Dopo tantissime crociere Costa e più di un anno di astinenza da crociera, siamo finalmente partiti per la nostra prima crociera Royal Caribbean:
destinazione Caraibi, itinerario sulla carta molto bello (e molto nuovo per noi) e nella realtà ancora di più, nave non nuovissima, ma ben tenuta, solo un po' di preoccupazione per la lingua inglese (io me la cavo, mio marito sopravvive).
Il programma di massima da noi (e dalla nave) ipotizzato prevedeva:
- 17 marzo: partenza per Puerto Rico (un giorno prima) con pernottamento al Caribe Hilton
- 18 marzo: visita di San Juan, capitale di Puerto Rico e imbarco nel pomeriggio
- 19 marzo: Saint Thomas
- 20 marzo: St Kitts e poi un giorno di navigazione
- 22 marzo: Aruba e vi anticipo: non credete ai siti internet è molto più bella di quello che dicono!!!!
- 23 marzo: Curacao e poi navigazione
- 25 marzo: rientro a Puerto Rico e poi qualche giorno a New York prima del ritorno a Torino.
Avevo studiato molto per questo viaggio, anche perchè per mie remore personali dopo l'ultima esperienza negativa, non mi sentivo di fare escursioni organizzate dalla nave; e per prepararmi ho usato oltre alle classiche guide turistiche, questo sito, il sito americano e tutti i siti istituzionali delle isole che avremmo visitato.
Dato che mio marito sta ancora sistemando le foto, inizio con la parte testo e poi aggiungerò le foto.
Il volo Torino - Puerto Rico è stato organizzato (dalla Agenzia di Viaggi, ma le prossime volte faremo in autonomia anche la parte combinato voli) via Madrid con Iberia: il mio capo mi aveva gufato "sarai in ritardo e ti perderanno i bagagli": tutto vero, su 5 voli Iberia (compresi quelli verso New York) ne abbiamo avuti 3 in ritardo e, all'arrivo a Puerto Rico, dopo un'ora e venti minuti di coda per l'immigrazione USA (e parlano male delle code a JFK a New York!!) ci siamo accorti che mancava un bagaglio (su due).
Confidando nella partenza della nave il giorno dopo, abbiamo fatto la pre-pratica di smarrimento bagagli in aeroporto e siamo andati, un po' stanchi e abbattuti in albergo.
Il Caribe Hilton è uno splendido albergo, un po' sprecato (soprattutto in relazione al prezzo) per una sola notte, soprattutto se non si sfrutta la parte piscina/mare, molto molto bella. Inoltre è a circa 45 minuti a piedi dal centro. Sarebbero 15 dollari di taxi per 10 minuti di strada, ma quella domenica mattina c'era una gara di Ironman (triathlon) che impediva l'accesso dei taxi al centro. Al mattino siamo riusciti a trovare un taxi, che con un giro strano ci ha portati abbastanza vicini al centro, al pomeriggio abbiamo passeggiato (ma con il bel sole e un po' di arietta fresca, non ci è pesato) e avevamo comunque un passo migliore di alcuni dei triatleti che arrancavano lungo la stessa strada.
la vecchia San Juan è molto carina. Abbiamo passeggiato lungo le mura, visitato il forte di San Jeronimo, applaudito i triatleti, guardato i bambini locali che giocavano con gli aquiloni, vagato per le vie del centro, sia a piedi, sia con il pulmino (gratuito) che attraversa il centro storico.
Dopo aver pranzato in un posto frequentato dai locali un qualcosa dal nome irripetibile, ma comunque buono, verso le 15 siamo tornati verso l'albergo per poi andare a imbarcarci.
Già al mattino avevamo fatto chiamare dall'albergo l'Iberia per avere notizia del nostro bagaglio smarrito, che risultava in volo verso Puerto RIco con arrivo previsto verso le 16 (perfetto per arrivare in nave!) e quindi volevamo essere in nave circa verso quell'ora per risollecitare la pratica (come consigliatoci anche in aeroporto).
In realtà dopo il primo momento di sconforto (eravamo anche andati a letto senza una vera cena: stanchi e un po' demotivati, tanti viaggi e mai un bagaglio perso! e con pensieri cattivi verso il mio capo) eravamo molto più tranquilli: la mia strategia di preparazione del bagaglio si era rivelata vincente! L'unica cosa "non doppia" di cui avremmo sentito la mancanza era il completo "gala" per mio marito. Tutto il resto, doppio, triplo, etc, era presente in una o più copie nei due bagagli (piccoli) a mano, o nel bagaglio pervenuto.
