Magellano
Utente livello Platinum
Riporto la notizia apparsa su Shippingonline:
Le crociere del futuro Eoseas, la scommessa verde di stx.
Comprati prima dai norvegesi di Aker e poi dai coreani di Stx, i francesi degli storici Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire si prendono la loro rivincita grazie Eoseas, la rivoluzionaria nave da crociera ecologica la cui idea di partenza venne quando da quelle parti si parlava ancora e solo francese. L’aspetto del gigante “verde” dei mari ha suscitato tra gli appassionati commenti contrastanti: la nave da crociera sormontata da sei enormi vele e col muso di un Pendolino ha estimatori che la vedono con la prua proiettata verso il futuro e denigratori che la definiscono, senza mezzi termini, «orribile».
Al di là del giudizio estetico è interessante fare un giro - per ora solo virtuale - su un nave che al suo interno vanterà, a progetto concluso, almeno quindici brevetti, tutti orientati al rispetto dell’ambiente e al risparmio energetico.
Impressionanti sono le cinque vele, poste a cento metri d’altezza, la cui dimensione complessiva è di 12.440 metri quadrati. Non un semplice aiuto al lavoro dei motori, ma un vero e proprio propulsore ecologico in grado di spingere la nave senza aiuti ogni volta che il vento spirerà oltre i 30 nodi. In ogni caso le vele potranno contribuire almeno per il 10%.
Il ricorso all’energia rinnovabile è il filo conduttore del progetto, che punta a un costante abbassamento della soglia di emissioni: da qui al 2015 si punta a un taglio del 50% di Co2 e dell’80% di ossido d’azoto.
Erick Pélerin, responsabile del progetto Ecorizon (che ha sviluppato Eoseas), parla di «una serie di sfide tecnologiche vinte a partire dalla facilità di manipolazione delle vele semi-rigide» sino ad arrivare alla centrale di Lng (gas naturale liquefatto) utile a recuperare e generare calore.
Con quest’ultima tecnologia, Stx pensa di aver trovato il modo di generare caldo, freddo ed elettricità. Sistemi del genere sono soggetti a una regolamentazione molto rigida, ma i francesi non si dicono spaventati. Anzi, ricordano come dai cantieri di Lorient siano già uscite altre unità navali (tre traghetti per una compagnia norvegese) alimentate dallo stesso principio. Certo, non è la stessa cosa dare energia a una nave da crociera con migliaia di passeggeri a bordo, ma «siamo fiduciosi», continuano a ripetere i titolari del progetto. Dopo la costruzione della Queen Mary, avvenuta nel 2003, il cantiere francese si è specializzato nello studio del recupero delle acque di scarico (e della pioggia), che depurate vengono riutilizzate per il lavaggio di ponti ed equipaggiamenti. Non solo l’acqua verrà riciclata nella supernave ecologica: contro allo stesso destino andranno anche i rifiuti solidi, dagli imballaggi alle eccedenze alimentari, che verranno stipati in un reattore in grado di creare energia: entro il 2012 sarà messo a punto un sistema in grado di rivalorizzare e trasformare il 100% di ciò che ancora oggi è solo e semplicemente spazzatura.
Altra fonte d’energia che non verrà trascurata è quella del sole: un chilometro quadrato di cellule fotovoltaiche saranno piazzate strategicamente sui lati della nave, fornendo luce a tutte le 1.400 cabine. L’assenza di un vero e proprio ponte a cielo aperto è l’altra novità del progetto Eoseas: anche qui non si tratta di una scelta puramente estetica, ma piuttosto di uno studio che garantisce un’aerazione più naturale delle cabine grazie a un sistema definito già “seconda pelle”. In pratica, piccole finestre semovibili aiuteranno il ricambio d’aria senza dover ricorrere a un uso smodato dell’aria condizionata. I benefici sono ancora relativi, ma il progetto - c’è da dire - è stato svelato solo in parte: altre novità si attendono nel prossimo futuro, prima fra tutte il quando, il dove e il come prenderà vita e poi salperà la prima nave superecologica del pianeta. Loro dicono di essere pronti a commercializzarla al massimo in cinque anni, forse addirittura tre.
