Siate clementi, ma forse è il mio sub-conscio che non vuole farmi finire in tempi decenti, neanche lui vuole staccare la spina. Comunque approfitto per augurarvi uno spettacolare 2017 a tutti gli amici del gruppo ed anche a chi, con nostro grande piacere, ci legge. Ci sarà mai qualcuno che lo fa ancora?? siamo rimasti in pochi del gruppo, figuriamoci glia altri.
Non fa niente, io scrivo primo per me stesso.
Un abbraccione circolare a tutti. Manca solo il capitolo del rientro e poi è finita, ahimè!!
Capitolo 14: Barcellona
“Mentre rimandiamo, la vita passa”
(Seneca)
Siamo arrivati all’ultima città da visitare. Adesso non posso che dare ragione a Seneca. Non c'è cosa più vera. Prima di questa crociera, ho avuto modo di visitare altri posti e di fare altri viaggi ma mai una vacanza di questa portata. Barcellona è la giusta chiusura di un corollario di destinazioni e di esperienze che difficilmente potrà avere eguali in una mia prossima futura vacanza. Quanto tempo perdiamo impiegandolo nel non fare nulla. Quante volte nel mio passato avrei potuto visitare queste stesse città ed invece, anche avendone la possibilità, non l’ho fatto. Ho sempre rimandato, e la stessa cosa ho fatto per la crociera. Avrei potuto provare prima questa vacanza diversa dall’ordinario. Questo strano modo di partire che ti porta a visitare, anche se non in maniera approfondita, tanti posti diversi e lontani tra loro, nello stesso viaggio. Ho snobbato, ahimè, la crociera rimandandola sempre a quando avrei dovuto festeggiare i miei 25 anni di matrimonio, doveva essere un evento. L’evento che avrebbe caratterizzato quella data, e così è stato. Intanto che rimandavo di vita ne è passata abbastanza. Se la vita vorrà darmi altre possibilità, vedrò di recuperare.
Se Vigo è stata, a mio modesto parere, la tappa più “inutile” Barcellona è stata quella più insoddisfacente. Città bellissima con un mare di cose da vedere e visitare. Il tempo era così poco che solo a pensarci creava il panico. Meno di cinque ore per visitare una delle mete più ambite in assoluto. Quasi non si voleva scendere per non fare torto a niente ed a nessuno. Ma oltre ad essere poco il tempo a disposizione per visitare la città io, probabilmente, non sono stato in grado di ottimizzarlo efficacemente come invece ho fatto altre volte. Se tutte le altre tappe free le avevo minuziosamente preparate, organizzandomi ed informandomi molto tempo prima di partire, su Barcellona ho sbagliato. I miei compagni di viaggio avevano in precedenza visitato la città in una vacanza di qualche giorno, e quindi si contava sulla loro conoscenza per spostarci in città. Primo errore: non abbiamo considerato che le loro percezione sulle visite della città, erano state fatte in un tempo molto “comodo” stando in città per 5 giorni e quindi gli era rimasta impressa un’idea del tempo, necessario per spostarsi o per visitare dei monumenti, molto più ampio di quello che invece è necessario ad un crocerista che spesso si accontenta di fare toccata e fuga. Secondo errore: “il porto è vicinissimo alla Rambla, non c’è bisogno di prendere i mezzi”. Come ho fatto a non pensare che loro vedevano solo una parte del porto, cosa ne potevano sapere del molo di attracco della nostra nave?? mi sarei dovuto documentare io!! Terzo errore: non aver capito, eppure di tempo ne avevo avuto, i primi due errori ponendogli il giusto rimedio, magari sarei riuscito a fare la qualche visita in più. Mha!!, forse sono solo scuse, il vero ed unico problema è stato il tempo ridottissimo dello scalo.
