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Seychelles, altro incidente su nave crociera Costa: fiamme a bordo dell'Allegra

ragazze/i senza offesa (questa volta mi faccio cacciare!!!) ma se i Vespa & Company continuano ad avere "noi" (anche se io non lo vedo mai) imbecilli e deficienti che gli facciamo audiance è giusto che continui a raccontare frottole ai quattro venti. Ma i telecomandi dove ve li siete messi !!!??!!! Andate in bagno e tirateli fuori!

E basta, anche perchè senno questi l' anno prossimo ci fanno il "grande oblò" (hanno già fatto le prove su Fantasia) o la "nave dei famosi alla deriva".

Ma sfogliamo i siti web o meglio i cataloghie delle compagnie per sognare la nostra prossima crociera!

Ultimamente è capitato raramente ma, TI QUOTO!!!

Io sono uno di quelli che ieri sera ha visto Vespa. Non voglio giustificarmi (anche se lo sto facendo... ;)) ma ero curiosi di capire come impostava il discorso.
Per la verità devo dire che quando ha parlato di Allegra aveva come ospiti uno della Capitaneria di Porto, uno del Registro Navale e un professore universitario esperto di diritto navale (o qualcosa del genere).
Non ho percepito grosse castronerie, le poche volte che ha cercato di fare lo scoop gli è stato smontato dagli ospiti (es. come avviene l'attivazione dell'emergenza internazionale, la certificazione delle navi, il funzionamento delle batterie di emergenza, ecc.).
Tra l'altro il servizio sui sistemi di sicurezza in caso di incendio è stato molto rassicurante. Può essere che quello che è stato detto fosse sbagliato, però quando ad un utente comune (come lo sono io) viene spiegato che in caso di incendio a bordo sono previsti una serie di interventi (alcuni automatici altri manuali) che portano a circoscrivere l'evento. Insomma bello... non hanno buttato benzina sul fuoco hanno fatto quello che doveva essere fatto... spiegare cosa succede.
Folcloristico il servizio girato a Monopoli, città del comandante dell'Allegra. Io penso che il comandante abbia semplicemente fatto il suo dovere (eventuali polemiche arriveranno quando gli ospiti sbarcheranno da Allegra), attivando il servizio antincendio e preparando gli ospiti all'eventuale abbandono nave (che per fortuna non è avvenuto). Chiaramente i sui concittadini l'anno esaltato dicendo che è un ottimo comandante (non posso certo io dire il contrario) e come ovvio facendo i riferimenti diretti a Schettino.
Quando poi è iniziato il reality sul Concordia (ormai è quello, dicono sempre le stesse cose!!!) ho ovviamente spento.
 
E cosa ci vuoi fare? :) :)

Stamattina, su "Prima Pagina" a Canale Cinque, nel lancio della notizia sull'Allegra, c'era un fermoimmagine di una MSC.
Sui passeggeri, purtroppo non si può fare molto Rodolfo, e quello che si può fare lo stanno già facendo. Stanno tutti bene, questo è l'importante.
Certo che vedere quelle immagini riprese dall'alto, con le persone nell'ultimo ponte all'aperto, e riflettendo sui disagi a bordo, della malinconia ed un moto di solidarietà sopraggiunge...

Un saluto
 
L'ho visto anche io quel servizio con l'immagine di una MSC. "Tutto fa brodo".

Con le notizie che stanno correndo su Costa in queste ore su stampa, tv, internet, mi sembra che il disagio che riflettono quei crocieristi sia lo stesso che sta riflettendo la Compagnia. E' messa davvero in ginocchio.
 
Riporto un articolo del Sole 24 ore che mi sembra alquanto interessante soprattutto in relazione a quelle che saranno le politiche della Carnival per il prossimo futuro.

"E se la Carnival, casa madre della Costa, è sopravvissuta in passato a incidenti alle sale macchine - la sua Splendor rimase paralizzata da un incendio nel 2010 - il susseguirsi di drammi in mare potrebbe oggi creare sfide sempre più gravi: a poco più di un mese dall'affondamento di un'altra nave della Costa, la tragedia della Concordia, l'incidente alla Allegra mette in dubbio la credibilita di un marchio italiano storico, che conta per il 7,2% dell'intero mercato globale delle crociere e per il 15% del business della Carnival. Di gran lunga, cioè, la principale controllata del gruppo con responsabilità sulle attività europee.

