Politica comunicativa Costa: condivido quanto detto da Manlio, è bene che nessun dirigente Carnival rilasci dichiarazioni, si rischia l'allargamento del danno d' immagine a tutte le compagnie del gruppo. E secondo me Costa fa bene a non andare in TV: è vero che si espone alle critiche ed alla disinformazione, ma è anche vero che c'è un'inchiesta in corso e l'armatore è soggetto coinvolto. Le domande scontate del tipo "perchè tolleravate l'inchino?" "che tipo di comunicazione è intercorsa tra Schettino e voi durante il disastro?" etc etc possono mettere in gravi difficoltà e fornire elementi indiretti e controproducenti (per la compagnia) all'inchiesta.
Il danno economico e d'immagine c'è già. Inutile esporsi ulteriormente ora. Costa per fortuna non fallirà, le spalle di Carnival sono belle grosse e possono sostenere questo peso.
Questione dell'inchino e "navigazione turistica" in genere: andrò controcorrente, criticatemi, ma io la ritengo una cosa "nobile", sia per il significato recondito tra i marittimi, sia per ciò che rappresenta per i passeggeri. Ovviamente fatto in "TOTALE SICUREZZA", e non con rotte da pedalò. In un noto quotidiano on line, è presente una sezione denominata le "Fotodenunce dei lettori", dove in tante delle fotografie postate, ci sono semplicemente delle navi in normale navigazione, distanti diverse miglia dalla costa, o con abili "appiattimenti" frutto del talento artistico del fotografo. Ridicolo. E' la solita psicosi da esposizione mediatica. Non vorrei che nel mio prossimo passaggio allo stretto dei Dardanelli la gente cominciasse ad urlare ed a buttarsi in mare. Distinguiamo i passaggi effettivamente pericolosi e solo dopo li condanniamo.
In sintesi: NO all'inchino in rotta di collisione coi pedalò, SI all'inchino in TOTALE e PIENA sicurezza. Non generalizziamo. Questa la mia opinione.
De Falco: concordo con quanto detto da altri utenti, anche per me non è un eroe, è un ufficiale che ha fatto splendidamente il suo dovere. E lo ringrazio per questo.
Ma mi chiedo il perchè di questa "santificazione". A mio parere, semplicemente perchè tutti noi ci siamo identificati in lui, perchè De Falco ha detto a Schettino esattamente quello che la gran parte di noi avrebbe detto ad un comandante che per codardia o per altro ha abbandonato la SUA NAVE, il SUO equipaggio, i SUOI passeggeri. E lo ha detto con gli stessi toni perentori che avremmo utilizzato noi. Ha liberato, manifestato e sfogato la sua rabbia, indirettamente liberando anche la nostra, una rabbia accumulata assistendo ad una tragedia che non sarebbe dovuta accadere, in cui Schettino nè è stato il primo responsabile.
ManuelaC: hai scritto cose condivisibili. Sono daccordo, il dramma dei passeggeri che hanno vissuto questa esperienza non deve passare in secondo piano.
Ma non possiamo dimenticare la dignità e l'abnegazioni di chi ha permesso che gli stessi passeggeri raccontassero le loro storie, di chi ha permesso che oltre 4.000 anime si salvassero. La disinformazione non deve calpestare tale dignità, come tale dignità non può essere calpestata da qualche passeggero che, pur avendo vissuto tale dramma, piuttosto che dare valore alla salvezza della propria vita e a chi ha permesso questo, ha preferito rammaricarsi per la pelliccia di visone lasciata in cabina.
Delle donne del comandante, non parlo nemmeno, personalmente lo ritengo poco proficuo ed interessante.
Preferisco gioire per le oltre 4.000 persone ancora in vita, ed un pensiero ai morti ed ai dispersi, è per loro che il naufragio della Concordia verrà ricordato come un'immane tragedia.
Un saluto
P.s. ringrazio Adriatic, Uno, Rodolfo, Gen. per i vari chiarimenti tecnici che mi hanno permesso una migliore comprensione della vicenda