Lord Revan
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Sono appena tornato a casa. Stamane ero ancora a bordo. Aggiornerò in questi giorni con un resoconto particolareggiato (compreso di foto se riesco come upparle) perchè le impressioni e i commenti sono tanti.
Non lo faccio in questo momento perchè siamo veramente molto stanchi...mezza italia in treno non è uno scherzo. A dopo
Diario: Mariner of the seas 09/06-16/06
Informazioni sulla crociera:
Autore: Lord Revan
Compagnia: Royal Caribbean
Nave: Mariner Of The Seas
Nome crociera: Mediterraneo Occidentale
Con partenza il: 09/06/2012
Giorni crociera: 8 gg. / 7 notti
Porto di Imbarco: Civitavecchia
Porto di Sbarco: Civitavecchia
Occupazione nave: quasi piena: 1200 italiani..circa 500 americani, 250 inglesi, 100 canadesi, 200 tedeschi, 100 francesi.
Itinerario: Civitavecchia/Genova/Ajaccio/Barcellona/Palma di Majorca/Valencia/Navigazione/Civitavecchia
Voti:
Itinerario: 6
Trasporto: treno Bari-Roma-Civitavecchia e ritorno
Complessivo della nave: 9
Bellezza/Eleganza nave: 8
Vivibilità della nave: 8
Sport e Servizi: 10
Pulizia Cabina: 10
Pulizia Nave: 8 maniacale sotto alcuni aspetti..ma i troppi italiania hanno fatto sentire il loro peso a bordo con i loro rifiuti sparsi per la nave. Il personale, per quanto molto presente, purtoppo in taluni casi non riusciva a sopperire a cotanta maleducazione.
Personale di Bordo: 10 a tutti. Guest Relations a parte..voto 4 perchè un deficiente ha evitato di farmi cambiare gli euro li dove il cambio era piu favorevole invece che al casinò
Bellezza Sala Ristorante: 10
Ristorante buffet: 9
Colazione: 9
Animazione: 8
Spettacoli Serali: 10
Organizzazione Nave: 10
Area Piscine: 7. Sempre per colpa degli italiani che invadevano anche i settori riservati. Nessun monitoraggio dei bambini invadenti che entravano nelle zone riservate agli adulti e nessun controllo contro chi infrangeva il divieto di tuffarsi.
Preambolo
“Il mare dà, il mare toglie”. Questa folcloristica frase, esprime in maniera cristallina il nostro stato d’animo. Il mare, visto e vissuto a bordo di questa prestigiosissima nave, ci ha dato tanto, ma, nel contempo, ci ha tolto l’anima al momento dello sbarco.
Tornare da una vacanza non è mai bello, specialmente quando si parla di crociere.
Questo mio diario, il secondo, nasce dalla volontà mia e di mia moglie di esprimere in questa pregevole community, la nostra esperienza. Non abbiamo velleità da scrittori, non siamo romanzieri. Perdonateci quindi, se saremo noiosi o se narrando, tralasceremo qualche particolare che poteva solleticare il vostro interesse.
08/06, Venerdì – Si parte!
La mia soleggiata puglia da il meglio di se in questo periodo. Un sole caldo ci accompagna nel tragitto che ci vuole a Bari per il treno che ci porterà nelle lande laziali, in quel magnifico paese che risponde al nome di Civitavecchia. Non vi tedierò con il racconto di un tragitto invero molto noioso e pieno di attesa e aspettative. Mi limiterò a fare solo una piccola osservazione: durante il tragitto in treno ho rimurginato sul fatto che la puglia dispone di due porti meravigliosi, Bari e Taranto. Questi sono, a mio personalissimo avviso, poco sfruttati. Bari è già porto d’imbarco per tante compagnie crocieristiche, che da li fanno partire un bel pò di navi (tranne la Royal che lo serve solo con una nave: la Splendour). Non è attivo come Civitavecchia pur essendo abbastanza grande, agevole e ben tenuto. Taranto, invece, ha un meraviglioso porto, il quale, nonostante sia uno degli scali più grandi d’Europa, è malamente sfruttato. Circa un paio di settimane fa, ho letto su un quotidiano locale di una piccola nave da crociera, sbarcata a Taranto col suo carico di 50 turisti inglesi. La notizia mi ha sorpreso non poco e mi ha fatto ben sperare, visto che il porto tarantino vorrebbe attrezzarsi per diventare una meta di imbarco crocieristica importante. Wow! Ci vuole impegno, coraggio e determinazione. Speriamo di vedere presto questa grandiosa idea, nei fatti.
Proseguiamo. Arrivati a Civitavecchia, ci siamo diretti immediatamente al nostro alberghetto dove il proprietario, nonostante sia passato un anno, ci riconosce al volo (non immaginavo potessimo essere cosi particolari da essere ricordati) e ci da le chiavi della stanza. Scopriremo subito dopo,piacevolmente, essere quella del nostro viaggio di nozze. Dopo una doccia veloce e una cena in un ristorantino vicino al porto, abbiamo avuto la fortuna di fare la conoscenza di un paio di coppie di sposini americane che sarebbero partite con noi l’indomani. Gente squisita, educata e gentile..e simpatici per giunta. La lingua non è un problema anche se devo dire che lo slang americano differisce non poco dall’inglese tipico, ma tant’è, sguardi, cenni e gesti coprono molto bene le mie carenze linguistiche (mia moglie ahimè, parla solo l’italiano) suscitando, nel contempo, parecchia ilarità quando sbaglio grossolanamente parole o sintassi.
Dopo una piacevole serata, quindi, ed una notte tra le lenzuola arriva finalmente il giorno della partenza. Memori dell’esperienza dell’anno scorso, quindi, ci apprestiamo a raggiungere l’imbarco già alle prime ore del mattino (erano invero circa le 09.00). Arrivati al porto scopriamo di essere…in ritardo! Eh già..veniamo a sapere da uno degli autisti, che gli shuttle bus della royal stanno facendo la spola dal porto alla nave da circa un’ora, al che io, stizzito, (volevo essere il primo ad imbarcarmi) mi appresto a caricare armi e bagagli sull’autobus, giurando a me stesso di arrivare prima al prossimo imbarco.
Bene! Arrivati in quella specie di tendone-hangar dove effettuano gli imbarchi, veniamo accolti come al solito da personale gentilissimo e sorridente che ci chiede di compilare i soliti format relativi allo stato di salute. L’addetta alla reception, dopo aver controllato che tutto fosse in regola, ci consegna il nostro numero di chiamata all’imbarco, il n.56. Dopo qualche secondo, ricordandomi di essere socio Crown&Anchor, ritorno dalla stessa facendole notare la cosa e lei, profondendosi in scuse su scuse, mi consegna un nuovo numero..il 3! Non sono primo…ma quasi.
Soddisfatto come un gatto dopo una grattata sulla pancia quindi, ritorno da mia moglie e insieme ci imbarchiamo.
MARINER…il ritorno giorno 09/06
Ritornare a bordo della nave rappresenta per noi un momento magico. Già dal ponte 1 cominciamo ad avere flash e deja vu’ a profusione. Nostalgia, tristezza, felicità, gioia e meraviglia si fondono e confondono, lasciandoci perennemente una espressione allucinata sul volto. Siamo famelici di emozioni, pertanto giriamo la nave da ponte a ponte, da prua a poppa. Nonostante avessi già una tonnellata di foto dell’anno precedente mi trasformo ugualmente in giapponesino in vacanza e comincio a fotografare la nave ed i particolari che, nel frattempo, vedo cambiati. Ricordando di far parte di questa community, metto seriosamente da parte ogni facile emozione e solerte comincio ad annotarmi le differenze incontrate. Allora, cominciamo col dire che un anno fa, forse proprio per la meraviglia della prima crociera, ho forse inconciamente soppresso ogni eventuale difetto riscontrato per la nave. Quest’anno invece, ho scoperto una nave leggermente diversa. Si sente la necessità di una bella sosta per una rinfrescata generale, a partire dalle moquette sparse per la nave, alle cabine, al tovagliame usato al ristorante, giusto per citare le piccole cose, per finire poi alle aree comuni e allo scafo in generale, con la verniciatura bianca che, in talune zone, rende visibile le successive pennellate con effetti non proprio estetici. Giusto per dovere di cronaca, questo difetto l’ho riscontrato non solo sullo scafo inferiore, a pelo e sopra la linea di galleggiamento, ma anche in giro per i vari ponti esterni.
Sapendo che l’anno prossimo la mariner sarà spostata in cina, mi è venuto il dubbio che volutamente stiano bypassando per il momento la manutenzione. E’ una cattiveria, un sospetto..ma chissà.
Comunque, puntualizzo che i difetti riscontrati non minano minimamente la nostra esperienza che risulta infine eccellente sotto quasi tutti gli aspetti.
La nostra cabina, la 7542 esterna con balcone, è situata quasi in prua alla nave. Questa sarà accessibile per noi solo dopo le ore 13.00, pertanto, questa volta organizzati per benino (beata l’esperienza), andiamo direttamente al ponte 11 per usufruire da subito di piscina e idromassaggio.
Inutile dire che ci godiamo la prima giornata fino al momento di fare la doccia e di accingerci ad usare il windjammer per il pranzo. Come al solito, l’organizzazione ad isole del buffet, rende le code molto facili da smaltire. Ma qui, nonostante tutto, noto subito una prima differenza.
L’anno scorso non ricordavo di aver fatto mai coda, anche se piccola, ne di aver sentito caciara o di aver incocciato persone maleducate. Quest’anno, CON SOMMO ORRORE, scopro la mia bella nave invasa letteralmente da italiani. Su 3100 passeggeri circa…1200 italiani. Lasciatemi dire con una punta di amarezza e vergogna che siamo un popolo cafone, caciaro, disturbatore e incapaci di osservare la piu minima regola di convivenza civile. Non tacciatemi di razzismo, anche perché sarebbe invero un razzismo inverso. Non odio gli italiani….ma confermo che quello che si sente in giro su di noi è vero al 1000%. Cosa mi spinge a queste affermazioni?Bene..la prima cosa che sento al ristorante sono le solite persone che chiedono la pasta, le lasagne e, in un caso una idiota che ha fatto una scenata davvero imbarazzante (urlava contro un cuoco) perché voleva gli spaghetti. Dio mio, avrei voluto distruggerla a testate sulle gengive. Il mio temperamento è mediterraneo, quindi molto incline alla passione (per non dire collera), pertanto mi sono avvicinato alla cretina e le ho detto che per gli spaghetti poteva andare al ponte 5 della…MSC Sinfonia ormeggiata poco distante dalla nostra nave. Mia moglie come al solito, mi calma e mi riporta alla ragione, per cui lascio la stupida volgare supponente idiota alla sua miserevola esistenza maleducata e finalmente mi avvio a pranzare. La qualità del cibo al windjammer non ha subito cali, anzi, verosimilmente parliamo di un aumento di varietà, di sapori meglio combinati ecc.
