma ci incamminiamo sul lungo mare e “lento pede”, fra una chiacchiera, una risata, una sferzata di vento, un occhio allucinato per due persone che fanno il bagno con una temperatura improponibile, un passaggio di fronte ad un parchetto riservato e piano di cani, un saluto riguardoso all’ ambasciata italiana, apparentemente deserta, giungiamo sulla via dedicata ai negozi di brocantage e modernariato e quindi sulla spianata del porto commerciale e turistico, decisi a percorrere tutto o in parte l’itinerario che la guida ci consiglia!
Prima tappa la Piazza Kauppatori, dove si trova il mercato coperto che ha riaperto i battenti nel 2014, con stand di specialità locali e possibilità di gustare la gastronomia in loco ed il mercato all’aperto con stand alimentari e di artigianato e qualche barca di pescatori che espone i prodotti ittici.
Purtroppo la Cattedrale ortodossa di Uspenski che si staglia a destra del mercato e sopra il palazzo di Alvar Aalto è chiusa e quindi la possiamo solo ammirare dall’esterno. E’ la più grande chiesa ortodossa dell’Europa Occidentale ed ha influenze orientali ed occidentali: la sua facciata in mattoni rossi è un esempio dell’antica tradizione slava, mentre sembra che la navata mostri lo stile bizantino e influenze dell’arte italiana, ma è serrata e non possiamo confermarlo!
Prima di arrivare alla Piazza del Senato curiosiamo in un negozio di caramelle artigianali, non sono una appassionata ma le forme ed il procedimento di creazione sono interessanti e svariati pacchetti verranno con noi. Il sacchetto contenente il prezioso contenuto dolciario è stato poi lasciato dal Socio, con la testa fra le nuvole, in un bar e dopo ore “naturalmente” ritrovato! Il famoso anniversario di matrimonio all’Italiana stava per trasformarsi in un divorzio in terra Finlandese!
La Piazza del Senato e l’area circostante rappresentano il cuore del quartiere dominato da quattro costruzioni erette nel corso del 1800: la Cattedrale, il Palazzo del Governo, l’Università e la Biblioteca Nazionale.
Salgono gorgoglii dalle pance, torniamo al mercato e lì pescetti fritti, salmone arrosto, affumicato e verdurine saltate calmano la fame e sotto il tendone ci ripariamo da una breve ma fitta pioggerella!
Prendiamo un “stiracchiatissimo” caffe lungo uno dei dehor del “Parco Esplanadi” e ci dirigiamo verso la piazza della Stazione, inaugurata nel 1919, una più famose testimonianze dell’architettura finlandese. La facciata di granito è un esempio del tardo stile Jugend con quattro statue enormi, imponenti e minacciose che sostengono i lampioni, su entrambi i lati dell’entrata principale e che sono il simbolo della Compagnia ferroviaria nazionale finlandese.
Di nuovo degli squarci di sole caldo ci avvolgono e sono perfetti per ammirare la parte di Helsinki più moderna della città, situata di fronte al Parlamento in restauro, in stile neoclassico, non ce ne duole vederlo “impacchettato! Passeggiamo invece nella zona chiamata Parco Finlandia caratterizzata dal “Sanomatalo” il palazzo di vetro con ascensori a vista del giornale nazionale, il “Kiasma” il Museo di arte Contemporanea con intere pareti in vetro, “Musiikkitalo” il Palazzo della Musica e “Finlandia Talo” il centro congressi di Alvar Aalto, costruito con marmo italiano che si affaccia sulla baia di Toolo piena di bambini, biciclette e gente allegra.,
Torniamo sui nostri passi diretti alla collina rocciosa dove si trova “Temppeliauiokionkirkko” la chiesa nella Roccia, un oasi di pace e tranquillità, preceduti dal Socio cha ha recuperato il famoso “sacchetto” di regali”! Il tempo passa velocemente, siamo già a metà pomeriggio!
Lungo la via centrale ci ritroviamo in un caos, polizia, vigili del fuoco, ambulanze, strade bloccate, traffico deviato. La paura di eventi sovversivi che si susseguono nel mondo e presente ed una certa inquietudine trapela per la strada. Arriviamo alla stazione in cerca di un taxi e comprendiamo che “per fortuna” si tratta “solo” di un grande incendio avvenuto presso un edificio o un hotel e con il cuore più leggero facciamo rientro in nave.
Solitamente la tappa di Helsinki è quella che viene snobbata da molti e considerata la peggiore della crociera. Personalmente l’ho trovata una città molto viva, indubbiamente austera, sobria, ma protesa nella natura e nell’acqua, con tutto a portata di mano, cittadini gentili e disponibili! Lo sviluppatore del gioco “Angry Bird“ è finlandese… più allegro di lui! Una giornata non è sufficiente, noi l’abbiamo sfruttata al meglio passeggiando sempre, all’infuori del taxi che abbiamo utilizzato al rientro per questioni di orario. Ho potuto vedere i quartieri e le varie realtà cittadine, ammirato la parte di architettura moderna ed alcuni oggetti di design di Marimekko, Iittala e Arabia, di cui vorrei impreziosire la casa!!
La serata in nave propone un menù dedicato alla Campania e stavolta prima di cena riesco anche un godermi un bellissimo spettacolo a teatro con due acrobati d’eccezione.
Il Diario di Bordo relativo alla giornata di San Pietroburgo ci comunica che “da disposizioni delle autorità russe gli Ospiti non partecipanti alle escursioni organizzate dalla compagnia che desiderano scendere individualmente nel porto di San Pietroburgo, possono farlo solo se in possesso di un visto per la Russia”. Un necessario avvertimento e un deciso cambio di rotta rispetto agli anni passati, nei quali la Compagnia imponeva, in maniera scorretta, a chi non partecipava alle escursioni organizzate dalla stessa, la discesa a terra solo al termine degli orari previsti per le “ufficiali”. Stavolta, per non concentrare il deflusso dei crocieristi, sono state previste due uscite differenti, prua e centro nave, per gli escursionisti Costa e per quelli indipendenti.
San Pietroburgo
“Le strade sembravano posate in una culla di nebbia che circondava e riempiva tutto, cancellando la linea dell’orizzonte. I palazzi, i ponti, le torri e le famose facciate barocche dell’epoca zarista sembravano sospesi nel nulla. Anche i suoi abitanti, da sempre, somigliano a fantasmi: facce pallide, pelle trasparente come ali di libellula sotto i rari raggi del sole; si spostano camminando sulla terra con un enorme senso di abbandono interno. Già alla nascita nei loro occhi si legge la perdita del senso della vita, un’espressione molto intima, calma, priva di ogni contrasto, da cui si può riconoscere un nativo di San Pietroburgo in qualsiasi parte del pianeta.” (Nicolai Lilin - Il respiro nel buio)
Il Diario di Bordo prevede pioggia, mette le mani avanti su un tema, quello meteorologico, dibattuto da tutti a livello mondiale. La pioggia non ci sarà in questi giorni, la nebbia mattutina sì!
Per questo scalo abbiamo scelto un operatore locale in luogo delle escursioni proposte dalla Compagnia. Il Tour Operator lavora da anni per un pubblico prettamente italiano proponendo viaggi in Russia ed escursioni anche per chi visita San Pietroburgo come scalo crocieristico. Le recensioni ed i commenti ricevuti da cari amici ed altri utenti del forum ed i contatti telefonici ci hanno convinto della serietà. Qualche giorno prima della partenza sono arrivati via mail i “Biglietti di Sbarco” sostitutivi dei visti ordinari, con i quali siamo autorizzati a sbarcare come crocieristi e ad avvalerci di una circolazione guidata ed accompagnata sul territorio della Federazione Russa a fini turistici.
L’uscita dalla nave è veloce come il controllo documenti. Ci viene consegnato un documento di sbarco che sarà ritirato la sera, timbrato il passaporto ed oltre la dogana il nostro gruppo è atteso dalla guida Anastasia. Siamo 14 adulti più una splendida ed educata bimba e rappresentiamo quasi tutta l’Italia, da nord a sud, isole comprese! Dopo le presentazioni di rito, peraltro già avvenute virtualmente via wattsapp, si parte alla scoperta della metropoli più nordica d’Europa, anche lei sorta e sviluppata su 42 isole, come avamposto sul Baltico, in particolare sul delta del fiume Neva.
Quante aspettative per questo scalo?
Nel percorso di avvicinamento alla città prendo coscienza che San Pietroburgo non è la Russia, che è una metropoli relativamente giovane rispetto a chi proviene da una città con millenni alle spalle, ma che ha avuto un ruolo preminente nella storia, è stata la culla delle tre rivoluzioni che hanno sovvertito il Paese. Dal punto di vista architettonico il centro offre un magnifico quadro dell’architettura del 1700 e del 1800, ad opera di alcuni architetti russi ma per la maggioranza stranieri, in particolare italiani, il cui stile è essenzialmente europeo e solo alcuni esempi di architettura ortodossa ci ricordano che siamo nella terra degli zar.
Ho da poco finito di rileggere una storia romantica ambientata nella città durante la prima rivoluzione borghese. Nel mentre il pensiero vaga nelle pieghe del racconto, ricordando alcune particolari vicende storiche ed alcuni luoghi descritti, arriviamo sulla Prospettiva Nevskij.
Neanche il tempo di “settare” la mente al secolo giusto che ci lasciamo inghiottire dalla metropolitana per ammirare l’arte architettonica di epoca sovietica. Le stazioni linde, ordinate e controllate, sono decorate con lo stile del “realismo socialista”, con marmi sulle pareti e sulle colonne, alcune rivestite di vetro cesellato, lampadari massicci in bronzo, simboli dell’epoca, bassorilievi e mosaici raffiguranti scene della propaganda dell’Unione Sovietica.
Torniamo alla luce e ci dirigiamo verso la corte fuori città degli Zar. Visitiamo la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo
ed entriamo nella Reggia di Peterhof, che Pietro il Grande volle come residenza estiva, immaginandola come una Versailles sul Baltico.
Il progetto durò due secoli ed il punto di forza del complesso architettonico, su tre livelli, che comprende 20 palazzi e più di 140 fontane, è la Grande Cascata, che dal Palazzo Grande del Parco Superiore scende con due scale, decorate da statue mitologiche dorate, in una enorme vasca con la statua di Sansone che lotta con il leone, raggiungendo poi il mare lungo un canale artificiale attraversato da ponticelli.
Assistiamo alla tradizionale apertura delle fontane circondati da una miriade di turisti e continuiamo a scoprire il parco disseminato di viali alberati, fontane decorative, fontane scherzoe, statue, padiglioni, casini, palazzetti e scoiattoli!
Rientriamo in città passando nei pressi del Konstantinovskij Palace, la residenza blindatissima, ove si sta tenendo l’incontro ufficiale tra il Presidente russo Putin ed il Presidente turco Herdogan, noi siamo qui, in Russia, proprio oggi, stiamo “sul pezzo” e cavalchiamo la storia!
