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Attentato ad Istanbul

Vinniem, credo che qui si stiano sovrapponendo due discorsi diversi.. uno è questo:

Può una compagnia crocieristica rischiare di portare le sue navi in luoghi che vengono definiti pericolosi da organismi internazionali, può prendersi questa responsabilità?

Ed anche, pensando alla compagnia come azienda che ha fini di lucro, può una compagnia crocieristica rischiare di portare le sue navi in luoghi che, essendo PERCEPITI come pericolosi dai turisti, non hanno più attrattiva verso il mercato?

Penso che la risposta sia scontata, anche se implica la 'vittoria' di chi vuole proprio quello..

Ma il tuo discorso:



Dimentica che ti basta prendere un aereo e sarai ad Istanbul, dove purtroppo troverai, per ovvi motivi, prezzi ottimi, e magari tante agenzie che ti aiuteranno a visitare la città..

Insomma, una parte della limitazione è anche tua.. nessuno ti vieta di andare dove vuoi..



Ho sempre pensato questo, ma in Tunisia, in poco tempo, gli attentati si sono ripetuti.. certo non a Tunisi, ma è avvenuto..



Anche io, sono stato in Egitto in un momento in cui nessuno voleva andare, ed è stata una crociera sul Nilo meravigliosa..

Sono tornato per andare nel Mar Rosso in un momento difficile, e la nave era occupata a metà, ne è uscito un viaggio indimenticabile..

Un saluto
Manlio

Mah... oddio... vedi Manlio, faccio una doverosa premessa prima di risponderti.
E' chiaro che un forum è un po' una piazza virtuale, per cui diciamo che dibattere qui sopra di questi problemi, per me ha un po' il sapore di una simpatica chiacchierata (ancorché magari dai toni "vivaci"), fatta al bar assieme agli amici, mentre si gusta una buona tazza di caffè. :)

Detto questo, io invece non credo che qui stiamo sovrapponendo due discorsi diversi. O quantomeno, in effetti sì, stiamo facendo due discorsi diversi. Ma sono discorsi di stampo puramente soggettivo e NON oggettivo. Se posso fare un esempio banalissimo, la logica è la stessa di chi in questi giorni si sta appassionando al caso Sarri contro Mancini. Anche in questo contesto ci sono due fazioni: chi è a favore di Sarri e chi a favore di Mancini.
Ora, parafrasando l'esempio, anche qui sopra, ci sono due scuole di pensiero: c'è chi propende perché le compagnie di crociere mantengano certe destinazioni. E chi invece è convinto che la cosa migliore da fare, almeno per ora, sia quella di "tagliare" e basta. Beninteso, ambedue le fazioni portano a sostegno delle loro tesi argomentazioni più o meno valide. E comunque tutte più o meno legittime. Che vanno comunque rispettate. Anche perché, parliamoci chiaro: non è che i top manager di Carnival o Costa vengono a leggersi i forum dei crocieristi per prendere le loro decisioni... ;) Questo credo sia pacifico.
Insomma, ogni parere è benvenuto e merita rispetto a mio modesto giudizio. Non fosse altro perché ci aiuta a vedere le cose sotto una prospettiva diversa che, magari, ci era sfuggita.

Ora, io vorrei sommessamente ricordare un post fatto da Enrico qualche giorno fa. E che è sfuggito praticamente a tutti. Copio e incollo la notizia: il 10 ottobre 2015, un attentato suicida terroristico verificatosi ad Ankara nei pressi della stazione ferroviaria, in occasione di una manifestazione di movimenti per la pace, ha provocato oltre 100 morti e centinaia di feriti. Come giustamente detto da Enrico, e cito testualmente, si è trattato di:
un tremendo attentato nella sua capitale, il quale ha provocato piu' morti di quanti ne abbiano visti Parigi e la Tunisia messe insieme...

