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Costa Pacifica: verso le terre di Galilea e dei Faraoni 14-28 maggio 2023

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Arriviamo a Port Said attorno alle 7; tutto intorno è un brulicare di navi forse in attesa di entrare nel canale di Suez. Ci passa accanto una vecchia barca di pescatori e prima di attraccare salgono a bordo i funzionari della immigrazione.

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Un paio di giorni prima di arrivare a Port Said ci erano state fornite istruzioni relative ai controlli di immigrazione in Egitto. Tutti i passaporti dovranno essere timbrati dalle autorità egiziane compresi quelli di chi ha deciso di rimanere a bordo. Per noi che abbiamo escursione Costa il passaporto sarà timbrato all’uscita della nave e le operazioni si svolgono molto rapidamente. Chi invece scende in autonomia a Port Said ha dovuto comunicarlo alla reception due giorni prima dell’arrivo in Egitto e ha dovuto attendere l’uscita di tutte le escursioni prima di poter scendere. Infine chi è rimasto a bordo ha consegnato i passaporti la sera prima e li ha ritirati il giorno dopo durante la navigazione da Port Said ad Alessandria. Lo scalo di Port Said è stato una sorta di scalo tecnico per far scendere chi andava in escursione Costa o in autonomia; il reimbarco è poi avvenuto la sera stessa ad Alessandria.

Il ritrovo per le escursioni al Cairo e ai siti archeologici è stato al teatro ma ad un certo punto c’era talmente tanta gente che non ci si riusciva più a muovere e ancora non avevano dato il via alla discesa. Non si riusciva quasi più a respirare così abbiamo iniziato comunque a spostarci verso le scale intanto sapevamo già dalla sera prima il numero del bus.

L’escursione scelta da noi è stata il culto monumentale egizio a Giza, Menfi e Saqqara, durata 13 ore. Doveva essere compreso anche il pranzo a buffet in un hotel 5 stelle ma due giorni prima ci comunicano che per ragioni operative il pranzo sarà al sacco da consumare in autobus. Ci viene riconosciuto un rimborso di 15 euro a persona. Appena ho letto l’avviso mi sono preoccupata di informare il personale dell’ufficio escursioni di una mia intolleranza alimentare e il ragazzo al desk in quel momento ha diligentemente preso nota indicando nome cognome e numero di cabina.

Finalmente ci lasciano uscire, una brevissima sosta per il timbro sul passaporto e andiamo a cercare il nostro bus (il numero 2), primo di una lunghissima fila di autobus. Alla salita sul bus la guida mi consegna una scatola con il pranzo al sacco. Faccio presente che ho un’intolleranza e che avevo avvisato ma mi dice che non ne sa niente e di salire. Allora sono andata a cercare una delle assistenti Costa per chiedere se poteva contattare un responsabile dell’ufficio escursioni spiegando il problema. La risposta è stata no, perché per chiamare in nave avrebbe dovuto usare il suo telefono personale e non aveva altro modo. Ho dinuovo fatto presente il problema alla guida e dopo circa un quarto d’ora arriva con un’altra scatola su cui però è scritto un altro nome e numero di cabina. Gli dico che non è il mio, che è di un’altra persona che ha qualche allergia e lui mi risponde che va bene lo stesso e di tenermi quella scatola. Controllo cosa c’è dentro e sono alimenti che posso mangiare così non faccio altre questioni. Passano altri 10 minuti e mi consegnano un’altra scatola: finalmente è quella giusta!

Intanto alcune persone iniziano a lamentarsi di quello che ci è stato fornito come pranzo al sacco, che c’è una bella differenza tra un buffet in un hotel a 5 stelle e la scatola che ci è stata data, che 15 euro di rimborso sono pochi, e così via. La ragazza della Costa che avrebbe dovuto accompagnarci risponde con fare un po’ arrogante e invece di sedare gli animi ottiene l’effetto contrario. Alla fine afferma che quello che è nella scatola è la colazione e che poi ci sarà il pranzo; io e mio marito capiamo subito che è una bufala bella e buona (abbiamo già visto cosa c’è nella scatola e non può essere solo una colazione). Sta di fatto che dopo questa affermazione scende dal nostro autobus e viene sostituita da un altro ragazzo.

