Ciao Agra !!! leggo sempre volentieri i tuoi diari, e quello della crociera sull'Armonia era ricco come sempre di informazioni che ci sono tornate utilissime durante la stessa che abbiamo fatto ad agosto 2012.
Leggendo questo diario mi hai fatto venire voglia di prenotare sulla Lirica la prossima estate!!!
Aspetto di leggere il seguito.....[smilie=fiore[1].gi:
Grazie, sono felice di contribuire a far venire la voglia di navigare in questo caso verso mete secondo me uniche!
Ecco che continuo il diario:
11 luglio Rodi
Arrivo in porto molto presto. Io e mia figlia grande, dopo lauta colazione nel ristorante semi deserto, scendiamo tra i primi. Già attraccata al molo di fronte al nostro e quasi all’uscita del porto la Costa Mediterranea. L’ho già incontrata nella mia prima crociera a Atene ma ora vedendola mi porta alla memoria la crociera dei crocieristi.it di maggio e, seppur per me mancata, mi evoca un non so che di familiare.
Oggi è un giorno importante: mio marito si imbarca arrivando da Milano in aereo. Uscite dal porto decidiamo di costeggiare a piedi le mura della città che si sta animando. Entriamo in una delle porte e nei vicoli alcuni venditori stanno aprendo i loro negozi e fanno bella mostra delle loro mercanzie tra cui alcune veramente interessanti. Ci sono negozi di tutti i tipi e per tutte le tasche. Guida alla mano decidiamo di partire per la nostra escursione dall’ufficio del turismo dove una preparata e simpatica signorina ci illustra in inglese tutti i luoghi e ci consiglia una spiaggia Elli Beach per un bagno (non faremo in tempo purtroppo a bagnarci nelle acque cristalline di Rodi!). Siamo davanti all’Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni oggi sede del museo archeologico e da lì parte la via dei Cavalieri per arrivare al Palazzo del Gran Maestro. Proseguendo un po’ in salita sull’acciottolato stiamo con il naso all’insù per scorgere i vari palazzetti e le targhe che ne indicano i nomi. Mi soffermo a guardare e fotografare la flora che fa capolino: bellissima!
E così arriviamo al Palazzo del Gran Maestro che decidiamo di non visitare all’interno anche perché già l’esterno è splendido! Scendendo dal Palazzo per una viuzza ci imbattiamo in un negozietto che vende cartoline e francobolli: obbligatoria una sosta per l’acquisto delle cartoline da inviare a parenti e amici e far conoscere così anche a loro un po’ di questa splendida città medioevale. Camminando a zonzo ci troviamo sotto la torre dell’orologio dal quale, come dicono i cartelli all’entrata, si gode un bel panorama dei tetti e delle torri della città. Il tempo stringe e quindi evitiamo anche la salita alla torre. Ci dirigiamo dove inizia il percorso delle mura e ci sediamo all’ombra su una panchina. Vediamo sfilare i gruppi delle escursioni e anche alcuni nostri amici anche loro in giro per la città. Facciamo ottimi acquisti di costumi nella piazzetta e più avanti entriamo in un negozio tipico che vende saponi, olio ecc. Intanto mio marito è arrivato in nave e così a passo svelto ci dirigiamo al porto. Non resistiamo dal provarci alcuni cappelli esposti in un bel negozio e poi passando da una porta diversa da quella dell’entrata usciamo sul lungo mare. Ci stupiamo di vedere che l’acqua del mare, praticamente in porto, è veramente limpida (non abbiamo fatto l’esame batteriologico). Qualcuno infatti fa il bagno approfittando di un piccolissima spiaggetta. Risaliamo in nave soddisfatte anche se ci sarebbe piaciuto rimane di più nella graziosa città di Rodi antica. Sicuramente ne faremo una meta per vacanze in Grecia.
Salite in nave tutti i membri dell’equipaggio che conosciamo ci annunciano che mio marito è a bordo. Anche la cabinista ci dice di averlo visto e conosciuto ma pare che al momento non ce ne sia traccia. Dove si sarà ficcato? Stiamo in cabina aspettandolo e di lì a poco compare con un cappello acquistato a Rodi giusto per entrare al meglio nel clima di vacanza e di crociera! Finalmente siamo tutta la famiglia in vacanza!