Recuperato in albergo il bagaglio rimasto, abbiamo preso un taxi e siamo andati al Panamerican Pier per l'imbarco, in quanto le navi Royal che imbarcano a Puerto Rico ora partono da qui (è il porto nuovo, dall'altra parte della baia rispetto al molo "vecchio" e alla vecchia San Juan: un po' scomodo se si arriva in aereo il giorno stesso e si volesse fare un veloce giro nella città vecchia prima della partenza.
Siamo arrivati all'imbarco verso le 16 e in circa 10 minuti abbiamo: 1) fatto la coda per lasciare il bagaglio 2) fatto le pratiche di imbarco (avevo già compilato on line il set sail pass e questo agevola molto) 3) ritirato le nostre card 4) scoperto che non c'era il Compass (cioè il giornalino della nave) in italiano 5) ritirato un cocktail di benvenuto.
Nota: ci hanno confermato che gli americani si imbarcano molto presto e che la coda all'imbarco c'era stata tra le 12 e le 14
Appena sulla nave abbiamo fatto la coda all'assistenza clienti per segnalare il problema del nostro bagaglio e abbiamo così avuto la prima dimostrazione che:
1) il personale Royal è di una cortesia, disponibilità ed efficienza incredibile (anzi di più)
2) parlano solo inglese, velocissimo, e un po' di spagnolo. Per consolarci anche niente francese e niente tedesco. Il mio inglese è stato messo alla prova, ma ci siamo capiti e soprattutto si sono presi nota di tutto, ci hanno detto che potevano offrirci biancheria, magliette, etc per il cambio e, con mia sorpresa, quando ho detto che l'unica cosa che ci mancava veramente era l'abito elegante di mio marito, mi hanno detto che non era un problema perchè gli avrebbero dato gratis un tuxedo (costo di affitto circa 100 dollari) se il bagaglio non fosse arrivato in tempo.
E noi che ci aspettavamo che ci dicessero: ditelo al maitre e vi faranno entrare lo stesso al ristorante!
Quindi siamo andati in cabina (interna): letto enorme che ostacolava il passaggio ai lati (per andare a dormire dovevamo salire dal fondo del letto e da lì raggiungere i cuscini), divanetto a due posti, tanto spazio nell'armadio, bagno con doccia con le pareti e non la tenda! (evviva, ma secondo me alcuni americani che abbiamo visto in giro non ci potevano entrare). Cameriere colombiano simpatico, cordiale, ma non il più efficiente di sempre.
Guardando il Compass in inglese abbiamo scoperto che:
il tutti a bordo era alle 17.30 (ma sui documenti a nostre mani non se ne parlava: l'unica informazione era partenza ore 20 e imbarco almeno mezzora prima)
esercitazione di emergenza alle 18.00
L'esercitazione di emergenza è stata una farsa! Senza salvagenti (rimasti in cabina), abbiamo aspettato i 7 fischi per andare ai punti di riunione ma i corridoi erano vuoti, perchè i passeggeri erano già tutti schierati ai punti di riunione, dove un addetto spuntava da un elenco cartaceo (sì cartaceo) i nomi di chi gli si avvicinava (io ho dato anche quello di mio marito, che comunque era poco lontano, e anche altri ritardatari segnalavano nominativi aggiuntivi che spero fossero lì nei dintorni). Le spiegazioni sono state date tutte e sole in inglese, è solo stato ripetuto in spagnolo come si mette il salvagente, e non sono state date indicazioni in altre lingue. Il testo (direi standard, in quanto molto simile a quello già udito molte volte su Costa) è stato letto velocemente e al termine hanno rimandato al video disponibile sulla televisione: disponibile in inglese, spagnolo e francese.
Durata complessiva: circa 15 minuti.
Quello che è peggio e che, chi si è imbarcato dopo, come l'altra coppia di italiani (unica altra coppia italiana), arrivati sulla nave alle 18.30 con volo e trasferimento Royal, non solo non ha partecipato all'esercitazione, ma non è stata informata minimamente sulle procedure in oggetto: non hanno ricevuto nè una convocazione supplettiva per i ritardatari, nè un messaggio in cabina con delle indicazioni di massima. Assolutamente nulla. Ed erano alla loro prima crociera in assoluto. Questa cosa ci è sembrata un po' strana, sia per il periodo "post Concordia", sia per l'usuale efficienza Royal.
Punto negativo per Royal e per la sicurezza dei passeggeri.
Punto positivo: tornando in cabina prima di cena (verso le ore 20.00) abbiamo visto arrivare entrambi i nostri bagagli, anche quello dato per disperso. Per questa volta mio marito è scampato al tuxedo.

