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Castelli e piccoli borghi, il fascino dell'Italia nascosta.

Belle le foto, complimenti,ma sei sempre in giro.[smilie=fotografo_0:[smilie=fotografo_0:[/QUOTE]
:D:D:D
Tiziano, non sono sempre in giro...magari.
Questo è parte del mio " scorrazzare " durante le vacanze estive, quando bandisco le crociere dai miei programmi...(troppo caos a bordo) e mi dedico a quei giri che mi piacciono tanto e che mi danno soddisfazione.
Questo è un 3d, aperto molti anni fa finalizzato allo scopo di raccogliere quanto di bello c'è.

Sarà l'ultimo viaggio che racconterò....

Castello spettacolare!!!


Ciao, si... è proprio così.

Grazie, Oriana!

Ci sono stata moltissssimi anni fa, quando usavamo utilizzare le vacanze per abbinare mare alternato a montagna e visite nei dintorni.

Quell’anno siamo stati a Fano, credo più di 35 anni fa.
Nella mia memoria il ricordo di quella visita è quasi completamente sbiadito e vedere oggi il Castello non è solo ricordare ma conoscerlo nuovamente.
Bene! Puoi intervenire se vuoi.
In realtà , lo avevo scritto molto tempo fa all'inizio del 3d, anche se poi mi son ritrovata solo io.... questo spazio è aperto a tutti coloro che hanno voglia di aggiungere un tassello. A volte si scoprono cose nuove attraverso i racconti degli amici.
 
"......................................................
Sarà l'ultimo viaggio che racconterò....
.........................................................
Bene! Puoi intervenire se vuoi.
In realtà , lo avevo scritto molto tempo fa all'inizio del 3d, anche se poi mi son ritrovata solo io.... questo spazio è aperto a tutti coloro che hanno voglia di aggiungere un tassello. A volte si scoprono cose nuove attraverso i racconti degli amici."[/QUOTE]



@Oriana , spero non sia l’ultimo viaggio che racconterai …

Non molti sanno valorizzare come te queste belle realtà che abbiamo dietro l’angolo ma le apprezziamo di più attraverso le tue foto e descrizioni così accurate.

In questa occasione ho “ripescato” nella memoria un’esperienza passata, ... pensa, …. mi hai fatto viaggiare addirittura nel tempo ….
La fase di esplorazione in autonomia del territorio a noi circostante per mio marito e per me è diventata ora più occasionale.
Ora preferiamo essere “trasportati” con maggiori comodità.
Lo terrò comunque presente e volentieri all’occasione, aggiungerò un altro “tassello”.
 
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Il Castello.










La sua storia....

Posto sulla rocca che domina e scruta il mare Adriatico, parte da molto lontano.
Il suo nome , Gradara, deriva dalle parole latine " grata aurea" = gradita aria, per la salubrità dell'aria che si respira da quassù.
La sua storia parte da molto lontano nel 1150 quando venne costruito il nucleo originario del castello per volontà dei fratelli Piero e Rodolfo de Grillo, a cui spettò il merito di rendere il borgo di Gradara, indipendente dall'amministrazione pesarese e di costruire il grande Mastio, che domina tutta la vallata.

Sul finire del XII secolo, la fortezza costruita sotto i più tipici tratti di architettura medievale, passò di mano diventando dimora Malatestiana. Potente famiglia originaria di Rimini e padrona di molte terre nella zona collinare a ridosso del mare. Sotto il dominio dei Malatesta la struttura subì importanti lavori di fortificazione; furono create gli oltre 800 metri di mura di fortificazione, cinte murarie dotate di 17 torri merlate, riadattandola così alle nuove esigenze difensive.


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Il dominio dei Malatesta sul castello si concluse definitivamente nel 1463, allorché Sigismondo Pandolfo Malatesta, dopo un lungo assedio, dovette lasciare la proprietà allo storico nemico, vincitore della disputa : Federico da Montefeltro.



