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Navigazione tra i ghiacci.

U

unochenavigaverament

Guest
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Adriatic2009 ha detto:
.
Anche Perchè da quelle parti la navigazione a navi commerciali senza questo certificato e' interdetta in quel peridodo.
Saluti anche a Rudder

infatti ...questo pomeriggio pensavo proprio questo
 

essepi2

Co-Fondatore
Staff Forum
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Leggo molti libri nell'arco di un anno ma fino ad ora nessuno mi ha mai dato emozioni come leggere queste righe.
Un grazie di cuore e non dimenticare i racconti delle prossime volte "in mezzo ai ghiacci".
Forse è la prima volta in vita mia che invidio qualcuno!
Ciao
 

Adriatic2009

New member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

essepi2 ha detto:
Leggo molti libri nell'arco di un anno ma fino ad ora nessuno mi ha mai dato emozioni come leggere queste righe.
Un grazie di cuore e non dimenticare i racconti delle prossime volte "in mezzo ai ghiacci".
Forse è la prima volta in vita mia che invidio qualcuno!
Ciao

Grazie dei complimenti.
Non penso pero' che andro' mai piu' da quelle parti a bordo di una nave commerciale a meno che non sia come ospite su una bella e comoda nave da crociera.
Comunque penso ed esprimo un pensiero personale ma uguale a chi e stato in questi posti non ci sia per un marittimo nessun altro tipo di navigazione paragonabile a questo. Ho tralasciato di raccontare il tempo trascorso in banchina e le operazioni commerciali che in questo ambiente sono molto diverse dal solito.Quello che si impara facendo questo tipo di navigazione e' unico e non si puo' insegnare ma bisogna provarlo.Io mi rintengo fortunato di aver fatto questa esperienza , perche' di tutti i marittimi che navigano nel mondo in pochi possono dire di aver navigato nel ghiaccio ed io sono uno di quelli.
 

pmanlio

Active member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Arrivo a questo Post con mesi di ritardo: tra impegni e 'necessità' di scrivere il mio racconto della crociera ho un pò trascurato delle cose che invece volevo vedere. Sapevo che mi aspettava qualcosa di bello, ma come non sempre avviene la realtà supera anche le più rosee aspettattive!!
A parte che è scritto benissimo e sembra di esserci (per fortuna senza subirne il freddo!!) per me ha anche un 'sapore' particolare..
Infatti l'Enea dispone di due basi in Antartide, una delle quali è posta a 3500 metri di altezza, isolata dal mondo registra temperature solitamente molto inferiori ai 35 gradi sottozero..
Conosco tanta gente, apparentemente normalissima, che ha lavorato lì, tra gli altri anche la persona che per prima arrivò nel sito e fu responsabile della costruzione del primo campo. Si tratta di un mondo strano per noi, dove le normali logiche a cui siamo abituati cadono a terra. Così affidabilissimi generatori Eolici collassano perchè l'olio ghiaccia, le batterie non vanno bene, ma i condensatori fanno da batterie, stare trenta secondi con le mani senza guanti=perderle ecc.
Però non ho mai scambiato con questa gente (che pure è al mio piano, alcuni due stanze dopo la mia) un ricordo di una spedizione come invece Adriatic ha fatto qui (chissà perchè poi)..

A parte questo fatto personale, ad un appassionato di storia navale viene normale, letto questo racconto, citare il viaggio disastro di Shackleton: da Wikipedia..

Dopo il raggiungimento del Polo Sud da parte di Roald Amundsen e un mese dopo da parte di Scott, l'unica conquista di prestigio che rimaneva era la traversata del continente antartico.

La spedizione partì da Londra il 1 agosto 1914, tre giorni prima che l'Inghilterra dichiarasse guerra alla Germania, con a bordo Shackleton e altri 27 uomini. La nave Endurance rimase ancorata a Grytvyken (Georgia del Sud) per circa un mese e salpò diretta verso il mare di Weddel il 5 dicembre del 1914, il 10 gennaio 1915 la nave raggiunse il mare di Weddell e il 19 dello stesso mese rimase incastrata nel pack.

