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L'America "tra Indiani e Cowboy": da Denver allo Yellowstone, passando per Utah, Montana, South Dakota

La prima serata a Yellowstone è tranquilla e la pioggia pian piano diminuisce. Arriviamo in un lodge molto caratteristico, la signora della reception simpaticissima mi ha anche regalato una saponetta a forma di orsetto. Segnalo anche che nella stanza il Wi-fi, un pochino a rilento, funzionava (per il resto, la connessione è assente in quasi tutto il parco).
Stanza carina e pulita. Una bella doccia calda, usciamo per una veloce passeggiata a bordo del lago, speriamo di vedere qualche animale, ma niente. Andiamo a letto e carichiamo le batterie per l'indomani.

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Ultima modifica da un moderatore:
La prima mattina a Yellowstone è ancora piovosa e abbastanza fredda. Ci dirigiamo verso Old Faithful per esplorare la zona dei geyser ed assistiamo ad uno spettacolo naturale emozionante.
Sotto una leggera pioggerellina, percorriamo la lunga passerella che costeggia i geyser e attraversa i boschi. Passiamo anche sotto il getto di un geyser (non è stata una grande idea bagnarmi con quel freddo, ma era un'esperienza da fare!!) Un'atmosfera veramente meravigliosa, il freddo però non ci faceva godere appieno la passeggiata anche perché non avevamo portato abiti invernali (ci eravamo fermati all'autunno 🤣).
Nel frattempo stiamo molto attenti ad avvistare qualche animale, ma ancora niente, nonostante la loro presenza sia abbondantemente segnalata dai cartelli e anche da qualche impronta. Cominciamo a preoccuparci, possibile che ce ne saremmo andati da Yellowstone senza aver visto un bisonte?
Un po' sconsolati, torniamo all'ordine Faithful per pranzare e scaldarci un po'.
Ennesima sessione shopping, praticamente una delle attività principali della vacanza, 😅, e di nuovo una commessa gentilissima ci da dei suggerimenti graditissimi sulle zone da non perdere. Anche i ranger nel frattempo ci tranquillizzano: di bisonti ed altri animali, anche orsi, ce ne sono a volontà. Ci consigliano di dirigerci verso Hayden Valley in particolare...


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Ultima modifica da un moderatore:
Seguendo un giro antiorario, andiamo verso nord e la zona Mammoth Hot Springs. Ecco i primi bisonti!! Proprio a bordo strada. Finalmente ci sentiamo veramente a contatto con la natura e la sua potenza. Un'altra delle tante emozioni indimenticabili provate nel viaggio. Addirittura nel silenzio si sentiva il rumore dei loro denti che strappavano l'erba ....
Proseguiamo il viaggio e comincia ad uscire qualche timido raggio di sole. Raggiungiamo la particolare zona di Hot Springs e qui vediamo dei cervi al pascolo, vicini ad un corso d'acqua. Un altro incontro ravvicinato intenso; l'uomo e la natura a contatto, nel rispetto reciproco, in sicurezza per tutti. Un'altra passeggiata per noi, anche perché sotto il sole si sta molto meglio. Ci dirigiamo quindi verso il Grand Canyon dello Yellowstone.

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Ultima modifica da un moderatore:
Il Grand Canyon dello Yellowstone è un posto ancora più spettacolare di quanto ci si possa immaginare: perché non è il canyon a cui magari si può tipicamente pensare, in mezzo al deserto e ad una vegetazione brulla, ma è circondato dal bosco. Percorrendo una ripida discesa, arriviamo in un parapetto dove allungando la mano veniamo bagnati dall'acqua della cascata che scorre impetuosa sotto di noi.
Ci rimettiamo in viaggio verso Hayden Valley e l'alloggio della seconda notte (diverso dalla precedente). Altri panorami stupendi si spalancano ai nostri occhi.