Le crociere del futuro Eoseas, la scommessa verde di stx.
Comprati prima dai norvegesi di Aker e poi dai coreani di Stx, i francesi degli storici Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire si prendono la loro rivincita grazie Eoseas, la rivoluzionaria nave da crociera ecologica la cui idea di partenza venne quando da quelle parti si parlava ancora e solo francese. L’aspetto del gigante “verde” dei mari ha suscitato tra gli appassionati commenti contrastanti: la nave da crociera sormontata da sei enormi vele e col muso di un Pendolino ha estimatori che la vedono con la prua proiettata verso il futuro e denigratori che la definiscono, senza mezzi termini, «orribile».
Al di là del giudizio estetico è interessante fare un giro - per ora solo virtuale - su un nave che al suo interno vanterà, a progetto concluso, almeno quindici brevetti, tutti orientati al rispetto dell’ambiente e al risparmio energetico.
Impressionanti sono le cinque vele, poste a cento metri d’altezza, la cui dimensione complessiva è di 12.440 metri quadrati. Non un semplice aiuto al lavoro dei motori, ma un vero e proprio propulsore ecologico in grado di spingere la nave senza aiuti ogni volta che il vento spirerà oltre i 30 nodi. In ogni caso le vele potranno contribuire almeno per il 10%.
Il ricorso all’energia rinnovabile è il filo conduttore del progetto, che punta a un costante abbassamento della soglia di emissioni: da qui al 2015 si punta a un taglio del 50% di Co2 e dell’80% di ossido d’azoto.
Erick Pélerin, responsabile del progetto Ecorizon (che ha sviluppato Eoseas), parla di «una serie di sfide tecnologiche vinte a partire dalla facilità di manipolazione delle vele semi-rigide» sino ad arrivare alla centrale di Lng (gas naturale liquefatto) utile a recuperare e generare calore.
Con quest’ultima tecnologia, Stx pensa di aver trovato il modo di generare caldo, freddo ed elettricità. Sistemi del genere sono soggetti a una regolamentazione molto rigida, ma i francesi non si dicono spaventati. Anzi, ricordano come dai cantieri di Lorient siano già uscite altre unità navali (tre traghetti per una compagnia norvegese) alimentate dallo stesso principio. Certo, non è la stessa cosa dare energia a una nave da crociera con migliaia di passeggeri a bordo, ma «siamo fiduciosi», continuano a ripetere i titolari del progetto. Dopo la costruzione della Queen Mary, avvenuta nel 2003, il cantiere francese si è specializzato nello studio del recupero delle acque di scarico (e della pioggia), che depurate vengono riutilizzate per il lavaggio di ponti ed equipaggiamenti. Non solo l’acqua verrà riciclata nella supernave ecologica: contro allo stesso destino andranno anche i rifiuti solidi, dagli imballaggi alle eccedenze alimentari, che verranno stipati in un reattore in grado di creare energia: entro il 2012 sarà messo a punto un sistema in grado di rivalorizzare e trasformare il 100% di ciò che ancora oggi è solo e semplicemente spazzatura.
Altra fonte d’energia che non verrà trascurata è quella del sole: un chilometro quadrato di cellule fotovoltaiche saranno piazzate strategicamente sui lati della nave, fornendo luce a tutte le 1.400 cabine. L’assenza di un vero e proprio ponte a cielo aperto è l’altra novità del progetto Eoseas: anche qui non si tratta di una scelta puramente estetica, ma piuttosto di uno studio che garantisce un’aerazione più naturale delle cabine grazie a un sistema definito già “seconda pelle”. In pratica, piccole finestre semovibili aiuteranno il ricambio d’aria senza dover ricorrere a un uso smodato dell’aria condizionata. I benefici sono ancora relativi, ma il progetto - c’è da dire - è stato svelato solo in parte: altre novità si attendono nel prossimo futuro, prima fra tutte il quando, il dove e il come prenderà vita e poi salperà la prima nave superecologica del pianeta. Loro dicono di essere pronti a commercializzarla al massimo in cinque anni, forse addirittura tre.