".....e se credeste
che esiste un mondo magico...

dove tutto è possibile....

magia e mistero...amore e bellezza...
luoghi fuori dal tempo....

E se credi in un mondo magico....
tutto ciò che devi fare ....

è entrare...."



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....Mi ritrovo così ad attraversare metro dopo metro, quel percorso che mi permette di varcare le soglie del tempo...
Un ponte che congiunge la parte vivace del borgo , diviene il mezzo che mi permette di raggiungere il cuore di questo castello....


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...la sua piccola corte a loggiato su tre lati, mentre sul quarto, il Torrione...


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Abbiamo modo di vedere bene questo luogo in attesa di entrare. Pare che oggi ci sia il mondo qui. L'afflusso è regolamentato dal personale di sorveglianza che lo regola in piccoli gruppi di sei persone alla volta.

Vediamo una scritta....


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A questo punto continuo con la storia....

Eravamo rimasti .....ai Malatesta che dopo un assedio al castello, dovette lasciare definitivamente la dimora a Federico da Montefeltro.
Da quel momento in poi la magione cambiò molti proprietari, passando dagli Sforza, che lo avevano avuto in modo benevolo dal Papa Pio II, ai Della Rovere , senza dimenticare i Borgia, in particolare Lucrezia. Vi soggiornò tre anni rapita dal panorama che declinava dolcemente verso il mare. Infine anche dalla famiglia dei Medici.

Dal 1631 il castello di Gradara con tutto il suo territorio del Ducato di Pesaro e Urbino , passò sotto lo Stato Pontificio...fino al 1920, quando l'ingegnere Umberto Zavettoni, ereditato un cospicuo patrimonio famigliare, coronò il sogno di una vita...quello di acquistare il Castello.

Rocca e maniero erano in condizioni disastrose, profondamente in rovina causati da razzie e da un rovinoso terremoto che lo distrusse. Ci volle una cospicua somma di denaro per riportare rocca e l'intero borgo per riportarlo agli antichi splendori....ed è grazie a lui che è possibile oggi averlo integro e bello.

La famiglia Zavettoni rimase proprietaria del castello fino al 1863, come da lascito testamentario dell'ultima erede e non essendoci altri eredi lascia il Castello come tutto il borgo allo Stato italiano.....ora è un museo, il più visitato di tutte le Marche.


La targa è a testimonianza dell'opera di questo " sognatore " che da bambino sognava di possedere un castello....





....... continua.....
 
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È il nostro turno.....
Entreremo proprio alla base del Torrione....


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...scale dall'aspetto austero in un ambiente altrettanto, ci trasportano con la mente nel passato. A piano terra scendendo qualche gradino i locali dei prigionieri, non una finestra; angusti e tetri incutono ancora quel senso angoscioso di terrore. Le scale, parecchi scalini ci portano nel cosiddetto piano nobile.

Due parole su questa costruzione...

Questa torre per ragioni militari venne costruita sulla sommità del colle, da qui i soldati avevano il dominio sull'intera vallata. Questa torre è caratterizzata da una base costruita con materiali di ripiego provenienti da costruzioni in disuso vicine.
Era una struttura militare autosufficiente, al suo interno ancora oggi ( ma non l'abbiamo vista) è presente una cisterna per l'approvigionamento di acqua, in caso di assedio.

La sommità era raggiungibile tramite quelle scale in legno, che in caso di attacco con facilità venivano rimosse.

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Anche in questa prima sala, una specie di vestibolo, che ci accoglie una scala ( interdetta al passaggio) ci fa intuire che è quella che porta in cima alla torre....


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Proseguiamo in quella che sarà un'infinita sequenza di sale in cui si respira l'anima di chi ci ha vissuto....


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I primi saloni, un po' bui e l'orientamento con il sole che filtra prepotente dalle finestre, non permette di fotografare al meglio. Dall'altro lato della sala, invece un sguardo fuori ci fa comprendere l' affaccio sul cortile interno...



