Istanbul ci accoglie timida e avvolta in una densa foschia. Non è particolarmente caldo ma sembra piuttosto umido. Prendiamo il nostro numerino per l’escursione. Abbiamo scelto “Super Istanbul”… Il prezzo non è proprio user frendly ma è comunque quella più completa in quanto include anche la visita, seppure a mio gusto troppo veloce, alla Cisterna di Giustiniano.
Scendiamo dalla nave e raggiungiamo il bus dove la nostra guida si presenta. Si chiama Attila… e non è un nome di fantasia, si chiama proprio così. Partiamo… inizia a raccontarci un po’ di questa città, sempre caotica e piena di traffico con una densità di popolazione per metro quadrato molto molto alta. Subito ci chiarisce che Istanbul è una città che si trova su due continenti, quello Europeo e quello Asiatico divisi dal ponte del Bosforo…. Lui abita nella parte Asiatica… Questo concetto lo esprimerà almeno 10/15 volte tanto che sul bus inizia una specie di tormentone
Come prima tappa andiamo a vedere quello che un tempo era il circo massimo dove correvano con le bighe. Qui si trova l’ennesimo obelisco “deportato” da Tebe o Luxor che dir si voglia.
Subito a sinistra c’è l’ingresso alla Mosche Blu, bella e maestosa con la particolarità dei suoi 6 minareti. Via le scarpe e vestizione per le donne che hanno lasciato spalle e gambe scoperte.
Il blu delle maioliche ci conferma il perché del nome della moschea.
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Finita la visita usciamo, ci ricomponiamo e ci dirigiamo verso la moschea di S. Sofia dove però entreremo dopo. Prima visiteremo la Cisterna di Giustiniano, un’opera ingegneristica che solo i Romani potevano realizzare come gran parte delle opere che hanno reso famose le maggiori città dell’Impero. Sicuramente è una visita da non perdere. Noi purtroppo la percorriamo non con la dovuta calma che serve secondo me per gustarsi anche il momento e la parte emozionale che accompagna sempre la visione di queste grandi opere. Più volte mi sono soffermato per fare qualche foto, ma il tempo di impostare la mia macchina reflex con le impostazioni manuali adatte all’ambiente che il gruppo era già scappato. Avevo dimenticato di dire che in questa escursione ci sono stati consegnati un auricolare e un ricevitore. La guida ha il microfono ed il trasmettitore. Questo permette di ascoltarlo agevolmente anche stando lontano da lui diversi metri. Il che, per chi come me va a caccia di foto, permette di non perdersi la spiegazione allontanandosi dalla guida. Ovvio che c’è anche l’altro lato della medaglia… se ti distrai troppo, avendolo comunque nell’orecchio, non si ha la percezione che nel frattempo il gruppo è andato altrove… e si rischia di perdersi anche perché il trasmettitore ha davvero una portata molto molto ampia. Ti giri e quelli non ci sono più!!!
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Usciti dalla cisterna è la volta della mosche di S. Sofia… l’interno di questa moschea è forse più affascinante dell’altra… sarà per i lampadari accesi ma l’atmosfera è più accogliente.
La prossima fermata è al Gran Bazar, ma prima dobbiamo pagare pegno ed assistere alla solita, e a contare gli acquisti (zero), inutilissima dimostrazione dei bellissimi e costosissimi tappeti
turchi a doppio nodo come quelli visti ieri a Efeso. Il Bazar è una ragnatela abbastanza organizzata dove tanti piccoli ragnetti non aspettano altro che intrappolare i poveri insettini che capitano a tiro. Devo dire però che è tutto molto tranquillo ed i venditori non sono affatto aggressivi come quelli dei famosi souk egiziani, marocchini o giù di lì. Sono simpatici e furbi, soprattutto col cambio tra Euro e Lira Turca. Come da tradizione, ad esempio, se parti da 100 è molto probabile che il prezzo giusto si aggiri attorno ai 50
E’ arrivata l’ora del pranzo e ci rechiamo presso un magnifico Hotel dove ci aspetta un buffet ricco di specialità locali. Forse la dislocazione di questo hotel rispetto ai monumenti da visitare è l’unica pecca dell’organizzazione di questa escursione. Con il traffico ci mettiamo quasi 1 ora per raggiungerlo ed 1 ora per tornare nella zona di interesse monumentale dove ci aspetta il Palazzo Topkapi.
Questo palazzo nasce su un’area vasta, divisa a zone. Man mano che si procede le zone, al tempo del Sultano, diventavano sempre più esclusive. Devo dire che da punto di vista architettonico non è che ci siano particolarità rilevanti. Però è tutto l’ambiente, la sua storia e la sua funzione ad essere affascinante. Importante è la collezione di gioielli che è esposta in alcune stanze, tra i quali c’è il famoso diamante dei tre cucchiai da ben 86 carati. E’ il quinto diamante più grande al mondo. L'origine del nome è curiosa: qualcuno trovò il gioiello in cima a un cumulo di immondizie e, pensando si trattasse di un falso, lo barattò per tre cucchiai. Io gliene avrei offerti anche 5…
E’ ora del rientro… la giornata è stata impegnativa e sono ormai quasi le 18… Abbiamo solo il tempo di un veloce passaggio in cabina che andiamo subito a goderci la partenza ed a salutare la città dal ponte 9.
Il pilota lascia la nave…
E noi lasciamo Istanbul….
Ci rendiamo conto che bisognerebbe correre per essere pronti per lo spettacolo delle 20… non ce la sentiamo e allora ci polleggiamo in piscina/idromassaggio per essere sicuramente pronti per il ristorante dove ci aspetta la famigerata Serata Italiana!!! Non posso nascondere che alla 5° Serata italiana è diventato tutto abbastanza scontato e il fascino della “prima volta” è ormai un ricordo. Però c’è una novità!!! Oltre alle immancabili note partenopee, con tanto di sventolio dei tovaglioli, sono state aggiunte anche quelle di una canzone romanesca della serie “ma che ce frega ma che c’emporta”. Inizio ad apprezzare di più l’etichetta della serata di gala
Bravi comunque i camerieri che si esibiscono in esibizioni danzanti.
Al Gran Bar Palatino va in scena un improbabile estivo Carnevale di Venezia, noi tiriamo dritto e tra un po’ di casinò e di piano bar chiudiamo l’avventura turca.