• Benvenuto\a sul forum di Crocieristi.it, la più grande community italiana sulle crociere.

    Prendi confidenza con il forum leggendo le discussioni presenti, o ricerca l'argomento che più ti interessa attraverso l'apposito form. Per partecipare al forum è necessario registrarsi, ovviamente la registrazione è gratuita e non obbligatoria, non registrarti se per te non è davvero utile. Per eseguire eventuali cancellazioni il tempo previsto è di una settimana.

    Ricorda che il regolamento vieta l'uso di due o più nickname differenti relativi alla stessa persona. Se nel frattempo hai cambiato l'indirizzo e-mail di registrazione contattaci attraverso questo form e specifica il tuo problema assieme alla tua username, la tua vecchia e-mail ed il tuo nuovo indirizzo.

    Hai dimenticato la password? clicca qui

    Per qualsiasi problema TECNICO puoi contattare lo Staff attraverso questo form spiegando DETTAGLIATAMENTE il tuo problema
  • Questo sito raccoglie dati statistici anonimi sulla navigazione, mediante cookie installati da terze parti autorizzate, rispettando la privacy dei tuoi dati personali e secondo le norme previste dalla legge. Continuando a navigare su questo sito, cliccando sui link al suo interno o semplicemente scrollando la pagina verso il basso, accetti il servizio ed i cookie stessi.
  • Ospite, seguici anche sui social!
    Seguici su Facebook Seguici su Twitter Seguici su Instagram Seguici su YouTube

  • Ti andrebbe di condividere sui social, assieme a noi, le tue fotografie ed i tuoi video? Clicca qui!

  • ### Per una migliore fruizione del forum, delle discussioni e dei diari presenti, ogni diario verrà chiuso dopo un congruo numero di giorni dalla sua ultimazione oppure su esplicita richiesta dell’utente all’interno del thread (basterà inserire un messaggio con la dicitura FINE DIARIO).

    Eventuali ulteriori richieste saranno possibili nelle sezioni del forum già presenti (Scali, Compagnie di Navigazione, etc.) ###
  • Ciao Ospite e benvenuto su Crocieristi.it, siamo davvero felici di averti a bordo!

    ti invitiamo a leggere il regolamento per una migliore convivenza con gli altri utenti (clicca qui) mentre qui trovi qualche dritta sull'utilizzo del forum

    e poi... che ne dici di presentarti? Clicca qui per accedere alla sezione "il mio primo messaggio" e presentati!

Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

cirellina

Well-known member
Considerando il trasferimento del forum/sito sul nuovo server inserisco qui il Diario di Viaggio dello splendido percorso !
E' molto lungo, ma non potevo articolarlo diversamente!

Autore: Cirellina
Compagnia: Costa Crociere
Nave: Costa Atlantica
Con partenza il: 2/10/2009
Giorni crociera: 11
Porto di Imbarco: Quebec
Porto di Sbarco: New York
Occupazione nave: quasi piena
Itinerario: Quebec - Saguenay - Charlottetown -Sydney - Halifax - Boston - Bar Harbor - Newport - New York
Area Geografica: Nord America

Voto Servizi a Terra: 6
Voto Ristorante: 9
Voto Bar: 8
Voto Gastronomia: 9
Voto Servizi Alberghieri: 8
Voto Itinerario: 9
Voto Escursioni: 7
Voto Animazione: 7
Voto Organizzazione Nave: 8
Voto Programma di Affiliazione: 7

2 OTTOBRE 2009 VENERDI’ – IN VIAGGIO

Come sempre la strada del Paradiso è lastricata di buone intenzioni, ma nonostante il viaggio fosse stato prenotato 18 mesi orsono, l’argomento valigie viene sempre affrontato alla vigilia della partenza!! Gli aggiornamenti climatici ricevuti dai crocieristi della transatlantica, hanno messo ancora più in crisi la scelta su cosa e quanto portare ed avendo a disposizione 46 chili di franchigia ciascuno, io ho portato di tutto dal costume da bagno al piumino, non è un vezzo femminile, il Socio ha fatto di peggio!
Due ore di sonno non sono sufficienti per affrontare la traversata oceanica in aereo, ma con gli stecchini agli occhi ci avviamo sul far del giorno verso Fiumicino in direzione Montreal e quindi Québec! Il volo oceanico è piacevole, l’Air Canada è molto attenta alle necessità dei viaggiatori (per l’andata perché il rientro…..) sia dal punto di vista alimentare con continui snack, bibite, dolcetti e sia dal punto di vista dell’offerta multimediale attraverso gli schermi personali per ogni passeggero. All’aeroporto di Montreal le valigie vanno comunque ritirate per poi essere nuovamente inserite nel nastro dedicato allo scalo della provincia francese, al contrario di quanto affermato dall’operatrice dello scalo di Fiumicino asserendo che le valigie sarebbe arrivate a destinazione!
Per il volo operato dall’ Air Canada Jazz sulla tratta Montreal-Queébec, il piccolo aereo da 30 posti ci permette di vedere dall’altro il paesaggio agricolo della zona caratterizzato da numerosi corsi d’acqua che affluiscono al San Lorenzo. Non avendo problemi di spazio edificabile, le abitazioni nella fascia esterna dal centro città sono per la quasi totalità villette, a schiera, indipendenti o raggruppate in piccoli comprensori con la caratteristica comune della personale piscina fuori terra, per noi cosi strana a questa latitudine. Arriviamo al piccolo aeroporto ed al ritiro della valigie, manca un mio bagaglio (evito la stesura dei miei commenti “a caldo”). Però mal comune mezzo gaudio, anche un signore futuro imbarcato sulla Princess ha il stesso mio problema, in compenso sono arrivate con il nostro volo due valigie che non vengono ritirate, misteri dei nastri trasportatori che godono di vita propria !!! Il servizio lost & found è però efficiente, chiamano telefonicamente Montreal e mi comunicano che sicuramente il problema sta nella mancata lettura del codice a barre che all’arrivo a Montreal avevo notato piuttosto compromesso. Prendono i dati dell’ albergo di Québec (che comunque avevo segnalato in un foglio apposito in valigia fornito dall’Air Canada) e mi assicurano la riconsegna con i voli successivi o con un servizio di trasporto veloce via terra.
L’hotel Champlain dove abbiamo prenotato una camera attraverso il sito turistico Bonjour Québec è molto carino, situato all’interno delle mura a fianco dell’Hotel de Ville, con hall moderna e camere in stile. Avevamo prenotato la camera superior, ma all’arrivo ci hanno dato un piccolo appartamento, con letto queen size , salottino con camino, cucina e piccolo balconcino interno. Nonostante la stanchezza e la mia latente preoccupazione per il bagaglio mancante , contenente la gran parte delle calzature ed il beauty ci lanciamo nella scoperta della città, imbacuccati per bene, perché la temperatura all’arrivo è di 10 gradi.
Quello che colpisce subito è il fascino da vecchio continente, ogni via si rende testimone della difficile sopravvivenza del Canada francese nel Canada britannico, una enclave francofona dove il 90 % dei 7 milioni e mezzo di abitanti vive a non più di 100 chilometri dalle coste e rivendica il titolo di città più europea del continente. Dal 1985 l’intero quartiere della città vecchia è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, essendo l’unico centro storico cinto da mura sul territorio del Nordamerica. Nel 1535 Jacques Cartier risalendo il fiume si imbattè in un villaggio urone chiamato Stradacona sulle rive di quello che gli amerindi chiamavano il “fiume che cammina”, ma le origini della prima colonia vengono datate 1608, quando Samuel de Champlain fondò l’insediamento francese chiamandolo appunto Québec riprendendo il termine algonchino “kébec” - dove il fiume si restringe - diventando il punto di riferimento della Nuova Francia. All’altezza di Quebec la percentuale delle acque salate è solo del 2% mentre verso l’estuario, dove la distanza fra le sponde raggiunge i 100 chilometri ha la stessa percentuale dell’oceano. La storia successiva all’approdo di Champlain, vede una serie di contese, a volte cruente tra Francia e Corona britannica per il dominio del territorio, concluse nel 1763 quando il Canada francese fu consegnato al Regno Unito e nel 1867 quando il Basso Canada fu unito alla Confederazione canadese. Le tradizioni sono comunque rimaste vive in questo territorio, anche se i movimenti separatisti non hanno mai avuto seguito sulla totalità della popolazione. Un elemento particolare della provincia del Quebec è la frase “Je me souviens” io mi ricordo, presente nello stemma provinciale, di fronte a molti ingressi di edifici istituzionali ed in tutte le targhe automobilistiche, per sottolineare sia l’emarginazione subita dalla popolazione francese, sia la coscienza della proprie origini.
I Québecois rispetto agli altri canadesi sono più allegri, tolleranti, permissivi e liberali, amano la vita, aspirano alla felicità piuttosto che una vita improntata sul lavoro, amano l’amore, bevono più del canadese medio, tengono i bar aperti più a lungo, lavorano meno degli altri canadesi e dormono di più, sono più assenteisti sul lavoro e le ragioni sono per lo più legate all’attività sessuale!! Quasi quasi chiediamo asilo politico!
La città è divisa in una parte alta sulla sommità di Cap Diamant , dominata dalla Citadelle, dallo Chateau Frontenac e dalla Terracce Dufferin che si affaccia sul fiume, ed una bassa caratterizzata dal vecchio porto e dalla zona commerciale di Place Royal e delle vie intorno. Nel 2008 in occasione dei 400 anni dalla fondazione, la città si è rifatta il maquillage e si presenta nella sua veste migliore!
Ci incontriamo nella città bassa con Maurizio ed Ester, infreddoliti ma decisamente rilassati, mentre per noi le quasi 24 ore di veglia iniziano a pesare! L’Atlantica che abbiamo già ammirato dalla Terrasse Dufferin è attraccata proprio alla stazione marittima, a pochi metri dal centro ed in compagnia della Grand Princess.
La città bassa ha come fulcro la Place Royal e la rue Petit Champlain ed i suggestivi vicoletti, pieni di negozi caratteristici, ristoranti intimi e dei soliti negozi di souvenir. Decidiamo di seguire le indicazioni della guida turistica piuttosto indipendente, tralasciando la piccola funicolare (per i pigri e gli anziani) che collega la città bassa alla Terrasse e ci “arrampichiamo” nuovamente nella città alta, attraverso la scorciatoia della Escalier Casse- Cou ovvero “Scala scavezzacollo”, affidando la nostra fame ai sapori de “Aux Anciens Canadien”. Il locale occupa un edificio del 1676 chiamato Jacquet House, acquistata nel 1800 dallo scrittore Philippe de Gaspè, autore del romanzo di cui il ristorante porta ancora il nome. Il locale ha mantenuto la disposizione originaria con varie salette dall’atmosfera intima. Menù attento alla tradizione di campagna con specialità del Québec, fra le quali la Putine a base di patate e formaggio saporito ed i dolci a base di sciroppo d’acero, consigliate dal Conferenziere dell’Atlantica.
Al rientro in albergo della valigia ancora nessuna traccia, passo una notte insonne nonostante il fantastico letto a baldacchino, tra il fuso (quando ci addormentiamo è quasi l’ora della sveglia Romana) e l’angoscia della valigia che vaga per il Canada!

