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Emozioni Sudafricane e relax a Mauritius

Il nostro girovagare sta per terminare, intanto la luce inizia a cambiare: si sta avvicinando il momento del tramonto.

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Ci dirigiamo verso una radura con un piccolo laghetto dove l'organizzatissimo ranger prepara per noi "un aperitivo al tramonto": salatini, salsicce secche, vino e gin tonic.

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Ed ecco il nostro secondo tramonto sudafricano...


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Pian piano cala la notte e il safari è continuato al buio: impala, zebre e piccole manguste si sono fatte vedere ma non fotografare.

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Al ritorno al lodge ci aspetta una grigliata preparata appositamente per noi.


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Ceniamo nelle sale del lodge perchè fuori fa piuttosto freddo

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Dopo cena chiediamo di essere accompagnati in camera: la giornata è stata lunga e piena di emozioni, è ora di riposare.

Speravamo di riposare tranquilli…. Per tutta la notte le scimmie hanno corso e litigato sopra le nostre teste e anche le iene e gli ippopotami si sono dati da fare con un concerto che ci ha svegliato più volte nel corso della notte.

Emozioni della giornata: stupore per la prima giraffa vista praticamente appena scesi dall’aereo; ammirazione per i leoni, splendidi felini veramente bellissimi; scarica di adrenalina alla carica dell’elefantessa; meraviglia di fronte al secondo tramonto sudafricano.
 
19 giugno

Alle 6.30, dopo un caffè e un croissant, eravamo pronti a ripartire per un nuovo safari. A differenza del pomeriggio precedente in cui le temperature erano attorno ai 28°C, la mattina era decisamente fredda. Piumino, scaldacollo, cappello di lana e una coperta di pile messa a nostra disposizione sulla jeep sono stati indispensabili per affrontare il freddo pungente.

Poco dopo la partenza il sole inizia a sorgere regalandoci colori paragonabili a quelli di un tramonto

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E compaiono le prime giraffe...

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Incontriamo una mamma con il cucciolo che curioso si è fermato a guardarci mentre la sua mamma continuava a camminare per la sua strada. Lo sguardo e gli occhi dolci del cucciolo sono indimenticabili. Si è attardato per scrutarci con attenzione e quando si è accorto che sua madre si stava allontanando si è avvicinato velocemente a lei ma non distogliendo lo sguardo da noi.

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Altre giraffe erano un poco più avanti.
Sono tra gli animali che abbiamo visto più spesso; sono molto confidenti, tranquille ed eleganti. Si muovono in modo che definirei "sinuoso". Mangiano soprattutto le foglie delle acacie che qui hanno delle spine non indifferenti. Riescono a strappare le foglie con la lingua senza pungersi grazie alla loro saliva che ci è stata descritta come “gommosa”. Dopo un po’ che vengono strappate le foglie l’acacia libera tannini che le fanno diventare amare così la giraffa deve spostarsi su un’altra pianta. In questo modo si preserva anche la sopravvivenza della pianta.

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Altre curiosità sulle giraffe è che dormono coricate ma un esemplare del branco rimane sveglio per dare per tempo l’allarme in caso di arrivo di qualche predatore: le giraffe ci mettono un po’ a rimettersi in piedi; sono gli unici animali che nascono già con le corna e camminano come i cammelli: la loro andatura si chiama "ambio".

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Nella fotografia qui sopra si vede un piccolo uccello posato sul muso della giraffa: si tratta di una bufaga o "uccello zecca". Questi uccelli convivono con le giraffe e si nutrono delle zecche e di altri parassiti che si possono trovare sul mantello della giraffa. Entrambi ne traggono vantaggio: la giraffa viene liberata dai parassiti e la bufaga si riempie la pancia!

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L’incontro successivo è stato con un avvoltoio appollaiato su un ramo.

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E’ stata poi la volta degli impala che qui chiamano scherzosamente Mc Donald’s per il disegno che si ritrovano sul posteriore; i maschi hanno le corna mentre le femmine ne sono prive.

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Gli impala si riescono a fotografare solo da lontano poichè sono molto timorosi e scappano appena ci si avvicina un po' di più.

Il tempo di qualche scatto e ripartiamo.....
 
Altre giraffe erano un poco più avanti.
Sono tra gli animali che abbiamo visto più spesso; sono molto confidenti, tranquille ed eleganti. Si muovono in modo che definirei "sinuoso". Mangiano soprattutto le foglie delle acacie che qui hanno delle spine non indifferenti. Riescono a strappare le foglie con la lingua senza pungersi grazie alla loro saliva che ci è stata descritta come “gommosa”. Dopo un po’ che vengono strappate le foglie l’acacia libera tannini che le fanno diventare amare così la giraffa deve spostarsi su un’altra pianta. In questo modo si preserva anche la sopravvivenza della pianta.