Nei sondaggi di Costa che mi hanno inviato successivamente alla crociera, tra altri suggerimenti, mi sono molto lamentato di queste poche ore dedicate alla città di Barcellona, forse avrebbero potuto meglio pianificare il viaggio recuperando prima una giornata (Vigo ad esempio) per dedicarla in aggiunta a Barcellona, o anche facendo durare la crociera un giorno in più,(mica male come idea, no??). Immaginate se fossimo stati un giorno e mezzo nella città catalana, magari con possibilità di viverla anche in notturna, sai che spettacolo. Invece ho visto poco ed ho visto male.
Ma, come si suol dire, “piuttosto che niente, meglio piuttosto!” quindi veniamo al racconto. Alle 08.00 cerchiamo di farci trovare pronti per poter scendere velocemente. Giù nel terminal (unico terminal di tutte le tappe senza uno straccio di Wi-fi, una vergogna) ci avviamo subito a piedi, come già detto non ci eravamo informati sui mezzi da prendere visto che eravamo tutti convinti di essere vicini alla città. Dopo un 500 metri, ci rendiamo conto che non è fattibile. Prendiamo atto di essere relativamente distanti e che avremmo perso ulteriore tempo prezioso solo per approssimarci alla città. Abbiamo visto passare dei Bus, ma nessuno si fermava lungo il tragitto bisognava ritornare al capolinea. Invece di tornare indietro decidiamo di fermare un taxi e di farci portare via, considerando che eravamo in 6 il costo non sarebbe stato tanto più alto (12 euro la corsa taxi per 6 persone). I taxi di Barcellona, comunque, meritano un piccolo appunto. Non vi fidate mai dei tassisti, cercano di propinarvi di tutto a prezzi inizialmente esagerati per poi finire ad una sorta di trattativa tipo mercato arabo. Sono sempre in agguato ed in movimento come dei falchi e pur di fare una corsa vi fermano per strada dandovi un sacco di consigli su dove è meglio andare offrendosi di farvi fare giri meravigliosi, in ogni area di sosta puoi facilmente vedere il gesticolare ed il prostrarsi degli autisti per convincerti a salire. A noi, il vecchio tassista dell’andata, ci ha anche fregato dei soldi aumentando la cifra del tassametro raccontandoci di una presunta maggiorazione dovuta al fatto che eravamo in sei, non avevo tempo per mettermi a litigare e quindi i 3 euro di supplemento gli ho augurato che se li spendesse in medicine. Al ritorno invece, l’onesto autista, ci ha chiesto solo di pagare la cifra segnata confermandoci che non esisteva alcuna maggiorazione.
Ci facciamo portare fino al Mirador de Colom, la statua dedicata a Cristoforo Colombo, alta circa 60 metri, che si trova proprio tra la fine della Ramblas ed il porto di Barcellona.
A quel punto insieme ad i nostri amici, che avevano cognizione su come muoversi velocemente in città e quindi questa volta avevano il ruolo dei cicerone, scendiamo nella metropolitana ed al costo di 2,15 euro, compriamo un biglietto che è stato utilizzato anche nella seconda metro che abbiamo dovuto prendere per arrivare alla nostra meta, la Sagrada Familia.
Imponente!! La mia prima espressione appena ci arrivo di fronte. Se penso che ancora deve essere costruita, secondo il progetto di Gaudì, la torre centrale che sarà quella più alta, posso dire che è impressionante per imponenza e per la complessità della sua eccentrica architettura. Particolare è anche la variegata simbologia, tipica dell’artista, che appare in ampi spazi delle sue facciate. Bisogna sicuramente girarci attorno e vederla per intero per goderne di tutte le sfaccettature che solo a prima vista appaiono uguali mentre sembrano esprimere diversi stati d’animo e i diversi momenti della sua realizzazione. Rimango entusiasta e soddisfatto per aver avuto la possibilità di vederla dal vivo, le foto che avevo visto non gli rendevano giustizia, ma nello stesso tempo mi rimane il cruccio per non averla visitata dal suo interno e magari sarei anche salito sulla torre della passione. Sarà per la prossima volta. Intanto continuano alacremente i lavori di costruzione su tutti i lati, vuol dire che avrò altro da gustarmi anche nella parte esterna.