Orbene, siccome la notizia non ha avuto lo stesso peso sui media, rispetto alle stragi di Parigi e del "Bardo", non è che, per caso, ci facciamo guidare nelle nostre reazioni dall'allarmismo e dall'ansia che ci vengono trasmessi dai media?? Anche dove magari tutto sommato non c'è un pericolo fondatissimo all'orizzonte?? (O quantomeno un rischio non maggiore di quello che si possa avere in una qualsiasi metropoli Europea o del Nord America). Orbene, perché all'indomani dell'attentato di Ankara del 10 ottobre u.s., solo alcune compagnie hanno pensato di cancellare la Turchia dalle proprie rotte?? E perché, nonostante tutto il ben di Dio che sta succedendo, la cancellazione degli scali francesi invece non è mai stata neanche presa in considerazione?? E ancora... nonostante quell'attentato ad Ankara, la gente che ha continuato a visitare istanbul e Smirne, ha continuato o no a fruire regolarmente di quelle escursioni, nei giorni seguenti o si è rifiutata di scendere dalla nave?? Ecco, ritorna la logica dei due pesi e delle due misure...
Per cui, se mi chiedi se "può una compagnia crocieristica rischiare di portare le sue navi in luoghi che vengono definiti pericolosi da organismi internazionali", io ti rispondo... quali organismi glielo vietano espressamente??? :o
Ribadisco: sono decisioni prese solo dai top manager delle rispettive società, in piena autonomia. E al massimo solo sulla scorta dell'ondata emotiva del momento, in virtù di quella che, giustamente, tu definisci una mera PERCEZIONE di insicurezza di quei luoghi. Ma, attenzione: può una mera PERCEZIONE di insicurezza determinare se un luogo sia sicuro o meno?? Quella è una cosa meramente soggettiva!! Io posso sentirmi al sicuro in Uganda, ma magari essere terrorizzato di girare di sera nella zona Magliana o San Basilio di Roma... Voglio dire, dati di fatto, al momento, non ce ne sono. Anzi, l'ho scritto in precedenza: se vai sulla pagina ufficiale del Ministero degli Esteri, per la Turchia il livello di allerta è esattamente LO STESSO che è previsto per la Francia. Ed in ogni caso, NON E' affatto sconsigliato effettuare viaggi in quei luoghi. Al massimo, vengono forniti i soliti consigli generici di prestare la massima attenzione. Insomma, viene consigliato solo un minimo di puro buon senso. Tutto qua.
Al contrario, sono arciconvinto, che se i media non avessero dato tutta questa enfasi a questi fatti, allarmando la pubblica opinione, probabilmente non saremmo neanche qui a discutere di queste cose.
E attenzione: questo lungi da me dallo sminuire la gravità dei fatti, eh!!
Tuttavia, anche questi sono dati di fatto che vanno citati e considerati.

E ti aggiungo un'altra cosa: sono tuttora in contatto con alcune guide turche con le quali ho avuto il piacere di stringere una simpatica amicizia (uno di esse, a fine mese verrà a Roma a per lavoro e sarà mio gradito ospite). E mi è stato confermato che la situazione ad Istanbul non è meno tranquilla del solito. Tutt'altro. Però, testuali parole sue che copio e incollo dal whatsapp, "non hai idea del danno che ci hanno creato. Purtroppo la conseguenza sarà che quest'anno il turismo andrà in crisi e quelli che lavorano nel settore, almeno per un anno se ne staranno a casa...".
Che poi, mi ha anche raccontato un altro dettaglio non da poco in merito all'accaduto. Che spiega il perché, nonostante tutto ci sono stati "solo" una decina di morti nell'ultimo attentato a Sultanhamet. E mi fa capire ulteriormente quanto queste guide tengano ai turisti (in fin dei conti danno loro da vivere...) e quanto siano accorte e preparate a tutto. E riescano, col loro comportamento e le loro intuizioni, a salvare diverse vite umane, all'occorrenza.

Un caro saluto anche a te, Manlio. :)
 
Ultima modifica:
Sono d'accordo con te. Non ritengo Istanbul più pericolosa di Parigi o di Londra, dove peraltro abita uno dei miei figli.
Grazie Maluc. E aggiungiamoci anche Roma, Milano o Torino, tra le città più a rischio oggi come oggi, va'!! ;)
E persino Assisi... :( Ci sono stato solo qualche mese fa con la mia famiglia e, a causa della minaccia terroristica, in quanto considerato obiettivo sensibile, la Basilica di San Francesco è infatti presidiata da un numero impressionante di Carabinieri, baschi verdi della Guardia di Finanza e militari con tanto di mitra spianati...
E scusate se è poco!! :(