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Ambienti più piccoli, intimi, si susseguono....


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...affacciati al portico...



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È un crescendo di stupore ed ammirazione per questo immenso patrimonio...



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Un luogo particolare : questo è lo studiolo di Lucrezia Borgia....me la immagino affacciata a queste finestre ad ammirare la vallata...



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È posto in un piccolo vano, intuiamo la posizione, siamo in una torre angolare, ci si affaccia solamente dalla porta ed a lato un passaggio ci porterà su un altro lato del castello...



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Dove troviamo le camere.


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Pregiatissimi sono gli arredi castellani,tra cui i letti a baldacchino che permettevano una volta chiusi dai pesanti drappeggi, un minimo di riservatezza , decisamente minacciata dalla conformazione delle stanze. Non vi erano corridoi e le stanze a fuga che caratterizzavano i castelli ed i palazzi di allora, erano sale in successione in cui da una sala all'altra si accedeva senza l'ausilio di corridoi...che non esistevano. Tutto ciò tipico del periodo. Solo successivamente nel 700, si ebbe l'introduzione dei corridoi, come elemento architettonico che ha rivoluzionato non di poco il modo di fruire delle stanze stesse.

Degne veramente di nota ed accuratezza dei particolari queste stanze...


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Degne di nota sono la Sala dei putti ( nella foto quella con molte decorazioni alle pareti) e la Sala con la Pala di Giovanni Santi.....



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Padre del più celeberrimo figlio...noto come Raffaello Sanzio.









.... continua....
 
Ultima modifica:
" Amor, ch'al cor gentil ratto d' apprende,
prese costui de la bella persona che mi
fu tolta; e 'l modo ancora m'offende."


A parlare a Dante è Francesca....ma chi era?

Francesca era una nobile fanciulla che fu la protagonista...non di una favola, ma di una tragedia.

Francesca da Polenta il suo nome ed era figlia di Guido Minore, Signore di Ravenna e Cervia, e lì viveva tranquilla e serena la sua fanciullezza, in attesa che il padre le trovasse uno sposo degno di lei e che la rendesse felice.
Siamo nel 1275, e Guido da Polenta decise di dare la mano di sua figlia a Giovanni Malatesta detto Giangiotto.
Venne combinato così questo matrimonio senza che la giovine potesse vedere il suo sposo; per evitare un possibile rifiuto da parte de lei, i potenti Signori di Rimini e Ravenna tramarono l'inganno, mandando a Ravenna Paolo, il bello....fratello di Giangiotto.



Francesca lo vide con il concorso di una sua damigella.....

" ...fu una damigella di là entro, dimostrato
da un pertugio d'una finestra a madonna Francesca, dicendole ...


...madonna, quegli è colui che deve esser vostro marito....

E così si credea la buona femmina, di che madonna Francesca incontamente in lui pose l'anima e il cor..."


Francesca accettò con gioia ed il giorno delle nozze, senza dubbio alcuno, pronunciò il sì....convinta , senza sapere che Paolo la sposava artificiosamente, per procura a nome di Giangiotto.

La sua disperazione fu tanta, ma visse ugualmente la sua vita accanto al marito.
Paolo il cognato, che aveva dei possedimenti vicini a Gradara, spesso l'andava a trovare al Castello....e forse si rammaricava di essersi prestato all'inganno.


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" ...la bocca mi baciò tutto tremante,
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante..."


L'epilogo della storia....

Un giorno, Paolo passò per una delle sue solite visite....ma qualcuno si accorse di questi incontri ed avvisa Giangiotto.
Quest'ultimo che come ogni mattina aveva l'abitudine di recarsi nelle sue terre, fece finta di partire ma rientrò da un passaggio segreto e li sorprese.... mentre leggevano estasiati la storia di Lancillotto e Ginevra....e Paolo si protende verso di lei con un casto bacio.
Fu a questo punto che Giangiotto accecato dalla gelosia, irrompe ed estrasse la spada per trafiggerli....