E’ cucina internazionale pertanto non è difficile scorgere pietanze indiane, americane, inglesi, italiane, africane ecc. A noi questa multietnicità dei piatti è sempre piaciuta perché siamo una coppia cosmopolita, ma capiamo il disorientamento di chi si affaccia a questo tipo di cucina per la prima volta. Non era difficile infatti vedere gente che impiattava le cose piu disparate, mischiando sapori che io faticherei a riconoscere anche solo singolarmente (es:frutta dolci pollo al curry e pizza)…ma tant’è..il mondo è vario.
Finito di mangiare ritorniamo in cabina per un veloce cambio. Nel pomeriggio ci aspetta l'esercitazione prevista, cosa che svolgiamo un po svogliatamente. Il mio occhio comunque si è perfezionato e si imbatte in un particolare
trattasi di uno dei cavi che sorreggevano la scialuppa presso cui stazionavamo. Probabilmente non è nulla di che...ma l'occhio è caduto.
Dopo l'esercitazione infine ritorniamo alle piscine, dove stazioneremo piacevolmente fino a sera.
Finite le abdluzioni nei vari idromassaggio, quindi, ci mettiamo in tiro per una passeggiata serale immersi in una improvvisata festa piratesca
prima di accingerci alla cena al ponte 5 con la solita e ben collaudata formula del my time. Ancora una volta confermo che è la scelta migliore per chi non vuole essere soggetto ad orari prestabiliti, ne vuole mangiare con altre persone o allo stesso tavolo. La mia natura da grizzly infatti, mi spinge a volere solo la compagnia di mia moglie. L’anno scorso, durante la crociera in grecia e turchia, conoscemmo diversi camerieri e responsabili con cui poi, stringemmo amicizia. Non vi dico quindi la nostra commozione quando li abbiamo rincontrati. Il primo, Giovanni, un signore anzianotto con diversi anni da responsabile (supervisor) alle spalle, ci chiama per nome e ci abbraccia calorosamente. Un anno si dissolve magicamente e il tempo pare non essere passato. Poi incontriamo Marius Ifrim, un ragazzo della romania che l’anno scorso prendeva le ordinazioni…e quest’anno invece vediamo bellamente ingiacchettato con i gradi sulle maniche (ora è stateroom supervisor). Anche lui quando ci vede ci dice “non è cosa da credere..non si può credere”, ci abbraccia (io avevo le lacrime agli occhi) e ci riserva attenzioni da reali in visita. Saltiamo di colpo la fila e ci riserva un tavolino per due…lo stesso dell’anno scorso vicino la vetrata che dà sul mare.
La qualità del cibo servito al ristorante principale, seppur mantenendo livelli di eccellenza generali, in taluni casi mi ha lasciato perplesso. In effetti il confronto tra le nostre due esperienze (mi rifersco a 8 giorni di crociera in questo caso e 13 l’anno scorso) ci porta a segnalare casi di cottura sbagliata (sporadici e legati soprattutto al controfiletto di angus nero, piatto fisso tra i disponibili nel menù), di poca varietà, di condimenti un po sopra le righe. Niente, in generale, di assolutamente grave, ma considerando che stiamo parlando di una cucina ai massimi livelli (almeno questo era il nostro ricordo) la cosa ci ha meravigliato non poco.
Finito di mangiare ci concediamo un drink al ponte 14, al viking, dopodichè, stanchi del viaggio, andiamo a dormire.
fine parte 1
Parte 2: Genova
La traversata da Civitavecchia e Genova è oltremodo snervante. La nave, la nostra nave, culla dei nostri sogni lo scorso anno, pare diventata ora una chiatta alla mercè del tempo. Ora, non è che il mare fosse chissà quanto agitato, e forse la posizione della nostra cabina più a prua si prestava particolarmente agli sballottolamenti, ma la sensazione di disagio non ci ha abbandonato un istante. La cosa non ha toccato tanto me, che più o meno reggo il mare, quanto mia moglie si è trovata a dover fronteggiare una nausea imperante. L’effetto che abbiamo sentito, e che si è protratto per buona parte delle tappe, è stato simile a quello che si ha, quando si sale su un motoscafo. Gli ondeggiamenti si avvertivano anche ai ponti più bassi e persino al centro della nave. Non capiamo cosa possa aver prodotto questa instabilità, ripeto, il mare non era particolarmente agitato anzi, e non sappiamo perché questi effetti, a differenza dello scorso anno, si siano avvertiti quasi sempre durante tutta la crociera.
Ma va beh, la notte passa bene o male, tranquilla per me, un po meno per mia moglie, e la mattina ci ritroviamo a Genova. Questa tappa quasi avrei voluto saltarla a piè pari perché visitata molte volte durante un corso frequentato a La Spezia, ma mia moglie non aveva mai posato piede sulla terra genovese e pertanto siamo scesi con direzione porto e acquario.
L’acquario di Genova si ripresenta esattamente come 15 anni fa, quando lo visitai per la prima volta, pertanto anche se per me è pur sempre meraviglioso osservare le creature marine, il fascino della prima volta viene meno. Mia moglie si lancia invece, in tanti “ooohoo” di meraviglia ogni volta che si incocciava un pesce strano, o qualche animaletto marino o terrestre piuttosto carino o di aspetto dolce.
(questo sembra essersi messo in posa
Non vi dico la sua e la mia meraviglia invece, quando ci imbattiamo in una piscina bassa con una specie di manta che si poteva addirittura toccare. Sono tornato bimbo…è stato fantastico. Tra le tante, una particolarmente incline alla curiosità per l’uomo sembrava addirittura ammaestrata. Particolare vuole, che se si batteva la mano sull’acqua questa accorresse a farsi accarezzare come un gatto e a ricompensare il distributore di coccole di turno con un bello “dammi il 5 fratello”. Infatti mi sono riscoperto con un sorriso idiota in volto quando a mia volta si è avvicinata battendo la sua “pinna?” sul palmo della mia mano piu volte.
Il giro comunque ha una fine (circa 2 ore piene piene –biglietto 20 euro) e dopo un veloce giro al porto nuovo,
torniamo sulla nave.
Ritornati a bordo, scopriamo una novità che ci era sfuggita in un primo istante. Una bacheca. Posta vicino al caffè promenade, questa è preposta allo scambio di messaggi tra gli ospiti della nave. Qualcuno è ovviamente sopra le righe (white single woman look man for a good time), qualcuno chiede passaggi il giorno dello sbarco e qualcuno invece scrive poesie. E’ cosi, non avendo preso precedentemente contatto con piuma1979, nonostante la nostra intenzione di incontrarci a bordo, lascio un messaggio rivolto a tutti i membri della community “forum crocieristi” ed in particolare a lei, a scambiare messaggi per metterci d’accordo sul come e quando incontrarci a bordo.
Passa così la giornata. Stanchi e cotti dal caldo, torniamo in cabina. Dopo una doccia rinfrescante e un piccolo riposo, ci dirigiamo verso il casinò, nostra vecchia conoscenza. Vogliamo giocare quindi andiamo prima al deck 5 presso il guest relations per cambiare 100 €. Il responsabile ci avvisa che è possibile usufruire del servizio direttamente al casinò, per cui noi, ringraziatolo seguiamo il suo consiglio. Qui ci cambiano 100€ dandoci 118,50$. (consiglio: non cambiate al casinò MAI..pare che la gestione del casinò sia esterna alla nave nonostante sia comunque una società Royal. Applicano un tasso sensibilmente più basso di quello praticato invece se li cambiate al guest relations. Ovviamente questo, il responsabile ha omesso di dircelo, meritando in un secondo tempo, quando ho scoperto la cosa, una bella lavata di capo). Nel luogo di perdizione quindi, abbiamo notato che l’ambiente non è cambiato di una virgola.
Faccio qualche puntatina qui e li realizzando 40$ di vincita. Soddisfatto mi ritiro di buon grado anche perché mia moglie nel frattempo continuava a sentirsi poco bene per via del mal di mare.
In cabina accendiamo per la prima volta la tv e notiamo con piacere che il nostro consiglio alla royal (l’anno scorso una società incaricata da royal ci ha intervistato assieme ad altre 4 coppie per delineare la strategia da adottare sul mercato italiano…abbiamo avuto successo a quanto pare. Troppo, vista la grande eccessiva presenza di italiani a bordo) di mettere qualche canale italiano è stato seguito. Rai 1, rai 3 piu un altro canale di cui non ricordo il nome. Piu che sufficienti. Dopo il quarto ciondolamento della testa capisco che è ora di dormire. Domani ci aspetta Ajaccio.
Parte 3: Ajaccio
Diciamolo onestamente. Ma che senso ha inserire una tappa come Ajaccio?Non v’è letteralmente nulla da visitare che valga la pena di una semplice occhiata. Il museo/casa di Napoleone?un tedio enorme. Tra l’altro questa cittadina, non brilla nemmeno di particolare bellezza architettonica. Non un vicolo particolarmente carino, ne una piazza eccezionalmente bella. Una normalità disarmante. Va da se che la mia opinione è del tutto personale ed opinabile, ma ho riscontrato lo stesso pensiero captando spezzoni di conversazioni degli altri turisti. Tutti molto delusi. Va beh, a prescindere questa piccola precisazione vi relazionerò la giornata. Scendiamo di buon ora dalla nave convinti di dover impiegare qualche ora per vedere la città, ma ci accorgiamo già dopo pochi metri che forse ritorneremo a bordo prima di quanto pensavamo. Il porto di Ajaccio è ben organizzato, forse persino turistico oserei dire, ma non riserva particolare soprese..non è certo assimilabile ai porti nostrani o ai più blasonati porti orientali. Percorrendo una stradina piena di bancarelle,
arriviamo ad una piazza (di cui non ricordo il nome) con una statua trittica di napoleone.
Forse è l’unica cosa che dà un colpo d’occhio discreto. Fatte due foto di rito, proseguiamo per la Cattedrale di Ajaccio, nome pomposo ed esagerato per una semplicissima chiesa.