Qui non sono in discussione le scelte dei singoli, nessuno giudica inopportuna la volontà dell'utente X o Y di andare a Istanbul o a Parigi, o viceversa.
Si fa un discorso su larga scala relativo alla posizione delle compagnie, che devono valutare il rischio, reale o percepito, e non possono valutare se non in base a criteri di sicurezza ed economicità.
Che nessun paese al mondo, anche al di là del terrorismo e dell'Isis, sia un posto che garantisce la sicurezza al cento per cento, è qualcosa su cui mi pare che conveniamo tutti. Poco prima degli attentati di Parigi stavo valutando una crociera con la MSC Splendida a settembre, che tocca Bruxelles, Amburgo, Amsterdam, Le Havre e Southampton: beh, poi ho accantonato il pensiero. Due mesi fa ero a Barcellona, onestamente mi sono divertita, ma mi guardavo intorno, specie in metropolitana o nelle piazze principali, con un pò più di apprensione di prima. Quindi non è un problema che riguarda solo i viaggi in Nord Africa, o Turchia, o paesi musulmani...purtroppo al momento le cose sono così. Smettere di viaggiare no, farlo con più precauzioni di prima sì. Poi quello che è destinato sia. Le compagnie non possono prevedere gli attentati, ciononostante a marzo scorso Costa (e in misura minore MSC, forse perchè non ha avuto vittime italiane a Tunisi) è stata letteralmente massacrata sul web per non aver sospeso gli scali a Tunisi. Se l'attentato fosse successo a Copenhagen o Dubrovnik credo che a nessuno sarebbe venuto in mente di prendersela con la compagnia...siamo sinceri, ci sono mete da sempre meno tranquille di altre. Logico dunque che le compagnie inizino a fare marcia indietro, poi non possono mica cancellare tutti gli scali, solo quelli "sconsigliabili nel periodo".

Hermi, ti quoto anche le virgole!!! :)
 
Ultima modifica:
Non ho capito la tua posizione, elenamaria.
Qui non sono in discussione le scelte dei singoli, nessuno giudica inopportuna la volontà dell'utente X o Y di andare a Istanbul o a Parigi, o viceversa.
Si fa un discorso su larga scala relativo alla posizione delle compagnie, che devono valutare il rischio, reale o percepito, e non possono valutare se non in base a criteri di sicurezza ed economicità.
Che nessun paese al mondo, anche al di là del terrorismo e dell'Isis, sia un posto che garantisce la sicurezza al cento per cento, è qualcosa su cui mi pare che conveniamo tutti. Poco prima degli attentati di Parigi stavo valutando una crociera con la MSC Splendida a settembre, che tocca Bruxelles, Amburgo, Amsterdam, Le Havre e Southampton: beh, poi ho accantonato il pensiero. Due mesi fa ero a Barcellona, onestamente mi sono divertita, ma mi guardavo intorno, specie in metropolitana o nelle piazze principali, con un pò più di apprensione di prima. Quindi non è un problema che riguarda solo i viaggi in Nord Africa, o Turchia, o paesi musulmani...purtroppo al momento le cose sono così. Smettere di viaggiare no, farlo con più precauzioni di prima sì. Poi quello che è destinato sia. Le compagnie non possono prevedere gli attentati, ciononostante a marzo scorso Costa (e in misura minore MSC, forse perchè non ha avuto vittime italiane a Tunisi) è stata letteralmente massacrata sul web per non aver sospeso gli scali a Tunisi. Se l'attentato fosse successo a Copenhagen o Dubrovnik credo che a nessuno sarebbe venuto in mente di prendersela con la compagnia...siamo sinceri, ci sono mete da sempre meno tranquille di altre. Logico dunque che le compagnie inizino a fare marcia indietro, poi non possono mica cancellare tutti gli scali, solo quelli "sconsigliabili nel periodo".

Non esistono precauzioni...
 
Purtroppo no...però se succede qualcosa in posti dove già è avvenuto un fatto tragico, le compagnie vengono sbranate.
Comunque, io ho prenotato Fantasia a fine aprile...ci sarà Cannes tra gli scali (io faccio escursione a Montecarlo, ma vabbe'...), ossia Francia: per dire che non mi faccio fermare, poi si spera sempre che non tocchi a noi il caso disgraziato.
 