La lirica ormeggiata in porto a Rodi
Uploaded with
ImageShack.us
Rodi panorama dal porto
Uploaded with
ImageShack.us
Fiori di Rodi
Uploaded with
ImageShack.us
Uploaded with
ImageShack.us
e i pappagalli
Uploaded with
ImageShack.us
un negozio di cappelli multicolori
Uploaded with
ImageShack.us
12 luglio Limassol (Cipro)
Arriviamo al porto di Limassol nel primo pomeriggio. Il sole è molto caldo. Pranzo al ristorante e poi subito giù dalla nave. Oggi prima escursione tutti insieme come famiglia, da soli. Prendiamo un taxi (una vecchia mercedes a sei posti) e ci facciamo portare al Parco archeologico di Kato Pafos, oggi patrimonio dell’Unesco. Da segnalare che la guida qui è all’inglese cioè il guidatore sta a destra, attenzione quindi se decidete di noleggiare un’auto! Il tassista ferma l’auto in una piazzola, un belvedere sulla costa e ci mostra la roccia dove si dice nacque Afrodite. Foto di rito e ancora in auto prima che i pulmann delle escursioni ripartano. Arriviamo in meno di un’ora a Pafos che ha un piccolo e grazioso porticciolo con bar e ristoranti tutt’intorno sulla via principale. Arrivando a destra c’è un parcheggio dove il nostro tassista ci dà appuntamento dopo un’oretta circa. Poco più avanti c’è l’ingresso del sito archeologico. Costo d’ingresso 3,40 euro a testa. Il sito conserva ricchissimi mosaici pavimentali di quattro ville romane. Alcuni rappresentano piccanti scene di banchetti con divinità e mortali. Lo giriamo in lungo e in largo incuranti del caldo sole che ci avvolge (ricordatevi una scorta d’acqua): vediamo il parzialmente restaurato teatro romano e il teatro ellenistico che sovrasta Kato Pafos. La Casa di Orfeo, da cui si vede il mare vicino, ancora oggetto di scavi. Tra i suoi mosaici spicca quello in cui Orfeo mette pace, come racconta il mito, in una lite tra animali selvaggi. Tra tutte ci piace la casa di Dioniso dio del vino, la più grande delle case ritrovate a Pafos.
Usciamo dal sito archeologico e ci dirigiamo sulla strada principale per raggiungere il castello turco sul mare. Poi breve sosta in un baretto per rinfrescarci un po’. Ed è già ora di ritornare alla macchina. Al ritorno chiediamo di farci fare il bagno in mare e il tassista ci porta nella spiaggia di Kourion. Gli chiediamo anche di acquistare del vino. Ci porta in un discount dove acquistiamo due bottiglie di vino cipriota: una di rosso e una di bianco che non abbiamo ancora stappato! Al porto di Limassol che è proprio bruttino ci colpisce una piccolissima chiesetta.
E anche Cipro è archiviata in modo soddisfacente. Ora bisogna preparasi per la festa dei 18 anni della nostra amica, allestita dopo cena alla discoteca a poppa. Una festa bellissima con una torta gigante e buonissima! Il capo pasticcere, Colombo, si è dimostrato veramente in gamba sfornando dolci squisiti, ma la torta era veramente spaziale! Il tutto innaffiato da ottimo spumante! Auguriiiii! E poi tutti a scatenarci in pista. Il balcone di poppa ci offre sempre la visione della scia che anche in notturna ha il suo fascino. Peccato che la luna non sia piena! E domani ci aspetta Gerusalemme!
13 luglio Haifa
E finalmente siamo in Israele, meta principe della nostra crociera, e, precisamente a Haifa. Il porto è prevalentemente commerciale e noi siamo l’unica nave da crociera ormeggiata. C’è un detto israeliano che così recita: “ A Tel Aviv si va per la movida, a Gerusalemme si va per pregare, a Haifa si va per lavorare”!
Dobbiamo essere sotto nave per le 8.00 in punto e così conosciamo la nostra guida Eitan un signore ebreo tedesco che vive a Gerusalemme (forse ci è anche nato). L’autista del pulmann che ci aspetta poco distante dalla nave è invece mussulmano.