Torniamo in centro lungo la Neva e all’altezza dell’Ammiragliato e dell’Ermitage ci attende il battello per un bel percorso tra i fiumi ed i canali del centro storico, passando di fronte a importanti palazzi, al giardino d’estate, all’incrociatore Aurora che sparò il segnale d’attacco per la rivoluzione dell’ottobre del 1917, alla fortezza di San Pietro e Paolo, all’isola Vasilevskij, con la Borsa e le colonne rostrate commemorative delle vittorie navali russe.
Riportati i piedi a terra, proseguiamo per un vero gioiello, la Cattedrale della Resurrezione di Cristo, costruita nel luogo dove lo zar Alessandro II cadde vittima di un attentato, l’ennesimo, l’ottavo stavolta fatale, anche se un’indovina aveva previsto che il settimo sarebbe stato quello mortale…. Anche i veggenti tante volte non le indovinano!
La Cattedrale, bellissima, nota come la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato è in stile russo ornato da cupole simili a quelle di San Basilio a Mosca. Dentro la chiesa non ci sono pitture ma solo mosaici, smalti, marmi e pietre dure russe. All’epoca sovietica, quando il culto religioso era proibito, fu sconsacrata e danneggiata dai bolscevichi che la destinarono a magazzino per conservare la verdura.
L’ultima tappa dell’impegnativa giornata diurna di visite è la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo, con l’omonima cattedrale, ove fu posata la prima pietra per la costruzione della città nel 1703. La Cattedrale, luogo di sepoltura della famiglia imperiale da Pietro il Grande fino ad Alessandro III, ha ricevuto anche le spoglie degli ultimi Romanov trucidati nel 1917, sui quali la nostra guida indugia molto.
La fortezza in realtà non rivestì mai un ruolo difensivo, ebbe la triste fama di carcere per patrioti, democratici e rivoluzionari. Anche qui, il libro appena letto torna in mente. Osservo una cella e ripenso ad Aleksej Kalijnin, all’ interrogatorio, all’ esecuzione, mentre la Neva ghiacciata stringeva in una morsa terribile la città e faceva naufragare nel sangue la rivoluzione borghese del 1905.
Questi flash back letterari destabilizzano! Lascio il gelido gennaio 1905 con le lacrime di Olga, giovane vedova del rivoluzionario e mi ritrovo nel caldo agosto 2016 in un negozio russo per qualche minuto di shopping.
Ormai per Aleksej non c’è più nulla da fare ed anche Olga, con il figlio in arrivo, si rifarà una vita a Parigi. A questo punto mi lascio trasportare dagli acquisti per addobbare l’Albero di Natale, d’altronde la storia è andata avanti ed io contribuisco a tenere il passo e l’economia!
Il passo veramente lo dobbiamo tenere tutti noi del gruppo, e pure passo di marcia, perché si rientra in nave per doccia, cambio, cena e poi di nuovo il tour di San Pietroburgo di notte!
Chiediamo cortesemente al nostro cameriere di sala Joseph di accelerare i tempi delle portate scelte. Questa nostra richiesta capita proprio nella sera in cui viene proposto il menù dello chef Barbieri, oggetto di numerosi commenti e di “indagine” nel questionario di gradimento, ragione per cui avrei desiderato provare con calma tutte le pietanze.
Non posso dare un giudizio esaustivo, vista anche la velocità nel gustare le portate, posso affermare, personalmente, di essere rimasta soddisfatta dell’antipasto di polpo arrosto con pomodorini passiti, dalla crema di sedano con tortino di cicoria, sesamo e mandorle, pur se in quest’ultima ho notato una grande quantità di ingredienti che non hanno valorizzato il piatto. Il secondo di pesce, riccioli di platessa croccante allo spiedo sembrava appetitoso ma ormai la fretta era tanta che non sono riuscita ad apprezzarlo, mentre il dolce era troppo carico di cioccolato di differenti consistenze, troppo pesante e l’ho lasciato! Non è da me che ucciderei per il fondente!
Con la “bomba” di cioccolato piazzata perfettamente in orizzontale sulla linea della vita scendiamo nuovamente al porto! Stavolta una coppia complice la stanchezza non sente la sveglia che aveva posizionato e partiamo senza di loro! Confesso di aver schiacciato “un breve pisolo” nel tragitto fino al centro, risvegliandomi solo con le luci sfavillanti che investono i palazzi!
“Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani, mio caro lettore. Il cielo era così stellato, così luminoso che, guardandolo, ci si chiedeva istintivamente: è mai possibile che sotto un simile cielo vivano uomini collerici e capricciosi?” (Fyodor Dostoevskij - Le notti bianche)
Ci fermiamo al Campo di Marte utilizzato per le parate militari ed ora commemorativo dei Caduti della Rivoluzione con la fiamma che arde perennemente e torniamo in centro per passeggiare lungo un tratto del Nevskij Prospekt, illuminata a giorno ed utilizzata di sera come pista da Gran Premio da sedicenti piloti di Formula Uno.
La visione notturna della Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato è eccezionale, da restare senza fiato.
Bellissima l’illuminazione della Piazza del Palazzo con il Palazzo d’Inverno, l’ex Stato maggiore, l’arco di Trionfo e la colonna di Alessandro, la cui complessiva magnificenza è disturbata però da una strana moda nella piazza. Qui con il far delle tenebre si riuniscono giovani che a bordo di vecchie berline hanno istallato enormi diffusori acustici la cui pressione sonora pervade l’intera area e passano il tempo ballando e bevendo! Da noi questa moda non è finita decenni orsono??
Il fiume Neva è veramente largo in questo punto della città, più di un chilometro, quindi attraversiamo il ponte e ci posizioniamo sulla punta dell’Isola Vasilevskij per ammirare l’apertura del Ponte che collega il Palazzo d’Inverno con la Fortezza di Pietro e Paolo. All’una e mezza di notte con una musica di sottofondo, i palazzi illuminati, i battelli dei turisti in attesa sul letto del fiume, gli spettatori trepidanti sul Lungo Neva, il Ponte del Palazzo, si alza lentamente per permettere, in un lasso di tempo stabilito, il passaggio delle navi, separando di fatto la città.
Alle due di notte la città, pur divisa, pullula di una moltitudine di turisti assonnati ma eccitati, anche noi siamo fra questi, ne è valsa veramente la pena!!!
Alle tre di notte finalmente guadagniamo il letto.
La “bomba” di Barbieri non sì è spostata da dove si era piazzata ore addietro e l’indomani per fortuna l’appuntamento è ad un orario umano!!
Ci svegliamo con calma, negli occhi ancora tanto stupore e ammirazione per i fotogrammi che si susseguono ricordando le tappe del giorno prima, facciamo colazione al ristorante e siamo pronti per affrontare il nuovo tour. Il controllo passaporto è velocissimo e di nuovo verso la Città.
Prima tappa la Chiesa di San Nicola del mare, un monumento dell’architettura del ‘700, rimasto nei cuori dei marinai della “Flotta Russa”, devoti e affezionati a questa chiesa. La Cattedrale ha conservato gli interni originali ed i colori dell’epoca. All’interno si tenevano le messe più importanti in memoria delle vittorie e delle vittime, mentre nello spazio antistante le parate militari.
Proseguiamo per un altro monumento religioso veramente imponente, ma non altrettanto bello, la Cattedrale della Madonna di Kazan ad imitazione della Basilica di San Pietro con il colonnato semicircolare che si apre sulla Prospettiva Nevskij, costruita nel luogo dove era custodita l’icona miracolosa della Madonna di Kazan. L’interno è un pantheon della gloria militare russa con trofei, stendardi e chiavi delle città conquistate. Quello che balza agli occhi non è tanto la fila dei fedeli che porgono la loro devozione all’icona miracolosa, quanto la fila degli stessi fedeli che mostrato una affettata venerazione alla tomba del maresciallo Kutuzov, in capo all’Armata Russa contro Napoleone. Rispetto ogni devozione e per quanto il Napoleone del “cadde, risorse e giacque” di manzoniana memoria l’ho sempre trovato odiosamente superuomo ma, come tutti noi, purtroppo per lui, umanamente mortale, questa adorazione verso un militare la trovo particolarmente esagerata.
Facciamo grandi respiri, esercizi di concentrazione ed affrontiamo l’Ermitage! Come poter esprimere qualcosa di sintetico, reale e interessante parlando della visita? Credo sia impossibile!
Il primo edificio a due piani fu voluto da Caterina II nel 1754 chiamato Piccolo Ermitage, per la sua prima collezione di quadri acquistati in Europa. L’imperatrice scriveva in una nota inviata al suo agente nel 1790 "Oltre ai dipinti e alla Loggia di Raffaello, il mio museo contiene 38.000 libri; ci sono 4 stanze piene di libri e stampe, 10.000 gemme, circa 10.000 disegni e una collezione di storia naturale che riempie due ampie gallerie"
Di anni ne sono passati, ci sono stati allargamenti per le nuove collezioni, che dopo la rivoluzione d’ottobre triplicarono ed i cinque palazzi che nel 1917 facevano parte integrante degli appartamenti reali ora espongono tre milioni di pezzi, in 374 sale con più di 16.000 quadri!
Numeri impressionanti, che restano sterili alla sola lettura ma, dal momento in cui si affronta l’ingresso e la scala del Giordano, ci si rende conto del luogo magico, non solo per quello che contiene, ma anche per l’architettura e la preziosità di stucchi, colonne, lampadari. Percorriamo la sala degli stemmi, la Sala di San Giorgio, la Piccola Sala del Trono con l'aquila dei Romanov, la Loggia di Raffaello!
Tra le opere più famose della collezione di quadri, che occupa il primo piano del Palazzo d'Inverno e il Grande Ermitage, troviamo dipinti di Rubens, Rembrandt, due opere di Leonardo: la piccola Madonna Benois e la Madonna Litta, le tele di Tiziano, di Filippo Lippi, Beato Angelico, Caravaggio, El Greco, Goya, la statua del giovane accosciato di Michelangelo…
Una “chicca” per me splendida oltre che un’altissima opera di oreficeria è rappresentata dall’enorme “orologio meccanico del pavone”, donato a Caterina II dal Principe Potemkin, realizzato in rame argento, bronzo e metallo dorato. Un opera enorme, restaurata e ripresentata nel suo splendore da qualche mese!
Sull’ aiuola che è alla base della struttura sono cesellati dei funghi, sul cappello del più grande appaiono numeri romani per le ore e cifre arabe per i minuti. La corsa dei secondi è segnata da una libellula. Quando battono le ore, il pavone apre le ali, fa un mezzo giro su se stesso, la ruota e scuote la testa, una civetta, all’interno di una gabbia, batte le palpebre e la zampetta e un gallo emette un grido. Un superbo lavoro tra meccanica e oreficeria.
L’altra sala nella quale ho lasciato il cuore quella dedicata a Canova con tredici statue ed il bellissimo bacio fra Amore e Psiche, emozionante quanto quello del Louvre.
Fra i quadri che più hanno colpito il mio cuore oltre alle due Madonne di Leonardo, un quadro di Ruben “Carità Romana” che narra la storia di Cimone e Pero e che mi rammenta il misericordioso finale del libro “Furore” di John Steinbeck, anche se le vicende si svolgono nell’America della Depressione.
