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Ciao Marco

  • Autore discussione Autore discussione unochenavigaverament
  • Data d'inizio Data d'inizio
Gabriele basta guardare una pista in cui si correva negli anni 70 e una di oggi. Ogni domenica, o in ogni giornata di gara, cadono decine di piloti con risultati per fortuna non tragici, con semplici contusioni; qualcuno risale in moto e riparte.

Resta il fatto che rimane uno sport pur sempre pericoloso, che nonostante tutti i passi avanti son stati fatti in termini di sicurezza, in certe occasioni "richiede" il suo tributo.

Questa volta il tributo lo ha pagato Marco e il destino ci ha tolto un ragazzo che ha trascinato il mondo del motociclismo con la sua spregiudicatezza, ilarità, professionalità, modo di porsi.
 
Non sono in grado di commentare questo post, in quanto non seguo il motociclismo e quindi non conosco la persona..
Però sono stato un ciclista ed ho visto i pur rari, ma tragici incidenti, che questo sport può causare..

Per quanto possiamo migliorare la sicurezza delle piste, delle moto o delle bici, degli abiti ecc. sport di questo tipo avranno sempre un pericolo insito nella attività stessa..

Ed allora vi chiedo? Se non ci fosse stato il motociclismo questo ragazzo oggi era vivo, ma fino ad un minuto prima di questa gara questo ragazzo ha vissuto..

Una cosa è vivere una è sopravvivere: se smettiamo di vivere in funzione del rischio che comportano le nostre passioni allora secondo me ci tagliamo la testa da soli..

La natura umana non è evitare tutto ciò che è pericolo, ma portare avanti ciò che ci piace: questo ci da un senso di bellezza e ci riempie la vita..

Io un giorno sono sceso da una bici, ed anche se non era il solo motivo ho comunque tirato un sospiro di sollievo pensando alle volte in cui un'automobile mi ha toccato, a quelle in cui sono andato a terra, alla testa o alla schiena che mi possono aver fatto male per una settimana..

Se fossi fidanzato, o addirittura un padre questo sarebbe bastato per farmi smettere, ma non lo sono e non lo ero: ho smesso solo perchè non posso conciliare una attività di livello con la vita lavorativa, nulla di più..

Ma ad oggi ho un vuoto: mi manca l'aria nel volto, mi manca la fatica della salita, la forza che scorreva nei muscoli, la mutazione degli scenari, mi mancano mille cose..

E la paura dell'incidente non basta e non sarebbe bastata mai come motivazione per chiudere tutto questo..

Uno prende tutte le precauzioni possibile, ma occorre essere consapevoli che la molla che muove un ragazzo è talmente potente che forse di lassù, se esiste un lassù, starà pensando che è meglio aver chiuso così che non averlo fatto mai..

Me lo auguro per lui..

Manlio
 
Non sono in grado di commentare questo post, in quanto non seguo il motociclismo e quindi non conosco la persona..
Però sono stato un ciclista ed ho visto i pur rari, ma tragici incidenti, che questo sport può causare..

Per quanto possiamo migliorare la sicurezza delle piste, delle moto o delle bici, degli abiti ecc. sport di questo tipo avranno sempre un pericolo insito nella attività stessa..

Ed allora vi chiedo? Se non ci fosse stato il motociclismo questo ragazzo oggi era vivo, ma fino ad un minuto prima di questa gara questo ragazzo ha vissuto..

Una cosa è vivere una è sopravvivere: se smettiamo di vivere in funzione del rischio che comportano le nostre passioni allora secondo me ci tagliamo la testa da soli..

La natura umana non è evitare tutto ciò che è pericolo, ma portare avanti ciò che ci piace: questo ci da un senso di bellezza e ci riempie la vita..

No Manlio, la natura umana è volta alla sopravvivenza, tuttavia, giacché viviamo, possiamo/dobbiamo cercare di fare del nostro meglio per vivere piuttosto che limitarci a sopravvivere...


La natura umana non è evitare tutto ciò che è pericolo, ma portare avanti ciò che ci piace: questo ci da un senso di bellezza e ci riempie la vita..

Io un giorno sono sceso da una bici, ed anche se non era il solo motivo ho comunque tirato un sospiro di sollievo pensando alle volte in cui un'automobile mi ha toccato, a quelle in cui sono andato a terra, alla testa o alla schiena che mi possono aver fatto male per una settimana..

Se fossi fidanzato, o addirittura un padre questo sarebbe bastato per farmi smettere, ma non lo sono e non lo ero: ho smesso solo perchè non posso conciliare una attività di livello con la vita lavorativa, nulla di più..

