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Uzbekistan: mille sfumature di blu

gimale

Well-known member
Il viaggio in Uzbekistan l’ho desiderato da tanto tempo ma altri impegni quando veniva organizzato il viaggio dall’agenzia a cui facciamo riferimento, il covid e ancora l’annullamento del viaggio già opzionato per mancato raggiungimento del numero di partecipanti hanno fatto sì che solo ora abbia potuto finalmente visitare questo paese ricco di storia e monumenti.

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L'Uzbekistan, ufficialmente Repubblica dell'Uzbekistan, è uno Stato dell'Asia centrale che confina a nord e a ovest con il Kazakistan, a est con il Kirghizistan e il Tagikistan, a sud con l'Afghanistan e il Turkmenistan. Insieme al Liechtenstein, è uno degli unici due Stati al mondo doppiamente senza sbocco al mare, ovvero, oltre a non avere sbocchi sul mare, confina con Stati anch'essi privi di sbocco sul mare. La sua capitale è Tashkent, che conta quasi 3 milioni di abitanti. L'uzbeko (una lingua turca orientale) è la lingua ufficiale ed è parlata dalla maggioranza della popolazione. Vi è stato un tentativo dal 1991 di trascriverla mediante l'alfabeto latino, ma al momento viene utilizzato solo per i siti web, per la valuta locale, il sum uzbeko (moneta del Paese) e per i luoghi turistici e d'interesse più rilevanti (stazioni, ecc.); negli altri ambiti, soprattutto quello della stampa e della cartellonistica, è ancora ampiamente utilizzato l'alfabeto cirillico. Nella regione autonoma del Karakalpakstan ha status di lingua ufficiale, accanto all'uzbeco, il caracalpaco.

Tra le lingue parlate dalle minoranze è importante il tagiko, diffuso ancora a Bukhara e a Samarcanda e collegato alla prestigiosa tradizione della letteratura persiana.

Il russo è la lingua inter-etnica e viene largamente usato - parallelamente all'uzbeko - nella vita comune, soprattutto nei grandi centri urbani e per la gran parte delle attività commerciali e governative. I bambini imparano il russo già all’asilo e quando iniziano la scuola conoscono già l’uzbeko, il russo e nelle zone di Samarcanda e Bukhara anche il tagiko.

Il Paese si estende per 1 500 km da nord-ovest a sud-est, con una larghezza media che non supera i 300 km.. Nel territorio si distinguono due zone geomorfologiche e climatiche.

La parte occidentale è dominata dalla steppa arida del Kizulkum anche chiamata “deserto rosso” per il suo colore e si estende da nord a sud ad oriente del fiume Amu Darya, che segna per un lungo tratto il confine con il Turkmenistan. Quest’area è particolarmente ricca di giacimenti di gas.

In tutta la regione occidentale il clima è continentale secco, con temperature minime in gennaio di -29 °C e massime estive di +45 °C; le precipitazioni sono inferiori a 100 mm annui.

L’altro fiume che scorre in Uzbekistan è il Syr Darya nella parte orientale del paese. L’Amu Darya e il Syr Darya, hanno origine nel Pamir e scorrono rispettivamente in Afghanistan e Tagikistan prima di entrare in territorio Uzbeko e rappresentano l’unica fonte di acqua per il territorio uzbeko. Per questo motivo il governo uzbeko sta trattando accordi con questi due paesi per garantirsi un costante approvvigionamento di acqua.

L’Uzbekistan è sempre stato una zona di incontri e scontri di popoli e culture differenti.