Nella scatola c’erano 3 panini con pane tipo in cassetta, non di qualità, un po’ molliccio e dolciastro; in uno c’era formaggio e un affettato non ben identificabile, in uno verdure e nell’ultimo della carne, forse pollo; Ne ho mangiato uno, solo proprio perché avevo fame; una banana (alcuni l’hanno trovata molto matura quasi marcia, almeno da quanto hanno detto); un succo di frutta; una bottiglietta d’acqua; un pacchettino con 5 wafers e un pacchettino di patatine. Alcune persone si sono rifiutate di mangiare e al rientro a bordo sono andate a lamentarsi chiedendo un ulteriore rimborso ma non so come sia andata a finire.

Comunque alla fine eravamo tutti pronti a partire, abbiamo dovuto aspettare che tutti gli autobus fossero pronti perché l’uscita da Port Said doveva avvenire in carovana e scortati dalla polizia.

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Inizialmente avevamo pensato che fosse per ragioni di sicurezza invece poi abbiamo capito che era solo per agevolarci nel traffico. Infatti le macchine che ci accompagnavano si posizionavano negli incroci bloccando il traffico e facendoci passare e non ci hanno più seguiti una volta entrati in autostrada.
L’ambiente che ci circonda cambia continuamente: aree palustri, risaie, coltivazioni di banane, palmeti e poi compaiono le prime dune di sabbia

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Incontriamo i mezzi di trasporto più vari spesso carichi all’inverosimile e autogrill fai da te.

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Dopo quasi tre ore di viaggio iniziamo a scorgere la periferia del Cairo

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Ai lati della strada case in mattoni in parte demolite ma ancora abitate: la guida ci dice che sono palazzi che sono stati costruiti o troppo vicini all’autostrada o troppo alti e perciò il governo li ha fatti demolire in parte.

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Passiamo su un ponte che sovrasta il fiume Nilo ed iniziamo ad addentrarci nelle strade che ci condurranno a Menfi.

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Solo la strada principale è asfaltata, tutte le traverse secondarie sono in terra battuta. Il traffico è totalmente caotico con taxi collettivi e tuk tuk che sfrecciano di qua e di là senza rispettare le regole a cui siamo abituati in Europa e spesso contromano.

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Le vie brulicano di vita, ci sono persone ovunque: chi trasporta le proprie merci, chi vende per strada i propri prodotti (scusate la qualità delle immagini ma le foto sono state scattate passando in autobus)

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Le condizioni igieniche sono ben lontane dai nostri standard e i rifiuti si trovano ovunque. Tra le case scorrono dei canali in cui è impossibile vedere l'acqua perchè totalmente ricoperti di contenitori di plastica. Lungo gli argini montagne di rifiuti e carcasse di animali morti. E tutto attorno la povertà....
 
Sono passati parecchi anni da quando visitammo l'Egitto ma vedo che le cose sono peggiorate da allora. Che peccato.
Il mio viaggio in Egitto 10 gg. con crociera sul Nilo è stato uno dei viaggi più belli se non il migliore che abbiamo fatto. L'archeologia, i panorami, una cultura differente abbinati ad un'ottimo tour operetur ed una bravissima guida sono stati un insieme indimenticabile
 
Finalmente ho trovato il tempo di leggere ed osservare tutte le meravigliose foto di questo stupendo diario!

A parte i complimenti tutti meritati, ma @gimale (Monica) ... fare la guida per piccoli gruppi selezionati?
Max 8 pax, quelli che ci stanno sul mini van che va dappertutto?
Hai talento e sei bravissima!
Te lo dice uno che lo faceva per i sub (il nik @azoto63).
 