Ti parlo per esperienza (non mia): mio padre amava, o meglio, adorava la bicicletta, letteralmente seguiva il Giro d'Italia, per passione contribuiva all'allenamento di alcune promesse locali, ed andava sempre in bici pur conoscendo tutti i pericoli del muoversi con essa per strada. Ed io appresso a lui pedalavo in salita grondando di sudore e fatica e volavo in discesa al suo fianco quando me lo consentiva. L'emozione mista alla paura ci univano indissolubilmente.
E mio padre purtroppo un giorno andò via per le conseguenze di un aneurisma dell'aorta; era stato in bici sino al giorno prima... e per dirla alla sua maniera: tutto può accadere in qualsiasi momento, finchè ci siamo cerchiamo di vivere al meglio possibile così da poter salire su un giorno a raccontarne un pò...


Ma ad oggi ho un vuoto: mi manca l'aria nel volto, mi manca la fatica della salita, la forza che scorreva nei muscoli, la mutazione degli scenari, mi mancano mille cose..

E la paura dell'incidente non basta e non sarebbe bastata mai come motivazione per chiudere tutto questo..

Altrimenti manco voleresti con l'aereo, navigheresti in nave, guideresti l'auto o il motore.... semplicemente non vivresti più...

Uno prende tutte le precauzioni possibile, ma occorre essere consapevoli che la molla che muove un ragazzo è talmente potente che forse di lassù, se esiste un lassù, starà pensando che è meglio aver chiuso così che non averlo fatto mai..
Me lo auguro per lui..

Me lo auguro anch'io Manlio, ma non posso non voltare lo sguardo verso i miei figli e pensare che qualsiasi cosa possano divenire, nel loro futuro possa esserci quanto di meglio possibile...
 
CostaMagica, io ho due bici, ed una è ormai su misura per il mio nipotino, che tanto INO forse non è più..

Per anni ho cercato di tenercelo lontano, ma questa estate ho dovuto cedere e l'ho fatto salire sopra..

Alessio è quello che si dice l'affidabilità fatta ragazzino, e sarà da grande l'uomo più tranquillo e posato del mondo, ma da me lo scemo che va a mille su una stradina di borgata, quello che va contromano ecc. ci sono, e la paura ti prende..

E considera che io non sono un amorevole 'zio' ma il legame che mi lega ai due pargoletti è molto di più di questo, anche se ovviamente i genitori sono i genitori..

A vederlo su quella bici mentre attraversava un incrocio ho provato due sensazioni letteralmente diverse tra di loro e le puoi immaginare visto che io mi ci sono fatto male la sopra..

Non ti nego che se fossi stato il padre del ragazzo che è morto oggi avrei avuto la tentazione di oppormi a quella carriera e forse lo avrei fatto, ma è anche vero che non sarei arrivato alle estreme conseguenze: se arrivi a correre lì la tua passione è pura e forte.. e credo sia giusto non tagliare le ali, neanche ad Icaro..

Un saluto
Manlio
 
Manlio, sostanzialmente abbiamo espresso concetti simili.
Il maggiore dei miei figli da anni sostiene di voler diventare pilota di aerei e precisamente delle Frecce Tricolore... e la sua mamma odia e teme il volare ... che altro posso aggiungere se non sperare che possa riuscirvi?
Non farò mai nulla per osteggiarlo... ma certamente spero di non dovermelo mai rimproverare.
 
Uno prende tutte le precauzioni possibile, ma occorre essere consapevoli che la molla che muove un ragazzo è talmente potente che forse di lassù, se esiste un lassù, starà pensando che è meglio aver chiuso così che non averlo fatto mai..

Se esiste un "lassù" ti garantisco che da lì Marco sta pensando proprio così...

e per dirla alla sua maniera: tutto può accadere in qualsiasi momento, finchè ci siamo cerchiamo di vivere al meglio possibile così da poter salire su un giorno a raccontarne un pò...

mi piace questo pensiero di tuo padre...


Altrimenti manco voleresti con l'aereo, navigheresti in nave, guideresti l'auto o il motore.... semplicemente non vivresti più...
La paura, in molti casi è quella che segna il confine tra la "vita" e la "non-vita"


ma non posso non voltare lo sguardo verso i miei figli e pensare che qualsiasi cosa possano divenire, nel loro futuro possa esserci quanto di meglio possibile...

Scusa, completo la frase:...per loro.
Essere genitori è il lavoro più difficile di questo mondo...però i figli, nelle loro passioni, vanno anche assecondati e non solo protetti...la loro realizzazione passa attraverso questo.
 
Certamente esiste un lassù cara Laura, ... e mio padre non è mai morto per me, è solo andato via passando oltre... per me è sempre presente.
Per i miei figli mi attendo il meglio o il meglio per loro ma in senso generale, sperando cioè che possano far scelte consapevoli e non che possano lasciarsi trainare da una passione senza averne valutato il peso nelle loro vite come nelle vite di chi interagirà con loro. Penso che intendessi anche tu la stessa cosa...
 