Questa è la storia raccontata con le parole scritte da Dante e il quadro che vedete è un'illustrazione pittorica del racconto....che non è fiaba, non è racconto...ma è storia vera....e questa è la camera, la camera dove Paolo si incontrava con la sua Francesca....



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....la storia continua...

Giangiotto aprì la porta e lo sorprese, Paolo cercò di fuggire attraverso una botola che si trovava accanto alla porta......


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....poco più avanti rispetto alla posizione di quest'abito.Ma il destino pensò diversamente : il vestito gli si impigliò in un chiodo, e quindi ritornò indietro e mentre Giangiotto si preparava a trapassarlo con la spada, Francesca gli si para innanzi per salvarlo.
Si compie così la fine di questi sfortunati amanti.....


È questa l'ultima camera la più grande di quest'ala di palazzo, la più bella, la più suggestiva forse perché legata ad una storia.....

A questo punto si conclude la visita della parte nobile del castello con i suoi saloni ancora intrisi della presenza di chi li ha abitati. Hanno un fascino tutto straordinario che non mi stanco di ritrovare in ogni luogo che visito.

Usciamo sul porticato che corre sopra la loggia del cortile sottostante, il sole è forte, la luce è accecante.....il castello ci appare in tutto il suo splendore...e credetemi i particolari che si colgono sono tantissimi....qualche scatto...


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...non è possibile percorrerlo per intero, alcune zone sono interdette...


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...lasciamo passare un gruppo abbastanza nutrito di persone, poi scendiamo da quella che sicuramente era la scala d'onore per visitare il cortile ed una cappella all'interno del castello.
Il piano terra consiste in poche sale aperte, alcune porte sono chiuse ma sicuramente qualcuna di esse porterà nei sotterranei più misteriosi del castello.
Scendiamo dunque gli ultimi scalini dello scalone d' onore...


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...ci ritroviamo nel cortile e possiamo ammirarlo in tutta la sua bellezza prima di accedere alla cappella.


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La cappella.


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Posta a piano terra è collegata tramite due aperture ad un vano che fungeva da anticamera. Non è molto grande e non presenta nessuna apertura finestrata verso l'esterno. Piuttosto buia e le foto rendono poco.
Parte di essa è transennata per " lavori in corso"....


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...due restauratrici stanno mettendo mano alla parete ricostruendo le antiche geometrie sbiadite dal tempo. Curioso ed interessante il loro lavoro. Con delle spatoline preparano il colore utilizzando pigmenti in polvere miscelandoli per ottenere la sfumatura ideale e sicuramente unita con un aggrappante per poterla stabilizzare , in modo poi di dipingere con pennelli molto piccoli, le mancanze sulla parete affrescata. Un lavoro di pazienza ma che non manco di osservare, e di grande competenza....non è facile di sicuro e di grande responsabilità. Spesso e volentieri mi capita , anche per lavoro, di assistere a queste meravigliose ricostruzioni e il risultato è veramente un qualcosa di estremamente soddisfacente, il ridar vita senza alterarne i caratteri a capolavori è di sicuro fonte di soddisfazione e pura emozione.

La cappella è interamente decorata in ogni sua parte con pitture murali ed un'iscrizione sulla volta che ne attesta il suo restauro nel 1921. Segno che la parte decorata esisteva ancora prima di questa data.


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Nella sala è presente un altare molto particolare, si tratta di un antico sarcofago in pietra e al di sopra di esso, una lunetta di fondo che rappresenta la stessa Rocca di Gradara. Un 'aggiunta tardo neo-gotica.



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Nella parete di sinistra è presente un tabernacolo molto antico in pietra ( la prima immagine di apertura della cappella) ed un' acquasantiera...