Non concordo con questo tuo ragionamento Vinniem. Spiego il perchè: per me Istanbul non è Parigi. Istanbul per tutto il 2015 è stata teatro di sparatorie, rapimenti, atti terroristici, attacchi suicida mancati etc. non paragonabili a nessuna realtà francese. Non c'è solo l'Isis, ci sono anche movimenti politici estremi di opposizione all'attuale governance che non le mandano di certo a dire...
La situazione turca è ben complessa....al di là della sua posizione geografica che è oggettivamente "sensibile"..e per me gli scali ad Istanbul andavano interrotti ben prima....
Non concordo poi con la tua critica sull'esposizione mediatica di questi accadimenti. Anzi, io la penso all'inverso. L'informazione dovrebbe sensibilizzare l'opinione pubblica non solo sui fatti di Parigi, non solo su Istanbul... ma anche su Pakistan, Burkina Faso, Yemen, Iraq, Kenya, Nigeria, Indonesia...e purtroppo...chi più ne ha più ne metta...perchè il fronte di questo "cancro" sembra infinito....
 
Ultima modifica:
non è che, per caso, ci facciamo guidare nelle nostre reazioni dall'allarmismo e dall'ansia che ci vengono trasmessi dai media??

Infatti, come giustamente hai sottolineato, non a caso ho parlato di 'percezione' prima ancora che di pericolo..

L'attentato di Ankara e quest'ultimo sono secondo me molto diversi, ma sono d'accordo sul fatto che il primo, non avendo coinvolto turisti, non abbia avuto un grande risalto mediatico o meglio, non abbia 'spaventato' nessuno..

Però si ritorna al punto cruciale..

Se tu fossi il megapresidente galattico di una compagnia navale, sapendo che la gente ha paura di andare ad Istanbul, ci scaleresti o no?

Il problema non è tanto se la città sia o no sicura, ma la percezione, appunto, che ne hanno i turisti.. quella si traduce nel numero di persone che prenoteranno o no la crociera..

Il vero interesse della compagnia è tutto li..

Se poi andiamo a discutere il perchè ci sentiamo di andare si a Parigi e no ad Istanbul (non vero nel mio caso) si entra in un altro ambito, che è interessantissimo, ma è un altro ambito appunto..

Un salutone!
Manlio
 
Naturalmente Max, non posso che condividere il tuo pensiero, che coincide esattamente con il mio, e che da tempo vado ripetendolo.

Parigi come Istanbul? Forse ci mancano elementi di valutazione a disposizione solo di pochi "fortunati". Addirittura Assisi sullo stesso piano!!!!

Si vede che in Italia, finora, abbiamo avuto gli stessi episodi che nell'ultimo anno han sconvolto la Turchia, con centinaia di morti per i numerosi attentati. Che viviamo in casa nostra delle stesse tensioni politiche di quel/quei paesi.

Poi, purtroppo, domani, potrebbe verificarsi anche da noi qualche grave attentato, come ci è stato "promesso", ma non venitemi a dire che la situazione è la stessa.

Avrete anche ragione, ma le navi non ci vanno, ed altre seguiranno la stessa decisione.
 
Seguo con molto interesse questa discussione.

Come già scritto più volte, la scelta delle compagnie di navigazione di cancellare uno scalo non è dettata solo dalla "precauzione", ma anche (o soprattutto?) dalla difficoltà di vendere itinerari con all'interno quello scalo. Purtroppo già da molto tempo la Turchia è una meta difficilmente vendibile e oggi è più difficile di ieri.

È una questione di paura e di errata percezione più che di problemi reali? A mio parere sì. Non trovo che Istanbul sia più pericolosa di Bruxelles, solo per fare un esempio.
Non è una città araba, per certi versi è molto più moderna di tante nostre città (vedi la funzionale metro di superficie, o la pulizia che mi ha piacevolmente stupito).
Vi convivono donne velate, manager in tailleur e ragazze punk (le ho viste io, in compagnia di ragazze velate, per giunta!)