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Altre curiosità sulle giraffe è che dormono coricate ma un esemplare del branco rimane sveglio per dare per tempo l’allarme in caso di arrivo di qualche predatore: le giraffe ci mettono un po’ a rimettersi in piedi; sono gli unici animali che nascono già con le corna e camminano come i cammelli: la loro andatura si chiama "ambio".

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Nella fotografia qui sopra si vede un piccolo uccello posato sul muso della giraffa: si tratta di una bufaga o "uccello zecca". Questi uccelli convivono con le giraffe e si nutrono delle zecche e di altri parassiti che si possono trovare sul mantello della giraffa. Entrambi ne traggono vantaggio: la giraffa viene liberata dai parassiti e la bufaga si riempie la pancia!

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L’incontro successivo è stato con un avvoltoio appollaiato su un ramo.

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Bello bello bello!!!
 
Dopo poco il ranger ferma la jeep e controlla le tracce sul terreno, sembrano quelle di un ghepardo.

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Scende dalla macchina e si addentra nella boscaglia. Da lì a qualche momento torna indietro e ci dice di scendere. Ci guardiamo un po’ perplessi prima di scendere e iniziamo a seguire il ranger su un sentiero fino a quando ci troviamo davanti il maschio dell’unica famiglia di ghepardi presenti nella zona.


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Siamo stati fortunati a riuscire a vederlo anche se dotato di radio collare. Infatti la riserva si estende su circa 15.000 ettari e in tutto il territorio c’è un solo maschio e una femmina con 4 cuccioli.

Ci siamo avvicinati lentamente uno alla volta arrivando a circa 6 metri dal ghepardo che per un po’ ha sopportato la nostra presenza e si è concesso alle nostre macchine fotografiche. Ci hanno poi spiegato che mentre i leoni e i leopardi sono pericolosi perché in caso di movimenti bruschi possono attaccare, il ghepardo è timoroso e preferisce scappare. Possono essere addomesticati abbastanza facilmente e uno di loro è utilizzato per tenere lontane antilopi, zebre e giraffe dalle piste dell’aeroporto di Hoedspruit.
 
Abbiamo continuato a girovagare per la riserva spostandoci verso la zona più meridionale dove la boscaglia è meno fitta e ci sono diverse pozze d’acqua dove gli animali si radunano per abbeverarsi.

Sulle rocce scorgiamo una procavia che, difficile da credere, ha un progenitore in comune con gli elefanti!

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Incontriamo un altro grande gruppo di impala e in lontananza vediamo le antilopi d’acqua; grosse antilopi caratterizzate da una cerchio di peli bianchi sul posteriore e intorno alla gola.

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Arriviamo alla zona dei baobab. Ce ne sono solo tre all’interno della riserva e sono tra i baobab più a sud di tutta l’Africa. L’albero a cui ci avviciniamo è veramente immenso; hanno calcolato che ha circa 800 anni. I baobab hanno il legno fibroso e privo dei classici anelli che permettono di calcolare l’età degli altri alberi. I baobab crescono in altezza mediamente di 1 metro ogni 10 anni, perciò un albero come questo alto circa 80 metri dovrebbe avere appunto 800 anni.

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I baobab hanno altre caratteristiche singolari: ad esempio il fatto che il colore della corteccia cambia con il calore e l’esposizione al sole. Al mattino presto la corteccia è grigia, man mano che si scalda e che viene esposta al sole diventa rossastra. Del baobab si può usare tutto. I frutti sono vellutati e quando sono maturi hanno un sapore leggermente acidulo simile a quello del limone; le foglie possono essere bollite e mangiate come gli spinaci; con le fibre del legno si possono fare corde.

Nelle fotografie qui sotto si iniziano a vedere alcune zone del tronco che stanno diventando rosse


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Tornando verso il lodge ci ha attraversato la strada un leopardo che si è buttato nella boscaglia; con la jeep ci siamo addentrati anche noi tra gli arbusti per cercare di avvicinarci e fotografarlo ma nonostante numerosi tentativi in diversi punti del bosco non siamo più riusciti a vederlo. Forse anche perché eravamo tutti intenti a schivare i rami che ci venivano addosso.

Proprio vicino al lodge abbiamo incontrato un gruppo di babbuini (forse quelli che litigavano la notte precedente sopra la nostra testa) e un grosso coccodrillo che si crogiolava al sole sulla riva del fiume.

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Ci stavano già aspettando con una abbondante colazione all’inglese che abbiamo decisamente apprezzato. Ci siamo poi messi un po’ sui lettini della piscina ed eccolo lì: il coccodrillo che è passato proprio lì sotto per risalire sulla riva un poco più in là.

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Dopo colazione abbiamo avuto un po' di tempo per rilassarci sulla terrazza del nostro bungalow e stando lì comodamente seduti dall'altra parte del fiume abbiamo visto diversi animali, quasi come essere davanti ad uno schermo

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Alle 13.30 pranzo e poi partenza per il secondo safari della giornata.....
 
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