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Costa Pacifica: verso le terre di Galilea e dei Faraoni 14-28 maggio 2023

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Continuo con la descrizione dei servizi a bordo....

Il ristorante che ci era stato assegnato è il New York ponte 4 nell’area dedicata ai Gold e Platinum. Avevamo richiesto il ristorante del Club in fase di prenotazione ma ci era stato detto che era tutto pieno. Comunque il tavolo al ristorante era proprio sulla scia e quindi molto bello.

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Dopo due giorni però abbiamo trovato in cabina una lettera che ci informava del cambio di ristorante e siamo stati accolti al ristorante Blue Moon al ponte 11 che, a dire il vero, non era affatto pieno come invece ci era stato detto.

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Non abbiamo provato i ristoranti tematici mentre al buffet siamo sempre andati a colazione ed un paio di volte a pranzo. Al buffet si è fatta qualche coda ma niente di impossibile e anche trovare un tavolo non è stato poi così difficile. L’unica pecca al buffet è che quanto veniva messo nel piatto dagli addetti era sempre pochissimo e si doveva sempre chiedere di aggiungerne un po’.

Ho provato anche la pizza che ho trovato buona per quanto riguarda il gusto ma non molto di mio gradimento per lo spessore della pasta: ma è un’opinione molto soggettiva.

La qualità dei piatti è stata molto alta non solo al ristorante del club ma anche al New York dove abbiamo pranzato quasi tutti i giorni. I dolci sempre superlativi.

Per quanto riguarda le bevande, il servizio ai tavoli viene effettuato solo nei bar. Ho trovato che la qualità dei cocktail e long drink è scesa di molto; quelli alcolici mi sono sembrati sempre un po’ “annacquati” tanto che al palato non erano diversi dalla versione “zero” alcool. Spesso ci sono arrivate bevande diverse da quelle richieste o in tempi biblici. Se non si chiedono, non vengono neanche più portate le noccioline e quando arrivano sono in quantità molto molto ridotta rispetto a prima.

Insomma, l’impressione è che ci siano direttive improntate al massimo risparmio e che il personale non sia ancora adeguatamente formato/informato: ad esempio il primo giorno ci siamo recati al ristorante; l’aiuto maitre che ci ha accolto all’ingresso del settore riservato ai gold non voleva far entrare il marito della mia amica perché, anche se lei era gold, lui era silver e pretendeva che non venisse al tavolo con noi ma andasse da solo al ponte 3!

Le serate a tema sono state:
Notte Italiana – Dress code Bianco Rosso e Verde
Silent Night
Serata di Gala con ballo con gli ufficiali
Serata Elegante
Serata Stravagante – Dress Code stravagante
Notte Bianca – Dress Code bianco
Seconda Serata di Gala
Serata Spagnola – Dress Code rosso e giallo
Festa Mascherata

Alcune Feste si sono svolte al ponte 9 ma molte nella hall del ponte 3 dove lo spazio per sedersi o ballare è molto ridotto perciò le abbiamo evitate. Sono andata a vedere solo una volta per la festa spagnola cosa succedeva e praticamente c’erano solo i ragazzi dell’animazione e pochi altri: praticamente un flop.

C’è stato il Vip party per i gold, platinum e suites durante la prima giornata di navigazione contestualmente alla prima serata di gala con la presentazione del Comandante e del suo staff e lo show del Costa Club nella seconda serata di gala.

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Tutte le sere siamo andati a teatro e gli spettacoli sono stati gradevoli ma niente di particolarmente entusiasmante: particolare la performance di un gruppo indiano con luci led che illuminavano i loro abiti a suon di musica ma alla lunga decisamente un po’ noioso; bravi gli acrobati e gli artisti delle bolle di sapone.