3 OTTOBRE - SABATO – QUEBEC

La mattina la receptionist apre una porticina e pian piano si materializza il mio prezioso tesoro arrivato via terra, con un messaggio di scuse dell’Air Canada. Avete presente la faccia sognante e goduriosa di Scrat dell’Era Glaciale quando abbraccia la sua ghianda?? Ecco io ha fatto la stessa faccia beata e da quel momento mi sono rilassata!!
Il tempo non promette bene, si alternano nubi minacciose e relativa pioggia a brevi schiarite, ma con Maurizio ed Ester abbiamo deciso di noleggiare un auto e visitare i dintorni di Québec per poi rientrare nel tardo pomeriggio ed effettuare il nostro imbarco. Durante la notte l’Atlantica si è dovuta spostare di banchina per far posto alla Queen Victoria ed è ormeggiata fuori città. L’autovettura disponibile è una Toyota Yaris, ma al contrario di quelle europee si tratta di una berlina, con un navigatore molto particolare! Non è necessario la patente internazionale e vengono registrate entrambe le patenti (di Maurizio e di Marco che si alterneranno alla guida).
Tenendo conto dell’itinerario marittimo che affronteremo, decidiamo di addentrarci all’interno della regione seguendo lo storico “Chemin du Roy”. Non è poi così facile uscire dalla città e prendendo un’uscita stradale per un’altra ci ritroviamo fuori dai rumori cittadini in una dimensione rurale da favola. Abbiamo sbagliato strada ma questo percorso è bellissimo! Piccole fattorie ed immense distese d’erba interrotte da abetaie e da alberi dai toni caldi autunnali si susseguono, quindi ci lasciamo trasportare lungo questo itinerario, e ci emozioniamo come bambini quando vediamo numerosi piccoli stand lungo la carreggiata con zucche di ogni ordine di grandezza in vendita. Solo dopo più di un’ora torniamo sui nostri passi, sempre con il navigatore che ci ricorda di “effettuate una svolta legale quando potete “ e la stessa indicazione sulla legalità non è presente nelle altre lingue….. ahhh!!! Potere della universalmente nota interpretazione tutta italiana del codice della strada!!!
Torniamo a Neuville, lungo lo Chemin, progettato come strada di collegamento lungo il fiume fra Quèbec e Montreal, il “fratello terrestre” del fiume San Lorenzo e completato nel 1731 dopo 7 anni di lavoro, per una lunghezza di 280 chilometri. A percorrerlo sono stati viaggiatori, militari, coloni del Nuovo Mondo, attraverso diligenze, calessi, carretti, quando da Québec a Montreal il percorso poteva durare da quattro ai sei giorni. Attualmente la strada rotabile segue la gran parte dell’antica traccia. Proprio a Neuville la prima sorpresa: passeggiamo fra vecchie dimore in pietra calcarea e legno, classificate monumenti storici, che si susseguono lungo la via degli aceri arrossati dall’autunno e personalizzate dai proprietari per l’imminente ricorrenza di Halloween. Il freddo e la fame prendono il sopravvento e lungo il percorso ci fermiamo in un delizioso bistro a Deshambault con soupe a l’onion e degustazione di formaggi e birre. Non siamo mai sazi di questa natura e nonostante nuvole basse, proseguiamo fino a Trois-Rivières una delle più antiche città del Nord America, purtroppo devastata da un incendio nel 1908. Visitiamo la svettante cattedrale dell’Assunzione in stile neogotico con vetrate fiorentine e decidiamo di rientrate in città perché noi dobbiamo ritirare le valigie in albergo, quindi effettuare l’imbarco.
Al rientro scegliamo la più veloce superstrada 40, meno caratteristica dal punto di vista degli edifici storici ma immersa nei colori autunnali. Arriviamo in città sotto una pioggia battente, lasciamo la vettura ritiriamo le valigie e con un taxi arriviamo all’imbarco. Niente che possa far pensare ad un terminal crocieristico! Le nostre etichette rinforzate con lo scotch, ed applicate la mattina in albergo, praticamente non servono a nulla, perché ce ne fanno compilare altre plastificate. Sotto squallidi e freddi tendoni facciamo quasi tre quarti d’ora di fila, perché si crea intasamento al metal detector, per fortuna foto e consegna dei documenti per noi avviene velocemente, alcuni non hanno il modello ESTA per gli Usa e si creano rallentamenti, inoltre non è possibile registrare la carta di credito perché non c’è il collegamento, ma alla fine dopo un passaggio ulteriore sotto l‘acqua tra i tendoni e la scaletta della nave, “guadagnamo” la cabina, una esterna con balcone al ponte “I CLOWN”. Durante la fila noto numerosi passeggeri, sia italiani che stranieri hanno ancora il famoso blocchetto ed ancora a me risulta sconosciuta la logica di distribuzione degli stessi, considerando che non erano legati alle suite!
L’ingombrante bagaglio almeno arriva velocemente e sistemiamo le quattro valigie prima della cena del 2°turno, sempre alle 21.30. L’ufficio escursioni ed il servizio Clienti per il cambio valuta sono presi d’assalto fino a tarda serata. Durante la sosta in aeroporto a Montreal abbiamo cambiato valuta sia in dollari canadesi che americani, le sole due escursioni con Costa le abbiamo prenotate on line ed abbiamo i biglietti in cabina e non prevediamo di prenotarne altre.
La prima sera al ristorante è sempre un caos presso i maitre che ricevono lamentele su turni e posti a tavola. Noi abbiamo un tavolo da due, lo stesso occupato da Maurizio ed Ester al primo turno e alle 22.00 vediamo ancora passeggeri arrivare in ordine sparso con volti che non nascondono stanchezza, fame e disorientamento. Anche presso il servizio Clienti il collegamento off line impedisce la registrazione della famigerata carta e di conseguenza sono spenti anche i dispositivi automatici, il giorno successivo per fortuna non troveremo fila alcuna, resta comunque una gran perdita di tempo, risolvibile come molte altre volte con la registrazione concomitante alla consegna dei biglietti di imbarco! Dopo cena passeggiamo nei locali della nave e complice la poca gente in giro scopriamo oggetti, sculture, angoli e particolari che nella precedente crociera sull’Atlantica non avevamo mai notato, probabilmente perché il sole dei Caraibi ci distraeva molto! Di novità rispetto al 2006 troviamo il ristorante Wellness, ricavato da una parte più nascosta del ristorante Tiziano al Ponte 2.
Circa 80 passeggeri sono reduci dalla transatlantica imbarcati a Savona. In totale il numero dei crocieristi è di 2000 con circa 850 membri dell’equipaggio, quindi la nave per fortuna non è piena. L’età è medio alta con alcune coppie in viaggio di nozze, numerosa la presenza dei francofoni, poi di tedeschi e spagnoli e una piccola rappresentanza di brasiliani. Sparuta la presenza di bambini e circa una trentina di adolescenti under 18.

4 OTTOBRE - DOMENICA - QUEBEC

Questa mattina sono in programma numerose escursioni, da quelle per i più pigri a percorsi di rafting, ma come terzo giorno a Quebec ci orientiamo molto bene da soli! La Costa “offre” le navette per il centro città a 6 euro. In realtà la passeggiata può essere fatta benissimo a piedi lungo un boulevard poco trafficato, pianeggiante e con un largo marciapiede da dividere con i ciclisti, ma per sfruttare meglio il tempo decidiamo per un taxi fino a Place Royal il cuore della città bassa, denominazione usata oggi per l’intero quartiere.
Sulla piazza lastricata si affaccia la chiesa di Notre-Dame-des-Victoires e numerose case in pietra. Risalendo verso la città alta alcuni muri sono dipinti con giochi di trompe-l’oeil, la Francia è proprio dietro l’angolo! Percorriamo con passo lento la bella Terrasse Dufferin, una passerella di quasi mezzo chilometro con assi di legno, sovrastata dallo Chateau Frontenac, dal nome del Governatore della Nuova Francia, costruito nel 1893 dalla Canadian Pacific Railway e teatro dell’incontro fra gli strateghi alleati che pianificarono l’operazione Overland, cioè lo sbarco in Normandia! Godiamo di una magnifica vista sui tetti della città bassa, sul porto con ancorate l’Atlantica, la Queen Victoria e la Grand Princess e sulle sponde opposte del San Lorenzo. Dalla Terrazza si accede al percorso lungo le fortificazioni della Citadelle. Questa estesa struttura difensiva in cima allo sperone roccioso iniziata dai francesi a metà settecento e terminata dagli inglesi nel 1830 ha la classica forma a stella, di epoca barocca con dei bastioni sporgenti, fossati e terrapieni. Con Maurizio ed Ester ed un’altra coppia di ragazzi della nave abbiamo fatto una visita guidata tenuta da uno studente ed in lingua francese, visitando anche la polveriera convertita nel Museo del Reggimento. Tale fortificazione è infatti la sede del 22° Reggimento Reale, il prestigioso reggimento francofono dell’esercito canadese, distintosi nella prima e seconda guerra mondiale, in Corea ed attualmente in forza con azioni umanitarie presso teatri di guerra. Il loro blasone è il castoro con il già citato motto Je me souviens. Purtroppo il Cambio della Guardia e la Ritirata vengono proposte sono da giugno ad agosto. Dalle fortificazioni vediamo la Plaines d’ Abraham teatro della battaglia che mise fine al regime francese ed attraverso la Promenade des Gouverneur, una passerella sospesa alla parte anteriore dello sperone roccioso, rientriamo nella città alta, fermandoci a pranzo in uno dei bar con tavolini all’aperto della romantica Place d’Armes.
Il pomeriggio è dedicato nuovamente alla città bassa ed allo shopping, il magasinage come dicono i quebecchesi. Acquistiamo prodotti gastronomici a base di acero, buffe magliette con orsi ed alci, quindi a piedi rientriamo in nave percorrendo il Lungofiume e ci prepariamo all’esercitazione, quindi alla partenza. Effettuare l’esercitazione nel momento della partenza è proprio una sciagura, ma non pensano che le persone vogliono godersi la scena !!!! Evidentemente no!! Finita la stessa ci precipitiamo sul balcone! Una nebbia di umidità sale e le cascate di Montmorency, visibili in lontananza prima che scompaiano dalla vista sembrano irreali.
Da oggi ad ogni rientro in nave ci “spareremo“ una sana ora di palestra e per me anche il bagno turco e per finire l’idromassaggio. La bellezza di una nave con clientela non giovanissima ma estremamente educata, ci ha permesso di avere la palestra con gli attrezzi sempre a disposizione evitando le file per l’uso degli stessi; anche il bagno turco risulta molto fruibile, per lo più ero da sola o al massimo con altre due7tre persone, sempre le stesse. L’idromassaggio all’interno della palestra era più frequentato, ma alle 19.30 lo trovavo quasi sempre ampiamente disponibile. Prima di cena attraverso i “messaggi in cassetta” provvedo ad avvisare gli altri crocieristi del forum per un incontro informale per l’indomani, cui seguirà quello con la GRM della Costa Miriam. Prenotiamo dei trattamenti alla Spa, per quella sera scontati del 20%. Al Teatro Caruso è in programma uno spettacolo di canzoni e balletti ed a mezzanotte Spiedini Fantasia.

