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Costa Serena "Oltre le colonne d'Ercole" 28/01/14 - 09/02/2014

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Arrivo un pò tardi a seguire questo bel diario ... anche noi abbiamo fatto la stessa crociera a fine novembre.
A Tangeri abbiamo avuto sia la pioggia (al momento della discesa :() che il sole; è stato uno scalo che ci ha sorpreso favorevolmente così come è stata una bella scoperta la Samsara che nelle altre crociere non avevamo mai utilizzato.
Ciao e complimenti per le belle foto ed i commenti che le presentano.
 
3 febbraio 2014: Lisbona
L’arrivo alla confluenza del Tago nell’Oceano è a dir poco spettacolare: le onde passano dal blu-intenso al blu-verdastro, sono crestate di bianco e spazzate da un vento non fortissimo, ma piuttosto deciso.

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In lontananza, la costa Portoghese

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Le nuvole sopra di noi aprono uno spiraglio di azzurro

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Onde che si sfilacciano: amo questa foto perché mostra bene la direzione del vento, differente da quella del moto ondoso

Il cielo è nuvoloso e grigio, ma a tratti si aprono drammatici squarci d’azzurro che ricordano i quadri del Tiepolo.

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La luce gioca con le nuvole e ne nascono strane forme. E il colore del mare muta in continuazione

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Scorci di cielo che paiono dipinti

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Mare blu-verdastro e cielo azzurrino e rosa

Lentamente sfiliamo davanti al faro, al primo di alcuni fortini ed ecco avvicinarsi decisa la barca del pilota di porto che ci affianca sul lato di sinistra; subito dopo oltrepassiamo la torre di Belem, poi il monumento a Vasco da Gama e dietro a questo la sagoma inconfondibile del monastero di San Jeronimos.

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Le onde dell’Atlantico s’infrangono sulle mura del fortino

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Ecco la pilotina che ci viene incontro

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La pilotina avanza decisa nelle onde verso di noi

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Sfiliamo lentamente davanti alla torre di Belem

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Il monastero di San Jeronimos ed il monumento a Vasco da Gama

Incrociamo un bulk carrier che si dirige verso il mare aperto ed ecco stagliarsi davanti a noi la sagoma del ponte del xxv de avril, con la sua linea che replica quella del golden gate di San Francisco, ed il frastuono metallico un po’ cupo creato dai veicoli che lo percorrono.

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Ecco il ponte XXV de Avril

E’ emozionante il passaggio sotto al ponte, con il fumaiolo giallo che quasi ne sfiora la campata! Ma qualcosa di ancor più emozionante si palesa in cielo: un arcobaleno!

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Serena sta transitando sotto al ponte e… si intravede qualcosa di eccezionale!

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Eccolo! L’arcobaleno! (Arco-iris, in portoghese)

Che meraviglia! Io sono al balcone della cabina, ma sento gli oooh di stupore dei passeggeri che osservano questo spettacolo sui ponti superiori e quasi mi commuovo per questo inaspettato regalo che rende magico il momento.

E non è finita qui! Lisbona ha deciso di omaggiare il nostro arrivo con un doppio arcobaleno. Lo spettacolo è, come direbbero gli anglosassoni, dramatic: doppio arcobaleno sulle acque del Tago, il riflesso meraviglioso nell’acqua dai toni verdeggianti, l’impressione che esso sorga dalle gru del porto il cui colore rosso brillante è acceso dalla luce del sole che fa capolino tra nuvole di bambagia nell’aria pulita dalla pioggia. WOW!

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Il doppio arcobaleno (appena accennato in questa foto, nell’angolo in alto a destra)

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Il riflesso dell’arcobaleno sull’acqua lo fa sembrare quasi un cerchio perfetto (ma non ci stava tutto nell’obiettivo)

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Dicono che dove nasce l’arcobaleno ci sia il tesoro… che siano quelle gru rosse?


Vediamo Praça do Comércio così prossima, mentre i nostri ufficiali manovrano con perizia la nave verso la banchina per l’ormeggio, che si rivelerà non semplicissimo per la corrente piuttosto forte.

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Praça do Comércio vista dal mare ha un che di laguna veneziana

Siamo particolarmente fortunati ad esser posizionati proprio davanti all’Alfama, il che rende molto semplice raggiungere in pochissimi passi una delle aree più antiche e caratteristiche del centro cittadino.

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Una veduta dell’Alfama dominata dal castel de Sao Jorge

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Ampia panoramica dell’Alfama mentre ci avviciniamo alla banchina d’ormeggio

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Igreja de Santa Engrácia (Panteão Nacional)

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Igreja de São Vicente de Fora

Scelgo però di salire sul bus turistico giallo (biglietto 15€ per 2 giorni, inclusivi di accesso al tram caratteristico e salita con l’ascensore di Santa Justa) diretto verso il quartiere nuovo costruito nel 1998 per l’esposizione universale. Purtroppo non ho fatto foto, preferendo godermi il giro panoramico di quest’area urbana dal design architettonico moderno e sfidante, ispirato al mare, alle navi ed al vento. L’oceanario è un edificio particolarissimo, alcune torri residenziali che ricordano nelle forme le vele e le prue di navi veloci si stagliano bianche e svettanti nel cielo spazzato dal vento e percorso dalle nubi. La stazione progettata dal contestato architetto spagnolo Calatrava è sorprendentemente bella, l’ampio viale è punteggiato di vulcani d’acqua in mosaico di ceramica di differenti sgargianti colori. E così si arriva verso quartieri più tradizionali, dal sapore più antico e art-déco, ma gradevolmente ibridati da giganteschi murales di pregevole fattura.

