Io invece ringrazio Voi perché molto probabilmente, senza la vostra partecipazione, il tutto non sarebbe stato così sentito da parte mia. Questo mi ha permesso di fare più del “consentito” e di vivere questa giornata in memoria delle vittime.
Non sono molto bravo con le parole ma spero che quanto venga quì rappresentato non sia interpretato come voglia di apparire o altro.
Credetemi, non è così.
Sarà solo un riscontro cronologico della triste giornata di commemorazione. Purtroppo la prima di tante altre che nel tempo si susseguiranno ma di certo la più importante e sentita.
Eccoci allora, come avevo anticipato...
Al volo per dirvi che è andata.
Se per caso qualcuno ha seguito la cerimonia in TV, davanti all'altare, ai piedi della statua della madonna, tra le rose bianche ed un pezzo dello scoglio delle scole, c'era anche il nostro messaggio con qualche fiore. Proprio davanti ai parenti delle vittime.
Poi un ulteriore messaggio è stato consegnato al mare al passaggio davanti al relitto.
In settimana, se riesco, vi ragguaglio meglio.
Saluti
... riporto il mio personale contributo.
Purtroppo pensavo di aver risolto i problemi di stampa ma all’improvviso rieccoli apparire.
Fortunatamente avevo stampato anticipatamente due foto senza firme e così si arriva a fare una scelta. O stampare in bianco e nero con tutte le firme o scrivere a mano i firmatari sulla stampa a colori.
La scelta ricade sulla seconda ipotesi e quindi mi metto a scrivere a mano i nickname (o nomi) dei firmatari.
Alla fine reputo che sia la scelta più giusta e che rende la cosa più intima e personale.
Mi dispiace per chi ha aderito solo in seguito alla “sottoscrizione” ma non ho potuto fare di più.
Ecco il messaggio che ho stampato
Ed ecco il particolare delle firme.
Siccome ho una grafia orrenda ho preferito farle in script, come si leggono sul forum.
Sono stato previdente ed ho preparato due messaggi.
Li ho arrotolati e legati a dei ciclamini
Ecco il primo
E quì il secondo
Si parte che è ancora buio pesto e la pioggia cade copiosa.
Arrivati a Porto Santo Stefano smette di piovere e si vede la prima luce del giorno
Il tempo e’ brutto ed il mare non si preannuncia affatto tranquillo, anzi
Controllo nello zaino i due messaggi.
Stanno lì, belli protetti dal cartone.
Avevo paura che il trasporto rovinasse i fiori.
Pare che la sistemazione regga. Meglio così.
Non nascondo che approfitto della giornata per qualche prova fotografica, così per familiarizzare con le funzioni e le nuove possibilità del recente acquisto.
D’altronde è grazie a questo che riesco a documentare meglio la giornata
E’ giunto il momento della partenza.
Il mare appena fuori dal porto è ancora calmo
I passeggeri sono in maggioranza giornalisti di varie nazioni armati di ogni sorta di attrezzo tecnologico. Qualche rappresentante istituzionale ed alcuni familiari o amici delle vittime. Questi ultimi si distinguono perchè portano una spilla con una bandiera ed il nome della vittima. Non sono parenti stretti perchè questi ultimi sono già sull’isola.
La maggioranza dei passeggeri del traghetto rimane sottocoperta.
Il vento è forte e gelido ma preferisco stare all’esterno
Per qualche minuto ci fa compagnia un amico sul ponte superiore
La nave inizia a muoversi mentre lasciamo la costa riparata di Porto Santo Stefano
Guardando verso prua si vede il profilo dell’Isola del Giglio e si intravede anche “lei” sottoforma di una piccola striscia bianca
Illuminata già dalle fotoelettriche.
Il mare pare proprio incacchiato
Si inizia a “ballare” di brutto
Sulla “Giuseppe Rum” della Toremar gli schizzi delle ondate che si abbattono sulla prua arrivano fino al ponte di comando e bagnano tutto il ponte superiore
Sul ponte rimane solo qualche temerario
Ed il nostro amico. Lo so che non è lui ma mi piace pensarlo perchè per quasi tutto il giorno, nei momenti più disparati, si sente sempre in lontananza il canto dei gabbiani. Un canto che accompagnerà buona parte del nostro cammino
Quando vedo bene stagliarsi all’orizzonte la sagoma dell’Isola di Giannutri....
