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I love Toscana, un viaggio tra Pievi Romaniche e borghi fortificati.

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Di nuovo in viaggio....



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Arroccato su di un monte abbracciato al suo castello, sorge questo piccolissimo borgo nel cuore verde della Toscana.

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Lari, piccolo borgo abitato fin da epoca etrusca. Al centro del paese si erge la massiccia sagoma del castello, già documentato nell’alto Medio Evo, anche se la struttura attuale è della prima metà del ‘600. Grazie alla sua posizione dominante su tutto il valdarno (dalle sue mura la vista spazia libera dai monti pisani alle balze di Volterra, dalla costa livornese fin oltre Peccioli) è stato un importante presidio militare della Repubblica Pisana fino a che questa non venne conquistata da Firenze, nell’ottobre del 1406. Il castello è difeso da una cinta muraria esterna con tre porte di accesso: Porta Fiorentina, Pisana e Volterrana.


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Lari è comunque un borgo da visitare senza fretta, a piedi, per scoprire passo passo le mille meraviglie che nasconde nelle vie che dal borgo si dipanano nella campagna circostante. “Venni a Lari e dalla sua rocca mostrai paese vasto, la parte più bella della Toscana”, come ebbe a dire il Granduca di Toscana Leopoldo II quando visitò questo piccolo paese.
 
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Alla rocca si accede da una rampa di quasi cento scalini, che conduce al cortile in cui spicca il Palazzo Pretorio con la facciata ricoperta dai numerosi stemmi dei vicari succedutisi al Castello per oltre quattro secoli. Al centro del cortile una cisterna, e più a lato una piccola cappella. La rocca, pur rimaneggiata, presenta ancora tutte le funzioni a cui ha assolto: fortezza, carcere, residenza del Vicario, tribunale. Caratteristiche che, assieme al patrimonio artistico costituito dagli stemmi, contribuiscono a renderlo un esempio quasi unico in Toscana.


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La cappella posta nel cortile.


L' interno del castello è visitabile.

Oggi il Castello ospita un innovativo museo interattivo didattico, in cui applicazioni tecnologiche si integrano con un sistema illustrativo che porta alla scoperta dei segreti della fortezza. L’utente decide cosa approfondire e come interagire con le numerose applicazioni multimediali, attraverso tavoli multi-touch, giochi didattici multimediali, personaggi olografici in costume, proiezioni. Un racconto e una scoperta alla portata dei più piccoli, grazie ad alcuni cortometraggi e applicazioni. I visitatori possono così ricostruire la sua storia, esplorando le segrete, la sala del tribunale, il carcere con le celle, e le sale che animavano il castello nel XVI secolo.

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Il tribunale


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La cancelleria con ancora i ichi dei processi eseguiti.


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Atti giudiziari.


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Il lungo corridoio che porta verso le carceri.
 
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Qui venivano praticate le torture con le quali il tribunale dell'inquisizione otteneva le confessioni, non sempre veritiere pur di porre fine al supplizio.

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Le celle, umide poco ariose , dove le condizioni di prigionia erano disumane.

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Mi hanno sempre affascinato gli eventi storici che si intrecciano con le bellezze artistiche presenti nel nostro patrimonio che così tanto ne dà lustro in tutto il mondo.

Siamo in Toscana e chi è la famiglia che ha disegnato, segnato la traccia al più grande movimento artistico del '400?
I Medici....antica e potente famiglia nobile italiana di origine toscana, che divenne una delle dinastie protagoniste e di centrale importanza nella storia d'Italia e d'Europa a partire dal XV secolo e fino al XVIII secolo.