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Un' importante terracotta invetriata è posta sopra l'altare. È un'opera pregevole di Andrea Della Robbia, maestro di quest'arte, in cui è rappresentata la Madonna con il Bambino attorniata dai Santi Ludovico di Tolosa, Caterina d' Alessandria, Maria Maddalena e Girolamo. Mentre nella predella è raffigurato un San Francesco che riceve le stigmate, l'Annunciazione e Santa Maria del deserto.


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Questa Pala d'altare fu eseguita verso il 1480, appositamente per la cappella che è di un ventennio anteriore. In un primo tempo l'opera venne attribuita erroneamente a Luca Della Robbia. Attorno alla Pala, corre un cornicione decorato con fogliame color bianco che si staglia perfettamente in contrasto sul fondo turchino. Non mancano accenni dorati, nelle aureole e in particolari decorativi di piccoli gigli dorati, anch'essi cotti a fuoco.


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Lasciamo quest' ambiente invitati dagli addetti che ne regolano il flusso, ad altre persone... è veramente minuscola e si entra poco alla volta.


Ci attende la luce luminosa del mezzogiorno inoltrato, che ci rammenta che siamo ancora a stomaco vuoto....


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Entriamo nel grande salone posto accanto al Mastio, un ambiente ora con un piccolo museo di armi, ma che anticamente era l' armeria del castello.


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Qui sostavano prima e dopo i cavalieri di ritorno dalle guerre....un camino molto grande, il più grande visto all'interno degli ambienti, veniva utilizzato per scaldarsi ed anche per cucinare. Un grande tavolaccio di legno ospitava i commensali....


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... l'ultimo sguardo all'interno di questo piccolo gioiello di dimora...


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...cercando di imprimermi bene nella mente ogni particolare e poi via! Per un percorso non meno entusiasmante...


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Il percorso di ronda.


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Ed è da quassù che si respira il luogo!!


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Completamente affacciato sulla vallata sottostante....vento e sole completano la bellezza del luogo. Angoli appartati, giardini segreti sottostanti a noi che siamo affacciati a questo mondo e per un attimo trasportati nelle spirali del tempo, a viverlo soprattutto emozionandoci.


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Usciamo dallo spazio segreto, nascosto ed intimo di ciò che poteva forse essere l'angolo privato di Francesca dove amava passeggiare nel verde e nella solitudine dei suoi pensieri.....

Altri angoli particolari ci vengono svelati dal proprietario del ristorante in cui ci siamo fermati dopo la visita a pranzo. Un ristorante grazioso posto proprio sotto le mura del castello, in uno spazio all'aperto con vista sulle mura alte delle torri.
Su suo consiglio usciamo da un'apertura posta a lato delle mura....


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Lo spettacolo è questo: un affaccio sulla vallata e da qui comincia ciò che è la Via degli innamorati....dedicata a Paolo e Francesca.


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Una lunga passeggiata che corre tutta sul lato esterno della Rocca , che l'abbraccia tutta. Una frescura in questo pomeriggio assolato, che percorriamo con calma riposandoci sulle panchine con uno sguardo all'insu'....


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...tra il folto della vegetazione si intravvedono le merlature del castello...


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...sino a percorrerla tutta all'esterno delle mura, ed è qui che ci rendiamo conto dell'imponenza di tutto il complesso...


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Con quest'ultimo scatto vi lascio , la visita per noi è terminata ed anche questo breve e spero, piacevole viaggio in vostra compagnia.


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Sicuramente ci rimarrà impresso nel cuore questo luogo che ci ripromettiamo di incrociare tra non molto; il territorio ha parecchio da raccontare...la vicina Urbino con i Montefeltro, San Marino altra bellissima rocca, e tanto , tanto altro ancora.
 
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--Bevagna e il Mercato delle Gaite--

Bevagna è un incantevole borgo medievale dell'Umbria, in provincia di Perugia.
Anticamente noto come Mevania, conobbe il suo periodo più florido sotto i Romani, sfruttando la sua collocazione lungo la via Flaminia.

