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Roma...il mio viaggio , nella Grande Bellezza.

Il secondo busto, munito di una splendida gorgiera, è di Benedetto Pamphilj.

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Ancora qualche immagine di questo splendido salone e le sue pareti di velluto.

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Continua...
 
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Come in tutti i palazzi nobiliari non può mancare la sala da ballo...


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Composta da due spazi comunicanti, il salone da ballo dalle tonalità dorate fu decorato con tendaggi in seta nella seconda metà del XIX secolo dall'architetto Andrea Busiri Vici (1818 – 1911)....anche la carta da parati alle pareti è in seta.

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Lo spazio per l'orchestra... ricavato in un angolo del salone


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Qualche altra immagine in cui si nota il particolare del disegno floreale alle pareti in abbinamento ai tendaggi.

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Sono talmente tante le bellezze racchiuse che poche ore non bastano per poterle apprezzare per intero. La sontuosità dell' apparato visivo, il cosiddetto " contenitore" di bellezze è altresì la bellezza pura di una dimora senza eguali.

È una vera scoperta sala dopo sala essere al cospetto di nomi illustri del panorama artistico italiano.....un Raffaello Sanzio che mi scruta attraverso gli occhi dei suoi ritratti...un brivido per me! Ho sempre adorato Raffaello...la sua composta, pulita perfezione!

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E che dire poi di Tiziano!!?

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Salomè è un dipinto a olio su tela di Tiziano, databile al 1515 circa.

In una stanza scura, rischiarata da un arco che si apre su un cielo limpido e sormontato da un amorino scolpito, Salomè tiene su un vassoio la testa del Battista, assistita da un giovane inserviente. Per nulla inorriditi, i due protagonisti mettono in scena una placida scena biblica, in cui spicca soprattutto la bellezza ideale della donna. Essa, col volto ovale alla Leonardo, ha le fattezze di tante donne di Tiziano in opere dell'epoca, dalla Flora degli Uffizi ad esempio dove la somiglianza è palese.
Il rosso Tiziano anche qui è protagonista, dai capelli di Salomè al ricco broccato del mantello reso con una realtà quasi fotografica.

Che dire poi della dolcezza del volto della Vergine.....

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Giovanni Bellini, circoncisione di Cristo.

...pervaso dalla luce divina che illumina il suo volto.

Via via in rassegna altre opere altrettanto importanti...


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Beato Angelico

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Annibale Carracci, la Pietà


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Guercino, Endimione dormiente.

In una sala a parte sono riuniti i capolavori più prestigiosi....un solo nome Michelangelo Merisi .... comunemente conosciuto col nome Caravaggio.

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La Maddalena penitente è un dipinto eseguito da Caravaggio attorno al 1594-1595.

Il dipinto raffigura una ragazza, con un vestito elegante ma discinto, seduta su una sedia bassa, con i capelli sciolti, la testa chinata e le mani sul proprio grembo. Alla sua destra vi è una natura morta di gioielli sul pavimento. Essi sembrano alludere al rifiuto della vanità e del peccato. Accanto ai gioielli, una bottiglia trasparente e chiusa, contenente un liquido che la riempie per tre quarti. Ad un primo colpo d'occhio sembra che la fanciulla-santa si stia asciugando i capelli, invece, sarebbe ritratta penitente, come sembrano indicare l'espressione triste e piangente ed i gioielli gettati a terra.Lo sguardo della donna non è rivolto all'osservatore, ma verso il basso, in una posizione che è stata paragonata ad alcune rappresentazioni tradizionali di Gesù Cristo crocifisso. Una lacrima scende lungo la guancia al lato del naso. Per ciò che riguarda la luce, (allegoria della salvezza divina) che irrompe nel buio della stanza (cioè del peccato) simboleggia la redenzione della Maddalena.

Conosciamo Caravaggio come un artista che rompe con gli schemi, un ribelle per quell' epoca, che faceva parlare di sé come un personaggio irriverente, scomodo, oltraggioso.

Anche per quest'opera , sembra che Caravaggio abbia ritratto Anna Bianchini, una delle prostitute che Caravaggio frequentava e che più di una volta utilizzò come modelle per i suoi dipinti. L'ipotesi identificativa si basa sulla descrizione di Anna Bianchini, con la quale Caravaggio ebbe un rapporto piuttosto turbolento; aveva diciassette anni, era di bassa statura e portava lunghi e bei capelli rossicci, come si vede appunto nel quadro. Anna Bianchini posò, forse, anche per altre opere, quali la Morte della Vergine, Marta e Maria Maddalena (come Marta) e il Riposo durante la fuga in Egitto (per la figura della Vergine)..... nell' immagine sotto si nota molto bene la somiglianza e la posa della Vergine con il capo reclinato, identica alla Maddalena.

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Continua....
 