«Si rincorrono voci su quale sarà la decisione di Carnival sul futuro di Costa - dice Harry Curtis, di Nomura Securities -. Non credo che all'ordine del giorno ci sia l'eliminazione completa o una cessione del marchio. È un brand grande e noto, nonostante ora sia un esempio di cattiva fama. Potrebbero piuttosto considerare un rebranding, un cambiamento dell'immagine e del nome. Ma il dilemma è che in questo comparto occorrono molti anni per costruire la credibilità di un marchio. Carnival dovrà dunque effettuare un difficile calcolo: valutare i costi nel breve periodo di un rebranding rispetto a eventuali vantaggi, nel lungo periodo, di drastiche risrutturazione».

A far precipitare la crisi potrebbe essere un moltiplicarsi di incidenti e polemiche sulla sicurezza e la qualità delle crociere, oppure sull'efficacia delle risposte e del 'crisis management'. Il mercato osserverà con attenzione, e a lungo, le mosse del gruppo, dove il titolo è ai minimi da quasi due anni: Carnival aveva già stimato, una volta tenuto conto delle coperture assicurative, fino a 175 milioni di dollari di profitti persi all'indomani del disastro della Concordia. E la pubblcità negativa, per Carnival, va oltre Costa: la scorsa settimana 22 passeggeri di una sua crociera - sulla già menzionata Splendor, la nave rimasta bloccata e senza energia elettrica due anni or sono a 200 miglia da San Diego con 4mila persone a bordo - sono stati derubati in Messico durante un'escursione organizzata.

La posta in gioco, davanti a quanto accaduto, è ormai alta per l'intero settore, compresa la grande rivale Royal Caribbean. In dubbio sono le prospettiva di crescita: dopo aver trasportato quasi 19 milioni di passeggeri nel 2011, l'attesa era di forse 20 milioni quest'anno e di oltre 22 milioni entro il 2015, con un tasso medio di crescita annuale dal 1990 pari al 7,4 per cento. L'ottimismo sulle prospettive - con strategie di diversificazine delle destinazioni e dei servizi a bordo e a terra per attirare nuovi passeggeri (nonostante la popolarità crescente, solo un quinto degli amerciani ha fatto una corciera) - ha portato all'entrata in servizio di sette nuove navi per il 2012, con altre otto in arrivo tra il 2013 e il 2014.

Un incremento che dovrebbe tradursi in ulteriori entrate per forse 4 miliardi di dollari in un settore che ha ormai un giro d'affari superiore ai 30 miliardi l'anno. Cancellazioni di prenotazioni sono però scattate anzitutto all'indomani del naufragio della Concordia, tra il 15% e il 20%, in un periodo considerato cruciale, quello dei primi mesi dell'anno battezzato 'wave season', la stagione dell'onda, che concentra fino alla metà delle prenotazioni annuali. «La domanda per il momento sta ancora tenendo relativamente bene rispetto alle attese, almeno in Nordamerica - precisa Curtis - ma è presto per trarre conclusioni: esistono pressioni per un calo dei prezzi e incognite su quale sarà, alla fine, l'andamento dell'estate e dell'anno».

Carnival - con sede a Miami e Londra, un fatturato da 14,5 miliardi e profitti di quasi due miliardi l'anno, entrambi dati in crescita - ha sicuramente un'influenza sproporzionata sulle crociere, leader indiscusso dei mari: ha assemblato una gigantesca flotta, oltre un centinaio di navi, grazie a una decina di grandi marchi frutto di aggressive acquisizioni condotte dalla sua nascita, negli anni Settanta, ad opera dell'armatore statunitense Ted Arison. Suo figlio Micky, con una fortuna personale pari a sei miliardi di dollari, è adesso presidente e amministratore delegato. Costa fu rilevata nel Duemila. L'operazione più ambiziosa: l'acquisto dell'antica firma britannica P&O Princess nel 2002. Carnival, negli anni, ha anche rivoluzionato il modello di business del comparto: ha scommesso su crociere di minor durata e prezzi bassi, caratterizzate da atmosfera stile Las Vegas. Un disegno, la crociera scintillante e low cost, che potrebbe essere messo particolarmente in discussione dal sussesguirsi di incidenti.

In risposta alla tragedia della Concordia, costata la vita ad almeno 25 persone, Carnival e le sue rivali hanno annunciato l'avvento di migliori contolli delle navi e addestramento degli equipaggi. Ma ad oggi l'efficacia della risposta rimane da dimostrare. Arison e i vertici di Carnival sono stati criticati per scarsa trasparenza e troppa lentezza. Come troppo lento deve apparire ai passeggeri della Costa Allegra il rientro sulla terra ferma."
 
Sicuramente per chi è a bordo la situazione non è simpatica..