( Perdonate il facile confronto. Io provengo da un paese provinciale pieno di storia: Martina Franca. La chiesa piu stupida che abbiamo è di gran lunga piu maestosa di questa. Non siamo certo Ajaccio come economia..ma come storia, eleganza e bellezza, sinceramente, siamo messi molto ma molto meglio. Ma questa considerazione, credetemi, vale poi per tutte le tappe di questa crociera. In Italia abbiamo una bellezza architettonica e paesaggistica insuperabili. Fine OT.) Fatti due conti a questo punto , io e mia moglie decidiamo saggiamente di tornare alla nave. Non abbiamo speso che 3 ore scarse per visitare il paese e ne siamo già stufi. Dirigendoci verso la nave troviamo una fanfara particolare ad attenderci.
Chissà forse cercano di lasciare un buon ricordo nonostante la pochezza generale del posto.
Sulla nave per pranzo decidiamo di provare il ristorante Johnny Rocket. Lasciatemi dire che per 4.95 miseri dollari vale la pena provare i loro gustosissimi panini (Mc donald al confronto sembra cacca), i loro deliziosi frullati e i loro deliziosi gelati. Satollo come uno squalo dopo un pranzo a base di balena, mi dirigo, causa una sete tremenda, verso il windjammer dove prendo per la prima volta una limonata..che sarà da quel momento in poi, la mia bevanda preferita. E’ limonata..fatta dai limoni come si deve cavolo..e si sente. Zuccherata al punto giusto..acidula al punto giusto e rinfrescante.Oh beh, dopo una rinfrescata in cabina, ci dirigiamo verso i soliti idromassaggio.
Perdonate la mia dimenticanza. E’ da precisare che tra le novità presenti sulla nave..una davvero degna di considerazione è l’apertura di una Boardwalk Dog House al ponte 11 proprio vicino alle piscine. Purtroppo nel passaggio delle foto da fotocamera a pc ho perso quella di riferimento, pertanto la foto qui sotto è una standard presa da internet, ma rende comunque l’idea di cosa stiamo parlando.
Praticamente qui fanno dei panini (integrali o tradizionali) con almeno una dozzina di tipi diversi di wurstel., con crauti o cipolle soffritte che definire da sbrodolamento alla homer simpson è dire poco. Eccezionalmente buoni, saporiti e appetitosi. Annesso a questo simpaticissimo nonché gustosissimo angolo mangereccio v’è tutta una serie di bustine salsine varie: ketchup, maionese, senape ecc. Questa dog house diverrà comunque una meta obbligata per tutti i successivi giorni di crociera (eh beh..dovevo assaggiare tutti i wurstel J )
Proseguendo quindi per gli idromassaggio veniamo piacevolmente intrattenuti da una coppia di romani simpaticissimi (Emiliano e Elisa), con cui stringiamo amicizia e discorriamo degli argomenti più disparati. Rimarremo a mollo come aragoste per quasi l’intero pomeriggio. Il relax totale che concede un buon bagno idromassaggiante, ci spinge a cercare il letto della cabina per un riposino. Arriviamo quindi alla cena. Nel dirigerci al ristorante, do una guardata veloce alla bacheca annunci..e..sorpresa sorpresa..la cara Piuma1979 ha finalmente risposto.
Adesso abbiamo il numero della loro cabina..pertanto sarà più facile mettersi d’accordo su dove e quando incontrarci. Proseguiamo contenti al ristorante, dove mangiamo molto bene. O meglio. Io mangio bene. Mia moglie poverina, quest’anno non riesce a far passare il mal di mare nonostante la nostra lungimiranza nel portare le medicine del caso, che pare non sortiscano alcun effetto.
Dopo cena ci dirigiamo, con la coppia di romani conosciuta, al Casinò. Qui finalmente la dea bendata sbircia da un occhio e mi concede una vincita discreta alle slot machine: 450$ e via la paura.
Soddisfatti dalla vincita, vinti dalla stanchezza e dalla gioia di trovarsi a bordo, verso le 02.00 circa, andiamo finalmente a letto.
Parte 4: Barcellona
Barcellona è una di quelle città cosmopolite, mondiali che spinge molto le aspettative di chi la visita. Non mi sognerei mai di dire che Barcellona è brutta, ma ancora una volta, l’accostamento alle nostrane Roma, Napoli, Firenze e cosi via…è impietosa. Barcellona è carina, senza eccellere ma organizzatissima per quanto riguarda il traporto pubblico. Scesi dalla nave ci vengono fornite una mappa turistica ed una delle linee della metropolitana. Eh si! E’ necessaria, visto che Barcellona ha ben 8 linee diverse, suddivise per colore. Perdersi, distrarsi e quindi andare a finire da tutt’altra parte della zona della città che si voleva visitare non è difficile.
A due passi dall’uscita del terminal, ci sono diversi autobus che portano in centro al prezzo di 2.50€ per sola andata, a passeggero, o a 3.50€ per andata e ritorno. La nave viene segnata sulla cartina nel quartiere “Drassanes” e qui facciamo il punto per il successivo ritorno. L’autobus quindi ci lascia all’uscita del porto, dove imbocchiamo una strada particolare “la rambla” piena di alberi, artisti da strada e turisti.
Questa è la zona più carina di Barcellona…e ve lo dico perché abbiamo percorso a piedi diversi chilometri proprio per guardarci la città in maniera completa. Arrivati ad un certo punto di questa strada comunque, siamo incappati in un mercatino al coperto che ci ha ricordato di colpo il gran bazaar di istanbul, anche se, onestamente il paragone è ingiusto per via di differenze siderali tra i due.
Ma tant’è..questo mercatino ha il pregio di essere coloratissimo, fresco e con venditori sorridenti e gentili. I prodotti in vendita principali sono frutta..e frullati di frutta ghiacciati. Per mantenere le bevande fredde..vengono letteralmente seppellite nel ghiaccio..perennemente aggiunto da solerti aiutanti.
Lasciato alle spalle il simpaticissimo mercatino dopo un paio di chilometri passati ad osservare alcuni monumenti
prendiamo la metropolitana in direzione Vallcarca, dove ci hanno consigliato di vedere il parco nel punto piu alto della città. Arrivati a vallcarca, dopo poche decine di metri giriamo per una stradina che la mappa segna come via per arrivare al già citato parco. Questa stradina è incredibile. A memoria mia non ho mai visto una pendenza, o se volete una salita, cosi pronunciata. Tanto è vero che per salire si usano delle comode scale mobili.
Nonostante queste però, ci sono diversi tratti da fare faticosamente a piedi e pertanto, arrivati in cima, ci troviamo sfiniti..e sudati a tal punto da poter far gara di nuoto coi pesci. L’ora è calda..il sole a picco non perdona. Ci troviamo in un parco dove gli alberi…sono cespugli…e le stradine che lo attraversano per arrivare in cima..sono perennemente assolate. Per questo motivo si scorgono venditori di bottigliette d’acqua ogni due per tre che letteralmente assediano i turisti. Noi comunque proseguiamo avendone già una buona scorta e finalmente arriviamo in cima, costituita da una specie di monticello su cui si dipana una scala scavata nella pietra e alla cui sommità ci sono delle croci. La fatica fatta per arrivare, vale il magnifico paesaggio che vede Barcellona ai nostri piedi. Il colpo d’occhio è notevole. Lo sguardo copre letteralmente tutta la città fino al mare.
Fatto il pieno agli occhi e all’anima, scendiamo dirigendoci verso la nostra prossima meta: la Sagrada Familia. Ora, non è che mancassero i mezzi pubblici o il denaro per prenderli, sia chiaro, ma abbiamo voluto comunque fare la strada a piedi per poter osservare la città lentamente, la sua vita e la sua quotidianetà. Il percorso, sotto il sole, è stato duro, durissimo. Chilometri e chilometri che si sono aggiunti a quelli iniziali percorsi nella già citata La Rambla. Arrivamo, chiedendo informazioni ad ogni piè sospinto, finalmente a destinazione. Ragazzi, la sagrada familia è impressionante, altissima e…cioccolatosa. Il suo stile, che può piacere o no, quantomeno è unico. Antonio Gaudì, suo ideatore, che riposa in una tomba al suo interno, l’ha creata secondo me, prendendo spunto da un gelato che si scioglie. Non trovo altra spiegazione per tutte quelle curve dolci, quelle grazie arrotondate e cosi via.
Non è l’unico edificio di Barcellona ideato dal controverso architetto, ed infatti ne abbiamo incontrati molti sparsi per le vie cittadine.
Sta di fatto che i catalani lo adorano. La fila per entrare nella maestosissima cattedrale è immensa come la cattedrale stessa e i biglietti costano…18 € a cranio se non ricordo male. Per una questione di tempo, stanchezza decidiamo di non metterci in coda e dopo un riposino nel parco vicino allietati da un ragazzo che faceva delle megabolle di sapone,
continuiamo la nostra discesa fino a tornare finalmente a La Rambla. Senza più un grammo di forza nelle gambe riprendiamo l’autobus che ci riporta al porto.Qui scopriremo amaramente di dover fare la strada dal porto al terminal di imbarco a piedi...altri chilometri aggiunti sul groppone che ci fanno sognare cascate d'acqua e massaggi rilassanti. Sulla nave ovviamente ci scappa il riposino fisiologico. Ne approfittiamo per chiamare la cabina di Piuma1979 (alias Paola) che chiamiamo per incontrarci la sera a cena. La sera infatti incontriamo Paola e suo marito Angelo e decidiamo di farci dare un tavolo da 4. Qui, Paola mi chiede se finora avessi fatto foto ai piatti..cosa che mi fa scattare la mano sulla fronte (l’età gioca brutti scherzi..avevo infatti dimenticato di farne qualcuna)e mi fa mettere mano alla fotocamera.
Dopo la cena, al ponte 11 ci aspetta una festa ..”ballando sotto le stelle”. Si balla nell’area piscine…si mangia al buffet preparato..e …niente..tutto qui. Dopo un po ci annoiamo e ritorniamo alle nostre cabine.
Parte 5: Palma di Maiorca
Anche in questo caso mi tocca fare una precisazione. Palma di Maiorca è forse l’unica tappa della crociera che realmente ci è piaciuta. E’ tenuta divinamente, la gente è gentilissima e risponde sempre e comunque, a qualsiasi tipo di informazione richiesta, con un “you are welcome”. Che bello!
Usciti dalla nave troviamo la solita giornata con un caldo infernale e con una umidità che rende l'aria quasi da bere
Le informazioni in nostro possesso ci dicono di usare il bus n.1 la cui fermata è appena a qualche centinaio di metri dalla nave. Alcuni turisti italiani imbarcati sulla mariner comunque, riescono a sviarci dalle nostre intenzioni con un laconico “questo non è buono, non arriva” salvo scoprire dopo, smadonnando come vecchi corsari, che loro intendevano andare in spiaggia e non al centro cittadino. Va beh..pazienza. La fermata successiva si trova poco piu avanti una spiaggetta di nudisti
anche se la linea autobus interessata è la n.3. Questa comunque ferma nelle vicinanze di plaza Rei Joan Carles, centralissima strada da cui si dipanano tutte le cose piu interessanti da vedere. Arrivati a destinazione, proseguiamo per il Passeig de Bord, rilassante strada alberata, piena di vita e di musica.