I territori dell'attuale Uzbekistan fecero parte del primo impero persiano che si formò sotto il dominio di Ciro II nel 550 a.c. fino alla conquista di Alessandro Magno avvenuta nel 330 a.c. Successivamente la regione entrò a far parte degli Imperi persiani dei Parti (247 a.c. – 224 d.c.) e Sasanide (224 – 651 d.c.). Seguirono anni di dominio cinese fino al 712 quando arrivarono gli arabi abbasidi aiutati dai turchi. Nel 900 gli arabi furono sconfitti dai persiani Samanidi che governarono questi territori fino al 1005. Nel Medioevo emerge la dominazione turca che si rafforzerà dall'XI al XII secolo a spese del regno persiano dei Samanidi. Questa verrà poi soppiantata dai Mongoli di Gengis Khan all'inizio del XIII secolo, che fonderanno il regno centroasiatico del Chagatay. Infine con l’emergere della figura di Tamerlano si istituì l’impero turco-mongolo dei Timuridi e Iniziò il periodo di maggior fasto dell’Uzbekistan e delle sue città.

Nel XIV secolo Samarcanda fu trasformata nella capitale favolosa con le moschee e i mausolei dalle piastrelle color turchese, da Tamerlano, che vi era nato.

Dal XVI secolo, con la dinastia di origine mongola degli Shaybanidi, il paese comincia a chiamarsi Uzbekistan e nella seconda metà del secolo la capitale viene spostata a Bukhara. La dinastia mongola e i Safavidi di origine iraniana si alternarono nel governo dell’Uzbekistan dal XVI alla metà XVIII secolo

La regione fu per tutta l'epoca dell'Impero safavide (XVI secolo - metà del XVIII secolo) al centro di conflitti sia con i sovrani persiani sia, più tardi, con la nascente potenza russa. Nel XIX secolo, l'Impero russo cominciò la sua espansione nell'Asia centrale; ma a differenza di altri territori turchi centroasiatici (Kazakistan, Kirghizistan), Khiva e Bukhara non vennero subito annesse, bensì divennero emirati vassalli della Corona Zarista. Le mire britanniche sui territori dell’Asia centrale portarono ad un confronto con la Russia zarista che terminò nel 1907 con la convenzione anglo-russa che riconobbe l’egemonia russa su questi territori.

Dopo la Rivoluzione bolscevica del 1917 seguì una seconda fase dei rapporti con la Russia, con la creazione, dopo varie complesse vicende, della Repubblica bolscevica di Bukhara. In seguito, nonostante alcune prime resistenze, l'Uzbekistan entrò a far parte dell'Unione Sovietica per un lungo periodo che va dal 1921 al 1991.

Mentre Estonia, Lettonia e Lituania (Repubbliche baltiche) guidarono la spinta indipendentista che portò allo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991, i paesi dell’Asia centrale ritenevano che l’Unione fosse da preservare e solo a settembre 1991 l’Uzbekistan, seppur riluttante, dichiarò l’indipendenza.

L'Uzbekistan è lo Stato più popoloso dell'Asia centrale. I suoi quasi 35 milioni di abitanti, concentrati nel Sud e nell'Est del paese, costituiscono infatti circa la metà della popolazione totale dell'area con un’età media di 29 anni. L'Uzbekistan, al tempo dell'Unione Sovietica, era una delle repubbliche più povere. Ancora oggi, buona parte degli abitanti vive nelle campagne e dipende dall'attività agricola per la propria sussistenza. Fino a pochi anni fa la coltura principale era il cotone che era stata “imposto” dai russi con danni ambientali notevoli visto che questo è stata la principale causa del prosciugamento del lago d’Aral. La coltivazione del cotone richiede grandi quantità d’acqua e per l’irrigazione dei campi erano stati creati canali che prelevando acqua dai due fiumi che alimentavano il lago (Amu Darya e Syr Darya) ne hanno ridotto drasticamente l’apporto idrico e l’evaporazione ha fatto il resto.

Oggi la coltivazione del cotone è in parte soppiantata da altre colture in particolare frutteti: vengono coltivati meli, peri, peschi, albicocchi, meloni e angurie e molta di questa frutta è destinata all’esportazione verso la Russia.

Il paese è inoltre ricco di gas, rame e uranio ed ha un tessuto industriale già strutturato nel campo dell’automotive, dell’elettronica, della chimica, degli idrocarburi e della farmaceutica.