A bordo già il giorno dopo la partenza da Savona sono comparsi tavolini fuori da alcune cabine segno di passeggeri confinati a causa del covid e qualche giorno dopo in tutta la nave non si sentiva altro che tossire. Anche questo ci ha indotto ad evitare i luoghi chiusi troppo affollati e ad indossare la mascherina sui bus durante le escursioni.
 
Ed ora veniamo all'itinerario.
Savona partenza 16.30
Napoli 14.00 -20.00
Catania 10.00-18.00
Navigazione
Heraklion 8.00-16.00
Navigazione
Haifa 6.00-20.00
Port Said 9.30-10.00 / Alessandria 21.00-1.00
Navigazione
Navigazione
La Valletta 8.00-20.00
Navigazione
Barcellona 13.00-19.00
Marsiglia 9.00-18.00
Savona arrivo 8.00
Abbastanza ben strutturato anche se le due tappe in Israele ed Egitto consecutive ed entrambe con escursioni impegnative sono state toste.

Napoli: La navigazione verso Napoli è stata molto tranquilla come del resto sarà durante tutta la crociera con mare tra forza 2 e 4 e vento tra 2 e 5. Già in mattinata il tempo non si è rivelato dei più promettenti.

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In avvicinamento al porto...

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All’arrivo in porto ci hanno accolto MSC World Europa (un vero gigante del mare) e una pioggia battente che ci ha accompagnato per tutto il pomeriggio.

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La visita al Maschio Angioino prenotata prima di partire non è stata possibile poiché c’era un evento privato e si entrava solo con l’invito. Così abbiamo dovuto accontentarci di vederlo da fuori.

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Seconda tappa del nostro tour autogestito il teatro San Carlo: una vera meraviglia! La visita guidata può essere acquistata direttamente al botteghino del teatro ed è possibile tutti i giorni al prezzo di 9 euro a persona e dura circa 30 minuti. Si accede alla platea dove ci si può accomodare e seguire l’interessante storia del teatro. Si potrà poi accedere ai palchi ed in particolare al palco reale.

La data di nascita del teatro anticipa di 41 anni la Scala di Milano e di 55 la Fenice di Venezia. Il Teatro di San Carlo è stato costruito nel 1737, per volontà del Re Carlo III di Borbone fortemente intenzionato a dare alla città un nuovo teatro che rappresentasse il potere regio. Il progetto è affidato all'architetto Giovanni Antonio Medrano, Colonnello Brigadiere spagnolo di stanza a Napoli, e ad Angelo Carasale, già direttore del San Bartolomeo, il quale completa la “real fabrica” in circa otto mesi con una spesa di 75 mila ducati. Il disegno di Medrano prevedeva una sala lunga 28,6 metri e larga 22,5 metri, con 184 palchi, compresi quelli di proscenio, disposti in sei ordini, più un palco reale capace di ospitare dieci persone, per un totale di 1379 posti.
L'inaugurazione, avvenuta la sera del 4 novembre, giorno onomastico del sovrano.

La fama del teatro e della Scuola Napoletana, alimentata dalla presenza a Napoli di ben 4 conservatori, si diffuse in tutta Europa. A Napoli arrivarono importanti compositori come Händel, Haydn e un giovane Mozart che ambientò proprio in questa città “Così fan tutte”.

Nel 1809 il teatro sarà ristrutturato con il finanziamento di un ex garzone di taverna che, a Milano, aveva vinto al gioco abbastanza denaro, ma nel 1816 un incendio distrusse completamente il San Carlo. Fu ricostruito in 9 mesi e l’inaugurazione si tenne il 12 gennaio 1817.

Agli inizi del 1800 arrivano al San Carlo grandi nomi della musica Italiana: Gioacchino Rossini e Gaetano Donizzetti che composero molte opere per il teatro, e qui suonò anche Paganini. Fu poi il periodo di Giuseppe Verdi.
Una lunga storia di arte e musica che continua ancora oggi.
Ma ora entriamo nel teatro....