Percorrendo questa, si arriva fino al Parc de La Mar, che possiede un paesaggio molto ispirato. Questo splendido percorso si affaccia su un bacino d’acqua che sembra chiuso, con una specie di spruzzo gigantesco al centro
e con alle spalle il palazzo reale
e la Cattedrale di Santa Maria.
Per i vicoli c'è molta animazione.
Artisti da strada, turisti, negozianti. Tutta Palma di M. pullula letteralmente di vita. La maggioranza dei turisti, neanche a dirlo, sono italiani...e proprio delle signore anzianotte italiane mi fanno sorridere e ridere non poco quando entro nella prima gioielleria per visionare alcune perle. Queste signore tracagnotte e simpatiche stanno praticamente assediando una minuta, minutissima negoziante che, letteralmente, sparisce nelle pieghe dei loro vestiti. Vedendomi sorridere, queste signore strabuzzano gli occhi. Ad orecchio direi che sono napoletane e laziali...ed il loro modo di fare è tipico delle donnone con i pantaloni. In effetti, dei loro mariti..non si vede neanche l'ombra. . Sbrigate le solite faccende legate ai souvenir (graziando mia moglie con un paio di orecchini di perle in gioielleria),incocciamo questo musetto simpaticissimo che ci ruba uno scatto meraviglioso. E' una ragazza..e,credetemi, lo scatolo di cartone dove è seduta è piccolo..piccolissimo. Talmente piccolo che una mia gamba non entrerebbe neanche di striscio.
Comunque dopo qualche felice ora a passeggio per le foto di rito....
..... torniamo a bordo. Fatta una veloce doccia e sistemate alcune cosette in cabina, andiamo a fare un giro al ponte 13, dedicato ai giochi sportivi. Inquadrato il campetto da minigolf, la mia dolcissima moglie decide di sfidarmi. Accetto di buon grado nonostante il caldo e questa mia scelta mi punisce con una schiacciante sconfitta. Dopo la partitella facciamo un giro per la nave fino al ponte di comando dove scattiamo una foto all'ufficiale di turno. Finito il giretto è gia quasi ora di cena, pertanto andiamo all'appuntamento con Paola&Angelo che troveremo ad aspettarci all'ingresso del ristorante. Dopo cena, il compass ci suggerisce di andare al teatro Savoy, dove ci dirigiamo diligentemente. Lo spettacolo è carino, un musical tutto pepe con cantanti, ballerini e scenografie che vanno e vengono. Addirittura il pianoforte compare e scompare nel pavimento. Non sempre quando il pianoforte viene tolto, l'apertura da dove viene messo in scena viene chiusa..e non vi nascondo che il timore che qualche ballerino o ballerina possa farsi male, è fondato. Grazie alla fortuna cosi non avviene e dopo qualche altro minuto di piacevoli chiacchiere...si torna in cabina.
Parte 6: Valencia
Valencia è una città, con tutti i difetti e le idiosincrasie di questa. Non è pulita, è caotica e, a parte il museo delle scienze con l’acquario annesso, non vi è moltissimo da vedere.
Questa volta, la nostra discesa dalla nave avviene con la pregevole compagnia di Paola e Angelo, con cui divideremo il taxi (con una tassista simpatica quanto un ananas su per il naso) che ci porterà direttamente all’acquario. La nostra decisione è di non spendere una vagonata di euro per vedere tutto, perché molti, avendo fatto il giro completo, ce l’hanno sconsigliato. Ci limitiamo al solo acquario..ed anche cosi spendiamo 50€ a coppia. Vi dirò che comunque…è denaro ben speso. Ne vale decisamente la pena. L’acquario è immenso anche se organizzato malissimo a livello di indicazioni. E’ diviso in zone: artico, mediterraneo, oceanico ecc ecc. Non si capisce mai da che parte andare, non vi è un filo logico nella disposizione degli edifici da visitare ed infine il caos turistico non aiuta a snellire il percorso. Tolto questo difetto, gli acquari messi i mostra sono letteralmente pazzeschi e gli animali e i pesci sono bellissimi. A differenza degli altri acquari, di cui la spagna sembra piena zeppa, questo è il piu grande e maestoso. Qui si trovano animali unici, come il Beluga,
il leone marino
e una serie di animali piu piccoli ma non per questo meno rari.
particolare del tunnel subaqueo
Dopo un paio d’ore, decidiamo di vedere lo spettacolo dei delfini.
Ci troveremo insieme ad una scolaresca di bambini dai 3 ai 5 anni circa…stupendi e chiassosi. Lo spettacolo ne coinvolge qualcuno…sulla base…di quanto riesce a gridare, cosa che ci causa un sanguinamento ai timpani per via delle urla indemoniate.
Esaurito lo spettacolo dei delfini usciamo dall’acquario e ci dirigiamo, sempre con un taxi (questa volta con alla guida una tassista simpatica e logorroica) che ci porta vicino alla chiesa trecentesca di Santos Juanes, al centro. Il nostro percorso non è organizzato, pertanto ci troviamo ad andare verso la Lonja (mercato della seta), la plaza de la virgen, e le torri serranos.
Nel complesso nonostante i nomi altisonanti, non sono granchè, quindi dopo aver preso un autobus al volo, ritorniamo a bordo.
Nella serata è previsto un party di bentornato per tutti i soci Crown&Anchor a bordo, pertanto, messi i lustrini, ci dirigiamo verso il ponte 5 al lotus longe dove ci vengono offerti stuzzichini e drink alcolici e champagne. Lasciatemi fare una piccola considerazione. Per andare a questo party bisognava avere l’invito. Bene, non metto in dubbio la buona fede dei crocieristi..ma riempire una sala di gente che NON aveva il biglietto mi ha sminuito molto la cosa. Pensavo a qualcosa di elitario ed invece, complice la solita cafonaggine tutta italiana, si è trasformato in una specie di bolgia a tarallucci e vino. Non sono classista, sia chiaro, ma in certi casi, almeno quelli tipo questo, avrei preferito una selezione VERA all’ingresso del salone, determinata dall’invito, e non una specie di “chi se n’ fott trasit tutt”. Fine polemica.
Finito il tse, “party” andiamo all’appuntamento per la cena con i nostri amici ed infine dopo un dopocena a base di passeggiata, casinò ecc, andiamo meritatamente a dormire.
Parte 7: navigazione
L’esperienza passata mi ha insegnato che il giorno di navigazione si trasforma in una spece di assalto ai teli e alle sdraio in piscina. Memore di questo ho preventivamente tenuto 4 teli dal giorno prima. Comuqnue tutto è pieno come un uovo..piscine, idromassaggio, ogni angolo. L’unica area (forse per inesperienza di molti) in parte libera è l’idromassaggio all’interno della palestra.
Non badate agli occhiali da sole...mi servivano per coprire le borsacce sotto gli occhi...
Stazioneremo lì per un bel po, giacchè la temperatura dell’acqua è meno calda degli idromassaggio esterni, più grande come superficie e molto meno caotica. Per il posto in piscina, ahimè, la faccenda è diversa. Qui pare che la gente si sia svegliata all’alba per prendere i posti. Per questo motivo mestamente ripiego al ponte 12, vicino alla pista di footing, su due stradio esposte al vento. Ovviamente dal ponte 12 posso osservare chiunque nell’area piscina…finchè non vedo due anziani fare fagotto. Riesciremo a prendere cosi finalmente, due sdraio all’ombra…ma piano piano, dopo qualche ora, raggioungeremo due posti soleggiati a bordo piscina, al solarium.
Va da se che una volta accomodati, la giornata di navigazione passerà in un istante. Rimarremo a crogiolarci nell’acqua fino a sera, ovvero fino a quando il sole non arriverà a baciare il mare, in un tramonto maestoso e meraviglioso.
Tornando in cabina saluteremo il nostro room attendant, un isolano delle mauritius dolce come il miele, con cui scambierò persino l’indirizzo email. Anche a cena è il momento di salutare chi ci ha servito al meglio e di consegnare le mance prepagate. Non sono che una formalità perché loro il denaro delle mance l’hanno già ricevuto…ma è una formalità che va comunque rispettata. Nel salutare i miei amici, Marius e Giovanni…la commozione è sentita..non li vedrò più perché vanno in cina, a meno di non essere trasferiti su un’altra unità della royal. Cosi come avvenne lo scorso anno, è il momento della parata dei camerieri che cantando ci invitano a ritornare presto a bordo..
Finita la cena ci troviamo tutti sulla Royal Promenade dove si svolge la festa di commiato. E' una festa anni 70...pertanto luci, musica e costumi sono attinenti...
e non mancano le sorprese..
Nota:
Per tutta la durata della crociera abbiamo avuto sulla nave, quale ospite per pubblicità una attrice nota in italia per aver impersonato Gaia in Camera Cafè, tale Roberta Garzia.
Pietro, il capo animatore della crociera ci chiama per chiederci se vogliamo essere filmati per lo spot ufficiale royal che verrà trasmesso (se non ho capito male) su Youtube. Accettiamo di buon grado e ci dirigiamo alla discoteca per ballare e farci filmare. Dopo qualche minuto lo spot finisce..e noi torniamo in cabina per la notte.
Parte 8: Sbarco e rientro
Le operazioni di sbarco sono come al solito efficienti ed organizzate. I biglietti ricevuti autoadesivi da attaccare alle valigie sono a prova di idiota Il nostro numero è il 28 che ha come orario di sbarco le 08.45. Dopo la colazione al windjammer…alle 08.30 lasceremo la nave e ci dirigeremo verso l'entrata del porto di Civitavecchia dove il nostro sguardo si posa incredulo su una statua che era sfuggita alla nostra partenza. E' enorme e bellissima
Considerazioni:
La mariner è una bella nave. Abbisogna di un bel dry dock, ma penso che la sua partenza per la cina in effetti non stia che posponendo questa necessità. La nave sente ormai il peso degli anni di usura. Non è vecchissima ma nemmeno giovincella. Tutto il personale svolge il proprio compito con una dedizione, una gentilezza encomiabili. Come socio crown & Anchor e come semplice crocierista passeggero poi , ho ricevuto un questionario da compilare indicando il grado di soddisfazione. Come socio inoltre, dovevo anche indicare due nomi in particolare di chi mi ha servito nella maniera migliore (WOW esperience). Nel complesso sono soddisfatto di tutto e promuovo a pieni voti quasi tutto. Ogni difetto, di fronte a tutto il resto della magnificenza ed eccellenza della nave, letteralmente passa in secondo piano fino a scomparire. Andate sulla mariner a cuor leggero. Ne vale la pena, decisamente!
