Mi sto accorgendo che questo diario, a parte i primi post, sta trattando poco della vita in nave e molto di quanto visto durante gli scali ma, come forse avrete già capito, per me la crociera è soprattutto il viaggio alla scoperta dei luoghi più che la descrizione delle attività a bordo che, tra l'altro, sono sempre molto simili anche su navi differenti. Comunque se avete domande o curiosità relative alla vita di bordo sarò lieta di rispondervi.
Ma ora riprendiamo la visita di Catania.
Acquistiamo i biglietti per la visita del monastero di San Benedetto; la visita è possibile solo nei giorni di Martedì, Venerdì e Sabato dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30 (variano leggermente nella stagione invernale); il prezzo è di 6 euro a persona e si scarica tramite QRcode esposto in biglietteria l'audioguida direttamente sul proprio smartphone.
Iniziamo la visita passando sopra un camminamento trasparente che permette di vedere i resti di una Domus risalente a circa 6 secoli prima di Cristo e che per tradizione viene considerato il punto di ripartenza della ricostruzione della città di Catania ogni qualvolta veniva distrutta dalle eruzioni dell'Etna o da terremoti. La scoperta di questa Domus è piuttosto recente e risale ai lavori di costruzione del locale che accoglie la biglietteria e gli scavi non sono ancora stati completati. Si entra quindi in una stanza, il parlatorio, sulle cui pareti si aprono delle grate che erano in passato l'unico punto di apertura verso il mondo esterno delle monache di clausura. Poche monache abitano ancora nel convento.
Dal punto di vista storico-artistico, di notevole interesse è la pavimentazione, realizzata in terracotta e pietra calcarea, e risalente alla prima edificazione del monastero, quella del periodo medievale.
Transitando per un breve corridoio su cui si apre la porta di accesso alla zona di clausura si accede alla area di accesso alla chiesa.
Praticamente si entra da una porta laterale e sulla destra si apre il portone principale di accesso alla chiesa e sulla sinistra si sviluppa una bellissima scalinata che porta all'ingresso vero e proprio della chiesa: "la scalinata degli angeli"
Il nome deriva dalle otto statue, realizzate in stucco marmoreo nel 1763 da Nicolò Mignemi, che raffigurano degli angeli. Fra questi, sono riconoscibili l’arcangelo Michele, grazie allo scudo sul quale è inciso il motto
“Quis ut Deus”, l’arcangelo Raffaele, identificato dalla conchiglia del pellegrino sul mantello, e l’angelo del monachesimo benedettino, con lo stemma dell’ordine.
Invece, il portale di legno dorato che introduce alla chiesa è stato realizzato solamente nel 1950 da Carmelo Abate. Nelle due vetrate sono rappresentati San Benedetto e sua sorella, Suor Scolastica, mentre il simbolo eucaristico del pellicano e quello biblico del serpente e l’asta decorano la parte inferiore delle due porte di ingresso.
La chiesa è stata costruita nei primi decenni del ‘700, su progetto dell’architetto Alonzo Di Benedetto – cui si deve la realizzazione del prospetto della chiesa. Ma è l’interno che lascia l’osservatore senza parole. La volta della chiesa, infatti, è stata interamente affrescata da Giovanni Tuccari, fra il 1726 ed il 1729. Tuttavia, nel corso del secolo seguente, la gran parte degli affreschi della volta venne ricoperta di intonaco bianco per volere dell’architetto Antonino Battaglia, che mirava a rendere gli interni della chiesa più sobri ed in linea con il gusto del tempo.
Degli affreschi si era persa memoria fin quando nel 1943 un ordigno aprì uno squarcio nella volta e fece riemergere gli affreschi sottostanti che con un restauro del 1948 furono riportati alla luce.
Continua.....