5 OTTOBRE - LUNEDI’ – FIORDO DI SAGUENAY

L’effetto fuso ancora non mi abbandona ed alle 6 sono già sveglia. Siamo vicini a Baie Ha Ha, è ancora buio ed il tempo non promette bene. il Fiordo di Saguenay, con il fiume affluente del San Lorenzo, rappresenta uno dei paesaggi migliori della Regione, con rocce alte fino a 500 metri, ma l’arrivo in prima mattinata e la partenza al tramonto ci impediscono di godere della cosiddetta navigazione turistica. I piccoli villaggi presenti sulle sponde verso la foce, indubbiamente meritavano più attenzione rispetto alla zona più “industriale” e meno bucolica dell’interno! Inoltre l’ eventuale avvistamento di numerose specie di cetacei – presenti in questa zona per le alte concentrazioni della loro base alimentare, il “krill” originato dall’incontro di acque dolci e calde del fiume con quelle fredde e salate del mare, oltre che dalla differenza di profondità dei fondali – risulta pressochè impossibile al buio!!! Meno male che una balena l’ho vista l’anno scorso ai Caraibi.
Abbiamo deciso di prendere l’escursione dell’intera giornata “Il meglio di Saguenay e Sante Rose du Nord”, che è anche la prima a partire e con le lance sbarchiamo nel Distretto “de la Baie”, in quanto la banchina è occupata dalla Princess. All’arrivo ci accolgono signore in abiti tradizionali con liquore al mirtillo corroborante e torte. Le altre escursioni puntano a passeggiate o escursioni nel Parco, visita dei piccoli villaggi, esperienza in kayak e piccola crociera nella baia.
Quella che nonostante il tempo poteva essere una escursione interessante ed attraente si è trasformata in una giornata al limite di una tragi-commedia! Tutto ebbe inizio al momento del cambio del traduttore dal francese all’italiano… quello ufficialmente incaricato dalla Costa, sostituito all’ultimo per problemi legati pare ad un tasso alcolico piuttosto elevato. Se vogliamo dar atto alla Costa di aver agito tempestivamente e nell’interesse del gruppo di crocieristi, nulla quaestio, ma la sostituta avrebbe avuto di sicuro maggior successo come nuovo comico di Zelig !! Anche Renata (amantecrociere) & family sono nel nostro pullman. Per cercare di rendere partecipi delle nostre avventure i lettori di tale diario, preciso che la signora in questione nata in Canada, figlia e moglie di emigranti del sud Italia ha ammesso con estrema e corretta sincerità la sua poca dimestichezza con l’italiano aulico insegnato nelle scuole, avendo avuto l’insegnamento della lingua di Dante solo in casa e logicamente in dialetto!
Tra l’ossessiva dovizia di particolari della guida francese, ai limiti del parossismo e la traduzione letterale ma in termini dialettali calabro/siciliani dell’interprete, capirete che quello che ricordiamo di questa escursione, a parte il prezzo eccessivo, è stato il mal di pancia causato da numerosi piegamenti all’interno del pullman per i contorsionismi sui sedili, dovuti a tale traduzione. Anche alcuni escursionisti tutti di un pezzo dopo qualche minuto hanno per forza di cose abbandonato il loro snobismo e le loro sdegnose occhiate per la vicenda, lasciandosi andare a grasse risate! Insomma tra:
• la giornata grigia;
• il museo del fiordo composto (oh segnur) di ben due sale!
• la “saponeria” artigianale con una presentatrice che sembrava Trudy del Disneyano Gambadilegno;
• il racconto sulla terribile e devastante tragedia “nazionale” rappresentata da una inondazione del 1996, che
provocò (udite, udite addirittura n. 2 vittime), lasciando intonsa una piccola casa bianca meta di pellegrinaggi
da tutto il Quebec !
• la cattura d uno squalo la cui autopsia nelle “interiora” (come da traduzione, termine usato anche per gli interni
degli edifici che abbiamo visitato) ha permesso di trovare di tutto e di più compreso un altro squalo (?)
• la vecchia cartiera “pulperie” ormai dismessa, tradotta come “pulperia” (dalla polpa del legno, la base della
lavorazione della carta), attualmente contenitore di una inquietante casa del barbiere artista naif locale
Villeneuve, il Ligabue canadese, (naivo come da traduzione) che l’ ha completamente pitturata fuori e dentro!
• l’ecomuseo “Chevrier du nord (tradotto in “farma delle crape”) con le capre angora che danno le fibre di mohair
cardate, filate e trasformate in manufatti anche di un certo pregio;
• il grazioso villaggio immerso nella natura di Sante Rose du nord, ma la cui “Piazza degli artigiani” era
ermeticamente chiusa (?)
• le fantastiche foglie rosse che non potevano prendere neanche se cadute ( ma io l’ho fatto), tutto ciò condito
dalle fantastiche traduzioni …………. Bhè senza la mitica signora l’escursione sarebbe stata veramente
terrificante!!!
Ad ogni modo ci siamo divertiti come pazzi, tirato sù degli addominali da paura, visto angoli di natura incontaminati ed il foliage! Le foglie si tingono di rosso sia per l’effetto delle nevicate e del gelo, sia per via dei pigmenti che gli esperti chiamano antocianine, di giallo ed arancione grazie a xantofille e carotenoidi. Ancora a settimane di distanza ricordiamo tutto sulla pesca d’inverno sul fiordo con i buchi nel ghiaccio, potremmo descrivere minuziosamente l’esame autoptico dello squalo e le fasi dell’immane inondazione, oltre alla storia del mercante (questa ve la risparmio) salvato dalle acque gelide del fiordo grazie alle preghiere, colpito dalla polmonite e ri-salvato grazie alle preghiere e…………….
Al rientro nella minuscola città ancora cioccolatini prima di riprendere la lancia per rientrare in nave. Se potessi intervenire sulle escursioni cancellerei alcune soste inutili, mi concentrerei solo ed esclusivamente sull’aspetto paesaggistico e ripartirei all’ ora di pranzo per poter vedere il fiordo verso Tadoussac, nella parte con le alte scogliere prima del buio!
Prima della partenza incontro con i crocieristi del forum, reduci anche loro da esperienze da raccontare, conosciamo Maumor/Maurizio, Amantecrociere/Renata, Cris/Cristiana, Ele/Eleonora Anna ed familiari ed amici, con i quali ci diamo appuntamento per il giorno successivo con la GRM Miriam.
Gli addominali esercitati in pullman sono fantastici ma la palestra e i successivi step del centro benessere non ce li toglie nessuno! Prima di cena al teatro c’è la performance del tenore Alberto Jelmoni, che resterà a bordo per un corso di canto privato e per altri spettacoli, ma per stasera “passiamo” . A mezzanotte “Coppe fantasia”. L’orologio stanotte va un’ora avanti.

6 OTTOBRE - MARTEDI’ – NAVIGAZIONE

Giornata di totale relax, facciamo colazione al ristorante, mentre le altre mattine sempre in cabina e mi lancio sui pancakes allo sciroppo d’acero (dove meglio di qui?). C’è molta nebbia e la visibilità è poca ma vediamo il “sorpasso” della Queen Victoria. Al teatro di mattina il Direttore di Crociera Gabriele presenza la conferenza sulla Storia della Costa Crociere, mentre nel pomeriggio il Conferenziere Filippo Camerlengo illustra la storia e le tradizioni del Canada. Alle 16.00 la GRM Miriam ci accoglie al Caffè Florian per conoscere meglio il gruppo dei crocieristi presenti e Maurizio ci anticipa qualche novità sugli itinerari dei prossimi anni, che prevedono sia il Sud Africa, che l’Alaska, e crociere che toccano anche l’Australia !!
Questa sera è la serata di Gala di benvenuto che prevede, come sempre anche il Cocktail del Comandante cui rinunciamo volentieri. La cena è appetitosa e nel prosieguo è in programma a Teatro uno spettacolo di contorsionismo di coppia che risulterà molto bello ed estremamente romantico. A mezzanotte pasticceria varia e quindi giochi al Casinò.

7 OTTOBRE - MERCOLEDI – CHARLOTTETOWN (PRINCE EDWARD ISLAND)

Le previsioni parlavano di tempo brutto e piovoso, invece un discreto sole fa capolino fra qualche nuvola. La capitale nonché unico vero nucleo urbano della Prince Edward Island, venne fondata nel 1765 dal britannico capitano Holland per sostituire la preesistente capitale francese ed in onore della consorte del re Giorgio III.
L’isola, la più piccola provincia del Canada, fa parte insieme alla Nova Scotia, Newfoundland e New Brunswick delle Provincie Marittime del Canada, è famosa per essere stata la culla della Confederazione. Infatti presso Charlottetown ebbe luogo un incontro fra i politici delle Maritimes cui fecero irruzione alcuni rappresentanti del British Nord America Act per evidenziare la necessità di creare una confederazione di tutte le colonie con poteri centrali da Ottawa ma forti poteri locali. Tale decisione fu sancita dal British Nord America Act del 1867, anche se l’isola ne entrò a far parte solo nel 1873. Chiamata anche provincia giardino vive per lo più di agricoltura, turismo e pesca.
E’ divisa naturalmente in tre zone: la parte orientale (Kings County) con spiagge appartate e piccoli villaggi di pescatori, la parte centrale (Queen County) con la campagna verdeggiante celebrata dalla scrittrice Lucy Maud Montgomery e la parte occidentale (Prince County) noto per la storia degli Acadiani e degli indigeni mi’kmaq
Lo sbarco avviene in lancia, essendo già in porto due navi. Usciamo con comodo quando sono terminate le uscite delle escursioni guidate senza fare la fila. Le strutture del porto turistico sono a pochi metri dalla Founder Hall, vecchia stazione ferroviaria in mattoni rossi a fianco dall’ufficio turistico.
La nostra intenzione principale era vedere il Confederation Bridge, il ponte marino a campata continua più lungo del mondo (13 chilometri su acque soggette a gelo ed alto 60 metri per consentire il passaggio delle navi) una fantastica opera di ingegneria che collega l’isola con la terraferma dal 1997, quindi andare dall’altra parte dell’isola per vedere le famose spiagge di arenaria rossa. Alla fine abbiamo rinunciato alle opere dell’uomo a favore dello spettacolo della natura e con due signore di Milano abbiamo noleggiato un taxi per 3 ore (per 50 $cad a coppia) e ci siamo riempiti gli occhi per il fascino bucolico e l’atmosfera rilassata dell’isola. Seguendo strade deserte della campagna centrale siamo arrivati a Cavendish, nel parco nazionale più piccolo del Canada, che si snoda in una stretta fascia lunga 40 chilometri sulla costa settentrionale. Le dune spesso sono raggiungibili tramite passerelle per non rovinare l’ecosistema e sono caratterizzate dal colore rosso scuro dell’arenaria e da altre rocce sedimentarie e friabili che in molti punti cedono facilmente attraverso l’erosione del mare. Appena dietro le dune ci sono laghi salmastri, foreste e paludi e balza all’occhio il contrasto tra l’arenaria, il verde scuro delle foreste ed i campi verdeggianti coltivati ed immensi campi da golf. Cavendish è anche famoso per aver dato i natali alla scrittrice Montgomery autrice del personaggio di Anna dai capelli rossi , il cui ricordo è diventato più che altro una potente operazione di marketing commerciale!
Rientriamo in città e continuiamo la visita dopo esserci ristoranti con un enorme cappuccino bollente al caramello (era la medium size!). La città ha conservato il disegno urbano originario, con la planimetria a scacchiera. C’è il sole ma tira un forte vento, passeggiamo lungo il Victoria Park, dove si erge il neoclassico e candido edificio della Governement House, residenza del Vicegovernatore e da dove vediamo in lontananza la nostra nave, quindi rientriamo in centro dove il vento è meno impetuoso. Dei gentilissimi vigili del Fuoco ci aprono le porte della loro stazione per ammirare da vicino i “bestioni rossi”. Visitiamo la basilica di St. Dunstan di fronte alla Province House , il Parlamento Provinciale e passeggiamo per le vie con i palazzi di mattoni rossi in stile vittoriano.
Inizia a piovere fitto, ormai è ora di rientrare, quindi riprendiamo la lancia ed in nave e ci scaldiamo con un tè caldo e pasticcini. Seduta di palestra per me e seduta relax di massaggio muscolare, argilla e oli vari per il Socio. Veniamo a sapere che affronteremo mare mosso non appena la nave uscirà sullo Stretto di Caboto e non avrà la protezione a dritta delle coste Occidentali della Nova Scotia.
Stasera ceniamo al Club Atlantica per festeggiare il compleanno di Ester, insieme ad altri loro amici. A mezzanotte buffet tropicale alla Piscina Ginger del ponte nove, che per tutta la crociera è stata godibile perché chiusa anche se l’acqua era troppo fredda. Durante la notte anche io che normalmente cado in letargo mi accorgo del mare piuttosto mosso….