Non lo faccio in questo momento perchè siamo veramente molto stanchi...mezza italia in treno non è uno scherzo. A dopo
Diario: Mariner of the seas 09/06-16/06
Informazioni sulla crociera:
Autore: Lord Revan
Compagnia: Royal Caribbean
Nave: Mariner Of The Seas
Nome crociera: Mediterraneo Occidentale
Con partenza il: 09/06/2012
Giorni crociera: 8 gg. / 7 notti
Porto di Imbarco: Civitavecchia
Porto di Sbarco: Civitavecchia
Occupazione nave: quasi piena: 1200 italiani..circa 500 americani, 250 inglesi, 100 canadesi, 200 tedeschi, 100 francesi.
Itinerario: Civitavecchia/Genova/Ajaccio/Barcellona/Palma di Majorca/Valencia/Navigazione/Civitavecchia
Voti:
Itinerario: 6
Trasporto: treno Bari-Roma-Civitavecchia e ritorno
Complessivo della nave: 9
Bellezza/Eleganza nave: 8
Vivibilità della nave: 8
Sport e Servizi: 10
Pulizia Cabina: 10
Pulizia Nave: 8 maniacale sotto alcuni aspetti..ma i troppi italiania hanno fatto sentire il loro peso a bordo con i loro rifiuti sparsi per la nave. Il personale, per quanto molto presente, purtoppo in taluni casi non riusciva a sopperire a cotanta maleducazione.
Personale di Bordo: 10 a tutti. Guest Relations a parte..voto 4 perchè un deficiente ha evitato di farmi cambiare gli euro li dove il cambio era piu favorevole invece che al casinò
Bellezza Sala Ristorante: 10
Ristorante buffet: 9
Colazione: 9
Animazione: 8
Spettacoli Serali: 10
Organizzazione Nave: 10
Area Piscine: 7. Sempre per colpa degli italiani che invadevano anche i settori riservati. Nessun monitoraggio dei bambini invadenti che entravano nelle zone riservate agli adulti e nessun controllo contro chi infrangeva il divieto di tuffarsi.
Preambolo
“Il mare dà, il mare toglie”. Questa folcloristica frase, esprime in maniera cristallina il nostro stato d’animo. Il mare, visto e vissuto a bordo di questa prestigiosissima nave, ci ha dato tanto, ma, nel contempo, ci ha tolto l’anima al momento dello sbarco.
Tornare da una vacanza non è mai bello, specialmente quando si parla di crociere.
Questo mio diario, il secondo, nasce dalla volontà mia e di mia moglie di esprimere in questa pregevole community, la nostra esperienza. Non abbiamo velleità da scrittori, non siamo romanzieri. Perdonateci quindi, se saremo noiosi o se narrando, tralasceremo qualche particolare che poteva solleticare il vostro interesse.
08/06, Venerdì – Si parte!
La mia soleggiata puglia da il meglio di se in questo periodo. Un sole caldo ci accompagna nel tragitto che ci vuole a Bari per il treno che ci porterà nelle lande laziali, in quel magnifico paese che risponde al nome di Civitavecchia. Non vi tedierò con il racconto di un tragitto invero molto noioso e pieno di attesa e aspettative. Mi limiterò a fare solo una piccola osservazione: durante il tragitto in treno ho rimurginato sul fatto che la puglia dispone di due porti meravigliosi, Bari e Taranto. Questi sono, a mio personalissimo avviso, poco sfruttati. Bari è già porto d’imbarco per tante compagnie crocieristiche, che da li fanno partire un bel pò di navi (tranne la Royal che lo serve solo con una nave: la Splendour). Non è attivo come Civitavecchia pur essendo abbastanza grande, agevole e ben tenuto. Taranto, invece, ha un meraviglioso porto, il quale, nonostante sia uno degli scali più grandi d’Europa, è malamente sfruttato. Circa un paio di settimane fa, ho letto su un quotidiano locale di una piccola nave da crociera, sbarcata a Taranto col suo carico di 50 turisti inglesi. La notizia mi ha sorpreso non poco e mi ha fatto ben sperare, visto che il porto tarantino vorrebbe attrezzarsi per diventare una meta di imbarco crocieristica importante. Wow! Ci vuole impegno, coraggio e determinazione. Speriamo di vedere presto questa grandiosa idea, nei fatti.
Proseguiamo. Arrivati a Civitavecchia, ci siamo diretti immediatamente al nostro alberghetto dove il proprietario, nonostante sia passato un anno, ci riconosce al volo (non immaginavo potessimo essere cosi particolari da essere ricordati) e ci da le chiavi della stanza. Scopriremo subito dopo,piacevolmente, essere quella del nostro viaggio di nozze. Dopo una doccia veloce e una cena in un ristorantino vicino al porto, abbiamo avuto la fortuna di fare la conoscenza di un paio di coppie di sposini americane che sarebbero partite con noi l’indomani. Gente squisita, educata e gentile..e simpatici per giunta. La lingua non è un problema anche se devo dire che lo slang americano differisce non poco dall’inglese tipico, ma tant’è, sguardi, cenni e gesti coprono molto bene le mie carenze linguistiche (mia moglie ahimè, parla solo l’italiano) suscitando, nel contempo, parecchia ilarità quando sbaglio grossolanamente parole o sintassi.
Dopo una piacevole serata, quindi, ed una notte tra le lenzuola arriva finalmente il giorno della partenza. Memori dell’esperienza dell’anno scorso, quindi, ci apprestiamo a raggiungere l’imbarco già alle prime ore del mattino (erano invero circa le 09.00). Arrivati al porto scopriamo di essere…in ritardo! Eh già..veniamo a sapere da uno degli autisti, che gli shuttle bus della royal stanno facendo la spola dal porto alla nave da circa un’ora, al che io, stizzito, (volevo essere il primo ad imbarcarmi) mi appresto a caricare armi e bagagli sull’autobus, giurando a me stesso di arrivare prima al prossimo imbarco.
Bene! Arrivati in quella specie di tendone-hangar dove effettuano gli imbarchi, veniamo accolti come al solito da personale gentilissimo e sorridente che ci chiede di compilare i soliti format relativi allo stato di salute. L’addetta alla reception, dopo aver controllato che tutto fosse in regola, ci consegna il nostro numero di chiamata all’imbarco, il n.56. Dopo qualche secondo, ricordandomi di essere socio Crown&Anchor, ritorno dalla stessa facendole notare la cosa e lei, profondendosi in scuse su scuse, mi consegna un nuovo numero..il 3! Non sono primo…ma quasi.
Soddisfatto come un gatto dopo una grattata sulla pancia quindi, ritorno da mia moglie e insieme ci imbarchiamo.
MARINER…il ritorno giorno 09/06
Ritornare a bordo della nave rappresenta per noi un momento magico. Già dal ponte 1 cominciamo ad avere flash e deja vu’ a profusione. Nostalgia, tristezza, felicità, gioia e meraviglia si fondono e confondono, lasciandoci perennemente una espressione allucinata sul volto. Siamo famelici di emozioni, pertanto giriamo la nave da ponte a ponte, da prua a poppa. Nonostante avessi già una tonnellata di foto dell’anno precedente mi trasformo ugualmente in giapponesino in vacanza e comincio a fotografare la nave ed i particolari che, nel frattempo, vedo cambiati. Ricordando di far parte di questa community, metto seriosamente da parte ogni facile emozione e solerte comincio ad annotarmi le differenze incontrate. Allora, cominciamo col dire che un anno fa, forse proprio per la meraviglia della prima crociera, ho forse inconciamente soppresso ogni eventuale difetto riscontrato per la nave. Quest’anno invece, ho scoperto una nave leggermente diversa. Si sente la necessità di una bella sosta per una rinfrescata generale, a partire dalle moquette sparse per la nave, alle cabine, al tovagliame usato al ristorante, giusto per citare le piccole cose, per finire poi alle aree comuni e allo scafo in generale, con la verniciatura bianca che, in talune zone, rende visibile le successive pennellate con effetti non proprio estetici. Giusto per dovere di cronaca, questo difetto l’ho riscontrato non solo sullo scafo inferiore, a pelo e sopra la linea di galleggiamento, ma anche in giro per i vari ponti esterni.
Sapendo che l’anno prossimo la mariner sarà spostata in cina, mi è venuto il dubbio che volutamente stiano bypassando per il momento la manutenzione. E’ una cattiveria, un sospetto..ma chissà.
Comunque, puntualizzo che i difetti riscontrati non minano minimamente la nostra esperienza che risulta infine eccellente sotto quasi tutti gli aspetti.
La nostra cabina, la 7542 esterna con balcone, è situata quasi in prua alla nave. Questa sarà accessibile per noi solo dopo le ore 13.00, pertanto, questa volta organizzati per benino (beata l’esperienza), andiamo direttamente al ponte 11 per usufruire da subito di piscina e idromassaggio.
Inutile dire che ci godiamo la prima giornata fino al momento di fare la doccia e di accingerci ad usare il windjammer per il pranzo. Come al solito, l’organizzazione ad isole del buffet, rende le code molto facili da smaltire. Ma qui, nonostante tutto, noto subito una prima differenza.
L’anno scorso non ricordavo di aver fatto mai coda, anche se piccola, ne di aver sentito caciara o di aver incocciato persone maleducate. Quest’anno, CON SOMMO ORRORE, scopro la mia bella nave invasa letteralmente da italiani. Su 3100 passeggeri circa…1200 italiani. Lasciatemi dire con una punta di amarezza e vergogna che siamo un popolo cafone, caciaro, disturbatore e incapaci di osservare la piu minima regola di convivenza civile. Non tacciatemi di razzismo, anche perché sarebbe invero un razzismo inverso. Non odio gli italiani….ma confermo che quello che si sente in giro su di noi è vero al 1000%. Cosa mi spinge a queste affermazioni?Bene..la prima cosa che sento al ristorante sono le solite persone che chiedono la pasta, le lasagne e, in un caso una idiota che ha fatto una scenata davvero imbarazzante (urlava contro un cuoco) perché voleva gli spaghetti. Dio mio, avrei voluto distruggerla a testate sulle gengive. Il mio temperamento è mediterraneo, quindi molto incline alla passione (per non dire collera), pertanto mi sono avvicinato alla cretina e le ho detto che per gli spaghetti poteva andare al ponte 5 della…MSC Sinfonia ormeggiata poco distante dalla nostra nave. Mia moglie come al solito, mi calma e mi riporta alla ragione, per cui lascio la stupida volgare supponente idiota alla sua miserevola esistenza maleducata e finalmente mi avvio a pranzare. La qualità del cibo al windjammer non ha subito cali, anzi, verosimilmente parliamo di un aumento di varietà, di sapori meglio combinati ecc.