E’ stata una visita di una piccola parte dell’immenso Museo, serrata, intensa, emozionante e mirabile. Rimando ogni altra considerazione sui tesori conservati, perché l’approccio museale è differente per ciascuno di noi ed opere che io prediligo possono non trovare emozioni di equal misura per altri. La buffa ma molto più profana curiosità che ha solleticato la mia attenzione è quella relativa ai “Gatti dell’Ermitage”, la cui storia, qualche settimana prima della partenza, ho avuto occasione di leggere su una rivista, chiedendo poi conferma alla guida!
Nei meandri del museo si trova un inferno di tubature per il riscaldamento e un dedalo di magazzini, le cui pareti, invece di essere ricoperte da tele famose, sono tappezzate da fotografie di gatti, la cui storia corre in parallelo con quella del museo. I gatti abitano nel Palazzo d’Inverno dai tempi dell’Imperatrice Elisaveta Petrovna. Nel 1747 fu lei a scrivere un proclama che disponeva che fossero portati nel Palazzo d’Inverno “gatti domestici adatti alla caccia”. Caterina II scriveva con riferimento alle opere contenute “tutto ciò può essere ammirato dai topi e da me”.
Nel 1917, la Rivoluzione d’Ottobre scacciò lo zar Nicola II dal Palazzo d’Inverno. Gli ultimi Romanov avevano un vero debole per gli animali, e possedevano numerosi gatti e cani. I cani furono fucilati insieme ai loro padroni, ma i gatti furono lasciati nel palazzo.
Il periodo più cupo arrivò durante la Seconda guerra mondiale, quando l’assedio della città durò per 872 giorni e provocò la morte di un milione e mezzo di persone. La collezione fu evacuata negli Urali, e al suo interno rimasero soltanto le cornici vuote. La città moriva letteralmente di fame ed i gatti sacrificati sostennero i custodi, che se ne cibarono, e quello fu l’unico periodo nell’intera storia del museo in cui non ci furono più felini.
Dopo la guerra, il museo assunse nuovi gatti da Novgorod e Pskov. Con la stabilizzazione del paese, la popolazione felina arrivò a eguagliare l’espansione delle collezioni. Il crollo dell’Unione Sovietica lasciò il Museo in pessime condizioni economiche. Nel 1995, poco dopo aver iniziato a lavorare al museo, l’assistente del direttore scese in cantina e rimase sconcertata sentendosi osservata da decine di gatti, anch’essi in pessime condizioni come la loro residenza, affamati e trascurati. Fu lanciata la campagna “Un rublo per un gatto” per raccogliere fondi da destinare al cibo e alle cure per i felini e destinata una zona dei sotterranei del palazzo alla loro cura ed ospitalità.
Oggi quel luogo è pieno di “affila-unghie” per felini, ciotole di cibo, coperte collocate sui tubi dell’acqua calda e lì si ritrovano i gatti in inverno. Anche se i felini non girano più nelle sale come ai tempi di Caterina, tutti hanno un loro “passaporto” e possono vantare un’intera legione di volontari e veterinari che se ne prendono cura. Ogni anno in loro onore si celebra una festa e i visitatori si mettono in coda nella speranza di poterli incontrare e, se possibile, adottarli. Oggi questi gatti sono più ambasciatori culturali che cacciatori, ma la loro presenza tiene alla larga i topi e continuano a far parte a tutti gli effetti della storia del museo, non meno fondamentali dei tesori ivi contenuti!
Uscendo, gli occhi non solo si devono abituare alla forte luce, ma alla realtà! All’interno abbiamo lasciato capolavori di valore inimmaginabile, vite vissute, drammi, vittorie, tradimenti. Rientriamo in porto, salutiamo la guida Anastasia ed il nostro autista che ci hanno illustrato, accompagnato e reso partecipi della loro Città per una “due giorni” intensa e memorabile!
Con un po’ di tristezza saliamo a bordo. La partenza è resa piacevole dalla vicinanza di un’altra nave Costa, la Pacifica, a San Pietroburgo solo per un giorno e che partirà subito dopo la Luminosa. I convenevoli fra le due navi vanno avanti con un crescendo di strombazzi, manone gialle agitate dal ponte di comando e fazzoletti, asciugamani e saluti fra gli ospiti! L’uscita dal porto prevede il passaggio lungo un canale di boe, a fianco dell’isola di Kronstadt e poi per un canale dragato fino alla stazione piloti costituita da un antico battello fanale.
Questa sera al Teatro un concerto di pianoforte, a cena il menù della Sicilia ed a seguire la notte bianca in piscina con sculture di ghiaccio, balli e discoteca fino a tardi!
Tallin
„Ilus päev Tallinnas“ - una bella giornata trascorsa a Tallin
Dalla magnificenza della rivoluzionaria città russa alla raffinata bomboniera estone. Dopo due giorni intensi in una metropoli, le tranquille stradine acciottolate di Tallin, sembrano quasi quelle di un villaggio!
La capitale estone affacciata sul mare, patrimonio dell’Unesco, con un numero di visitatori annuo proveniente dalle navi da crociera pari al numero dei suoi abitanti è una nazione che, dall’ indipendenza dalla Russia, è avanzata e cresciuta in maniera esponenziale! Anche qui la lingua non aiuta, fa parte dello stesso ceppo ugro-finnico come quella che abbiamo lasciato ad Helsinki.
In porto ci fa compagnia la MSC Opera e vista la distanza breve, a piedi raggiungiamo la cinta muraria ed il centro storico! Tappa imperdibile la salita alla torre della Chiesa di Sant Olav, tanto bella quanto stretta nel passaggio tra chi sale e chi scende, che ci fa perdere un bel po’ di tempo, che verrà impegnato però in risate ed epiteti di svariata natura ed in svariate lingue, nell’ascesa verso la terrazza panoramica e nella ridiscesa a terra.
Il panorama dall’alto spazia tutto intorno, facendo scoprire la parte vecchia con i suoi tetti rossi spioventi, le guglie delle chiese, le torri, la cinta muraria, la parte nuova con grattacieli svettanti in vetro e acciaio e il bell’accesso al mare!
La giornata prosegue calma nello scoprire angoli nascosti, botteghe antiche, costruzioni medioevali, strette vie, cortili lungo il percorso verso la la parte più alta della città dominata dal Castello di Tompea, nota per la Chiesa Ortodossa del santo Alessandro Nezskij, per la Chiesa di Santa Maria Vergine e per i banchetti delle „famose“ venditrici di frutta secca variamente caramellata. Il cartoccetto acquistato finisce in un battibaleno!
Rientriamo nella piazza del Municipio, circondata da importanti palazzi, ove pare fu piantato, nel 1441, dalla Confraternita delle Teste Nere un abete rosso, rendendolo uno dei primi alberi di Natale in Europa. La Piazza è anche la sede della più antica farmacia europea attiva senza interruzioni dal 1422, che conserva una stanza con una raccolta di antichi medicinali ed ampolle.
E’ giunta l’ora di pranzo, restiamo in piazza in uno dei locali, non sempre caratteristici, giusto in tempo per ripararci da uno sgrullone di pioggia che porta un’aria frizzante e per la prima volta in questa settimana sentiamo un po’ di freddo! Troviamo un bar carino per un caffè e ci avviamo nuovamente verso il porto. Nel percorso di rientro capitiamo in un curiosa pasticceria specializzata in dolci di marzapane con un piccolissimo annesso museo che espone le migliori „costruzioni“. Io non amo particolarmente questo genere di dolci ed anzi rifuggo da tutto ciò che è ispirato al Cake Design, ma qui sembra di essere dentro il set della Fabbrica di Cioccolato, con il marzapane al posto del Cacao e con tutto attrezzato per i corsi di pasticceria!
Salutiamo la Torre detta „Margherita la Grassa“ a causa della forma tozza e questa capitale che dovrebbe essere apprezzata in periodi meno turistici, per poter godere appieno la sua tranquillità, lo scorrere lento dei secoli e la sua apertura al mare ed al futuro. Un piccolo passaggio al villaggio di casette di legno con prodotti artigianali e souvenir, proprio a ridosso dello scalo crocieristico e dopo aver recuperato due crocieristi che avevano confuso l’orario di rientro, lentamente prendiamo il mare.
Altra serata di gala, di musica e allegria, tanto stasera rimettiamo l’orologio indietro e recuperiamo un’ora!
Stoccolma
“…ma andiamo a Stoccolma, tutti insieme ma con calma sulla nave che porta a Stoccolma, donne bionde con fiori e ghirlande, tanti dischi tante bande, dai andiamo a Stoccolma dove se mangi stai colma, dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma…” (Rino Gaetano)
Sulle note della canzone, con calma, in nave torniamo a Stoccolma, ma diversamente dalle altre volte la crociera non è ancora finita! Abbiamo quasi due giorni a disposizione per goderci la città, il tempo metereologico ci sostiene e partiamo nuovamente alla volta del centro storico.
Questa volta il bus 76 ci porta a Gamla Stan, lungo il tragitto che il giorno di arrivo avevamo percorso a piedi, per una passeggiata nella zona pedonale medioevale ben conservata.
Passiamo davanti al famoso vicolo stretto di Marten Trotzigs Grand dove si possono toccare con le mani le pareti su entrambi i lati, percorriamo la via principale Vasterlanggatan piena di negozi di souvenir, alcuni risibili ed altri molto carini, ci fermiamo a piazza Stortorget piena di caffè, circondata dalle case dei mercanti, visitiamo la Cattedrale Storkyrkan la grande chiesa, luogo deputato anche ai matrimoni dei sovrani, riccamente decorata all’interno, quindi arriviamo al Palazzo Reale con adeguato anticipo per assistere alla parata militare ed quotidiano cambio della guardia delle dodici.
Il cambio della guardia è rallegrato da una banda poco “rigida” sul protocollo che propone, oltre al repertorio classico, anche musiche molto cool come „Up town funk“ di Bruno Mars!
Aggiriamo il Palazzo, rischio di rompermi “l’osso del collo” per non aver visto un ostacolo a poco distanza da una gradinata e passando per il Parlamento e per il Ponte Vasabron „cogliamo“ una bella prospettiva del Municipio e della sua torre sormontata da tre corone d’oro, simbolo di Stoccolma, dove si tiene ogni anno il banchetto per i premi Nobel.
Dall’austerità dei Palazzi istituzionali passiamo alla pedonale, commerciale, affollata e per nulla interessante Drottninggatan verso la Piazza Hotorget con la Sala concertistica, un mercatino di fiori, frutta, verdura con una offerta incredibile di frutti di bosco! La piazza sembra un’oasi di tranquillità rispetto alla confusione delle vie adiacenti! Dopo una sosta in un caffè riprendiamo la passeggiata verso la Biblioteca Reale. Attraversiamo la piazza Stureplan dove si trova lo Svampen, il fungo, che rappresenta un pezzo della storia sociale di Stoccolma, una vetusta cabina telefonica a forma di fungo che ha rappresentato per anni un punto d’incontro per gli abitanti.
