gimale
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Arriviamo a Port Said attorno alle 7; tutto intorno è un brulicare di navi forse in attesa di entrare nel canale di Suez. Ci passa accanto una vecchia barca di pescatori e prima di attraccare salgono a bordo i funzionari della immigrazione.
Un paio di giorni prima di arrivare a Port Said ci erano state fornite istruzioni relative ai controlli di immigrazione in Egitto. Tutti i passaporti dovranno essere timbrati dalle autorità egiziane compresi quelli di chi ha deciso di rimanere a bordo. Per noi che abbiamo escursione Costa il passaporto sarà timbrato all’uscita della nave e le operazioni si svolgono molto rapidamente. Chi invece scende in autonomia a Port Said ha dovuto comunicarlo alla reception due giorni prima dell’arrivo in Egitto e ha dovuto attendere l’uscita di tutte le escursioni prima di poter scendere. Infine chi è rimasto a bordo ha consegnato i passaporti la sera prima e li ha ritirati il giorno dopo durante la navigazione da Port Said ad Alessandria. Lo scalo di Port Said è stato una sorta di scalo tecnico per far scendere chi andava in escursione Costa o in autonomia; il reimbarco è poi avvenuto la sera stessa ad Alessandria.
Il ritrovo per le escursioni al Cairo e ai siti archeologici è stato al teatro ma ad un certo punto c’era talmente tanta gente che non ci si riusciva più a muovere e ancora non avevano dato il via alla discesa. Non si riusciva quasi più a respirare così abbiamo iniziato comunque a spostarci verso le scale intanto sapevamo già dalla sera prima il numero del bus.
L’escursione scelta da noi è stata il culto monumentale egizio a Giza, Menfi e Saqqara, durata 13 ore. Doveva essere compreso anche il pranzo a buffet in un hotel 5 stelle ma due giorni prima ci comunicano che per ragioni operative il pranzo sarà al sacco da consumare in autobus. Ci viene riconosciuto un rimborso di 15 euro a persona. Appena ho letto l’avviso mi sono preoccupata di informare il personale dell’ufficio escursioni di una mia intolleranza alimentare e il ragazzo al desk in quel momento ha diligentemente preso nota indicando nome cognome e numero di cabina.
Finalmente ci lasciano uscire, una brevissima sosta per il timbro sul passaporto e andiamo a cercare il nostro bus (il numero 2), primo di una lunghissima fila di autobus. Alla salita sul bus la guida mi consegna una scatola con il pranzo al sacco. Faccio presente che ho un’intolleranza e che avevo avvisato ma mi dice che non ne sa niente e di salire. Allora sono andata a cercare una delle assistenti Costa per chiedere se poteva contattare un responsabile dell’ufficio escursioni spiegando il problema. La risposta è stata no, perché per chiamare in nave avrebbe dovuto usare il suo telefono personale e non aveva altro modo. Ho dinuovo fatto presente il problema alla guida e dopo circa un quarto d’ora arriva con un’altra scatola su cui però è scritto un altro nome e numero di cabina. Gli dico che non è il mio, che è di un’altra persona che ha qualche allergia e lui mi risponde che va bene lo stesso e di tenermi quella scatola. Controllo cosa c’è dentro e sono alimenti che posso mangiare così non faccio altre questioni. Passano altri 10 minuti e mi consegnano un’altra scatola: finalmente è quella giusta!
Intanto alcune persone iniziano a lamentarsi di quello che ci è stato fornito come pranzo al sacco, che c’è una bella differenza tra un buffet in un hotel a 5 stelle e la scatola che ci è stata data, che 15 euro di rimborso sono pochi, e così via. La ragazza della Costa che avrebbe dovuto accompagnarci risponde con fare un po’ arrogante e invece di sedare gli animi ottiene l’effetto contrario. Alla fine afferma che quello che è nella scatola è la colazione e che poi ci sarà il pranzo; io e mio marito capiamo subito che è una bufala bella e buona (abbiamo già visto cosa c’è nella scatola e non può essere solo una colazione). Sta di fatto che dopo questa affermazione scende dal nostro autobus e viene sostituita da un altro ragazzo.
Nella scatola c’erano 3 panini con pane tipo in cassetta, non di qualità, un po’ molliccio e dolciastro; in uno c’era formaggio e un affettato non ben identificabile, in uno verdure e nell’ultimo della carne, forse pollo; Ne ho mangiato uno, solo proprio perché avevo fame; una banana (alcuni l’hanno trovata molto matura quasi marcia, almeno da quanto hanno detto); un succo di frutta; una bottiglietta d’acqua; un pacchettino con 5 wafers e un pacchettino di patatine. Alcune persone si sono rifiutate di mangiare e al rientro a bordo sono andate a lamentarsi chiedendo un ulteriore rimborso ma non so come sia andata a finire.
Comunque alla fine eravamo tutti pronti a partire, abbiamo dovuto aspettare che tutti gli autobus fossero pronti perché l’uscita da Port Said doveva avvenire in carovana e scortati dalla polizia.
Inizialmente avevamo pensato che fosse per ragioni di sicurezza invece poi abbiamo capito che era solo per agevolarci nel traffico. Infatti le macchine che ci accompagnavano si posizionavano negli incroci bloccando il traffico e facendoci passare e non ci hanno più seguiti una volta entrati in autostrada.