Scendo dal bus in Praça Rossio, percepisco un leggero appetito ed il profumo delle acciughe fritte e del tipico bacalhau mi solletica le papille gustative.

Scelgo una viuzza laterale e mi infilo in una Tasquinha: un tipico locale piccolissimo, forse 5 tavolini da 2 persone, un piccolo bancone e l’oste dai modi allegri e la parlata cantilenante tipica del portoghese. Sazio il mio desiderio di bacalhau, e concludo il soddisfacente pasto con un classico pastel de nata ed un profumato caffè; il conto è anch’esso piacevolmente sorprendente: 6,10€!

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Il lauto pasto: Bacalhau profumatissimo di menta

Riprendo quindi il mio giro di Lisbona, dirigendomi a piedi verso l’antico quartiere dell’Alfama: tra stradine che si inerpicano ripide e strette, murales colorati e scorci di inusitata bellezza, mi ritrovo senza quasi accorgermente al Jardim Júlio de Castilho, da cui si può osservare dall’alto l’intero quartiere e, inaspettatamente, mi coglie la visione della nostra grande Serena che domina in banchina.

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Un ripido scorcio passeggiando verso l’Alfama

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Moderni murales colorati

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Terrazzo in città

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Un angolo di colore in una giornata un po’ grigia

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Colore e simmetrie dal gusto arabeggiante

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Una croce di Malta a Lisbona?

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Fontanella al Jardim Julio de Castilho

Il Jardim è pure noto come Miradouro de Santa Luzia, ed in primavera ed estate la veduta è ancor più spettacolare.

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Jardim Julio de Castillho: Una piccola oasi di tranquillità

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Il mio amico passero mi vuol mostrare una cosa…

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…Costa Serena ed il suo fumaiolo giallo (come i dettagli colorati di questo quartiere Lisboeta)

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Una delle vedute dal Jardim Julio de Castilho

Il Jardim è un angolo di pace e tranquillità addossato alla Igresia de Santa Luzia, con piante, fontane e un bellissimo mosaico di azulejos che racconta dell’assedio, avvenuto nel 1147 durante la seconda crociata, di Lisbona che era in mano ai Mori.

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Dettaglio del mosaico di azulejos che rievoca l’assedio di Lisbona del 1147

Rientro pigramente alla nave, attraverso i vicoli e sbirciando nelle scuole di fado. Anelo alla tranquillità del laconium nell’area Samsara, dove invece troverò alcuni che si lamentano dei sintomi influenzali: pare che vi sia grande affollamento alla farmacia di bordo, in cerca di antipiretici e sintomatici per l’influenza. Vabbè, penso, è quasi ovvio che in questa stagione un luogo chiuso e affollato come questa grande nave sia il paradiso del raffreddore. Incrocio scaramanticamente le dita e spero di non ammalarmi pure io.

Questa sera ci sarà la festa in bianco, dopo cena salirò pure io al lido sole, ma forse non son dell’umore giusto o forse non ho più l’età per divertirmi a fare i balli di gruppo in stile villaggio vacanza. Vado ad ammirare le luci di Lisbona sotto la pioggia (chuve, per dirla à la portoghese) e poi a nanna, ché domattina mi attende l’escursione in fuoristrada ai confini d’Europa.


... To be continued ...
 
Ultima modifica:
Bellissimo l'avvicinamento a Lisbona ( che non ho ancora avuto modo di visitare)...l'arcobaleno e' uno di quei fenomeni che non ti stanchi mai di osservare e che ti mette una sensazione di pace interiore...
Concordo pienamente ....le nubi hanno tanto del Tiepolo...sembran dipinte...

Un saluto.
 
Convengo con Capricorno: il racconto dell'arrivo a Lisbona è molto coinvolgente. Mi ha ricordato - con le debite differenze - quello dell'attraversamento del canale della Giudecca a Venezia. Con le debite differenze perché, a mio avviso, "scivolare" davanti a piazza San Marco, al palazzo ducale, al ponte dei Sospiri, alla punta della Dogana.... è un'esperienza che non ha eguali...
Attendo con ansia il seguito del racconto di questa tappa che, come detto in un precedente post, manca al mio carnet di capitali europee visitate.
 
Un bel mare all'ingresso di Lisbona....bello irrequieto...
A Lisbona anche io ho avuto la fortuna dell'overnight...un vero valore aggiunto in questa crociera....
Guardando la targa su Trafalgar, mi viene in mente, che domani sarò dalla parte dei "vincitori"...in Trafalgar square a Londra.... una concente sconfitta per alcuni...ed un vero motivo di vanto, e non poco, per altri...
Il simbolo della supremazia della Marina Britannica.

Su Marrakesh...la penso esattamente come te...

Bellissime foto...e colori intensi.

Grazie e buon proseguimento
 
""Il doppio arcobaleno (appena accennato in questa foto, nell’angolo in alto a destra)""
Molto suggestivo notare come in questa foto l'arcobaleno evidenzi la nitidezza dei colori, al di sotto della cupola, ed allo stesso tempo sembra protegga e racchiude il ponte xxv de Avril al suo interno.
 