Il turismo sta diventando sempre più importante per l’economia del paese e oltre agli italiani, molti francesi e spagnoli soprattutto visitano questo paese. I periodi migliori per visitare il paese sono aprile-maggio e settembre-ottobre quando il clima è più favorevole. Il clima è caratterizzato da estati torride con temperature ben oltre i 40°C e inverni freddi con temperature sotto zero di parecchi gradi. Negli altri periodi, pur essendoci una notevole escursione termica tra il giorno e la notte le temperature sono decisamente più gradevoli.

Il tasso di disoccupazione è attualmente al 4% e gli stipendi medi si aggirano attorno ai 500 euro mensili. Gli insegnanti guadagnano in media 650 euro ma esiste un sistema “premiale” per cui, ad esempio, gli insegnanti di inglese che conseguono una certificazione di primo livello vedono raddoppiato il loro stipendio, se hanno una certificazione di secondo livello lo stipendio viene triplicato. L’educazione scolastica è garantita dallo stato fino all’Università dove gli studenti pagano una tassa annuale di circa 2000 euro ma i più meritevoli hanno diritto ad un contributo mensile che può, nell’arco dell’anno, superare il valore della tassa versata.

I mezzi di trasporto e la qualità delle strade variano molto tra le zone rurali e quelle urbane: si vedono ancora carretti trainati dagli asini, tricicli con cassone di produzione cinese, numerosissimi sono dei piccoli furgoncini tipo Bedford prodotti dalla Chevrolet che sono utilizzati per il trasporto privato ma anche come “autobus” a richiesta. Autobus di linea e tram si vedono solo nelle grandi città come Samarcanda e Tashkent. La metropolitana è presente solo a Tashkent.

Le ferrovie si sviluppano per circa 7000 km e collegano le principali città tra loro e il paese con gli stati confinanti. Ci sono 11 aeroporti ma per i voli turistici intercontinentali vengono utilizzati principalmente quello di Urgench e quello di Tashkent.

La maggior parte della popolazione è mussulmana anche se solo circa la metà è praticante; c’è poi una piccola comunità di ebrei rimasta dopo che la maggioranza è emigrata negli Stati Uniti.

Anche i giovani Uzbeki iniziano ad emigrare soprattutto in Russia, negli USA e in Germania per trovare condizioni economiche di lavoro più favorevoli.

Dal punto di vista politico, l’Uzbekistan è una repubblica presidenziale laica con una popolazione ancora molto “legata” e condizionata dalla propaganda Russa. Gli anziani rimpiangono “l’assistenzialismo” di cui hanno goduto durante il periodo di appartenenza all’Unione Sovietica. I giovani lodano quanto l’Unione Sovietica ha fatto per il paese: la laicizzazione dello stato, la costruzione degli impianti di sfruttamento dei giacimenti, la costruzione della prima parte della metropolitana di Tashkent; e difendono a spada tratta la Russia di oggi.

Quando siamo entrati nell’argomento della guerra tra Ukraina e Russia con la nostra guida, apriti cielo! C’è la piena convinzione che la Russia abbia dovuto difendersi dall’attacco dell’occidente e hanno informazioni travisate anche sugli accordi tra i paesi NATO: la guida sosteneva che se un paese NATO attacca un paese non appartenente tutti gli altri paesi NATO possono attaccare lo stesso paese. Esattamente il contrario di quello che dice l’art. 5: Se un paese NATO viene attaccato gli altri danno il diritto/dovere di intervenire per difenderlo.

E non è stato possibile convincerlo in nessun modo; la sua risposta è stata: mio fratello vive a Mosca e queste cose lui le sa direttamente; i vostri giornalisti invece sono pagati dai governi per raccontarvi delle fandonie.

Ma ora basta chiacchiere e partiamo!