E’ cucina internazionale pertanto non è difficile scorgere pietanze indiane, americane, inglesi, italiane, africane ecc. A noi questa multietnicità dei piatti è sempre piaciuta perché siamo una coppia cosmopolita, ma capiamo il disorientamento di chi si affaccia a questo tipo di cucina per la prima volta. Non era difficile infatti vedere gente che impiattava le cose piu disparate, mischiando sapori che io faticherei a riconoscere anche solo singolarmente (es:frutta dolci pollo al curry e pizza)…ma tant’è..il mondo è vario.
Finito di mangiare ritorniamo in cabina per un veloce cambio. Nel pomeriggio ci aspetta l'esercitazione prevista, cosa che svolgiamo un po svogliatamente. Il mio occhio comunque si è perfezionato e si imbatte in un particolare
trattasi di uno dei cavi che sorreggevano la scialuppa presso cui stazionavamo. Probabilmente non è nulla di che...ma l'occhio è caduto.
Dopo l'esercitazione infine ritorniamo alle piscine, dove stazioneremo piacevolmente fino a sera.
Finite le abdluzioni nei vari idromassaggio, quindi, ci mettiamo in tiro per una passeggiata serale immersi in una improvvisata festa piratesca
prima di accingerci alla cena al ponte 5 con la solita e ben collaudata formula del my time. Ancora una volta confermo che è la scelta migliore per chi non vuole essere soggetto ad orari prestabiliti, ne vuole mangiare con altre persone o allo stesso tavolo. La mia natura da grizzly infatti, mi spinge a volere solo la compagnia di mia moglie. L’anno scorso, durante la crociera in grecia e turchia, conoscemmo diversi camerieri e responsabili con cui poi, stringemmo amicizia. Non vi dico quindi la nostra commozione quando li abbiamo rincontrati. Il primo, Giovanni, un signore anzianotto con diversi anni da responsabile (supervisor) alle spalle, ci chiama per nome e ci abbraccia calorosamente. Un anno si dissolve magicamente e il tempo pare non essere passato. Poi incontriamo Marius Ifrim, un ragazzo della romania che l’anno scorso prendeva le ordinazioni…e quest’anno invece vediamo bellamente ingiacchettato con i gradi sulle maniche (ora è stateroom supervisor). Anche lui quando ci vede ci dice “non è cosa da credere..non si può credere”, ci abbraccia (io avevo le lacrime agli occhi) e ci riserva attenzioni da reali in visita. Saltiamo di colpo la fila e ci riserva un tavolino per due…lo stesso dell’anno scorso vicino la vetrata che dà sul mare.
La qualità del cibo servito al ristorante principale, seppur mantenendo livelli di eccellenza generali, in taluni casi mi ha lasciato perplesso. In effetti il confronto tra le nostre due esperienze (mi rifersco a 8 giorni di crociera in questo caso e 13 l’anno scorso) ci porta a segnalare casi di cottura sbagliata (sporadici e legati soprattutto al controfiletto di angus nero, piatto fisso tra i disponibili nel menù), di poca varietà, di condimenti un po sopra le righe. Niente, in generale, di assolutamente grave, ma considerando che stiamo parlando di una cucina ai massimi livelli (almeno questo era il nostro ricordo) la cosa ci ha meravigliato non poco.
Finito di mangiare ci concediamo un drink al ponte 14, al viking, dopodichè, stanchi del viaggio, andiamo a dormire.
fine parte 1
Parte 2: Genova
La traversata da Civitavecchia e Genova è oltremodo snervante. La nave, la nostra nave, culla dei nostri sogni lo scorso anno, pare diventata ora una chiatta alla mercè del tempo. Ora, non è che il mare fosse chissà quanto agitato, e forse la posizione della nostra cabina più a prua si prestava particolarmente agli sballottolamenti, ma la sensazione di disagio non ci ha abbandonato un istante. La cosa non ha toccato tanto me, che più o meno reggo il mare, quanto mia moglie si è trovata a dover fronteggiare una nausea imperante. L’effetto che abbiamo sentito, e che si è protratto per buona parte delle tappe, è stato simile a quello che si ha, quando si sale su un motoscafo. Gli ondeggiamenti si avvertivano anche ai ponti più bassi e persino al centro della nave. Non capiamo cosa possa aver prodotto questa instabilità, ripeto, il mare non era particolarmente agitato anzi, e non sappiamo perché questi effetti, a differenza dello scorso anno, si siano avvertiti quasi sempre durante tutta la crociera.
Ma va beh, la notte passa bene o male, tranquilla per me, un po meno per mia moglie, e la mattina ci ritroviamo a Genova. Questa tappa quasi avrei voluto saltarla a piè pari perché visitata molte volte durante un corso frequentato a La Spezia, ma mia moglie non aveva mai posato piede sulla terra genovese e pertanto siamo scesi con direzione porto e acquario.
L’acquario di Genova si ripresenta esattamente come 15 anni fa, quando lo visitai per la prima volta, pertanto anche se per me è pur sempre meraviglioso osservare le creature marine, il fascino della prima volta viene meno. Mia moglie si lancia invece, in tanti “ooohoo” di meraviglia ogni volta che si incocciava un pesce strano, o qualche animaletto marino o terrestre piuttosto carino o di aspetto dolce.
Non vi dico la sua e la mia meraviglia invece, quando ci imbattiamo in una piscina bassa con una specie di manta che si poteva addirittura toccare. Sono tornato bimbo…è stato fantastico. Tra le tante, una particolarmente incline alla curiosità per l’uomo sembrava addirittura ammaestrata. Particolare vuole, che se si batteva la mano sull’acqua questa accorresse a farsi accarezzare come un gatto e a ricompensare il distributore di coccole di turno con un bello “dammi il 5 fratello”. Infatti mi sono riscoperto con un sorriso idiota in volto quando a mia volta si è avvicinata battendo la sua “pinna?” sul palmo della mia mano piu volte.
Il giro comunque ha una fine (circa 2 ore piene piene –biglietto 20 euro) e dopo un veloce giro al porto nuovo,
torniamo sulla nave.
Ritornati a bordo, scopriamo una novità che ci era sfuggita in un primo istante. Una bacheca. Posta vicino al caffè promenade, questa è preposta allo scambio di messaggi tra gli ospiti della nave. Qualcuno è ovviamente sopra le righe (white single woman look man for a good time), qualcuno chiede passaggi il giorno dello sbarco e qualcuno invece scrive poesie. E’ cosi, non avendo preso precedentemente contatto con piuma1979, nonostante la nostra intenzione di incontrarci a bordo, lascio un messaggio rivolto a tutti i membri della community “forum crocieristi” ed in particolare a lei, a scambiare messaggi per metterci d’accordo sul come e quando incontrarci a bordo.
Passa così la giornata. Stanchi e cotti dal caldo, torniamo in cabina. Dopo una doccia rinfrescante e un piccolo riposo, ci dirigiamo verso il casinò, nostra vecchia conoscenza. Vogliamo giocare quindi andiamo prima al deck 5 presso il guest relations per cambiare 100 €. Il responsabile ci avvisa che è possibile usufruire del servizio direttamente al casinò, per cui noi, ringraziatolo seguiamo il suo consiglio. Qui ci cambiano 100€ dandoci 118,50$. (consiglio: non cambiate al casinò MAI..pare che la gestione del casinò sia esterna alla nave nonostante sia comunque una società Royal. Applicano un tasso sensibilmente più basso di quello praticato invece se li cambiate al guest relations. Ovviamente questo, il responsabile ha omesso di dircelo, meritando in un secondo tempo, quando ho scoperto la cosa, una bella lavata di capo). Nel luogo di perdizione quindi, abbiamo notato che l’ambiente non è cambiato di una virgola.
Faccio qualche puntatina qui e li realizzando 40$ di vincita. Soddisfatto mi ritiro di buon grado anche perché mia moglie nel frattempo continuava a sentirsi poco bene per via del mal di mare.
In cabina accendiamo per la prima volta la tv e notiamo con piacere che il nostro consiglio alla royal (l’anno scorso una società incaricata da royal ci ha intervistato assieme ad altre 4 coppie per delineare la strategia da adottare sul mercato italiano…abbiamo avuto successo a quanto pare. Troppo, vista la grande eccessiva presenza di italiani a bordo) di mettere qualche canale italiano è stato seguito. Rai 1, rai 3 piu un altro canale di cui non ricordo il nome. Piu che sufficienti. Dopo il quarto ciondolamento della testa capisco che è ora di dormire. Domani ci aspetta Ajaccio.
Parte 3: Ajaccio
Diciamolo onestamente. Ma che senso ha inserire una tappa come Ajaccio?Non v’è letteralmente nulla da visitare che valga la pena di una semplice occhiata. Il museo/casa di Napoleone?un tedio enorme. Tra l’altro questa cittadina, non brilla nemmeno di particolare bellezza architettonica. Non un vicolo particolarmente carino, ne una piazza eccezionalmente bella. Una normalità disarmante. Va da se che la mia opinione è del tutto personale ed opinabile, ma ho riscontrato lo stesso pensiero captando spezzoni di conversazioni degli altri turisti. Tutti molto delusi. Va beh, a prescindere questa piccola precisazione vi relazionerò la giornata. Scendiamo di buon ora dalla nave convinti di dover impiegare qualche ora per vedere la città, ma ci accorgiamo già dopo pochi metri che forse ritorneremo a bordo prima di quanto pensavamo. Il porto di Ajaccio è ben organizzato, forse persino turistico oserei dire, ma non riserva particolare soprese..non è certo assimilabile ai porti nostrani o ai più blasonati porti orientali. Percorrendo una stradina piena di bancarelle,
( Perdonate il facile confronto. Io provengo da un paese provinciale pieno di storia: Martina Franca. La chiesa piu stupida che abbiamo è di gran lunga piu maestosa di questa. Non siamo certo Ajaccio come economia..ma come storia, eleganza e bellezza, sinceramente, siamo messi molto ma molto meglio. Ma questa considerazione, credetemi, vale poi per tutte le tappe di questa crociera. In Italia abbiamo una bellezza architettonica e paesaggistica insuperabili. Fine OT.) Fatti due conti a questo punto , io e mia moglie decidiamo saggiamente di tornare alla nave. Non abbiamo speso che 3 ore scarse per visitare il paese e ne siamo già stufi. Dirigendoci verso la nave troviamo una fanfara particolare ad attenderci.