Arriviamo a Menfi. Questa città fu la capitale del regno egizio tra il 2686 e il 2181 a.C. ed era la sede del potere: qui risiedevano i faraoni che fecero costruire le piramidi. Si ritiene però che i primi insediamenti della città risalgano addirittura a oltre 5000 anni fa. Sorge a circa 25 km a sud del Cairo, sul delta del Nilo.
Nel sito si trovano diversi reperti archeologici tra cui il più impressionante è la statua di Ramesse II un faraone che governò nel XIII secolo a.C. quando ormai l’età d’oro aveva ceduto il posto ad un progressivo declino; tuttavia, le imponenti dimensioni del reperto rivelano che la città aveva comunque mantenuto la sua importanza fino al 1500, successivamente al completamento delle piramidi di Giza.
Purtroppo qui il tempo a nostra disposizione non è stato molto e siamo riusciti a vedere solo una parte dei reperti qui conservati.

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Sul lato destro della stele è visibile la rappresentazione di Horus il dio della guerra e della caccia spesso rappresentato con il corpo di uomo e la testa di falco.

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Qui sono raffigurati al centro il dio Ptah il dio creatore, alla sua destra è raffigurata sua moglie, la dea leonessa Sekhmet e alla sua sinistra Ramesse II atteggiato come il figlio delle due divinità, Nefertum. Ptah, Sekhemt e Nefertum formavano la triade divina menfita.

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la Sfinge di Menfi. La sua costruzione è avvenuta probabilmente durante la XVIII dinastia, tra il 1700 e il 1400 a.C. Il suo significato ancora oggi è avvolto nel mistero, in quanto non sono presenti su di essa iscrizioni per comprendere a quale faraone sia dedicata, ne alcun tipo di informazione a riguardo. Molto probabilmente, analizzando i tratti del suo volto gli storici hanno dedotto che potrebbe essere dedicata al faraone Amenhotep II o Hatshepsut. Rappresenta la più grande scultura in alabastro dell’antico Egitto ed è stata scoperta grazie a una missione della British School nel 1912. Ma fu solo nel 1913 che gli scavi iniziarono, liberandola così dalle sabbie del deserto.

Lunga oltre 8 m e alta 4 m è sicuramente più piccola della Grande Sfinge presente nella Necropoli di Giza. Con il suo peso di 90 tonnellate, compresa la pedana affondata ancora oggi nella sabbia, è una delle maggiori sculture di questo materiale rimaste intatte fino ad oggi.

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Statua di Ramses II

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Ed ecco qui altre tre divinità: se non ricordo male da sinistra Nut dea della nascita, Nefti dea della morte e Anubi dio dell'oltretomba

Ma il "pezzo forte" di questo sito è il colosso di Ramses II ( o Ramesse II). Si tratta di una statua in pietra calcarea alta oltre 10 metri nonostante manchino una parte delle gambe e il piedistallo. Fu scoperta nel 1820 dall'esploratore Giovanni Battista Caviglia vicino al villaggio di Mit Rahina, dove anticamente sorgeva Menfi. Era interrato nei pressi del cancello meridionale del tempio di Ptah, probabilmente in coppia con un'altra statua identica. Caviglia, tramite l'egittologo Ippolito Rosellini, offrì la statua al Granduca Leopoldo II di Toscana, che rifiutò la generosa offerta per gli alti costi di trasporto e la necessità di segare la statua in due tronconi. Il pascià dell'Egitto Mehmet Ali propose allora di donarlo al British Museum di Londra, che a sua volta declinò l'offerta per gli stessi motivi. Così rimase a Menfi, dove tuttora si trova e dove è giusto che rimanga. Attorno gli fu costruito una struttura per proteggerlo dagli eventi atmosferici. E' veramente impressionante non solo per le sue dimensioni ma anche per come sono stati scolpiti tutti i particolari del viso, delle vesti e delle strutture anatomiche. Siamo rimasti davvero a bocca aperta.

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Usciamo dal museo e facciamo un giro tra le bancarelle che si trovano all'esterno; non ci sono oggetti di particolare pregio, tutta merce per turisti, ma trovo comunque una statuetta raffigurante un gatto egizio che si aggiungerà alla mia collezione
 
Finalmente ho trovato il tempo di leggere ed osservare tutte le meravigliose foto di questo stupendo diario!