Riprendiamo, in senso inverso, la metropolitana e scendiamo nell’ampia piazza de Catalunya, da dove ha inizio la parte alberata della più famosa Rambla di Barcellona. Facciamo un giro in qualche negozio della piazza, tra i quali non manca l’Hard Rock Cafè di Barcellona dove, questa volta anche io, oltre che a mia figlia, mi compro una delle famose magliette.
Iniziamo a scendere la Rambla. Man mano che scendiamo, e con il trascorrere della mattinata, la trovo sempre più “rumorosa”, tanti turisti chiassosi, una serie di artisti da strada che rappresentavano i loro numeri, chioschi che vendevano un po’ di tutto. Uno stupendo viale alberato molto movimentato anche se, forse, un poco troppo sopravvalutato. Forse in tempi diversi è stato più caratteristico ed affascinante, probabile che anche la sera si animi così tanto da renderlo unico. Ai lati della Rambla vedo che ci sono tanti e svariati negozi, tra i quali numerosi (troppo numerosi) sono quelli gestiti da asiatici che vendono souvenir di scarsa qualità. Già solo entrare in quei negozi, con musica etnica ad alto volume e con una persistente puzza di spezie sconosciute ai più, mi sembra un azzardo, figuriamoci se poi, come hanno fatto le nostre gentili signore, si doveva perdere tempo a scegliere cosa comprare facendo anche un paragone di prezzi tra i vari negozi. Comunque sia, tra negozi e chioschi, anche qui non è mancata la collezione di ricordini Barcellonesi. Ci sta anche questo dai. Proseguiamo.
Se non ne avessi trovato traccia in qualche recensione turistica, probabilmente come tanti, non mi sarei accorto del mosaico del “Pla de l’Os” e lo avrei tranquillamente calpestato senza notarne i particolari. Mi fermo un attimo e, nonostante la mia scarsa cultura artistica, collego facilmente quelle forme e quei colori alla linea artistica di Joan Mirò. Anche se semplice, mi sembra carino e particolare, e poi da un ulteriore tocco di esclusività originale alla rambla.
A circa metà della Rambla arriviamo ad una delle entrate del grande mercato di S. Joseph, meglio conosciuto come la Boqueria. Spettacolare, penso che sia tra i mercati più belli e grandi in assoluto. Che non si facciano inutili ed impossibili paragoni con i nostri classici mercati. La Boqueria è un’altra cosa. Un immensa esposizione di ogni mercanzia culinaria presente in tutta la Catalogna. Si trovano distese di frutta e verdura, pesce freschissimo, spezie, carni, dolci tipici e, naturalmente, la parte del leone la fanno i salumi rappresentati da una miriade dei famosi prosciutti tutti allineati e coperti come fossero un plotone di rappresentanza. Ordinati, puliti, colorati ed attraenti i banchi sono curati in ogni particolare una boutique alimentare anche nella loro rappresentazione. Naturalmente era stracolmo di turisti, ma non solo, visto che ho notato parecchie massaie riempirsi i carrelli e divincolarsi velocemente nella ressa. Oltre che a comprare la merce esposta, la boqueria offre la possibilità di consumare anche sul posto. Frutta esotica in succhi oppure tagliata a pezzettini in grossi bicchieri. Fritture di pesce o Tapas spagnole. Carni arrosto e taglieri di salumi. C’era tanto e tutto presentato in maniera gustosa ed attraente. Se un giorno ci ritornerò un pranzetto sfizioso lo merita di sicuro. Intanto mi son comprato un po di salami tipici che mi sembra un appropriato souvenir da portare a casa. Avevo visitato il mercato di Valencia, che mi è piaciuto di più a livello di struttura architettonica sia esterna che interna, ma questo di Barcellona è sostanzialmente più grande come estensione ed anche la “ressa” di frequentatori è molto più fitta.