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Ultima modifica da un moderatore:
Ad Hayden Valley effettivamente vediamo moltissimi bisonti e cervi.
Speravamo anche di vedere qualche orso, e così è stato: tra l'entusiasmo generale, notiamo le altre auto accostare e le persone scendere, capiamo che c'è qualcosa e così facciamo: a pochi metri da noi, un esemplare di orso nero con due cuccioli riposano sotto un albero. Tutti parlano a bassa voce per non disturbarli, c'è un'atmosfera magica.
Più avanti è stato avvistato un grizzly; ci accodiamo alle persone in attesa, ma tutti ci raccomandano, visto che l'orso era stato perso di vista, che se fosse riapparso dovevamo essere pronti a correre via a gambe levate 🤪 alla fine l'orso fa perdere le sue tracce.
In serata arriviamo nel maestoso albergo che ci ospiterà per questa seconda notte, di fronte al magnifico lago di Yellowstone. Ci concediamo una veloce cena nel bellissimo "ristorante" lì vicino, tra virgolette perché in realtà era un fast food, ma l'arredamento rispecchiava un'atmosfera ottocentesca: tutto in legno, grandi tavole e ancora più grandi vetrate direttamente sul lago. Il cibo non era granché, ma probabilmente è stata la cena più spettacolare del viaggio.
Torniamo quindi in stanza e passiamo la seconda notte a Yellowstone, grati più che mai per la stupenda giornata trascorsa.

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Ultima modifica da un moderatore:
Per l'ultima mattina a Yellowstone ci svegliamo molto di buon'ora. C'è un po' di foschia, ma le previsioni sono buone.
Torniamo verso Hayden valley per vedere qualche altro animale. Ad un tratto notiamo diverse persone ferme sul ciglio della strada , sopra una collinetta, che guardavano lontano. Scendiamo, ci avviciniamo e ci dicono che proprio di fronte a noi , dall'altro lato della valle, c'è un'orsa grizzly con i suoi cuccioli. Ci facciamo aiutare per vederla, qualcuno ci presta un binocolo, alla fine eccola!!! Riusciamo a distinguerla ad occhio nudo. Nonostante la grande distanza, tutti sono in silenzio. Non sono riuscita a fare foto ma conservo questo ricordo con emozione particolare.
Ci dirigiamo verso Grand Prismatic spring (il giorno prima era veramente troppo affollato) , passeggiamo nei sentieri proposti, c'è pure un incontro ravvicinato con un bisonte che occupava il tracciato. Nel frattempo è uscito un sole caldo. Purtroppo è la nostra ultima mattina a Yellowstone ma mi sentivo la persona più felice del mondo per aver avuto la possibilità di vedere questo luogo meraviglioso.

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Cody è una cittadina che sorge presso l'entrata est di Yellowstone. Avevamo prenotato i biglietti per il rodeo che è in programma per tutte le sere estive.
Arriviamo in motel (uno dei migliori, con un giardino curatissimo), ci dirigiamo verso il Buffalo Bill Historical Center of the West, che propone cinque diverse sezioni. Visitiamo insieme quella dedicata ai primi coloni, a Buffalo Bill e ai rapporti con gli Indiani. Poi ci dividiamo: il mio ragazzo si concetra sulla sezione armi, io in quella di storia naturale e scienze, veramente interessantissima, interattiva, riproduce i diversi ambienti americani. Inutile dire che avrei voluto visitare le altre sezioni, ma rimango qui praticamente tutto il pomeriggio. C'è anche un piccolo giardino dove sono ospitati animali che non possono più tornare in libertà.
Veramente molto interessante, consigliatissimo. Sono disponibili anche brochure in italiano .
Cena veloce, e ci dirigiamo al rodeo.

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Devo dire che il rodeo è stato un po una delusione. Qualche esibizione migliore delle altre, ma mi sembrava che si stessero "allenando". D'altronde se si esibiscono tutte le sere.... per di più è stata la serata più fredda dell'intero viaggio. Insomma, tanto quanto mi ha emozionato il museo, così mi ha deluso questa serata di cui ero curiosissima.