Siamo così curiosi di fare l’escursione a Gerusalemme che non ci pesano le due ore di viaggio con una breve sosta. Ne approfittiamo per conoscere la nostra guida che comincia a illustrarci qualcosa della storia di Israele e del programma della giornata. Il paesaggio è costellato da piccoli villaggi/città prevalentemente mussulmani perché si vedono ovunque minareti. Intanto arriviamo a Gerusalemme dalla parte moderna. Ci accoglie un enorme ponte architettato da Calatrava. E’ sabato quindi giorno di festa per gli ebrei. Nelle strade semi deserte passiamo vicino ai ministeri, alla sede del Governo. Tutto è nuovo e ordinato, con giardini e fontane molto curati. Nel mio immaginario, come in quello di molti penso, Gerusalemme è la piccola città cinta dalle belle mura di Solimano, magari con l’aggiunta dei luoghi sacri adiacenti, quelli della valle del Cedron e del Monte degli Ulivi. In realtà si tratta di una delle principali metropoli del vicino Oriente. E senza la città moderna, che sapientemente la nostra guida ci ha fatto brevemente attraversare, non si può comprendere più nemmeno l’antica.
In un battibaleno siamo davanti al muro e al check point. Salutiamo la nostra guida che troveremo all’uscita da Betlemme e salgono sul pulmann due loschi figuri militari con mitra in spalla da paura: tutti in silenzio. Intanto io sbircio dal finestrino il famoso muro che è in lamiera, mi sembra. Un attimo dopo siamo a Betlemme. Sale sul pulmann la nostra guida: Giorgio che parla un perfetto italiano anche se è del posto e cattolico. Qui il paesaggio urbano è completamente diverso dalla Gerusalemme moderna. Case basse tipo quelle del presepe, alcune anche nuove e belle proprio vicino al muro. Strade strette e piene di gente. Per i mussulmani è il mese di ramadan ma a parte il digiuno tutti lavorano. Non vedo l’ora di poter essere nella chiesa della natività. Ma il pulmann si ferma davanti a una porta di un negozio e ci fanno scendere per gli acquisti. Tempo massimo 45 minuti, anche troppi. Conosciamo i gestori del negozio e acquistiamo qualche ricordo … anche se ancora non abbiamo “visto” nulla. Che dire. Una sensazione strana mi avvolge. Sono nei luoghi in cui Gesù è nato … ho solo desiderio di aprire il mio vangelo che mi sono portata e di leggere il passo in cui Maria e Giuseppe non trovavano posto in nessun albergo e per loro è rimasta solo la mangiatoia! Finalmente arriviamo alla chiesa della natività, bisogna abbassarsi per entrare dalla porta principale perché è alta solo 1 metro e 20. Ci spiega Giorgio che all’origine non era così piccola e stretta ma per evitare che ci andassero con gli animali nei secoli è stata sempre più stretta! La chiesa è nella semi oscurità, ha il tetto a travi ed è a tre navate. Sulla navata di destra ci fermiamo in coda e aspettiamo il nostro turno per mettere la nostra mano sulla stella che simboleggia il punto dove è nato Gesù. Emozione alle stelle! Anche il caldo un po’ soffocante non spegne in me la gioia di essere lì.
Dopo la visita e le spiegazioni di Giorgio, usciamo dalla chiesa e ci dirigiamo al pulmann. Non vi dico lo slalom che bisogna fare tra venditori di ogni genere. E io che vorrei custodire le mie sensazioni e pensieri! Un altro momento di fermo per il pranzo (15 euro) in un locale un po’ odorante di cibo ma con vivande buonissime e locali. Il filafel (polpettine di verdura) è tra i nostri preferiti. Ormai è ora di partire alla volta di Gerusalemme. Troviamo fuori dal muro Eitan con il suo cappello stile cow boy che ci attende. Direzione Monte degli Ulivi. Da lassù si gode un panorama di tutta la città. Non riesco a pensare, non riesco a pregare: solo una parola: Gerusalemme! Gerusalemme così bella, vestita “d’oro, di rame e di luce” come la descrive la più popolare delle canzoni israeliane. Gerusalemme che Israele ha proclamato capitale eterna; Gerusalemme che tre fedi definiscono concordi Città Santa, e che proprio da questa concordia fa nascere una contesa millenaria, un odio profondo. Come si fa ad avvicinarla? Senza una guida è impossibile! Eppure tutte le guide ingannano, sembrano tradire: ognuna ci racconta la “sua” Gerusalemme”, spesso in conflitto con tante altre. Gerusalemme almeno a prima vista dall’alto fa girare veramente la testa! Ecco un assaggio di emozioni che ho avuto dal l’alto dal Monte degli Ulivi per abbracciare con un solo sguardo la città e provare il colpo al cuore della cupola d’oro della moschea di Umar illuminata dal sole del primo pomeriggio.