La nave, incastrata nei ghiacci, andò alla deriva da 77° S a 61° S, il 27 ottobre e dovette essere abbandonata, il 21 novembre fu completamente distrutta dalla pressione del ghiaccio. Shackleton fece trasferire l'equipaggio sulla banchisa in un accampamento d'emergenza chiamato "Ocean Camp" dove rimasero fino al 29 dicembre quando si trasferirono, trasportando al traino tre scialuppe di salvataggio sul un lastrone di banchisa in quello che chiamarono Patience Camp

Fino all'8 aprile 1916 rimasero sulla banchisa e quando questa iniziò a sciogliersi tentarono di raggiungere, a bordo delle scialuppe, l'isola Elephant. Dopo una navigazione molto difficile, raggiunsero la costa dell'isola il 15 aprile del 1916 (498° giorno della spedizione). Le probabilità di ritrovamento e soccorso erano pressoché nulle, Shackleton decise quindi di raggiungere, utlizzando la scialuppa in condizioni migliori, la Georgia del sud (distante 800 miglia marine) insieme a cinque uomini per cercare aiuto. Salparono il 24 aprile 1916 e riuscirono ad attraccare a nella parte meridionale dell'isola (baia di Re Haakon) dopo 15 giorni di navigazione in condizioni meteorologiche terribili.

Shackleton, insieme a Tom Crean e Frank Worsley, riuscì in 36 ore ad attraversare 30 miglia di montagne e ghiacciai inesplorati della Georgia del Sud (fu il primo attraversamento dell'isola) per raggiungere la stazione baleniera di Stromness situata sulla costa settentrionale, vi giunsero il 20 maggio. Da lì Shackleton organizzò il soccorso degli uomini rimasti sull'isola di Elephant che furono tratti in salvo, al quarto tentativo, il 30 agosto del 1916 col rimorchiatore cileno Yelcho.

L'impresa di Shackleton, che nonostante le incredibili traversie non perse nemmeno un uomo, fu per lungo tempo oscurata dall'attenzione dedicata alla contemporanea sfortunata spedizione di Scott. Solo in epoca molto più recente le difficoltà incontrate nel 1964 dalla Combined Services Expedition che aveva l'obiettivo di esplorare la Georgia del Sud e la richiesta di evacuazione d'emergenza da parte di alcuni uomini dello Special Air Service britannico coinvolti nell'operazione Paraquat e rimasti bloccati dalle avverse condizioni meteo sul ghiacciaio Fortuna nel 1982 (evacuazione che costò ai britannici la perdita di due elicotteri Westland Wessex), fecero comprendere la reale portata della traversata effettuata da Shackleton.

(http://it.wikipedia.org/wiki/Ernest...nce_.28Imperial_Trans-Antarctic_Expedition.29)

penso che per capire veramente quello che è successo a quella spedizione serve la testimonianza di chi passa da quelle parti, Adriatic.. mi hai dato qualcosa, spero si possa tranquillamente dire CI hai dato qualcosa..

Grazie e salutoni!
Manlio
 

rudder

New member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

ho trovato sulla rivista <<Crociere >>
un articolo relativo al rompighiaccio SAMPO
usato anche per minicrociere di un giorno
incuriosita sono andata a girovagare sulla rete
e ho trovato il sito in italiano....molto interessante
http://www.sampotours.com/pages/kielet/ ... iaccio.php
peccato che sembra non ci sia la possibilita di cabine per passare più giorni a bordo

dalla rivista <<crociere>> posto una foto
crociererivista003.jpg
 

Adriatic2009

New member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

pmanlio ha detto:
Si tratta di un mondo strano per noi, dove le normali logiche a cui siamo abituati cadono a terra. Così affidabilissimi generatori Eolici collassano perchè l'olio ghiaccia, le batterie non vanno bene, ma i condensatori fanno da batterie, stare trenta secondi con le mani senza guanti=perderle ecc.
Però non ho mai scambiato con questa gente (che pure è al mio piano, alcuni due stanze dopo la mia) un ricordo di una spedizione come invece Adriatic ha fatto qui (chissà perchè poi)..

Manlio

Ciao Malio,
hai colto in pieno le problematiche che si hanno da quelle parti, cioe' che le le certezze a cui ci affidiamo quotidianamente e nella normale routine in quei posti vengono a mancare o se non si prendono i giusti accorgimenti si possono anche verificare eventi molto spiacevoli.
Io nel mio racconto ho tralasciato tutta la parte riguardante la sosta in porto e le problematiche che abbiamo avuto durante le operazioni commerciali.
Abbiamo rischiato per la bassissima temperatura che la nave implodesse su se stessa e successivamente che esplodesse , avevamo preso gli accorgimenti necessari ( esperienza dei marittimi a bordo che erano gia stati da quelle parti ) alcuni dei quali anche vietati dalle normative ( niente di che ) ma che ci avrebbero dato la sicurezza che nulla sarebbe accaduto ne a noi ne alla nave ,ma un imprevisto e non il freddo per poco non faceva si che esso capitasse. La bravura , l'intelligenza e l'esperienza di chi sta quattro ore al freddo a meno 30 gradi ha fatto si che tutto si sia risolto per il meglio.
Per andare con una nave da quelle parti per forza c'e' bisogno che qualcuno a bordo ci sia gia stato, certamente nessuno vieta a chi non c'e' mai stato di andarci, ma questo a rischio e pericolo di se e gli altri, perche' proprio come dici tu Manlio :"le normali logiche a cui siamo abituati cadono a terra" e solo l'esperienza di chi ci e' stato puo' sapere quali di queste logiche vengono a mancare e le conseguenze negative che ne derivano, purtroppo non c'e' scritto sui libri.
Bhe, perche' l'ho raccontato, forse anzi certamente scrivendolo anche in me sono riaffiorate le emozioni provate durante quella navigazione e ti assicuro che alla fine sono state delle belle emozioni .
Saluti
 