Arriviamo al Kungliga Dramatiska Teatern e ci concediamo un’ora di vetrine
Il design svedese si basa sulla funzionalità, purezza e semplicità delle forme. In attesa di rivoluzionare la nostra casa verso uno stile più contemporaneo, prendiamo spunti e acquistiamo qualche gadgets.
Torniamo sul mare, di venerdi pomeriggio bar e ritrovi sono già pieni di avventori pronti ad iniziare il fine settimana! Passeggiamo fino al ponte del Museo Vasa e riprendiamo il bus verso il porto.
In nave trapela tristezza, la cena con specialità venete passa senza particolari attenzione e questa sera si tira un bilancio parziale del viaggio. Mi rendo conto che gli aerei non possono arrivare a Stoccolma tutti insieme e si deve tenere conto del traffico aereo e degli eventuali voli di collegamento interni, però molti crocieristi sono arrivati in nave il sabato sera e ripartiti il sabato successivo in prima mattinata rinunciando così a godersi il giorno dell’arrivo e quello della partenza. Egoisticamente a noi è andata molto bene, ciò non toglie che ci sia una diversità di fruizione del pacchetto turistico proposto, a seconda della provenienza dei turisti.
Serata di saluti con Mary, Salvo ed Arianna, che partono con uno degli aerei in prima mattinata, abbracci e promesse di rivedersi nel più breve tempo possibile, da noi o da loro, quattrozampe compresi! Ultimo sguardo agli ambienti della nave, ad alcuni punti particolari e piacevoli e domani, per noi fortunati dell’ultimo volo, quasi una giornata intera a disposizione.
Sabato mattina colazione al buffet e vista la confusione, non rimpiango di non averne usufruito per tutta la crociera. Lasciamo i nostri trolley in deposito e siamo pronti per scoprire altri luoghi di Stoccolma.
Come lettrice affamata della trilogia „Millennium“ di Stieg Larsson voglio vedere la zona di Södermalm, luogo di ambientazione delle terribili vicende della protagonista Lisbeth Salander. Non volendo coinvolgere il Socio in un tour dedicato, incomprensibile a chi non ha affrontato l’efferata trilogia di oltre duemila pagine, decidiamo comunque di passeggiare per il quartiere meno patinato e più vivo rispetto a östermalm che vedremo poi! La zona è conosciuta per le boutique vintage e di design. Ci fermiamo da Tullys sulla via principale Götgatan che ha un ampia vetrata con un bancone e sedie alte che danno sulla strada. L’aria fresca della mattina è perfetta per un caffe e dolcetto ed il bar è ottimo per stare riparati e continuare a vedere la via che prende vita.
Da questo punto si ha una bella prospettiva della zona ove è situato lo SkyWiew dell’EricssonGlobe che si staglia alto!
A piedi passiamo nuovamente per Gamla Stan camminando lentamente, cogliendo particolari, fermandoci spesso, diretti poi ad östermalm. Il Quartiere è caratterizzato da una zona commerciale con vetrine di griffe e palazzi lindi ed una zona più residenziale. Capitiamo in un piccolo concept store di design ed anche qui vorrei portarmi a casa tutto, ma non si può. Ci intrufoliamo in un mercato coperto, poi torniamo sui nostri passi lungo il bellissimo Strandvagen sul mare, intenzionati a prendere il bus. Le macchinette distributrici di biglietti sono fuori uso, succede anche a Stoccolma, molto raramente, ma è successo!
Ormai siamo di fronte al Vasa, abbiamo percorso parecchi chilometri a piedi, che sarà mai farne altri due o tre? Detto, fatto, il tempo è bello, gambe in spalla, passando per il parco, alle 16.00 siamo in nave.
Questa volta siamo noi che abbiamo le facce tristi e con un po’ di umana invidia scrutiamo chi è appena arrivato! Una merenda veloce al buffet, recuperiamo i bagagli a mano e salutiamo la Luminosa. Il check-in è gia fatto, i posti assegnati come all’andata ed arrivati all’aeroporto possiamo avviarci direttamente ai controli ed al gate dedicato.
Volo tranquillo, recuperiamo bagagli, macchina e arriviamo a casa dopo mezzanotte in una Roma pressochè deserta. L’ indomani dopo aver recuperato il bassotto partiremo alla volta del mare, con gli occhi pieni di immagini scolpite nella mente e con la testa già al lavoro per un altro viaggio!
Francesca
Quattro città tra medioevo e futuro
Stoccolma
“Un luogo non è mai solo quel ‘luogo’, siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati. Ci siamo arrivati il giorno giusto o il giorno sbagliato, a seconda, ma questo non è responsabilità del luogo, dipende da noi. Dipende da come leggiamo quel luogo, dalla nostra disponibilità ad accoglierlo dentro gli occhi e dentro l’animo, se siamo allegri o malinconici, euforici o disforici, giovani o vecchi, se ci sentiamo bene o abbiamo il mal di pancia. Dipende da chi siamo nel momento in cui entriamo in quel luogo. Queste cose si imparano con il tempo, soprattutto viaggiando” (Antonio Tabucchi – Viaggi ed altri viaggi)
Decisione tardiva quella di prenotare il Nord Europa e ritardata rispetto alle prenotazioni di crociere fatte negli anni passati, complice, da tempo, il ritmo lavorativo del Socio, che tiene sempre in sospeso l’effettiva fattibilità dei nostri viaggi. Proprio per goderci la navigazione nel Mar Baltico, con l’arrivo del caldo di giugno, il cuore e la mente si predispongono bene, il ritmo lavorativo del Socio prende una bella virata verso altri soddisfacenti lidi, quindi via alla prenotazione!
Come sempre, a turno due mascotte di casa godono dei nostri viaggi
Fortuna vuole che il nostro volo sia in prima mattinata e nonostante l’incrollabile abitudine dell’altra metà del cielo, di fare le valigie di notte, pur avendo a disposizione tutta la giornata, la levataccia ci permette di essere a Stoccolma alle 10.00. Un cielo variabile ci accoglie ma la luce è già diversa, bellissima. Il percorso di circa 40 chilometri fino allo Stockholm Cruise Center, al molo di Frihamnem è piacevole e la Luminosa si prepara al cambio passeggeri e ad accoglierci per la seconda volta dopo l’esperienza negli Emirati Arabi!
Siamo a Stoccolma su una delle 14 isole che separano il lago Malaren dal Baltico! Il terminal è piuttosto anonimo e dopo un’ora circa di attesa saliamo a bordo, ci dirigiamo in piscina ed buffet, in attesa dell’orario stabilito per l’utilizzo delle cabine ed iniziamo a goderci l’atmosfera vacanziera. Un salto in cabina (esterna premium balcone a prua del ponte 6) per un cambio, una veloce sistemazione dei bagagli già arrivati ed alle 15.00 siamo pronti per un primo assaggio della città.
Una passeggiata di 500 metri separa il Pier dalla fermata dei bus (nn. 1 e 76) che collegano la zona portuale con la stazione, il centro storico e la metropolitana Gardet. I biglietti (36 Kr per 75 minuti) si acquistano ai distributori automatici o in contanti sul bus.
La nostra prima tappa è il Museo Vasa, scendiamo dal bus 76 all’inizio della zona centrale, di fronte al ponte Djurgårdsbron che conduce all’isola Djurgarden. L’isola, un tempo riserva di caccia reale, è ora dedicata alle attività culturali e ludiche ed oltre al Museo Vasa, il più famoso della Scandinavia, sono allocati il Nordiska Museum, il parco giochi Tivoli, l’Acquario, il Museo degli ABBA ed il parco tematico Skansen, il più antico museo all'aperto del mondo dove vengono celebrate anche feste tradizionali svedesi come la festa di mezza estate e il Natale.
Il tempo volge al bello, squarci di sole caldo si fanno largo tra le nuvole, è sabato pomeriggio, l’isola è piena di famiglie, bambini, turisti, spose in carrozza, macchine degli anni ‘50 per un raduno storico, ciclisti, giovani che si incontrano nei bar e tutto questo mi rende particolarmente felice. Mi inebrio di tanta allegria, spensieratezza e tranquillità nei volti di tutti!
Ci adattiamo all’illuminazione ed alla temperatura controllata e con deferenza siamo pronti alla conoscenza di un altolocato signore di oltre 300 anni, che pur avendo avuto una lunga progettazione come rappresentante dell’orgoglio della flotta svedese, una vita brevissima a causa del peso eccessivo, ora si mantiene in perfetta forma, il Vascello Vasa!
L'unico del XVII secolo ancora integro in tutto il mondo, un tesoro veramente unico. È stato recuperato nel 1961, dopo essere rimasto per 333 anni sul fondo del mare ed il restauro ha richiesto quasi mezzo secolo. Oltre il 95% del vascello è originale, poiché il verme delle navi, Teredo navalis, che divora ogni relitto ligneo sommerso, non attecchisce nelle acque poco salate del Baltico. Il museo è organizzato in chiave didattica e si sviluppa su sei livelli in base ai piani della nave. E’ interessante scoprire le circa 700 sculture che lo decoravano, lavorate ad intaglio e tutte le suppellettili e gli oggetti in legno, che “fotografano” perfettamente lo stile di vita dei naviganti dell’epoca e le tecniche usate.
Dopo tanta penombra di nuovo all’aria aperta!
La variabilità del cielo è proprio una caratteristica del nord ed è sorprendente veder mutare le ombre ed i colori nel brevissimo tempo! Torniamo nella zona centrale passeggiando lungo lo Strandvagen, fronte mare con le barche e barchette attraccate, molte utilizzate per feste e ritrovi, alcune trasformate in bar galleggianti o “gusci” da noleggiare per un picnic nell’arcipelago cittadino, battelli dedicati a gite turistiche lungo i canali e le isole anche con possibilità di cena a bordo.
Ci inoltriamo nella zona commerciale e verso il Kungstrad,
giardino dedicato ad eventi e manifestazioni estive, con l’intenzione di raggiungere il nucleo centrale della città rappresentato dall’Isolotto di Gamla Stam.
La panoramica che offre la visione dell’isola dal ponte Strombron è bellissima, da una parte il Parlamento ed il Palazzo Reale ed il campanile della Cattedrale, dall’altra i due isolotti con altri musei, alcuni attracchi ed in fondo sull’altra isola il terminal dedicato alla Viking Line che collega le principali città del mar Baltico.
Passeggiamo senza meta lungo le viuzze antiche, che torneremo a visitare con calma e dovizia nel penultimo giorno di crociera. L’atmosfera è cambiata, ci sono molti turisti, guide, caffè, alcuni poco caratteristici, souvenir e confusione. Torniamo verso l’esterno dell’isola e con la linea rossa della metropolitana ed il bus n. 1, rientriamo al porto.
La nave si è riempita, stanno arrivando gli ultimi crocieristi ed inizia ufficialmente la crociera! Stasera il menù del ristorante propone specialità della Liguria! La sera al tavolo ci incontriamo con gli amici Palermitani con i quali condivideremo, per tutta la settimana, allegria, grasse risate, aperitivi e “cicchetti” al gran bar Elettra, lunghe escursioni e camminate al passo di marcia, amore per i cani, ricette di cucina, pensieri in liberta e progetti per i prossimi viaggi !!