Chissà forse cercano di lasciare un buon ricordo nonostante la pochezza generale del posto.
Sulla nave per pranzo decidiamo di provare il ristorante Johnny Rocket. Lasciatemi dire che per 4.95 miseri dollari vale la pena provare i loro gustosissimi panini (Mc donald al confronto sembra cacca), i loro deliziosi frullati e i loro deliziosi gelati. Satollo come uno squalo dopo un pranzo a base di balena, mi dirigo, causa una sete tremenda, verso il windjammer dove prendo per la prima volta una limonata..che sarà da quel momento in poi, la mia bevanda preferita. E’ limonata..fatta dai limoni come si deve cavolo..e si sente. Zuccherata al punto giusto..acidula al punto giusto e rinfrescante.Oh beh, dopo una rinfrescata in cabina, ci dirigiamo verso i soliti idromassaggio.
Perdonate la mia dimenticanza. E’ da precisare che tra le novità presenti sulla nave..una davvero degna di considerazione è l’apertura di una Boardwalk Dog House al ponte 11 proprio vicino alle piscine. Purtroppo nel passaggio delle foto da fotocamera a pc ho perso quella di riferimento, pertanto la foto qui sotto è una standard presa da internet, ma rende comunque l’idea di cosa stiamo parlando.
Praticamente qui fanno dei panini (integrali o tradizionali) con almeno una dozzina di tipi diversi di wurstel., con crauti o cipolle soffritte che definire da sbrodolamento alla homer simpson è dire poco. Eccezionalmente buoni, saporiti e appetitosi. Annesso a questo simpaticissimo nonché gustosissimo angolo mangereccio v’è tutta una serie di bustine salsine varie: ketchup, maionese, senape ecc. Questa dog house diverrà comunque una meta obbligata per tutti i successivi giorni di crociera (eh beh..dovevo assaggiare tutti i wurstel J )
Proseguendo quindi per gli idromassaggio veniamo piacevolmente intrattenuti da una coppia di romani simpaticissimi (Emiliano e Elisa), con cui stringiamo amicizia e discorriamo degli argomenti più disparati. Rimarremo a mollo come aragoste per quasi l’intero pomeriggio. Il relax totale che concede un buon bagno idromassaggiante, ci spinge a cercare il letto della cabina per un riposino. Arriviamo quindi alla cena. Nel dirigerci al ristorante, do una guardata veloce alla bacheca annunci..e..sorpresa sorpresa..la cara Piuma1979 ha finalmente risposto.
Adesso abbiamo il numero della loro cabina..pertanto sarà più facile mettersi d’accordo su dove e quando incontrarci. Proseguiamo contenti al ristorante, dove mangiamo molto bene. O meglio. Io mangio bene. Mia moglie poverina, quest’anno non riesce a far passare il mal di mare nonostante la nostra lungimiranza nel portare le medicine del caso, che pare non sortiscano alcun effetto.
Dopo cena ci dirigiamo, con la coppia di romani conosciuta, al Casinò. Qui finalmente la dea bendata sbircia da un occhio e mi concede una vincita discreta alle slot machine: 450$ e via la paura.
Soddisfatti dalla vincita, vinti dalla stanchezza e dalla gioia di trovarsi a bordo, verso le 02.00 circa, andiamo finalmente a letto.
Parte 4: Barcellona
Barcellona è una di quelle città cosmopolite, mondiali che spinge molto le aspettative di chi la visita. Non mi sognerei mai di dire che Barcellona è brutta, ma ancora una volta, l’accostamento alle nostrane Roma, Napoli, Firenze e cosi via…è impietosa. Barcellona è carina, senza eccellere ma organizzatissima per quanto riguarda il traporto pubblico. Scesi dalla nave ci vengono fornite una mappa turistica ed una delle linee della metropolitana. Eh si! E’ necessaria, visto che Barcellona ha ben 8 linee diverse, suddivise per colore. Perdersi, distrarsi e quindi andare a finire da tutt’altra parte della zona della città che si voleva visitare non è difficile.
A due passi dall’uscita del terminal, ci sono diversi autobus che portano in centro al prezzo di 2.50€ per sola andata, a passeggero, o a 3.50€ per andata e ritorno. La nave viene segnata sulla cartina nel quartiere “Drassanes” e qui facciamo il punto per il successivo ritorno. L’autobus quindi ci lascia all’uscita del porto, dove imbocchiamo una strada particolare “la rambla” piena di alberi, artisti da strada e turisti.
Questa è la zona più carina di Barcellona…e ve lo dico perché abbiamo percorso a piedi diversi chilometri proprio per guardarci la città in maniera completa. Arrivati ad un certo punto di questa strada comunque, siamo incappati in un mercatino al coperto che ci ha ricordato di colpo il gran bazaar di istanbul, anche se, onestamente il paragone è ingiusto per via di differenze siderali tra i due.
Ma tant’è..questo mercatino ha il pregio di essere coloratissimo, fresco e con venditori sorridenti e gentili. I prodotti in vendita principali sono frutta..e frullati di frutta ghiacciati. Per mantenere le bevande fredde..vengono letteralmente seppellite nel ghiaccio..perennemente aggiunto da solerti aiutanti.
Lasciato alle spalle il simpaticissimo mercatino dopo un paio di chilometri passati ad osservare alcuni monumenti
prendiamo la metropolitana in direzione Vallcarca, dove ci hanno consigliato di vedere il parco nel punto piu alto della città. Arrivati a vallcarca, dopo poche decine di metri giriamo per una stradina che la mappa segna come via per arrivare al già citato parco. Questa stradina è incredibile. A memoria mia non ho mai visto una pendenza, o se volete una salita, cosi pronunciata. Tanto è vero che per salire si usano delle comode scale mobili.
Nonostante queste però, ci sono diversi tratti da fare faticosamente a piedi e pertanto, arrivati in cima, ci troviamo sfiniti..e sudati a tal punto da poter far gara di nuoto coi pesci. L’ora è calda..il sole a picco non perdona. Ci troviamo in un parco dove gli alberi…sono cespugli…e le stradine che lo attraversano per arrivare in cima..sono perennemente assolate. Per questo motivo si scorgono venditori di bottigliette d’acqua ogni due per tre che letteralmente assediano i turisti. Noi comunque proseguiamo avendone già una buona scorta e finalmente arriviamo in cima, costituita da una specie di monticello su cui si dipana una scala scavata nella pietra e alla cui sommità ci sono delle croci. La fatica fatta per arrivare, vale il magnifico paesaggio che vede Barcellona ai nostri piedi. Il colpo d’occhio è notevole. Lo sguardo copre letteralmente tutta la città fino al mare.
Fatto il pieno agli occhi e all’anima, scendiamo dirigendoci verso la nostra prossima meta: la Sagrada Familia. Ora, non è che mancassero i mezzi pubblici o il denaro per prenderli, sia chiaro, ma abbiamo voluto comunque fare la strada a piedi per poter osservare la città lentamente, la sua vita e la sua quotidianetà. Il percorso, sotto il sole, è stato duro, durissimo. Chilometri e chilometri che si sono aggiunti a quelli iniziali percorsi nella già citata La Rambla. Arrivamo, chiedendo informazioni ad ogni piè sospinto, finalmente a destinazione. Ragazzi, la sagrada familia è impressionante, altissima e…cioccolatosa. Il suo stile, che può piacere o no, quantomeno è unico. Antonio Gaudì, suo ideatore, che riposa in una tomba al suo interno, l’ha creata secondo me, prendendo spunto da un gelato che si scioglie. Non trovo altra spiegazione per tutte quelle curve dolci, quelle grazie arrotondate e cosi via.
Non è l’unico edificio di Barcellona ideato dal controverso architetto, ed infatti ne abbiamo incontrati molti sparsi per le vie cittadine.
Sta di fatto che i catalani lo adorano. La fila per entrare nella maestosissima cattedrale è immensa come la cattedrale stessa e i biglietti costano…18 € a cranio se non ricordo male. Per una questione di tempo, stanchezza decidiamo di non metterci in coda e dopo un riposino nel parco vicino allietati da un ragazzo che faceva delle megabolle di sapone,
continuiamo la nostra discesa fino a tornare finalmente a La Rambla. Senza più un grammo di forza nelle gambe riprendiamo l’autobus che ci riporta al porto.Qui scopriremo amaramente di dover fare la strada dal porto al terminal di imbarco a piedi...altri chilometri aggiunti sul groppone che ci fanno sognare cascate d'acqua e massaggi rilassanti. Sulla nave ovviamente ci scappa il riposino fisiologico. Ne approfittiamo per chiamare la cabina di Piuma1979 (alias Paola) che chiamiamo per incontrarci la sera a cena. La sera infatti incontriamo Paola e suo marito Angelo e decidiamo di farci dare un tavolo da 4. Qui, Paola mi chiede se finora avessi fatto foto ai piatti..cosa che mi fa scattare la mano sulla fronte (l’età gioca brutti scherzi..avevo infatti dimenticato di farne qualcuna)e mi fa mettere mano alla fotocamera.
Dopo la cena, al ponte 11 ci aspetta una festa ..”ballando sotto le stelle”. Si balla nell’area piscine…si mangia al buffet preparato..e …niente..tutto qui. Dopo un po ci annoiamo e ritorniamo alle nostre cabine.
Parte 5: Palma di Maiorca
Anche in questo caso mi tocca fare una precisazione. Palma di Maiorca è forse l’unica tappa della crociera che realmente ci è piaciuta. E’ tenuta divinamente, la gente è gentilissima e risponde sempre e comunque, a qualsiasi tipo di informazione richiesta, con un “you are welcome”. Che bello!
Usciti dalla nave troviamo la solita giornata con un caldo infernale e con una umidità che rende l'aria quasi da bere
Le informazioni in nostro possesso ci dicono di usare il bus n.1 la cui fermata è appena a qualche centinaio di metri dalla nave. Alcuni turisti italiani imbarcati sulla mariner comunque, riescono a sviarci dalle nostre intenzioni con un laconico “questo non è buono, non arriva” salvo scoprire dopo, smadonnando come vecchi corsari, che loro intendevano andare in spiaggia e non al centro cittadino. Va beh..pazienza. La fermata successiva si trova poco piu avanti una spiaggetta di nudisti
anche se la linea autobus interessata è la n.3. Questa comunque ferma nelle vicinanze di plaza Rei Joan Carles, centralissima strada da cui si dipanano tutte le cose piu interessanti da vedere. Arrivati a destinazione, proseguiamo per il Passeig de Bord, rilassante strada alberata, piena di vita e di musica.