8 OTTOBRE - GIOVEDI’ – MANCATO SCALO A SYDNEY E NAVIGAZIONE

Ma quale scalo!! Alle 8.00 mi affaccio sul balcone, vento freddo, mare mosso e di Sydney neanche l’ombra non riesco a vedere nulla ! Arriva l’avviso del Comandante che le condizioni metereologiche non consentono lo sbarco in rada in condizioni di sicurezza e nonostante vari tentativi di entrata in porto, la navigazione proseguirà a velocità ridotta verso Halifax. Abbiamo saputo che neanche i traghetti di collegamento locali erano in grado di partire.
Facciamo la nostra solita colazione in cabina e ci arriva un “today sostitutivo” per la giornata di forzata navigazione che integra alcune della attività già in calendario. Non avevamo prenotato escursioni e pensavamo di organizzarci per nostro conto in città. Quindi considerata la mancata discesa, penso di occupare la giornata nella redazione del Diario. Le intenzioni sono buone, mi posiziono comodante al Caffè Florian, mi prendo un caffè, faccio una chiacchiera con Renata, osservo il via via delle persone, ascolto qualche crocierista perennemente scontento della crociera dell‘itinerario e della vita, inizio a scrivere, fino a quando l’effetto sù e giù della nave sulle pagine del netbook mi provoca un mal di testa fortissimo. Mi ritiro in cabina e mi faccio portare qualcosa di solido da mettere sotto i denti per poter prendere il “pasticcone ad hoc” poi l’unica vera “pennichella pomeridiana” di questo viaggio mi rimette in forza.
La palestra è particolarmente fantastica, complice il mare mosso che ha messo a dura prova le persone, non c’è quasi nessuno, per stare sul tapis roulant occorre tenersi ai sostegni laterali pur se il mare si è un po’ calmato! Bagno turco ed idromassaggio e prima di cena il cocktail dei clienti Costa, cui seguirà la seconda serata di gala, quella del Comandante in cui ho mangiato un fantastico primo piatto con un ragù di carciofi pecorino e pepe! Questa sera non manco al concerto di musica classica del Tenore Jelmoni e Paul Suha Trio. A mezzanotte stuzzichini rustici e domani per fortuna si prevede bel tempo!

9 OTTOBRE - VENERDI’ – HALIFAX (NOVA SCOTIA)

Arriviamo in orario al Pier 21 con il sole, questa volta direttamente in banchina con un piccolo ma vivace terminal crocieristico. Il Pier 21 di Halifax, ora Museo, ha rappresentato per il Canada, quello che è Ellis Island per gli USA, quando tra il 1928 ed il 1971 più di un milione di emigranti, rifugiati, spose di guerra e bambini hanno cominciato la loro vita come Canadesi. Per fortuna siamo la sola nave in porto, il giorno prima ne erano presenti ben cinque!
Halifax è la più antica città di lingua inglese del Canada ed è rimasta per molto tempo il caposaldo britannico nel Nuovo mondo, tenuto conto della sua costruzione al fine di limitare la presenza francese sulla costa orientale. Quando furono cacciati i francesi e deportati nell’America del Sud ed altrove, anche per i loro stretti rapporti con i nativi Mi’kmaq, la zona fu ripopolata dai lealisti del Regno Unito che avevano abbandonato la lotta durante la rivoluzione americana, insieme ad un gruppo di schiavi africani di proprietà dei lealisti ed anche alcuni lealisti neri affrancati, mentre nella Nova Scotia settentrionale arrivarono ondate di scozzesi delle Higland sradicati dalle loro terre dalle cosiddette “clearances”, spopolamenti forzati; questo spiega la grande quantità di cognomi con il Mac o il Mc iniziale! Nel 1749 venne creato questo centro urbano di 4 ettari con strade a scacchiera sui pendii fra la riva e la collina. Halifax il cui nome originario Che-book-took - nella lingua dei nativi Mi’kmac significa “il porto più grande” essendo un immenso porto naturale - è stata da sempre una importante base navale.
La città nel 1917, a causa di una collisione fra due navi (una trasportava tritolo e benzolo) subì una terribile esplosione, la più grande provocata dall’uomo prima delle bombe atomiche. Vennero distrutte 1600 case, persero la vita 1900 persone, con una quantità inimmaginabile di feriti e con la parte settentrionale della città rasa al suolo. La provincia è molto conservatrice, anche se si sta allentando pur essendo ancora l’unica provincia che vieta l’apertura dei negozi la domenica. I ritmi di vita sono molto ragionevoli e la presenza di tre università rende vivace la vita cittadina.
Seguendo le indicazioni delle guide, con Maurizio ed Ester abbiamo deciso di prenotare dall’Italia una macchina con autista per poter sfruttare al massimo le ore di sosta, vedere il villaggio di Peggy’s Cove senza i tempi imposti dell’escursione arrivando prima della 10.00, quando i pullman giungono a frotte e creano ingorghi stradali.
Le escursioni proposta dalla Compagnia di Navigazione erano infatti la visita al Peggy’s Cove o un tranquillo tour del centro storico di Halifax. In realtà veniva proposto anche il tour fino al villaggio dei pescatori con una Limousine ad un prezzo veramente assurdo, ma da alcuni è stato prenotato!! Alle 9 precise all’uscita del terminal abbiamo trovato la Lincoln Navigator con l’autista .. un armadio a quattro ante ex giocatore di hockey, che raccontandoci la storia della zona e passando per strade e stradine ci ha portato in poco tempo al Villaggio, fondato nel 1811 e che conta appena 60 residenti.
Peggy’s Cove è una terra arida dove gli elementi della natura hanno messo a dura prova i pochi abitanti che sfidano freddo vento ghiaccio per molti mesi l’anno! Ci sono macigni di granito erosi dai ghiacciai, e flagellati dall’oceano, non ci sono alberi ma un pugno di coloratissime casette di legno e baracche da pesca aggrappate sulle acque del porticciolo con un faro che da solo vale la giornata l’aria è fresca, ci sono panni stesi al sole, i residenti escono dalle case e ci salutano, ci sembra quasi un sacrilegio rovinare questa tranquillità da favola! E’ già arrivato qualche pullman e cerchiamo di curiosare per il villaggio prima della grande ressa! La pesca resta l’attività principale almeno compatibilmente con il tempo ma la fortuna odierna del luogo è essere ammirato ed effettivamente ne vale proprio la pena .
Rientrando in città costeggiamo gli Halifax Public Gardens, considerati i più bei giardini vittoriani del Nord America, anche se duramente colpiti da un uragano del settembre 2003, preso sottogamba dai residenti. Arriviamo prima delle dodici alla Cittadella che sorge in cima alla collina e con il caratteristico aspetto a stella, perché a mezzogiorno in punto (come al Gianicolo a Roma) viene caricato a salve il cannone e il boato risuona su tutta la città cui segue il cambio della guardia con i soldati rigorosamente in kilt! La collina è anche la sede del Town Clock fatto erigere dal Principe Edoardo duca di Kent che aveva notato un rapporto elastico con gli orari dai parte dei cittadini. I quadranti est e nord che guardano la città sono più grandi e meglio visibili, ma sembra che la soluzione non abbia avuto effetto sulla puntualità dei cittadini. Guardando l’orologio ci accorgiamo che il tempo è tiranno e facendo ancora un altro itinerario cittadino il nostro prestante autista ci conduce in porto. Ultimo giorno in Canada, quindi ne approfittiamo per spendere i dollari canadesi rimasti nello colorato shopping center del Pier 22.
Il pomeriggio in nave passa tranquillo, al teatro c’è la ben nota carrellata di immagini del “dietro le quinte di Costa Atlantica”, il Tenore Jelmoni illustra la “Storia di nessun dorma”, con la carta crespa si preparano gli abiti per la serata in maschera, solita palestra e benessere di vapori. Prima di cena il classico spettacolo dei membri dell’equipaggio. Due voci bellissime ci regalano “Parole, Parole” interpretata originariamente da Mina ed Alberto Lupo. La voce maschile viene affidata al DJ Max . Oltre ad avere una bella e calda voce … è uno strafico da paura ed al momento delle presentazioni degli artisti, si alza una “ola” solo per lui……. Ecco perché la Discoteca Dante era sempre così animata ancor prima della sua apertura serale !!!!
Con uno dei barattoli di carta per i gettoni del casinò, insieme alle animatrici faccio un buffo cappellino con veletta, uno splendido mazzo di fiori di carta mi serve da accessorio e vista la mia mise total black della serata per la sfilata delle maschere interpreto la “ vedova inconsolabile” con tanto di fazzoletto “netta-lacrima” pronto all’uso……. Il Socio inizialmente l’ha presa male, poi considerata la sua vincita serale al Casinò si è ricreduto sulla mia poca sensibilità muliebre nell’interpretare tale ruolo!! Dopo la serata carnevalesca, frittelle di frutta a mezzanotte ed altri giri di casino’ fino a tardi, tanto stanotte le lancette vanno messe un’ora indietro!

