Che cosa si può ancora raccontare su Marsiglia? Vista e rivista più volte ma credetemi, ci sono dettagli che a volte sfuggono, vie, luoghi che solo hai visto attraverso gli occhi di altri viaggiatori o per averli sentiti nominare, o ancora ...per averli letti non so più in quale libro. A volte succede spesso se, come a me anche a voi piacciono le letture storiche , di trovare spunti di visite nuove , diverse dal solito cliché.
Che dire ancora su questa città.... Che ha una propria personalità ben radicata. Se avete sentito qualche luogo comune su Marsiglia, fate bene a crederci: il traffico è caotico, i pescivendoli urlano, i ladruncoli sono attivissimi, la città non dorme mai.... è rumorosa ma piena di vita, colorata, allegra, si mangia bene e ci sono molte cose da vedere. Non a caso la chiamano Napoli di Francia.
Con la nomina a Capitale della Cultura 2013 la città provenzale si è impegnata in un progetto di riqualificazione, soprattutto del porto, che ha dato più ordine e nuovo lustro a quartieri che erano stati abbandonati per decenni.
La visita della città dovrebbe iniziare dal piazzale della Cattedrale di Notre-Dame de La Garde che domina Marsiglia e da cui si ammira uno splendido panorama sulla città e sul Mediterraneo....se non ci siete mai stati direi che è doveroso andarci, ne resterete stupiti! Costruita in stile romanico-bizantino, la basilica è sormontata da una statua della Madonna che i marsigliesi chiamano affettuosamente Bonne-Mére. In realtà le chiese sono due: una inferiore, a forma di cripta, con un crocifisso policromo e una mater dolorosa in marmo. Poi c’è la chiesa superiore, il santuario consacrato alla Vergine con gli straordinari mosaici a fondo oro, i marmi colorati e gli innumerevoli ex-voto alle pareti, segno dei miracoli compiuti dalla Vergine. Da lassù il panorama spazia sul mare innanzi tutto con le belle isole davanti e la più famosa che ospita Chateau d'If...Chi ha letto “Il Conte di Montecristo” di Dumas ricorderà che è in queste celle che Edmond Dantès viene imprigionato e conosce l’Abate Faria.
Si tratta di due personaggi immaginari, ma così famosi che è stato praticato un buco nel muro di una cella per ricordare la fuga di Dantès! Dopo aver accolto i Protestanti, buttati a centinaia nel mare sottostante, gli insorti del 1848 e i comunardi del 1871, smette di essere un carcere e diventa monumento nazionale nel 1890.
E poi ci sono i due forti...e il porto vecchio della città.
Punto obbligato di ogni visita a Marsiglia, il Porto Vecchio è la sintesi dello spirito della città. Mercati di pesce, barche che tornano in rada, ristoranti, caffè, creano un paesaggio autentico, non turistico.
A partire dal 1600 l’ingresso al porto era controllato dalla massiccia presenza dei due forti: quello di St-Jean e quello di Saint-Nicolas.
Il forte di St-Jean fu costruito dopo il saccheggio da parte degli Aragonesi (1423) per difendere l’ingresso al porto. Nel 1660 fu costruito dal lato opposto il forte di Saint-Nicolas con l’obiettivo di tenere sotto controllo la popolazione.
I due forti era uniti da uno scenografico ponte poi distrutto durante la Secondo Guerra Mondiale. Il forte di St-Jean è servito nei secoli come guarnigione e poi da prigione durante la Rivoluzione francese.
Come è accaduto per altre parti di Marsiglia, anche il Vecchio Porto è stato ridisegnato. I lavoro sono finiti nel 2013, rendendolo più ordinato e meno caotico.
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