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Affondamento Bayesian Yatch

Io ho qualche dubbio che un Com.te di una nave da oltre 300 m., 100/150/200000 ton., la responsabilita’ di 6/7/8000 persone a bordo, sia completamente inadeguato al Comando di uno Yacht ( e potrei citare dei casi che conosco personalmente )!
Mi sembra piu’ il messaggio di uno che vuol essere al centro dell’attenzione…e nessuno ha mai negato i sacrifici di chi segue la carriera marinaresca fino ad arrivare ai vertici.
Si e’ dimenticato anche di citare il ritorno economico, molto superiore a quello di un Com.te di una nave da crociera ma con responsabilita‘ molto, molto, molto minori!
Intanto farei una piccola distinzione. Un Comandante che porta una mega nave non avrebbe evidentemente alcuna difficoltà condurre una naveyacht, qualcosa dovrebbe approfondire passando al comando di una nave a vela come il Bayesian.
Ho sottolineato anche io l'aspetto delle responsabilità e della remunerazione, in molti casi molto superiore.
Per il resto a mio avviso ha detto solo verità.
E comunque hanno voluto più mettersi in mostra quelli che han rilasciato accuse, compresa quella rivolta al Comandante di aver abbandonato per primo la nave, teorie passate per certe, fantasiose ricostruzioni, senza avere un briciolo di prove in mano.
 
Ultima modifica:
Finora ho seguito la vicenda con scarso interesse, e sicuramente ho approfondito molto meno di alcuni di voi. Perciò finora non sono intervenuta.
Ma c'è una cosa che ho pensato dal primo momento, e che mi pare nessuno - né qui né altrove - abbia detto.
I ben retribuiti comandanti di yacht privati scelgono spesso - per convenienza economica - di assecondare qualunque richiesta dell'armatore piuttosto che imporsi e decidere per la sicurezza secondo quanto la loro professionalità ed esperienza consiglierebbero.
Esattamente la responsabilità che quel comandante di yacht citato da Rodolfo vorrebbe addossare solo ai cantieri costruttori (che asserviti al committente trascurerebbero la sicurezza per compiacerne le assurde pretese), ben guardandosi però dall'ammettere che la stessa cosa può ben dirsi degli equipaggi che anzi - al contrario dei cantieri - in quell'armatore hanno la loro unica fonte di reddito.
Non è detto che sia questo il caso del Bayesian, ma tra le tante ipotesi formulate a caso da chiunque questa non sarebbe più peregrina di altre. L'avvalersi della facoltà di non rispondere da parte del comandante sembrerebbe avvalorare questa subordinazione del comandante all'armatore.
 
Da che mondo è mondo l'Armatore comanda e il Comandante ne segue le "indicazioni".
Poi dire che certe imposizioni mettano a rischio la sicurezza della nave e che il Comandante le accetti senza alcuna obiezione/consiglio credo sia tutto da vedere.
Che ci sia qualche Armatore "bizzarro" non lo escludo, come pure di qualche Comandante sottomesso.
Anche sulle navi da Crociera, caso nostro, il Comandante segue i programmi dell'Armatore pur con la libertà di modificarli in funzione della sicurezza di nave, passeggeri ed equipaggio.
Resta anche qui una sorta di imposizione, non espressa, per cui più di un Comandante, per via di costi, disagi, ri-organizzazione del percorso cui va incontro l'Armatore, cerca di limitare i danni che ne derivano, portando a termine tacitamente il programma.
 
Da che mondo è mondo l'Armatore comanda e il Comandante ne segue le "indicazioni".
A me risultava che l'armatore può chiedere, in mare decide il comandante (e la responsabilità è sua).
Ma anche qualora fosse l'armatore a poter legalmente decidere, il comandante ha comunque facoltà di opporsi, fino alla coerenza estrema di sbarcare per non compiere atti che non condivide. Non lo fanno - di opporsi o sbarcare - solo per ragioni economiche, non perché sia dovuto o corretto assecondare sempre l'armatore (specie quello che di nautica capisce niente e ha pretese inverosimili).
Lo stesso vale per qualunque nave e qualunque armatore, solo che è più raro che armatori come le compagnie di crociera facciano al comandante richieste assurde... Ove lo facessero, anche quei comandanti avrebbero facoltà di opporsi e al limite estremo sbarcare, e anche loro non lo fanno per non perdere il lavoro o non uscirne penalizzati (tu stesso lo riconosci).
Quando si operano delle scelte, qualunque esse siano (nel caso stiamo parlando di accettare dei rischi per denaro), poi bisogna anche avere l'onestà intellettuale di assumersene le responsabilità e accettarne le conseguenze.

