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[Live] - Costa Deliziosa - Giro del Mondo 2024

Giorno 55: Nouméa (Nuova Caledonia)

Dopo avere costeggiato l'isola di Grande Terre nella sua parte meridionale, arriviamo a metà mattina a Nouméa, la capitale della Nuova Caledonia.

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L'isola di Grande Terre è la principale dell'arcipelago della Nuova Caledonia nel Pacifico Sudoccidentale. È un'isola grande, lunga circa 400 chilometri, ed è circondata dalla seconda barriera corallina per lunghezza dopo la grande barriera corallina australiana. La barriera corallina di Grande Terre circonda completamente l'isola, creando la più grande laguna marina del mondo.

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Ci addentriamo nella baia fino al porto di Nouméa, dove ritroviamo ormeggiata la Crystal Serenity, già incontrata a Papeete e a Tonga.

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Nouméa è la capitale della Nuova Caledonia, situata come già detto sull'isola di Grande Terre. È una città cosmopolita con un mix affascinante di culture, influenze europee (soprattutto francesi) e melanesiane. Offre una combinazione unica di modernità e natura, con spiagge bellissime, ristoranti gourmet e una vivace vita notturna. La città è anche conosciuta per i suoi musei, parchi e giardini botanici che celebrano la storia e la biodiversità della regione.

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Tra le spiagge più belle in città: la Plage de la Baie des Citrons e quella di Anse Vata, che si vede nella foto.
 
Nouméa è una città abbastanza grande, circa 100.000 abitanti, molto pulita e ordinata; molto europea e con un tenore di vita abbastanza alto; a giudicare dagli edifici, dalle automobili che circolano (quasi tutte europee e di gamma medio-alta), dai negozi, tutto suggerisce la presenza di un certo benessere, non così diffuso in altre isole dell'area.
Per curiosità siamo entrati in un supermercato di una nota catena francese e devo dire che per i prodotti esposti, per l'ambiente, per la clientela, sembrava proprio di essere in una qualunque città francese.
All'esterno però il clima, l'ambiente, la temperatura sono quelli delle isole del Pacifico. E anche naturalmente i panorami.
Per ammirare la città dall'alto, saliamo alla collina di Ouen Toro.

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La Collina di Ouen Toro è una delle principali attrazioni di Nouméa. Si trova sulla punta meridionale della città e offre una vista spettacolare sull'oceano e sulla città stessa. È un luogo popolare per godersi lo splendido panorama sulle isole e la laguna e per praticare attività all'aria aperta come passeggiate, jogging e picnic. La collina è circondata da una foresta subtropicale e offre anche sentieri per escursioni che permettono di esplorare la sua natura selvaggia e la sua fauna unica.

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Il luogo in città che però non si può fare a meno di visitare è il famoso acquario, piccolo come dimensioni, ma interessantissimo per chi voglia vedere da vicino tutte le forme di vita presenti sulla barriera corallina. Conosciuto anche come Aquarium des Lagons, l'acquario di Nouméa è una delle principali attrazioni della città. L'acquario presenta una varietà di habitat marini locali, offrendo ai visitatori l'opportunità di vedere da vicino una vasta gamma di specie marine, incluse numerose specie di pesci tropicali, coralli e altri organismi marini. È un luogo educativo e divertente per esplorare la ricca biodiversità marina di queste isole straordinarie.

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Interessante vedere come i coralli presentino delle fluorescenze se illuminati con una luce blu. Nelle foto sotto la stessa inquadratura a luce normale e con lampada di Wood.

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Girando tra le vasche dell'acquario vediamo animali sottomarini di molte specie: aragoste...

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Murene...

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Pesci scorpione...

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Pesci palla... e tanti altri.

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Molto interessante anche la vasca dove si possono ammirare a tu per tu alcuni esemplari di tartarughe marine.

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Splendide anche le ricostruzioni della barriera corallina, con i mille pesci colorati, di ogni forma e dimensione, che la popolano. Compreso un magnifico squalo zebra...

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Rientriamo in nave che è ormai quasi sera. Il tramonto qui è attorno alle 18 e poi è subito buio. Quando la nave parte, due ore dopo, sembra già piena notte.

