27 - 28- 29 giugno
27 - 28- 29 giugno
27 Giugno Akureyri
Terza tappa islandese, speriamo che il sole continui a farci compagnia! La città offre spunti interessantissimi, dal giro in barca a cercare le balene, alle cascate e paesaggi naturali, alla casa di babbo natale… Noi preferiamo i tour paesaggistici e anche per questa tappa ci siamo affidati all’agenzia usata per Reykjavik, che offriva un bel tour completo, equivalente a quello di una giornata intera proposto dalla MSC, ma con qualcosa in più e a costo inferiore. La guida è sempre il nostro Attis che si è fatto i 400 km nell’interno dell’Islanda per raggiungere Akureyri in tempo. Il tour prevede: cascate Godafoss, Lago Myvatn, formazioni vulcaniche a Dimmuborgir, zona geotermica di Namaskard e sosta a Jardbodin, la laguna geotermale del lago Myvatn con possibilità di bagno.
Si parte!! In questo caso il pullman offriva anche la connessione wifi gratuita (+++) ma non è stato possibile al nostro compagno di viaggio fare l’aiuto-guida con traduzione in italiano al microfono, inoltre il microfono funzionava un po’ male e quelli nella parte posteriore del pullman sentivano a stento (---).
Subito fuori città prima sosta fotografica, per immortalare la nostra “casa galleggiante” e il fiordo in tutta la loro bellezza.
Fiordo e Splendida in porto
Seconda tappa fotografica le cascate Godafoss, cascate degli Dei, così chiamate perché qui sul fondo giacciono, secondo al leggenda, le statuette degli Dei, gettate nell’anno mille quando fu deciso che l’unica religione accettata dovesse essere quella cristiana.
cascate Godafoss
Già qui notiamo una certa concentrazione di fastidiose mosche, ci dirigiamo verso il parco naturale del lago Myvatn, il cui nome sginfica “lago dei moscerini” e ci prepariamo alla battaglia…
La caratteristica di questo paesaggio spettacolare sono questi “falsi crateri” che sono in realtà formazioni naturali dovute al susseguirsi delle glaciazioni.
Lago Myvatn
Proseguiamo per Dimmuborgir e i sentieri tra le “sculture di lava”. Qui purtroppo non ho foto decenti da mostrarvi.
Mentre ci dirigiamo verso la zona geotermica intravvediamo una laguna azzurrissima, e Attis ci dice che è del tutto simile a quella dove andremo dopo a fare il bagnetto!
Arriviamo nella zona di Namaskard dove il paesaggio cambia drasticamente, dalle tonalità del verde si passa alle tonalità del giallo, arancio, grigio, un paesaggio lunare…
Namaskard – zona geotermica
Dopo questa tappa arriviamo alla laguna, ci danno circa un’ora e mezza e chi vuole può approfittare per fare il bagno, ma è pochissimo tempo calcolando il tempo per fare la fila, svestirsi e rivestirsi, massimo una mezzoretta a mollo… ma si fa, siamo in Islanda, vuoi non fare il bagno naturale?? Prezzo 8100 ISK due adulti e noleggio di un telo, i bambini gratis. Beeelooooo!! Puzziamo come degli ovetti abbandonati, ma ne valeva la pena!!
Al rientro non resta molto tempo per il giro in centro, come successo a Reykjavik… l’autista ci fa fare un giro panoramico in pullman, guidando lentamente, mentre Attis ci spiega le particolarità e le attrazioni. C’è la casa di un autore famoso, la casa più vecchia, la zona vip, ma tutto poco interessante dal mio punto di vista, soprattutto non paragonabile a quello che abbiamo visto finora.
Ritorniamo felici e contenti e stanchissimi alla nostra nave, certi che l’Islanda ci resterà nel cuore.
28 giugno navigazione. Mare forza 7, ohi ohi…
29 giugno Scozia: Invergordon
Arriviamo a Invergordon verso mezzogiorno. Il paesotto, un po’ grigio, si trova in un firth, che è l’quilvalente scozzese del fiordo, un canalone che durante la bassa marea si prosciuga in alcuni punti. Abbiamo prenotato un’auto, e proprio sotto la nave troviamo la casupola azzurra del Ken’s Garage dove in pochi minuti prendiamo le chiavi e una mappa e partiamo. Il mio sogno era visitare Dunrobin il castello di Highlander, ma è troppo distante e temiamo di non riuscire a ritornare in tempo, inoltre il tempo è grigio e non invoglia, quindi ci avviamo in direzione Inverness e lago di Lochness, dove i bimbi molto probabilmente avvisteranno il famoso mostro…
Invece di fare tutta la strada principale facciamo una deviazione per l’interno, prima tappa Beauly, un piccolo centro con i resti di una abbazia. Nella piazzetta troviamo l’equivalente della COOP e rifacciamo il pieno di acqua e caramelle per grandi e piccini, più due magnum per i bimbi come se tutto il ben di Dio che si trova in nave non fosse sufficiente…
Abbazia di Beauly
Prendiamo alcuni depliant di Lochness e ci passa subito la voglia, c’è un vistor’s centre super commerciale, fatto apposta per vendere aria fritta e accalappiare turisti, decidiamo di evitarlo, e dirigerci alle rovine del castello Uquart.
Lungo la strada il paesaggio è esattamente la mia immagine mentale della Scozia, verdi colline, cielo grigio, laghetti sparsi, e, inaspettati, sprazzi di giallo dei cespugli di ginestre (credo!)
Arriviamo al parcheggio e piove, la bimba si è addormentata, l’ingresso costa 7 £ a persona e da quanto posso vedere sono solo delle rovine in riva al lago, non c’è un vero castello da visitare… il tutto concorre a farci optare per una foto abusiva da dietro al cespuglio e procedere per Inverness sperando che nel frattempo smetta di piovere…
Urquart Castle
Direzione Inverness, la nostra mappa non è per niente dettagliata, io ho dimenticato la guida Lonely Planet in nave, quindi andiamo un po’ allo sbaraglio. Parcheggiamo in Rose str. davanti a un centro commerciale, non riusciamo a pagare il P che accetta solo monete non carte di credito, quindi in caso decideste di noleggiare un’auto procuratevi anche qualche £ spicciola. Verso il centro visitiamo il Victorian Market, dove compriamo qualche souvenir. Proseguiamo la passeggiata verso il fiume, sul quale si affacciano bei palazzi e chiese. Attraversiamo un ponte pedonale molto suggestivo, e girovaghiamo per un’oretta sul lungofiume.
Ponte pedonale Greig Str.
Lungofiume Inverness con castello
mappa inverness
casa bellina sul lungofiume
…to be continued…