10 OTTOBRE - SABATO - BOSTON (MASSACHUSSETS)

Arriviamo a Boston in orario, la bandiera nazionale oggi è a mezz’asta in segno di partecipazione alla giornata dedicata ai funerali di stato per le vittime dell’alluvione di Messina.
Il controllo dell’immigrazione americana stravolge i programmi di tutti, in special modo di coloro che avevano prenotato i tours. Sul today erano stabiliti gli orari del controllo seguendo il posizionamento delle cabine, con il primo appuntamento alle 7.15 ed a seguire ogni 15 minuti fino alla 8.45.
Avendo l’ultimo turno scendiamo al ponte 2 in orario, la scena che ci si para davanti è una unica, lenta, disordinata e giustamente surriscaldata fila di crocieristi che va dal Salone Corallo a prua, fino all’entrata del ristorante a poppa con anche una curva a gomito! Gli addetti dell’immigrazione che dovevano salire alle 7.00 sono arrivati con un indecoroso ritardo, hanno fatto abbondante, lenta, doppia, tripla, quadrupla colazione e con estrema calma, scortesia, supponenza ed alterigia, hanno cominciato i controlli dopo le 8.00. Esasperazione generale e assalti presso le povere ragazze dell’Assistenza!! Peraltro molti crocieristi furbescamente si sono intrufolati nei turni precedenti al proprio, che squallore di persone! Inutile prendersela con il personale Costa e con tutto lo Stato Maggiore, come hanno fatto tanti minacciando a destra e a manca le povere ragazze dell’assistenza!
Questo benedetto timbro sul passaporto l’immigrazione americana te lo deve sempre far cadere dal cielo ! Oltre a ciò , nonostante la reiterata richiesta del Comandante non si sono sprecati a mandare più funzionari, tanto tutti dalla nave vogliono scendere e non è un loro problema! Meno male che non sono state prese le impronte ….. altrimenti stavamo ancora in fila!! Comunque, visto che era inutile rimanere in piedi e fare una inutile fila per uscire dalla Nave già stanchi e con i piedi gonfi, considerato l’impegnativo tour pedestre che ci aspettava a Boston nel percorrere tutto il Freadom Trail, con Maurizio ed Ester ci siamo accomodati per un caffè al bar del casinò e quando abbiamo visto la fila terminare ci siamo mossi per il “preziosissimo timbro”.
All’uscita abbiamo avuto notizia di un’ora di deroga al rientro in nave! La Costa metteva a disposizione una navetta dal porto fino alla zona del Quincy Market per 14 Euro andata e ritorno, veramente un furto visto che in quattro con un taxi fino in centro abbiamo speso 12 $! Un altro modo per raggiungere il centro comportava un percorso della navetta portuale fino alla prima fermata della metropolitana.
Eccoci giunti! Boston è la culla della libertà e dell’indipendenza americana. Fu fondata nel 1630 dai puritani inglesi arrivati nel New England una decina di anni prima per fuggire dalle persecuzioni religiose e stabilitisi a Plymouth Rock. L’autosufficienza delle nuove colonie e la gestione degli affari indipendente dal controllo dalla madre patria provocò forti reazioni inglesi. Il Re Giorgio III varò numerosi provvedimenti che imposero nuove e gravose tasse dando il via alle prime lotte per l’indipendenza. Famoso è l’atto di ribellione passato alla storia come il “Boston Tea Party” del 1773, quando il carico di tre navi inglesi venne gettato in mare come atto di sfida contro il regime oppressivo . Questo atto animò i coloni e portò alla sollevazione generale aprendo le guerre di indipendenza che portarono poi al riconoscimento della sovranità degli Stati Uniti. I soldati inglesi furono infatti battuti nel 1775 nelle battaglie di Concord, Lexington e nella grande battaglia di Bunker Hill a Boston, grazie all’azione preventiva dell’eroe nazionale Paul Revere che avvisò per tempo i coloni con la sua celebrata e drammatica “cavalcata di mezzanotte”. Successivamente all’indipendenza il New England e le sue città divennero potenze economiche basate sulla pesca, cantieri navali e commercio. Boston fu anche al centro di una grande protesta contro la schiavitù e città natale del primo e sfortunato presidente cattolico J.F.Kennedy! Attualmente le colonne portanti dell’economia sono la finanza, le biotecnologie ed il turismo.
Il taxi ci ha portato al Boston Common, punto di partenza del Freadom Trail: un percorso di circa quattro chilometri in giro per la città, che tocca numerosi luoghi di interesse storico. Partiamo dalla imponente Massachusetts State House sulla collina di Beacon Hill, il nuovo centro del governo statale dopo la Rivoluzione nel 1798, proseguiamo verso la King’s Chapel con il cimitero più antico di Boston, per la Meeting House, piccola chiesa puritana in mattoni rossi sovrastata dai grattacieli, fino alla Old State House, la sede del governo coloniale fino al 1776 dal cui balcone delle Camera di Consiglio fu letta la Dichiarazione di Indipendenza. Passando intorno alla Feneuil Hall, con una buffa banderuola con la cavalletta, arriviamo al Quincy Market sempre affollato a qualsiasi ora del giorno. Nato come mercato ortofrutticolo, di carne e pesce è stato restaurato negli anni ’70 e trasformato in un centro commerciale pieno di ristoranti, bancarelle, fast food con cibo da tutto il mondo, night club con cabaret e molto altro! Dopo questa immersione di folla, odori, colori e stupore, torniamo sui nostri passi (la riga rossa che segnala il percorso serve eccome, altrimenti altro che 6 chilometri!!!).
Attraversando il quartiere di North End per la Hannover Street, la via principale del vasto, allegro e colorato quartiere italiano (decisamente poco kitch rispetto a quello di NY, a parte qualche inevitabile caduta di stile), arriviamo alla più vecchia casa di Boston con la struttura di legno, luogo di partenza della famosa “cavalcata di mezzanotte” dell’eroe Paul Revere, quindi alla piazza con la statua equestre dell’eroe ed alla chiesa dove vennero appese le lanterne per avvisare i coloni dell’arrivo degli inglesi. Lasciamo la zona affollata per percorrere il lungo ponte in ferro, lungo il Charles River e giungere nel quartiere di Charlestown, dove strade arberate, villini in legno e mattoni, con le tipiche entrate con le scalinate e giardinetti, caratterizzati da fantastici bowwindows, per lo più addobbati per l’imminente Halloween, ci regalano serenità e incontenibile ammirazione! Il percorso si conclude presso il Bunker Hill Monument, l’obelisco di granito sulla collina che domina il porticciolo e dona una vista bellissima!
All’ora di pranzo rientriamo sempre a piedi verso il North end e per caso (merito al Socio “rapito” dalla scritta Lavazza) capitiamo al Cafè Victoria, che la guida cita come il miglior luogo di Boston per un cappuccino, credetemi ha proprio ragione e di cappuccini me ne intendo, vivrei di questi! Soddisfatti anche dai dolcetti e dall’interno del locale, molto bistrò anni ’20, riprendiamo i nostro percorso alla ricerca di un taxi per andare nell’area universitaria di Cambridge, sede del prestigioso ateneo di Harvard e del M.I.T. Massachusetts Institute of Tecnology (dove in qualche angolo remoto c’è anche il modello sperimentale che il Socio ha presentato per la sua tesi di Laurea anni or sono)! Potevamo non vederlo? Non facciamo a tempo a scendere dal taxi che il Socio e Maurizio sono già all’interno a respirare aria “tecnologica”. A me basta aver già “dato” i migliori anni alla “Sapienza” e molto prosaicamente con Ester ce ne andiamo per giardini ad osservare la struttura dall’esterno ed ammirare lo skyline di Boston ravvivato da una delle tante regate tipiche del sabato pomeriggio!! L’aria si è riscaldata ed il sole che inizia a scendere dà una luce bellissima al panorama cittadino visto dall’Harvard Bridge!
Tornando in centro ci rechiamo nella zona di Copley Square, fino alla seconda metà dell’ottocento semplicemente una palude. L’ampia piazza con alberi e fontane è caratterizza dalla bella Trinity Church, in stile romanico e pietra arenaria, costruita su piloni di legno conficcati nel fango e sormontati da piramidi di granito. La chiesa è affiancata dalla modernissima John Hancock Tower del 1975, il più alto edificio del New England. La torre alta 60 piani e con la facciata a specchio riflette l’architettura in stile romanico della chiesa donando un’immagine veramente particolare alla piazza, che si chiude sul lato ovest con la Boston Public Library. Torniamo a piedi verso i bellissimi Public Garden, quindi di nuovo al punto di partenza della mattina. Con un taxi rientriamo in nave.
Molti crocieristi non hanno capito o visto l’avviso della durata più lunga della sosta e non perdono occasione (come al solito) per lamentarsi! Il tour che abbiamo percorso mi ha veramente soddisfatto e posso confermare l’opinione di molti nostri amici e conoscenti sulla bellezza e vivibilità di Boston .
Solita palestra e solito percorso benessere. Saltiamo lo spettacolo perché è prima di cena e con gli “zompetti in palestra” non ci siamo con l’orario. Stasera serata italiana cui seguiranno a mezzanotte canapè caldi.

11 OTTOBRE - DOMENICA – BAR HARBOR (MAINE)

Dobbiamo mettere la sveglia molto presto! La partenza della nostra escursione è per le 7.45. Mi sveglio molto prima e dal balcone mi godo una fantastica levata del sole, passiamo accanto ad un bellissimo faro sullo scoglio, prima del punto di attracco, illuminato di taglio dal primo sole e mi sento veramente in paradiso! Scendiamo con le lance perché non esiste un molo per le navi da crociera. Abbiamo scelto l’escursione all’ACADIA National Park che, seguendo i consigli delle varie guide ci appare la migliore. Le altre escursioni toccano parte del parco con un pranzo a base di astice o con una piccola gita su una goletta a quattro alberi, o ancora passeggiata tranquilla fra le scogliere , Lobster Oceanarium Museum.
Il primo a scoprire queste coste fu lo stesso Samuel de Champlain cui si deve il primo insediamento francese a Quebéc ed i francesi ugonotti esiliati da Luigi XIV, furono i primi a colonizzare la zona. Eden, poi chiamata nel 1918 Bar Harbor sull’Isola di Mount Desert, si contendeva un tempo con Newport il primato di meta estiva più ambita dai benestanti americani, rivaleggiando in grandezza e ricchezza per raduni velici e splendide ville. Molte delle magnifiche dimore oggi sono state trasformate in hotel e locande L’Acadia è l’unico parco nazionale del New England e comprende montagne costiere, laghi e spiagge. Fu istituito nel 1919 su un terreno donato da J.D. Rockfeller ed altri mecenati, per salvare il territorio dagli sfruttatori di legname. La principale attrattiva è la strada panoramica Loop Road lunga 43 chilometri che sale e scende seguendo le montagne di granito rosa.
Arrivati con la lancia fino al molo di Bar Harbor e con il pullman iniziamo il percorso.
La guida è un simpatico signore locale, mentre la traduttrice è una crocierista come noi ma, quando non è in vacanza è guida turistica a Messina per i crocieristi americani! Stavolta non c’è nulla da eccepire sulla traduzione! Dopo aver lasciato il paese entriamo nel parco e saliamo fino al Mount Cadillac, punto panoramico più alto del parco che ci offre la vista della baia con la nostra nave vista dall’alto circondata da tantissime isolette. Siamo tutti “imbacuccati” con piumini guanti e cappello perché nonostante il sole c’è molto vento ed è ancora la prima mattinata. Il colpo d’occhio è notevole e la sosta fotografica per fortuna è abbastanza lunga.
Tornando verso la strada panoramica arriviamo alla Sand Beach circondata da abeti e quindi al Thunder Hole, dove ci fermiamo nuovamente. Quando soffia il vento forte e si alza la marea, l’aria intrappolata in questo crepaccio di granito viene compressa e provoca un fragoroso boato. Abbiamo poi proseguito la strada verso l’interno del parco con degli scorci del foliage veramente spettacolari. La tenuta del miliardario Rockfeller fu resa più fruibile con romantici ponti in pietra, sentieri per carrozze anche intorno al Jordan Pond Lake e l’Eagle Lake veramente belli.
Il pullman ci riporta in città che nel frattempo si è molto animata, sia per la bella giornata sia perché ponte festivo del Columbus Day ha riempito di turisti la zona. Ci fermiamo a ristorarci al caldo, poi andiamo in giro per il paesino alla scoperta di scorci particolari da fotografare e piccoli regali da acquistare. Faccio incetta di ingredienti per i più svariati pancakes e muffin e calendari con i fari. Anche semplicemente fermandoci ad una panchina del molo per rimirare la baia con la nostra nave che ormai sembra far parte integrante del paesaggio, con le piccole isole intorno, le barche dei pescatori e dei velisti, con la goletta Margaret che ci riporta indietro col tempo….. ci sentiamo in paradiso!
Rientriamo in nave e non manchiamo neanche stavolta a palestra & co. Anche per questa sera lo spettacolo, concerto di Soul, per il secondo turno è previsto prima di cena e non facciamo in tempo a vederlo. Stasera cena di gala dell’arrivederci con saluti dell’executive Chef, dei maitre, cuochi e pasticceri. Non so se ho esagerato con l’alcol (forse il prosecco) ma praticamente dormo in piedi e non volendo perdere il Buffet magnifico, che si terrà in Piscina a mezzanotte, vado in cabina, dormo un ora e mi rimetto in piedi alla meraviglia.
A parte le solite bellissime sculture di ghiaccio, le piccole opere certosine dei pupazzetti fatti con frutta e verdura e le composizioni floreali, quello che ho apprezzato è stata la minor quantità del buffet, distribuito sui due lati della piscina coperta in favore di una migliore presentazione e qualità! Per evitare l’irruenza di tanti “affamati” maleducati ed incivili, molte torte, assaggi vari e composizioni commestibili erano già stati porzionati. Tutto ciò ha mantenuto più a lungo il bel colpo d’occhio e l’effetto coreografico, rispetto agli anni in cui sembrava passato un esercito di cavallette affamata dopo pochi minuti dall’apertura del buffet!