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Mentre le luci di Nouméa si affievoliscono nel buio, sparendo piano piano dalla nostra vista, il nostro stato d'animo è contrastato. Questa era la nostra ultima isola del Pacifico e lasciare questo mondo fatto di piccole isole, di natura da giardino dell'Eden, di spiagge bianche, di natura incontaminata, di gente sorridente e che sembra sapere godere il meglio della vita. Beh, lasciare tutto questo un po' ci dispiace; un po' già ci manca.
Ora però ci aspetta l'Australia. Ci aspettano nuove mete, nuovi obiettivi, nuovi posti da visitare, da conoscere.
Dunque addio isole del Pacifico, è stato bello e gratificante toccare tanti luoghi da sogno. È stato bello navigare in questi mari, sbarcare ogni giorno in una nuova isola, conoscere nuove culture, immergersi in queste acque limpide e calde, godere di questa natura prorompente e rigogliosa.
Addio dunque... o forse arrivederci...
 
Giorno 56: navigazione

Oggi meteo poco favorevole: vento dai settori orientali forza 5, mare mosso con onda lunga, cielo nuvoloso e piovaschi. Più a sud, attorno alla Nuova Zelanda, il tempo è molto brutto e noi qui risentiamo in parte degli effetti.
Comunque la navigazione verso l'Australia procede tranquilla con una velocità attorno ai 13 nodi. Dovremmo arrivare a Sydney sabato mattina alle 6.30

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Carissimo Sig. Roberto , sarebbe interessante sapere qualcosa riguardo la vita a bordo quali sono le attivita' ... ci sono feste o serate a tema ? i buffet serali tipo magnifico ? spettacoli a teatro?
Grazie Mille

Anche a me. Se Roberto ha un minuto in più da deciderci piacerebbe sapere la vita in nave. Serate. Cibo spettacoli

Senza impegno ovviamente prima deve pensare giustamente a godersi le vacanze

La vita a bordo si svolge più o meno come sulle normali crociere. Può assomigliare a ciò che viene proposto nelle crociere lunghe, di almeno due settimane, o nelle transatlantiche, ma con tempi e ritmi ancora più dilatati.
Tutto è organizzato per tratta: in questo giro sono quattro, della durata di circa un mese ciascuna. Terminata una tratta si ricomincia daccapo, con qualche variante naturalmente.
Ci sono degli appuntamenti fissi ogni giorno con musica dal vivo di generi diversi: piano bar, classica, ecc. Con diversi artisti e band.
Fisso è anche l'appuntamento ogni sera al Grand Bar per chi ama i balli di coppia.
Poi ci sono le serate di gala e le serate a tema, per fare qualche esempio: notte bianca, serata tropicale, serata latina, carnevale, festa spagnola, beach party, rock & roll party, festa pirata, revival party, glamour night e tanti altri...
Per quanto riguarda invece gli spettacoli, faccio anche qui qualche esempio: ieri sera c'è stato lo spettacolo "International live concert: Party with me" del cantante e ballerino Anthony Alvarez; la sera prima lo spettacolo dell'equipaggio "Gente di mare"; prima ancora un tributo a Michael Jackson del cantante Alessio Piuma; uno spettacolo del tenore Emanuele Servidio; poi spettacoli di danza, acrobati, ecc. Poi ci sono anche gli spettacoli di artisti locali, come ad esempio a Tahiti (di cui avevo messo alcune foto), in Cile, Colombia. Di solito sono spettacoli folcloristici con musica, danze e canti legati alla cultura locale dei posti visitati.
Questa sera invece sarà serata di gala: dopo la cena ci sarà il gran ballo con gli ufficiali di bordo. Mentre lo spettacolo a teatro sarà: "Extralive. Una innovativa presentazione del team di intrattenimento in un magico viaggio tra palco e backstage".
In tarda serata la Glamour night in discoteca.
Insomma ce n'è per tutti i gusti...
Magari domani inserisco qualche foto dei piatti della cena di gala. Mentre non inserisco mai foto delle attività a bordo per motivi di privacy, in quanto per forza di cose apparirebbero persone riconoscibili che invece preferirebbero non apparire...
 
