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My USA on the Road...and more.

seguito USA Coast to Coast and Park to Park

Back to Cleveland, Toronto, Rome…and my Home

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Le prossime tappe di ritorno a Cleveland, a conclusione del mio viaggio Coast to Coast, saranno tutte di trasferimento e ricalcheranno quelle effettuate lo scorso anno tornando dal Raduno di Sturgis. Pertanto, mi limiterò solo a mettere in risalto qualche piacevole situazione nella quale sono incappato strada facendo.

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Partendo da Wall ho attraversato le Badlands ma le condizioni meteo erano pessime così come lo sono state durante quasi tutto il lungo trasferimento.
Ho pernottato a Winner, nel motel che conoscevo, e ho trovato una piacevole combriccola di motociclisti finlandesi accompagnati da un eccentrico capo comitiva di nome David.
Con loro ho fatto comunella perché mi avevano offerto un trancio di pizza che ho ricambiato con bottiglie di birra Corona Extra. La serata è quinti trascorsa allegramente e piacevolmente a bere birra e mi è sembrato di essere stato adottato come “nonno” della compagnia.​

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La mia Ford “Alaska” ha macinato moltissimo chilometri e in una delle bellissime “rest area” dell’Iowa dove mi ero fermato per sgranchirmi ho trovato alcuni motociclisti che tornavano da Sturgis. Delle moto parcheggiate, quella più spettacolare era una lussuosissima Indian dal colore blu chiaro metallizzato, valorizzata dalle borse laterali e dalla sella color cuoio, entrambe frangiate.​

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In una officina di Des Moines ho cambiato l’olio motore all’Alaska ma quando è giunto il mio turno per l’operazione, una ragazza scorbutica mi ha farfugliato velocemente molte parole in un “americano” che proprio non capivo. Ho chiesto lumi al capo officina il quale si è affrettato a rispondermi di non preoccuparmi perchè la sua dipendente era… crazy!

Dopo aver attraversato tutto lo stato dell’Iowa ho fatto tappa a Rapids City, località che ho apprezzato lo scorso anno trovandosi sulle sponde del Mississippi.
Sulla riva opposta del fiume ho notato molto traffico di imbarcazioni e viavai di persone. Sono andato a indagare e ho scoperto di essere capitato nel paese di Le Claire nel quale era in corso una sorta di festicciola di fine settimana. Due antichi battelli a pale ancorati al pontile attendevano persone o turisti desiderosi di effettuare mini crociere sul Mississipi River.
Qualche passante ha notato la targa Alaska della mia macchina e il suo sorriso dimostrava verso me le congratulazioni per l’esser giunto da così lontano.
Sulle rive del Mississipi ho contemplato con sommo gradimento un tramonto bellissimo, con il sole che nascondendosi pian piano dentro il fiume irradiava tutto con i suoi colori rosso fuoco.

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continua...
 
seguito Back to Cleveland, Toronto, Rome…and my Home /2

Le bellissime praterie del Sud Dakota sono ormai un retaggio del passato; non di meno l’Iowa con le affascinanti colline e aree di sosta autostradali, mentre ora il grande e placido Mississippi mi fa compagnia sul confine con il prossimo stato dell’Illinois.
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E’ domenica e da cattolico un pò praticante sono andato a sentir messa nella chiesa di Rapids City dedicata a San Giovanni.
Al termine, mentre i gioiosi bambini si divertono a far suonare una campana, son tutti lì a salutare il parroco che, conoscendo il suo “gregge”, mi ha subito adocchiato quasi fossi una “pecorella smarrita”. Mi ha tenuto compagnia con una semplice conversazione mentre lo informavo che ero italiano e venivo dalla terra di San Nicola.
Mi ha sorpreso non poco quando ha mostrato di non conoscere quel santo natalizio per eccellenza ma almeno, congedandomi, sono stato contento di ricevere la sua benedizione per il resto del mio “cammino”.

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Parto per Joliet in compagnia di un gruppetto di motociclisti che percorrono l’autostrada incuranti dell’abbigliamento striminzito che hanno addosso e qualcuno dell’assenza del casco. Non so come potranno proseguire con un cielo che man mano sta diventando sempre più grigio e minaccia pioggia.