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La Platea e i palchi ognuno dotato di specchi per poter vedere chi c'era ed alimentare il gossip cittadino.

Sotto il palco reale e la vista che si gode da lassù

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Alcuni particolari dei fregi e degli arredi

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L'orologio: la sua particolarità è che a ruotare non sono le lancette ma il quadrante.

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E il rosone centrale che decora il soffitto

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Usciamo dal teatro e la guida ci accompagna nel foyer chiamato salone degli specchi. E' la parte più moderna del teatro, costruito nel 1937 fu completamente distrutto dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale ma venne ricostruito fedelmente all'originale nell'immediato dopoguerra.

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La nostra visita al teatro San Carlo termina qui e ci rituffiamo nelle vie di Napoli, nel traffico cittadino e sotto la pioggia....

Usciti dal San Carlo con ancora negli occhi lo sfavillare delle luci e delle dorature del teatro abbiamo gironzolato per la città: Galleria Umberto I, via Toledo, via Chiaia, in attesa che riaprisse la Basilica di san Francesco da Paola in piazza del Plebiscito.

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Ed eccoci in piazza del Plebiscito

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Nel 1809 Gioacchino Murat ordinò la demolizione degli antichi conventi del "Largo di Palazzo", attuale piazza del Plebiscito, e bandì un pubblico concorso per la realizzazione di una nuova piazza. All'architetto Leopoldo Laperuta fu affidata la costruzione dell'ampio portico a emiciclo sorretto da 38 colonne giganti di ordine dorico; esso doveva fronteggiare Palazzo Reale e rifarsi alla tradizione antica delle piazze porticate, luogo delle attività politiche, economiche, sociali e culturali della città.

Continua......
 
Nel 1815 il re Ferdinando I delle Due Sicilie decise l'edificazione della basilica come ringraziamento a san Francesco di Paola per la riconquista del regno dopo la dominazione francese: nel 1817 fu indetto un concorso che fu vinto dall'architetto svizzero Pietro Bianchi di Lugano. I lavori furono ultimati nel 1824, ma solo nel 1836 la chiesa venne inaugurata da Papa Gregorio XVI, che le conferì il titolo di Basilica Pontificia, la rese indipendente dalla Curia Arcivescovile di Napoli e concesse il privilegio ai suoi ministri di officiare con l'altare rivolto verso i fedeli.
La chiesa, per la sua forma circolare, ricorda il Pantheon di Roma. La sua struttura sembra voler abbracciare piazza del Plebiscito, infatti la struttura esterna è costituita da 48 colonne di pietra proveniente da Pozzuoli.
La chiesa è sormontata da tre cupole: quella centrale è alta 53 metri e sorretta da 34 colonne corinzie e 34 pilastri in giro esterno tutti in marmo proveniente da Mondragone.

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Sopra il colonnato vi sono le tribune di corte e, lungo le pareti otto statue raffiguranti gli evangelisti e altri Santi.

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Ai lati della cupola centrale si aprono due cappelle di cui una dedicata a San Francesco da Paola

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Usciti dalla Basilica decidiamo di rientrare in nave perché la pioggia continua incessante. La nave salperà dopo un paio d’ore dal nostro rientro; in lontananza il Vesuvio avvolto tra le nuvole prossimo scalo Catania.

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Catania ci accoglie con un bellissimo sole e la vetta ancora innevata dell’Etna.

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Anche per questa giornata ho organizzato una visita in autonomia di alcuni dei più bei monumenti della città. Appena scesi si viene assaliti da tassisti più o meno regolari che propongono qualsiasi tipo di escursione: la più gettonata è il tour dell’Etna. Ci siamo diretti a piedi verso via Vittorio Emanuele II, la via del centro città che conduce fino a Piazza Duomo nelle cui vicinanze inizia via Etnea prima nostra meta.