Ricordo, in occasione di una visita all'Hermitage, che su di un depliant era scritto che per visitarlo tutto, soffermandosi un minuto a contemplare le varie opere, si sarebbero impiegati oltre 8 anni: una enormità.
Il tempo per ammirare le opere che il Nostro Paese raccoglie credo siano di gran lunga superiore.
 
Ricordo, in occasione di una visita all'Hermitage, che su di un depliant era scritto che per visitarlo tutto, soffermandosi un minuto a contemplare le varie opere, si sarebbero impiegati oltre 8 anni: una enormità.
Il tempo per ammirare le opere che il Nostro Paese raccoglie credo siano di gran lunga superiore.
Spesso mi ritrovo a ripercorre i luoghi: Musei Vaticani ci sono stata tre volte, Uffizi idem, Louvre solo una volta...ma c'è ancora tempo ;) per poter compensare le lacune. Abbiamo talmente tanto che vi è solo l'imbarazzo della scelta. A volte si approfitta di belle opportunità. A Milano ad esempio, per le festività natalizie, arrivano opere prestigiose da altri musei e quindi , senza andare lontano, si hanno buone occasioni per vedere i capolavori del nostro patrimonio nazionale.
 
E ritorno su questo.....magia pura...



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....Riposo durante la fuga in Egitto è un dipinto realizzato nel 1597 da Caravaggio. Il dipinto è un cosiddetto "quadro da stanza", cioè un'opera realizzata per essere posta a ornamento di una dimora privata...e non in una chiesa ad esempio.

Si ipotizza che il dipinto sia frutto della committenza del cardinal Pietro Aldobrandini (nipote di papa Clemente VIII) il quale si dilettava di musica. È certo, comunque, che il dipinto divenne proprietà di Olimpia Aldobrandini Principessa di Rossano (nipote di Pietro Aldobrandini e sposa - in seconde nozze - di Camillo Pamphilj nel 1647) solo più tardi, dopo la morte di Caravaggio. Da allora il dipinto appartiene alla famiglia Pamphilj, che lo mantiene esposto nella propria Galleria.

Il colorismo e i molti brani di natura morta presenti in questo dipinto, realizzati con estrema verosimiglianza, dimostrano l'adesione del giovane Caravaggio alla cultura pittorica lombardo-veneta. Si vede, ad esempio, il mirabile paesaggio sullo sfondo (unicum nella pittura caravaggesca ), la cui trattazione (il cielo cupo, nuvoloso e carico di pioggia) ricorda la Tempesta di Giorgione, pur raffigurando ,secondo i critici , uno scorcio della campagna sulle rive del Tevere.

Nel dipinto di Caravaggio, la natura e il paesaggio svolgono un ruolo simbolico di rilievo: gli elementi naturali, accanto all'anziano Giuseppe, rimandano all'aridità e alla siccità; mentre la natura ed il paesaggio sono più rigogliosi a destra, dove si trova la Vergine col Bambino. Ai piedi della Vergine, il pittore ha dipinto piante simboliche che alludono alla verginità di Maria (l'alloro), alla Passione (il cardo e la spina della rosa) e alla Resurrezione (il Tasso barbasso).

Secondo alcuni studiosi, il pittore ha raffigurato , da sinistra a destra , un percorso di salvazione cristiana, dall'inanimato minerale (il sasso) all'animale (l'asino), all'essere umano (Giuseppe), passando per l'angelico (l'angelo violinista), sino alla meta finale: il divino (la Vergine che abbraccia il Bambino Gesù).

Di notevole bellezza è la postura dell'angelo musicista, forse ispirata all'allegoria del Vizio raffigurata nell'Ercole al Bivio che Annibale Carracci stava dipingendo a Firenze . Analogamente all'angelo di Caravaggio, questa allegoria indossa una veste leggera che lascia intravedere le forme del corpo nudo.L'angelo è il perno della raffigurazione che divide in due parti distinte la scena: a sinistra il vecchio Giuseppe, seduto sulle sue masserizie e con i piedi nudi posati sul terreno scuro, che veglia , stanco , reggendo la partitura affinché l'angelo apparso possa leggere e suonare.

È un quadro molto luminoso diverso da ciò cui siamo abituati a vedere in Caravaggio, lirico oserei dire e bello, molto bello per le suggestioni che riesce a dare.


Accanto oltre alla Maddalena di cui vi ho già dato, troviamo anche questo...


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Dove la forza di Caravaggio irrompe a piene mani!!


Caravaggio non ritagliava le sue figure entro profili ben definiti ma eseguiva per intero le singole figure partendo dal fondo e ad esse sovrapponeva poi quelle in primo piano. Figure, vestiti ed oggetti costruiti in successione spesso si soprammettono, come le fronti dei volti che vengono coperte dai capelli o le braccia che proseguono sotto le maniche degli abiti.