A parte i complimenti tutti meritati, ma @gimale (Monica) ... fare la guida per piccoli gruppi selezionati?
Max 8 pax, quelli che ci stanno sul mini van che va dappertutto?
Hai talento e sei bravissima!
Te lo dice uno che lo faceva per i sub (il nik @azoto63).

Grazie per i complimenti! In effetti fare il "tour operator fai da te" per la mia famiglia e per gli amici mi diverte. Prima di partire per qualsiasi luogo cerco di informarmi su quello che c'è da vedere, studio l'itinerario in modo che il tempo a disposizione sia ben sfruttato e mi preparo sempre soluzioni alternative in caso qualcosa vada storto. Ma nel caso di questo viaggio, a parte qualche scalo dove ho organizzato io, tutto è stato organizzato dall'ufficio escursioni Costa. Io ho solo scelto le escursioni da acquistare e che mi permettessero di vedere il più possibile di ciò che mi interessava.
 
Risaliamo in autobus; lasciamo Mit Rahina (come si chiama ora la città in cui si trovano i resti dell'antica Menfi) e ci spostiamo a Saqqara a circa 6 km di distanza.

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Ci avviciniamo al sito attraversando un'area con estesi palmeti e iniziamo a scorgere la famosa piramide a gradoni.

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Poco distante un'altra piramide molto peggio conservata

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Si tratta della piramide di Userkaf , faraone ritenuto il fondatore della V dinastia e che visse attorno al 2500 a.C.

L'area di Saqqara comprende il sito archeologico più vasto di tutto il paese e storicamente uno dei più rilevanti, dato che in essa sono rappresentate tutte le principali dinastie faraoniche. Saqqara fu la necropoli reale almeno fino alla III dinastia e continuò ad esserlo per circa 3000 anni dopo l'avvento di Giza e Tebe. Almeno 17 faraoni sono stati seppelliti nell'area.

La piramide più importante è quella di Djoser faraone della III dinastia. Si tratta di una struttura a gradoni e viene ritenuta la più antica piramide costruita in pietra. La struttura iniziale era una mastaba (prima struttura funeraria dell'antico Egitto) di forma quadrata che copriva un pozzo verticale profondo 28 metri. Successivamente sono stati aggiunti altri 4 gradoni fino a raggiungere 42 metri di altezza.

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Entriamo dentro la piramide pagando un biglietto di ingresso. Un breve corridoio sorretto da una serie di colonne conduce fino al centro della mastaba dove si apre il pozzo funerario.

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Sopra la nostra testa oltre 30 metri di pietre

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Usciamo all'esterno dove la temperatura sfiora i 40°C senza un filo di vento. Anche a respirare si sente aria bollente entrare nei polmoni. La guida ci dice che non è oi così caldo: spesso si superano i 50°C e comunque i turisti vanno a visitare Saqqara anche in pieno Agosto: sottilmente ci dice "non lamentatevi!"

Ci si avvicinano personaggi più o meno folkloristici che ci chiedo di fare delle fotografie naturalmente dietro un piccolo compenso in denaro

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In tutto il sito si trovano numerose mastaba di dignitari, principesse, sacerdoti.

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Scavi archeologici sono ancora in corso e recentemente è stata fatta proprio qui un'importantissima scoperta: è stata rinvenuta una sala in cui erano conservati decine di vasi contenenti diverse sostanze utilizzate per l'imbalsamazione. Ora si stanno analizzando per capire come avveniva il processo di imbalsamazione che si conosce solo parzialmente.

Tra le tante mastaba, noi entriamo in quella di Idut, forse figlia del faraone Unas vissuta tra la fine della IV dinastia e l'inizio della V. In realtà questa mastaba accoglieva le spoglie di un dignitario ma la morte prematura della principessa rese necessaria "l'usurpazione" della tomba per tumularne le spoglie. Entrando nella mastaba si percorrono diverse stanze tutte riccamente decorate.
Molte sono le scene legate all'acqua: raffigurazioni di barche, pesci, coccodrilli e ippopotami. Alcune hanno conservato ancora i colori originali.