Roberto la considerazione che queste isole già vi mancano, in effetti è uno degli aspetti che più mi incuriosisce del giro del mondo. Com'è cambiare ogni giorno meta? Vedere determinati posti solo per poche ore? Da un lato fa parte di questo tipo di esperienza, dall'altro però sicuramente dev'essere "triste/malinconico" abbandonare così presto questi posti

Il fatto di fermarsi per un breve tempo, di solito poche ore, in un luogo e poi passare al successivo, in effetti, è uno degli aspetti caratterizzanti del viaggio in crociera. Un mordi e fuggi che a volte può lasciare insoddisfatti già in una normale crociera "traghettone" nel Mediterraneo, figuriamoci in un giro del mondo...
Tanto più in ragione del fatto che in località "vicine" si può pensare di tornare per approfondire e completare la visita e la conoscenza dei luoghi, mentre qui, dalla parte opposta del globo, magari può risultare più difficile, se non impossibile.
Io credo che, in ogni caso, si tratta di considerazioni soggettive che dipendono dalla percezione che ognuno di noi ha del concetto di viaggio. C'è chi viaggia in crociera per le destinazioni da raggiungere, chi per la vita a bordo, chi per entrambe le cose in eguale misura o con proporzioni differenti. Anche in un giro del mondo, ad esempio, c'è chi non scende mai dalla nave o quasi.
Per me personalmente le destinazioni raggiunte sono importanti, ma non sono tutto. Mi spiego.
Per me non avrebbe senso arrivare in un porto, soprattutto se non ci sono mai stato prima, e non scendere a terra. Mi piace vedere, capire, vivere i luoghi dove arrivo. Ma le destinazioni non sono tutto, altrimenti ci andrei in altro modo, con tempi più lunghi che mi permettano una conoscenza meno affrettata e superficiale.
Quello che a me interessa (e che mi ha fatto scegliere il giro del mondo) è la dimensione del viaggio.
Un viaggio in nave che non è solo una serie di punti di interesse, gli scali, inframmezzati da inutili intervalli, la navigazione. No, per me è un insieme armonico che non può essere smembrato nei suoi componenti: non sarebbe più la stessa cosa. Il viaggio in nave mi dà innanzi tutto una dimensione temporale "lenta", mi fa sentire la "vera" distanza tra un posto e un altro, mi fa dimenticare la fretta, mi fa capire quanto sforzo, incertezza, fatica, sofferenza, addirittura paura, dolore e, in casi estremi, morte, sia costato in passato fare viaggi per mare su queste rotte.
Con questa percezione, il poco tempo che ho a terra in ogni scalo, è per me tempo da vivere intensamente per quello che mi può dare, per quello che è. È una mia scelta, non chiedo di più.
Potrei fare scelte diverse, ma mi piace così.
Certo, quando ci si trova bene in un luogo, quando c'è sintonia, allora un poco di malinconia nel momento del distacco c'è. Ma è solo un momento. Bisogna guardare avanti.
Il viaggio è in qualche modo una metafora della vita, non ci si può fermare, ci si muove sempre, anche se non lo si vorrebbe. Si segue un percorso, una traiettoria. Certe scelte in un senso o nell'altro, possono farci cambiare direzione, in tutto o in parte, ma non possono fermarci mai. Almeno finché c'è vita...
Così è il viaggio...
Per me, naturalmente.
Ma chiudo qui perché ho divagato troppo...
 
Arrivata poco fa la comunicazione ufficiale con il cambio di itinerario e con le diverse proposte della compagnia per concludere il viaggio. Come ampiamente previsto sarà circumnavigazione dell'Africa, con prolungamento della crociera di due settimane.

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Ecco i piatti della cena di gala di questa sera

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Carpaccio di gamberi scottati con crumble di pane al limone e spuma di bufala

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Risotto mantecato con formaggio Castelmagno, salsa di pomodori secchi e granella di pistacchio

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Medaglione di filetto di vitello in crosta di funghi porcini

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Baked Alaska. Gelato stratificato tra fette di pan di Spagna e copertura di meringa

Buona serata! Anzi no, per voi buona giornata...
 
Giorni 57 e 58: navigazione

Tranquille giornate di navigazione con rotta sud ovest verso Sydney. Condizioni meteo migliorate, poco vento, mare poco mosso.

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La comunicazione ufficiale del cambio di itinerario è stata accolta a bordo in maniera tranquilla. Non è stata certo una sorpresa: tutti sapevano benissimo che non si sarebbe passati da Suez. Il dubbio non era neppure sull'itinerario, che non aveva alternative, ma era solo sulla durata e sugli scali.
Ora c'è tempo fino al 18 marzo per comunicare cosa si intende fare: se completare il giro con il nuovo itinerario intero, o se ci si vuole avvalere di una delle opportunità di rientro anticipato.
Qualcuno rientrerà prima (ho parlato con alcune persone che rientreranno da Città del Capo perché non possono posticipare la data di rientro per loro motivi personali), molti altri (noi compresi) faranno l'intero giro fino al ritorno in Italia il 20 maggio a Savona o il 25 a Marghera.
 