Rodolfo

Super Moderatore
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Ciao Adriatic come non essere d'accordo, soprattutto alla luce di quanto successo in questi giorni un po' dappertutto. Alla fine, un po' di neve, ci ha messo in crisi tutti quanti. Treni, aerei, scomparsi o quasi, molte volte per banalità davanti alle quali ci troviamo impotenti.

Figurarsi a quelle latitudini, dove tutto viene ingigantito e moltiplicato "enne" volte. Cosa intendi per nave che poteva implodere? Schiacciata dai ghiacci? e per esplodere?

Per me in ogni caso, hai vissuto una esperienza della quale in pochi possono parlare; cosa avrei dato per poter esser stato con te!!
 

pmanlio

Active member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Adriatic, e perchè l'hai tralasciata'? Racconta racconta.. :wink:
L'inversione della logica l'ho 'vissuta' quando un mio amico doveva progettare un sistema di riscaldamento per la base a 3500 metri, il freddo e la variazione di densità dell'aria lo hanno costretto a mettere su un sistema totalmente diverso da quello della base a terra e peggio mi sento dai nostri..
Infatti pensai: "Neanche sulla Luna!!" tutto si ribalta!!

Per andare con una nave da quelle parti per forza c'e' bisogno che qualcuno a bordo ci sia gia stato, certamente nessuno vieta a chi non c'e' mai stato di andarci, ma questo a rischio e pericolo di se e gli altri, Perchè proprio come dici tu Manlio :"le normali logiche a cui siamo abituati cadono a terra" e solo l'esperienza di chi ci e' stato puo' sapere quali di queste logiche vengono a mancare e le conseguenze negative che ne derivano, purtroppo non c'e' scritto sui libri.

Esatto, io non me la rischierei mai senza non una, ma più persone di esperienza..

Per non fare nomi si può pensare al dirigibile Italia: non solo alle cause dell'impatto ma al fatto che ad un certo punto tre dei sopravvissuti abbandonarono gli altri e si misero in cammino verso la terraferma, dopo il pack..
Bastò la deriva del ghiaccio a portarli forse più a nord di chi era rimasto in tenda..
Questo è diverso da quello che intendevo sopra sul ribaltamento delle logiche a cui siamo abituati, ma rende il concetto..

Salutoni!
Manlio
 

Adriatic2009

New member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Rodolfo ha detto:
Ciao Adriatic come non essere d'accordo, soprattutto alla luce di quanto successo in questi giorni un po' dappertutto. Alla fine, un po' di neve, ci ha messo in crisi tutti quanti. Treni, aerei, scomparsi o quasi, molte volte per banalità davanti alle quali ci troviamo impotenti.

Figurarsi a quelle latitudini, dove tutto viene ingigantito e moltiplicato "enne" volte. Cosa intendi per nave che poteva implodere? Schiacciata dai ghiacci? e per esplodere?

Per me in ogni caso, hai vissuto una esperienza della quale in pochi possono parlare; cosa avrei dato per poter esser stato con te!!

Pmanlio ha detto:
Adriatic, e perchè l'hai tralasciata'? Racconta racconta..

