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Affondamento Bayesian Yatch

aleshow

Member
Onestamente, la ricostruzione di Nencioni mi pare un pò fantasiosa e poco verosimile, inoltre non ha nessun riscontro (proprio in nessun elemento) con quanto riportato fin ora dalle autorità. Permettetemi di dire che ho letto di tanti interventi di persone "famose e titolate" che tuttavia avrebbero fatto bene a tacere.
 
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Rodolfo

Super Moderatore
Onestamente, la ricostruzione di Nencioni mi pare un pò fantasiosa e poco verosimile, inoltre non ha nessun riscontro (proprio in nessun elemento) con quanto riportato fin ora dalle autorità. Permettetemi di dire che ho letto di tanti interventi di persone "famose e titolate" che tuttavia avrebbero fatto bene a tacere.
Ripeto troppi esperti che parlano senza conoscere i fatti.
Senza contare teorie contorte sui servizi segreti, teorie del complotto, sulle coincidenze che non son più tali: manca solo lo zampino degli extraterrestri.
 
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aleshow

Member
Si, le teorie del complotto mi hanno fatto subito pensare alla possibile connessione tra l'incidente della PAN a Ramstein e la strage di Ustica. A tal proposito ricordo che nella Sentenza Ordinanza, il giudice Priore si disse non convinto della connessione tra i due eventi a causa della sproporzione tra fini e mezzi. Ossia che si dovesse riuscire a cagionare una catastrofe per conseguire l'obiettivo di eliminare i due piloti testimoni per impedirne possibili rivelazioni. In qualche misura, anche in questo evento del naufragio del Bayesian trova applicazione il pensiero del Giudice Priore.
 
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essepi2

Co-Fondatore
Staff Forum
Il pensiero di un grande velista:
«Due gli errori del comandante che io penso - e sottolineo penso - possano aver creato la tragedia». Jacopo Marchi, già skipper con Giorgio Falck in due regate Intorno al Mondo e oggi responsabile nel settore della nautica, fa alcune riflessioni sul naufragio del Bayesian, il maxi yacht affondato al largo di Porticciolo, nel Palermitano, nella notte di lunedì scorso.
«Primo, non aver messo una persona di guardia di notte - prosegue -. L'errore più grande di “buona pratica marina”, ancor più su uno yacht di quelle dimensioni, all'ancora di notte. Inspiegabile con, fra l'altro, ventidue passeggeri fra cui dieci persone di equipaggio». Il secondo motivo, anch'esso grave, sottolinea il velista, riguarderebbe «l'ingresso laterale (da dove si sale in barca dal tender, ndr) lasciato aperto. Se la barca si inclina di 30° per effetto di un forte colpo di vento, quella entrata diventa in pochi secondi una via d'acqua enorme». «Probabilmente anche altre vetrate, boccaporti e portelli, erano aperti per lasciare circolare aria naturale la notte e se ti passa sopra un downburst (piccolo tornado d’aria ascensionale, ndr) anche da lì entrano tonnellate di acqua in poco tempo. Ma è l' ingresso laterale da dove l'acqua del mare si strada. In due o tre minuti entrano decine di tonnellate di acqua».
Ma nel mirino c’è anche quella chiglia ritratta. «Questa non è un fattore critico, ma soprattutto non un errore. Uno yacht di quelle dimensioni quando si sposta sotto costa e nelle rade lo fa a motore e con la chiglia ritratta. Con la barca inclinata sempre più su un lato, chi era nelle cabine sottovento è rimasto in trappola. Con l'acqua che sale e il pavimento inclinato e bagnato non te la cavi più. Chi invece era sopra vento ha avuto forse un paio di minuti in più per uscire e salvarsi».
 