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Il giorno dopo la direzione è Billings, Montana.
All'ingresso nel nuovo stato ci accoglie un'aquila che vola alta nel cielo. Andiamo al Little Big Horn battlefield, un luogo dove si respira l'atmosfera di un cimitero militare. In entrata infatti ci sono moltissime croci che ricordano i soldati morti in guerra. Poi, proseguendo, si entra nel parco vero e proprio. La zona è una riserva infatti vediamo degli Indiani a cavallo che percorrono quelle strade. Molti pannelli esplicativi raccontano la battaglia di Little Big Horn e la tragedia per i soldati che vi hanno combattuto, un vero e proprio massacro. Interessantissima la parte storica che ripercorre i rapporti tra Indiani e coloni, soprattutto con i passi in avanti fatti negli ultimi anni. Erano riportate le foto e le dichiarazioni di alcuni presidenti che si sono assunti le responsabilità del caso, ma la ferita per i nativi è ancora aperta.
Passeggiamo ancora un po', alcuni cartelli segnalano la presenza di serpenti a sonagli.
Prima di ripartire, ci fermiamo nel vicino locale/bar/rivendita di souvenir gestito da Indiani. Un manifesto riporta molte attività interessanti organizzate da loro, che avrebbero avuto luogo nei giorni seguenti. Ma dobbiamo ripartire.
Arrivo al motel di Billings, che è enorme e molto carino. Cena, per la prima volta niente hamburger, ma delle gustose RIBS.
Per il giorno dopo in South Dakota il meteo prevede "uragani". Come vi raccontavo nei post precedenti, la nostra macchina non era proprio in condizioni ottimali, erano già apparse un paio di crepe sul parabrezza e qualche ammaccattura. Confesso di essere andata nel panico, così telefono al motel del giorno seguente che per fortuna ci tranquillizza che al massimo ci sarà un po' di pioggia. Rassicurata, vado a letto.

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Chiedo il permesso di sottolineare qualcosa su Little Bighorn che si distingue molto da Wounded Knee dove mi sembra siete anche andati.
Per ironia della sorte, il 7° Cavalleria presente a Wounded Knee era il medesimo che al comando di Custer aveva subito nel 1876 la cocente sconfitta a Little Bighorn da parte di Toro Seduto. Con la sola differenza sostanziale che qui si svolse una vera e propria battaglia, mentre a Wounded Knee si trattò di un massacro indiscriminato di umini, donne e bambini ad opera dei soldati americani.
Quando sono stato su quei due luoghi "battaglia o massacro" erano piuttosto evidenti.
 
Chiedo il permesso di sottolineare qualcosa su Little Bighorn che si distingue molto da Wounded Knee dove mi sembra siete anche andati.
Per ironia della sorte, il 7° Cavalleria presente a Wounded Knee era il medesimo che al comando di Custer aveva subito nel 1876 la cocente sconfitta a Little Bighorn da parte di Toro Seduto. Con la sola differenza sostanziale che qui si svolse una vera e propria battaglia, mentre a Wounded Knee si trattò di un massacro indiscriminato di umini, donne e bambini ad opera dei soldati americani.
Quando sono stato su quei due luoghi "battaglia o massacro" erano piuttosto evidenti.
Grazie per la nota, a Wounded Knee non siamo andati.
 