Di origine umile e provenienti dalla regione geografica del Mugello, i Medici sono attestati almeno dal XII secolo; le attività delle loro prime generazioni riguardarono la mercatura, la tessitura, l'agricoltura e solo sporadicamente l'attività bancaria. I Medici tuttavia iniziarono la loro ascesa al potere proprio grazie ad un banchiere, Giovanni di Bicci, che fece grande fortuna con il banco da lui fondato, il Banco dei Medici. In tal modo la famiglia acquistò nel tempo ricchezza e lustro, divenendo finanziatrice delle realtà più influenti nel panorama politico europeo, tanto da diventare i banchieri del Papa e a finanziare imprese quali la conquista del Ducato di Milano da parte di Francesco Sforza e la vittoria di Edoardo IV d'Inghilterra nella Guerra delle due rose.

Nel territorio toscano è possibile vivere lo sfarzo di corte anche visitando, al di fuori delle dimore di Firenze, alcune dimore secondarie dove la famiglia visse. Sono le Ville Medicee.


Villa Medicea di Poggio a Caiano.


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Ormai sappiamo bene tutti che se oggi vediamo tante meraviglie a Firenze e dintorni è grazie alla famiglia dei Medici.
La Villa Medicea di Poggio a Caiano fu fatta edificare da Lorenzo de’Medici e venne completata solo nel secondo decennio del XVI secolo. Il suo intento era quello di avere una residenza estiva che fosse anche esempio di architettura rinascimentale con elementi classici e rurali. Nel corso della storia qui avvennero numerosi eventi importanti come i festeggiamenti di matrimoni delle progenie della famiglia. Alla morte dell’ultimo discendente dei Medici la villa passò agli Asburgo-Lorena. Successivamente con la conquista napoleonica la residenza subì diverse modifiche interne ed esterne. Tutte queste furono commissionate direttamente dalla sorella di Napoleone, Eleonora Baciocchi Buonaparte. Con il Risorgimento Vittorio Emanuele II fece risistemare completamente la villa per lasciarla come la vediamo oggi. A partire dal 2013 la Villa Medicea di Poggio a Caiano è stata inserita nella lista dei beni protetti dall’UNESCO.


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La villa, dichiarata dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità nel 2013, fu progettata da Giuliano da Sangallo per Lorenzo il Magnifico, come esempio di architettura rinascimentale che fondesse la lezione dei classici (in particolare Vitruvio) con elementi caratteristici dell’architettura rurale toscana. In essa è evidente la lezione di Leon Battista Alberti, sia per la scelta del luogo su cui la Villa sorge, sia per ricerca di simmetria e armonia delle proporzioni.
Posta sulla cima del poggio e rialzata dalla piattaforma del portico che ne accentua l’emergenza, la villa protesa verso il paesaggio si erge come simbolo dell’opera ordinatrice dell’uomo sulla natura.

La costruzione iniziò alla metà del nono decennio del XV secolo e proseguì senza sosta fino alla morte del Magnifico nel 1492. I lavori ripresero nel 1512 sotto la guida del figlio Giovanni, diventato nel frattempo papa Leone X, e terminarono verso la fine del secondo decennio del XVI secolo.
Le decorazioni della facciata e del portico sono classiche: il frontone reca in alto lo stemma mediceo sopra il fregio, in cui l’inserimento della terracotta invetriata policroma costituisce un elemento di continuità con la tradizione quattrocentesca toscana.



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L’edificio non ha visto solo il passaggio della famiglia Medici: dopo l’intermezzo dei Lorena, nell'Ottocento fu la residenza di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte, e nello stesso secolo, durante il periodo in cui Firenze fu capitale del Regno d’Italia (1865-1871), venne rinnovata da Vittorio Emanuele II di Savoia che la designò come una delle sue residenze di campagna.
L’interno reca testimonianze di particolare interesse lasciate dalle importanti personalità che contribuirono alla costruzione e alla decorazione della villa. Sorprendente è in particolare, al piano nobile, la maestosa Sala di Leone X, nella quale si preserva pressoché integralmente uno dei più rilevanti cicli di affreschi toscani del Cinquecento, realizzato da Pontormo, Andrea del Sarto, Franciabigio e Alessandro Allori.


Entriamo....
 
