" Amor, ch'al cor gentil ratto d' apprende,
prese costui de la bella persona che mi
fu tolta; e 'l modo ancora m'offende."
A parlare a Dante è Francesca....ma chi era?
Francesca era una nobile fanciulla che fu la protagonista...non di una favola, ma di una tragedia.
Francesca da Polenta il suo nome ed era figlia di Guido Minore, Signore di Ravenna e Cervia, e lì viveva tranquilla e serena la sua fanciullezza, in attesa che il padre le trovasse uno sposo degno di lei e che la rendesse felice.
Siamo nel 1275, e Guido da Polenta decise di dare la mano di sua figlia a Giovanni Malatesta detto Giangiotto.
Venne combinato così questo matrimonio senza che la giovine potesse vedere il suo sposo; per evitare un possibile rifiuto da parte de lei, i potenti Signori di Rimini e Ravenna tramarono l'inganno, mandando a Ravenna Paolo, il bello....fratello di Giangiotto.
Francesca lo vide con il concorso di una sua damigella.....
" ...fu una damigella di là entro, dimostrato
da un pertugio d'una finestra a madonna Francesca, dicendole ...
...madonna, quegli è colui che deve esser vostro marito....
E così si credea la buona femmina, di che madonna Francesca incontamente in lui pose l'anima e il cor..."
Francesca accettò con gioia ed il giorno delle nozze, senza dubbio alcuno, pronunciò il sì....convinta , senza sapere che Paolo la sposava artificiosamente, per procura a nome di Giangiotto.
La sua disperazione fu tanta, ma visse ugualmente la sua vita accanto al marito.
Paolo il cognato, che aveva dei possedimenti vicini a Gradara, spesso l'andava a trovare al Castello....e forse si rammaricava di essersi prestato all'inganno.
" ...la bocca mi baciò tutto tremante,
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante..."
L'epilogo della storia....
Un giorno, Paolo passò per una delle sue solite visite....ma qualcuno si accorse di questi incontri ed avvisa Giangiotto.
Quest'ultimo che come ogni mattina aveva l'abitudine di recarsi nelle sue terre, fece finta di partire ma rientrò da un passaggio segreto e li sorprese.... mentre leggevano estasiati la storia di Lancillotto e Ginevra....e Paolo si protende verso di lei con un casto bacio.
Fu a questo punto che Giangiotto accecato dalla gelosia, irrompe ed estrasse la spada per trafiggerli....
Questa è la storia raccontata con le parole scritte da Dante e il quadro che vedete è un'illustrazione pittorica del racconto....che non è fiaba, non è racconto...ma è storia vera....e questa è la camera, la camera dove Paolo si incontrava con la sua Francesca....
....la storia continua...
Giangiotto aprì la porta e lo sorprese, Paolo cercò di fuggire attraverso una botola che si trovava accanto alla porta......
....poco più avanti rispetto alla posizione di quest'abito.Ma il destino pensò diversamente : il vestito gli si impigliò in un chiodo, e quindi ritornò indietro e mentre Giangiotto si preparava a trapassarlo con la spada, Francesca gli si para innanzi per salvarlo.
Si compie così la fine di questi sfortunati amanti.....
È questa l'ultima camera la più grande di quest'ala di palazzo, la più bella, la più suggestiva forse perché legata ad una storia.....
A questo punto si conclude la visita della parte nobile del castello con i suoi saloni ancora intrisi della presenza di chi li ha abitati. Hanno un fascino tutto straordinario che non mi stanco di ritrovare in ogni luogo che visito.
Usciamo sul porticato che corre sopra la loggia del cortile sottostante, il sole è forte, la luce è accecante.....il castello ci appare in tutto il suo splendore...e credetemi i particolari che si colgono sono tantissimi....qualche scatto...
...non è possibile percorrerlo per intero, alcune zone sono interdette...
...lasciamo passare un gruppo abbastanza nutrito di persone, poi scendiamo da quella che sicuramente era la scala d'onore per visitare il cortile ed una cappella all'interno del castello.
Il piano terra consiste in poche sale aperte, alcune porte sono chiuse ma sicuramente qualcuna di esse porterà nei sotterranei più misteriosi del castello.
Scendiamo dunque gli ultimi scalini dello scalone d' onore...
...ci ritroviamo nel cortile e possiamo ammirarlo in tutta la sua bellezza prima di accedere alla cappella.
La cappella.
Posta a piano terra è collegata tramite due aperture ad un vano che fungeva da anticamera. Non è molto grande e non presenta nessuna apertura finestrata verso l'esterno. Piuttosto buia e le foto rendono poco.
Parte di essa è transennata per " lavori in corso"....