Giorno 59: Sydney (Australia)

È ancora piena notte quando Costa Deliziosa entra nella baia di Sydney. Tutto è ancora avvolto nel buio e nel silenzio. In cielo una congiunzione di astri sembra guidarci: la Luna, come una falce sottile che lascia intuire la presenza della sua parte in ombra, la luminosa Venere accanto che le fa da compagna, un po' in disparte Marte dai bagliori rossastri.

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Poi, all'improvviso, appare la skyline della città, con i suoi grattacieli, l'Harbour Bridge e lei, l'Opera House dal profilo inconfondibile. Nel buio, illuminata dalle luci, sembra irreale. L'atmosfera è davvero magica.

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Rimaniamo incantati a osservare, dimenticando che sono da poco passate le 5 del mattino. L'aria è tiepida, di una piacevole notte estiva. A est si intuiscono i primi bagliori dell'alba.

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Poi lentamente il buio si dissolve, le luci si spengono, arriva il giorno. La città si risveglia.

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La città è nostra. Ci aspetta. Non resta che scendere... e viverla...
 
Il gabbiano ci osserva perplesso e incuriosito dalla balaustra del nostro balcone. Siete ancora qui in cabina? Sydney vi aspetta. Da dove avete intenzione di cominciare? Ci sono tante cose da fare e da vedere...

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Ha ragione. C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Ma da qualche parte bisogna iniziare: lo facciamo dall'Harbour Bridge il ponte che unisce le due sponde della baia.

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Il Sydney Harbour Bridge è un'autentica icona della città. È stato completato nel 1932 ed è uno dei ponti sospesi più grandi al mondo. Ha una struttura maestosa che collega il centro di Sydney con i sobborghi settentrionali della città. Oltre a essere una via di transito importante, è diventato anche una delle principali attrazioni turistiche di Sydney, offrendo una vista spettacolare della città e del porto.

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Il Sydney Harbour Bridge è lungo circa 1.149 metri e ha un'ampia campata principale di 503 metri. La sua struttura in acciaio è sorretta da due torri di granito che si ergono alte 134 metri sopra il livello del mare. La costruzione del ponte ha richiesto circa otto anni e ha coinvolto migliaia di lavoratori. È possibile attraversare il ponte a piedi, in bicicletta, in auto o con un climbing tour guidato che ne raggiunge la sommità, offrendo una vista mozzafiato della baia di Sydney, dell'Opera House e del centro della città. Ogni anno, il ponte è anche al centro delle celebrazioni del Capodanno di Sydney, con uno spettacolare spettacolo di fuochi d'artificio che illuminano il cielo sopra di esso.

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Proseguiamo la nostra passeggiata in città con il quartiere The Rocks a due passi dalla nostra nave.

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Il quartiere The Rocks è uno dei quartieri più antichi e storici di Sydney, situato proprio accanto al Sydney Harbour Bridge. Fu il primo insediamento europeo in Australia, risalente alla fondazione della colonia nel 1788. Il quartiere conserva ancora molti degli edifici storici del periodo coloniale, rendendolo una destinazione affascinante per i visitatori interessati alla storia di Sydney. Oggi, The Rocks è noto per le sue strade lastricate, i negozi caratteristici, i caffè, i ristoranti e i mercati artigianali. È anche sede di molte attrazioni culturali, come il Museo di Sydney e il Mercato delle Arti e dei Mestieri di The Rocks, che offre una varietà di prodotti artigianali locali. Il quartiere è anche un luogo popolare per eventi e festival, che si svolgono durante tutto l'anno.

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Passeggiando senza meta per il quartiere incontriamo il Cadmans Cottage, l'edificio tuttora esistente più antico di Sydney.

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La suggestiva Garrison Church, una chiesa anglicana molto richiesta come ambientazione per matrimoni per il suo fascino un poco austero "old british style".

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Ci inoltriamo per i vicoli e per le caratteristiche scalinate.

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Ora da The Rocks e dalla nostra nave, ormeggiata in pieno centro, ci dirigiamo verso Circular Quay.

