La tappa più bella: Aruba
La tappa più bella: Aruba
Finalmente il giovedì siamo arrivati in quella che era il motivo della scelta della crociera: Aruba. Se si cerca su internet o sulle guide tutti ne dicono meraviglie: e hanno ragione, perchè sarà piccolina (ecco un difetto è questo), sarà piatta (chiamano monte una collinetta di 167 metri lo Hooiberg che funge da punto di riferimento per gli spostamenti in macchina), ma le spiagge sono bellissime, sia a nord sia a sud (lato ovest soprattutto).
Dato che si guida a destra (cioè come in Italia), che avevamo di nuovo 10 ore di buono e che le strade erano dichiarate ben tenute, ci siamo precipitati - come sempre - tra i primi giù dalla nave e alle 8.45 salivamo sulla nostra macchinetta in affitto per la giornata. E' vero che era l'unica macchina non automatica a disposizione dell'unico car rental trovato nello spazio dedicato in porto, ma erano anni che non salivamo su una macchina (modello Spark ?!) senza chiusura centralizzata delle porte (cioè col "pirellino" - non mi ricordo nemmeno più il nome - che va su e giù per chiudere la portiera) e con il finestrino piccolino triangolare (deflettore?) sulle portiere davanti. Non era pulitissima, ma ci ha portato quasi ovunque.
Commento: se volete visitare anche solo per un tratto il parco nazionale di Arikok è vivamente consigliato affittare una jeep perchè già la strada di accesso all'entrata è sterrata, piena di buche, etc etc, motivo per cui noi abbiamo desistito subito.
Fatta benzina siamo subito partiti verso sud alla ricerca di alcune spiagge consigliate perchè molto belle. In realtà vi posto qui sotto foto di una spiaggia su cui ci siamo fermati casualmente, solo perchè abbiamo visto un'apertura verso il mare: cosa ne pensate?
Sì, lo so, rovino la foto, ma mancava una presenza umana in spiaggia.
Speranzosi siamo ripartiti verso sud e siamo arrivati a due spiagge meravigliose e vicinissime l'una all'altra (non lo si intuisce dalle guide, ma i cartelli dicevano così):
Rodgers Beach:
e Baby Beach (che avete già visto prima):
Putroppo su entrambe ci siamo fermati appena il tempo di qualche foto e di bagnarci i piedi, dato che avevamo ancora molte cose da vedere.
Le due spiagge, soprattutto la prima, hanno un grosso neo: se ci si volta verso nord si ha una magnifica vista su una delle raffinerie più grandi dei Caraibi! Le raffinerie hanno portato benessere ad Aruba (ben prima e più del turismo) ma sono proprio brutte!
Siamo quindi andati alla ricerca di Colorado Bridge, un piccolo arco di roccia naturale sul mare e così facendo ci siamo resi conto che in effetti le indicazioni stradali e turistiche sono casuali: per un po' si trovano enormi cartelli e segnalazioni per le mete più gettonate, poi, quando si sa di essere quasi arrivati, ci si ritrova nel nulla, con molte diramazioni e senza più indicazioni, per cui bisogna andare a intuito e inventandosi dei punti di riferimento. Quindi se volete trovare il piccolo Colorado Bridge puntate al faro di Punta Basora e poi scendete (a piedi) verso la scogliera, godetevi il panorama, le lucertole con le macchie azzurre e scrutate in basso: ce la farete.
Tornando indietro siamo andati a vedere la riproduzione della grotta di Lourdes (che tristezza, non assomiglia proprio all'originale) che era sulla strada verso l'ingresso del parco di Arikok. Volevamo visitare una parte del parco, ma la strada era troppo brutta e stava piovigginando, per cui siamo tornati indietro, puntando verso nord e perdendoci nel dedalo di stradine di semi campagna senza indicazioni. Ritrovata la strada principale (che fa nord - sud) abbiamo poi proseguito verso le rocce di Casibari: enormi rocce granitiche, perfettamente levigate, di cui non si conosce l'origine. Carine, è possibile scalarle facilmente (tanto non sono molto alte, come una casa) ma molto molto turistiche e affollate.
Abbiamo quindi puntato verso le rovine delle miniere d'oro sulla spiaggia e, dopo un paio di tentativi abbiamo azzeccato la stradina giusta e siamo arrivati. Il posto è affascinante, anche se non spettrale come pubblicizzato sulle guide:
In compenso fa molto caldo, c'è molto vento e, al ritorno è facile perdersi: non ci sono indicazioni e all'inizio non è facile trovare punti di riferimento; solo quando compare il "monte" è possibile capire in che direzione si sta andando.
Tappa successiva la bella chiesetta cattolica detta Cappella di Alto Vista, con bellissima vista sul mare (nella foto notate i Divi divi - cactus locali - in primo piano):
e poi il faro California (turistico, con vista su brutte dune di sabbia e ristorante italiano) che ha il pregio di essere vicino alla serie di spiagge che hanno reso famosa Aruba:
Malmok, Arashi, Palm Beach, Eagle Beach:
le foto non sono in ordine di spiaggia perchè non saprei dire quale sia più bella: su tutte la sabbia è bianchissima e il mare è trasparente. Sulle prime due c'è un po' più di vento, dietro a Palm Beach ci sono tanti albergoni enormi (tutti 5 stelle molto lusso) e tutte le attrezzature e confort che si possono desiderare, Eagle Beach sembra più spartana (forse meno lusso) con le sue costruzioni più basse.
Putroppo quello che le foto non possono rendere è la sensazione della rena di Palm e Eagle Beach: non era sabbia era TALCO, sì, al tatto sembrava soffice polvere di talco e non sabbia, e se sbattevi i piedini ti rimanevano bianchi, ricoperti di delicata polvere bianca. Questa è stata una delle sensazioni più belle della vacanza caraibica, spesso sulle brochure si legge di spiagge che sono di soffice sabbia: Aruba è il primo posto dove ho trovato conferma della definizione pubblicitaria: soft white powder (ovvero: soffice polvere bianca).
Dopo questo incanto siamo tornati, ovviamente soddisfatti, alla nave. Abbiamo restituito la macchina e fatto un breve giro in città a piedi. Oranjestad è la tipica cittadina duty free caraibica per crocieristi: colori pastello, i negozi delle principali e solite catene, bar con birra locale e di importazione.
Abbiamo fatto un giretto, comprato qualche souvenir e quindi siamo andati a mangiare qualcosetta in nave per merenda (tarda, ma, come sapete sulle navi si trova sempre qualche cosa da mangiare).
Sicuramente Aruba è un posto dove torneremo volentieri, anche per qualche giorno, o qualche anno.