...due restauratrici stanno mettendo mano alla parete ricostruendo le antiche geometrie sbiadite dal tempo. Curioso ed interessante il loro lavoro. Con delle spatoline preparano il colore utilizzando pigmenti in polvere miscelandoli per ottenere la sfumatura ideale e sicuramente unita con un aggrappante per poterla stabilizzare , in modo poi di dipingere con pennelli molto piccoli, le mancanze sulla parete affrescata. Un lavoro di pazienza ma che non manco di osservare, e di grande competenza....non è facile di sicuro e di grande responsabilità. Spesso e volentieri mi capita , anche per lavoro, di assistere a queste meravigliose ricostruzioni e il risultato è veramente un qualcosa di estremamente soddisfacente, il ridar vita senza alterarne i caratteri a capolavori è di sicuro fonte di soddisfazione e pura emozione.
La cappella è interamente decorata in ogni sua parte con pitture murali ed un'iscrizione sulla volta che ne attesta il suo restauro nel 1921. Segno che la parte decorata esisteva ancora prima di questa data.
Nella sala è presente un altare molto particolare, si tratta di un antico sarcofago in pietra e al di sopra di esso, una lunetta di fondo che rappresenta la stessa Rocca di Gradara. Un 'aggiunta tardo neo-gotica.
Nella parete di sinistra è presente un tabernacolo molto antico in pietra ( la prima immagine di apertura della cappella) ed un' acquasantiera...
Un' importante terracotta invetriata è posta sopra l'altare. È un'opera pregevole di Andrea Della Robbia, maestro di quest'arte, in cui è rappresentata la Madonna con il Bambino attorniata dai Santi Ludovico di Tolosa, Caterina d' Alessandria, Maria Maddalena e Girolamo. Mentre nella predella è raffigurato un San Francesco che riceve le stigmate, l'Annunciazione e Santa Maria del deserto.
Questa Pala d'altare fu eseguita verso il 1480, appositamente per la cappella che è di un ventennio anteriore. In un primo tempo l'opera venne attribuita erroneamente a Luca Della Robbia. Attorno alla Pala, corre un cornicione decorato con fogliame color bianco che si staglia perfettamente in contrasto sul fondo turchino. Non mancano accenni dorati, nelle aureole e in particolari decorativi di piccoli gigli dorati, anch'essi cotti a fuoco.
Lasciamo quest' ambiente invitati dagli addetti che ne regolano il flusso, ad altre persone... è veramente minuscola e si entra poco alla volta.
Ci attende la luce luminosa del mezzogiorno inoltrato, che ci rammenta che siamo ancora a stomaco vuoto....
Entriamo nel grande salone posto accanto al Mastio, un ambiente ora con un piccolo museo di armi, ma che anticamente era l' armeria del castello.
Qui sostavano prima e dopo i cavalieri di ritorno dalle guerre....un camino molto grande, il più grande visto all'interno degli ambienti, veniva utilizzato per scaldarsi ed anche per cucinare. Un grande tavolaccio di legno ospitava i commensali....
... l'ultimo sguardo all'interno di questo piccolo gioiello di dimora...
...cercando di imprimermi bene nella mente ogni particolare e poi via! Per un percorso non meno entusiasmante...
Il percorso di ronda.
Ed è da quassù che si respira il luogo!!
Completamente affacciato sulla vallata sottostante....vento e sole completano la bellezza del luogo. Angoli appartati, giardini segreti sottostanti a noi che siamo affacciati a questo mondo e per un attimo trasportati nelle spirali del tempo, a viverlo soprattutto emozionandoci.
Usciamo dallo spazio segreto, nascosto ed intimo di ciò che poteva forse essere l'angolo privato di Francesca dove amava passeggiare nel verde e nella solitudine dei suoi pensieri.....
Altri angoli particolari ci vengono svelati dal proprietario del ristorante in cui ci siamo fermati dopo la visita a pranzo. Un ristorante grazioso posto proprio sotto le mura del castello, in uno spazio all'aperto con vista sulle mura alte delle torri.
Su suo consiglio usciamo da un'apertura posta a lato delle mura....
Lo spettacolo è questo: un affaccio sulla vallata e da qui comincia ciò che è la
Via degli innamorati....dedicata a Paolo e Francesca.
Una lunga passeggiata che corre tutta sul lato esterno della Rocca , che l'abbraccia tutta. Una frescura in questo pomeriggio assolato, che percorriamo con calma riposandoci sulle panchine con uno sguardo all'insu'....
...tra il folto della vegetazione si intravvedono le merlature del castello...
...sino a percorrerla tutta all'esterno delle mura, ed è qui che ci rendiamo conto dell'imponenza di tutto il complesso...
Con quest'ultimo scatto vi lascio , la visita per noi è terminata ed anche questo breve e spero, piacevole viaggio in vostra compagnia.
Sicuramente ci rimarrà impresso nel cuore questo luogo che ci ripromettiamo di incrociare tra non molto; il territorio ha parecchio da raccontare...la vicina Urbino con i Montefeltro, San Marino altra bellissima rocca, e tanto , tanto altro ancora.