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Circular Quay è una delle zone più vitali e conosciute di Sydney. Situata nel cuore della città, funge da importante snodo di trasporto pubblico e offre una vista spettacolare sull'iconica Sydney Opera House e sul Sydney Harbour Bridge. È il principale terminal dei traghetti di Sydney, con rotte che collegano la città con le sue numerose baie e spiagge. Circular Quay è anche un centro culturale e commerciale, con una varietà di ristoranti, bar, caffè, negozi e gallerie d'arte che si affacciano sul porto. È una delle prime tappe per molti visitatori che esplorano Sydney, grazie alla sua bellezza panoramica e alla sua vivace atmosfera.

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Da Circular Quay l'Opera House di Sydney è a pochi passi: si tratta senza dubbio di uno dei simboli più iconici dell'Australia e uno dei più famosi edifici di architettura contemporanea del mondo. Progettata dall'architetto danese Jørn Utzon e completata nel 1973, l'Opera House è rinomata per la sua distintiva forma a vele o gusci di ostrica (o chissà cosa altro... qui le interpretazioni sono molte) che si ergono sullo splendido porto di Sydney. Oltre a essere una meraviglia architettonica, l'Opera House è un importante centro culturale che ospita spettacoli di opera, balletto, teatro e musica da tutto il mondo (in questi giorni in cartellone La Traviata di Verdi e l'Idomeneo di Mozart). È anche una popolare attrazione turistica con visite guidate che permettono ai visitatori di esplorare l'interno e scoprire la storia e l'importanza culturale di questo edificio straordinario.

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Oltrepassata l'Opera House, di fronte a noi, si apre uno dei grandi parchi della città: il Royal Botanic Garden Sydney.

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Il Giardino Botanico Reale di Sydney è uno dei più antichi giardini botanici in Australia, fondato nel 1816. Il giardino si estende su oltre 30 ettari e ospita un'ampia varietà di piante native ed esotiche, alcune delle quali risalgono all'epoca della sua fondazione. I visitatori possono godere di piacevoli passeggiate tra giardini paesaggistici, serre tropicali, boschi di piante native e una vasta collezione di piante succulente. Inoltre, il giardino offre panorami spettacolari sulla baia di Sydney, rendendolo un luogo ideale per rilassarsi e apprezzare la bellezza naturale della città.

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Nei giardini, come un po' ovunque in città, è facile imbattersi in un animale per noi insolito ed esotico: l'Ibis Bianco Australiano.

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L'ibis bianco australiano è una specie di uccello che si trova comunemente in tutta l'Australia. È riconoscibile per il suo piumaggio bianco, becco lungo e curvo e zampe lunghe. Gli ibis bianchi sono spesso avvistati in zone umide, laghi, fiumi e parchi urbani, dove si nutrono di insetti, pesci, piccoli rettili e altri organismi acquatici. Sono noti anche per radunarsi in grandi stormi durante la stagione riproduttiva e per nidificare in colonie, costruendo i loro nidi su alberi o arbusti vicino all'acqua. Questi uccelli sono diventati una parte comune del paesaggio urbano in molte città australiane.
 
Proseguiamo la nostra passeggiata nei giardini fino al famoso belvedere di "Mrs Macquarie's Chair", che offre uno dei punti panoramici più belli sulla baia di Sydney.

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La "Mrs Macquarie's Chair" è una famosa attrazione nel Royal Botanic Garden di Sydney. Si tratta di una panchina di arenaria scavata nella roccia, situata in una posizione panoramica che offre una vista mozzafiato sull'Opera House, sul ponte di Sydney e sulla baia di Sydney. La panchina prende il nome da Elizabeth Macquarie, moglie del sesto governatore del Nuovo Galles del Sud (1810-1821), che amava sedersi in quel punto per godersi la vista del porto. Oggi, è diventata un'iconica destinazione turistica e un luogo popolare per i visitatori che desiderano scattare fotografie spettacolari della città di Sydney.

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Attraversando i giardini per ritornare verso il centro e verso la nostra nave, incontriamo la Governor's House, la splendida residenza ottocentesca del governatore del Nuovo Galles del Sud.