La levataccia si fa sentire, dopo un po’ di musica proposta dalla “festa di Benvenuto” la cabina diventa la nostra bella tana!!
Navigazione
Sveglia calma anche se la luce già forte per la latitudine penetra in cabina, colazione pigra sul balcone assolato, esercitazione di emergenza, bighellonaggio sui ponti esterni, già gremiti di crocieristi affamati di sole, poi a metà mattina la Luminosa molla gli ormeggi!
Il nostro balcone al ponte 6 è un ottimo punto di osservazione, lontano dalla folla ma ancor di più lo è il balcone di prua aperto ed a pochi metri dalla cabina, che offre un punto di scoperta ad una buona altezza per non perdere alcuni particolari che dai ponti alti sarebbero sminuiti, capace di spaziare tutto intorno e soprattutto isolato e silenzioso! Inizio a fotografare in solitaria poi vengo raggiunta da una coppia di francesi che si gustano il sole caldissimo. Mi sento in pace con il mondo.
La navigazione turistica lungo il fiordo di Granhams per 54 miglia nautiche ed intorno ad una piccola parte delle 24.000 isole dell’arcipelago scandinavo è di difficile descrizione. Molte sono disabitate e raggiungibili solo con barche private canoe o kayak.
L’emozione provata non permette di trovare parole adeguate per essere trasferite su carta. Coste verdissime con conifere fino al limitare dell’acqua, colline e rocce levigate, piccole baie con lindi imbarcaderi riparati, piattaforme con le sdraio in legno in stile nordico e più sopra casette, villette, ville e residenze d’epoca con grandi finestroni per sfruttare il più lieve raggio di sole, padiglioni in legno per il riposo, isolotti di pochi metri quadrati con piccoli fari di segnalazione, gruppi di cigni e di anatre placidi ed incuranti del passaggio del nostro enorme natante, porticcioli turistici, qualche imbarco di traghetti gialli che trasportano le macchine da una riva all’altra, centinaia di barche a vela ed a motore che, complice la giornata festiva, solcano le acque luccicanti dal sole che abbacina, gabbiani che ci seguono costantemente attirati da chi offre cibo.
Lo sguardo volge a destra ed a manca senza sosta, desideroso di carpire anche il minimo particolare per non perdere la magia del solcare questo luogo!
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La navigazione lenta continua per quasi cinque ore, fino a entrare nel Baltico e proseguire verso Helsinky. Tutti i crocieristi sono all’esterno, gran confusione, ma se ci si allontana verso aree più tranquille, al di delle sopra le terrazze di poppa, si trova la giusta allocazione e perfetta visione.
Il pomeriggio ci dedichiamo alle attività rispettivamente più consone… il Socio in palestra ed io alla spa.
La spa della Luminosa è piacevole e non particolarmente affollata. Alternando la frequenza dei vari ambienti più o meno caldi ed umidi tutti con vista esterna, rinfrancandosi con l’idromassaggio, nonostante le incombenti e brutte sculture dei draghi, che qualcuno durante un incubo di progettazione, ha deciso di posizionare a guardia della vasca, infine rilassandosi nella sala relax, placidamente stesi sui lettini, gustando miscele calde e godendosi la navigazione, si apprezza il dolce far niente e la fortuna di trovarsi in vacanza!
Stasera cena di gala! Uscendo dalla spa vedo frementi signore in attesa del loro turno al parrucchiere, altre appena uscite che rimirano la capigliatura, ospiti del primo turno di cena già in “ghingheri” e qualche altro che ancora si perde fra i ponti, fra poppa e prua e vaga sconsolato con la testa fra le nuvole….
Per questa sera ho deciso di regalarmi un “massaggio dell’ego”. Indosso un abito che mi cade ancora a pennello, acquistato tanti anni fa, ad una cifra esorbitante nonostante la sua semplicità, per un evento che, poi, non si avverò. La sorte quando mischia le carte non guarda in faccia a nessuno, nel bene e nel male. Sono stata fortunata, il fato, in tema di sentimenti, ha avuto un sguardo più che benevolo nei miei confronti e proprio nell’occasione dei dieci anni di matrimonio che quest’anno il Socio ed io festeggiamo, mi son detta che l’evento mancato era stato il “La” di un destino che, dopo alcuni anni, ci fece innamorare. Questo vestito per me rappresenta la buona stella!
Dopo questa smielata premessa, la sera prende il via.
Appuntamento fisso, d’ora in poi, per l’aperitivo con Mary, Salvo ed Arianna! Stavolta ha per tema…. “dimmi come vesti e dirò chi sei”! … ma troviamo poco pane per i nostri denti. Ci sono sempre degli eccessi, degli accoppiamenti più che azzardati, degli abiti che destano istinti omicidi, delle scie di pura naftalina, dei pupazzi imbalsamati, delle asole tese come fionde con bottoni/bossoli pronti a schizzare, dei plateaux che imbarazzerebbero Lady Gaga, dei trucchi che neanche Marilyn Manson riuscirebbe a replicare, ma tutto resta nel normale cliché! Chissà, forse il nord Europa calma le persone nelle performance di vestiario/bestiario!
La cena ci fa provare specialità sarde, non posso dire se siano state perfettamente aderenti alle ricette tradizionali isolane ma sono soddisfatta.
Seguono esibizioni di ballo da parte del team di ballerini, feste danzanti e discoteca fino a quando ci ricordiamo che, stanotte, l’ora dovrà essere spostata avanti e molto dopo la mezzanotte guadagniamo la nostra bella tana!
Helsinki
“Parempi mennä, kuin jäädä” antico detto lappone tradotto in finlandese, in Italiano “meglio è andare che stare”.
Anche Helsinky ha una serie di piccole isole all’ingresso del porto, non comparabili con l’arcipelago svedese ma piacevoli come panoramica di ingresso! L’approccio è differente, meno colori, più sobrietà ed austerità rispetto al minimalismo svedese e tanto uso del vetro! Scendiamo dalla nave ed al porto duei hostess ci forniscono la mappa cittadina in formato leggibile, utile oltre alla guida che avevo portato.
La lingua Finlandese o Suomi è ugrofinnica, 15 casi grammaticali, svariate particelle, nessun genere né articoli, tempi verbali bizzarri e costruzioni ultrasintetiche. Il finnico sembra una lingua inventata con l’intento di far impazzire chi prova ad impararla. Noi non ci proviamo nemmeno tentiamo solo un alquanto penosa pronuncia dei luoghi turistici che vorremmo visitare!
Il tempo è parzialmente nuvoloso, con il solito repentino alternarsi di nuvole e squarci di sole. Vorremmo prendere il bus, ma ci incamminiamo sul lungo mare e “lento pede”, fra una chiacchiera, una risata, una sferzata di vento, un occhio allucinato per due persone che fanno il bagno con una temperatura improponibile, un passaggio di fronte ad un parchetto riservato e piano di cani, un saluto riguardoso all’ ambasciata italiana, apparentemente deserta, giungiamo sulla via dedicata ai negozi di brocantage e modernariato e quindi sulla spianata del porto commerciale e turistico, decisi a percorrere tutto o in parte l’itinerario che la guida ci consiglia!
Prima tappa la Piazza Kauppatori, dove si trova il mercato coperto che ha riaperto i battenti nel 2014, con stand di specialità locali e possibilità di gustare la gastronomia in loco ed il mercato all’aperto con stand alimentari e di artigianato e qualche barca di pescatori che espone i prodotti ittici.
Purtroppo la Cattedrale ortodossa di Uspenski che si staglia a destra del mercato e sopra il palazzo di Alvar Aalto è chiusa e quindi la possiamo solo ammirare dall’esterno. E’ la più grande chiesa ortodossa dell’Europa Occidentale ed ha influenze orientali ed occidentali: la sua facciata in mattoni rossi è un esempio dell’antica tradizione slava, mentre sembra che la navata mostri lo stile bizantino e influenze dell’arte italiana, ma è serrata e non possiamo confermarlo!
Prima di arrivare alla Piazza del Senato curiosiamo in un negozio di caramelle artigianali, non sono una appassionata ma le forme ed il procedimento di creazione sono interessanti e svariati pacchetti verranno con noi. Il sacchetto contenente il prezioso contenuto dolciario è stato poi lasciato dal Socio, con la testa fra le nuvole, in un bar e dopo ore “naturalmente” ritrovato! Il famoso anniversario di matrimonio all’Italiana stava per trasformarsi in un divorzio in terra Finlandese!
La Piazza del Senato e l’area circostante rappresentano il cuore del quartiere dominato da quattro costruzioni erette nel corso del 1800: la Cattedrale, il Palazzo del Governo, l’Università e la Biblioteca Nazionale.
Salgono gorgoglii dalle pance, torniamo al mercato e lì pescetti fritti, salmone arrosto, affumicato e verdurine saltate calmano la fame e sotto il tendone ci ripariamo da una breve ma fitta pioggerella!
Prendiamo un “stiracchiatissimo” caffe lungo uno dei dehor del “Parco Esplanadi” e ci dirigiamo verso la piazza della Stazione, inaugurata nel 1919, una più famose testimonianze dell’architettura finlandese. La facciata di granito è un esempio del tardo stile Jugend con quattro statue enormi, imponenti e minacciose che sostengono i lampioni, su entrambi i lati dell’entrata principale e che sono il simbolo della Compagnia ferroviaria nazionale finlandese.
Di nuovo degli squarci di sole caldo ci avvolgono e sono perfetti per ammirare la parte di Helsinki più moderna della città, situata di fronte al Parlamento in restauro, in stile neoclassico, non ce ne duole vederlo “impacchettato! Passeggiamo invece nella zona chiamata Parco Finlandia caratterizzata dal “Sanomatalo” il palazzo di vetro con ascensori a vista del giornale nazionale, il “Kiasma” il Museo di arte Contemporanea con intere pareti in vetro, “Musiikkitalo” il Palazzo della Musica e “Finlandia Talo” il centro congressi di Alvar Aalto, costruito con marmo italiano che si affaccia sulla baia di Toolo piena di bambini, biciclette e gente allegra.,
Torniamo sui nostri passi diretti alla collina rocciosa dove si trova “Temppeliauiokionkirkko” la chiesa nella Roccia, un oasi di pace e tranquillità, preceduti dal Socio cha ha recuperato il famoso “sacchetto” di regali”! Il tempo passa velocemente, siamo già a metà pomeriggio!
Lungo la via centrale ci ritroviamo in un caos, polizia, vigili del fuoco, ambulanze, strade bloccate, traffico deviato. La paura di eventi sovversivi che si susseguono nel mondo e presente ed una certa inquietudine trapela per la strada. Arriviamo alla stazione in cerca di un taxi e comprendiamo che “per fortuna” si tratta “solo” di un grande incendio avvenuto presso un edificio o un hotel e con il cuore più leggero facciamo rientro in nave.