E’ quasi ora di rientrare in nave. Continuiamo a percorrere fino alla fine la Rambla, fermandoci di tanto in tanto a gustarci gli spettacolini improvvisati degli artisti da strada. Arrivati sotto la statua di Colombo e si ferma subito un taxi da dove l’autista, rammaricato per non poterci portare tutti e sei visto che ha un’auto piccola, ci sconsiglia di recarci alla fermata dell’autobus e si prodiga subito al telefono per contattare qualche amico suo con l’auto adatta per caricarci tutti e sei. Lo vediamo indaffaratissimo, vorremo andar via ma quasi ci dispiace. Ad un certo non avendo soddisfazione al telefono, parte dicendoci che avrebbe fatto un giro per vedere se poteva trovare qualcuno per risolverci il problema. Dopo qualche minuto ripassa e ci dice che il giro di perlustrazione non ha avuto l’esito sperato, ci saluta e se ne va. Il tempo di ammirare lo splendido palazzo della dogana di Barcellona e vediamo transitare un taxi 6 posti, lo fermiamo e quindi rientriamo in nave.
Anche Barcellona è finita. Comunque la città mi è piaciuta, almeno in quello che ho potuto vedere, mi ha dato una sensazione di grandiosità con aria sofisticata ed apparentemente snob, merita una visita accurata.
Pranzo al ristorante, quest’oggi abbiamo menù tipico laziale, giustamente il caso si beffa di me ricordandomi che dal giorno dopo sarò di nuovo presso la mia residenza laziale e sarà tutto di nuovo monotono ed ordinario. Le prime ore pomeridiane sono dedicate alla preparazione dei bagagli. Non avendo più il problema della stiva dell’aereo, ottimizziamo le valigie senza tener conto del loro peso. Nella cassetta fuori dalla cabina ci hanno fatto trovare le etichette colorate da apporre alle valigie. Le mie sono di colore verde con la lettera “E”, significa che inizieremo a sbarcare con il turno delle ore 09.00. Siamo stati fortunati, non faremo tardi ma siamo comodi per prepararci e fare colazione. Un consiglio, nei bagagli di partenza, considerate di lasciare sempre un ampio spazio per gli acquisti che farete nelle città visitate, sembra poco ma vi assicuro che non è stato semplice sistemare tutto adeguatamente. Finiti i bagagli, metto le etichette e li accatasto ad un lato della cabina, dovranno essere lasciate nei corridoi fuori dalla porta, entro mezzanotte. Nella cassetta c’era anche il riepilogo del conto economico della carta Costa, nessuna sorpresa e quindi mi sono evitato la fila alla reception per sistemare eventuali disguidi o discrasie.
Vagabondiamo tra i ponti in mezzo a tutta quella gente che abbiamo imparato a vedere in tutte le ore e, anche se siamo tanti, ormai pensi di conoscere tutti quanti. Ci stendiamo un po sul lettino a bordo piscina e dopo poco passiamo alle poltrone. Da una parte si ride e dall’altra si racconta e si promette di risentirci alla prima occasione. Vedo la faccia triste di mia figlia che si prepara all’ultima serata di una vacanza pazzesca. Incontriamo parecchi amici del mitico gruppo, in molti abbiamo lo stesso sguardo spento ma altri, gli abitué, già parlano della loro prossima crociera e capisco che per loro questa è la normalità e quindi meglio affrontano l’ultimo giorno in navigazione. La sera, con aperitivo alla mano, ci gustiamo l’ultimo giorno di teatro con una bella esibizione di alcuni artisti “Adam Medini” che ci propongono uno spettacolo divertente e di vario genere. Dopo cena riunione e saluti tra i componenti del gruppo. Domani mattina non ci sarà tempo, saremo tutti indaffarati con bagagli e l’attesa di scendere, quindi anticipiamo i saluti. Non ricordo tanti particolari di quel pomeriggio, molte cose le ho fatte quasi come un automa, ero sotto effetto di una malattia a me sconosciuta, un effetto amnesia dovuta a stress di fine crociera. Depressione. Buonanotte.