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Di fatti, dopo due ore di viaggio sotto una pioggia battente, raggiungo Joliet per passare la notte nel Motel 6. Nel piazzale di una grande officina di riparazione veicoli, sotto una striminzita pensilina, si sono radunati una decina di motociclisti tutti inzuppati. Penso che siano abituati all’eventualità di incorrere in condizioni avverse perchè dai loro volti non traspare alcun malumore o disappunto. Al contrario, scherzano volentieri e attendono di rimettersi in marcia.​

Ultima tappa di un tragitto insolito, a conclusione di un viaggio straordinario, con la difficoltà odierna di una pioggia a catinelle e incessante sulla Interstate 90 che attraversa lo stato dell’Indiana e quello dello Ohio. Un orizzonte indefinito simile a un muro nebbioso invalicabile è ciò che pericolosamente si para sempre davanti. Mi consola il fatto di essere in macchina ma mi dispiace molto per i malcapitati motociclisti che stanno tornando da Sturgis.

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Dopo quattrocento chilometri sotto questo cielo minaccioso e un paesaggio che scorre veloce e senza attrattive, solo nei pressi di Cleveland l’intensità della pioggia accenna a diminuire. Trovando finalmente e con soddisfazione l’indicazione per l’aeroporto, un moto di contentezza si leva dal mio animo per aver portato in porto la mia nave e il mio viaggio avventuroso.
Pioviggina ancora ma, tutto sommato e in anticipo sul fine noleggio di domani mattina, mi sembra opportuno andare alla Hertz per consegnare la mia Ford Focus.
Quando la parcheggio nella sede della Compagnia, il tachimetro, che a inizio viaggio segnava 27.106 miglia, ora ne segna 32.125: ho percorso un totale di 5.019 miglia, ovvero più di 8.000 chilometri!
Con rammarico, mi dispiace lasciare la mia fedele “compagna di viaggio”. Tuttavia, sono proprio contento quando salgo a bordo da passeggero e, quasi fosse essa stessa a riaccompagnarmi, un dipendente dell'autonoleggio mi riporta cortesemente all'hotel. Poi la mia “Alaska” si allontana verso nuove avventure, meritandosi il mio plauso e la mia gratitudine.

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continua...
 
segue Back to Cleveland, Toronto, Rome…and my Home /3
My USA on the Road..and more
A Cleveland è il giorno antecedente la mia partenza e anzitutto devo rispettare una promessa fatta lo scorso anno.
Stephanie, la collaboratrice della concessionaria di Cleveland Harley-Davidson, che in occasione del noleggio avevo apprezzato molto per i suoi modi gentili e per la cortesia che aveva avuto nei miei riguardi, mi aveva detto che se mi fossi trovato in futuro da queste parti le avrebbe fatto piacere rivedermi.​
Non potevo certo mancare di andare a salutarla.
Una volta giunto nella concessionaria, Stephanie, venendomi incontro, mi è sembrata alquanto sorpresa nel rivedermi così presto e il suo sorriso smagliante e sincero è stato il dono più bello che potessi aspettarmi. Il suo viso gioviale palesava entusiasmo mentre le raccontavo nel mio inglese scolastico un pò del mio viaggio “coast to coast”, questa volta con la macchina, mentre lei si congratulava ancora una volta per il mio spirito avventuroso.
Questo piacevole impegno si è infine concluso quando ho dovuto salutarla con l’inevitabile malinconia che si prova quando si lasciano persone care: un abbraccio affettuoso ha suggellato la mia amicizia con questa cortese e simpatica donna che ricorderò per sempre.
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Per continuare la giornata, a Cleveland me ne starei ore a passeggiare fra negozi multicolori di Tower City Center, ad ascNDVD_031.webpoltare musica all’Hard Rock Cafè e a guardare il viavai di persone che percorrono gli ampi saloni o che scendono dalle scalinate di granito impreziosite dagli scivoli delle fontane.
La giornata è bellissima, luminosa ed è l'ideale per andare a spasso per il centro città rivedendo ancora una volta l’Arcade e poi il Museo del Rock davanti al quale era parcheggiato l'autobus che Jhonny Cash utizzava per i suoi concerti. Ho finito per farmi scarrozzare con il bellissimo bus Smile and Drive e tornare infine all’albergo per cercare di sistemare tutte le masserizie sparpagliate ovunque nella stanza.
Domani si prospetta un’altra lunghissima giornata per poter partire la sera tardi con il bus Greyhound alla volta di Toronto.

Non è stato certo comodo, il giorno seguente, andare in giro con i bagagli ma almeno, ingannando l’attesa, mi sono ritrovato nella piazza di Playhouse Square, che ho scoperto essere il quartiere degli artisti e dei teatri di Cleveland. Un grande lampadario a goccia pendeva dall’incrocio di due grandi archi di metallo dorato quasi fosse l’emblema di questo luogo.
E' stato interessante e piacevole poter ascoltare in questa piazza una cantante di colore, abbastanza brava e intonata, che con l’accompagnamento di un batterista, un bassista e un sassofonista proponeva brani di musica blues e rock molto accattivanti e godibili.