Io ci andrei in questo momento?
La risposta è no, ma solamente perché oltre a decidere per me, devo decidere per un figlio minore. Ed in questo momento credo che non lo porterei in nessuna grande città. Mi piange il cuore dirlo, ma questo è quello che sento.
Vale anche per me: è solo questione di "percezione".
Ho appena acquistato un volo per la Sardegna per giugno: e se succedesse qualcosa all'aeroporto di Venezia o di Olbia?
Chi lo ha detto che gli aeroporti sono sicuri?

Vivo a Vicenza, dove c'è una grossa base militare americana. Proprio accanto al multisala in cui più o meno tutti andiamo a vedere un film, c'è un locale molto frequentato da soldati Usa. È sicuro quel luogo? Io dico di no.
 
Anche io mi trovo concorde al ragionamento di Max e Rodolfo e ritengo molto lontano dallo stato dei fatti quello fatto dal nostro amico Enzo [emoji6] ..
 
Già mettere sullo stesso livello Parigi e Istanbul mi pare azzardato....ma leggere di Assisi, mi sembra un film di fantascienza.
A meno che tu non abbia informazioni tali che ti facciano fare simili affermazioni con tanta sicurezza...sono perplessa.
 
Non concordo con questo tuo ragionamento Vinniem. Spiego il perchè: per me Istanbul non è Parigi. Istanbul per tutto il 2015 è stata teatro di sparatorie, rapimenti, atti terroristici, attacchi suicida mancati etc. non paragonabili a nessuna realtà francese. Non c'è solo l'Isis, ci sono anche movimenti politici estremi di opposizione all'attuale governance che non le mandano di certo a dire...
La situazione turca è ben complessa....al di là della sua posizione geografica che è oggettivamente "sensibile"..e per me gli scali ad Istanbul andavano interrotti ben prima....
Non concordo poi con la tua critica sull'esposizione mediatica di questi accadimenti. Anzi, io la penso all'inverso. L'informazione dovrebbe sensibilizzare l'opinione pubblica non solo sui fatti di Parigi, non solo su Istanbul... ma anche su Pakistan, Burkina Faso, Yemen, Iraq, Kenya, Nigeria, Indonesia...e purtroppo...chi più ne ha più ne metta...perchè il fronte di questo "cancro" sembra infinito....

Perdonami Felix, ma non concordo.
I movimenti politici di cui parli tutto sommato, sono di matrice esclusivamente interna e non hanno mai attaccato gli stranieri. Nè mai si sognerebbero di farlo, ben sapendo che il turismo è una quota importante dell'economia turca. Per cui permettimi di dire che in questo caso l'ISIS c'entra eccome! Anzi diciamo pure che c'entrano solo loro sostanzialmente con gli attacchi nei confronti degli stranieri...

Per quanto riguarda l'esposizione mediatica, pur concordando in linea di massima con la tua analisi (è giusto e doveroso informare la gente, ci mancherebbe), purtroppo di converso dovrei risponderti che in certi casi allarmare l'opinione pubblica può essere pericoloso e controproducente. E ti faccio subito un esempio al volo... come reagiresti se ti dicessi che anche in Italia c'è stato più di qualche tentativo di realizzare un attentato terroristico, in particolare magari proprio a Roma, ma che fortunatamente è stato sventato in tempo?... E come reagirebbe l'opinione pubblica se la cosa venisse ufficializzata e portata a conoscenza di tutti??
Ecco, diciamo che in certi casi la cura potrebbe addirittura essere peggiore del male.

Attenzione... è ovvio che il mio è solo un esempio stupido. Ma... se cosi fosse e noi non ne sapessimo nulla??
Personalmente io preferisco non sapere troppe di queste cose in modo da continuare ad uscire tranquillamente per strada. Altrimenti so già che mi tapperei in casa dalla mattina alla sera...

Ad ogni buon conto rispetto comunque la tua opinione, ci mancherebbe altro.
 
Ultima modifica:
Ciao Oriana, in che senso Istanbul non è una città Araba?
Concordo che ad Istanbul, visto che per tradizione lo stato turco è uno stato islamico "laico" rispetto ad altri stati islamici, convivano tutte le diverse identità che tu hai citato. E' uno degli aspetti più affascinanti della città a mio parere.
Ed è certamente una città moderna. Però questo c'entra relativamente a mio parere con il discorso sulla sicurezza.
La Turchia, oltre ad essere terra di confine sensibile, da parecchi mesi è l'epicentro di numerosi tensioni, sia per cause "esterne" (vedi Isis) che interne. C'è il PKK curdo. Ci sono i movimenti estremisti anti-Erdogan.
Nel solo 2015, e nella sola Istanbul, e ben prima dei recenti fatti, ci sono state bombe al commissariato di polizia, un attacco al consolato Usa, attentati suicida sventati all'ultimo o andati a segno parzialmente....
Io tutto questo a Bruxelles non l'ho visto...
 