Percorrendo questa, si arriva fino al Parc de La Mar, che possiede un paesaggio molto ispirato. Questo splendido percorso si affaccia su un bacino d’acqua che sembra chiuso, con una specie di spruzzo gigantesco al centro
e con alle spalle il palazzo reale
e la Cattedrale di Santa Maria.
Per i vicoli c'è molta animazione.
Artisti da strada, turisti, negozianti. Tutta Palma di M. pullula letteralmente di vita. La maggioranza dei turisti, neanche a dirlo, sono italiani...e proprio delle signore anzianotte italiane mi fanno sorridere e ridere non poco quando entro nella prima gioielleria per visionare alcune perle. Queste signore tracagnotte e simpatiche stanno praticamente assediando una minuta, minutissima negoziante che, letteralmente, sparisce nelle pieghe dei loro vestiti. Vedendomi sorridere, queste signore strabuzzano gli occhi. Ad orecchio direi che sono napoletane e laziali...ed il loro modo di fare è tipico delle donnone con i pantaloni. In effetti, dei loro mariti..non si vede neanche l'ombra. . Sbrigate le solite faccende legate ai souvenir (graziando mia moglie con un paio di orecchini di perle in gioielleria),incocciamo questo musetto simpaticissimo che ci ruba uno scatto meraviglioso. E' una ragazza..e,credetemi, lo scatolo di cartone dove è seduta è piccolo..piccolissimo. Talmente piccolo che una mia gamba non entrerebbe neanche di striscio.
Comunque dopo qualche felice ora a passeggio per le foto di rito....
..... torniamo a bordo. Fatta una veloce doccia e sistemate alcune cosette in cabina, andiamo a fare un giro al ponte 13, dedicato ai giochi sportivi. Inquadrato il campetto da minigolf, la mia dolcissima moglie decide di sfidarmi. Accetto di buon grado nonostante il caldo e questa mia scelta mi punisce con una schiacciante sconfitta. Dopo la partitella facciamo un giro per la nave fino al ponte di comando dove scattiamo una foto all'ufficiale di turno. Finito il giretto è gia quasi ora di cena, pertanto andiamo all'appuntamento con Paola&Angelo che troveremo ad aspettarci all'ingresso del ristorante. Dopo cena, il compass ci suggerisce di andare al teatro Savoy, dove ci dirigiamo diligentemente. Lo spettacolo è carino, un musical tutto pepe con cantanti, ballerini e scenografie che vanno e vengono. Addirittura il pianoforte compare e scompare nel pavimento. Non sempre quando il pianoforte viene tolto, l'apertura da dove viene messo in scena viene chiusa..e non vi nascondo che il timore che qualche ballerino o ballerina possa farsi male, è fondato. Grazie alla fortuna cosi non avviene e dopo qualche altro minuto di piacevoli chiacchiere...si torna in cabina.
Parte 6: Valencia
Valencia è una città, con tutti i difetti e le idiosincrasie di questa. Non è pulita, è caotica e, a parte il museo delle scienze con l’acquario annesso, non vi è moltissimo da vedere.
Questa volta, la nostra discesa dalla nave avviene con la pregevole compagnia di Paola e Angelo, con cui divideremo il taxi (con una tassista simpatica quanto un ananas su per il naso) che ci porterà direttamente all’acquario. La nostra decisione è di non spendere una vagonata di euro per vedere tutto, perché molti, avendo fatto il giro completo, ce l’hanno sconsigliato. Ci limitiamo al solo acquario..ed anche cosi spendiamo 50€ a coppia. Vi dirò che comunque…è denaro ben speso. Ne vale decisamente la pena. L’acquario è immenso anche se organizzato malissimo a livello di indicazioni. E’ diviso in zone: artico, mediterraneo, oceanico ecc ecc. Non si capisce mai da che parte andare, non vi è un filo logico nella disposizione degli edifici da visitare ed infine il caos turistico non aiuta a snellire il percorso. Tolto questo difetto, gli acquari messi i mostra sono letteralmente pazzeschi e gli animali e i pesci sono bellissimi. A differenza degli altri acquari, di cui la spagna sembra piena zeppa, questo è il piu grande e maestoso. Qui si trovano animali unici, come il Beluga,
il leone marino
e una serie di animali piu piccoli ma non per questo meno rari.
particolare del tunnel subaqueo
Dopo un paio d’ore, decidiamo di vedere lo spettacolo dei delfini.
Ci troveremo insieme ad una scolaresca di bambini dai 3 ai 5 anni circa…stupendi e chiassosi. Lo spettacolo ne coinvolge qualcuno…sulla base…di quanto riesce a gridare, cosa che ci causa un sanguinamento ai timpani per via delle urla indemoniate.
Esaurito lo spettacolo dei delfini usciamo dall’acquario e ci dirigiamo, sempre con un taxi (questa volta con alla guida una tassista simpatica e logorroica) che ci porta vicino alla chiesa trecentesca di Santos Juanes, al centro. Il nostro percorso non è organizzato, pertanto ci troviamo ad andare verso la Lonja (mercato della seta), la plaza de la virgen, e le torri serranos.
Nel complesso nonostante i nomi altisonanti, non sono granchè, quindi dopo aver preso un autobus al volo, ritorniamo a bordo.
Nella serata è previsto un party di bentornato per tutti i soci Crown&Anchor a bordo, pertanto, messi i lustrini, ci dirigiamo verso il ponte 5 al lotus longe dove ci vengono offerti stuzzichini e drink alcolici e champagne. Lasciatemi fare una piccola considerazione. Per andare a questo party bisognava avere l’invito. Bene, non metto in dubbio la buona fede dei crocieristi..ma riempire una sala di gente che NON aveva il biglietto mi ha sminuito molto la cosa. Pensavo a qualcosa di elitario ed invece, complice la solita cafonaggine tutta italiana, si è trasformato in una specie di bolgia a tarallucci e vino. Non sono classista, sia chiaro, ma in certi casi, almeno quelli tipo questo, avrei preferito una selezione VERA all’ingresso del salone, determinata dall’invito, e non una specie di “chi se n’ fott trasit tutt”. Fine polemica.
Finito il tse, “party” andiamo all’appuntamento per la cena con i nostri amici ed infine dopo un dopocena a base di passeggiata, casinò ecc, andiamo meritatamente a dormire.
Parte 7: navigazione
L’esperienza passata mi ha insegnato che il giorno di navigazione si trasforma in una spece di assalto ai teli e alle sdraio in piscina. Memore di questo ho preventivamente tenuto 4 teli dal giorno prima. Comuqnue tutto è pieno come un uovo..piscine, idromassaggio, ogni angolo. L’unica area (forse per inesperienza di molti) in parte libera è l’idromassaggio all’interno della palestra.
Non badate agli occhiali da sole...mi servivano per coprire le borsacce sotto gli occhi...
Stazioneremo lì per un bel po, giacchè la temperatura dell’acqua è meno calda degli idromassaggio esterni, più grande come superficie e molto meno caotica. Per il posto in piscina, ahimè, la faccenda è diversa. Qui pare che la gente si sia svegliata all’alba per prendere i posti. Per questo motivo mestamente ripiego al ponte 12, vicino alla pista di footing, su due stradio esposte al vento. Ovviamente dal ponte 12 posso osservare chiunque nell’area piscina…finchè non vedo due anziani fare fagotto. Riesciremo a prendere cosi finalmente, due sdraio all’ombra…ma piano piano, dopo qualche ora, raggioungeremo due posti soleggiati a bordo piscina, al solarium.
Va da se che una volta accomodati, la giornata di navigazione passerà in un istante. Rimarremo a crogiolarci nell’acqua fino a sera, ovvero fino a quando il sole non arriverà a baciare il mare, in un tramonto maestoso e meraviglioso.
Tornando in cabina saluteremo il nostro room attendant, un isolano delle mauritius dolce come il miele, con cui scambierò persino l’indirizzo email. Anche a cena è il momento di salutare chi ci ha servito al meglio e di consegnare le mance prepagate. Non sono che una formalità perché loro il denaro delle mance l’hanno già ricevuto…ma è una formalità che va comunque rispettata. Nel salutare i miei amici, Marius e Giovanni…la commozione è sentita..non li vedrò più perché vanno in cina, a meno di non essere trasferiti su un’altra unità della royal. Cosi come avvenne lo scorso anno, è il momento della parata dei camerieri che cantando ci invitano a ritornare presto a bordo..
Finita la cena ci troviamo tutti sulla Royal Promenade dove si svolge la festa di commiato. E' una festa anni 70...pertanto luci, musica e costumi sono attinenti...
e non mancano le sorprese..
Nota:
Per tutta la durata della crociera abbiamo avuto sulla nave, quale ospite per pubblicità una attrice nota in italia per aver impersonato Gaia in Camera Cafè, tale Roberta Garzia.
Pietro, il capo animatore della crociera ci chiama per chiederci se vogliamo essere filmati per lo spot ufficiale royal che verrà trasmesso (se non ho capito male) su Youtube. Accettiamo di buon grado e ci dirigiamo alla discoteca per ballare e farci filmare. Dopo qualche minuto lo spot finisce..e noi torniamo in cabina per la notte.
Parte 8: Sbarco e rientro
Le operazioni di sbarco sono come al solito efficienti ed organizzate. I biglietti ricevuti autoadesivi da attaccare alle valigie sono a prova di idiota Il nostro numero è il 28 che ha come orario di sbarco le 08.45. Dopo la colazione al windjammer…alle 08.30 lasceremo la nave e ci dirigeremo verso l'entrata del porto di Civitavecchia dove il nostro sguardo si posa incredulo su una statua che era sfuggita alla nostra partenza. E' enorme e bellissima
Considerazioni:
La mariner è una bella nave. Abbisogna di un bel dry dock, ma penso che la sua partenza per la cina in effetti non stia che posponendo questa necessità. La nave sente ormai il peso degli anni di usura. Non è vecchissima ma nemmeno giovincella. Tutto il personale svolge il proprio compito con una dedizione, una gentilezza encomiabili. Come socio crown & Anchor e come semplice crocierista passeggero poi , ho ricevuto un questionario da compilare indicando il grado di soddisfazione. Come socio inoltre, dovevo anche indicare due nomi in particolare di chi mi ha servito nella maniera migliore (WOW esperience). Nel complesso sono soddisfatto di tutto e promuovo a pieni voti quasi tutto. Ogni difetto, di fronte a tutto il resto della magnificenza ed eccellenza della nave, letteralmente passa in secondo piano fino a scomparire. Andate sulla mariner a cuor leggero. Ne vale la pena, decisamente!
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