Oltre ad essere un bellissimo borgo, è noto per un evento che attira migliaia di turisti nel mese di giugno: il Mercato delle Gaite.
Di che si tratta?
E' una rievocazione della vita quotidiana medievale, con botteghe artigiane e gare sportive. E' un tuffo nel passato in cui si può ammirare il conio delle monete, l'arte dei fabbri, dei vasai, la lavorazione del vetro, della seta, della pergamena e molto altro.
Ci sono poi scene di vita medievale, messe in atto da ciascun quartiere (gaita, appunto) e giudicate da una vera e propria giuria di esperti.
Un evento insomma da non perdere.

Ma andiamo per gradi. Partiamo dal principio, ossia dall'ingresso.

Il borgo è difeso da una cerchia medievale con sette porte. Entrando da Porta Todi ci si trova in pochi passi nella centrale piazza Silvestri.

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dove sia apre alla nostra vista la Chiesa di San Michele Arcangelo:

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L'interno, a tre navate, ha un crocifisso ligneo del XV secolo e una statua d'argento di San Vincenzo, uno dei primi martiri del cristianesimo e patrono della città.

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Di fronte alla chiesa di San Michele troviamo il Palazzo dei Consoli, alla sinista della fontana, con gli stemmi delle gaite, e la chiesa di San Silvestro, di cui vediamo anche l'interno:

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Passeggiando per i vicoli, ci dirigiamo verso la parte alta, dove al termine della scalinata troveremo la Chiesa di San Francesco.

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Tutto è pronto: l'indomani, questi luoghi saranno quasi irriconoscibili, proiettati in un'altra epoca.

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[Continua...]
 
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Se posso, vorrei inserire anch'io un piccolo contributo... :)

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Certo che puoi!:D

In realtà questo sin dall'inizio, l'ho pensato come un luogo di condivisione aperto a tutti...tutti coloro che hanno voglia di condividere qualcosa di " speciale", come può essere una visita in luoghi un po' fuori dal consueto, luoghi del cuore, luoghi dove tutto sembra fermo sull'orlo del tempo. Tutto ciò ci viene regalato da quel meraviglioso territorio che è la nostra Italia, in tutti i suoi molteplici volti.

Quindi... felice che tu abbia accolto l'invito e so che sicuramente avrai qualche meraviglioso borgo da regalarci, naturalmente oltre questa meravigliosa premessa ...;)
 
Bevagna...non l'ho mai sentito nominare e si che pensavo di conoscerla l'Umbria..;)

Per qualche aspetto mi ricorda ciò che avviene un po' più a nord, in Liguria nel borgo medievale di Finalborgo. Un'analoga rappresentazione di antichi mestieri, in cui tutto il borgo si trasforma facendo un autentico salto indietro nel tempo...

Molto bello!!!

Ps: sono curiosa...che periodo dell'anno avviene la rievocazione?
 
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--Bevagna e il Mercato delle Gaite-- [Parte seconda]

La gara tra le gaite (sono quattro: San Giorgio, San Giovanni, Santa Maria e San Pietro) si svolge nelle seguenti fasi:
- la ricostruzione degli antichi mestieri (due per gaita) con i rispettivi cicli produttivi, dalla materia prima al prodotto finito;
- la ricostruzione di una giornata di mercato, in cui ogni gaita mette in scena, in una sorta di rappresentazione teatrale itinerante, uno spettacolo di indubbio impatto emotivo. Anzi, due: uno riservato solo alla giuria (oggetto di valutazione) ed un altro con la presenza del pubblico.
- la sfida del piatto medievale, in cui ogni taverna, oltre ad offrire (a pagamento, si intende :)) servizio di ristorazione per tutti, viene valutata per uno specifico piatto oggetto di gara;
- la gara di tiro con l'arco, che chiude la manifestazione.