Ciao Rodolfo, cerco di spiegartelo in parole povere , spero di riuscirci, e' una risposta anche a te Manlio in quanto riguarda le operazioni commerciali,anzi
siccome mi sembra di aver capito che sei ingegnere puoi tu entrare nel tecnico e spiegare meglio di me ( la parte incui si parla di pressione e pressure valve).
L' implosione o esplosione non e' dovuta allo schiacciamento dovuto dal ghiaccio marino ma per la formazione di questo in coperta durante le operazioni commerciali.
Questo sotto Manlio e' quello che tecnicamente tu potresti spiegare meglio di me.
Noi eravamo a pieno carico di un prodotto liquido, quindi la discarica viene fatta attraverso una manichetta da 12 pollici che e' connessa dal centro nave al terminal di terra, per capirci Rodolfo come le navi che arrivano all' ME 34 o all' ME 2 a Porto Marghera.
La discarica delle varie tanke avviene attraverso la pompa del carico posizionata sul "pavimento" della tanka che ognuna di queste possiede.
Durante questa operazione ,il prodotto liquido dalle tanke che possono essere 20, 30 etc...dipende dalla grandezza della nave, con l' ausilio delle pompe viene scaricato e attraverso una tubatura arriva nei depositi di terra.Non tutte le tanke possono essere scaricate contemporaneamente in quanto la pressione non deve mai superare i 12 bar quindi si prepara una una sequenza di discarica, che tiene conto della stabilita' ,del trim( in quanto vi ricordo che la nave deve sempre essere durante le operazioni commerciali con una certa stabilita' ed un certo trim che le permetta di poter mollare gli ormeggi in qualsiasi momento) , dello sbandamento e delle operazioni di zavorra. Poi dipende dalle tubature della nave o da quelle di terra,dalla posizione dei depositi a terra , se vicini alla nave se messi piu' in alto o in basso rispetto alla nave, quindi questo valore a seconda di quanto detto puo' aumentare o diminuire senza pero' mai superare la pressione massima sostenibile dalle tubature di bordo.
La pressione la si deve controllare spesso e viene fatto attraverso un manometro che viene collocato in un apposito aggancio che si trova a bordo in prossimita della manichetta bordo-terra usata per il passaggio del liquido.
Ritornando a noi , prendiamo ad esempio una singola tanka. Quello che succede nella tanka durante la discarica e' per cosi dire lo "svuotamento" di essa che a sua volta provoca una depressione interna e per compensare questa depressione dato che la cisterna e' chiusa ermeticamente all'esterno abbiamo un sistema che in gergo marittimo viene chiamato " Vaccarella", in gergo tecnico " Pressure Valve" ( due per ogni tanka), cioe' una valvola di pressione che si aziona automaticamente ogni qual volta ce n'e' bisogno e fa si che entri aria esterna all'interno della tanka prorio per compensare questa differenza di pressione. Le conseguenze che si avrebbero se questo sistema non funzionasse e' l'implosione della tanka stessa. .Queste pressure Valve devono essere controllate dal marinaio di guardia in coperta ogni 15 minuti , c'e' una levetta apposita che bisogna azionare che fa capire se il sistema funziona e questo controllo deve essere annotato in un apposito check list dall' ufficiale di guardia che si trova nella sala di controllo del carico , dove aziona tutte le pompe , le valvole ,controlla i livelli delle tanke ,la sequenza di discarica , le operazioni di zavorra , la stabilita' etc...
Siccome questo e' un sistema che funziona benissimo e non si hanno particolari problemi in condizioni normali, in condizioni di temperatura di meno 30 gradi si ha il rischio certo di congelamento.
Per ovviare a questo problema cosa abbiamo fatto?
Ogni tanka a tre aperture, un portellone centrale che serve per l'entrata dell'uomo, due piccolini di cui uno serve per la lettura dell'ullage attraverso l' UTI per sapere quanti metri cubi di prodotto si ha dentro in caso il computer nella centrale carico non funzionasse e quindi si deve misurare in manuale, l'altra apertura serve per prendere piccole quantita' di prodotto per essere esaminate da laboratori addetti. Noi quest' ultimo portellino lo abbiamo lasciato leggermente aperto appoggiato sul galletto che serve per chiuderlo ( questo e' vietato farlo in quanto lasciarlo aperto significa anche far uscire dei fumi nocivi o tossici, non era il caso di questo prodotto ma comunque prodotto o non prodotto le normative dicono che e' vietato farlo, tutti i portellini durante le operazioni commerciali devono rimanere chiusi),comunque facendo questo anche se le pressure valve avessero avuto problemi di congelamento , la compensazione della pressione sarebbe avvenuta attraverso questo portellino lasciato leggermente aperto, quindi si era molto piu' tranquilli( questo lo abbiamo fatto per ogni tanka).
Purtroppo L' impreviso e' sempre dietro l'angolo. Arriva purtroppo un ' ispezione della Marpol , vengono a controllare i registri, le operazioni di lavaggio etc.etc.etc., e per "colpa loro" dobbiamo richiudere tutti i portellini e affidarci solamente alle pressure valve.
Come chi naviga sa, su queste navi si e' in pochi, quindi l'ufficiale di guardia oltre a seguire la discarica deve anche star dietro a questi.
Ad un certo punto il marinaio di guardia in coperta chiama via radio e dice di fermare immediatamente la discarica. Il motivo e' che lui sente una pompa del carico fare uno strano rumore quasi che sforzasse ed infatti da terra ci dicono anche che e' da un po' di minuti che la rata di discarica e' scesa. Le Pressure valve quando sono in lavoro fanno molto rumore per capirci e' lo stesso che fa una locomotiva a vapore quando parte o uno stantuffo.
Bhe ,per farla breve dopo i controlli abbiamo scoperto che due pressure valve di una tanka si sono congelate e si e' avuta fortunatamente solo una piccola depressione. Abbiamo scongelato le pressure valve e il tutto si e' risolto per il meglio. E il piu' grande ringraziameto va al marinaio che fuori per quattro ore a meno 30, solo con l'orecchio ha capito che qualche cosa non andava, A lui non sono seviti manometri, computer , etc... e' bastato il suo orecchio,persone veramente in gamba.
Comunque appena la Marpol e' scesa, abbiamo riaperto tutti i portellini. :mrgreen:

