Riprendiamo l'auto per dirigerci verso il Sud Dakota. In questo stato, a differenza degli altri, notiamo che c'è moltissima attenzione alla leva militare e all'assistenza per i veterani, poiché vediamo veramente moltissimi cartelloni pubblicitari che invitano i giovani ad arruolarsi.
Il tempo si fa sempre più nuvoloso. Facciamo una breve e graditissima sosta nella piccola Broadus, dove troviamo per puro caso un locale veramente carino, dove fanno un ottimo espresso e dei buonissimi cupcake. Si può dire che questa sia stata la prima e unica "colazione" che abbia fatto in questi giorni! (Di solito per l'espresso il riferimento era Starbucks, ma nelle ultime tappe facevamo sempre più difficoltà a trovarne uno).
Arriviamo finalmente al Monte Rushmore. L'atmosfera qui è totalmente diversa da ciò che abbiamo visitato finora: si respira veramente amore e orgoglio per la propria patria, come siamo abituati a pensare in riferimento agli statunitensi.
Un viale all'ingresso ricorda l'anno di annessione o entrata dei vari Stati. Poi si arriva al Monte Rushmore, che lascia esterrefatti. Sono emozionatissima: fin da bambina sognavo di trovarmi qui....
Ci concediamo un pranzo veloce proprio nel fast food adibito vicino al museo, che visitiamo con piacere.
Ripartiamo verso il Crazy Horse Memorial, luogo che ci lascia allibiti. Anch'esso gestito da Indiani, si tratta di un museo e poi c'è il progetto di costruzione di una mastodontica rappresentazione di Cavallo pazzo proprio scolpita sulla montagna, quasi a fare da contraltare al monte Rushmore. Al momento si vede solo la faccia e non si prevede esattamente quando finiranno i lavori. Visitiamo il museo e soprattutto mi interessa molto la parte che ripercorre la storia dell'impatto dei coloni sui poveri bisonti, vittime silenziose del loro arrivo. Le storie degli Indiani costretti a lasciare le loro case, sterminati e rinchiusi nelle riserve sono (purtroppo) note a tutti, ma non conoscevo l'entità della "persecuzione" attuata contro i bisonti, anche per mettere in difficoltà i nativi, ma a volte solo per pura cattiveria, tanto da far rischiare loro l'estinzione. Leggevo addirittura (questo mi ha proprio sconvolta) che la ricca borghesia si accomodava sui treni, e durante il viaggio l'attrazione era proprio la caccia al bisonte, che a migliaia venivano uccisi durante la corsa del treno e le loro carcasse erano lasciate lungo i binari. Rimango allibita nel leggere questo aspetto della storia. La parte finale del museo è di nuovo dedicata ai presidenti che hanno cercato un punto d'incontro con i nativi. Usciamo e c'è una esibizione canora e danzante tenuta da alcuni ragazzi vestiti con abiti tipici.
Visita molto interessante!
Riprendiamo la strada verso il motel e ci prepariamo per la notte.