Riprendiamo l'auto per dirigerci verso il Sud Dakota. In questo stato, a differenza degli altri, notiamo che c'è moltissima attenzione alla leva militare e all'assistenza per i veterani, poiché vediamo veramente moltissimi cartelloni pubblicitari che invitano i giovani ad arruolarsi.
Il tempo si fa sempre più nuvoloso. Facciamo una breve e graditissima sosta nella piccola Broadus, dove troviamo per puro caso un locale veramente carino, dove fanno un ottimo espresso e dei buonissimi cupcake. Si può dire che questa sia stata la prima e unica "colazione" che abbia fatto in questi giorni! (Di solito per l'espresso il riferimento era Starbucks, ma nelle ultime tappe facevamo sempre più difficoltà a trovarne uno).
Arriviamo finalmente al Monte Rushmore. L'atmosfera qui è totalmente diversa da ciò che abbiamo visitato finora: si respira veramente amore e orgoglio per la propria patria, come siamo abituati a pensare in riferimento agli statunitensi.
Un viale all'ingresso ricorda l'anno di annessione o entrata dei vari Stati. Poi si arriva al Monte Rushmore, che lascia esterrefatti. Sono emozionatissima: fin da bambina sognavo di trovarmi qui....
Ci concediamo un pranzo veloce proprio nel fast food adibito vicino al museo, che visitiamo con piacere.
Ripartiamo verso il Crazy Horse Memorial, luogo che ci lascia allibiti. Anch'esso gestito da Indiani, si tratta di un museo e poi c'è il progetto di costruzione di una mastodontica rappresentazione di Cavallo pazzo proprio scolpita sulla montagna, quasi a fare da contraltare al monte Rushmore. Al momento si vede solo la faccia e non si prevede esattamente quando finiranno i lavori. Visitiamo il museo e soprattutto mi interessa molto la parte che ripercorre la storia dell'impatto dei coloni sui poveri bisonti, vittime silenziose del loro arrivo. Le storie degli Indiani costretti a lasciare le loro case, sterminati e rinchiusi nelle riserve sono (purtroppo) note a tutti, ma non conoscevo l'entità della "persecuzione" attuata contro i bisonti, anche per mettere in difficoltà i nativi, ma a volte solo per pura cattiveria, tanto da far rischiare loro l'estinzione. Leggevo addirittura (questo mi ha proprio sconvolta) che la ricca borghesia si accomodava sui treni, e durante il viaggio l'attrazione era proprio la caccia al bisonte, che a migliaia venivano uccisi durante la corsa del treno e le loro carcasse erano lasciate lungo i binari. Rimango allibita nel leggere questo aspetto della storia. La parte finale del museo è di nuovo dedicata ai presidenti che hanno cercato un punto d'incontro con i nativi. Usciamo e c'è una esibizione canora e danzante tenuta da alcuni ragazzi vestiti con abiti tipici.
Visita molto interessante!
Riprendiamo la strada verso il motel e ci prepariamo per la notte.

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Arriviamo al motel, devo dire uno dei peggiori, ma succede un episodio che (col senno di poi!) definisco molto divertente.
Mi ero appena messa il pigiama, il mio ragazzo era in doccia. Era abbastanza tardi, circa mezzanotte. Ad un tratto suona l'allarme (scopriamo poi antincendio). Io vado in bagno, cos'avrà toccato lui?, lui esce dal bagno chiedendo "cosa hai toccato?,", e ridendo ci rendiamo conto che l'allarme era generalizzato. Metto il naso fuori per capire che cosa stesse succedendo, noto che gli altri ospiti tranquillamente si dirigono verso il piano terra. Capisco che sia meglio andare anche noi. In realtà una volta giù nessuno ci dice niente. Gli ospiti sono assonnati, soprattutto i genitori con bambini. Dopo poco ci dicono di tornare nelle stanze, poco convinti saliamo. Ad un tratto arrivano i vigili del fuoco con le Sirene accese! Che dire, anche questa ci è sembrata molto una "scena da film". Però non ci fidiamo troppo e torniamo al piano terra, magari c'è davvero un incendio!
Invece anche i vigili del fuoco poco dopo se ne vanno e torniamo a dormire.
Un episodio particolare è avvenuto la mattina dopo: scendendo le scale, un marcantonio di due metri tutto arrabbiato, sbraita contro la povera ragazza della reception; non capisco molto, ma sembrerebbe essere infuriato perché non è la prima volta che scatta l'allarme in piena notte! Mentre la ragazza cerca di scusarsi, lui esce spalancando la porta e accendendo il pickup (enorme) a tutto gas. Ci siamo guardati tutti un po' perplessi, ma ora che ci pensiamo, anche questa sfuriata ci ha fatti sorridere. 20230625_000841.webp
 