12 OTTOBRE - LUNEDI’ – NEWPORT – (RHODE ISLAND)

La fortuna di Newport inizia verso la fine dell’ottocento, quando ogni anno all’approssimarsi della calura estiva i ricchi americani preparavano “i riti della villeggiatura” verso le regioni più fresche del Nord. Newport e Bar Harbor erano di gran moda, i benestanti ostentavano la propria ricchezza con sontuose dimore lungo la spiaggia, in stile Grande Gatsby (girato presso la Rosecliff) – soprannominate summer cottages - organizzando memorabili ricevimenti. Le costruzioni rappresentano le più grandiose residenze private d’America, ad imitazione dei palazzi europei ed utilizzate per lo più per 10 settimane l’anno! La località frequentata anche da scrittori e pittori, si affaccia sull’azzurro e affascinante Atlantico a metà strada tra New York e Boston. Quando anche molti nuovi ricchi magnati del settore ferroviario, del carbone e della finanza (chiamati swells per contrapporli ai nobs) pretesero il loro “posto al sole”, molte delle vecchie famiglie si trasferirono ancora più a nord, spesso anche in Canada, come fecero i Roosevelt che si trasferirono a Campobello. Mentre per Eisenhower e Kennedy la cittadina restò sempre la meta estiva, legata anche al suo attivissimo Yachting club ed attualmente all‘America‘s Cup.
L’avvicinamento a Newport è molto bello, si vede in lontananza il Newport Bridge, sopra la Narragansett Bay e la cittadina che si estende su un promontorio, dove una miriade di alberi maestri seguono le onde del mare! Non si tratta di una città con i palazzi, ma solo ville, manieri con grandi parchi che danno sul mare con perfetti prati verdi rasati e scogliere che difendono la costa dall’oceano. Cosa aspettarsi da una cittadina dello Stato più piccolo degli Usa? Infatti il Rhode Island è lungo solo 77 chilometri e largo 60! Praticamente si può attraversare in auto in meno di un’ ora! Dal mare è proprio un bello spettacolo!
L’arrivo previsto in rada per le dodici, comporta, come sempre l’uscita prioritaria per coloro che hanno prenotato escursioni e successivamente la distribuzione dei numeri per i “crocieristi indipendenti” . Dalle dodici e trenta erano in distribuzione i numeri, ma stante la notevole distanza dalla nave al molo di attracco, stante le lungaggini delle discese delle escursioni, il tempo si è protratto … alle tredici e trenta passate ancora non era uscito nessun “turista fai da te”, causando il solito mormorio seguito, da ampie lamentele, trasformatesi poi in piazzate ed urla……… alla solita reception, soprattutto da chi pretendeva di avere un numero di uscita basso quando si era tranquillamente presentato dopo pranzo ed ormai non vi erano più numeri da distribuire. Il tutto appena consegnato il “solito questionario” cui il “solito” Direttore di Crociere invita ed esorta a dichiarate tutto eccellente. E’ sembrata un po’ una presa in giro e ciò ha fatto aumentare il tasso di litigiosità delle persone!
A parte questi “sobbollitori cronici” resta comunque il fatto che lo sbarco è stato veramente lento e male organizzato, si sono creati ingorghi nelle scale per le uscite verso le lance dove le persone, per lo più anziane, sono rimaste in piedi per molto, molto tempo. Bastava calare più scialuppe, soprattutto in considerazione della distanza con la terra ferma e farle ripartire da terra subito senza attendere eventuali “crocieristi di rientro”! Noi ne abbiamo approfittato per un veloce passaggio al grill con hot dog ed hamburgher, quindi, un caffè nella hall ed dopo le quattordici siamo usciti.
Arrivati al molo e dotati di cartina capillare ci siamo diretti lungo l’America’s Cup Avenue lasciandoci a destra il porticciolo ed i vari Pier, con ristoranti ed esercizi commerciali. Abbiamo poi tagliato trasversalmente la cittadina per arrivare a Bellevue Avenue caratterizzata da dimore veramente belle, alcune tipiche del nord Europa decorate “ a graticcio“, altre tutte in legno, altre in pietra arenaria. Le ville più famose del viale sono la Rosecliff, Marble House ispirata al palazzo di Versailles, Elms e Chateau-sur-mer (1852) in stile vittoriano, prima residenza estiva realizzata appositamente per la villeggiatura. La maggior parte di queste dimore sono oggi sotto la salvaguardia della Newport Preservation Society.
Giungiamo in riva all’oceano da dove parte il Cliff Walk, un percorso lungo le scogliere frastagliate dell’Oceano da una parte e le fastose residenze dall’altra. Che bellezza!!. Dopo aver scambiato l’Università Salve Regina per la residenza del miliardario Cornelius Vanderbilt II, perché veramente non aveva l’aspetto di un ateneo, giungiamo alla più bella, fastosa e incredibilmente finta magione del magnate delle Ferrovie. Chiamata The Breakers, questa villa di 70 stanze in stile rinascimentale italiano che si ispira ai palazzi di Genova e Torino, fu completata nel 1895 dopo due anni di lavoro di oltre 2000 artigiani italiani e francesi e si affaccia sull’oceano con una vista incredibile! Rientrando verso il centro passiamo ancora per strade caratterizzate da magioni incredibili, ma anche per una zona caratterizzata da abitazioni molto carine per “comuni mortali” . Appena cala il sole scende anche la temperatura e dopo un’altra passeggiata per la zona portuale rientriamo in nave.
Questa sera ceniamo al Wellness Restaurant, molto tranquillo, pochi commensali, curato e di ottima qualità. La serata di animazione, cui non abbiamo partecipato, prevede il Variety Show al teatro, la notte dei talenti con l’esibizione dei crocieristi ed a mezzanotte torte varie.
Domani è il grande giorno si arriva a New York!