Invece L'esplosione Rodolfo si ha quando si e' in fase di caricazione.In questo caso si ha un aumento di pressione, e l'aria in eccesso viene espulsa sempre attraverso le pressure valve che in questa occasione funzionano in senso opposto, cioe' invece di far entrare aria la fanno uscire. Se queste non funzionassero si avrebbe un 'esplosione o una squarcio lungo la murata della nave.
Ora mi domanderai, se non e' possibile tenere aperti i portellini perche' si verificano fumi nocivi come' e' possibile far uscire aria che potrebbe essere nociva dalle pressure valve?
La risposta viene data dall ' IMDG Code(The International Maritime Dangerous Goods ), in questo librone c'e' la lista di tutti i prodotti nocivi e le istruzioni su come bisogna trattarli, e si trovano quei prodotti per i quali i fumi possono essere espulsi dalle pressure valve.
Per quelli vietati invece si fa una cosa semplicissima, il cosiddetto " ritorno dei gas a terra". Prima della caricazione si intercettano ( chiudono) le pressure valve, ogni tanka ha una tubazione che va a finire a centro nave dove si collega una manichetta la quale viene collegata ad una tubatura del terminal di terra, in questa tubatura passano l'aria ed i gas nocivi della tanka che invece di andare all'esterno attraverso le pressure valve ,vanno attraverso questa congiunzione tubatura nave - manichetta- tubatura terra nelle strutture del porto addette alla ricezione di questi gas.
Comunque anche se vietato, durante la sosta nei porti per carichi che non prevedono il ritorno a terra dei gas , tenevamo sempre i famosi portellini leggermente aperti in modo da far uscire anche da qui l'aria in eccesso.Questo comunque si puo' fare in quei porti dove non ci sono controlli molto serrati( una volta ora non so dirvi come funzioni). Per esempio nei porti nord europei o inglesi e' impossibile fare una cosa del genere pena l'arresto.


Questa foto sotto l'ho scattata durante la navigazione lungo il Rio Parana' in Argentina, la nave che vedete ha uno squarcio ben visibile proprio dato dal non funzionamento delle pressure valve ( non so per quale motivo) durante la caricazione, quindi la cisterna si e' "gonfiata" come un pallone fino ad esplodere, il pilota ci ha dato la conferma del problema alle pressure valve e ci ha anche detto che l'armatore non l'avrebbe riparata.
A parte tutto la foto fa capire quali possano essere le conseguenze e di cosa stiamo parlando( mi scuso per la qualita' le ho fatte con una macchina tradizionale e passate con lo scanner).


4203788511_3252981d7d_b.jpg



Queste invece sono alcune foto sempre da me fatte che possono farvi capire le condizioni meteo e la temperatura bassissima.
Nella foto guardate la monachella, praticamente bloccata dal ghiaccio. ( temperatura nelle foto meno 30 gradi e foto scattate subito dopo l'arrivo in banchina)
A me fanno venire i brividi di freddo solo vedendole. :mrgreen: ( anche queste scattate con macchina tradizionale).


4204546188_58fb9ce3ea_b.jpg



Il passamano ( Purtroppo avevo un'altra bella foto ma non la trovo :cry: , si vedeva una scala in coperta ed i due passamano e per quanto ghiaccio si era formato nei passamano non c'era piu' lo spazio per scendere le scale).

4203790559_9fb81165ac_b.jpg



in questa foto invece il paesaggio che avevamo di fronte ai nostri occhi bloccati nella morsa del ghiaccio nell'attesa del rompighiaccio. Temperatura meno 30 gradi.


4204544714_9bab907854_b.jpg


Ho altre cose da raccontarvi , vediamo se nei prossimi giorni riesco a scrivere qualcosa.
Scusatemi delle ripetizioni nello scritto, ma ho cercato e non e' stato semplice di scriverlo in modo che tutti , anche quelli non addetti ai lavori possano comprendere il tutto.
Non so se ci sono riuscito, sarete voi a dirmelo. :mrgreen:

Saluti
 
U

unochenavigaverament

Guest
Re: Navigazione tra i ghiacci.

