La76
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Manlio, condivido le due riflessioni...provo ad aggiungere un paio di ragionamenti.
Purtroppo, troppo spesso si ha la tendenza a pensare che quello che è un grosso business per un certo periodo, a volte decenni e più, debba per forza continuare all'infinito...purtroppo non è così.
La cantieristica navale passeggeri (quella merci sostanzialmente è stabile anzi, forse in costante espansione dato l'aumento delle richieste di beni ma il sostanziale modo di trasportartarle che è rimasto invariato) nell'ultimo secolo ha iniziato la sua espansione dalla costruzione dei transatlantici legati ai lunghi trasferimenti sia degli emigranti che dei 'comuni viaggiatori' ...e poi ha avuto il suo primo grande declino:gli aerei.
Da quel punto in poi comincia la strada delle crociere per diletto...ovvio e naturale che la curva di espansione, data la novità per un certo periodo sia stata in costante crescita...ma ad ogni crescita, di qualsiasi novità, prima o dopo corrisponde sempre un punto di stallo.
Qualsiasi nuova compagnia ha bisogno di navi al suo inizio...10-15 con magari più vari all'anno...ma quando la sua flotta è formata, potrà continuare ad inserire 1-2 navi massimo all'anno (quello che sta succedendo ora) che corrispondono, per i cantieri, ad una netta diminuzione delle commesse.
Purtroppo io il 'problema' di oggi lo vedo in quest'ottica...non c'è più bisogno di tutti i cantieri che ci sono.
O meglio, gli stessi andrebbero riconverti e aperti ad altri prospettive (come ho già spiegato in alcuni post indietro) come ad esempio la manutenzione.
...E qui si arriva al nocciolo della questione!Tra chi ha i "poteri decisionali" spesso viene sottovalutato l'evolversi del mercato, si "dorme sugli allori" senza preoccuparsi troppo di quello che sarà il futuro...chi poi ci rimette di più, alla fine, sono i lavoratori...ma come dice un vecchio detto non si può chiudere la porta della stalla quando i buoi sono già scappati!
E se da un lato sono scappati perchè sono "morti" dall'altro magari l'hanno fatto perchè in quella stalla pagavano come all'Hilton ma erano in una bettola...e se per un po' questo l'hanno accettato perchè comunque non conoscevano altro, quando si sono potuti guardare intorno ed hanno visto altre realtà migliori se ne sono andati.
Un declino, come giustamente dici tu, non è qualcosa che "costruisci" in poco tempo...è frutto di tutta una serie di scelte e strategie sbagliate, iniziate molti anni fa.
La realtà a cui siamo giunti oggi purtroppo non è risolvibile con uno sciopero...probabilmente non è proprio risolvibile con nulla
Ma quello che io ho provato a spiegare in più modi è che se oggi una possibile alternativa per i posti di lavoro la si potrebbe trovare nella manutenzione, diventa estremamente controproducente dare segni di "instabilità" tramite manifestazioni e blocco della consegna di una nave...
Poi ricordo seguendo il ragionamento di Leo che anni fa la Fincantieri voleva attrezzarsi per espandere le sue capacità produttive, ma lo voleva fare (va detto) all'estero..
Delle cose che non capisco una è perchè in Italia occorre portare avanti le attività morte e non fare quello che richiede il mercato
Purtroppo, troppo spesso si ha la tendenza a pensare che quello che è un grosso business per un certo periodo, a volte decenni e più, debba per forza continuare all'infinito...purtroppo non è così.
La cantieristica navale passeggeri (quella merci sostanzialmente è stabile anzi, forse in costante espansione dato l'aumento delle richieste di beni ma il sostanziale modo di trasportartarle che è rimasto invariato) nell'ultimo secolo ha iniziato la sua espansione dalla costruzione dei transatlantici legati ai lunghi trasferimenti sia degli emigranti che dei 'comuni viaggiatori' ...e poi ha avuto il suo primo grande declino:gli aerei.
Da quel punto in poi comincia la strada delle crociere per diletto...ovvio e naturale che la curva di espansione, data la novità per un certo periodo sia stata in costante crescita...ma ad ogni crescita, di qualsiasi novità, prima o dopo corrisponde sempre un punto di stallo.
Qualsiasi nuova compagnia ha bisogno di navi al suo inizio...10-15 con magari più vari all'anno...ma quando la sua flotta è formata, potrà continuare ad inserire 1-2 navi massimo all'anno (quello che sta succedendo ora) che corrispondono, per i cantieri, ad una netta diminuzione delle commesse.
Purtroppo io il 'problema' di oggi lo vedo in quest'ottica...non c'è più bisogno di tutti i cantieri che ci sono.
O meglio, gli stessi andrebbero riconverti e aperti ad altri prospettive (come ho già spiegato in alcuni post indietro) come ad esempio la manutenzione.
Al momento giusto poi tutto questo sistema se non è crollato prima viene portato al collasso da persone, spesso appartenenti allo stato, che hanno però il loro interesse a rifilarlo ad un privato..
...
Per mettere in piedi questa distruzione ci vogliono cinque/dieci anni, ed ovviamente i famosi operai per quei cinque/dieci anni fanno solo chiacchere e subiscono di tutto, per poi fare le manifestazioni estreme, e magari controproducenti, alla fine..
...E qui si arriva al nocciolo della questione!Tra chi ha i "poteri decisionali" spesso viene sottovalutato l'evolversi del mercato, si "dorme sugli allori" senza preoccuparsi troppo di quello che sarà il futuro...chi poi ci rimette di più, alla fine, sono i lavoratori...ma come dice un vecchio detto non si può chiudere la porta della stalla quando i buoi sono già scappati!
E se da un lato sono scappati perchè sono "morti" dall'altro magari l'hanno fatto perchè in quella stalla pagavano come all'Hilton ma erano in una bettola...e se per un po' questo l'hanno accettato perchè comunque non conoscevano altro, quando si sono potuti guardare intorno ed hanno visto altre realtà migliori se ne sono andati.
Un declino, come giustamente dici tu, non è qualcosa che "costruisci" in poco tempo...è frutto di tutta una serie di scelte e strategie sbagliate, iniziate molti anni fa.
La realtà a cui siamo giunti oggi purtroppo non è risolvibile con uno sciopero...probabilmente non è proprio risolvibile con nulla
Ma quello che io ho provato a spiegare in più modi è che se oggi una possibile alternativa per i posti di lavoro la si potrebbe trovare nella manutenzione, diventa estremamente controproducente dare segni di "instabilità" tramite manifestazioni e blocco della consegna di una nave...