13 OTTOBRE - MARTEDI’ - NEW YORK

Alle 6.15 passiamo sotto al Ponte di Verrazzano, abbiamo messo la sveglia, ci copriamo ben bene e siamo sui ponti all’aperto! L’emozione deii crocieristi è alle stelle. Pur essendo già stata a New York, l’arrivo in nave è incredibile! Di sicuro non portiamo nel cuore le speranze, i sogni, le ambizioni degli emigranti che avevano lasciato affetti e radici, per tentare la fortuna e la vita dignitosa nel Nuovo Mondo.
Noi arriviamo con un transatlantico, non soffriamo la fame, non lasciamo dittature o guerre etniche, non cerchiamo terre da coltivare per vivere e con la globalizzazione ormai conosciamo tutto, resta il fatto che sembra tutto così irreale da essere stupendo! Sta albeggiando ed il colore del cielo inizialmente molto nuvoloso cambia rapidamente dando ai grattacieli ed alla baia colori differenti da un minuto all’altro. Quello che noto in maniera impressionante è il vuoto lasciato dal crollo delle torri gemelle, Anche dal mare quel vuoto, per chi le aveva viste, si nota e mi lascia sempre un forte senso di amaro e di disagio in bocca! Percorriamo l’Hudson fino al Pier 90 all’altezza della 50a street, accanto alla Us Intrepid la portaerei impiegata nella seconda guerra mondiale, successivamente nel Vietnam, che ospita diversi caccia ed elicotteri militari, ed affiancata da un sottomarino, una navicella Apollo, carri armati ed un aereo Concorde.
Inizialmente l’organizzazione delle escursioni prevedeva deintour sia nel giorno di sosta che nel giorno di partenza. Invece vengo a sapere dai crocieristi che ripartiranno domani che sono state cancellate le escursioni del secondo giorno, concentrandole tutte sul primo. Per noi non è un problema, non abbiamo prenotato escursioni e rimaniamo in città per altri quattro giorni, ma chi ha scelto questa crociera anche o forse soprattutto per vedere New York è giustamente arrabbiato! Sono previste escursioni ad Ellis Island, a Philadelphia e comunità Amish, a Manhattan e ponte di Brooklyn , New York in un giorno, e per la sera Boadway by night con musical (Mamma mia) e New York di notte.
Inutile raccontare la storia della città, ognuno di noi ha una idea di New York tutta propria ed ognuno nel visitarla prova emozioni totalmente diverse. Per me è un ritorno piacevole ma le emozioni di tanti anni fa hanno lasciato spazio a riflessioni sul cambiamento continuo della città e sulla esigenza di vivere solo un presente, dimenticando molto spesso il passato!.
Scendiamo dalla nave con Maurizio ed Ester e con un taxi arriviamo al South Street Seaport, il distretto storico del porto di inizio ottocento. Sono le 9 e trenta ed a parte un gruppo di asiatici che si imbarca per una crociera sulla baia, non ci sono turisti in giro. Accanto agli edifici restaurati ed ai grattacieli che incombono alti e scintillanti alle spalle, sono attraccate una nave faro ed un quattro alberi dei primi anni del ‘900 ed una ex goletta cargo del 1885. Bel contrasto!
Ci apprestiamo quindi, dopo essere passati per la City hall, a percorrere il mitico Ponte di Brooklyn. La parte pedonale soprelevata del trafficatissimo ponte va divisa con i ciclisti, che corrono a gran velocità e sono per lo più arrabbiati con i turisti con la testa fra le nuvole e la macchina fotografica in mano che ingombrano la loro corsia! Incontriamo molti partecipanti ai tours e arriviamo al quartiere degli emigranti di una volta, ora abilmente restaurato pronto a togliere a Manhattan lo scettro della vita notturna.
Scendiamo ai piedi del ponte presso i giardini della Brooklyn Height Promenade e ci si apre davanti una bellissima panoramica con il Brooklyn Bridge, il Manhattan Bridge e lo skyline della Lower Manhattan. Magazzini in mattoni rossi, un salice piangente sul prato verde e rasato, l’ arcata del ponte con i suoi tiranti verso il cielo, una chiatta che passa lungo l’East River e i grattacieli sul fondo………..l’immagine è ancora viva negli occhi!
Passando per le famose case in Browstone, prendiamo la metro diretti a Times Square, sempre affollata e rumorosa ad ogni ora del giorno e della notte. Dopo una sosta mangereccia ci avviamo verso il Rockfeller Center per salire in cima al “Top of The Rock” . Il Rockfeller Center costruito negli anni trenta al culmine della Depressione comprende 10 edifici, con uffici, spazi ricreativi e negozi ed è famosa la sua piazzetta piena di fiori e tavolini all’aperto, che troviamo invece, già attrezzata come pista di pattinaggio per la stagione invernale! E’ uscito un bel sole!! Saliamo in cima alla piattaforma panoramica al 70 ° piano, riaperta nel 2005, per ammirare il panorama della Città! Rispetto all’Empire (dove ero salita nel lontano 1998) è meno affollata, un po’ più bassa ma più comoda per fotografare anche l’Empire stesso. Ci sono due piattaforme protette da vetri e più sopra l’ultima altana è completamente all’aperto! Il Top of the Rock è più vicino a Central Park, non si vede bene il Crysler Building, ma si sale con un modernissimo ascensore in pochi secondi! Proseguiamo il nostro giro sulla Quinta strada, visitando la Cattedrale di San Patrizio, fermandoci obbligatoriamente al negozio della Abercrombie ed a quello della NBA per fare acquisti prenotati dall’Italia , quindi passaggio alla Trump Tower, da Fao Swartz ( il famoso negozio di giocattoli dove gli adulti tornano bambini), all’avveniristico Apple Center, fino al celebre Plaza Hotel ed all’inizio del Central Park.
Sgambettando sgambettando ce ne torniamo a piedi in nave e qui inizia il gravoso compito di chiusura delle valigie. Cerchiamo di sistemarle in modo da non doverle aprire completamente una volta arrivati in hotel, perché sarebbe una tragedia, considerando la metratura delle stanze di albergo! Come al solito la tristezza ci pervade, pur ritenendoci molto fortunati che il nostro viaggio non sia ancora finito ma altri giorni ci aspettano per una riscoperta della città prima di rientrare a Roma !
Salutiamo maitre e camerieri ed i ragazzi del forum che riusciamo ad incontrare in giro per la nave. Non è previsto uno spettacolo a teatro ma un concerto in video ed altre attività nei vari saloni per salutare tutti i crocieristi, tenuto conto anche della chiusura del casinò e dei negozi di bordo! Il sandwich di mezzanotte ci saluta tristemente, l’atmosfera è visibilmente mesta!

14 OTTOBRE MERCOLEDI’ - NEW YORK - SBARCO E TRASFERIMENTO IN HOTEL

Abbiamo le etichette per la prima uscita. Dopo colazione, Ester e Maurizio che scenderanno più tardi ci vengono a salutare in cabina, che momento malinconico quello dei saluti! Al terminal recuperiamo i nostri bagagli e con un taxi in tre minuti alle nove e trenta siamo all’Hotel Paramount sulla 46a all’incrocio con la Broadway, più centrali di così !
L’albergo è moderno, con un hall molto particolare progettata tra l’altro da Philippe Stark. La stanza non è ancora pronta, quindi lasciamo i nostri numerosi bagagli (ci chiedono se rimarremo in città fino alla primavera prossima!) e con la metro raggiungiamo Battery Park per la gita ad Ellis e Liberty Island.
Grosse nuvole si alternano a sprazzi tiepidi di sole! Non ricordavo di aver fatto una lunga fila per imbarcarmi sul traghetto per le isole, poi mi accorgo che tutti devono passare attraverso il metal detector e questo esaspera i tempi di attesa. Io avrei volentieri rinunciato a tornare nei luoghi già visti, ma il Socio non era con me nel ’98, quindi volevo condividere con lui l’emozione che avevo provato nel vedere il Museo di Ellis Island, dedicato all’emigrazione.
Il traghetto che si allontana dal molo ci regala ancora una volta un’immagine della città bellissima, ma noi siamo arrivati in nave all‘alba con il nostro transatlantico, quando la città ancora sonnecchiava ed era tutta illuminata per noialtri….. Che ne possono sapere questi turisti intorno a noi!
Al rientro decidiamo di dedicare il pomeriggio alla scoperta e riscoperta della Downtown Manhattan. Quindi l’inizio della Broadway, Wall Street, Trinity Church con il suo vecchio cimitero, la zona di Ground Zero ed il World Financial Center, risparmiato dal crollo del 2001.
I piedi chiedono un po’ di pietà ed essendo arrivati in albergo una coppia di nostri amici partiti la mattina da Roma, rientriamo per poi preparaci alla New york by night. La stanza dell’hotel è piccola ma arredata elegantemente sui toni del grigio, rosso e bianco e ben attrezzata dal punto di vista multimediale.
Intorno a Times Square c’è solo l’imbarazzo della scelta ed un po’ ad occhi chiusi e guidati dall’istinto entriamo in un locale con cucina grill. Con i nostri amici avevamo pensato di dedicare una serata ad un musical, considerando che il Ticket office è proprio sotto l’albergo, ma la mattina era sempre assalito da una coda chilometrica ed abbiamo rinunciato!

15 0TTOBRE – GIOVEDI’ - NEW YORK

La giornata è fredda, ventosa, piovosa e difficile da gestire! Facciamo una sana e robusta colazione in albergo. Dopo una passeggiata a Chinatown ed a Little Italy sotto l‘acqua, (molto meglio il quartiere italiano di Boston) arriviamo a Soho con i suoi fantastici edifici di ghisa. Le parti metalliche prefabbricate, venivano trasportate sul luogo della costruzione ed imbullonate, ottenendo strutture molto ornate! Fra i più belli il Little Singer Building del 1903 con facciata in terracotta e graziose arcate dipinte di verde, ufficio e magazzino della Società delle macchine per cucire e indicato come precursore dei grattacieli con le pareti in vetro degli anni ’50.
Dopo il solito cappuccino bollente per pranzo e la vitamina C per alleviare il raffreddore incombente su tutti e quattro, decidiamo di posticipare al giorno successivo la visita al Moma e di dedicarci allo shopping: Jean, maglioni, caloche, scarpe da ginnastica (le mbt, quelle dei masai), magliette etc .. poi andiamo in un negozio specializzato per la fotografia perché il nostro amico desidera una macchina fotografica reflex! Questo negozio sulla 34a strada, andrebbe visitato anche se non si prevedono acquisti! B&H Photo Video, i cui proprietari arrivano la mattina in limousine, conta fra il proprio personale molto competente, numerosi newyorchesi assidici tradizionalmente vestiti di nero, molto in contrasto con la tecnologia in vendita. Ma la cosa più bella è il sistema di trasporto del materiale all’interno del negozio sempre affollato, che avviene attraverso secchielli che passano su di un complicato e labirintico sistema di nastri trasportatori sopra le nostre teste, da un punto all’altro dell’enorme negozio e perennemente in movimento! Inzuppati fino al midollo rientriamo in albergo con una quantità di pacchi veramente impressionante .
Ritemprati da una doccia bollente ci avviamo, sempre sotto la pioggia, da Gallagher, un ristorante aperto nel 1927 e dedicato ai veri amanti della carne, già da me testato nel ‘98 e lo scorso anno da amici carnivori ! La sala a fianco dell’ingresso è una cella frigorifera con vetri da cui fanno bella mostra quarti di bue e pezzi di carne dalle dimensioni impressionanti. Satolli e barcollanti come solo “Ciccio di nonna Papera” riesce ad essere, torniamo in albergo tentando di sistemare gli acquisti prima di crollare in un sonno profondo.

16 OTTOBRE - VENERDI - NEW YORK

Dopo l’abbondante colazione in albergo, arriviamo di fronte al Museo di Storia naturale, a fianco di Central Park, convinti di un’altra giornata piovosa, invece il tempo finalmente ci concede una tregua e volge al meglio. In barba al museo decidiamo di dedicarci più a fondo al Parco. Vi trascorriamo tutta la mattina passeggiando per Belvedere Castel, Delacorte Theater, Bethesda Fountain and terrace, The lake e Strawberry Field in memoria di John Lennon. Luoghi che molti di noi conoscono dalle immagini dei film ambientati a New York molte volte riprendendo numerosi luoghi del parco. Per chi è nato stanco sono a disposizione carrozze con cavalli o risciò. Vediamo anche in diretta un falchetto che punta uno scoiattolo e ne fa il suo pasto giornaliero. Pur avendo tentato (tirandogli ghiande a non finire) di farlo desistere, la natura matrigna ha il sopravvento!
Dopo una sosta a Le Pain Quotidien per un cappuccino e torta di zucca, passeggiamo per il Lincoln Center, il più grande complesso del Paese dedicato allo spettacolo, sede dell’Opera House , del NY State Theater (balletti ed opera) e ci dirigiamo a Columbus Circle per vedere il nuovo grattacielo del Time Warner Center. Questo complesso costruito nel 2004 sul sito del New York Coliseum si trova all’incontro di cinque delle più importanti arterie cittadine al lato sud ovest di Central Park.
Il pomeriggio lo dedichiamo al Museum of Modern Art, nella sua nuova veste architettonica ed organizzativa progettata dall’architetto Taniguchi nel 2005. Torniamo verso Times square passando nuovamente per il Rockfeller Center tutto illuminato con la sfavillante pista di pattinaggio e ceniamo, nuovamente a base di carne in un ristorante della zona.
In albergo l’annoso compito di richiudere tutto ….. domani si parte!