L'ultima tappa prevede una lunga strada attraverso il Nebraska, dove ancora una vediamo panorami stupendi e incontaminati, per arrivare nel primo pomeriggio alle Montagne Rocciose.
In particolare vediamo alcuni bellissimi cavalli. Non possiamo fare a meno di scendere dalla macchina; incuriositi ci vengono incontro. Sono attimi magici, anche perché non c'è nessuna presenza umana e ci divide solo uno steccato.
Attraversiamo il Nebraska sostanzialmente senza vedere anima viva. Incontriamo per caso un contadino fuori la sua abitazione, ci fermiamo per fare due parole e ci conferma che il primo centro abitato è proprio alle falde delle Montagne Rocciose. Senza indugiare oltre, riprendiamo la marcia e attorno all'una del pomeriggio arriviamo nell'ultima, maestosa meta.

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A differenza degli altri parchi, dove abbiamo trovato poco traffico, alle Montagne Rocciose c'è una vera e propria coda di auto per entrare. Finalmente è il nostro turno; naturalmente è un parco immenso da visitare, perciò decidiamo di concentrarci su una piccola parte del tracciato. Innanzitutto, percorriamo una strada che in poco tempo ci porta fino a 3500 mt di altitudine. Il cielo è limpidissimo, il sole abbagliante, c'è un vento fortissimo. Incontriamo una marmotta e molti piccoli scoiattoli (non so se sia il nome esatto) che incuriositi si avvicinano ai turisti. Molti cartelli avvisano di non dare da mangiare agli animali. Che teneri però!!!

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A quella quota c'è ancora neve, caduta pochi giorni prima, ma noi troviamo temperature primaverili. Numerosi corsi d'acqua riversano la neve che si sta sciogliendo, il paesaggio che si vede è immenso e ancora una volta stupendo.

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Scendiamo verso il Bear Lake Corridor, una passeggiata che costeggia il lago, accessibile senza prenotazione nel tardo pomeriggio (sempre per rendere il parco il più vivibile possibile). A quell'ora in zona c'è comunque molto movimento, e in generale pensiamo che questo parco sia quello in cui abbiamo trovato molti più turisti (forse anche più di Yellowstone, complice la bellissima giornata).
Il Bear Lake corridor, che eravamo incerti di visitare vista la necessità della prenotazione, si è rivelato stupendo. Andando lì all'ora del tramonto l'atmosfera era veramente magica. Una tranquilla passeggiata attorno al lago ci ha fatti salutare gli Stati Uniti nel migliore dei modi. Gli ultimi scorci di questa natura immensa....
Alla sera ci fermiamo nel vicino centro di Estes Park, molto turistico, dove acquistiamo gli ultimi souvenir e ceniamo.
Andiamo a letto tardi, ma felici. L'indomani saremmo arrivati a Denver.

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Arriviamo a Denver il giorno successivo, in mattinata, per assistere alla partita di baseball tra la squadra di casa, i Colorado Rockies, e i Los Angeles Angels. L'esperienza di andare allo stadio negli Stati Uniti è molto caratteristica, infatti più che la partita (alla fine si è rivelata abbastanza noiosa, priva di azioni entusiasmanti) ci è piaciuta moltissimo l'atmosfera dello stadio.
Terminata la partita, tentiamo di passeggiare per la città, ma confesso che la vista del degrado in cui vivevano alcune persone, con scene in diretta di ragazzi che stavano assumendo sostanze, mi ha fatto desistere.
Rientriamo quindi in motel, ci rilassiamo, aspettiamo il giorno successivo per recarci in aeroporto.

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