4 febbraio 2014: escursione a Cascais, Cabo da Roca, Sintra e di nuovo Lisbona
Il clima odierno non è dei migliori: piove e c’è un vento tiepido e fastidioso. Ma l’escursione prenotata per oggi è interessante e perciò senza indugio mi appresto ad una buona colazione per poi recarmi al teatro Giove a recuperare il tagliandino escursione.
I fuoristrada son già parcheggiati e ci attendono appena scesi dalla nave; in auto con me son previsti altri 5 escursionisti, ma due di loro arriveranno piuttosto tardi e quindi partiamo ad equipaggio ridotto.

In realtà, a voler essere precisi, le cose sono andate un po’ diversamente: l’escursione era programmata in partenza alle h. 8,30, a differenza del giorno precedente in cui partiva alle h. 9. I due compagni d’escursione che poi non si sono uniti a noi, eran probabilmente convinti che l’orario sarebbe stato quello stesso, perciò alle h. 8,50 si presenta uno di loro dicendo che la sua signora sta per arrivare dato che mancan ancora una decina di minuti alla partenza; vien accolto dal nostro biasimo, insiste a voler aver ragione finché non gli mostriamo il today odierno dove l’orario di partenza è chiaramente indicato; segue una sua arrabbiatura e se ne ritorna a bordo immusonito. Noi siam rimasti un po’ perplessi, sentendoci pure in colpa per aver voluto mostrargli che si sbagliava… d’altronde, stavamo bloccando la partenza pure delle altre auto in escursione con noi e non ci pareva giusto.
Risolta questa faccenda, finalmente si parte. Il nostro autista – in questa escursione non è prevista la presenza di una guida – non parla italiano, solo portoghese ed inglese, ma è molto simpatico e si rivelerà un ottimo pilota di fuoristrada nelle fangose mulattiere che percorreremo durante l’escursione. Siedo al posto accanto a lui (quello che da noi chiamiamo il posto della suocera...oibò) e ciò mi trasforma in interprete ufficiale sin dai primi chilometri di viaggio.
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Mappa dei luoghi toccati dall’escursione in 4×4

Ci allontaniamo da Lisbona passando per Belem e dirigendoci lungo la costa d’Estoril a Cascais (che in portoghese si pronuncia come se le s avessero il suono sc di scia).

Cascais è un paese di mare, con un porto che anticamente era molto trafficato, che ha conosciuto il suo sviluppo come località di vacanza in tempi più recenti: un’atmosfera di quieta raffinatezza avvolge le belle case basse, che in qualche strano modo mi ricordano architetture nord-europee, con le loro torrette e guglie appuntite. I colori non risaltano con questo cielo nuvolo e la luce opaca del sole invernale, ma si intuisce che durante le giornate tardo-primaverili questo luogo si tramuta in un gioiello di colori pastello e di verde, tra l’azzurro del cielo ed il blu dell’oceano.

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La marina a Cascais

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Cascais: Tetti e guglie di gusto vagamento nord-europeo

Qui sostiamo a vedere la magione dove il re d’Italia Umberto II venne in esilio alla fine della seconda guerra mondiale: chi si immaginasse chissà quale reggia ne rimarrebbe quasi deluso, dato che è una bellissima villa fronte mare, ma certo non sembra una residenza da re (se non per il panorama sull’oceano atlantico, che davvero merita).

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Cascais: La residenza di Umberto II di Savoia esiliato (sulla sinistra c’è un grande albergo di lusso)

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Cascais: l’oceano Atlantico

Entriamo pure in un piccolissimo negozio di alimentari che funge pure da bar e sorseggiamo un caffè dall’esorbitante costo di ben… 50€cent!!!
Son tutti gentilissimi e la cadenza della parlata portoghese mi induce ad un irresistibile buonumore nonostante il tempo bigio.
Si prosegue, prima costeggiando l’oceano e le spiagge battute da onde ragguardevoli e perciò amate dai surfisti (ad esempio, la famosissima Praia do Guincho) e poi tra strade di montagna costeggiate da pittoreschi gruppi di case. Tagliamo attraverso strade sterrate, rese fangose dalla pioggia, che tagliano la macchia di cespugli e la foresta profumata di umido ed eucalipto, alla volta di Cabo da Roca, il punto più a ovest d’Europa: situato nel parco naturale di Sintra-Cascais, è una scogliera a precipizio sull’oceano Atlantico, contro la quale oggi si infrangono spumeggiando e ruggendo le onde, mentre nuvole scure gonfie di pioggia dominano il cielo sino all’orizzonte.

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La stele a Cabo da Roca con le coordinate geografiche

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Nuvole gonfie di pioggia su Cabo da Roca

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Cabo da Roca: l’oceano, le rocce

Questo luogo, pur percorso da frotte di turisti, conserva un fascino selvatico, forse dovuto alla forza del mare ed alla sensazione di finis terrae che si prova sostando sulla scogliera e lasciando spaziare lo sguardo verso l’orizzonte. Il pensiero, inevitabilmente, va ai grandi esploratori e navigatori del passato, coloro che sfidarono la credenza che al di là di quell’orizzonte il mondo finisse nel nulla.

