Ecco i timbri della città più australe del mondo
La mattina dopo ci siamo preparati per una intera giornata a contatto con la natura nel parco della terra del fuoco.
Prima tappa l'Alakush visitor centre, dove è possibile visitare un piccolo museo sulla storia dei popoli che abitavano queste terre.
Verso le montagne vivevano gli Onas che erano prevalentemente cacciatori e pastori, mentre sulla costa vivevano gli Yamanas, pescatori e cacciatori di leoni marini.
Perennemente in guerra tra loro e con i Tewelche che vivevano più a nord, tenevano fuochi perennemente accesi e per questo i primi esploratori diedero il nome Terra del Fuoco a questa parte di mondo.
Il fuoco veniva tenuto acceso anche sulle canoe durante le battute di pesca e di caccia e la sopravvivenza era legata alla presenza dei leoni marini che fornivano carne, pelle con cui coprirsi e costruire capanne e grasso con cui cospargersi il corpo per isolarsi dal freddo.
Con l'arrivo dei coloni poco alla volta questi popoli sono scomparsi e l'ultimo discendente "fueghino" è morto nel 1999 proprio ad Ushuaia.
Dopo un caffè siamo partiti ad esplorare le zone attorno al lago Acigami: un'area con diversi percorsi naturalistici.
Ci siamo poi spostati nella zona del parco dove c'è la partenza del treno della fine del mondo.
Si tratta di treni a vapore che ripercorrono i binari che portavano i carcerati nei boschi a tagliare alberi per ottenere legname che serviva per le costruzioni e per il riscaldamento.
Lungo il percorso si possono ancora vedere i ceppi degli alberi tagliati a diverse altezze: quelli più bassi sono stati tagliati in estate, quelli più alti in inverno e la loro altezza dipende da quanto era alto lo strato di neve.
Uno dei treni.
Il treno fa una fermata intermedia presso una piccola cascata
All'arrivo nella stazione finale siamo risaliti sul nostro autobus per spostarci in un altro punto del parco: Bahia la Pataia.
Ora qualche immagine della baia.
Questi paletti indicano l'inizio della ruta 3: la strada che dalla terra del fuoco risale tutto il continente americano fino al Canada.
Siamo poi tornati in città per un pranzo veloce in una trattoria/museo in attesa di sapere se avremmo potuto navigare nel canale di Beagle: il mare era molto mosso e con forti venti....
Alcuni locali della trattoria
Con il calare del vento, è arrivata la notizia che forse saremmo partiti per la navigazione del canale così ci siamo spostati verso il porto.
Uno dei botteghini dove si acquistano i biglietti per la navigazione nel canale.
Il canale è disseminato di scogli e isolette e la navigazione aveva tra l'altro lo scopo di avvistare pinguini e leoni marini ma date le condizioni avverse del mare non abbiamo potuto avvicinarci abbastanza per poter fare delle foto decenti. Dovete fidarvi della mia parola: i leoni marini c'erano davvero. Invece non abbiamo visto i pinguini.
Questi lo sembrano ma sono cormorani e se guardate bene ne vedete qualcuno in volo.
Il faro chiamato Les Eclaireurs o faro del fin del Mundo: è il penultimo faro prima del circolo polare antartico.
Tornati in porto, decisamente frullati dalle onde, abbiamo ancora fatto un giro per la città per qualche acquisto ed abbiamo concluso la giornata con un'altra ottima centolla.
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