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L’attesa infine nella stazione Greyhound è stata snervante ed è terminata solo quando ho potuto imbarcare la valigia nel gavone del bus. Mi sono accomodo tranquillamente in uno dei posti posteriori ma solo fin quando - c’era da aspettarselo - quello accanto è stato occupato da un signore di taglia tanto ingombrante da far dare addio alla mia seduta confortevole.
Giunto a Toronto, stanco per la nottataccia, ho preso posto all’albergo Neill Wycik dove avevo soggiornato lo scorso anno, ma passare Ferragosto in questa città non è stato proprio il massimo della vacanza. Ancora una volta dovevo sbarcare il lunario e per farlo sono andato a piedi alla Canadian Tower, a passeggiare poi sulle banchine del Lago Ontario, attendere che calasse la sera dal terrazzo del 22° piano dell’albergo e scattare le ultime foto del mio viaggio straordinario a Toronto by night.
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Purtroppo queste giornate da trascorrere nell’ozio sono una necessità organizzativa e quindi, ancora una volta c’è da attendere la partenza del volo per Roma che avverrà solo stasera alle nove.
Attendere, attendere e attendere è ciò che devo fare prima di poter salire a bordo con i miei tre colli ai quali nessuno dell’equipaggio fa caso.
Nel buio della sera il Boeing Air Transat decolla lentamente, mentre sotto un cielo buio risplendono i mille bagliori delle luci di Toronto. Poi tutto scompare nella notte che lascia dietro di se una vena di malinconia per ciò che si è quasi perduto ma non dimenticato. Molti sentimenti spaziano e si affollano nella mia mente e forse quello più importante è la trepidazione di tornare a casa, rivedere la mia famiglia dopo un viaggio affascinante e poterlo poi raccontare.
Alla trasvolata tranquilla è seguita la bolgia come al solito infernale nell’aeroporto di Fiumicino; una lunga attesa per ritirare la mia valigia scaricata dall’aereo e con il passaporto elettronico sono passato velocemente senza fare code attraverso il varco della Polizia.

Questa volta niente stress per prendere il biglietto alla stazione Termini, perché avevo anticipato a casa l’acquisto. Così son potuto salire sul treno per un altro trasferimento noioso nel quale la stanchezza ha preso il sopravvento, mitigata dal successo di questa avventura e dal ritorno a casa in famiglia.
Mio figlio mi ha atteso pazientemente in stazione ed è stato felice di rivedermi per primo. PASTA AL FORNO.webpVerso le otto di sera infine, la gioia di riabbracciare con passione anche mia moglie e mia figlia Ada, che mi erano mancate moltissimo, è stata fortissima e piena di commozine...e tra abbracci, baci e parole, osservavo affamato la buonissima pasta al forno che mi era stata preparata e che al Subway ho sempre sognato di mangiare al posto del frugale footlong.



Grazie a voi amici che avete condiviso le mie avventure motociclistiche e automobilistichee e tenuto compagnia nella lettura, cominciando da “vera95” e senza escludere alcuno, che come ho scritto all'inizio mi ha piacevolmente e inconsapevolmente spronato a raccontare quanto di meglio ho vissuto nei miei viaggi.

In fin dei conti, ogni volta che mi avete gratificato con le vostre manifestazioni di apprezzamento mi sembrava di avervi avuto passeggeri assieme a me e non mi avrete mai fatto sentire solo.
Vi dirò che siccome “non c’è due senza tre”, l’anno seguente ho fatto negli Stati Uniti un altro viaggio, anch’esso indimenticabile e affascinante. Ma questa è un’altra storia.

Ho il piacere di concludere le mie avventure americane e tutte le altre che ho avuto la fortuna di poter realizzare con questa semplice affermazione, presa a prestito dalle mie letture:​

“The world is made for travel and know”
Buon vento a tutti.

Giovanni
 
Beh, che dire? Uno splendido viaggio in una terra ricca di bellezze naturali. Grazie per averci fatto conoscere questa parte di mondo.
Un saluto da Giovanni
(Eh si, anch'io mi chiamo Giovanni :ROFLMAO: gli amici però mi chiamano Gianni)
 
Grazie a te per il tuo racconto particolareggiato che mi ha fatto rivivere ricordi da una prospettiva diversa, ed emozionare per i parchi che ancora non ho visitato. Al prossimo diario!
 
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