..... è giunto il momento di scendere al ponte inferiore. Per ragioni di sicurezza il ponte superiore viene chiuso, causa mare mosso.
Non riesco a stare al chiuso e quindi mi ricavo un posticino all’aperto verso poppa. L’unico punto in cui si può comunque avere aria. In molti non sopportano il mare mosso e fanno la stessa scelta.
Si è quasi accalcati.
Diversi non resistono e si mettono con la testa fuori bordo. I sacchetti vanno e vengono.
La migliore performance la da una giornalista che impreca sottovoce.
Piano piano vedo che l’area esterna si svuota e mi chiedo il perchè.
Scopro che iniziamo ad avvicinarci all’attracco ed il ponte superiore è stato nuovamente aperto.
Tutti i giornalisti si sono fiondati sul ponte superiore per accaparrarsi un buon punto di visuale al passaggio di fianco al relitto.
Tutti si trovano un posticino per assistere all’attracco
Avendola già vista diverse volte, non sono così attratto ma è stato un errore.
Il ponte superiore non ha un parapetto diretto con il mare e trovandomi “in seconda fila” oggettivamente non potrò lanciare in mare il nostro messaggio senza il rischio che, a causa del vento, torni indietro o che finisca in faccia a qualcuno.
Perciò lascio perdere e vedrò di essere più previdente per il ritorno.
Con il senno di poi, la scelta è stata azzeccata.
Quì la sequenza dell’arrivo nel porto e del relitto.
L’ultima volta non aveva niente attaccato e vedendola dal vivo così, mi è venuto in mente un pensiero, che magari spiegherò dopo.
La Giuseppe Rum attracca e si sbarca tutti.
Visto che la prima possibilità è saltata, vado subito alla Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamaliano per depositare il “nostro” messaggio prima che sia troppo tardi.
In chiesa stanno ultimando i preparativi ma è praticamente vuota.
Davanti all’altare c’è il parroco Don Lorenzo che sta sistemando le ultime cose sotto la statua della madonna
Sul pavimento sotto la statua sono stati messi degli oggetti relativi al naufragio o che rappresentano in qualche modo la solidarietà della gente dell’isola. Un giubbotto salvagente, un telo di plastica, una corda, un caschetto, una torcia elettrica, del pane raffermo.
Ai piedi della statua invece c’è un un grande cuscino di rose bianche con al fianco un pezzo dello scoglio delle scole
Supero la mia prima titubanza e prendo il “nostro” messaggio
E lo posiziono sotto la statua, tra le rose e lo scoglio
In un attimo mi chiedo se la cosa sia giusta ma nel contempo mi sento sollevato da un peso.
E’ difficile da spiegare.
Scoprirò solo dopo che nei banchi davanti alla statua ed al pezzo di scoglio siederanno tutti i familiari delle vittime del naufragio
Esco dalla chiesa e scendo nuovamente al porto.
Purtroppo le prime cose che vedo non sono certo belle
Ma continuo a ripetermi che fanno parte del gioco e cerco di non farmi trasportare da brutti pensieri.
Il programma della giornata prevede la posa degli scogli con targa commemorativa alle Scole, poi una corona di fiori a Punta Gabbianella.
La messa in suffragio seguita dalla commemorazione e consegna onorificenza ecc.
Nel pomeriggio la posa di una lapide commemorativa in memoria delle 32 vittime al molo rosso e posa di una targa in onore dei gigliesi al rivelino.
Poi altre cose in serata di cui non ho documentazione.
Fortunatamente gli impegni si sono modificati e sono molto più libero del previsto.
Decido di camminare e vado fino alle scole lungo la strada dietro il porto
Con mia sorpresa non ci trovo nessuno
Arrivo fino alla recinzione e mi fermo a vedere lo scoglio.
Un panorama stupendo e triste
All’orizzonte, sulla destra, l’Isola di Giannutri, ed a sinistra Monte Argentario.
Lo scoglio delle scole è lì, davanti a me.
In quel momento da una chiatta stanno calando in mare con una gru un pezzo dello scoglio che si era incastrato nello scafo della Concordia. Su quel pezzo di roccia è applicata una targa commemorativa.
Sulla destra potete vedere l’imbarcazione dove sono ospitati i familiari delle vittime e le autorità.
Sulla sinistra invece l’imbarcazione della stampa.
Altro momento triste, uno dei tanti in questa giornata.
