Ho seguito con attenzione i vostri interventi da molti giorni ed ora che molto è stato detto e scritto vorrei esprimere anche la mia opinione circa la tragedia del venerdì 13 gennaio. Potrà apparire paradossale, ma anche la presenza della moldava ha probabilmente contribuito a rendere più audace la manovra di Schettino,appena salito sul ponte di comando reduce dalla cenetta nel ristorante Milano. E la sua presenza "nelle retrovie" può anche aver indotto il primo ufficiale di guardia a tacere pur vedendo che la nave si stava avvicinando alle Scole un pò troppo velocemente: 15.4 nodi che sono poi aumentati a 16 secondo quanto registrato dall' AIS. Contraddire un Comandante in presenza di una sua amica non è facile, specialmente se la manovra la sta facendo lui e meglio degli altri dovrebbe vedere quanto sta accadendo.Ma di notte per fare una virata di 80° con la Costa Concordia ,viaggiando a 16 nodi, e portarla a passare a 200 m. da terra ci vuole occhio esperto, non basta il radar, e Schettino portava anche gli occhiali . Molti anni fa, quando non c'era il radar ,se portavi gli occhiali non potevi neanche navigare. E allora visto che Schettino non aveva notato sulla carta nautica che c'era uno scoglio semiaffiorante e lui le distanze sul radar le prendeva sullo scoglio più interno, per negligenza ed imperizia va ad urtare le Scole col punto più vulnerabile della nave: i locali generatori e propulsione. Ma lui è convinto di aver urtato con l'estrema poppa e spera di risolvere senza allarmare nessuno, senza cattiva pubblicità e chiama Ferrarini. Dimentica che a bordo ci sono più di 4.000 cellulari e qualcuno già chiama i carabinieri.Dopo l'impatto la nave va in black-out, il generatore di emergenza non si aggancia in automatico e la nave è completamente al buio, a bordo inizia il panico. Finalmente in macchina danno alimentazione alle luci e servizi di emergenza, ma comunicano che hanno tre compartimenti allagati. La nave, sempre in base ai dati AIS, passa a 5 nodi davanti al porto del Giglio, a 3.5 davanti a Punta Gabbianara, a 2 nodi davanti a Punta Lazzaretto, poi si ferma e retrocedendo spinta dal vento va ad incagliare su Punta Lazzaretto alla velocità di 0.5 nodi. Schettino ,mentre la nave procedeva per abbrivo, telefona in continuazione con Ferrarini, probabilmente cerca anche di dare una direzione alla nave usando i timoni, che dovrebbero funzionare con il generatore di emergenza. Probabilmente ha capito che il vento lo spingerà in costa e gli passa per la testa che potrebbe giustificare il suo errore dicendo che la nave si è incagliata a causa del black-out. Ma Ferrarini, essendo più lucido, gli cancella anche questa via d'uscita perchè impraticabile. A questo punto è inutile continuare a tergiversare con Compamare Livorno, che chiede notizie già da tempo, e viene dato "l'allarme generale". Ma i passeggeri e buona parte dell'equipaggio sono già all'imbarco lance e premono per salire presi dal panico. Schettino, schiacciato dal guaio che aveva combinato, non intuisce che andando ad incagliare la Concordia si sarebbe abbattuta sulla dritta terrorizzando passeggeri ed equipaggio, quindi non accellera" l'abbandono nave" appena la nave ferma l'abbrivo,ma attende che la nave scarrocci confidando nella vicinanza a terra. Dimentica che non sta andando ad incagliare su una spiaggia ma va a scogli con una falla enorme e l'ingavonamento è assicurato. Ma forse la situazione di ingavonamento da incaglio gli è ostica, infatti ordina di ammainare prima le lance sulla dritta per raddrizzare la nave e favorire così poi la discesa delle lance di sinistra. Pensa che la nave è ancora galleggiante, infatti ha mandato a poppa la vedetta della finanza che gli dà un fondale di 20 metri. Ma come fa una nave che va in costa spinta dal vento a fermarsi poi a 50 metri da riva senza toccare il fondo ? La forte botta che ha sentito l'attribuisce alla catena dell'ancora che batte sul bulbo. No, Schettino non è più lucido, ma questo è comprensibile. E' meno comprensibile che forse non lo siano stati neanche il K2 ed i primi ufficiali patentati che aveva a bordo che certamente però hanno dato l'anima per salvare passeggeri ed equipaggio, al buio, d'inverno e con un enorme peso già nel cuore e nella testa.