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Si sviluppa su diversi piani, non tutti visitabili. Già l'accoglienza di un atrio sfarzoso sarà il preludio per altrettante bellezze....

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Un teatro....ad esempio.

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Un luogo dedicato all' attività teatrale, il cosiddetto Teatro delle Commedie è ricordato nella Villa già all' epoca dei Medici prima del 1675. La granduchessa Marguerite Louise d'Orleans moglie di Cosimo III, e il figlio Gran Principe Ferdinando, che vissero a lungo a Poggio a Caiano, furono infatti grandi appassionati di intrattenimenti teatrali e musicali, ai quali partecipavano anche indirettamente come attori o musicisti.

Dopo la fine della dinastia dei Medici, nel 1772 il teatro fu restaurato e rimodernato dal Granduca Pietro Leopoldo di Asburgo e Lorena. Più tardi, all' inizio dell'800 , venne intensamente utilizzato da Elisa Baciocchi, che visse nella Villa e che fece realizzare in stile neoclassico, le decorazioni pittoriche e il sipario che raffigura Apollo e Minerva.
 
Dopo il 1865, all' epoca dei Savoia, fu aggiunto lo stemma sabaudo nel proscenio. Nella sala è inoltre presente un antico organo della ricca collezione di strumenti musicali dei Medici, realizzato nel 1703 dal romano Lorenzo Testa, probabilmente per il Gran Principe Ferdinando.

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Ancora oggi il teatro della Villa è utilizzato occasionalmente per spettacoli musicali.
 
Prima di proseguire qualche immagine del verde attorno alla villa e qualche ulteriore nozione che iscrive la Villa di Poggio a Caiano nella lista Villa e Giardini medicei in Toscana, lista del Patrimonio Mondo Culturale e Naturale.

L'iscrizione è la prova dell' eccezione valore universale di un bene culturale o naturale che merita tutela e beneficio di tutta l'umanità. Dodici ville e due giardini disseminati nel paesaggio toscano costituiscono un sito che è testimonianza dell' influenza esercitata dalla famiglia Medici sulla cultura europea moderna attraverso il meccanismo delle Arti.

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Realizzati tra il XV e il XVII secolo, essi rappresentano un originale sistema di costruzioni in armonia con la natura, dedicate al tempo libero, alle arti, alla conoscenza. Le Ville manifestano innovazione nella forma e nella funzione, rappresentano un nuovo tipo di residenza principesca differente sia dalle fattorie di proprietà dei ricchi fiorentini del periodo, sia dai castelli, emblemi del potere signorile.
Primo esempio di connessione tra architettura ,giardino e contesto ambientale, le ville medicee costituiscono un riferimento costante per le residenze principesche in Italia e in Europa. I loro giardini e l'integrazione nell' ambiente naturale hanno contribuito allo sviluppo di una sensibilità estetica rispetto al paesaggio caratteristico dell' Umanesimo e del Rinascimento.

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Sala dei biliardi....o meglio si potrebbe definire un giardino d'inverno per la fitta e splendida decorazione pittorica...


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L'aspetto attuale della sala risale all'800, quando fu dedicata ai giochi e allo svago della corte dei Savoia.
La piacevole decorazione è stata eseguita nel 1865 dal pittore e scenografo torinese Domenico Ferri, che giunse a Firenze dopo l'unità d'Italia e fu attivo nel rimodernamento delle varie residenze sabaude.
I biliardi risalgono agli inizi dell' 800 ( uno dei due proviene da Palazzo Ducale di Lucca), mentre gli altri mobili, consolle, lampadari, sedie e divani, sono stati realizzati dalla metà del secolo e provengono dal Palazzo Ducale di Piacenza.

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Appartamento di Bianca Cappello


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Le sale di questa parte della Villa sono legate al ricordo romantico, tra storia e leggenda, della bella veneziana Bianca Cappello, amante e poi seconda moglie del Granduca Francesco I de' Medici. I due sposi morirono proprio nella villa nell' ottobre 1587 a poche ore di distanza l'uno dall' altra, probabilmente per malattia. Una tradizione non provata ma ancora viva, vuole che siano stati avvelenati.