Ciao Max.
Lo dici tu stesso, la Turchia è uno stato laico, almeno ufficialmente. E Istanbul è multietnica da millenni. Di certo mi sono sentita più "a casa" a Istanbul rispetto a Tunisi o Il Cairo. Ma anche rispetto a certi quartieri di Parigi.

Sto sempre parlando di sensazioni "a pelle" vissute in prima persona, non conosco numeri e statistiche.
E questo c'entra poco con la sicurezza, hai ragione. Sono io che percepisco Istanbul diversamente dalle altre città arabe e mediorientali.

Per quanto riguarda il Pkk, ci sta da 30 anni (forse più) e non mi risulta che abbia impedito al turismo turco di svilupparsi. Fatta eccezione per la parte orientale del Paese, quella a maggioranza curda.

È vero che Istanbul è stata teatro di molte proteste, disordini e anche attentati negli ultimi mesi (anzi anni), ma nulla di tutto ciò era finalizzato a colpire i turisti.

Che c'entra Bruxelles? Io ricordo una città (solo per averla vista in tv, per carità) con il mercatino di Natale tristemente chiuso e i festeggiamenti di Capodanno in piazza soppressi. Ricordo male?
E si trattava di un esempio per ribadire che nessuna grande città è percepita come sicura, oggi.
 
Perdonami Felix, ma non concordo.
i movimenti politici di cui parli tutto sommato non hanno mai attaccato agli stranieri. Nè mai si sognerebbero di farlo ben sapendo che il turismo è una cosa importante dell'economia turca. Per cui permettimi di dire che in questo caso l'ISIS c'entra eccome! anzi diciamo pure che c'entrano solo loro sostanzialmente con gli attacchi nei confronti degli stranieri...

per quanto riguarda l'esposizione mediatica, pur concordando linea di massima con la tua analisi (è giusto e doveroso informare la gente), purtroppo di converso dovrei risponderti che in certi casi allarmare l'opinione pubblica essere pericoloso è controproducente. E ti faccio subito un esempio al volo... come reagiresti se ti dicessi che anche in Italia c'è stato qualche tentativo di realizzare un attentato terroristico In specie a Roma ma che fortunatamente è stato sventato in tempo?... e come reagirebbe l'opinione pubblica se la cosa venisse ufficializzata e portata a conoscenza di tutti?? Ecco, diciamo che in certi casi la cura potrebbe addirittura essere peggiore del male.

Ad ogni buon conto rispetto comunque la tua opinione, ci mancherebbe altro.

Vinniem, ci mancherebbe altro, anche io rispetto la tua, si fanno dei ragionamenti insieme, e mi pare che li stiamo facendo in maniera assolutamente civile e costruttiva.

Tornando a noi, lo scopo dei movimenti che ho citato, è vero, non è quello di attaccare gli stranieri. Ma quando metti una bomba alla stazione di polizia, non sai chi colpirai. Idem per altri attentati terroristici. Idem per le decine di manifestazioni che si sono tenute ad Istanbul e che sono sfociate o potevano sfociare in atti violenti. Idem per la sparatoria al consolato Usa. Tutto nel solo 2015.
Non ho detto che l'Isis non c'entra, anzi. Ho detto che oltre all'Isis, in Turchia e ad Istanbul ci sono altri pericoli "terroristici" non riconducibili all'Isis. E' un'aggravante.

Sul sensibilizzare l'opinione pubblica, non mi riferisco a ciò che è stato sventato (in questo posso concordare con te), ma a ciò che è accaduto. Mi riferisco al tuo condivisibile ragionamento sui fatti di Ankara e la loro diversa esposizione mediatica rispetto a quelli di Istanbul. Mi riferivo ai recenti fatti in Indonesia, che i media si sono già dimenticati.
Ecco, io sarei per sensibilizzare l'opinione pubblica su tutto questo, non solo su Istanbul. E qualche scalo mancato, per questioni di sicurezza e commerciali, è un prezzo da pagare che ritengo sopportabile e che non metterei mai sullo stesso piatto della bilancia.