Sarà per la prossima
A presto per la prossima puntata.
destinazione Caraibi, itinerario sulla carta molto bello (e molto nuovo per noi) e nella realtà ancora di più, nave non nuovissima, ma ben tenuta, solo un po' di preoccupazione per la lingua inglese (io me la cavo, mio marito sopravvive).
Il programma di massima da noi (e dalla nave) ipotizzato prevedeva:
- 17 marzo: partenza per Puerto Rico (un giorno prima) con pernottamento al Caribe Hilton
- 18 marzo: visita di San Juan, capitale di Puerto Rico e imbarco nel pomeriggio
- 19 marzo: Saint Thomas
- 20 marzo: St Kitts e poi un giorno di navigazione
- 22 marzo: Aruba e vi anticipo: non credete ai siti internet è molto più bella di quello che dicono!!!!

- 23 marzo: Curacao e poi navigazione
- 25 marzo: rientro a Puerto Rico e poi qualche giorno a New York prima del ritorno a Torino.
Avevo studiato molto per questo viaggio, anche perchè per mie remore personali dopo l'ultima esperienza negativa, non mi sentivo di fare escursioni organizzate dalla nave; e per prepararmi ho usato oltre alle classiche guide turistiche, questo sito, il sito americano e tutti i siti istituzionali delle isole che avremmo visitato.
Dato che mio marito sta ancora sistemando le foto, inizio con la parte testo e poi aggiungerò le foto.
Il volo Torino - Puerto Rico è stato organizzato (dalla Agenzia di Viaggi, ma le prossime volte faremo in autonomia anche la parte combinato voli) via Madrid con Iberia: il mio capo mi aveva gufato "sarai in ritardo e ti perderanno i bagagli": tutto vero, su 5 voli Iberia (compresi quelli verso New York) ne abbiamo avuti 3 in ritardo e, all'arrivo a Puerto Rico, dopo un'ora e venti minuti di coda per l'immigrazione USA (e parlano male delle code a JFK a New York!!) ci siamo accorti che mancava un bagaglio (su due).
Confidando nella partenza della nave il giorno dopo, abbiamo fatto la pre-pratica di smarrimento bagagli in aeroporto e siamo andati, un po' stanchi e abbattuti in albergo.
Il Caribe Hilton è uno splendido albergo, un po' sprecato (soprattutto in relazione al prezzo) per una sola notte, soprattutto se non si sfrutta la parte piscina/mare, molto molto bella. Inoltre è a circa 45 minuti a piedi dal centro. Sarebbero 15 dollari di taxi per 10 minuti di strada, ma quella domenica mattina c'era una gara di Ironman (triathlon) che impediva l'accesso dei taxi al centro. Al mattino siamo riusciti a trovare un taxi, che con un giro strano ci ha portati abbastanza vicini al centro, al pomeriggio abbiamo passeggiato (ma con il bel sole e un po' di arietta fresca, non ci è pesato) e avevamo comunque un passo migliore di alcuni dei triatleti che arrancavano lungo la stessa strada.
la vecchia San Juan è molto carina. Abbiamo passeggiato lungo le mura, visitato il forte di San Jeronimo, applaudito i triatleti, guardato i bambini locali che giocavano con gli aquiloni, vagato per le vie del centro, sia a piedi, sia con il pulmino (gratuito) che attraversa il centro storico.
Dopo aver pranzato in un posto frequentato dai locali un qualcosa dal nome irripetibile, ma comunque buono, verso le 15 siamo tornati verso l'albergo per poi andare a imbarcarci.
Già al mattino avevamo fatto chiamare dall'albergo l'Iberia per avere notizia del nostro bagaglio smarrito, che risultava in volo verso Puerto RIco con arrivo previsto verso le 16 (perfetto per arrivare in nave!) e quindi volevamo essere in nave circa verso quell'ora per risollecitare la pratica (come consigliatoci anche in aeroporto).
In realtà dopo il primo momento di sconforto (eravamo anche andati a letto senza una vera cena: stanchi e un po' demotivati, tanti viaggi e mai un bagaglio perso! e con pensieri cattivi verso il mio capo) eravamo molto più tranquilli: la mia strategia di preparazione del bagaglio si era rivelata vincente! L'unica cosa "non doppia" di cui avremmo sentito la mancanza era il completo "gala" per mio marito. Tutto il resto, doppio, triplo, etc, era presente in una o più copie nei due bagagli (piccoli) a mano, o nel bagaglio pervenuto.
