E ritorno su questo.....magia pura...
....Riposo durante la fuga in Egitto è un dipinto realizzato nel 1597 da Caravaggio. Il dipinto è un cosiddetto "quadro da stanza", cioè un'opera realizzata per essere posta a ornamento di una dimora privata...e non in una chiesa ad esempio.
Si ipotizza che il dipinto sia frutto della committenza del cardinal Pietro Aldobrandini (nipote di papa Clemente VIII) il quale si dilettava di musica. È certo, comunque, che il dipinto divenne proprietà di Olimpia Aldobrandini Principessa di Rossano (nipote di Pietro Aldobrandini e sposa - in seconde nozze - di Camillo Pamphilj nel 1647) solo più tardi, dopo la morte di Caravaggio. Da allora il dipinto appartiene alla famiglia Pamphilj, che lo mantiene esposto nella propria Galleria.
Il colorismo e i molti brani di natura morta presenti in questo dipinto, realizzati con estrema verosimiglianza, dimostrano l'adesione del giovane Caravaggio alla cultura pittorica lombardo-veneta. Si vede, ad esempio, il mirabile paesaggio sullo sfondo (unicum nella pittura caravaggesca ), la cui trattazione (il cielo cupo, nuvoloso e carico di pioggia) ricorda la Tempesta di Giorgione, pur raffigurando ,secondo i critici , uno scorcio della campagna sulle rive del Tevere.
Nel dipinto di Caravaggio, la natura e il paesaggio svolgono un ruolo simbolico di rilievo: gli elementi naturali, accanto all'anziano Giuseppe, rimandano all'aridità e alla siccità; mentre la natura ed il paesaggio sono più rigogliosi a destra, dove si trova la Vergine col Bambino. Ai piedi della Vergine, il pittore ha dipinto piante simboliche che alludono alla verginità di Maria (l'alloro), alla Passione (il cardo e la spina della rosa) e alla Resurrezione (il Tasso barbasso).
Secondo alcuni studiosi, il pittore ha raffigurato , da sinistra a destra , un percorso di salvazione cristiana, dall'inanimato minerale (il sasso) all'animale (l'asino), all'essere umano (Giuseppe), passando per l'angelico (l'angelo violinista), sino alla meta finale: il divino (la Vergine che abbraccia il Bambino Gesù).
Di notevole bellezza è la postura dell'angelo musicista, forse ispirata all'allegoria del Vizio raffigurata nell'Ercole al Bivio che Annibale Carracci stava dipingendo a Firenze . Analogamente all'angelo di Caravaggio, questa allegoria indossa una veste leggera che lascia intravedere le forme del corpo nudo.L'angelo è il perno della raffigurazione che divide in due parti distinte la scena: a sinistra il vecchio Giuseppe, seduto sulle sue masserizie e con i piedi nudi posati sul terreno scuro, che veglia , stanco , reggendo la partitura affinché l'angelo apparso possa leggere e suonare.
È un quadro molto luminoso diverso da ciò cui siamo abituati a vedere in Caravaggio, lirico oserei dire e bello, molto bello per le suggestioni che riesce a dare.
Accanto oltre alla Maddalena di cui vi ho già dato, troviamo anche questo...
Dove la forza di Caravaggio irrompe a piene mani!!
Caravaggio non ritagliava le sue figure entro profili ben definiti ma eseguiva per intero le singole figure partendo dal fondo e ad esse sovrapponeva poi quelle in primo piano. Figure, vestiti ed oggetti costruiti in successione spesso si soprammettono, come le fronti dei volti che vengono coperte dai capelli o le braccia che proseguono sotto le maniche degli abiti.
La rapida stesura finale andava poco oltre l’abbozzo o si identificava addirittura con esso, tanto che sono state individuate delle lumeggiature a tempera a uovo sovrapposte agli strati ad olio ancora freschi. L’energia e la decisione della pennellata del pittore si conciliava con una straordinaria attenzione per i minimi particolari, dipinti con un pennello sottilissimo. Infine, con una leggera velatura bruna o nera, il pittore tornava a lavorare sulle strisce della preparazione rossastra precedentemente risparmiate, ottenendo il colore scuro del fondo che infatti si sovrappone, in alcuni casi, ai contorni delle figure.
Le fonti affermano che il Caravaggio non disegnava ma dipingeva direttamente a colore copiando dal vero, “senza passare come voleva una consolidata tradizione artistica, attraverso l’elaborazione disegnativa che perveniva a idealizzare il dato naturale”.
Caravaggio nel San Giovanni Battista. Il particolare in luce mette in evidenza le incisioni per la gamba sinistra del Santo.
La pratica di incidere la preparazione fu appresa certamente da Caravaggio nella bottega del Cavalier d’Arpino, dove era usata per trasporre il disegno già elaborato mediante l’incisione del cartone anche per i dipinti su tela ( descrivevano la tecnica del ricalco di cartoni anche sulle tele).
Caravaggio elabora questa tecnica fino a renderla un procedimento, come si è detto, praticamente esclusivo, le fonti cinquecentesche infatti non fanno riferimento, nel caso dei dipinti, all’uso di incisioni sostitutive del disegno, mentre attestano come caratteristica generalizzabile di quel periodo la presenza di una preparazione scura, in rosso o in bruno.
Si era riscontrato in quei tempi che certi colori, quali l’azzurro, il verde o il bianco, acquistavano maggior potenza e splendore se applicati su uno strato rossastro (che però, col tempo, tende ad assorbire le mezze tinte e a rinforzare le ombre esasperando i contrasti di tono del dipinto). Alcuni pittori, in questo periodo, giungevano anzi ad utilizzare preparazioni diverse secondo le zone, altri (come lo stesso Caravaggio) le sfruttavano lasciandole trasparire attraverso la pittura....il risultato di tutto ciò è ben visibile ai nostri occhi.
Continua...