Scendiamo dal Monte degli Ulivi, dal quale si vede anche il cimitero ebraico con tutte le lapidi bianche senza fiori, e con il pulmann arriviamo alle porte della città murata e ci inoltriamo verso il muro del pianto. Una piazza tutta lastricata di bianco e il muro. Non tantissimi metri di quello che doveva essere una parte del muro del tempio dove divisi tra uomini e donne gli ebrei vanno a pregare. Ci andiamo anche noi, ognuno con le proprie richieste!
Ci aspettiamo tutti sotto il ponte dal quale inizia il suq e la via dolorosa. Ormai le mie idee su Gerusalemme sono ampiamente sovrastate dalla realtà che mano a mano vado scoprendo. Sapevo che la via dolorosa era un mercato ma non mi immaginavo di potermi commuovere a ogni stazione della via dolorosa al ricordo che proprio lì Gesù andava al Golgota e che proprio lì ha incontrato la Veronica ch egli ha asciugato il volto dal sudore, che proprio lì un uomo, il Cireneo, si è fatto carico della croce di Gesù per un breve tratto in salita. Il nostro gruppo cerca di stare compatto per ascoltare le spiegazioni della guida. Molte sono le tentazioni che vorrebbero farci fermare chi in un negozio chi in un latro. Mi piacciono le cataste di pane dalle forme più strane o le montagne di datteri. Ecco poco più avanti un forno: sembra quello della statuina del presepe di quando ero piccola. Arriviamo verso la chiesa del santo sepolcro passando dalla chiesa degli etiopi. Nella grande chiesa subito di fronte osserviamo un grande mosaico raffigurante la deposizione di Gesù e ai piedi dello stesso la lastra di marmo dove Gesù è stato deposto prima di essere sepolto. A destra per delle piccole scale c’è la pietra del Golgota dove è stata issata la croce. Molte persone fanno la fila … Ci aspettiamo tutti per un po’ di tempo e ci dirigiamo al santo sepolcro, ma ahimè la guida ci dice che il tempo sta per scadere e che quindi non potremo visitarlo. Io e mio marito chiediamo il permesso di fare ritorno alla nave con i nostri mezzi senza un po’ di paura ma non possiamo non visitare un luogo così importante, anche se per brevi istanti, e ci mettiamo in fila. Con nostro stupore si accodano con noi altri amici del gruppo. Così scopriremo che la guida con i pochi rimasti ci aspettano fuori sui gradini di fronte alla chiesa. Una vera felicità ci assale e un particolare ringraziamento a ciascuno per averci aspettato! Tutti insieme ci dirigiamo verso la porta di Giaffa e da lì costeggiando le mura arriviamo al pulmann che ormai ci dava per dispersi! Così in poche ore abbiamo vissuto un pochino Gerusalemme e sperimentato quello che da tempo avevamo desiderato! Gratitudine mista a commozione mi assale quando sul pulmann ripenso a tutti i momenti della giornata. Con Eitan la nostra guida si è creato un bel rapporto di stima. I ragazzi in fondo al pulmann cantano una canzone: Shalom. Eitan è commosso e la cantiamo tutti insieme. Per fare prima ad arrivare alla nave passiamo dalla Cisgiordania e quindi alto posto di blocco e altri loschi figuri! Tutto tranquillo comunque! Stanchi ma felici ci ritroviamo sotto nave: scopriremo di essere stati gli ultimi a rientrare, appena in tempo per la cena.