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Bello e ben scritto.
 
T

tano

Guest
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Grazie Adiatic, interesantissimo !!!!!
L´ho letto due volte per capirci meglio.

Un saluto.
 

pmanlio

Active member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Adriatic, dal lavoro non vedo flicker, e quindi qui non ho le immagini..
Le spiegazioni mi sembrano chiare, ma non sono io l'esperto (l'Ingegneria è una cosa MOLTO larga :p :p ) più adatto a commentare quello che hai scritto..
A parte qualche termine tecnico comunque il meccanismo è chiaro, va da sè che se la valvola si blocca con materiale in ingresso si rischia l'esplosione, al contrario si rischia l'implosione..
Per chi non lo avesse capito faccio un paio di esempi: qualunque prodotto sotto vuoto (le noccioline ad es.) mostra come la plastica che lo avvolge è compressa sul contenuto: infatti è soggetta a circa 1 kg di forza per ogni centimetro quadro di superficie. Se si pensa a superfici grandi con il vuoto dentro questa forza diviene ingente ed alla fine potrebbe far implodere tutto (come in un sommergibile che scende a profondità troppo alte). E' chiaro che i contenitori saranno dimensionati non per il vuoto, ma per avere una pressione (e quindi una forza) interna che equilibra l'esterna (spinge al contrario): se si blocca la valvola che permette all'aria (o ad un liquido) di entrare viene a mancare questa pressione interna e il tutto implode..
Per l'esplosione invece il meccanismo è al contrario, la pressione interna sale perchè c'è troppo liquido o gas, e l'esterna rimane la stessa: l'equilibrio salta..

Tra le prove di resistenza di un edificio che deve contenere le scorie nucleari c'è anche quella di resistenza a pressione, in realtà in molti casi basta fare 1.1 Atmosfere (apparentemente poco più di quella normale ndr) per vedere l'edificio esplodere, provate infatti a calcolare la forza che spinge sulle pareti..

Mi scuso per la banalità degli esempi, ma per chi è completamente a digiuno spero siano stati utili, per gli altri.. non servivano perchè era già chiaro!! :p

Salutoni!
Manlio

ps: il marinaio è stato in gamba, ma il tutto fa un pò tremare.. possibile che gli ispettori non capivano la situazione? E' un pò inquietante..
 
T

tano

Guest
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Ma scusa Pmanlio ....gli inspettori non capiscono la situazione, ma allora sará perche c´é un altro sistema, che non é proibito ????

Un saluto.
 

pmanlio

Active member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

tano ha detto:
Ma scusa Pmanlio ....gli inspettori non capiscono la situazione, ma allora sará perche c´é un altro sistema, che non é proibito ????

Un saluto.

Da come racconta Adriatic c'è il computer collegato alla valvola, quella dovrebbe essere la vera sicurezza..

riprendo alcune parti del racconto:

Queste pressure Valve devono essere controllate dal marinaio di guardia in coperta ogni 15 minuti , c'e' una levetta apposita che bisogna azionare che fa capire se il sistema funziona e questo controllo deve essere annotato in un apposito check list dall' ufficiale di guardia che si trova nella sala di controllo del carico , dove aziona tutte le pompe , le valvole ,controlla i livelli delle tanke ,la sequenza di discarica , le operazioni di zavorra , la stabilita' etc...


Come chi naviga sa, su queste navi si e' in pochi, quindi l'ufficiale di guardia oltre a seguire la discarica deve anche star dietro a questi.

Ad un certo punto il marinaio di guardia in coperta chiama via radio e dice di fermare immediatamente la discarica. Il motivo e' che lui sente una pompa del carico fare uno strano rumore quasi che sforzasse ed infatti da terra ci dicono anche che e' da un po' di minuti che la rata di discarica e' scesa. Le Pressure valve quando sono in lavoro fanno molto rumore per capirci e' lo stesso che fa una locomotiva a vapore quando parte o uno stantuffo.

Se ho capito Adriatic la persona di guardia era la stessa che doveva controllare parlare con gli ispettori, ed ha temporaneamente dovuto abbandonare la zona..
Infatti come giustamente fa notare Adriatic l'equipaggio di queste navi è limitato di numero (una volta ci sono stato per una giornata di navigazione, si era in pochini.. ).

A quel punto il marinaio in coperta ha capito cosa stava avvenendo solo in base all'esperienza ed ha agito di conseguenza..
Le domande che mi vengono in mente sono, in generale, queste:

Il computer si limita a segnalare un guasto o può agire di conseguenza?
Il computer e tutto il sistema sono previsti per lavorare a meno trenta gradi?
C'è una ripetizione dei segnali del PC nella sala controllo ed in sala comando?