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Via Etnea è la via dello shopping di Catania ma noi la percorriamo per raggiungere una delle migliori pasticcerie della città dove ci aspettano un fantastico cannolo siciliano per mio marito e una eccezionale brioche con granita alla mandorla per me.

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Nel frattempo il cielo diventa sempre più grigio e la pioggia inizia a cadere. Usciti dalla pasticceria ci dirigiamo verso via dei Crociferi dove si trovano molte delle chiese barocche di Catania. Purtroppo molte sono chiuse ma troviamo quasi in fondo alla via la chiesa di san Giuliano che è possibile visitare acquistando un biglietto per pochi euro.
 
La chiesa ha una bella facciata barocca e l'accesso alla scalinata è delimitato da una bella cancellata in ferro battuto. Si trova proprio di fronte al Collegio dei Gesuiti un imponente palazzo in pietra lavica.

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La costruzione della chiesa ebbe luogo dal 1739 al 1754 ed ha una pianta ottagonale. L'interno è piuttosto spoglio se confrontato con la ricchezza della facciata barocca, ma merita una nota l'altare maggiore.

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Sulla sinistra si apre una piccola porta e attraverso una scala si accede ai piani superiori. In una prima stanza si trova questo particolare tavolo ottenuto dall'unione di due altari minori

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Si accede poi alla Cantoria, dove le monache Benedettine di clausura potevano cantare e seguire le funzioni religiose senza essere viste

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Lasciata la cantoria riprendiamo le scale per salire sulla terrazza e poi ancora più su fino alla torre campanaria

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Uno scorcio di via dei Crociferi dall'alto dove si vede il Collegio dei Gesuiti, il Monastero di San Benedetto e l'Arco di San Benedetto che la leggenda vuole che fosse stato costruito in una sola notte. Pare che sotto questo arco i nobili della città si incontrassero per affari amorosi o commerciali che non potevano avvenire alla luce del sole e per tenere lontani i curiosi diffusero la voce che nella via, durante la notte, si aggirasse un cavallo senza testa. Un giovane che voleva sfatare questa diceria decise di recarsi sotto l'arco durante la notte e piantare un chiodo per testimoniare di essere effettivamente stato lì. Accadde però che, al buio mentre piantava il chiodo rimanesse impigliato il suo mantello e sentendosi tirare mentre andava via ma non vedendo nessuno, morisse di paura.

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Torniamo verso via Vittorio Emanuele per raggiungere la nostra prossima meta: Palazzo Biscari.

Il palazzo dei Paternò Castello, Principi di Biscari è uno dei più importanti edifici settecenteschi a Catania. Si accede pagando un biglietto di 10 euro a persona; è consigliabile contattare la segreteria del palazzo per avere conferma delle giornate di apertura che possono variare a seconda della presenza di diversi eventi tra cui anche matrimoni.

Attraversiamo un ampio portone che si apre su via Museo Biscari e entriamo in un ampio cortile. Di fronte a noi una doppia scalinata che porta all'ingresso del palazzo.

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L'entrata si apre su quella che viene chiamata la sala dei Feudi dove sulle pareti si trovano grandi tele rappresentanti i feudi della famiglia Paternò Castello. In questa prima sala si trova anche la biglietteria.
Pochi minuti ed inizia la visita guidata in un gruppo decisamente ristretto: siamo io, mio marito e altre 3 persone.

Prima di addentrarci nelle sale ci viene illustrata brevemente la storia della famiglia e del palazzo:
La famiglia dei Paternò Castello discende da Angelo Francesco Paternò console spagnolo a Catania che sposò la nobildonna Francesca Castello Abbatelli, figlia di Vincenzo, barone di Biscari. I feudi furono ereditati prima dal figlio Orazio e poi dal nipote Vincenzo che però morì prematuramente come suoi tre figli maschi lasciando solo una figlia femmina di soli 11 anni che andò in sposa allo zio Agatino da cui ebbe 13 figli; e i Paternò Castello poterono così mantenere in loro possesso la baronia di Biscari. Agatino ottenne il titolo di I principe di Biscari che fu ereditato dal nipote Ignazio III principe di Biscari.