Sono convinta che se non ci fosse stato il " caso concordia " i notiziari avrebbero archiviato la notizia parlando di un guasto senza dare troppo peso all'evento.

Probabilmente si.
Ma sarebbe stato evidenziato dai media anche se si fosse trattato di MSC o di altre compagnie.
Certo, che questo incidente sia capitato alla stessa compagnia che poco più di un mese fa ha subito il disastroso naufragio della Concordia è - ovviamente - motivo in più per darne risalto.
La casualità della reiterazione è essa stessa una notizia.
 
Un aereo senza propulsione decolla...?
Quante navi sono affondate per la sola assenza di propulsione?

Io ricordo due casi capitati nella stessa tempesta...

Il 22 marzo 1942, nella prima mattinata, salpò da Taranto, al comando del capitano di fregata Francesco Dell'Anno, il Ct LANCIERE per unirsi alla flotta italiana impegnata nel golfo della Sirte, ma non riuscì a raggiungerla a causa del mare in burrasca. Nelle ultime ore pomeridiane del 22 iniziò la navigazione di rientro con cattivo tempo, insieme al cacciatorpediniere Geniere; alle 20.45, tuttavia, la motrice di sinistra andò in avaria, obbligando la nave a ridurre la velocità a 14 nodi, poi tornata a 20 alle ore 23. Alle 00.07 del 23, mentre il mare diveniva sempre più tempestoso, lo Scirocco, senza ancora essere riuscito a raggiungere il resto della flotta italiana, dovette procedere ad appena 7 nodi per altri guasti. Alle 5.39 le macchine si guastarono definitivamente, lasciando lo Scirocco immobilizzato ed in balìa delle onde, finendo di traverso rispetto ad esse. Nonostante gli sforzi dell’equipaggio e l’intervento del Geniere, la nave affondò intorno alle 5.45 in posizione 35°50’ N e 17°35’ E (circa 150 miglia ad est di Malta).
Il 26 marzo un idrovolante impegnato nelle operazioni di soccorso individuò un canotto, ammarò nei suoi pressi e recuperò due superstiti, il sergente nocchiere Michele Perugini ed il marinaio Domenico Frisenda, ad un’ottantina di miglia dal punto dell’affondamento: si trattava degli unici sopravvissuti su un equipaggio di oltre duecento uomini.


Il 23 marzo 1942, mentre assieme al resto della squadra da battaglia italiana rientrava in porto dopo la Seconda Battaglia della Sirte, il ct. LANCIERE andò in avaria e si ritrovò immobilizzato, in balia del mare in burrasca. Alle 9.58 fu lanciato l'SOS, e nove minuti più tardi giunse dalla nave l'ultimo messaggio nel quale si diceva che l'unità era in affondamento. Dopo sei giorni di ricerche, la nave ospedale Arno recuperò solo sedici sopravvissuti, uno dei quali morì appena tratto in salvo[6]. Tra i morti il comandante, c.f. Costanzo Casana.
 
Aggiornamenti da TGCom

09.31 - In arrivo tecnici della nave
in queste ore dovrebbe giungere a bordo della Costa il team di tecnici inviati dalla compagnia e non è del tutto escluso che possano rimettere in funzione i propulsori, anche se in modo parziale. La situazione a bordo è tranquilla per i passeggeri e non ci sono pericoli per la nave.

09.23 - Slitta arrivo nave a Mahè
Slitta di diverse ore, a causa delle forti correnti, l'arrivo della Costa Allegra a Mahè: secondo le ultime stime della Guardia costiera italiana la nave dovrebbe entrare in porto non più stasera alle 22.30, come previsto in un primo momento, ma intorno alle 5.30 di domani, giovedì (ora italiana).

08.50 - Rimpatrio quasi immediato in aereo
Tre aerei da 540 posti ciascuno stanno raggiungendo l'aeroporto principale delle Seychelles per riportare a Roma i passeggeri della Costa Allegra. Il volo è previsto quasi immediatamente dopo lo sbarco in porto. Lo riferisce un ufficiale dell'aviazione locale.

08.25 - Altra notte sul ponte
Per i passeggeri della Costa Allegra è trascorsa un'altra notte sui ponti esterni. Il black out ha reso impraticabili le cabine, perché all'interno la mancanza di aria condizionata rende l'aria soffocante. Per accedere ai servizi ci si muove con le torce. Le docce sono razionate e il pane viene portato da un elicottero.
 