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Prendiamo un volo diretto da Milano Malpensa e dopo circa 6 ore di viaggio atterriamo a Urgench. Abbiamo volato con la compagnia di bandiera Uzbeka e ci siamo trovati molto bene. L’aereo era un 787 nuovo, come quello che abbiamo usato per andare in Perù (per chi ha letto l’altro mio diario), e si è rivelato abbastanza comodo anche in economy. Molto carino e divertente il video di presentazione dei sistemi e procedura di sicurezza dell’aereo:


Arriviamo poco dopo le 5 del mattino e Urgench ci accoglie con il buio e una arietta piuttosto gelida e il primo pensiero è stato: “ho sbagliato la valigia!” Invece non è stato così visto che durante il viaggio siamo arrivati anche a superare i 27°C. Incontriamo subito i nostri compagni di viaggio, in tutto saremo 12, e la guida che ci accompagna al piccolo pulmino privato che ci porterà in giro per quasi tutto il viaggio. Il fatto di essere solo in 12 e l’abilità della guida ad organizzare la sequenza delle visite è stato il valore aggiunto che ha reso ancora più magico questo viaggio. Saliamo sul bus e partiamo verso Khiva, la nostra prima meta, attraversando la città di Urgench e dirigendoci ad ovest in direzione del Turkmenistan.

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Si prospetta un nuovo diario tutto da seguire.
Conoscendo la narratrice sarà come andare con lei....
 
Bell'inizio, si prospetta un ottimo diario!
Seguo sicuramente!
Un saluto
Si prospetta un nuovo diario tutto da seguire.
Conoscendo la narratrice sarà come andare con lei....

Benvenute in questo viaggio

Un bel racconto, se ti posso dare un consiglio non entrare nel merito della guerra "Russia- Ucraina".
Hai ragione, non è stato opportuno in questa sede. La mia intenzione era quella di far capire il pensiero di parte degli uzbeki.
Chiedo agli amministratori di cancellare la frase incriminata. Grazie

Seguo con molto interesse. Il gruppo era formato da tutti italiani? E la guida dove ha imparato la nostra lingua?
Si, il gruppo era tutto di italiani e la guida, un ragazzo di 34 anni, laureato in storia e lingue ha studiato l'italiano all'università e lo ha perfezionato in Italia attraverso una collaborazione tra l'ateneo di Torino e quello di Samarcanda.

Pronto a seguirvi in prima fila.

Ti seguirò con piacere:)

Ci sono anch'io!!!

Altro viaggio interessante... mi accomodo e ti seguo. ;)
Benvenuti anche a voi.
 
Urgench (in uzbeco Urganch) è una città dell'Uzbekistan settentrionale con una popolazione di circa 150.000 abitanti ed è stata un importante centro commerciale a partire dal XVI secolo. Attraversiamo velocemente la moderna città in stile sovietico mentre sorge il sole che colora il cielo di arancione.

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Al nostro arrivo la città di Khiva ci catapulta indietro di secoli.

Khiva (in uzbeco: Xiva) è l'antica capitale della regione di Corasmia e del khanato di Khiva e ai giorni nostri è situata nella regione uzbeka del Khorezm.
La cittadella di Khiva chiamata Ichan-Qa’la è stato il primo sito in Uzbekistan ad essere iscritto tra i Patrimoni dell'umanità nel 1991.

Secondo il mito, la città sarebbe stata fondata da Sem, il figlio di Noè e la sua storia è stata tormentata da continue lotte e distruzioni.

Le prime notizie della città risalgono all'VIII secolo, quando Khiva è citata come una piccola fortezza e un centro commerciale sulla Via della Seta e il nome della città appare per la prima volta in cronache arabe del X secolo. Ma le prime informazioni certe risalgono al XVI secolo quando numerose tribù nomadi si stabilirono nelle oasi circostanti fondando il khanato di Khiva. Nel 1592 qui si stabilì l’emiro con tutta la sua famiglia e la corte, abbandonando la città di Kunya Urgench attualmente in Turkmenistan.

Seguirono anni di lotte interne tra le varie tribù che terminarono nel 1642 con l’ascesa al trono del Khan Abul Gazi e seguì un breve periodo di pace che però terminò agli inizi del 1700 quando ripresero le lotte intestine tra i vari clan che favorirono la conquista da parte dei Persiani.

