Re: Genova
27 dicembre 2008
STAZIONI MARITTIME GENOVA
FONDALI TROPPO BASSI, MEGA-NAVI A RISCHIO
Altro che inchieste, procure, incriminazioni e misfatti : nei giorni scorsi Genova ha rischiato uno sberleffo colossale agli occhi del mondo.
Se Autorità portuale e vertici di Stazioni Marittime non avessero precauzionalmente dato un’occhiata alla profondità dei fondali del terminal passeggeri, Msc Fantasia avrebbe come da copione tentato l’attracco a Ponte dei Mille. Insabbiandosi. Ci sarebbe voluta una portaerei per trainare il gigante delle crociere fuori dalla melma e dai fanghi del porto antico....
Già cinque anni fa la denuncia del Secolo XIX era stata chiara e forte. Era assolutamente necessario intervenire con urgenza nel porto storico con il dragaggio dei fondali, ormai insufficienti sia per le portacontainer che per le navi da crociera di nuova generazione. Ma con una presa di posizione ancora oggi incomprensibile, l’Autorità portuale guidata in maniera dilettantesca da Giovanni Novi si indispettì, arrivando a negare l’evidenza. Risultato? I fondali rimasero tali e quali. Solo nell’ultimo periodo del suo mandato, Novi fu spinto dalla Capitaneria di porto ad affrontare il problema. Ma, al di là di tante dichiarazioni, non venne fatto nulla di concreto.
Oggi la situazione è veramente drammatica. La nuova ammiraglia di Msc Crociere, arrivata per la prima volta a Genova proveniente da Napoli, non ha potuto attraccare a Ponte dei Mille, dove il pescaggio attuale è di 7,5 metri, ma è stata spostata a Ponte Doria. Del resto la nota riservata inviata il 15 dicembre scorso dalla Capitaneria di Porto al Corpo dei piloti e all’Autorità portuale è chiara e inequivocabile: fino a quando non saranno effettuati i dragaggi, è interdetto l’attracco delle grandi navi da crociera ai due accosti di Ponte dei Mille, uno lungo 290 metri e uno 220 metri. Una profondità di almeno 10 metri è assolutamente necessaria per le grandi navi dell’ultima generazione, non solo quelle di Msc ma anche di Costa Crociere e Royal Caribbean. Secondo i programmi, i dragaggi dovrebbero iniziare il prossimo febbraio.
Ma questa ennesima brutta storia portuale è intrecciata a doppio filo con mille altre variabili politiche e burocratiche. Ancora una volta, tutto dipende da Roma, cioè dall’approvazione della variante per Calata Bettolo, dove dovrebbero finalmente iniziare i lavori per il terminal container in joint venture fra la Msc di Gianluigi Aponte ed il Sech di Luigi Negri. I detriti e tutte le schifezze prelevate dai fondali antistanti la Stazione Marittima, saranno destinati infatti ai riempimenti del nuovo terminal container. Ma senza il via libera alla variante Bettolo, tutto continuerà a stagnare in acque sempre più basse.
E senza pescaggi sufficienti, molto presto le navi non potranno più entrare nel porto storico. Con un atto concreto di governo dei moli, l’Autorità portuale guidata da Luigi Merlo ha previsto per il prossimo triennio un investimento di 500 milioni di euro, di cui una parte significativa riguarderà proprio i dragaggi. La previsione di intervento interessa l’intera area di Sampierdarena e delle banchine della Stazione Marittima, con fondali che dovrebbero consentire un’immersione fino a meno 18 metri per il porto commerciale e a meno 10 metri per il porto passeggeri.
Ovvio che a questa assunzione di responsabilità debbano ora seguire fatti concreti e tempestivi. Non è nemmeno immaginabile supporre che fra qualche mese le navi da crociera vengano dirottate da Genova su altri porti più accoglienti per colpa di qualche cavillo burocratico. È pur vero che il tema dei dragaggi è diventato l’ennesima palla al piede di quasi tutta la portualità nazionale, dalla Spezia a Livorno, da Napoli a Taranto per arrivare a Trieste. Quello che in tutti i maggiori porti del mondo è un intervento di ordinaria amministrazione, da noi si trasforma in psicodramma, in una commedia dell’assurdo e degli equivoci. Il problema, ancora una volta, è quello dei tempi.
Rispetto ad una concorrenza internazionale ben più dinamica, in Italia qualsiasi intervento pubblico continua ad accumulare tempi e modalità inadeguate rispetto alle esigenze del mercato. A Genova, poi, si rasenta la farsa: a pochi passi da Ponte dei Mille si costruirà (forse) una banchina per navi da crociera. Banchina inadeguata e troppo corta rispetto alle navi che vengono costruite a Sestri Ponente, a soli pochi chilometri di distanza e all’interno dello stesso porto. Da un lato le regole farraginose di una legislazione portuale che va riformata al più presto, dall’altro la miopia di amministrazioni locali, ad iniziare dal Comune, che per anni hanno fatto di tutto e di più (clamorose le decisioni della giunta Pericu) per ostacolare la prima industria cittadina.
L’attuale sindaco, Marta Vincenzi, ha sempre detto che il rilancio della città deve partire dal recupero di competitività del porto. Dopo tante parole, non sarebbe male iniziare l’anno nuovo con un primo atto concreto, il dragaggio a febbraio dei fondali di Ponte dei Mille.
Giorgio Carozzi
(da shippingonline)