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Occidente, orizzonte

Ma le nostre romantiche elucubrazioni vengono interrotte dallo scroscio della pioggia e perciò saliamo velocemente in auto, per affrontare altri tratti sterrati piuttosto impegnativi che si addentrano nella foresta di eucalipti e che, salendo di quota, lascian spazio ai pini. Il paesaggio umido e muschioso e profumato d’essenze arboree ha un che di preistorico. Sbuchiamo dalla foresta nei pressi di Sintra, che è una località dalla bellezza antica.
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Nel verde, Sintra
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Antichi muri rossi a Sintra

Il mare appare distantissimo da queste guglie dal gusto romantico, da queste viuzze punteggiate di negozietti che vendono ricami e ceramiche; se ne ritrova il colore solo negli azulejos esposti nelle vetrine o in qualche dettaglio architettonico.

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Immaginandolo con il sole

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Sembra quasi un faro

Ci inerpichiamo a piedi in questi vicoli stretti resi scivolosi dalla pioggia; insieme ad un’estemporanea compagna d’escursione cediamo alla tentazione di acquistare qualche souvenir, ed infine optiamo per un caffè e un dolce al gradevole bar che si affaccia sulla piazzetta (a proposito: grazie al papà di Filippo Maria, per aver offerto il caffè :) ) e poi ripartiamo per rientrare a Lisbona.

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Viette che si inerpicano tra le nuvole
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Sintra: campanile

Non risalgo immediatamente in nave, ma faccio un ultimo giro nel centro della città; voglio salire sull’elevador de Santa Justa che collega con i quartieri Baixa e Chiado e scattare qualche foto panoramica, e ho pure voglia di ammirare le vetrine dei gioiellieri che espongono finissimi manufatti di filigrana, alcuni dei quali davvero pregevoli per la levità del disegno e l’abilità della lavorazione.
Di nuovo saluto Praça Rossio, salgo ancora sul bus turistico giallo per vedere qualche scorcio di Lisbona e poi in nave per un riposino meritatissimo; d’altronde, sono in vacanza.
Il meteo non da tregua, la pioggia è battente ed è montato un forte vento. Il momento di mollare gli ormeggi alla volta di Valencia è vicino, ed il Comandante in persona annuncia che troveremo condizioni meteomarine inclementi da quando lasceremo il porto e così per alcune ore, sebbene in miglioramento.
Non ho mai sperimentato mare grosso in nave, ma solo guardato da lontano ed a riva, ben al riparo. La posizione della mia cabina, a prua, mi fa temere che trascorrerò una brutta nottata. Sono molto in dubbio se andare a cena al ristorante oppure evitare del tutto il cibo; decido infine per una tattica attendista: lascerò trascorrere l’ora del turno di cena e, se il mio stomaco non patirà il mal di mare, ripiegherò sulla pizzeria che è aperta sino a tarda ora.
Si avvicina l’ora della partenza e la pioggia si è molto intensificata; il vento investe forte il fianco della nave, e nonostante il solido ormeggio si percepisce un leggerissimo ondeggiare. Brr… temo che davvero l’Oceano condurrà le danze questa notte. Contrariamente alle mie abitudini, non seguo la manovra dal balcone e me ne spiaccio perché tra corrente, vento e onde sarebbe stato probabilmente uno spettacolo assai interessante. Esco soltanto per qualche istante, il tempo necessario a riprendere nel buio il Cristo Rei e il ponte XXV de Avril illuminato.

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Il Cristo Rei benedicente

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Il Cristo Rei e il ponte XX de Avril

Siamo in navigazione in mare aperto adesso, e si odono forti colpi a prua, probabilmente dovuti agli impatti tra le onde rabbiose e lo scafo che le fende comunque con ostinazione e potenza; a centro nave prevalgono gli scricchiolii, non inquietanti, che danno segno di come questa struttura sia capace di adattarsi; a poppa, ogni tanto si sentono maggiormente le vibrazioni e qualche raro sordo ticchettio quasi ritmico, il che ne fa presumere un’origine meccanica e metallica. Il vento pare infilarsi in ogni pertugio disponibile, sibilando e borbottando irato (adesso mi spiego meglio la tenuta delle guarnizioni della porta del balcone in cabina). Attraverso i vetri si intravede nell’oscurità la cresta spumosa delle onde far spazio al vuoto ribollente di acqua. Non saprei dire che mare sia su scala Douglas, ma l’impressione è che l’Atlantico stia solo dandoci un saggio tutto sommato amichevole della sua irascibilità.
Si fa fatica a camminare in linea retta, pare di esser brilli senza aver bevuto alcool; mi accorgo che se tengo lo sguardo fisso davanti a me non patisco molto tutto ‘sto frullamento.
Il mio stomaco a questo punto decide di aver fame, anzi già pregusto il sapore della pizza fragrante che tra poco mi recherò a mangiare su alla pizzeria al ponte 10, servita da una giovane cameriera che non condivide il mio star tutto sommato bene, essendo lei di un colorino grigiastro che lascia pochi dubbi su quale effetto queste onde stiano ottenendo sul suo senso dell’equilibrio. Ammiro la sua capacità di dissimulare il malessere, la sua bravura nel servizio, e l’estrema gentilezza con cui si rivolge agli avventori nonostante la situazione: un esempio di professionalità che vorrei premiare, ma non mi riesce di trovare il suo nominativo tra quelli elencati ai totem multimediali nell’area appositamente destinata ad esprimere l’apprezzamento per il personale.
La nave pare svuotata dalla folla che normalmente è in giro a quest’ora; mi diranno poi i compagni di tavolo del ristorante Ceres che il salone era vuoto quasi per metà, ed al salone luna saremo in pochi a ballare, seguendo più il ritmo imposto dal mare, che ci fa muovere a gran balzi da una parte all’altra della pista da ballo, piuttosto che quello dettato dalla musica.
Vado a dormire piuttosto tardi, dopo esser rimasta almeno un quarto d’ora con le luci spente ed il volto avvicinato al vetro, come si fa da bimbi e fuori nevica, ad osservare lo spettacolo affascinante e pauroso insieme delle onde che si inseguono rabbiose nel buio.