17 0TTOBRE – SABATO – RIENTRO IN ITALIA

Abbiamo ancora la mattinata per goderci New York.
Ci dirigiamo verso Madison Square Park dove fa bella mostra di se il Flatiron, un grattacielo di 20 piani, uno dei primi edifici dotati di anima di acciaio, definito la “follia di Burnham” da chi temeva che il vento, per la sua forma a ferro da stiro , lo avrebbe abbattuto. Sulla piazza insistono anche il Grattacielo della New York Life Insurance Company con una struttura neogotica ed una torre che richiama la Giralda di Siviglia, il Metropolitan Life Insurance Company in art deco e la Divisione d’Appello della Corte suprema dello Stato di New York.
Proseguiamo sulla quinta strada che a questa altezza è profondamente diversa dal lusso e dall’eccesso della zona Nord fino al arrivare alla New York Public Library…. Ma è ora di tornare in hotel e riprendere il pesante bagaglio!
Ci presentiamo a Newark con tre ore di anticipo come si consiglia da “quelle parti” ed invece avremmo fatto meglio ad avere un po’ di sano ed umano ritardo italiano……
Al banco accettazione dell’Air Canada dove consegnamo i nostri bagagli per il volo per Montreal (di cui 2 fuori peso consentito, ma avendo la tessera del programma di fidelizzazione non dobbiamo pagare nulla), ci fanno imbarcare sul primo volo per Toronto affermando che da lì c’è il volo diretto per Fiumicino. Rimango perplessa e tento di manifestare qualche dubbio sulla tempistica, ma vengo azzittita con la consegna del piano di volo … che , comunque continua a non convincermi!
Arrivati a Toronto usciamo dalla dogana transiti per prender il volo internazionale…. così ci avevano detto ! Ma quale volo internazionale, la prima tratta è Toronto-Montreal e quindi Montreal- Roma ! Quando comprendiamo l’arcano piano ( ci hanno imbarcato sul primo volo e hanno recuperato due posti per eventuali overbooking), corriamo di nuovo a farci aprire il varco doganale, recuperiamo le valigie al nastro trasportatore, le rimettiamo sul nastro per Montreal (in Canada si fa cosi!, ce lo ha confermato anche un connazionale che vive lì ) rifacciamo il transito doganale interno ( sotto l'occhio stupito e perplesso del funzionario) , ci facciamo mezzo aereoporto a piedi e di corsa e finalmente, con la linga a penzoloni arriviamo al gate giusto.
Giunti a Montreal pur essendo lo stesso aereo che ci porterà in Italia, dobbiamo scender tutti perché lo devono preparare per la transoceanica notturna! Terrorizzati dall’idea che non abbiano messo l’etichetta “transit” sulle valigie, andiamo a controllare al nastro trasportatore che non le abbiano scaricate, rifacciamo il controllo e ….. crolliamo di nuovo sui nostri posti in attesa di rimettere piede sul suolo italiano !!! Anche stavolta vicino a me non c’è nessuno e mi posso allungare più o meno comodamente!
La Domenica e Fiumicino ci salutano con il sole! Le valigie arrivano tutte !!!
Sorella e cognato ci accolgono a braccia aperte, carichiamo la macchina e siamo a casa. Aiuto domani l’ufficio…………..
Tirando le somme siamo stati bene. Il tempo, almeno nella prima parte della crociera non è stato dalla nostra parte, ma sapevano dall’inizio che la scelta dell’itinerario, connessa al periodo avrebbe comportato qualche rischio. La nave, che già conoscevamo è comoda e l’età media alta l’hanno resa più vivibile. Abbiamo mangiato bene e ci siamo sentiti particolarmente coccolati a tavola.
Purtroppo le novità comportano sempre qualche rischio rispetto ad un itinerario già rodato. Se da una parte abbiamo sofferto qualche defaillance, dall’altra abbiamo goduto della “primizia” di una rotta appena aperta dalla “Costa” e di scenari meravigliosi.
Quello che va assolutamente migliorato è il problema del visto dell’immigrazione che, mantenuto ai livelli attuali, giustamente esacerba la pazienza dei crocieristi. Oltre a ciò la “primizia” dell’itinerario ha comportato molte soste in rada poiché le banchine sono prenotate di anno in anno dalle Compagnie di Crociera che solcano da anni quelle coste, allungando i tempi di discesa, in alcuni casi sarebbe bastato mettere in acque più lance! Alcune tappe andrebbero rimodulate nei tempi, primariamente puntando all’aspetto naturalistico in mancanza di siti storici paragonabili alla nostra cultura. Abbiamo effettuato solo due escursioni organizzate e la prima, quella di Saguenay andrebbe rivista in toto. Nonostante queste negatività……... siamo già in astinenza!

Ops dimenticavo !!!! A New York non ci sono solo grattacieli … c’è Jimmy Cho e Manolo Blanik…… le loro scarpe costano quanto una crociera…… Le scarpe dal Socio non me le sono fatte regalate, ergo…. qui ci si prepara per una nuova partenza ……
Le scarpe saranno anche bellissime ma un’altra crociera con il Socio…..non ha prezzo!
A marzo però al caldo………

A presto per i prossimi resoconti!
 

Cokj72

New member
Re: Costa Atlantica-Canada, New England, New York - 2/17-10-2009

Re: Costa Atlantica-Canada, New England, New York - 2/17-10-2009

:oops: :oops: ne ho letto solo mezzo (però mi sono segnato dove sono arrivato :wink: )

Allora chi va in Alaska :?: da dove passa :?:
E in Australia :?: Quando :?:
Per il Sud Africa, vanno prima, durante o dopo il mondiale di calcio :?: e chi :?:

oops: :oops: :oops: letto tutto :mrgreen:

però vai a NY e non fai shopping :mrgreen: :mrgreen:
 

cirellina

Well-known member
Re: Costa Atlantica-Canada, New England, New York - 2/17-10-2009

Re: Costa Atlantica-Canada, New England, New York - 2/17-10-2009

come non ho fatto shopping?? ma allora non hai letto bene... un giorno siamo rientrati in albergo che ci guardavano tutti..... avranno pensato .... i soliti italiani...... io ho acquistato un paio di stivali , un paio di MBT, jeans magliette maglioni e tante cose per sorella nipote e cognato: Il socio di tutto e di più (jeans quattro maglioni, magliette in ogni scalo 2 paia di scarpe da ginnastica ed altre cose... che non ho ancora visto.....)....... e poi non ti preoccupare che per lo shopping... io faccio già danni qui!!!
 

RIC

Well-known member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

veramente complimenti per il diario...impressionante quanto hai scritto :shock: ! scrivi libri per caso :mrgreen: ? comunque molto bello e preciso, ciao. :wink:
 

Liborio86

New member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Mamma mia,diario stupendo,ma non finiva più :lol: :lol: :lol:
Ero pure distratto ma ci sono riuscito a leggerlo tutto..
Grazie :D
 

bibilica

New member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Francesca , non ho mai aspettato con tanta impazienza un diario , meritava l'attesa ; è bellissimo , preciso , pieno di informazioni utili e originali .Complimenti ! :D

Grazie di cuore anche per le informazioni per i prossimi itinerari Costa .
Penso però di andare in Alaska e Canada con le compagnie americane che mi sembrano di casa in quella zona ; ho giò prenotato l'Alaska con la mia amata Holland che fa delle giornate di navigazione spettacolari tra i ghiacciai e Canada la visiterò a terra cost to cost con un lungo viaggio (ho preso spunti anche dal tuo raconto specialmente a Quebec ) :wink: :D .
 
I

Italian Cruiser

Guest
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Complimenti davvero per il bellissimo diario... è più completo di una guida turistica (di quelle scritte bene naturalmente :wink: ). Rende davvero bene lo spirito di ogni singolo scalo della crociera. Mi è piaciuta in particolare la tua descrizione dell'arrivo a New York. In effetti la sensazione che si prova di fronte allo skyline di Lower Manhattan è di un grande vuoto (e di un enorme tristezza nel cuore).

Ancora complimenti... a quando le foto ? :?:
 
T

tano

Guest
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Mamma mia che diario !!!!! Complimenti Cirellina, veramente bello me lo sono letto tranquillo, grazie perche ho fatto mezz´ora di ottimo relax.

Un saluto.
 

cirellina

Well-known member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Grazie a tutti.
E' sempre un piacere ricevere sostegni !!!
BIBIL i tuoi commenti e le tue osservazioni sono preziose anche per me.... ti chiederò di ricambiare visto che il Socio sta puntanto agli Emirati per marzo!
No Ric non scrivo libri, ma ho sempre scritto racconti e resoconti da quando ero piccola, quindi mi riesce facile!
Per le foto .. durante il fine settimana ne carico un po' !
 

bibilica

New member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Io l'ho stampato e lo conserverò , devo pagare i diritti d'autore ? :lol:
 

cirellina

Well-known member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

no no ! Ma verrai raggiunta da una ingiunzione a rispondere a molte domande su Dubai !!! :lol: :lol:
 

amantecrociere

New member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

ciao francesca oltre che Simpatica,Bella e Gentile...... scrivi da dio!!! è stato un piacere leggerlo :D
grazie per averlo fatto!! perchè leggendolo ho potuto rivivere questa meravigliosa esperienza
ricordo ancora le risate fatte a causa della traduttrice nell'escursione a Saguenay :D :D :D
condivido tutto quello che hai scritto sia le cose positive che quelle negative
attendo di vedere le tue fotografie (saranno bellissime)
un saluto al Socio ( Marco)
un abbraccio a te
e ancora grazie
 

drusa

Active member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Che dire.... bellissimo! Ci ho messo due pause pranzo per leggerlo tutto ma volevo godermelo ben bene :p
L'itinerario mi intrigava già prima.... ora di più!
Un saluto
Daniela
 

cirellina

Well-known member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Drusa ma hai occupato la pausa pranzo al chiuso??? Oggi è una bella giornata di sole a Roma e fa pure caldo!!
Grazie!
Per Renata tutti 'sti complimenti!! ma esageri!! Quando ho scritto l'escursione incriminata della Sig.ra Teresa.... ci ho messo due giorni perchè ogni volta ci mettevamo a ridere come pazzi con il Socio!!
Se ti va integra le notizie se mi sono dimenticata qualcosa sui vari scali che può tornare utile ai prossimi viaggiatori!!
 

Dani64

New member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Bellissimo diario, davvero completo e poi mi ha fatto venire ancora più voglia di partire tanto che ho prenotato lo stesso itinerario per il 2 ottobre 2010 ! :) Aspetto le foto !!
 

pinuzza

New member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Cirellina diario stupendo ma a che ora hai finito di scrivere? :lol: :lol: :lol:
Complimenti, molto dettagliato e ben strutturato! :D
 

paola

Well-known member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Grazie per averci fatto partecipi di questa stupenda crociera.
Che risate con la traduttice, succede, succede: mai scordero' una collega che davanti alla casa della moglie di Shakepeare parlave delle case con i tette di paglia. :lol: :lol:
Ciao Paola
 

gattopiccolo

New member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

che bel diario!!!!!!!!!!!!
veramente interessante!
posso chiedere , visto che l'hai frequentato , se si paga per entrare all'area wellness come a samsara?????
 

cirellina

Well-known member
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

Non si paga nulla, bagno turco, sauna ed idromassaggio interni sono fruibili da chiunque.
Strutturalmente non è cambiano nulla nell'area benessere rispetto al marzo 2006 .
Le cabine wellness hanno un rituale di benvenuto ed un pacchetto che comprende trattamenti e massaggi in omaggio e la possibiità di fare colazione pranzo e cena nel ristorante dedicato.
 
M

maumor

Guest
Re: Diario di Viaggio Canada,New England,New York 2/17-10-2009

wow francesca che bel diario. mi sembra di essere tornato in vacanza.hai raccontato tutte le sfumature di questi incantevoli posti. veramente brava. dai ascolto al socio.. la crociera degli emirati è veramente molto bella . un bacio
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Top