L’ambiente che ci circonda cambia continuamente: aree palustri, risaie, coltivazioni di banane, palmeti e poi compaiono le prime dune di sabbia
Un paio di giorni prima di arrivare a Port Said ci erano state fornite istruzioni relative ai controlli di immigrazione in Egitto. Tutti i passaporti dovranno essere timbrati dalle autorità egiziane compresi quelli di chi ha deciso di rimanere a bordo. Per noi che abbiamo escursione Costa il passaporto sarà timbrato all’uscita della nave e le operazioni si svolgono molto rapidamente. Chi invece scende in autonomia a Port Said ha dovuto comunicarlo alla reception due giorni prima dell’arrivo in Egitto e ha dovuto attendere l’uscita di tutte le escursioni prima di poter scendere. Infine chi è rimasto a bordo ha consegnato i passaporti la sera prima e li ha ritirati il giorno dopo durante la navigazione da Port Said ad Alessandria. Lo scalo di Port Said è stato una sorta di scalo tecnico per far scendere chi andava in escursione Costa o in autonomia; il reimbarco è poi avvenuto la sera stessa ad Alessandria.
Il ritrovo per le escursioni al Cairo e ai siti archeologici è stato al teatro ma ad un certo punto c’era talmente tanta gente che non ci si riusciva più a muovere e ancora non avevano dato il via alla discesa. Non si riusciva quasi più a respirare così abbiamo iniziato comunque a spostarci verso le scale intanto sapevamo già dalla sera prima il numero del bus.
L’escursione scelta da noi è stata il culto monumentale egizio a Giza, Menfi e Saqqara, durata 13 ore. Doveva essere compreso anche il pranzo a buffet in un hotel 5 stelle ma due giorni prima ci comunicano che per ragioni operative il pranzo sarà al sacco da consumare in autobus. Ci viene riconosciuto un rimborso di 15 euro a persona. Appena ho letto l’avviso mi sono preoccupata di informare il personale dell’ufficio escursioni di una mia intolleranza alimentare e il ragazzo al desk in quel momento ha diligentemente preso nota indicando nome cognome e numero di cabina.
Finalmente ci lasciano uscire, una brevissima sosta per il timbro sul passaporto e andiamo a cercare il nostro bus (il numero 2), primo di una lunghissima fila di autobus. Alla salita sul bus la guida mi consegna una scatola con il pranzo al sacco. Faccio presente che ho un’intolleranza e che avevo avvisato ma mi dice che non ne sa niente e di salire. Allora sono andata a cercare una delle assistenti Costa per chiedere se poteva contattare un responsabile dell’ufficio escursioni spiegando il problema. La risposta è stata no, perché per chiamare in nave avrebbe dovuto usare il suo telefono personale e non aveva altro modo. Ho dinuovo fatto presente il problema alla guida e dopo circa un quarto d’ora arriva con un’altra scatola su cui però è scritto un altro nome e numero di cabina. Gli dico che non è il mio, che è di un’altra persona che ha qualche allergia e lui mi risponde che va bene lo stesso e di tenermi quella scatola. Controllo cosa c’è dentro e sono alimenti che posso mangiare così non faccio altre questioni. Passano altri 10 minuti e mi consegnano un’altra scatola: finalmente è quella giusta!
Intanto alcune persone iniziano a lamentarsi di quello che ci è stato fornito come pranzo al sacco, che c’è una bella differenza tra un buffet in un hotel a 5 stelle e la scatola che ci è stata data, che 15 euro di rimborso sono pochi, e così via. La ragazza della Costa che avrebbe dovuto accompagnarci risponde con fare un po’ arrogante e invece di sedare gli animi ottiene l’effetto contrario. Alla fine afferma che quello che è nella scatola è la colazione e che poi ci sarà il pranzo; io e mio marito capiamo subito che è una bufala bella e buona (abbiamo già visto cosa c’è nella scatola e non può essere solo una colazione). Sta di fatto che dopo questa affermazione scende dal nostro autobus e viene sostituita da un altro ragazzo.
Nella scatola c’erano 3 panini con pane tipo in cassetta, non di qualità, un po’ molliccio e dolciastro; in uno c’era formaggio e un affettato non ben identificabile, in uno verdure e nell’ultimo della carne, forse pollo; Ne ho mangiato uno, solo proprio perché avevo fame; una banana (alcuni l’hanno trovata molto matura quasi marcia, almeno da quanto hanno detto); un succo di frutta; una bottiglietta d’acqua; un pacchettino con 5 wafers e un pacchettino di patatine. Alcune persone si sono rifiutate di mangiare e al rientro a bordo sono andate a lamentarsi chiedendo un ulteriore rimborso ma non so come sia andata a finire.
Comunque alla fine eravamo tutti pronti a partire, abbiamo dovuto aspettare che tutti gli autobus fossero pronti perché l’uscita da Port Said doveva avvenire in carovana e scortati dalla polizia.
Inizialmente avevamo pensato che fosse per ragioni di sicurezza invece poi abbiamo capito che era solo per agevolarci nel traffico. Infatti le macchine che ci accompagnavano si posizionavano negli incroci bloccando il traffico e facendoci passare e non ci hanno più seguiti una volta entrati in autostrada.
L’ambiente che ci circonda cambia continuamente: aree palustri, risaie, coltivazioni di banane, palmeti e poi compaiono le prime dune di sabbia