A volte sembra che la cancellazione di queste tappe equivalga alla chiusura delle frontiere di quel paese.
Mi ricollego al discorso di Manlio ed anche ad un mio precedente post. In Turchia ci si può andare. Lo si può fare individualmente, io stesso non escludo di farlo, ma come mia scelta personale, secondo una mia valutazione del rischio soggettiva e senza portarmi dietro qualche altro migliaio di persone.

Sottoscrivo in toto invece un altro passaggio del tuo ragionamento: a rimetterci veramente in questa triste situazione, sono i turchi che vivono di turismo. Sono le guide che campano con le mance. Sono le piccole botteghe dei bazar. Il dispiacere di noi crocieristi per la soppressione dello scalo è comprensibile, ma direi assolutamente secondaria rispetto a tutto questo. E oserei dire che è un dispiacere più che sopportabile. Come tanti di noi hanno dimostrato anche recentemente su crociere come quelle, per fare un nome, di Deliziosa che ha giustamente cancellato l'overnight previsto (il vero cuore di quella crociera) ad Istanbul proponendo un buon itinerario alternativo che è stato apprezzato, e senza scatenare le proteste di nessuno...perlomeno qui nel forum (che io sappia).
 
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Naturalmente Max, non posso che condividere il tuo pensiero, che coincide esattamente con il mio, e che da tempo vado ripetendolo.

Parigi come Istanbul? Forse ci mancano elementi di valutazione a disposizione solo di pochi "fortunati". Addirittura Assisi sullo stesso piano!!!!

Si vede che in Italia, finora, abbiamo avuto gli stessi episodi che nell'ultimo anno han sconvolto la Turchia, con centinaia di morti per i numerosi attentati. Che viviamo in casa nostra delle stesse tensioni politiche di quel/quei paesi.

Poi, purtroppo, domani, potrebbe verificarsi anche da noi qualche grave attentato, come ci è stato "promesso", ma non venitemi a dire che la situazione è la stessa.

Avrete anche ragione, ma le navi non ci vanno, ed altre seguiranno la stessa decisione.

No, aspetta Rodolfo. Assisi sullo stesso piano, proprio no. Mai detto questo.
Ho detto, e lo ribadisco, che sono stato un weekend da quelle parti con la famiglia e nel visitare la Basilica di San Francesco ho notato all'esterno uno schieramento impressionante di esercito e forze dell'ordine (ho contato due jeep dell'esercito, una pattuglia della Guardia di Finanza automontata ed una dei Carabinieri). Per cui ho avvicinato uno dei militari e gli chiesto i motivi. E la risposta è stata che la Basilica viene tenuta precauzionalmente sotto vigilanza perché considerato un obiettivo sensibile del terrorismo.
Non mi chiedere il perché però.
Io sono rimasto basito almeno quanto te. Ma tant'è: allo stato attuale non mi meraviglio più di niente.
In ogni caso, se vuoi una conferma a quanto ti dico, ecco qua: http://www.picchionews.it/alfano-loreto-obiettivo-sensibile-dei-terroristi/

Per il resto, chissà? Sarà anche come dici, ma i precedenti (quanto meno quelli ufficiali diramati dai media), non è che possano contribuire a farci dormire sonni tranquilli: http://www.lettera43.it/cronaca/terrorismo-la-lista-degli-obiettivi-sensibili-in-italia_43675153553.htm
Poi, come ha già scritto qualcuno, è tutta questione di "percezione" soggettiva, forse.
 
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Anche io mi trovo concorde al ragionamento di Max e Rodolfo e ritengo molto lontano dallo stato dei fatti quello fatto dal nostro amico Enzo [emoji6] ..