La rapida stesura finale andava poco oltre l’abbozzo o si identificava addirittura con esso, tanto che sono state individuate delle lumeggiature a tempera a uovo sovrapposte agli strati ad olio ancora freschi. L’energia e la decisione della pennellata del pittore si conciliava con una straordinaria attenzione per i minimi particolari, dipinti con un pennello sottilissimo. Infine, con una leggera velatura bruna o nera, il pittore tornava a lavorare sulle strisce della preparazione rossastra precedentemente risparmiate, ottenendo il colore scuro del fondo che infatti si sovrappone, in alcuni casi, ai contorni delle figure.



Le fonti affermano che il Caravaggio non disegnava ma dipingeva direttamente a colore copiando dal vero, “senza passare come voleva una consolidata tradizione artistica, attraverso l’elaborazione disegnativa che perveniva a idealizzare il dato naturale”.



Caravaggio nel San Giovanni Battista. Il particolare in luce mette in evidenza le incisioni per la gamba sinistra del Santo.

La pratica di incidere la preparazione fu appresa certamente da Caravaggio nella bottega del Cavalier d’Arpino, dove era usata per trasporre il disegno già elaborato mediante l’incisione del cartone anche per i dipinti su tela ( descrivevano la tecnica del ricalco di cartoni anche sulle tele).

Caravaggio elabora questa tecnica fino a renderla un procedimento, come si è detto, praticamente esclusivo, le fonti cinquecentesche infatti non fanno riferimento, nel caso dei dipinti, all’uso di incisioni sostitutive del disegno, mentre attestano come caratteristica generalizzabile di quel periodo la presenza di una preparazione scura, in rosso o in bruno.

Si era riscontrato in quei tempi che certi colori, quali l’azzurro, il verde o il bianco, acquistavano maggior potenza e splendore se applicati su uno strato rossastro (che però, col tempo, tende ad assorbire le mezze tinte e a rinforzare le ombre esasperando i contrasti di tono del dipinto). Alcuni pittori, in questo periodo, giungevano anzi ad utilizzare preparazioni diverse secondo le zone, altri (come lo stesso Caravaggio) le sfruttavano lasciandole trasparire attraverso la pittura....il risultato di tutto ciò è ben visibile ai nostri occhi.


Continua...
 
Nella Galleria ci sono sale molto particolari...


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Sala Aldobrandini (Salone Aldobrandini)
Situata nella parte rinascimentale di Palazzo Doria Pamphilj, la Sala Aldobrandini è uno scrigno di dipinti e sculture. Ospita alcuni dei dipinti più importanti della collezione della Galleria.

Molte delle statue e degli antichi rilievi presenti nella sala provengono dal giardino di Villa Pamphilj e tra questi figura un grande sarcofago che raffigura il mito di Selene ed Endimione , datato al III secolo .

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Il secondo braccio della Galleria Doria Pamphili , ospita uno degli ambienti più affascinanti del palazzo: La Galleria degli specchi.


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L'unico corridoio ad avere le finestre su ambedue i lati e che conferiscono all' ambiente grande luminosità. Uno spazio così luminoso e sfarzoso da ricordare la Reggia di Versailles, costruita nel '700 ed abbellita con specchi pregiatissimi in cornici d'oro provenienti da Venezia.


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Ricca di statue romane di piccole dimensioni, scelte in base al contesto, questa galleria è la più bella di Palazzo Doria Pamphilj. Ristrutturata nel 1731, risplende di specchi dorati e il suo soffitto a volta è stato dipinto dall'artista bolognese Aureliano Milani.

Questi affreschi rappresentano le Storie di Ercole , a testimonianza della convinzione della famiglia Pamphilj di discendere dall'eroe mitologico greco Ercole.

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Principalmente è una Galleria d'arte , quella che ti ho mostrato, ma è attualmente abitato ed esistono altre zone ( con possibilità di visita guidata) visitabili a parte.

Ti copio incollo ciò che era scritto nella brochure del palazzo...


Gli appartamenti privati del Piano Nobile
Palazzo Doria Pamphilj ,sono stati dimora di principi e principesse sin dal Seicento, quando Camillo Pamphilj volle ampliare la residenza con magnifiche sale. Ancora oggi abitati dai discendenti della Famiglia Doria Pamphilj, gli Appartamenti furono di volta in volta decorati e arredati secondo il gusto del principe padrone di casa, fino alla attuale configurazione impressa loro al momento del trasferimento a Roma dai genovesi Doria Landi, che nel 1763 ottennero il riconoscimento alla successione e alla fusione dinastica con la famiglia Pamphilj.
 
Spettacolo puro.
Mi ha colpito la descrizione della tecnica pittorica di Caravaggio, che non si aiutava con una "minuta" (per così dire) precedente, ma operava direttamente in "bella copia"!
 
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