Io per esempio ho messo su dei sistemi simili (una specie di centraline elettroniche) per il mio lavoro, ma non sono assolutamente previste per lavorare a meno trenta, lì andrebbero in crisi e farebbero solo guai..

In laboratorio tutti gli allarmi arrivano ad un pannello di controllo, ma non esistono altre zone dove sono ripetuti, ci sono però sirene in caso di guaio grosso che si sentirebbero per tutto la sede della Casaccia (immensa ndr).

Salutoni!
Manlio
 

Adriatic2009

New member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

tano ha detto:
Ma scusa Pmanlio ....gli inspettori non capiscono la situazione, ma allora sará perche c´é un altro sistema, che non é proibito ????

Ciao Tano, gli ispettori sono venuti a controllare la parte cartolaria, Purtroppo non si puo' dire aspettate o tornate piu' tardi.
Forse mi sono spiegato male, non c'e' o non c'era ( oggi non so se hanno inventati di nuovi) un altro sistema , l'unico e' quello delle pressure valve.
Noi furbamente, avevamo aperto questi portellini delle tanke che anche in caso le pressure valve fossero blocate dal ghiaccio permettessero comunque la compensazione e la "richiesta" di aria da parte tanka.Purtoppo questo e' proibito, ed essendo arrivati questi ispettori li abbiamo dovuti chiudere per non incorrere in sanzioni molto severe.Proprio per questo venedo a mancare quest'altro sistema non legale l'unico affidamento veniva dalle pressure valve e due di queste si sono congelate. Una volta finita l'ispezione abbiamo provveduto a riaprire quel tanto che basta questi portellini.

Pmanlio ha detto:
Se ho capito Adriatic la persona di guardia era la stessa che doveva controllare parlare con gli ispettori, ed ha temporaneamente dovuto abbandonare la zona..

Durante le operazioni commerciali ci sono due persone addette, una e' l'ufficale di guardia e l'altra e' il marinaio.Il primo se ne sta dentro la centrale del carico ( quando torno a casa questa sera vi posto una foto cosi si puo' capire meglio), il secondo invece e' furi ed e' quello che fisicamente e visivamente controlla il tutto.
Quindi la persona che doveva controllare le pressure valve e lo fa ogni 15 minuti non e' quello che parla con gli ispettori. Purtroppo con queste temperaturae basta un minuto per ghiacciare tutto e non si puo' stare li' a controllare le pressure valve ogni 2 minuti.

Pmanlio ha detto:
Il computer si limita a segnalare un guasto o può agire di conseguenza?

Le pressure valve ( a quei tempi, vi premetto che la nave era considerata moderna ed automatizzata ), non avevano nessun collegamento con il computer. L'ispezione veniva fatta dal marinaio azionando una levetta e solo chi era fisicamente sul posto poteva rendersi conta se essa funzionava oppure no.Fatto questo controllo il marinaio chiama l' ufficiale in centrale del carico e dice :" controllate le pressure valve della tanka.... tutto ok", a questo punto l'ufficiale scrive sul check list , orario , tanka controllata e smarca la voce "ok", ma ripeto sul computer della centrale carico non si ha nessun segnale da parte delle pressure valve.
Forse se non ci sarebbero stati gli ispettori, lui non essendo distratto da loro,controllando il computer del carico avrebbe visto che la rata di discarica di quella tanka era diminuita sensibilmente e se ne sarebbe chiesto il motivo. Diciamo l'avrebbe capito per una via traversa che qualcosa non andava, ma di diretto sul computer non c'e' niente.Ad oggi sappiamo che la tecnologia fa passi da gigante nell'arco di un mese, quindo non so se ora hanno un qualche segnale che li avverta del problema.

Pmanlio ha detto:
Il computer e tutto il sistema sono previsti per lavorare a meno trenta gradi?

Si Manlio e' previsto. Per andare da quelle parti la nave deve avere un certificato "Ice Class", e questo prevede che in fase di costruzione si usino tutti gli accorgimenti, materiali e impianti che possano lavoarare a quelle temperature.

Pmanlio ha detto:
C'è una ripetizione dei segnali del PC nella sala controllo ed in sala comando?

C'e' solo una sala chiamata Cargo Control Room, chiamata in italiano centrale carico ( metto una foto questa sera quanto torno a casa) ed e' qui che si trova il
PC e tutti le altre apparecchiature che servono alla movimentazione del carico, zavorra etc...). In questa sala con i vari turni di guardia e' sempre presente un ufficiale 24 ore al giorno durante le operazioni commerciali. Cioe' funziona come quando si e' in navigazione e sul ponte c'e' sempre l'ufficiale, qui quando la nave e' in porto invece di essere sul ponte l'ufficiale si trova in centrale carico.Il marinaio che si trova fuori in coperta non ha alcun PC a disposizione.