Pur essendo distante mi sembra di violare un momento privato
Giro i tacchi e me ne vado.
I richiami dei gabbiani mi fanno sempre compagnia, oltre a volatili un po più rumorosi
Ritornando verso il porto si aprono davanti a me delle vere meraviglie
Peccato che spostando lo sguardo solo di qualche grado, la visuale sia molto più inquietante
Una panoramica
Arrivo alla torre del saraceno
La porta d’accesso è aperta ed all’interno è allestito un presepe con vicino un libro per le firme.
Leggo diversi messaggi, tutti rivolti al ricordo delle vittime della tragedia.
Molti sono scritti in inglese, e francese. Capisco che comunque trattano lo stesso tema.
Mi sento in dovere di lasciare anch’io un pensiero.
Prendo in mano la bic tutta rotta e mi viene il vuoto.
Non so cosa scrivere.
Alla fine ricordo il mio messaggio scritto in questo topic e lo ripropongo con le dovute modifiche consigliate.
La grafia è pessima, lo so, ma colpa anche della biro rotta.
Mi son permesso di firmarlo crocieristi.it
Sento dei suoni di sirena
Mi affaccio oltre il parapetto alla base della torre
Altro momento toccante
Dalla nave che ospita i familiari stanno facendo i 32 suoni di sirena in memoria delle 32 vittime
Poi la nave con i familiari e le autorità rientra in porto
Seguita da quella dei giornalisti
La calca è tanta
Ma non sono solo i giornalisti ad attendere
Ritorno in chiesa e vedo con piacere che il nostro messaggio è ancora lì.
A fargli compagnia è comparso un cuore bianco con un nome scritto sopra appoggiato all’altro lato della roccia.
L’iniziale è “D” ma non riesco a legge oltre.
Mi piace pensare che fosse un pensiero speciale per la piccola Dayana
Iniziano ad accomodarsi i primi parenti delle vittime.
E’ ora di togliere il disturbo
Lentamente la chiesa si riempie.
La Messa sarà ripresa da telecamere autorizzate e pertanto non sono ammessi altri operatori, soprattutto se della stampa. Forse sarà ammesso qualcosa durante la consegna delle onorificenze
Dal portone d’ingresso arrivano i primi impropri e le lamentele dei giornalisti.
Io quà, io là. Davvero si sentiva di tutto da dietro il portone.
Per non essere confuso con loro me ne vado anche perchè l’atmosfera era davvero pesante.
Cerco un bar per un meritato caffè e stranamente al porto sono aperti solo 2.
Gli avventori sono solo della stampa.
Neanche nel chiuso del bar si scampa all’aria tesa e triste che si respira fuori
Dall’altoparlante che riecheggia capisco che la messa è iniziata.
Per chi non riesce ad entrare nella chiesa, e per la stampa, la messa viene trasmessa anche su maxischermo sulla banchina davanti al porto
Alle spalle il relitto è sempre lì.
Avvicinandosi un po si vede bene che la ciminiera è stata rimossa
La messa finisce ed io ritorno alla chiesa
Fuori c’è fermento perchè i giornalisti aspettano che qualcuno esca per fare le interviste da mandare al TG della giornata
Aspetteranno ancora un’oretta visto che la cerimonia delle onorificenze sarà molto lunga al contrario della messa, stranamente breve.
Sul portone della chiesa compare un cartello in ricordo delle vittime
Rientro in chiesa all’inizio della cerimonia della commemorazione
Davanti all’altare è comparso un maxischermo che proietta immagini
Nelle panche di destra, dietro ai parenti delle vittime, siedono i ragazzi in rappresentanza dell'equipaggio, se non proprio qualcuno di loro.
Il nostro messaggio è sempre stato lì, per tutta la funzione
Non mi soffermo sulla cerimonia dei riconoscimenti vari. L’opportunità di farla in questo frangente la trovo discutibile ad eccezion fatta per alcune cose.
Quindi mi soffermo solo su due, se mi permettete.
La prima è stata la presenza del sig. Elio Vincenzi, marito della scomparsa sig.ra Mariagrazia Trecarichi, una delle due vittime non ancora recuperate dalla nave.
Un intervento toccante durante il quale ha donato alla chiesa ed ai gigliesi una statua della madonna avuta dai suoi concittadini e che ha avuto solo parole di ringraziamento per tutti. Senza rabbia, senza recriminare. Solo dolore.