Solitamente la tappa di Helsinki è quella che viene snobbata da molti e considerata la peggiore della crociera. Personalmente l’ho trovata una città molto viva, indubbiamente austera, sobria, ma protesa nella natura e nell’acqua, con tutto a portata di mano, cittadini gentili e disponibili! Lo sviluppatore del gioco “Angry Bird“ è finlandese… più allegro di lui! Una giornata non è sufficiente, noi l’abbiamo sfruttata al meglio passeggiando sempre, all’infuori del taxi che abbiamo utilizzato al rientro per questioni di orario. Ho potuto vedere i quartieri e le varie realtà cittadine, ammirato la parte di architettura moderna ed alcuni oggetti di design di Marimekko, Iittala e Arabia, di cui vorrei impreziosire la casa!!
La serata in nave propone un menù dedicato alla Campania e stavolta prima di cena riesco anche un godermi un bellissimo spettacolo a teatro con due acrobati d’eccezione.
Il Diario di Bordo relativo alla giornata di San Pietroburgo ci comunica che “da disposizioni delle autorità russe gli Ospiti non partecipanti alle escursioni organizzate dalla compagnia che desiderano scendere individualmente nel porto di San Pietroburgo, possono farlo solo se in possesso di un visto per la Russia”. Un necessario avvertimento e un deciso cambio di rotta rispetto agli anni passati, nei quali la Compagnia imponeva, in maniera scorretta, a chi non partecipava alle escursioni organizzate dalla stessa, la discesa a terra solo al termine degli orari previsti per le “ufficiali”. Stavolta, per non concentrare il deflusso dei crocieristi, sono state previste due uscite differenti, prua e centro nave, per gli escursionisti Costa e per quelli indipendenti.
San Pietroburgo
“Le strade sembravano posate in una culla di nebbia che circondava e riempiva tutto, cancellando la linea dell’orizzonte. I palazzi, i ponti, le torri e le famose facciate barocche dell’epoca zarista sembravano sospesi nel nulla. Anche i suoi abitanti, da sempre, somigliano a fantasmi: facce pallide, pelle trasparente come ali di libellula sotto i rari raggi del sole; si spostano camminando sulla terra con un enorme senso di abbandono interno. Già alla nascita nei loro occhi si legge la perdita del senso della vita, un’espressione molto intima, calma, priva di ogni contrasto, da cui si può riconoscere un nativo di San Pietroburgo in qualsiasi parte del pianeta.” (Nicolai Lilin - Il respiro nel buio)
Il Diario di Bordo prevede pioggia, mette le mani avanti su un tema, quello meteorologico, dibattuto da tutti a livello mondiale. La pioggia non ci sarà in questi giorni, la nebbia mattutina sì!
Per questo scalo abbiamo scelto un operatore locale in luogo delle escursioni proposte dalla Compagnia. Il Tour Operator lavora da anni per un pubblico prettamente italiano proponendo viaggi in Russia ed escursioni anche per chi visita San Pietroburgo come scalo crocieristico. Le recensioni ed i commenti ricevuti da cari amici ed altri utenti del forum ed i contatti telefonici ci hanno convinto della serietà. Qualche giorno prima della partenza sono arrivati via mail i “Biglietti di Sbarco” sostitutivi dei visti ordinari, con i quali siamo autorizzati a sbarcare come crocieristi e ad avvalerci di una circolazione guidata ed accompagnata sul territorio della Federazione Russa a fini turistici.
L’uscita dalla nave è veloce come il controllo documenti. Ci viene consegnato un documento di sbarco che sarà ritirato la sera, timbrato il passaporto ed oltre la dogana il nostro gruppo è atteso dalla guida Anastasia. Siamo 14 adulti più una splendida ed educata bimba e rappresentiamo quasi tutta l’Italia, da nord a sud, isole comprese! Dopo le presentazioni di rito, peraltro già avvenute virtualmente via wattsapp, si parte alla scoperta della metropoli più nordica d’Europa, anche lei sorta e sviluppata su 42 isole, come avamposto sul Baltico, in particolare sul delta del fiume Neva.
Quante aspettative per questo scalo?
Nel percorso di avvicinamento alla città prendo coscienza che San Pietroburgo non è la Russia, che è una metropoli relativamente giovane rispetto a chi proviene da una città con millenni alle spalle, ma che ha avuto un ruolo preminente nella storia, è stata la culla delle tre rivoluzioni che hanno sovvertito il Paese. Dal punto di vista architettonico il centro offre un magnifico quadro dell’architettura del 1700 e del 1800, ad opera di alcuni architetti russi ma per la maggioranza stranieri, in particolare italiani, il cui stile è essenzialmente europeo e solo alcuni esempi di architettura ortodossa ci ricordano che siamo nella terra degli zar.
Ho da poco finito di rileggere una storia romantica ambientata nella città durante la prima rivoluzione borghese. Nel mentre il pensiero vaga nelle pieghe del racconto, ricordando alcune particolari vicende storiche ed alcuni luoghi descritti, arriviamo sulla Prospettiva Nevskij.
Neanche il tempo di “settare” la mente al secolo giusto che ci lasciamo inghiottire dalla metropolitana per ammirare l’arte architettonica di epoca sovietica. Le stazioni linde, ordinate e controllate, sono decorate con lo stile del “realismo socialista”, con marmi sulle pareti e sulle colonne, alcune rivestite di vetro cesellato, lampadari massicci in bronzo, simboli dell’epoca, bassorilievi e mosaici raffiguranti scene della propaganda dell’Unione Sovietica.
Torniamo alla luce e ci dirigiamo verso la corte fuori città degli Zar. Visitiamo la chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo
ed entriamo nella Reggia di Peterhof, che Pietro il Grande volle come residenza estiva, immaginandola come una Versailles sul Baltico.
Il progetto durò due secoli ed il punto di forza del complesso architettonico, su tre livelli, che comprende 20 palazzi e più di 140 fontane, è la Grande Cascata, che dal Palazzo Grande del Parco Superiore scende con due scale, decorate da statue mitologiche dorate, in una enorme vasca con la statua di Sansone che lotta con il leone, raggiungendo poi il mare lungo un canale artificiale attraversato da ponticelli.
Assistiamo alla tradizionale apertura delle fontane circondati da una miriade di turisti e continuiamo a scoprire il parco disseminato di viali alberati, fontane decorative, fontane scherzoe, statue, padiglioni, casini, palazzetti e scoiattoli!
Rientriamo in città passando nei pressi del Konstantinovskij Palace, la residenza blindatissima, ove si sta tenendo l’incontro ufficiale tra il Presidente russo Putin ed il Presidente turco Herdogan, noi siamo qui, in Russia, proprio oggi, stiamo “sul pezzo” e cavalchiamo la storia!
Torniamo in centro lungo la Neva e all’altezza dell’Ammiragliato e dell’Ermitage ci attende il battello per un bel percorso tra i fiumi ed i canali del centro storico, passando di fronte a importanti palazzi, al giardino d’estate, all’incrociatore Aurora che sparò il segnale d’attacco per la rivoluzione dell’ottobre del 1917, alla fortezza di San Pietro e Paolo, all’isola Vasilevskij, con la Borsa e le colonne rostrate commemorative delle vittorie navali russe.
Riportati i piedi a terra, proseguiamo per un vero gioiello, la Cattedrale della Resurrezione di Cristo, costruita nel luogo dove lo zar Alessandro II cadde vittima di un attentato, l’ennesimo, l’ottavo stavolta fatale, anche se un’indovina aveva previsto che il settimo sarebbe stato quello mortale…. Anche i veggenti tante volte non le indovinano!
La Cattedrale, bellissima, nota come la Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato è in stile russo ornato da cupole simili a quelle di San Basilio a Mosca. Dentro la chiesa non ci sono pitture ma solo mosaici, smalti, marmi e pietre dure russe. All’epoca sovietica, quando il culto religioso era proibito, fu sconsacrata e danneggiata dai bolscevichi che la destinarono a magazzino per conservare la verdura.
L’ultima tappa dell’impegnativa giornata diurna di visite è la Fortezza dei Santi Pietro e Paolo, con l’omonima cattedrale, ove fu posata la prima pietra per la costruzione della città nel 1703. La Cattedrale, luogo di sepoltura della famiglia imperiale da Pietro il Grande fino ad Alessandro III, ha ricevuto anche le spoglie degli ultimi Romanov trucidati nel 1917, sui quali la nostra guida indugia molto.
La fortezza in realtà non rivestì mai un ruolo difensivo, ebbe la triste fama di carcere per patrioti, democratici e rivoluzionari. Anche qui, il libro appena letto torna in mente. Osservo una cella e ripenso ad Aleksej Kalijnin, all’ interrogatorio, all’ esecuzione, mentre la Neva ghiacciata stringeva in una morsa terribile la città e faceva naufragare nel sangue la rivoluzione borghese del 1905.
Questi flash back letterari destabilizzano! Lascio il gelido gennaio 1905 con le lacrime di Olga, giovane vedova del rivoluzionario e mi ritrovo nel caldo agosto 2016 in un negozio russo per qualche minuto di shopping.
Ormai per Aleksej non c’è più nulla da fare ed anche Olga, con il figlio in arrivo, si rifarà una vita a Parigi. A questo punto mi lascio trasportare dagli acquisti per addobbare l’Albero di Natale, d’altronde la storia è andata avanti ed io contribuisco a tenere il passo e l’economia!
Il passo veramente lo dobbiamo tenere tutti noi del gruppo, e pure passo di marcia, perché si rientra in nave per doccia, cambio, cena e poi di nuovo il tour di San Pietroburgo di notte!
Chiediamo cortesemente al nostro cameriere di sala Joseph di accelerare i tempi delle portate scelte. Questa nostra richiesta capita proprio nella sera in cui viene proposto il menù dello chef Barbieri, oggetto di numerosi commenti e di “indagine” nel questionario di gradimento, ragione per cui avrei desiderato provare con calma tutte le pietanze.
Non posso dare un giudizio esaustivo, vista anche la velocità nel gustare le portate, posso affermare, personalmente, di essere rimasta soddisfatta dell’antipasto di polpo arrosto con pomodorini passiti, dalla crema di sedano con tortino di cicoria, sesamo e mandorle, pur se in quest’ultima ho notato una grande quantità di ingredienti che non hanno valorizzato il piatto. Il secondo di pesce, riccioli di platessa croccante allo spiedo sembrava appetitoso ma ormai la fretta era tanta che non sono riuscita ad apprezzarlo, mentre il dolce era troppo carico di cioccolato di differenti consistenze, troppo pesante e l’ho lasciato! Non è da me che ucciderei per il fondente!
Con la “bomba” di cioccolato piazzata perfettamente in orizzontale sulla linea della vita scendiamo nuovamente al porto! Stavolta una coppia complice la stanchezza non sente la sveglia che aveva posizionato e partiamo senza di loro! Confesso di aver schiacciato “un breve pisolo” nel tragitto fino al centro, risvegliandomi solo con le luci sfavillanti che investono i palazzi!
“Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani, mio caro lettore. Il cielo era così stellato, così luminoso che, guardandolo, ci si chiedeva istintivamente: è mai possibile che sotto un simile cielo vivano uomini collerici e capricciosi?” (Fyodor Dostoevskij - Le notti bianche)
Ci fermiamo al Campo di Marte utilizzato per le parate militari ed ora commemorativo dei Caduti della Rivoluzione con la fiamma che arde perennemente e torniamo in centro per passeggiare lungo un tratto del Nevskij Prospekt, illuminata a giorno ed utilizzata di sera come pista da Gran Premio da sedicenti piloti di Formula Uno.
La visione notturna della Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato è eccezionale, da restare senza fiato.
Bellissima l’illuminazione della Piazza del Palazzo con il Palazzo d’Inverno, l’ex Stato maggiore, l’arco di Trionfo e la colonna di Alessandro, la cui complessiva magnificenza è disturbata però da una strana moda nella piazza. Qui con il far delle tenebre si riuniscono giovani che a bordo di vecchie berline hanno istallato enormi diffusori acustici la cui pressione sonora pervade l’intera area e passano il tempo ballando e bevendo! Da noi questa moda non è finita decenni orsono??
Il fiume Neva è veramente largo in questo punto della città, più di un chilometro, quindi attraversiamo il ponte e ci posizioniamo sulla punta dell’Isola Vasilevskij per ammirare l’apertura del Ponte che collega il Palazzo d’Inverno con la Fortezza di Pietro e Paolo. All’una e mezza di notte con una musica di sottofondo, i palazzi illuminati, i battelli dei turisti in attesa sul letto del fiume, gli spettatori trepidanti sul Lungo Neva, il Ponte del Palazzo, si alza lentamente per permettere, in un lasso di tempo stabilito, il passaggio delle navi, separando di fatto la città.
Alle due di notte la città, pur divisa, pullula di una moltitudine di turisti assonnati ma eccitati, anche noi siamo fra questi, ne è valsa veramente la pena!!!
Alle tre di notte finalmente guadagniamo il letto.
La “bomba” di Barbieri non sì è spostata da dove si era piazzata ore addietro e l’indomani per fortuna l’appuntamento è ad un orario umano!!
Ci svegliamo con calma, negli occhi ancora tanto stupore e ammirazione per i fotogrammi che si susseguono ricordando le tappe del giorno prima, facciamo colazione al ristorante e siamo pronti per affrontare il nuovo tour. Il controllo passaporto è velocissimo e di nuovo verso la Città.
Prima tappa la Chiesa di San Nicola del mare, un monumento dell’architettura del ‘700, rimasto nei cuori dei marinai della “Flotta Russa”, devoti e affezionati a questa chiesa. La Cattedrale ha conservato gli interni originali ed i colori dell’epoca. All’interno si tenevano le messe più importanti in memoria delle vittorie e delle vittime, mentre nello spazio antistante le parate militari.
Proseguiamo per un altro monumento religioso veramente imponente, ma non altrettanto bello, la Cattedrale della Madonna di Kazan ad imitazione della Basilica di San Pietro con il colonnato semicircolare che si apre sulla Prospettiva Nevskij, costruita nel luogo dove era custodita l’icona miracolosa della Madonna di Kazan. L’interno è un pantheon della gloria militare russa con trofei, stendardi e chiavi delle città conquistate. Quello che balza agli occhi non è tanto la fila dei fedeli che porgono la loro devozione all’icona miracolosa, quanto la fila degli stessi fedeli che mostrato una affettata venerazione alla tomba del maresciallo Kutuzov, in capo all’Armata Russa contro Napoleone. Rispetto ogni devozione e per quanto il Napoleone del “cadde, risorse e giacque” di manzoniana memoria l’ho sempre trovato odiosamente superuomo ma, come tutti noi, purtroppo per lui, umanamente mortale, questa adorazione verso un militare la trovo particolarmente esagerata.
Facciamo grandi respiri, esercizi di concentrazione ed affrontiamo l’Ermitage! Come poter esprimere qualcosa di sintetico, reale e interessante parlando della visita? Credo sia impossibile!
Il primo edificio a due piani fu voluto da Caterina II nel 1754 chiamato Piccolo Ermitage, per la sua prima collezione di quadri acquistati in Europa. L’imperatrice scriveva in una nota inviata al suo agente nel 1790 "Oltre ai dipinti e alla Loggia di Raffaello, il mio museo contiene 38.000 libri; ci sono 4 stanze piene di libri e stampe, 10.000 gemme, circa 10.000 disegni e una collezione di storia naturale che riempie due ampie gallerie"
Di anni ne sono passati, ci sono stati allargamenti per le nuove collezioni, che dopo la rivoluzione d’ottobre triplicarono ed i cinque palazzi che nel 1917 facevano parte integrante degli appartamenti reali ora espongono tre milioni di pezzi, in 374 sale con più di 16.000 quadri!
Numeri impressionanti, che restano sterili alla sola lettura ma, dal momento in cui si affronta l’ingresso e la scala del Giordano, ci si rende conto del luogo magico, non solo per quello che contiene, ma anche per l’architettura e la preziosità di stucchi, colonne, lampadari. Percorriamo la sala degli stemmi, la Sala di San Giorgio, la Piccola Sala del Trono con l'aquila dei Romanov, la Loggia di Raffaello!
Tra le opere più famose della collezione di quadri, che occupa il primo piano del Palazzo d'Inverno e il Grande Ermitage, troviamo dipinti di Rubens, Rembrandt, due opere di Leonardo: la piccola Madonna Benois e la Madonna Litta, le tele di Tiziano, di Filippo Lippi, Beato Angelico, Caravaggio, El Greco, Goya, la statua del giovane accosciato di Michelangelo…
Una “chicca” per me splendida oltre che un’altissima opera di oreficeria è rappresentata dall’enorme “orologio meccanico del pavone”, donato a Caterina II dal Principe Potemkin, realizzato in rame argento, bronzo e metallo dorato. Un opera enorme, restaurata e ripresentata nel suo splendore da qualche mese!
Sull’ aiuola che è alla base della struttura sono cesellati dei funghi, sul cappello del più grande appaiono numeri romani per le ore e cifre arabe per i minuti. La corsa dei secondi è segnata da una libellula. Quando battono le ore, il pavone apre le ali, fa un mezzo giro su se stesso, la ruota e scuote la testa, una civetta, all’interno di una gabbia, batte le palpebre e la zampetta e un gallo emette un grido. Un superbo lavoro tra meccanica e oreficeria.
L’altra sala nella quale ho lasciato il cuore quella dedicata a Canova con tredici statue ed il bellissimo bacio fra Amore e Psiche, emozionante quanto quello del Louvre.
Fra i quadri che più hanno colpito il mio cuore oltre alle due Madonne di Leonardo, un quadro di Ruben “Carità Romana” che narra la storia di Cimone e Pero e che mi rammenta il misericordioso finale del libro “Furore” di John Steinbeck, anche se le vicende si svolgono nell’America della Depressione.
E’ stata una visita di una piccola parte dell’immenso Museo, serrata, intensa, emozionante e mirabile. Rimando ogni altra considerazione sui tesori conservati, perché l’approccio museale è differente per ciascuno di noi ed opere che io prediligo possono non trovare emozioni di equal misura per altri. La buffa ma molto più profana curiosità che ha solleticato la mia attenzione è quella relativa ai “Gatti dell’Ermitage”, la cui storia, qualche settimana prima della partenza, ho avuto occasione di leggere su una rivista, chiedendo poi conferma alla guida!
Nei meandri del museo si trova un inferno di tubature per il riscaldamento e un dedalo di magazzini, le cui pareti, invece di essere ricoperte da tele famose, sono tappezzate da fotografie di gatti, la cui storia corre in parallelo con quella del museo. I gatti abitano nel Palazzo d’Inverno dai tempi dell’Imperatrice Elisaveta Petrovna. Nel 1747 fu lei a scrivere un proclama che disponeva che fossero portati nel Palazzo d’Inverno “gatti domestici adatti alla caccia”. Caterina II scriveva con riferimento alle opere contenute “tutto ciò può essere ammirato dai topi e da me”.
Nel 1917, la Rivoluzione d’Ottobre scacciò lo zar Nicola II dal Palazzo d’Inverno. Gli ultimi Romanov avevano un vero debole per gli animali, e possedevano numerosi gatti e cani. I cani furono fucilati insieme ai loro padroni, ma i gatti furono lasciati nel palazzo.
Il periodo più cupo arrivò durante la Seconda guerra mondiale, quando l’assedio della città durò per 872 giorni e provocò la morte di un milione e mezzo di persone. La collezione fu evacuata negli Urali, e al suo interno rimasero soltanto le cornici vuote. La città moriva letteralmente di fame ed i gatti sacrificati sostennero i custodi, che se ne cibarono, e quello fu l’unico periodo nell’intera storia del museo in cui non ci furono più felini.
Dopo la guerra, il museo assunse nuovi gatti da Novgorod e Pskov. Con la stabilizzazione del paese, la popolazione felina arrivò a eguagliare l’espansione delle collezioni. Il crollo dell’Unione Sovietica lasciò il Museo in pessime condizioni economiche. Nel 1995, poco dopo aver iniziato a lavorare al museo, l’assistente del direttore scese in cantina e rimase sconcertata sentendosi osservata da decine di gatti, anch’essi in pessime condizioni come la loro residenza, affamati e trascurati. Fu lanciata la campagna “Un rublo per un gatto” per raccogliere fondi da destinare al cibo e alle cure per i felini e destinata una zona dei sotterranei del palazzo alla loro cura ed ospitalità.
Oggi quel luogo è pieno di “affila-unghie” per felini, ciotole di cibo, coperte collocate sui tubi dell’acqua calda e lì si ritrovano i gatti in inverno. Anche se i felini non girano più nelle sale come ai tempi di Caterina, tutti hanno un loro “passaporto” e possono vantare un’intera legione di volontari e veterinari che se ne prendono cura. Ogni anno in loro onore si celebra una festa e i visitatori si mettono in coda nella speranza di poterli incontrare e, se possibile, adottarli. Oggi questi gatti sono più ambasciatori culturali che cacciatori, ma la loro presenza tiene alla larga i topi e continuano a far parte a tutti gli effetti della storia del museo, non meno fondamentali dei tesori ivi contenuti!
Uscendo, gli occhi non solo si devono abituare alla forte luce, ma alla realtà! All’interno abbiamo lasciato capolavori di valore inimmaginabile, vite vissute, drammi, vittorie, tradimenti. Rientriamo in porto, salutiamo la guida Anastasia ed il nostro autista che ci hanno illustrato, accompagnato e reso partecipi della loro Città per una “due giorni” intensa e memorabile!
Con un po’ di tristezza saliamo a bordo. La partenza è resa piacevole dalla vicinanza di un’altra nave Costa, la Pacifica, a San Pietroburgo solo per un giorno e che partirà subito dopo la Luminosa. I convenevoli fra le due navi vanno avanti con un crescendo di strombazzi, manone gialle agitate dal ponte di comando e fazzoletti, asciugamani e saluti fra gli ospiti! L’uscita dal porto prevede il passaggio lungo un canale di boe, a fianco dell’isola di Kronstadt e poi per un canale dragato fino alla stazione piloti costituita da un antico battello fanale.