Per molto tempo la città fu sede di un importante mercato degli schiavi che si interruppe a seguito del conflitto contro i persiani che portò nel 1740 alla distruzione di gran parte della città. Fu ricostruita alla fine del XVIII secolo e ridiventò il principale mercato di schiavi dell’Asia centrale.

Nel 1873 venne conquistata dai russi e venne istituito un vassallaggio dello zar. In realtà Khiva era già stata oggetto delle mire espansionistiche dello Zar Pietro il Grande nel 1717 ma la spedizione fallì miseramente. I numerosi prigionieri russi furono venduti come schiavi al mercato. I russi tentarono nuovamente di conquistare la città un secolo dopo ma anche questa missione si risolse in un disastro prima di ancora di arrivare a destinazione: molti soldati perirono di freddo nell'attraversare le gelide distese del deserto di Kyzil Kum e la stessa sorte toccò ai 10.000 cammelli al seguito delle truppe.

Quando finalmente nel 1873 la città fu conquistata lo zar permise al Khan di continuare a regnare sotto il suo protettorato. Questo venne ufficialmente abolito nel 1920 e Khiva, inizialmente, entrò a far parte della Repubblica Popolare del Khorezm che 4 anni dopo fu annessa all’Uzbekistan.
Arriviamo in città che è ancora presto e per le strade si vede poca gente.

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Scendiamo in prossimità di una madrasa dove è stato ricavato il ristorante dell’hotel in cui soggiorneremo.

Ancor prima di entrare rimango meravigliata dai colori dell’alto portale e l’interno mi stupisce ancora di più: i tavoli sono posizionati all’interno di una grande sala con alte colonne e soffitti decorati con arabeschi di stucco. L’allestimento del ristorante come quello dell’hotel risale agli inizi degli anni 2000.

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Di fronte al ristorante si trova la madrasa di Mohammed Amin Khan. Le madrase erano strutture destinate all’educazione teologica dell’Islam e della lingua araba. Durante il XIX secolo, sotto l’influenza del colonialismo occidentale molte assunsero lo status di università integrando gli studi teologici con altre facoltà.

È stata costruita tra il 1851 e il 1854 sotto il regno di Mohammed Amin Khan ed è stata la più grande madrasa dell'Asia centrale, perché poteva ospitare 260 studenti in un edificio di 72 metri su 60 metri e una corte di 38 metri di larghezza. Gli studenti erano ospitati in celle che si affacciavano su un grande cortile. La madrasa, quando fu costruita, era anche sede dell'Alta Corte di Giustizia del Khanato di Khiva.

La madrasa non è più stata utilizzata per la formazione coranica a partire dal 1924; nel 1930 ha ospitato una prigione e poi è caduta in stato di abbandono. Dai primi anni 2000 è diventata un hotel con circa 50 stanze ricavate nelle ex celle degli studenti.

Si tratta di un edificio imponente il cui portale è sormontato da 5 cupole che, con le torri d’angolo, le conferirono una grandezza senza precedenti al momento della costruzione. La facciata esterna è ricoperta di mattoni smaltati, maioliche colorate e intagli ornamentali.

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Questa madrasa sarà la nostra casa per una notte.
La reception, ricavata nel corridoio di accesso alle parti interne, è un tripudio di stucchi ma si rimane a bocca aperta quando si entra nel grande cortile su cui si affacciano le stanze. La nostra è al primo piano a cui si accede attraverso una stretta e ripida scala ed è veramente caratteristica.

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Benvenute in questo viaggio


Hai ragione, non è stato opportuno in questa sede. La mia intenzione era quella di far capire il pensiero di parte degli uzbeki.
Chiedo agli amministratori di cancellare la frase incriminata. Grazie


Si, il gruppo era tutto di italiani e la guida, un ragazzo di 34 anni, laureato in storia e lingue ha studiato l'italiano all'università e lo ha perfezionato in Italia attraverso una collaborazione tra l'ateneo di Torino e quello di Samarcanda.








Benvenuti anche a voi.
Eccomi a leggere con interesse!
Non cancelliamo nulla di quanto hai scritto, una dimostrazione di quanto puo’ essere distorta la verita’ in alcuni ambiti!
 