Ogni prova è giudicata da una giuria di esperti, che attribuisce un punteggio. La somma dei punti ottenuti formerà la classifica finale, tramite la quale verrà proclamata la gaita vincitrice.

Quella che andrò a mostrare è una selezione di ciascuno degli eventi citati. Data l'ampiezza dei contenuti è stato scelto un ridotto set di fotografie, per cercare di rappresentare l'evento senza appesantire troppo la narrazione. Anche in questo modo sarà comunque necessario dividere quanto seguirà in due o tre parti.

Iniziamo per ordine, parlando dei mestieri.

Attraverso visite guidate, è possibile conoscere i segreti degli antichi mestieri, riscoprendo tecniche e strumenti di lavoro all’interno delle suggestive botteghe medievali che per l'occasione riaprono i loro battenti.
Le file alle botteghe possono anche essere lunghe, il che rende quasi impossibile una visita completa. Occorre saper selezionare accuratamente le botteghe di maggior interesse e il momento migliore per la visita, che avviene a gruppi ristretti di persone, per consentire a tutti di seguire la spiegazione.

Iniziamo con la Cartiera di mastro Cecco, in cui si raccontano le fasi che portano a produrre fogli di carta "bambagina", ottenuta dagli stracci con tecniche di fabbricazione risalenti al XIII secolo.
Ci sono i sacchi con i cenci di cotone pronti per essere macinati nella calce, la pila idraulica a magli multipli per battere la poltiglia di stracci, il tino per filtrare la pasta da carta e i telai con i fili di rame per imprimere la filigranatura.
Si tratta dell'unica bottega che si dice resti aperta tutto l'anno.

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Abbiamo poi il Setificio, che permette di osservare l'allevamento dei bachi sulle foglie di gelso e la tessitura a telaio:

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C'è la Zecca, che permette di far rivevere l'arte della coniazione delle monete, attraverso varie fasi di lavorazione: dalla fusione del rame e dell'argento fino alla punzonatura e all'imbiancatura per donare al metallo il potere d'acquisto della moneta medievale.

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Ancora, la Vetreria, che ha ricostruito al suo interno dei recipienti per fondere le materie prime da cui si ottiene il vetro, ovvero sabbia bianca fine oppure ciottoli di fiume, uniti ad un materiale fondente dato da arbusti marini. Questi elementi sono riscaldati ad alte temperature, formando la pasta vetrosa che sarà poi soffiata con una speciale canna cava per ottenere oggetti in vetro dalle forme più svariate e complesse.

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La gaita San Pietro propone la Tintoria:

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e lo Scriptorium, un convento domenicano nel quale le pelli di agnello o di capra, una volta essiccate, vengono lavorate fino a diventare fascicoli bianchi di libri:

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Sui mestieri ci fermiamo qui, ma ci sarebbe ancora dell'altro, senza contare le botteghe chiuse (e che quindi non partecipavano alla gara) durante la nostra visita, come la cereria.

Andiamo però avanti, c'è ancora molto da raccontare....

[Continua...]
 
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Veramente tutto molto, molto interessante!


.....


Attraverso visite guidate, è possibile conoscere i segreti degli antichi mestieri, riscoprendo tecniche e strumenti di lavoro all’interno delle suggestive botteghe medievali che per l'occasione riaprono i loro battenti.
Le file alle botteghe possono anche essere lunghe, il che rende quasi impossibile una visita completa. Occorre saper selezionare accuratamente le botteghe di maggior interesse e il momento migliore per la visita, che avviene a gruppi ristretti di persone, per consentire a tutti di seguire la spiegazione.

Come avviene tutto ciò, occorre iscriversi per tempo a queste visite?
 
Come avviene tutto ciò, occorre iscriversi per tempo a queste visite?

Nessuna iscrizione, bisogna mettersi in fila.... per questo scrivevo che vanno individuate le botteghe di maggior interesse posizionandosi subito lì davanti, per le altre si scelgono quelle più accessibili....