Oggi a uno mattina, era ospite il referente della Capitaneria di porto, a domanda sul pericolo pirati ribadisce chiaramente che quello è da subito stato considerato l'ultimo dei problemi e ha esposto chiaramente i motivi per cui il pericolo pirati è assolutamente minimo. Tra l'altro adesso la nave viaggia in un piccolo convoglio, con il peschereccio francese che la traina, un altro peschereccio d'altura, due rimorchiatori e un pattugliatore delle Seichelles.

Vorrei segnalare anche l'intervento di Odifreddi (un matematico-logico) al tg2, che spiega come la probabilità di essere coinvolti in un incidente su una nave da crociera non sia cambiata dopo il verifericarsi dei due episodi, così come il ritardo di un numero al lotto, non vuol dire che uscirà con più probabilità la volta successiva.
 
Io ricordo due casi capitati nella stessa tempesta...

Il 22 marzo 1942, nella prima mattinata, salpò da Taranto, al comando del capitano di fregata Francesco Dell'Anno, il Ct LANCIERE per unirsi alla flotta italiana impegnata nel golfo della Sirte, ma non riuscì a raggiungerla a causa del mare in burrasca. Nelle ultime ore pomeridiane del 22 iniziò la navigazione di rientro con cattivo tempo, insieme al cacciatorpediniere Geniere; alle 20.45, tuttavia, la motrice di sinistra andò in avaria, obbligando la nave a ridurre la velocità a 14 nodi, poi tornata a 20 alle ore 23. Alle 00.07 del 23, mentre il mare diveniva sempre più tempestoso, lo Scirocco, senza ancora essere riuscito a raggiungere il resto della flotta italiana, dovette procedere ad appena 7 nodi per altri guasti. Alle 5.39 le macchine si guastarono definitivamente, lasciando lo Scirocco immobilizzato ed in balìa delle onde, finendo di traverso rispetto ad esse. Nonostante gli sforzi dell’equipaggio e l’intervento del Geniere, la nave affondò intorno alle 5.45 in posizione 35°50’ N e 17°35’ E (circa 150 miglia ad est di Malta).
Il 26 marzo un idrovolante impegnato nelle operazioni di soccorso individuò un canotto, ammarò nei suoi pressi e recuperò due superstiti, il sergente nocchiere Michele Perugini ed il marinaio Domenico Frisenda, ad un’ottantina di miglia dal punto dell’affondamento: si trattava degli unici sopravvissuti su un equipaggio di oltre duecento uomini.


Il 23 marzo 1942, mentre assieme al resto della squadra da battaglia italiana rientrava in porto dopo la Seconda Battaglia della Sirte, il ct. LANCIERE andò in avaria e si ritrovò immobilizzato, in balia del mare in burrasca. Alle 9.58 fu lanciato l'SOS, e nove minuti più tardi giunse dalla nave l'ultimo messaggio nel quale si diceva che l'unità era in affondamento. Dopo sei giorni di ricerche, la nave ospedale Arno recuperò solo sedici sopravvissuti, uno dei quali morì appena tratto in salvo[6]. Tra i morti il comandante, c.f. Costanzo Casana.

Un pò di allegria e sano ottimismo ci voleva.
 
ragazze/i senza offesa (questa volta mi faccio cacciare!!!) ma se i Vespa & Company continuano ad avere "noi" (anche se io non lo vedo mai) imbecilli e deficienti che gli facciamo audiance è giusto che continui a raccontare frottole ai quattro venti. Ma i telecomandi dove ve li siete messi !!!??!!! Andate in bagno e tirateli fuori!

Il problema è che la maggior parte degli italiani non sa nulla di navi e della marineria.
È un problema culturale grande e che abbiamo affrontato diverse volte qui sul forum.
In Francia queste discussioni non ci sarebbero state. Lascia perdere che non hanno una compagnia da crociera loro, anche se l'avessero non ci sarebbero state.
In Francia, così come in Gran Bretagna, esiste una cultura del mare, delle navi e della navigazione, come ti dimostrano la grande quantità di imbarcazioni possedute dai privati, ed in generale una stampa specializzata attenta e competente. Prendi solo per esempio Mer et Marine...
Quindi Vespa e Co. possono dire tutte le cazzate che dicono semplicemente perché da noi sono in pochi a sapere come stanno le cose, e quei pochi se ne stanno zitti per non apparire delle voci fuori dal coro.
Poi, Vespa e Co., il loro mestiere lo fanno benissimo, e non è il dare un'informazione corretta ma è quello di far guadagnare di più alla propria emittente che poi li ripaga a suon di milioni. Ma non è più giornalismo, é affabulazione.
Il danno è già enorme e lo sarà sempre di più.
Si parla già del 30% in meno nelle prenotazioni, non solo di Costa ma anche di MSC e RCCL.
Facile pensare che molti che lavoravano sulle navi quest'anno rimarranno a casa.
Ci sarà il conseguente calo anche nel flusso turistico delle città toccate dagli scali (Savona, Genova, Palermo, Civitavecchia, Palermo, Messina, Napoli, Bari, Venezia, ma anche Cagliari, Livorno, Ancona, Ravenna, ecc. ecc.).
Si aggraverà sempre di più la crisi di Fincantieri, con navi che dovevano essere costruite e non lo saranno.
Ma tutto questo i nostri strapagati affabulatori non lo dicono...
Ma se l'italiano medio ne sapesse di più di queste cose, ora difficilmente assisteremmo a tali discussioni.