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In quest'ultima sembra essere raffigurato l'attraversamento del fiume da parte di una mandria indotta a seguire la capo branco attirata con il suo piccolo tenuto da un uomo su una barca
 
Passiamo in un'altra sala dove inizia il corteo dei servitori che portano ogni genere di cibo, probabilmente quello che serviva alla principessa nel suo viaggio nell'aldilà

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Usciamo da questa splendida tomba e ci ritroviamo di nuovo nell'aria soffocante del deserto. E continuiamo la nostra visita

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Ritorniamo verso la piramide di Djoser per scattare ancora qualche foto ricordo e ci avviciniamo ad un imponente colonnato che era stato la via di accesso alla necropoli. Il colonnato è formato da 40 alte colonne scanalate che sorreggono un alto soffitto. Tra le colonne piccole stanze che accoglievano statue sacre.

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Ci sarebbero ancora molte cose da vedere ma il tempo a nostra disposizione sta finendo e dobbiamo spostarci ancora di qualche Km per visitare Giza. Lasciamo Saqqara dando un ultimo sguardo alle dune

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Per arrivare a Giza dobbiamo ritornare verso il Cairo: lungo la strada incontriamo un carretto tirato da un asino e il marito seduto comodamente con le redini in mano mentre la moglie era caricata sul carro; e una strana scultura ad ornare la facciata di un palazzo.

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Dopo una mezz'ora di viaggio ecco che si vedono in lontananza le piramidi!

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Le piramidi di Giza più famose e più grandi sono tre ma ci sono altre piramidi più piccole dette Piramidi delle Regine.
La più grande è la piramide di Cheope che sovrasta l'ingresso del sito archeologico.
Poi c'è la piramide di Micerino che si riconosce perchè in sommità presenta ancora le lastre di pietra che la ricoprivano ed infine la piramide di Chefren

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Ovunque ci sono cammelli che vengono utilizzati per portare i turisti a spasso tra le piramidi o per fare fotografie; continuamente si è avvicinati da persone che vendono souvenir e a volte sono decisamente insistenti. Comunque il tutto fa parte del folklore del luogo.

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Ci spostiamo alla Sfinge: vederla è stata una vera emozione. Averla lì vicino dopo averla vista tante volte sui libri o in TV è fantastico. Intanto è molto più grande di quanto avessi immaginato.
Si accede attraverso quelle che erano le stanze di preparazione delle salme e da dove iniziavano poi il viaggio verso il luogo di sepoltura.

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per proseguire su un percorso obbligato che conduce di fianco alla grande Sfinge. L'accesso "ventrale", quello per arrivare tra le zampe, è interdetto ai turisti.

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Il viaggio nell'antico Egitto finisce qui in mezzo ad un'inizio di tempesta di sabbia che ci accompagnerà durante il resto della giornata conferendo al cielo un colore giallastro.
Ancora una tappa, puramente commerciale in un negozio di papiri e nel vicino bazar e si riparte: destinazione Alessandria d'Egitto

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Veniamo inghiottiti dal traffico

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Lungo il tragitto si vedono diverse colombaie tradizionali in argilla

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Alla fine cedo alla stanchezza ed ormai è troppo buio per fare ancora fotografie al paesaggio. All'uscita dell'autostrada di nuovo veniamo scortati dalla polizia fino al porto. Arriviamo alle 21.30 passate. Ci avvisano che possiamo andare a cenare al buffet e dal ristorante del club ci dicono che ci aspettano se vogliamo andare su ma decidiamo di andare in pizzeria.
Gli amici rimasti a bordo ci informano che poco prima del nostro rientro il Comandante ha annunciato che nessun passeggero rimasto a bordo avrebbe potuto scendere ad Alessandria per trascorrere le serata a terra. La nave partirà in anticipo rispetto al previsto orario (1.00 di notte) non appena tutte le escursioni saranno rientrate. E' prevista la chiusura del porto per vento forte e si deve partire prima per non rimanere bloccati.
 
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