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Costa Allegra - Cina e Giappone - ottobre 2012

Stato
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prof

Staff Member
Poi andiamo a Repulse Bay, la famosa spiaggia, e visitiamo il grande e coloratissimo tempio buddista proprio sulla riva

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prof

Staff Member
Lasciata la Cina, prima tappa a Keelung (Taiwan) e city tour di Taipei. Con noi sul bus una guida locale e una interprete che traduce in italiano. La tappa più interessante è al Museo Nazionale, con una collezione di circa 700 mila pezzi e il meglio del tesoro che Chang Khai Chek portò via da Pechino e dalla Città Proibita.

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Si visita poi il Santuario dei Martiri, che ricorda i caduti della guerra civile: affascinante il cambio della guardia, ritmato dai passi marziali e dal rumore dei fucili che vengono fatti ruotare nell’aria.
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Ultima tappa al Memoriale della Democrazia, già di Chang Khai Chek.


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prof

Staff Member
Mettiamo quindi piede in Giappone, isola di Okinawa, città di Naha.
Prima visita al Castello di Shuri-jo, interamente rifatto nel 1992 sul modello del XV secolo dopo le distruzioni della guerra. L’isola per circa 500 anni è stata infatti un regno autonomo e questa era la residenza reale: è patrimonio dell’Unesco, per quanto solo alcune parti siano originali. Uno spettacolo folkloristico fa rivivere lo spirito dei samurai
che aleggia nell'atmosfera.
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Non manca la pausa shopping al mercato

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La seconda visita è tra le più emozionanti dell’intero viaggio: scendiamo nel bunker sotterraneo dove le truppe giapponesi resistettero per mesi all’avanzata degli americani durante la guerra mondiale. Solo dopo aver conquistato l’isola, infatti, gli Usa ebbero mano libera nel ribaltare le sorti dello scontro con il Giappone (iniziato, ricordiamolo, con il massacro a freddo di Pearl Harbour). Basta qui ricordare i numerosi film di guerra sulle battaglie di Okinawa. Nella foto una scaletta di accesso e uno
degli ambienti del bunker diventato museo (i locali sono purtroppo in penombra)


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prof

Staff Member
Ecco la Allegra nel porto di Kobe


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A Kyoto, risparmiata dai bombardamenti, si trovano la maggior parte dei monumenti davvero «autentici» e non ricostruiti dopo la guerra. Le guide parlano di 1800 templi nella zona, centinaia di santuari, giardini e monumenti che hanno fatto la storia di una metropoli che è stata capitale dal 794 al 1868 (chiusura del periodo Edo, quello dello splendido isolamento del Giappone. Alla fine dell’800 l’imperatore, spalleggiato dagli occidentali, riprese il potere soppiantando i samurai: ricordate il film con Tom Cruise?).
 

prof

Staff Member
La prima visita è al tempio buddista Kiyomizu-Dera, immerso in uno splendido parco e costruito in cima a una collina. È dedicato alla divinità Kannon dalle undici teste. Custodisce una fonte dalla quale si può prelevare l’acqua con particolari contenitori legati a lunghi bastoni. Bere il prezioso liquido assicura fortuna e longevità...La sala principale è del 1633, tutta la struttura poggia su una palafitta con 139 tronchi. Tutto intorno un panorama magnifico

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Caratteristica di questi templi è la possibilità di lasciare messaggi, preghiere e richieste
attraverso bigliettini

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prof

Staff Member
Seconda tappa al Tempio Kinkaku-ji, il Padiglione sul lago interamente rivestito al secondo e terzo piano da lamine d’oro: è uno dei simboli del Giappone. Panorama incantato anche per il meraviglioso parco che abbraccia la costruzione.

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prof

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Infine visita al santuario Heian: è la ricostruzione del 1895 di un santuario del palazzo imperiale appunto del periodo Heian (794-1185 d.C.) e ne riproduce fedelmente anche i colori sgargianti rosso e arancione.

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prof

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Il giorno dopo escursione di mezza giornata ad Osaka, circa 40 chilometri da Kobe. Il piatto forte è il Castello costruito alla fine del XVI secolo da Toyotomi Hideyoshi, uno dei più famosi signori della guerra.

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Città d'affari e commerciale, il centro è ricco di arditi edifici con soluzione architettoniche
avveniristiche
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Ma non mancano i riferimenti alle tradizioni come nell'abbigliamento di questa donna in elegante kimono

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prof

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Ed eccoci a Tokyo, carica di orgoglio e modernità, con i grattacieli che rivaleggiano con quelli
degli amici-rivali americani

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e con tramonti indimenticabili

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La zona di Ginza e l'incrocio Yon-Chome richiama la vivacità dei colori e delle insegne di Time Square a New York

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Non mancano curiose insegne

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prof

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La parte più interessante è comunque quella più antica. La visita inizia nei pressi del Palazzo
dell'Imperatore che naturalmente si può scorgere solo da lontano, nascosto dall'immenso
parco arricchito da statue guerriere

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prof

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Di pomeriggio visita al tempio buddista di Asakusa Kannon (o Senso-Ji), uno dei simboli più importanti di Tokyo con la sua enorme lanterna di carta rossa appesa al centro del Cancello del Tuono con ai lati due divinità dall’aspetto feroce.
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Siamo nel cuore della città antica, nel quartiere più pittoresco. Anche questo tempio è ricostruito (fine anni Cinquanta) ma vanno comunque notati il tetto con 70 mila tegole di bronzo, la grande pagoda a cinque piani.