Vicino alla madrasa di Mohammed Amin Khan sorge il Kalta Minor, cioè “minareto corto”, anche chiamato il “minareto verde”; è stato costruito tra il 1852 e il 1855 su ordine del sovrano del Khanato di Khiva, Mohammed Amin Khan, che aveva l'intenzione di rendere il minareto il più alto del mondo mussulmano. Il suo diametro alla base è di 14,2 metri e le fondamenta scendono nel terreno per 15 metri. Doveva elevarsi tra i 70 e 80 metri di altezza, con una forma affusolata per il diametro decrescente. Tuttavia, il lavoro dovette fermarsi, quando il minareto raggiunse i 29 metri di altezza. Secondo lo storico di Khiva, Agakhi, la costruzione venne interrotta a causa della morte del Khan durante la battaglia vicino a Serakhs (Iran); secondo un’altra ipotesi, l’innalzamento del minareto venne interrotto perché altrimenti sarebbe crollato.

Ma esiste una leggenda secondo cui l'emiro di Bukhara, aveva appreso che il Khan di Khiva stava costruendo un minareto di tali proporzioni e ne voleva far costruire uno altrettanto unico a Bukhara. Si era accordato con il capomastro di Khiva per farlo andare a Bukhara appena avesse terminato il minareto di Khiva per dirigere la costruzione di un minareto ancora più maestoso. Il Khan di Khiva, scoperto l’accordo, avrebbe ordinato l’uccisione del capomastro appena avesse terminato l’opera; ma il capomastro avendo saputo le intenzioni del khan fuggì lasciando l’opera incompiuta.

È riccamente ricoperto di smalto turchese con mattoni e maioliche dall'alto verso il basso, il che lo rende unico e su di me ha esercitato un fascino totale: lo vedrete fotografato più volte. E' collegato alla madrasa con un ponte di legno.

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Alla base del minareto è posizionata una statua che rappresenta due uomini che stanno chiacchierando con al loro fianco un samovar per il the. Rappresenta l’ospitalità uzbeka: quando un ospite arriva in una casa subito gli viene offerto del the verde. Dalla teiera viene versata una prima tazza che viene rivuotata nella teiera e questo gesto si ripete per altre due volte. Quindi il the viene versato nelle tazze riempiendole solo fino a metà: riempirle completamente è come dire all’ospite “bevi il tuo the e vattene”. Il padrone di casa deve bere per primo e poi possono bere gli altri, retaggio dell’antico rischio di essere avvelenati.

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Iniziamo la visita della città partendo dall’esterno delle mura che la circondano completamente tranne in un punto vicino alla porta occidentale. Qui le mura erano state fatte demolire dal figlio di un Khan della città che era morto in battaglia. Il corpo però non poteva essere riportato in città perché si credeva che se fosse passato attraverso le porte della città questo avrebbe portato sciagure indicibili. Il problema fu risolto buttando giù una parte delle mura e facendo passare da lì il feretro. Questo tratto non è mai stato ricostruito e lì è stata posizionata una statua che rappresenta la Via della Seta e il grande matematico Muhammad Ibn Musa al-Khwarizmi, inventore dell’algebra.

Le mura sono alte fino a 10 m ed hanno uno spessore che in alcuni punti raggiunge gli 8 m. Sono state costruite con mattoni di terra, fango, legno e paglia perciò fin dalla loro costruzione nel V secolo hanno dovuto essere continuamente ristrutturate e talora ricostruite. Nelle mura si trovano 4 diversi accessi tutti ricostruiti nel XIX e XX secolo. La porta occidentale era l’ingresso principale della città ed è stata ricostruita nel 1975. La porta settentrionale, ricostruita nel XIX secolo era la porta da cui entravano le merci e dove i doganieri riscuotevano i dazi. La porta orientale era la porta da cui entravano gli schiavi che venivano poi venduti nel mercato di Khiva ed infine la porta sud anche questa adibita a dogana.

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