Come dici il tuo esempio Manlio e' semplice ma spiega perfettamente e fa capire a tutti il fenomeno che avviene dentro la tanka.

Saluti
 

pmanlio

Active member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Approfondendo se ne scoprono di cose vero?

Per quanto possa essere tutto regolamentato c'è sempre dietro il buon senso e la capacità, altrimenti son guai..
Vale anche per noi, per quanto uno possa seguire le normative e fare cose fatte mediamente bene se non ha una visione chiara dei problemi è sempre a rischio..

Salutoni!
Manlio
 

Rodolfo

Super Moderatore
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Ciao Adriatic, pensavo ti riferissi all'azione del ghiaccio vero e proprio sulla nave. Quello delle operazioni di carico e scarico lo conoscevo abbastanza, ma non con la dovizia di particolari e con la fluidità del tuo racconto. Davvero ben scritto e descritto. Vedendo poi le tue fotografie del ghiaccio in coperta, mi è venuto alla mente il racconto di un mio amico che lavorava come ufficiale su di una petroliera e che durante un trasporto di petrolio dall'Arabia verso gli Stati Uniti, si era imbattuto in una violenta tempesta con formazioni di ghiaccio sempre più consistente in coperta. Le incrostazioni continuavano ad aumentare in maniera pericolosa sulle sovrastrutture e la nave sarebbe stata in pericolo se non fosse stato che il calore residuo del carico, evitò ulteriori formazioni in prossimità delle tanke. In pratica si erano ricoperte di acqua ghiacciata solo prua e poppa.
 

Adriatic2009

New member
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Scusate il ritardo , posto le foto dell'interno della centrale carico.

Questa e' la centrale carico e la Console del carico, ci sono vari dispositivi per l'apertura e chiusura valvole e per l'azionamento delle pompe del carico.Sulle navi di ultima generazione il tutto si puo fare stando seduti davanti a un computer e per azionare il tutto basta un click con il mouse ( la tecnologia...).
Quei pulsanti di colore rosso e bianco invece sono gli allarmi del 96% e 98%. Oltre ad un allarme visivo si ha un allarme sonoro interno ed uno esterno ( fischio nave) per avvisare chi e' in coperta. Prorio come dicevi tu Manlio in uno dei tuoi post riguardo gli allarmi sonori.

4208893630_3cd2be962c_b.jpg



Queste invece e' la consolla dove vengono azionate le valvole e le pompe per le operazioni di zavorra.

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Nella posizione opposta alla console c'e' la scrivania con i vari libri libroni e file, e nella direzione della prova c'e' il computer del carico.
I dati che si possono leggere per ogni tanka nel computer del carico sono:
Ullage, Innage , percentuale di riempimento della tanka, rata di caricazione/discarica, temperatura del prodotto, metri cubi.Il tutto aggiornato in tempo reale.
Dimenticavo di dirvi che tutte le quantita' sono in metri cubi e non in tonnellate, anche nei piani di carico si fa sempre riferimento ai metri cubi e mai alle tonnellate , come nei vari documenti del carico la "bill of lading" e la "ship's figure".

Sinceramente di queste navi non rimpiango niente a parte i piani di carico.
Quelli purtroppo a bordo delle navi da crociera non se ne fanno o meglio sono molto semplici da fare e si perde " l' allenamento".
Invece sul quel tipo di navi sono molto impegnativi ed oltre agli elementari principi di stabilita' ci sono moltre altre variabili e fattori di cui tener conto, e' come un pazzle che una volta risolto da delle belle soddifazioni.
Di solito e' il primo che se ne occupa , ma tutti noi ufficiali quando arrivava il telex con i carichi da prendere e la rotazione dei porti facevamo il nostro piano di carico, dopodiche' si confrontavano e non tutte le volte veniva scelto quello fatto dal primo ufficiale :mrgreen: .

Se avete dubbi o domande sono a disposizione.
Saluti
 

Rodolfo

Super Moderatore
Re: Navigazione tra i ghiacci.

Anche io ho sempre sostenuto che un Ufficiale di un mercantile in genere, abbia una preparazione molto più approfondita di un Ufficiale di nave passeggeri. Magari quello della nave passeggeri ha compiti più gravosi per quanto riguarda ripetitività delle manovre, negli aspetti riguardanti la sicurezza di bordo e rapporti con i passeggeri; ma in fatto di completezza di formazione quello delle navi mercantili ha senza dubbio qualcosa in più, se non altro per quanto riguarda gli aspetti della caricazione delle varie merci e prodotti a bordo. Naturalmente è una mia considerazione.
 
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