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La Governor's House, conosciuta anche come Government House, è la residenza ufficiale del Governatore di Nuovo Galles del Sud, situata all'interno dei Royal Botanic Gardens di Sydney. Costruita nel 1845, la Governor's House è un esempio splendido dell'architettura coloniale neoclassica. Oltre a servire come residenza ufficiale del Governatore, la Governor's House è anche utilizzata per cerimonie di stato, ricevimenti ufficiali e eventi culturali. La casa e i suoi giardini circostanti sono aperti al pubblico in determinati giorni per visite guidate, offrendo ai visitatori l'opportunità di esplorare la storia e l'architettura di questo importante sito storico di Sydney.

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Il sole sta tramontando sulla baia di Sydney, al termine di una giornata intensa e ricca di tante cose belle.
È un sabato sera di fine estate e la città, già di per sé vivace, dinamica e animata, si popola di moltissimi giovani con tanta voglia di godersi la serata e divertirsi.

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Noi, dai ponti esterni della nostra nave, godiamo di un colpo d'occhio straordinario e privilegiato sulla città, mentre si sta colorando delle calde tonalità del tramonto.

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Ai moli di Circular Quay i traghetti scaricano a ritmo serrato una folla di gente. Mentre altri ritmi, altri suoni si alzano dai molti locali che offrono musica dal vivo.

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Ormai è notte. Le mille luci di cui si è accesa la città la rendono ancora più bella e affascinante. Ma sono luci discrete, eleganti. Soffuse, mai chiassose.

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La osservi così: avvolta dal buio e illuminata di sole luci e riflessi, vestita del suo elegante abito da sera. E ti chiedi se sia più bella ora o alla luce del giorno.
Ma una risposta... non c'è...
 
Giorno 60: Sydney (Australia)

La luce dell'alba non è poi così diversa da quella del tramonto. Stessi toni caldi, stesso colore arancio sulle superfici curve dell'Opera House, sul granito delle torri dell'Harbour Bridge, nei riflessi sui cristalli dei grattacieli che sovrastano Circular Quay.

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L'unica cosa a essere cambiata è la prospettiva. Infatti non ci troviamo più all'Overseas Passenger Terminal, ma all'ancora nella baia. E per scendere a terra oggi dobbiamo utilizzare ancora una volta i tender.
È domenica mattina e non sono ancora le 8. La baia è deserta e l'acqua liscia, appena increspata dalle poche imbarcazioni in movimento. In dieci minuti raggiungiamo il piccolo molo di Man O'War Steps.
L'Opera House è a pochi passi, in giro non c'è quasi nessuno, tranne un gruppo di ragazzi che fanno jogging.

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La osserviamo da una nuova prospettiva percorrendo il passaggio pedonale lungo il mare.

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Mentre aggiriamo il piccolo promontorio, per dirigerci verso Circular Quay, ci appare l'Harbour Bridge e la regina a cui abbiamo ceduto il posto: Queen Elizabeth.

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Da Circular Quay ci inoltriamo per Phillip Street in una autentica selva di grattacieli. Grandi alberghi, sedi di importanti aziende, uffici: il baricentro della città e il suo cuore economico e finanziario coincidono in questo luogo. Il risultato di questa convergenza è una spinta inarrestabile verso l'alto, una ricerca di verticalità che sembra non trovare limiti.

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Ma anche qui, dove tutto sembra proiettato verso il futuro, brandelli di storia resistono anacronistici a un progresso che sembra volerli schiacciare. È una storia recente, il passato di Sydney non ha certo la profondità di quello delle città europee, ma gli elementi architettonici che timidamente emergono qua e là in questa folle impennata di acciaio e cristallo fanno quasi tenerezza: le facciate di alcune vecchie case con una fila di palme davanti, sul marciapiede, sembrano giocattoli dimenticati da un gigante bambino; un campanile che spunta solitario e fuori contesto in una città a lui completamente estranea aspetta forse una mano amica che lo riaccompagni a casa.

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Proseguiamo lungo Elizabeth Street, ormai la verticalità ci dà le vertigini.

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Anche la vecchia Saint James Church, il cui campanile a cuspide un tempo avrà svettato alto sopra i tetti delle case, diffondendo lontano il suono delle campane, sembra minuscola se confrontata con l'altissima Sydney Tower Eye che la sovrasta dai suoi oltre trecento metri di altezza. Mentre poco lontano la regina Vittoria, bronzea sul suo piedistallo, sembra osservare tutto con distacco e forse anche con una certa dose di disapprovazione.

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