Fu proprio Ignazio ad ottenere il permesso di costruire il palazzo sull’unico tratto delle mura di Carlo V rimaste in piedi assieme a Porta Uzeda e a Castello Ursino a seguito del terribile terremoto del 1693 che distrusse completamente Catania. Il figlio Vincenzo ( 1685-1749) IV principe, proseguì l’opera e il nipote Ignazio V (1714-1786) la completò, dedicandone ampi locali alla costituzione di un Museo archeologico, numismatico, naturalistico aperto a tutti gli studiosi. Tra i celebri visitatori del palazzo si ricorda soprattutto lo scrittore Johann Wolfgang Goethe nel corso del suo viaggio in Italia.

Il palazzo appartenne per intero ai Principi di Biscari fino alla metà del scolo XIX, quindi, per vari passaggi di successione, divenne proprietà dei Moncada Paternò Castello, un ramo dei Paternò Castello. Oggi gran parte del Palazzo, costituito da oltre 600 stanze, è ancora abitato dai discendenti.

Quindi entriamo nella sala dei Ritratti:

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Sotto il ritratto di Agatino I principe di Biscari

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Questi sopra sono invece i ritratti di Ignazio III e di sua moglie. Ignazio è ritratto con un foglietto in mano poichè per voto, ad un certo punto della sua vita, decise di non parlare più e comunicava solamente per scritto. Si narra che tutto scaturì da un suo tradimento con una popolana del feudo di Biscari. Scoperto il tradimento, la moglie di Ignazio fece catturare e murare viva nel castello di Biscari la poverina. Il principe sentendosi responsabile di quella morte decise di espiare la sua colta tacendo per sempre.

Sotto, Invece, il ritratto di Ignazio V, illustre studioso di archeologia e numismatica che raggiunse fama a livello Europeo.

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Accediamo quindi al terrazzo esterno costruito proprio sulle mura di Carlo V dove si può ammirare la splendida facciata barocca che fino al primo dopoguerra si affacciava direttamente sul mare e rappresentava il biglietto da visita della famiglia Paternò Castello, simbolo della importanza e ricchezza del casato. La facciata è in pietra lavica arricchita dai temi allegorici raffiguranti Abbondanza, Prosperità, Fertilità e Saggezza.

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Tra poco continua la visita di Palazzo Biscari.....
 

Allegati

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Ancora una fotografia della splendida facciata prima di addentrarci nelle altre sale

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Accediamo agli appartamenti della principessa costruiti da Ignazio V per la moglie, Anna Maria Morso e Bonanno, dei principi del Poggioreale, con boiseries di legni intarsiati e pavimenti di marmo di epoca romana che lui stesso aveva ritrovato durante i suoi scavi archeologici.

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Ma la visita non è ancora finita....
Entriamo nella piccola galleria che collega gli appartamenti della principessa al salone delle feste; Semplicemente fantastica la scala che simula un'onda del mare

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Ed ora entriamo nel grande Salone delle Feste

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La particolarità di questo salone è che l'orchestra trovava posto in altro in una balconata che apre al centro della volta del soffitto

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Se guardate bene, sul lato dell'addome dell'ultima dama vedrete un foro: è stato causato da una pallina da tennis. Durante la seconda guerra mondiale il palazzo divenne quartier generale dell'esercito di liberazione inglese e il salone fu adibito a campo da tennis!

Qui termine la nostra visita a Palazzo Biscari ma non ancora quella dei monumenti di Catania......
 
Gimale( Monica), innanzitutto ti ringrazio per come hai commentato i palazzi, le chiese e tutte le belle foto che hai fatto, cosi hai fatto conoscere una parte di Catania per chi non c'e mai stato, sono contento . GRAZIE!!!!!!
 
Stato
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