Mentre mi avvoltolo nelle coperte penso che è il mio primo assaggio d’oceano, quasi una sorta di iniziazione, e questo pensiero fa sembrare tutto molto più dolce.


... To be continued ...
 
Ultima modifica:
Vsat, ti continuo a seguire catturato dallo stile e contenuto del tuo racconto, così sensibile nel raccontare i luoghi visitati e intenso per le impressioni della vita a bordo.

Sto ripetendo con te la crociera che ho vissuto, immediatamente prima della tua, e mi piace trovare luoghi che per ovvii motivi di scelta non ho potuto vedere. In particolare la bellissima Lisbona, che io eleggerei lo scalo più interessante della crociera; per te poi, con l'overnight, ha potuto offrire di tutto e di più.
Molto particolare l'escursione verso Sintra e Cascais, che bella villa abitava il re Umberto!
 
5 febbraio 2014: navigazione

Giornata interamente dedicata alla navigazione dopo una nottata assai riposante, nonostante il mare grosso. Al risveglio, il clima è cupo e piovoso, le onde sono crestate di bianco ed inquiete. Opto, perciò, per la lezione collettiva di stretching che si svolge al lido sole, cui farò seguire un po’ di palestra e un periodo di defatigamento nell’area Samsara.

In giro per la nave è un concerto di tosse e starnuti e si vedono molte persone che portano vassoi in cabina per qualche compagno di viaggio con la febbre, il che mi convince che la prossima volta che sceglierò una crociera in questa stagione opterò per la vaccinazione antinfluenzale, che il mio medico mi aveva proposto ed io avevo sdegnato.

A mezzogiorno, il saluto della sirena della nave annuncia che stiamo transitando dallo stretto di Gibilterra.
Pranzo leggero e veloce al grill: hamburger di manzo, tanta senape, molta insalata croccante e pomodori gustosi, accompagnando il tutto con la cola d’ordinanza e, a seguire, un buon caffè. Questa sì che è vita: non dover preparare il pranzo e la cena, poter scegliere se pranzare in modo formale al ristorante conversando con i vicini di tavolo oppure in modo veloce e rilassato con vista mare a bordo piscina. Bella vita!

Il meteo non da segni di voler migliorare, perciò me ne torno in cabina a leggere e poi a trasferire le foto scattate sino ad ora dalla sd card al computer, selezionarle e ordinarle. Mentre sono intenta in questa attività, noto che pare stiamo viaggiamo in compagnia degli arcobaleni.

Non avevo mai veduto un arcobaleno in mezzo al mare! E’ bellissimo; se possibile, ancor più spettacolare che sulla terra ferma. E’ differente dall’esperienza simile vissuta arrivando a Lisbona: qui i colori di sfondo – cielo e mare – son molto più cupi, mancano punti di riferimento fissi e il riflesso sull’acqua è ancora più accentuato di quanto non accadesse nelle acque del Tago. Scatto molte foto, nessuna riesce a rendere la forza dell’evento, solo un’approssimazione.
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Arcobaleno sul mare mosso

Torno a leggere per qualche tempo, e quando esco nuovamente a prendere un po’ d’aria noto che il clima è molto migliorato e si prospetta un tramonto particolarmente scenografico.

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Golden hour approaching

Giusto il tempo di salire a poppa a ponte 9 che una colata di colori, impossibili da ammirare sulla terraferma, inonda gradualmente il cielo e crea riflessi bellissimi sulle strutture della nave. Ammaliati da questo spettacolo della natura che solo la navigazione in mare aperto sa donare, osserviamo il blu del cielo diventare sempre più profondo e salutiamo le prime stelle e una timida falce di luna crescente.

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Il sole, la scia

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Il dono del mare: colori stupendi

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Lassù...

Questa sera la cena è caratterizzata dalla cosiddetta serata italiana: le specialità gastronomiche del bel paese spadroneggiano nel menu del ristorante, le note di Volare accompagnano lo spettacolo messo in scena dai camerieri, e l’allegro trenino che coinvolge gran parte dei commensali si snoda allegro tra i tavoli dei ristoranti Ceres. E’ davvero divertente, pure per le persone un po’ schive quale sono di solito io. E l’allegria di questa serata è davvero piacevole.


Dopocena di chiacchiere e racconti di viaggio con la recente conoscenza, ma di immediata sintonia, A. che, condivide con me qualche segreto della sua lunga esperienza di crocierista e mi fornisce preziosi consigli per future mete di viaggio.


... To be continued ...
 