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All’uscita dal complesso siamo sulla via Nakamise, con ai lati due file di negozietti dove ci si può lanciare nello shopping... :)
 

prof

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Continuando la scorribanda per Tokyo e dintorni, il secondo giorno gita sul Monte Fuji,
purtroppo quel giorno oscurato da pioggia e nebbia. La cosa più curiosa che rimane
nella memoria, a parte le foto tutte ...grigie e bagnate, è il souvenir per eccellenza che vendevano
nei negozietti in cima al vulcano: uova sode "cotte" nell'acqua sulfurea del Fuji e quindi
con questo caratteristico colore...(inutile dire che siamo scappati via per l'odore...)

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prof

Staff Member
Di pomeriggio il tempo migliora e ci godiamo una piccola crociera sul lago Ashi con una delle imbarcazioni pittoresche che vedete qui sotto. Il lago, circondato dal verde, ha una circonferenza di 20 km e si è formato circa 400 anni fa nella caldera del parco di Hakone.

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prof

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Infine rientro a Tokyo in tempo per vedere il frizzante via vai in centro, tra uffici e negozi

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E godersi un tramonto magnifico

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prof

Staff Member
La tappa di Nagasaki è tra le più emozionanti, come sempre quando riusciamo a ritagliarci uno spazio
e un tempo per riflettere sulla follia e sulla violenza che alberga nel cuore dell'uomo.

Visitiamo il Parco della Pace che ricorda l'Olocausto atomico, un silenzioso giardino costruito nel 1955 che si estende tra fontane e monumenti frutto di donazioni internazionali. Le sculture sono per lo più sul tema della maternità che si
contrappone al tetro ricordo della morte atomica.

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prof

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Domina il parco la «Statua della Pace»: un gigante realizzato dallo scultore Kitamura Seibo col suo dito rivolto verso il cielo a ricordare la morte venuta dall’alto.

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Poco lontano si arriva sul luogo calcolato come «ipocentro» dell’esplosione atomica, dove un sobrio blocco di marmo nero in un piazzale ricorda il giorno (9 agosto 1945) della tragedia.

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Di lato è rimasta una colonna della cattedrale cattolica polverizzata

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e in altri punti si possono osservare gli strati del suolo con le bruciature provocate dall’immane calore e resti di oggetti di uso quotidiano.
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prof

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Si va poi al Museo della Bomba Atomica, inaugurato nel 1996: qui l'ingresso
(all'interno non si possono scattare foto)

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E' oggetto di quotidiane visite di scolaresche e c'è anche un percorso didattico

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Si tratta di un autentico pugno nello stomaco, per me paragonabile soltanto alla visita nel lager di Auschwitz. Si inizia dall’orologio fermato per sempre alle 11,02 per poi passare in rassegna reperti dilaniati (abiti, monete), filmati dell’epoca con i corpi straziati, i resti della cattedrale trasportati qui, foto scattate in quei giorni con gli occhi di bambini che non dimenticherete mai. Si può toccare con mano una bottiglia di vetro diventata molle come burro per il caldo.
Senza volersi dilungare, in questo tunnel dell’orrore c’è una foto che dice tutto: su un muro è rimasta solo l’ombra di una sentinella scesa di corsa da una scala per dare l’allarme dopo l’esplosione. L’onda d’urto lo ha disintegrato. Di quell’uomo è rimasta solo la foto di una macchia nera. Verso l’uscita alcuni pannelli ripercorrono anche la storia della guerra. E, con una buona dose di autocritica, si parla anche delle aggressioni giapponesi contro gli americani e della follia militarista che si impadronì del Paese nei primi decenni del Novecento.
 

prof

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Ritornando al pullman, poco lontano si vede il «One Legend Torji», mezzo pilastro di ingresso ad un santuario, rimasto miracolosamente in piedi mentre tutto ciò c’era intorno è stato cancellato dal'esplosione.

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prof

Staff Member
Si può definire un miracolo: la città di Nagasaki, in una conca naturale, fu praticamente rasa al suolo
dall'esplosione atomica. Le colline e i loro abitanti, invece, proprio per la conformazione naturale, furono salvati. E così
oggi si può visitare il Giardino di Glover, esempio di architettura coloniale, dove si pensa che Puccini
ambientò la sua Madame Butterfly. Sia all'uno che all'altra sono dedicate due statue, in omaggio alla nostra lirica.
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