Mentre noi in Italia ci stiamo stracciando le vesti nel demonizzare Costa ed il mondo delle crociere, in Francia Aponte viene quasi considerato un eroe nazionale, e secondo me hanno più ragione loro... (anche se in realtà dovrebbero ringraziare la dirigenza di Fincantieri ed il governo Prodi che sbatterono la porta in faccia a MSC).
 
Ultima modifica:
Mi dispiace dover parlare sempre di aerei, ma tgcom ha detto 540 posti ciascuno? che aerei stanno mobilitando? boeing 747 o airbus A380? mi sembra troppo considerando che in Italia non esistono.. arrivano da altre compagnie estere o c'è l'errore?

Lo stavo pensando anche io... Se muovono Alitalia i 777 hanno meno di 300 posti.

ma potrei ipotizzare ad una charterizzazione del collegamento per questa situazione, e quindi qualche velivolo dedicao ai voli charter... posso informarmi stasera da lavoro se riesco a reperire informazioni utili. Ma 540 posti son proprio tanti...
 
Vorrei segnalare anche l'intervento di Odifreddi (un matematico-logico) al tg2, che spiega come la probabilità di essere coinvolti in un incidente su una nave da crociera non sia cambiata dopo il verifericarsi dei due episodi, così come il ritardo di un numero al lotto, non vuol dire che uscirà con più probabilità la volta successiva.

Anche il povero Odifreddi hanno messo in mezzo?

Il discorso di Odifreddi vale sulla singola nave, ovviamente più navi ci sono in giro più la probabilità di avere un incidente sale (non quella relativa rispetto al numero di navi, ma quella assoluta, comunque molto bassa..).

Il problema è che la maggior parte degli italiani non sa nulla di navi e della marineria.
È un problema culturale grande e che abbiamo affrontato diverse volte qui sul forum.

Non cambierebbe nulla se si parlasse di altro, il vero problema culturale è nell'atteggiamento delle persone rispetto ai problemi, che è quello di dare retta più ad una persona di riferimento (ad es. un presentatore o un politico) e di schierarsi in una direzione per partito preso e rifiutare qualsiasi ragionamento sull'argomento..

Non c'è rispetto in questo nè per la preparazione specifica nè per la ragionevolezza..

D'altra parte è facile parlare a frasi fatte e sparare all'altro come se questi fosse il male assoluto..

''Il Nucleare è pericoloso ed Inquina'' ''In Italia paghiamo l'energia dalla Francia che è comunque pericolosa'' due frasi assolutamente parziali, ed anche parzialmente false che non vogliono dire nulla..

Ma fatto lo slogan un po' di strilli ed andiamo avanti.. ;)

Di nucleare parlano i politici e non i tecnici, di rinnovabili idem e così via..

Per assurdo si finisce che colui che dovrebbe dare un giudizio su un determinato tema venga tirato per la giacchetta da un'altro che di quella cosa ignora tutto, affinchè PROVI che la verità è quella e non un'altra..

Ed in questo mondo i furbetti ci sguazzano..

Un saluto
Manlio
 
Il problema è che la maggior parte degli italiani non sa nulla di navi e della marineria.
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Si aggraverà sempre di più la crisi di Fincantieri, con navi che dovevano essere costruite e non lo saranno.
Ma tutto questo i nostri strapagati affabulatori non lo dicono...

Concordo totalmente.
Poi, magari, ci faranno una bella puntata su Fincantieri e sul perchè sta in una situazione gravissima.
Hanno scambiato il diritto di cronaca con la libera licenza di diffamare...perchè dare informazioni non corrette ,come quella dei 100 ufficiali su Concordia, porta all'inevitabile domanda da parte dello spettatore "Dov'erano i cento ufficiali?" : e questa è una conseguenza diffamatoria per la compagnia.
 
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