C'è un trucco però: il sabato è il giorno dell'evento (riferito ai mestieri), le botteghe però sono visitabili (sempre con la spiegazione naturalmente) anche la sera precedente acquistando un pacchetto.... con calma, poche persone e poca attesa. Attenzione però, quando si sceglie il pacchetto, a non sottostimare i tempi delle visite! Noi il venerdì siamo riusciti a vederne solo due o tre.

Il sabato invece si paga solo un biglietto di ingresso (cifra modesta, non ricordo bene, forse 2 euro) e le visite sono gratuite, ma ci sono le code....
 
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--Bevagna e il Mercato delle Gaite-- [Terza e ultima parte]

Se l'elemento che forse fa più presa sui visitatori è rappresentato dagli antichi mestieri, quello che probabilmente è più sentito da chi vive l'evento in prima persona è la ricostruzione di una giornata di mercato.
Questo per un duplice motivo: da un lato per la tensione dovuta al mettere in atto davanti ad una giuria la propria rappresentazione, dall'altro per l'imprevedibilità di questi signori qua, membri a tutti gli effetti del cast:

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La preparazione del Mercato è molto faticosa, sia perché non c'è un punto fisso per la rappresentazione, che si svolge lungo tutto il territorio della Gaita, sia perché alcune cose si possono preparare soltanto il giorno prima.

Tra queste, gli animali, che vanno trasportati, sistemati e nutriti in attesa della loro entrata in scena. Senza contare il fatto che non tutti recitano fedelmente la propria parte, ci sono "attori" cui piace improvvisare :)

Una volta ad esempio da uno dei mercati fuggì un maiale, rincorso inutilmente dal proprietario urlante, fino al suo ingresso trionfale in piazza.
A questo punto, il maiale si trasformò in una sorta di Forrest Gump, correndo in testa ad un gruppo sempre crescente di persone (al proprietario si unirono progressivamente molte persone tra il pubblico che avevano assistito, divertite, alla scena) :)

Di seguito alcune immagini delle rappresentazioni:

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Ecco... visto che il movimento mette appetito, dedichiamoci a questo punto alla gara culinaria.

Noi abbiamo scelto di "testare" la Gaita San Giorgio, a pranzo. Di seguito le nostre ordinazioni e le relative immagini:

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(mi sembra fosse questo il piatto in gara)

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Una curiosità: una volta la sfida si svolgeva in una sola sera, così i giurati dovevano provare le pietanze di tutte e quattro le Gaite, per la gioia dei produttori di digestivi... :) Poi si è saggiamente optato per dividere la degustazione in due serate.


Chiude l'evento (e chiudiamo qui anche noi) la gara di tiro con l'arco, al termine della quale viene proclamata la Gaita vincitrice.

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Bello!!!

Immagino quanta preparazione ma soprattutto anche improvvisazione quando gli "attori" più indisciplinati non rispettano il copione...:p
Alla fine, se non ho capito male, viene premiata la bottega o meglio, l'insieme della squadra che compone la Gaita ( comprensive di piatti tipici)....abbastanza complessa come organizzazione.
Queste botteghe oltre che in queste date, sono visitabili normalmente o vengono aperte solo ed esclusivamente in questa occasione?

Scusa le tante domande ma oltre che non conoscere questo borgo molto particolare, ( ti ringrazio di averlo proposto) cerco di capire qualche analogia su altri borghi simili che ho visitato...
 
Queste botteghe oltre che in queste date, sono visitabili normalmente o vengono aperte solo ed esclusivamente in questa occasione?

Al di fuori della manifestazione dovrebbe restare aperta solo la cartaria. Devo aver letto però da qualche parte che sono possibili visite guidate anche in altre botteghe, prenotando per gruppi di persone.

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Grazie e meno male, in quanto è un peccato avere simili risorse ed utilizzarle solo per poche occasioni.

Mi spiace che è già finito...ma altre notizie sul borgo ...;)
 
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