Differenti punti di vista, caro Gianni!! ;) Ben trovato... (il mio "avatar" mi ha fregato!! Ah ah ah ah ah!!)
Ma ritornando al dunque, in linea di massima forse cerco solo di sforzarmi di illudermi e di persistere in un ostinato ottimismo. Nonostante tutto. Non può essere sempre peggio!!
E ti dirò: sono rimasto in contatto con una guida di Istanbul col quale abbiamo allacciato una simpatica amicizia. E mi diceva che la situazione dell'ordine pubblico non è affatto così "nera" come viene descritta dai media (e in questo sono d'accordo con il post di Oriana, i cui contenuti sottoscrivo in pieno). Ma quella che ha avuto un calo verticale è invece stata l'economia cittadina. E, ove prima Istanbul era una città in cui si vedevano migliaia di turisti girare per le strade, spendendo e spandendo allegramente, attualmente invece si è trasformata in una "città fantasma" in cui al centro di Sultanhamet si vedono solo sparuti gruppetti di persone che si muovono con circospezione senza neanche godersi appieno le bellezze turistiche locali.
Certo, i "cani sciolti" ci sono ovunque, e l'ultimo attentato, a dire del mio amico, è stato opera proprio di uno di questi elementi. Che, come già accennato, ha danneggiato seriamente l'economia locale. Che notoriamente si basa anche e soprattutto sul turismo.
Ma a parte questo, continuo a pensare che questi due pesi e due misure non li condivido.
Cavoli, eppure la Turchia doveva/dovrebbe entrare a fare parte dell'Europa!! E' tutto troppo strano.

Ma vabbé, ribadisco: sono mie opinioni personali che lasciano il tempo che trovano.
 
Ultima modifica:
Io credo che un confronto Parigi/Istanbul lascia il tempo che trova..
In meno di due anni Parigi ha vissuto almeno tre momenti bruttissimi, e purtroppo in molti li hanno pagati con la vita.
Anche Istanbul ha vissuto dei momenti difficili, ma la sensazione era che la violenza fosse 'solo' un fenomeno interno e non riguardasse i turisti, ma la violenza c'era.. la Turchia sta vivendo un momento delicatissimo della sua storia, non dimentichiamolo..

Ha senso ora 'decidere' quale luogo sia più o meno pericoloso?

Alla fin fine parliamo di impressioni, nulla di più..

Ma come dice Max, riprendendo un mio passaggio, nessuno in realtà ci vieta di andare in nessuno dei luoghi a rischio, mentre credo sia logico che le compagnie armatrici si muovano su criteri diversi dai nostri.. tutto li..

Un saluto
Manlio
 
No Oriana, ho citato Bruxelles perchè l'hai usata anche tu come esempio nel tuo post, tutto quà :D

No no, non sono stata chiara: "che c'entra Bruxelles?" non era rivolto a te, ma a me stessa!
Voleva essere una spiegazione: mi è venuta in mente Bruxelles perché l'ho vista e rivista buia e vuota durante le Feste natalizie.
Ciò non significa che Bruxelles sia meno sicura di Istanbul. E' la prima città europea che mi è venuta in mente :)
 
Differenti punti di vista, caro Gianni!! ;) Ben trovato... (il mio "avatar" mi ha fregato!! Ah ah ah ah ah!!)
Ma ritornando al dunque, in linea di massima forse cerco solo di sforzarmi di illudermi e di persistere in un ostinato ottimismo. Non può essere sempre peggio!! Sono rimasto in contatto con una guida di istanbul col quale abbiamo allacciato una simpatica amicizia. E mi diceva che la situazione non è affatto così "nera" come viene descritta. Certo, i "cani sciolti" ci sono ovunque, e l'ultimo attentato, a suo dire è stato opera proprio di uno di questi elementi. Che ha danneggiato seriamente l'economia locale. Che si basa anche e soprattutto sul turismo.
Ma a parte questo, continuo a pensare che questi due pesi e due misure non li condivido.
Cavoli, eppure la Turchia doveva/dovrebbe entrare a fare parte dell'Europa!! E' tutto troppo strano...

Ma vabbé, ribadisco: opinioni personali che lasciano il tempo che trovano.

L'entrata della Turchia nella UE era decisamente prematura....e perfortuna l'idea e' stata per ora accantonata (spero lo resti).
Non solo la cultura e la storia sono totalmente inconciliabili con il resto d'Europa...ma l'attuale governo turco ha caratteristiche non compatibili con il diritto dell'Unione...
Resta un paese bellissimo da visitare...
 
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