Nella sala sono visibili un cinquecentesco camino monumentale in marmo e la scaletta pensile in pietra serena, attribuibile a Vasari, che metteva in comunicazione l'appartamento di Bianca con quello dell' amato Francesco.

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In questa sala si possono ammirare tre dipinti di Paolo Veronese : Mose' e il roveto ardente, La resurrezione di Lazzaro, il passaggio del Mar Morto e una tavola di Giorgio Vasari : Cristo deposto con la Vergine, i santi Cosma e Damiano e un angelo con i segni della Passione, originariamente collocata nella Cappella privata delle Villa.


Si sale....

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...un monumentale Scalone....

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...si attraversano sale...e si giunge nel salone ...non in uno qualsiasi, ma nell' assoluta sfarzosità degna della famiglia de' Medici.


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Salone di Leone X




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Cuore della Villa, il grande salone sostituisce l'abituale cortile centrale di tradizione tre-quattrocentesca, nell'innovativa e grandiosa struttura architettonica di chiara ispirazione classica ideata da Giuliano da Sangallo intorno al 1485.

La splendida decorazione della volta a stucco e delle pareti a fresco rende evidente lo scopo primario di questo salone: la rappresentazione e l'esaltazione delle glorie della dinastia dei Medici ed in particolare di Lorenzo il Magnifico, committente della Villa.
La volta a botte riprende tecniche costruttive dell'architettura romana (col getto di calcestruzzo su casseforme a stampo) e presenta nei lacunari vari emblemi medicei.

Al centro è presente lo stemma di papa Leone X, al secolo Giovanni de' Medici figlio di Lorenzo il Magnifico, responsabile del completamento della Villa e della decorazione del salone, avviata dopo la sua elezione al soglio pontificio( 1513).

Gli affreschi rappresentano: sopra porte e finestre, Virtù; nelle lunette, Vertumno e Pomona di Pontormo e Ercole nel giardino delle Esperidi di Alessandro Allori ; sulla parete di accesso, Il console Flaminio parla al consiglio degli Achei dell'Allori e Il tributo a Cesare di Andrea del Sarto ; sulla parete di fronte, Siface, re di Numidia, che riceve Scipione nuovamente dell'Allori e Il ritorno di Cicerone dall'esilio di Franciabigio.

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Sala da Pranzo




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Sebbene lo sfarzo sia ben visibile, questo ambiente ha qualcosa di intimo e familiare....



In questa Sala, l'affresco al centro della volta è l'unica testimonianza oggi rimasta della decorazione pittorica realizzata nella Villa durante il Seicento per il Gran Principe Ferdinando de'Medici. L'affresco, eseguito dal fiorentino Anton Domenico Gabbiani nel 1698, raffigura l'Apoteosi di Cosimo il Vecchio presentato a Giove dalla città di Firenze. In origine era circondato da una ricca decorazione a stucco distrutta nel 1865 e sostituita dalla modesta incorniciatura voluta dai Savoia e disegnata da Antonio Sailer.

Il camino e gli specchi in gusto neo- rinascimentale sono stati eseguiti nell'Ottocento, così come ottocenteschi sono i due mobili ai lati dell'ingresso, provenienti dalla reggia di Parma ed ispirati a prototipi rinascimentali.

Le consoles in stile Impero sono opere del 1818 di Giuseppe Colzi; vi sono posati vasi cinesi di epoche diverse. Il paravento, proveniente da Parma, è stato eseguito nell'Ottocento in Inghilterra a imitazione delle lacche orientali.

Alle pareti i ritratti, copie da originali di Cristofano dell'Altissimo, raffigurano Camillo del Monte, Filippo II di Spagna, Gastone de Foix e Pier Capponi.

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