Poi la presenza di Kevin Rebello, fratello dell’altra vittima non ancora trovata Russel Rebello.
Ha vissuto molto tempo quì al giglio distinguendosi per calma e pacatezza, sempre con il volto sereno e riconoscente verso la gente e chi stava operando sul posto.
Quando la cerimonia finisce si scatena l’assalto all’esterno.
Fortunatamente non si va oltre una certa soglia e i familiari, sparpagliati, riescono a guadagnare la strada per uscire ed andare a pranzo.
Nel pomeriggio si scopre la lapide in ricordo delle 32 vittime incastonata sul muro di contenimento del Molo Rosso
La ressa è davvero troppa e seguo l’avvenimento dal maxischermo
Paradossalmente la mia posizione mi permette di vedere in prospettiva il nome dell’isola del giglio, il punto della deposizione della lapide e la sagoma della Concordia sullo sfondo.
L’audio della telecamera rimane aperto e si sentono anche i litigi tra fotoreporter per avere la migliore posizione di ripresa. Davvero avvilente.
Da maxischermo si assiste anche alla posa della targa in onore ai gigliesi
Poi la telecamera si spegne come anche il maxischermo
E’ tempo per i più di rientrare
I familiari, accompagnati anche da ...
Ed è tempo anche per noi
Il traghetto Isola del Giglio di Maregiglio ci aspetta
Salgo e mi trovo la mia posizione
I cameraman e fotoreporter sono ancora accalcati sulla lapide
Un po meno sotto la targa in onore ai gigliesi
Oltre il molo il mare non promette nulla di buono
Mi preparo per quello che avevo intenzione di fare fin dalla partenza
Il traghetto finalmente parte
Il mio pensiero va ai nomi incisi sulla lapide. Insieme a me ci siete virtualmente anche Voi
Il traghetto inizia a fare manovra
Eccoci, ci siamo
Dietro le nuvole alle spalle dello scafo c’è l’ultimo chiarore del sole che tramonta
Il nostro messaggio viene lanciato.
Di fianco a me non c’è quasi nessuno e nessuno bada a quel che faccio.
Meglio così. Rimarrà per sempre una cosa solo “nostra”
Il vento spinge i fiori poco oltre un paio di metri dalla fiancata del traghetto.
Nei flutti lo perdo di vista.
E’ lì, in basso a sinistra, ma non si vede
Comunque c’è. Donato al mare davanti alla nave.
Si passa davanti allo scafo. Sempre uomini al lavoro con luci intense di saldatura in corso.
E mi ritorna in mente quanto pensato all’arrivo
Quando l’ho vista le prime volte mi ha dato l’idea di una animale spiaggiato, tipo una balena agonizzante. Un qualcosa che voleva ancora vivere ma che noi unami non avevamo la forza di rimettere in mare per dargli nuova vita ed una nuova speranza.
Invece così. Con la ruggine che invade la fiancata, le gru e le chiatte attorno, mi ha dato l’idea di una carcassa. Un animale ormai morto. Defunto. Un ammasso di lamiere buono ormai solo per lo smantellamento. Una carcassa utile solo agli spazzini del regno animale dove le gru sono i condor e le chiatte i piragna.
Una visione davvero triste
Inizia il crepuscolo
In lontananza si vedono bene le luci sulla Concordia.
Si continua a lavorare per la sua rimozione
Il mare si inizia a farsi sentire.
Fortunatamente il vento spinge da poppa.
Il mare è ancora più mosso rispetto all’andata ma si sente meno. Almeno per me che son rimasto a poppa ben incappucciato. Non ci penso neanche ad entrare al coperto.
A metà traversata incrociamo la Giuseppe Rum, che invece balla molto più di noi, con onde che scavalcano quasi sempre la prua. Fa un su e giù continuo.
Seguendo la Giuseppe Rum, mi giro per l’ultima volta e “lei” è ancora lì ben presente e ben illuminata
Addio Costa Concordia
E’ ormai notte quando si attracca
Giornata pesantissima e triste.
Alla fine son contento per aver approfittato delle coincidenze e di aver portato a termine questa cosa ed aver mantenuto la parola.
Non so bene il senso di tutto ciò. Se sia servito solo per noi o cosa.
Di certo mi viene da dentro questo pensiero.
Per non dimenticare. Mai!