aleshow

Member
Il pensiero di un grande velista:
«Due gli errori del comandante che io penso - e sottolineo penso - possano aver creato la tragedia». Jacopo Marchi, già skipper con Giorgio Falck in due regate Intorno al Mondo e oggi responsabile nel settore della nautica, fa alcune riflessioni sul naufragio del Bayesian, il maxi yacht affondato al largo di Porticciolo, nel Palermitano, nella notte di lunedì scorso.
«Primo, non aver messo una persona di guardia di notte - prosegue -. L'errore più grande di “buona pratica marina”, ancor più su uno yacht di quelle dimensioni, all'ancora di notte. Inspiegabile con, fra l'altro, ventidue passeggeri fra cui dieci persone di equipaggio». Il secondo motivo, anch'esso grave, sottolinea il velista, riguarderebbe «l'ingresso laterale (da dove si sale in barca dal tender, ndr) lasciato aperto. Se la barca si inclina di 30° per effetto di un forte colpo di vento, quella entrata diventa in pochi secondi una via d'acqua enorme». «Probabilmente anche altre vetrate, boccaporti e portelli, erano aperti per lasciare circolare aria naturale la notte e se ti passa sopra un downburst (piccolo tornado d’aria ascensionale, ndr) anche da lì entrano tonnellate di acqua in poco tempo. Ma è l' ingresso laterale da dove l'acqua del mare si strada. In due o tre minuti entrano decine di tonnellate di acqua».
Ma nel mirino c’è anche quella chiglia ritratta. «Questa non è un fattore critico, ma soprattutto non un errore. Uno yacht di quelle dimensioni quando si sposta sotto costa e nelle rade lo fa a motore e con la chiglia ritratta. Con la barca inclinata sempre più su un lato, chi era nelle cabine sottovento è rimasto in trappola. Con l'acqua che sale e il pavimento inclinato e bagnato non te la cavi più. Chi invece era sopra vento ha avuto forse un paio di minuti in più per uscire e salvarsi».
diciamo che questa è forse la sintesi più verosimile. Vedremo gli esiti dell’indagine.
 

Rodolfo

Super Moderatore
Mi permetto una considerazione. Il locale tender, anche con portellone aperto, non permetterebbe il flusso dell'acqua all'interno della nave perché tale spazio è stagno, presidiato da una o piu porte stagne che dovrebbero essere chiuse.
 

aleshow

Member
Mi permetto una considerazione. Il locale tender, anche con portellone aperto, non permetterebbe il flusso dell'acqua all'interno della nave perché tale spazio è stagno, presidiato da una o piu porte stagne che dovrebbero essere chiuse.
Rodolfo, forse il problema è stato proprio questo, ossia l’assetto di quelle porte, oppure un problema di tenuta delle stesse (ma ci credo meno), insieme all’assetto generale della nave.
 
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Sandro 09

Well-known member
A parte la persona di guardia che mi pare d'obbligo i fulmini soprattutto con temporaloni di quelle dimensioni di notte si vedono km e km in lontananza anche un centinaio di km non li vedeva nessuno?? Il k1 dov'era?? In tutti i siti meteo anche i più stupidi hanno un radar quasi in tempo reale che ti dice dov'è e dove va non parlo dei passeggeri persone inesperte ma qualcuno che capisce di mare a bordo c'era.
 

aleshow

Member
A parte la persona di guardia che mi pare d'obbligo i fulmini soprattutto con temporaloni di quelle dimensioni di notte si vedono km e km in lontananza anche un centinaio di km non li vedeva nessuno?? Il k1 dov'era?? In tutti i siti meteo anche i più stupidi hanno un radar quasi in tempo reale che ti dice dov'è e dove va non parlo dei passeggeri persone inesperte ma qualcuno che capisce di mare a bordo c'era.
Chi ne capisce di mare c’era, ma non è detto che non possa sbagliare o agire in maniera superficiale.
 

massimilianob

Well-known member
da ultimo negli ultimi nel mondo della nautica, penso che forse sia meglio aspettare il giorno che verranno rese pubbliche tutte le interviste della magistratura al equipaggio e ai superstiti in generale. unitamente alle perizie definitive alla barca, se e quando sarà tirata fuori da quelle acque.
E quanto alle tesi complottiste, che trovano terreno facile dato chi sono i passeggeri dispersi, per me vanno trattate per il valore che hanno; letame di cavallo dopo un mese al sole.
 
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