Ultima modifica:
Complimenti!! Mai letto un diario così... Un modo rilassante e pacato di scrivere degno di una scrittrice! Faremo questo itinerario a Novembre e già mi sto pregustando la crociera....
ciao
 
Vsat, ti continuo a seguire catturato dallo stile e contenuto del tuo racconto, così sensibile nel raccontare i luoghi visitati e intenso per le impressioni della vita a bordo. ...
Grazie, davvero. Colgo l'occasione per ringraziare pure tutti gli altri frequentatori del forum che stanno apprezzando questo diario di viaggio.

... In particolare la bellissima Lisbona, che io eleggerei lo scalo più interessante della crociera; per te poi, con l'overnight, ha potuto offrire di tutto e di più. ...
Lisbona meriterebbe davvero una gita di un intero fine settimana per apprezzarla in tutte le sue bellezze. Questo scalo prolungato è stato purtroppo accompagnato da un clima non buonissimo, ma so che alcuni sono scesi in serata per godere un po' della movida lisboeta e ne son stati contenti e si sono divertiti molto.

... Molto particolare l'escursione verso Sintra e Cascais, che bella villa abitava il re Umberto!
Sì, è un'escursione molto varia e piacevole. Chissà che meraviglia in una giornata di sole, ma pure in versione piovosa ci ha portati in luoghi molto suggestivi. In particolare, il parco naturale di Sintra-Cascais è davvero molto molto bello. Il solo problema (piccolo) di quest'escursione è che non è prevista guida in lingua italiana, ma gli autisti raccontano i luoghi attraversati in portoghese e/o inglese; ciò potrebbe essere un problema per chi non avesse confidenza con nessuno dei due idiomi.
La villa di re Umberto è davvero graziosa e molto misurata, poco pretenziosa. Ma gode di una veduta davvero stupenda ed apertissima sull'oceano.

A presto
 
Fin dall'incipit ho apprezzato moltissimo lo "stile" di questo diario.
Mi è piaciuto molto rivedere tanti tra i posti fotografati e soprattutto accuratamente descritti, ho seguito con curiosità le visite in luoghi dove non sono mai stato come Cascais cogliendo così l'opportunità di farmene un'idea, ma di tutto ciò la cosa che più mi ha gratificato e l'impeccabile scrittura così abilmente descrittiva di luoghi, situazioni, sensazioni della nostra "scrittrice".
Ho sempre amato la lingua italiana fin dalla scuola e soffro quando la vedo oggi così spesso mortificata, appannata nelle sue grandi potenzialità, avvilita e vilipesa da troppa ignoranza ed approssimazione.
In questo diario, ho ritrovato invece una persona che sa ancora usare le parole giuste per trasmettere nel modo più efficace ciò che vede e sente e quest'aspetto per me è stato quello più coinvolgente senza nulla togliere all'interesse dell'itinerario, agli spunti sulla navigazione, alle belle foto.
Da crocerista abbastanza "navigato" quanto a navi, sensazioni, luoghi ed immagini e quindi avvezzo a tutto ciò, la mia attenzione insomma è stata invece veramente catturata dal linguaggio da scrittrice (e forse da scrittrice d'altri tempi inteso questo come complimento) della nostra crocerista vsat; veramente un'ottima compagna di viaggio anche se, in questo caso, solo virtuale.
Grazie.
Fan
 
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6 febbraio 2014: Valencia
Questa mattina mi sveglio un po’ pesta per i sintomi influenzali e rimpiango davvero di non aver fatto la vaccinazione… beh, meglio deliziarsi con il cielo mattutino pennellato da quelli che mi paiono stratocumuli e cirri rosati.

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Pennellate e batuffoli di rosa nel cielo mattutino

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Colori meravigliosi con cui iniziare la giornata!

Certo che se, oltre all’influenza, mi portano di nuovo il vassoio della colazione privo del succo di frutta e della marmellata richiesti, mi girano assai le ciribiricoccole: ma dov’è finito il livello di servizio eccelso di qualche tempo fa?!
Non è che non si stia bene, le coccole sono tante e alcune cose sono davvero eccellenti. Ma tanti piccoli dettagli fuori posto appannano lo splendore di questa crociera. E pare che non sia sola nelle mie lamentele, alcune delle quali trovano pronta soddisfazione mediante il gentile e solerte intervento del Guest Service (grazie, infaticabile e sempre cortese Adriano! e pure il tuo collega, di cui però non ricordo il nome), ed altre che invece restano disattese. La cosa che personalmente mi infastidisce è che tanto zelo ed impegno da parte di quasi tutto il personale venga svilito da atteggiamenti e comportamenti indecorosi di alcuni passeggeri.
… mah… forse è la nave che è troppo grande ed è davvero complesso organizzare il lavoro; oppure, i tagli ai budget conseguenti al disastro Concordia ed alla crisi generalizzata; oppure, semplicemente, una combinazione d’equipaggio non ben riuscita… chissà. Fatto sta che se questa fosse la prima crociera della mia vita, certo non mi verrebbe in mente di farne una seconda. Sensazione ben differente da quella provata nel 2006 su Costa Mediterranea: di allora ricordo nettamente come tutto fosse molto prossimo alla perfezione desiderabile in termini di qualità e, soprattutto, di accoglienza.


Vabbé, archivio questi mugugni alla voce sintomi influenzali e mi godo la navigazione mattutina sino a Valencia e la manovra sino all'ormeggio in questo porto nuovissimo, equipaggiato di infrastrutture davvero interessanti. Osservare la differenza che intercorre tra le bitte della nostra banchina e quelle che abbiamo incontrato sino ad ora è piuttosto significativo di cosa significhi investire denari nelle infrastrutture portuali.