Una morte improvvisa per un giovane con tanta voglia di vivere ed un grande futuro è ancora più dura, ma ogni morte di giovani è una tragedia.
Addio super Sic
 
Certamente esiste un lassù cara Laura, ... e mio padre non è mai morto per me, è solo andato via passando oltre... per me è sempre presente.
Per i miei figli mi attendo il meglio o il meglio per loro ma in senso generale, sperando cioè che possano far scelte consapevoli e non che possano lasciarsi trainare da una passione senza averne valutato il peso nelle loro vite come nelle vite di chi interagirà con loro. Penso che intendessi anche tu la stessa cosa...

Certo!;)...mi riferivo solo al fatto, ma conoscendoti un po' non è il tuo caso, che le scelte a volte bisogna lasciarle fare non mettendo in prima fila la paura!Valutare sicuramente, però senza "bloccarsi" a priori...
 
Aggiungo solo una frase che ho appena sentito...detta da lui ovviamente "si vive più 5 minuti su una moto che tante persone in una vita"
 
Aggiungo solo una frase che ho appena sentito...detta da lui ovviamente "si vive più 5 minuti su una moto che tante persone in una vita"

Avevo letto la stessa frase da lui pronunciata, m'aveva colpito particolarmente...
Spiega appieno la sua compenetrazione col mezzo che pilotava.

L'unico ulteriore commento che mi sento di aggiungere è che la gara interrotta era il meno che si potesse fare.
 
CostaMagica, io ho due bici, ed una è ormai su misura per il mio nipotino, che tanto INO forse non è più..

Per anni ho cercato di tenercelo lontano, ma questa estate ho dovuto cedere e l'ho fatto salire sopra..

Alessio è quello che si dice l'affidabilità fatta ragazzino, e sarà da grande l'uomo più tranquillo e posato del mondo, ma da me lo scemo che va a mille su una stradina di borgata, quello che va contromano ecc. ci sono, e la paura ti prende..

E considera che io non sono un amorevole 'zio' ma il legame che mi lega ai due pargoletti è molto di più di questo, anche se ovviamente i genitori sono i genitori..

A vederlo su quella bici mentre attraversava un incrocio ho provato due sensazioni letteralmente diverse tra di loro e le puoi immaginare visto che io mi ci sono fatto male la sopra..

Non ti nego che se fossi stato il padre del ragazzo che è morto oggi avrei avuto la tentazione di oppormi a quella carriera e forse lo avrei fatto, ma è anche vero che non sarei arrivato alle estreme conseguenze: se arrivi a correre lì la tua passione è pura e forte.. e credo sia giusto non tagliare le ali, neanche ad Icaro..

Un saluto
Manlio

Manlio, io ho sempre affrontato il problema delle 2/4 ruote in maniera opposta. Io sono"nato" in moto, e quando è nato lui, poco ci mancava che andassi a prenderlo in maternità, con la mia. Chiaro che si tratta di una battuta, ma non poi tanto. E' cresciuto con le moto e quando è arrivato l'età "critica", non senza qualche timore, sono stato io a regalargliela; meglio sulla sua, con i miei insegnamenti, che su quella di un altro, o seduto sul sellino posteriore di chi non aveva sufficiente testa sulle spalle.

Non so se sia stata la scelta giusta; in certe occasioni, reali, i fatti mi hanno dato ragione. Son scelte difficilissime.
 
E' cresciuto con le moto e quando è arrivato l'età "critica", non senza qualche timore, sono stato io a regalargliela; meglio sulla sua, con i miei insegnamenti, che su quella di un altro, o seduto sul sellino posteriore di chi non aveva sufficiente testa sulle spalle.

Non so se sia stata la scelta giusta; in certe occasioni, reali, i fatti mi hanno dato ragione. Son scelte difficilissime.

Discorso verissimo...mio padre che in moto ci correva, ad esempio, non ha mai voluto vedermi sopra ad un mezzo a due ruote...io ad esempio il tuo ragionamento lo condivido in pieno...perchè tanto in moto/motorino ci si sale comunque!
 
Non so se sia stata la scelta giusta; in certe occasioni, reali, i fatti mi hanno dato ragione. Son scelte difficilissime.

Per certi versi non lo sapremo mai, e non lo saprà mai il padre di questo ragazzo..

Vista la fine sembra facile dire che ha sbagliato, ma io non mi sento di esserne tanto sicuro..

Parlo in questi termini del padre di Marco perchè se il figlio è arrivato a quel livello evidentemente, vista l'età, avrà avuto un appoggio dalla famiglia..

Rodolfo, a parte questo, io credo che un genitore che si pone delle domande ed ha dei dubbi è un genitore che ci mette il cuore: le certezze le lascio ad altri..

Manlio
 
....per un pilota la sua moto è la sua vita....
troppo giovane per lasciarla...ma vissuta con una passione ed una devozione uniche.
Buon viaggio sic...
abbraccia Ayrton..
 
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