PS: un caso simile è il rapporto fra il direttore responsabile di un giornale e il suo editore; in quel caso la linea la detta (legittimamente) l'editore, ma il direttore che non condivide la linea editoriale si dimette e si cerca un altro giornale... se non si dimette, si assume che condivida (e se ne assuma la responsabilità) - nel lavoro intellettuale è una questione di princìpi e ideali, nel lavoro tecnico di sicurezza, ma il rapporto è lo stesso e identica la facoltà di dissociarsi
 
Ultima modifica:
Io ho forse detto il contrario?
Ehm, veramente sì... hai scritto esattamente che "l'armatore comanda e il comandante ne segue le indicazioni".
E secondo me è il contrario: l'armatore rappresenta le sue esigenze, il comandante le persegue finché è possibile e opportuno, ma è lui che decide cosa fare in caso di rischio. E se l'armatore non è d'accordo, pazienza.
Questa la norma.
Poi per denaro sugli yacht finisce spesso che l'armatore impone e il comandante obbedisce, ma la responsabilità resta del comandante che non ha fatto il suo mestiere (subordinando la professionalità alla convenienza).
Cosa c'è che non ti torna in questo?
 
Io dubito che un Com.te accetterebbe il Comando di una nave, yacht, sapendo che il progetto presenta problemi di sicurezza…certo se non e’ a conoscenza…ma credo che prima o poi l’esperienza lo porterebbe a scoprirli.
 
Ehm, veramente sì... hai scritto esattamente che "l'armatore comanda e il comandante ne segue le indicazioni".
E secondo me è il contrario: l'armatore rappresenta le sue esigenze, il comandante le persegue finché è possibile e opportuno, ma è lui che decide cosa fare in caso di rischio. E se l'armatore non è d'accordo, pazienza.
Questa la norma.
Poi per denaro sugli yacht finisce spesso che l'armatore impone e il comandante obbedisce, ma la responsabilità resta del comandante che non ha fatto il suo mestiere (subordinando la professionalità alla convenienza).
Cosa c'è che non ti torna in questo?
Mi dispiace ma ti sei soffermata solo sul primo capoverso (ed in realtà è così che funziona), salvo che nel prosieguo ho scritto "il Comandante segue i programmi dell'Armatore pur con la libertà di modificarli in funzione della sicurezza di nave, passeggeri ed equipaggio.
E questo vale sempre e comunque.
Se poi ci sono casi di forzatura e sottomissioni non posso certo escluderlo.
 
@ Essepi
Io non mi riferivo al progetto degli yacht in costruzione (per i quali è giustamente il cantiere a dover opporre le dovute osservazioni e gli eventuali dinieghi), ma alle richieste che quegli armatori spesso fanno ai comandanti in mare senza minimamente tener conto dei rischi e dell'opportunità.
Ma se l'armatore può non intendersi di nulla, il comandante è lì per questo, la barca la dovrebbe comandare lui prendendo le decisioni secondo competenza (e non secondo portafoglio).

@ Rodolfo
Era proprio l'oggetto del mio primo intervento: purtroppo sugli yacht i casi di (volontaria) subordinazione del comandante all'armatore per mera convenienza economica sono tutt'altro che infrequenti. E questo genera guai.
 
Ultima modifica:
Si ma secondo me quì quello che state dicendo non c'entra proprio nulla. Ovviamente faccimo chiacchiere perchè non conosciamo i fatti, ma non mi pare proprio (da quanto emerso) che gli elementi che hanno portato alla tragedia siano il frutto di richieste assurde dell'armatore, bensì della superficialità e della cattiva gestione di un evento da parte dell'eqipaggio. Inoltre la nave non presentava problemi di sicurezza ma delle prescrizioni.
 
A me quello che più finora ha sconvolto, è l'affermazione dei superstiti che hanno dichiarato che nessuno dell'equipaggio ha lanciato un allarme, si sono tutti arrangiati da soli.
Ma è possibile una cosa del genere o può essere che siano i giornalisti ad aver travisato?
Non posso credere che non ci sia un allarme di evacuazione
 
In effetti è anche uno dei punti evidenziati dalla procura, nonché un capo d’accusa.
Noi non abbiamo nessun elemento, e non e’ mia intenzione giustificare, tuttavia sarebbe da capire bene tutta la dinamica dell’evento, il tempo che hanno avuto a disposizione e tutta la sequenza delle azioni intraprese. Inoltre in questi casi secondo me si aggiunge un elemento, ossia che tu fino alla fine non credi mai davvero che possa affondare. Comunque, la mia impressione e che quando si sono accorti che la situazione era precipitata e che non c’era scampo coincide con quando la nave si è abbattuta sul fianco senza quindi dare possibilità di intraprendere azioni.
Ovviamente il mio pensiero non prende in e considerazione e al momento non vuole comprendere le teorie del complotto.
 
nel 99% dei casi che avvengono nella storia, le teorie del complotto si dimostrano pattume. pattume succulento per i creduloni che amano riempirsi la bocca con fandonie da bar sport di bassa lega.....
 
Si, anche per me è così ma purtroppo se ne parla tanto, e’ pieno di video su internet e pure l’AD di Italian Sea Group (Perini), nel suo accecato tentativo di salvare la reputazione del progetto, ha strizzato l’occhio a questa ipotesi.
 
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