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Avvicinandosi a Valencia

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Skyline di Valencia dal mare

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Barche a vela nel mare blu intenso

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Valencia: una bitta ed i poderosi respingenti​

La temperatura è intorno ai 20°C ed il cielo sereno, pare primavera avanzata ed è un piacere stare all’aperto.
Decido di utilizzare il transfer bus per la città e andare a visitare la cattedrale, la Seu, e magari fare una passeggiata nei dintorni, sempre che non mi salga la febbre.


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A passeggio per le vie di Valencia sembra già primavera

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Suggestione valenciana

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Valencia: rincorrersi d'archi e il cielo

La cattedrale è semplicemente stupenda, con il suoi mix architettonico che spazia dal gotico al neoclassico; prendo molte fotografie, ingegnandomi al massimo per non utilizzare il flash (sebbene la gran parte dei turisti se ne freghino assai e i bagliori fastidiosi dei flash si sprechino, vabbè…).

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Avvicinandomi a La Seu

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In-contro luce

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Nell'azzurro cielo valenciano


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Dettagli del portale gotico de La Seu

In particolare, mi piacciono moltissimo i rosoni e le vetrate decorative che adornano questa grande chiesa; ma son tantissimi i dettagli preziosi che mi incuriosiscono e trascorrerei tutto il giorno qui, se non fosse che mi stan salendo fastidiosi brividi di febbre.

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Valencia, La Seu: entrando

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La Seu: una delle capillas laterali in stile neoclassico


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Valencia, La Seu: fuga d’archi nella navata laterale


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Valencia, La Seu: Capilla Mayor


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Valencia, La Seu: pulpito

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Valencia, La Seu: Capilla de la Resurrecciòn


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La Seu: vetrata decorativa

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La Seu: volte, archi e volute

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La Seu: vetrata decorativa

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La Seu, capilla del Santo Calìz: un rosone

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La Seu, Capilla del Santo Caliz: la volta

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La Seu, Capilla del Santo Caliz: particolare dell’altare ligneo

Termino la visita alla cattedrale e, a malincuore, mi avvio a rientrare in nave, cercando una farmacia lungo il percorso, così da potermi munire di antipiretico.


Sulla Serena, quando arrivo, è in svolgimento l’ennesimo emergency drill per l’equipaggio; considerando il fatto che tra poche ore lasceremo il porto di Valencia, va dato atto a queste persone che l’impegno che pongono in queste esercitazioni è davvero meritorio: tra ufficiali (ci sono certamente il safety e lo staff officer, ed almeno un paio di allievi) che coordinano, manutentori che si occupano di mantenere in perfetta efficienza i vari macchinari necessari per l’ammaino delle lance e le lance stesse, addetti alle lance e così via, molti crew sono impegnati oggi. La cosa interessante è che al ponte 3 è possibile per noi passeggeri osservare molto da vicino le loro manovre: come sbracciano i mezzi di soccorso, come vengono calati e poi portati in mare intorno alla nave per testarne la funzionalità dei motori, quanto è arduo e faticoso riportarli a bordo.

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Aggancio del mezzo collettivo di soccorso per riportarlo a bordo a termine dell’esercitazione



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Dettaglio del sistema di aggancio

La partenza da Valencia è un bel momento, ma sto piuttosto acciaccata e la serata trascorre faticosamente, nonostante la buona compagnia e l’ottima cena.

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Tramonto sul porto di Valencia

La giornata di domani sarà dedicata interamente alla navigazione, alla volta di Civitavecchia. La cosa è propizia: cercherò di stare al calduccio nel letto fino a un po’ più tardi del solito e spero di stare un po’ meglio.
Sono un po’ triste perché questo bellissimo viaggio sta volgendo al termine…


... To be continued ...
 
7 febbraio 2014: navigazione
La giornata di navigazione in direzione Civitavecchia la trascorro sottotono a cercar di contrastare i sintomi dell’influenza: ho riposato male questa notte, funestata dalla febbre e dai brutti sogni, ed il risveglio non è dei migliori, ma vabbè.
Durante la mattinata le mie condizioni di salute migliorano un po’, complice forse la lunga passeggiata all’aria aperta sui ponti alti, nonostante il clima non proprio buonissimo.
La mia amica Adriana mi perdonerà se non dettaglierò in questo racconto di viaggio il regalo bellissimo che ha voluto farmi e che proprio oggi ho potuto apprezzare, però… davvero: Grazie!

In compenso, nel sistemare le foto di questi giorni, mi accorgo che non ho inserito neppure una breve descrizione della meravigliosa nave che ci sta ospitando. Oibò!

Costa Serena è una nave passeggeri di classe Concordia, costruita presso il cantiere navale Fincantieri di Genova-Sestri Ponente, varata nell’estate del 2006 e consegnata all’armatore nel maggio 2007; la sua crociera inaugurale è partita da Venezia. Navi sorelle nella flotta Costa sono Pacifica, Fascinosa, Favolosa, e la parzialmente affondata Costa Concordia.

Qualche dato relativo alle misure di questa nobildonna dei mari (sperando di non scriver troppe imprecisioni).