Recuperato in albergo il bagaglio rimasto, abbiamo preso un taxi e siamo andati al Panamerican Pier per l'imbarco, in quanto le navi Royal che imbarcano a Puerto Rico ora partono da qui (è il porto nuovo, dall'altra parte della baia rispetto al molo "vecchio" e alla vecchia San Juan: un po' scomodo se si arriva in aereo il giorno stesso e si volesse fare un veloce giro nella città vecchia prima della partenza.
Siamo arrivati all'imbarco verso le 16 e in circa 10 minuti abbiamo: 1) fatto la coda per lasciare il bagaglio 2) fatto le pratiche di imbarco (avevo già compilato on line il set sail pass e questo agevola molto) 3) ritirato le nostre card 4) scoperto che non c'era il Compass (cioè il giornalino della nave) in italiano 5) ritirato un cocktail di benvenuto.
Nota: ci hanno confermato che gli americani si imbarcano molto presto e che la coda all'imbarco c'era stata tra le 12 e le 14
Appena sulla nave abbiamo fatto la coda all'assistenza clienti per segnalare il problema del nostro bagaglio e abbiamo così avuto la prima dimostrazione che:
1) il personale Royal è di una cortesia, disponibilità ed efficienza incredibile (anzi di più)
2) parlano solo inglese, velocissimo, e un po' di spagnolo. Per consolarci anche niente francese e niente tedesco. Il mio inglese è stato messo alla prova, ma ci siamo capiti e soprattutto si sono presi nota di tutto, ci hanno detto che potevano offrirci biancheria, magliette, etc per il cambio e, con mia sorpresa, quando ho detto che l'unica cosa che ci mancava veramente era l'abito elegante di mio marito, mi hanno detto che non era un problema perchè gli avrebbero dato gratis un tuxedo (costo di affitto circa 100 dollari) se il bagaglio non fosse arrivato in tempo.
E noi che ci aspettavamo che ci dicessero: ditelo al maitre e vi faranno entrare lo stesso al ristorante!
Quindi siamo andati in cabina (interna): letto enorme che ostacolava il passaggio ai lati (per andare a dormire dovevamo salire dal fondo del letto e da lì raggiungere i cuscini), divanetto a due posti, tanto spazio nell'armadio, bagno con doccia con le pareti e non la tenda! (evviva, ma secondo me alcuni americani che abbiamo visto in giro non ci potevano entrare). Cameriere colombiano simpatico, cordiale, ma non il più efficiente di sempre.
Guardando il Compass in inglese abbiamo scoperto che:
il tutti a bordo era alle 17.30 (ma sui documenti a nostre mani non se ne parlava: l'unica informazione era partenza ore 20 e imbarco almeno mezzora prima)
esercitazione di emergenza alle 18.00
L'esercitazione di emergenza è stata una farsa! Senza salvagenti (rimasti in cabina), abbiamo aspettato i 7 fischi per andare ai punti di riunione ma i corridoi erano vuoti, perchè i passeggeri erano già tutti schierati ai punti di riunione, dove un addetto spuntava da un elenco cartaceo (sì cartaceo) i nomi di chi gli si avvicinava (io ho dato anche quello di mio marito, che comunque era poco lontano, e anche altri ritardatari segnalavano nominativi aggiuntivi che spero fossero lì nei dintorni). Le spiegazioni sono state date tutte e sole in inglese, è solo stato ripetuto in spagnolo come si mette il salvagente, e non sono state date indicazioni in altre lingue. Il testo (direi standard, in quanto molto simile a quello già udito molte volte su Costa) è stato letto velocemente e al termine hanno rimandato al video disponibile sulla televisione: disponibile in inglese, spagnolo e francese.
Durata complessiva: circa 15 minuti.
Quello che è peggio e che, chi si è imbarcato dopo, come l'altra coppia di italiani (unica altra coppia italiana), arrivati sulla nave alle 18.30 con volo e trasferimento Royal, non solo non ha partecipato all'esercitazione, ma non è stata informata minimamente sulle procedure in oggetto: non hanno ricevuto nè una convocazione supplettiva per i ritardatari, nè un messaggio in cabina con delle indicazioni di massima. Assolutamente nulla. Ed erano alla loro prima crociera in assoluto. Questa cosa ci è sembrata un po' strana, sia per il periodo "post Concordia", sia per l'usuale efficienza Royal.
Punto negativo per Royal e per la sicurezza dei passeggeri.
Punto positivo: tornando in cabina prima di cena (verso le ore 20.00) abbiamo visto arrivare entrambi i nostri bagagli, anche quello dato per disperso. Per questa volta mio marito è scampato al tuxedo.



A presto per la prossima puntata.