Questa sera al Teatro un concerto di pianoforte, a cena il menù della Sicilia ed a seguire la notte bianca in piscina con sculture di ghiaccio, balli e discoteca fino a tardi!
Tallin
„Ilus päev Tallinnas“ - una bella giornata trascorsa a Tallin
Dalla magnificenza della rivoluzionaria città russa alla raffinata bomboniera estone. Dopo due giorni intensi in una metropoli, le tranquille stradine acciottolate di Tallin, sembrano quasi quelle di un villaggio!
La capitale estone affacciata sul mare, patrimonio dell’Unesco, con un numero di visitatori annuo proveniente dalle navi da crociera pari al numero dei suoi abitanti è una nazione che, dall’ indipendenza dalla Russia, è avanzata e cresciuta in maniera esponenziale! Anche qui la lingua non aiuta, fa parte dello stesso ceppo ugro-finnico come quella che abbiamo lasciato ad Helsinki.
In porto ci fa compagnia la MSC Opera e vista la distanza breve, a piedi raggiungiamo la cinta muraria ed il centro storico! Tappa imperdibile la salita alla torre della Chiesa di Sant Olav, tanto bella quanto stretta nel passaggio tra chi sale e chi scende, che ci fa perdere un bel po’ di tempo, che verrà impegnato però in risate ed epiteti di svariata natura ed in svariate lingue, nell’ascesa verso la terrazza panoramica e nella ridiscesa a terra.
Il panorama dall’alto spazia tutto intorno, facendo scoprire la parte vecchia con i suoi tetti rossi spioventi, le guglie delle chiese, le torri, la cinta muraria, la parte nuova con grattacieli svettanti in vetro e acciaio e il bell’accesso al mare!
La giornata prosegue calma nello scoprire angoli nascosti, botteghe antiche, costruzioni medioevali, strette vie, cortili lungo il percorso verso la la parte più alta della città dominata dal Castello di Tompea, nota per la Chiesa Ortodossa del santo Alessandro Nezskij, per la Chiesa di Santa Maria Vergine e per i banchetti delle „famose“ venditrici di frutta secca variamente caramellata. Il cartoccetto acquistato finisce in un battibaleno!
Rientriamo nella piazza del Municipio, circondata da importanti palazzi, ove pare fu piantato, nel 1441, dalla Confraternita delle Teste Nere un abete rosso, rendendolo uno dei primi alberi di Natale in Europa. La Piazza è anche la sede della più antica farmacia europea attiva senza interruzioni dal 1422, che conserva una stanza con una raccolta di antichi medicinali ed ampolle.
E’ giunta l’ora di pranzo, restiamo in piazza in uno dei locali, non sempre caratteristici, giusto in tempo per ripararci da uno sgrullone di pioggia che porta un’aria frizzante e per la prima volta in questa settimana sentiamo un po’ di freddo! Troviamo un bar carino per un caffè e ci avviamo nuovamente verso il porto. Nel percorso di rientro capitiamo in un curiosa pasticceria specializzata in dolci di marzapane con un piccolissimo annesso museo che espone le migliori „costruzioni“. Io non amo particolarmente questo genere di dolci ed anzi rifuggo da tutto ciò che è ispirato al Cake Design, ma qui sembra di essere dentro il set della Fabbrica di Cioccolato, con il marzapane al posto del Cacao e con tutto attrezzato per i corsi di pasticceria!
Salutiamo la Torre detta „Margherita la Grassa“ a causa della forma tozza e questa capitale che dovrebbe essere apprezzata in periodi meno turistici, per poter godere appieno la sua tranquillità, lo scorrere lento dei secoli e la sua apertura al mare ed al futuro. Un piccolo passaggio al villaggio di casette di legno con prodotti artigianali e souvenir, proprio a ridosso dello scalo crocieristico e dopo aver recuperato due crocieristi che avevano confuso l’orario di rientro, lentamente prendiamo il mare.
Altra serata di gala, di musica e allegria, tanto stasera rimettiamo l’orologio indietro e recuperiamo un’ora!
Stoccolma
“…ma andiamo a Stoccolma, tutti insieme ma con calma sulla nave che porta a Stoccolma, donne bionde con fiori e ghirlande, tanti dischi tante bande, dai andiamo a Stoccolma dove se mangi stai colma, dove potrai dire con calma io sto colma a Stoccolma…” (Rino Gaetano)
Sulle note della canzone, con calma, in nave torniamo a Stoccolma, ma diversamente dalle altre volte la crociera non è ancora finita! Abbiamo quasi due giorni a disposizione per goderci la città, il tempo metereologico ci sostiene e partiamo nuovamente alla volta del centro storico.
Questa volta il bus 76 ci porta a Gamla Stan, lungo il tragitto che il giorno di arrivo avevamo percorso a piedi, per una passeggiata nella zona pedonale medioevale ben conservata.
Passiamo davanti al famoso vicolo stretto di Marten Trotzigs Grand dove si possono toccare con le mani le pareti su entrambi i lati, percorriamo la via principale Vasterlanggatan piena di negozi di souvenir, alcuni risibili ed altri molto carini, ci fermiamo a piazza Stortorget piena di caffè, circondata dalle case dei mercanti, visitiamo la Cattedrale Storkyrkan la grande chiesa, luogo deputato anche ai matrimoni dei sovrani, riccamente decorata all’interno, quindi arriviamo al Palazzo Reale con adeguato anticipo per assistere alla parata militare ed quotidiano cambio della guardia delle dodici.
Il cambio della guardia è rallegrato da una banda poco “rigida” sul protocollo che propone, oltre al repertorio classico, anche musiche molto cool come „Up town funk“ di Bruno Mars!
Aggiriamo il Palazzo, rischio di rompermi “l’osso del collo” per non aver visto un ostacolo a poco distanza da una gradinata e passando per il Parlamento e per il Ponte Vasabron „cogliamo“ una bella prospettiva del Municipio e della sua torre sormontata da tre corone d’oro, simbolo di Stoccolma, dove si tiene ogni anno il banchetto per i premi Nobel.
Dall’austerità dei Palazzi istituzionali passiamo alla pedonale, commerciale, affollata e per nulla interessante Drottninggatan verso la Piazza Hotorget con la Sala concertistica, un mercatino di fiori, frutta, verdura con una offerta incredibile di frutti di bosco! La piazza sembra un’oasi di tranquillità rispetto alla confusione delle vie adiacenti! Dopo una sosta in un caffè riprendiamo la passeggiata verso la Biblioteca Reale. Attraversiamo la piazza Stureplan dove si trova lo Svampen, il fungo, che rappresenta un pezzo della storia sociale di Stoccolma, una vetusta cabina telefonica a forma di fungo che ha rappresentato per anni un punto d’incontro per gli abitanti.
Arriviamo al Kungliga Dramatiska Teatern e ci concediamo un’ora di vetrine
Il design svedese si basa sulla funzionalità, purezza e semplicità delle forme. In attesa di rivoluzionare la nostra casa verso uno stile più contemporaneo, prendiamo spunti e acquistiamo qualche gadgets.
Torniamo sul mare, di venerdi pomeriggio bar e ritrovi sono già pieni di avventori pronti ad iniziare il fine settimana! Passeggiamo fino al ponte del Museo Vasa e riprendiamo il bus verso il porto.
In nave trapela tristezza, la cena con specialità venete passa senza particolari attenzione e questa sera si tira un bilancio parziale del viaggio. Mi rendo conto che gli aerei non possono arrivare a Stoccolma tutti insieme e si deve tenere conto del traffico aereo e degli eventuali voli di collegamento interni, però molti crocieristi sono arrivati in nave il sabato sera e ripartiti il sabato successivo in prima mattinata rinunciando così a godersi il giorno dell’arrivo e quello della partenza. Egoisticamente a noi è andata molto bene, ciò non toglie che ci sia una diversità di fruizione del pacchetto turistico proposto, a seconda della provenienza dei turisti.
Serata di saluti con Mary, Salvo ed Arianna, che partono con uno degli aerei in prima mattinata, abbracci e promesse di rivedersi nel più breve tempo possibile, da noi o da loro, quattrozampe compresi! Ultimo sguardo agli ambienti della nave, ad alcuni punti particolari e piacevoli e domani, per noi fortunati dell’ultimo volo, quasi una giornata intera a disposizione.
Sabato mattina colazione al buffet e vista la confusione, non rimpiango di non averne usufruito per tutta la crociera. Lasciamo i nostri trolley in deposito e siamo pronti per scoprire altri luoghi di Stoccolma.
Come lettrice affamata della trilogia „Millennium“ di Stieg Larsson voglio vedere la zona di Södermalm, luogo di ambientazione delle terribili vicende della protagonista Lisbeth Salander. Non volendo coinvolgere il Socio in un tour dedicato, incomprensibile a chi non ha affrontato l’efferata trilogia di oltre duemila pagine, decidiamo comunque di passeggiare per il quartiere meno patinato e più vivo rispetto a östermalm che vedremo poi! La zona è conosciuta per le boutique vintage e di design. Ci fermiamo da Tullys sulla via principale Götgatan che ha un ampia vetrata con un bancone e sedie alte che danno sulla strada. L’aria fresca della mattina è perfetta per un caffe e dolcetto ed il bar è ottimo per stare riparati e continuare a vedere la via che prende vita.
Da questo punto si ha una bella prospettiva della zona ove è situato lo SkyWiew dell’EricssonGlobe che si staglia alto!
A piedi passiamo nuovamente per Gamla Stan camminando lentamente, cogliendo particolari, fermandoci spesso, diretti poi ad östermalm. Il Quartiere è caratterizzato da una zona commerciale con vetrine di griffe e palazzi lindi ed una zona più residenziale. Capitiamo in un piccolo concept store di design ed anche qui vorrei portarmi a casa tutto, ma non si può. Ci intrufoliamo in un mercato coperto, poi torniamo sui nostri passi lungo il bellissimo Strandvagen sul mare, intenzionati a prendere il bus. Le macchinette distributrici di biglietti sono fuori uso, succede anche a Stoccolma, molto raramente, ma è successo!
Ormai siamo di fronte al Vasa, abbiamo percorso parecchi chilometri a piedi, che sarà mai farne altri due o tre? Detto, fatto, il tempo è bello, gambe in spalla, passando per il parco, alle 16.00 siamo in nave.
Questa volta siamo noi che abbiamo le facce tristi e con un po’ di umana invidia scrutiamo chi è appena arrivato! Una merenda veloce al buffet, recuperiamo i bagagli a mano e salutiamo la Luminosa. Il check-in è gia fatto, i posti assegnati come all’andata ed arrivati all’aeroporto possiamo avviarci direttamente ai controli ed al gate dedicato.
Volo tranquillo, recuperiamo bagagli, macchina e arriviamo a casa dopo mezzanotte in una Roma pressochè deserta. L’ indomani dopo aver recuperato il bassotto partiremo alla volta del mare, con gli occhi pieni di immagini scolpite nella mente e con la testa già al lavoro per un altro viaggio!
Francesca
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