Costa Serena è lunga 290m e larga 35,50m e ha 114500 tonnellate di stazza (per chi non lo sapesse, le tonnellate stazza non sono le tonnellate del sistema metrico, che misurano una massa; bensì sono una misura di volume); può portare sino 3780 passeggeri in 1500 cabine e 1100 persone di equipaggio. Dispone di 17 ponti, di cui 14 destinati agli ospiti.
La propulsione avviene con due eliche a passo fisso, ed è dotata di sei motori diesel Wärtsilä per una potenza di 75600 kW; ha una velocità di crociera di 20 nodi e massima di 23,2 nodi.

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Costa Serena a Lisbona: la stupenda prua e dettagli dell'ormeggio

Ho ripreso quest’immagine della nave, e le seguenti, la sera in cui eravamo a Lisbona. Al rientro dalla giornata lisboeta, avevo visto altri passeggeri che stavan fotografandola e ho deciso di dare un’occhiata pure io.

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L'aletta di prua

E’ stato molto interessante guardare la grande nave da quella prospettiva per immortalarla: ci si rende conto delle effettive dimensioni, della sua grandezza, di quanto siano estese ed alte le murate e quanta vela esse offrano al vento! Osservando le cime d’ormeggio che la vincolano alla banchina vien da pensare ai viaggi di Gulliver ed ai piccoli lilipuziani. E ancor più, se si leva lo sguardo verso l’aletta di plancia, che sta molti ponti sopra.

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L’aletta di plancia vista dal basso

Non so se sono malinconica perché un po’ malaticcia o perché la crociera sta per terminare, ma oggi tutto mi pare dimesso e un po’ triste. Mi pare addirittura che pure l’equipaggio stia già con la mente sulla prossima partenza: nei bar si compilano gli elenchi dell’inventario, e pure nei negozi di bordo; e su all’area Samsara le addette stanno già preparando i plichi di volantini dei diversi tipi di pacchetti benessere, da distribuire ai prossimi crocieristi che saliranno a bordo.
Pranzo al ristorante e ne sono, come sempre, soddisfatta, nonostante il secondo non sia un granché e lo rimandi indietro (beh, può capitare la giornata storta pure ai cuochi, eh! ;) ) per sostituirlo con un tenerissimo e gustosissimo arrosto.
Oggi è una delle occasioni in cui partecipo alle attività organizzate dall’animazione, nello specifico un quiz: divertente. Ma è la lezione di lingue straniere integrata nel quiz stesso a costituirne il vero valore aggiunto: le domande vengono infatti ripetute in una pletora di idiomi, e così si possono apprendere senza colpo ferire molti nuovi vocaboli (ma, il tedesco continua a esser davvero ostico, a mio parere). Sebbene nulla sia divertente come le informali lezioni di cinese che si possono frequentare al mattino presto al bar del lido sole (grazie, J!)
Questa sera ci sarà il cocktail riservato ai soci Costa Club, e purtroppo sarà piuttosto deludente: sinceramente non capisco per quale ragione insistano a voler considerare un privilegio degno di nota il ricevere un (spesso pessimo) fotomontaggio con il Comandante, quando un oggetto griffato sarebbe certo più soddisfacente e gratificante. E poi, dai, organizzato così sembra di stare in azienda a far la convention annuale dei dipendenti :)
Per fortuna, la cena di gala dell’arrivederci sarà davvero ottima, in special modo il filetto di salmone allo champagne è molto prossimo ad esser un capolavoro per precisione della cottura ed equilibrio dei sapori.
I nostri camerieri al tavolo sono davvero dei ragazzi eccezionali: sempre gentili, sempre sorridenti e precisi, e con il loro savoir faire sanno far dimenticare le piccole defaillances nel menu, probabilmente ascrivibili al gran numero di coperti che vengono serviti ad ogni turno di cena.
Son troppo stanca per rimanere a chiacchierare nel dopo cena come facciamo di solito, perciò alle h.23 salgo in cabina decisa ad imbottirmi d’antipiretico e rifugiarmi sotto il morbido piumotto nel letto. Nei corridoi, ci sono già le valigie di chi sbarcherà domani pronte ed allineate davanti alle porte di cabina, infiocchettate con i cartellini colorati delle priorità di sbarco.
Ma… le luci che intravedo al di la’ dei vetri son proprio quelle della Corsica: stiamo traversando adesso le Bocche di Bonifacio e, incredibilmente data la stagione, con un mare abbastanza calmo. Indosso il giubbino, mi avvolgo in una doppia sciarpa e metto pure un cappellino in lana, prendo il binocolo ed esco sul balcone, cercando di star più riparata possibile dal vento. E mi godo questo passaggio: le luci della Corsica in lontananza paiono collane scintillanti nella notte; sopra di noi la luna crescente getta riflessi sulle onde e pure le stelle fan capolino, a tratti oscurate da alcune nubi. Che meraviglia! Ho freddo, ma non posso staccar lo sguardo da questo spettacolo che mi attrae più di qualsiasi show in stile Broadway. Getto uno sguardo sull’aletta buia alla mia destra ed intravedo la luce rossastra degli strumenti che marcano direzione e velocità ed il pensiero va a chi queste cose le vede ogni notte, ma per lavoro, perché di guardia in plancia e sorveglia la navigazione. Mi chiedo se il fascino di questo spettacolo naturale rimanga invariato per chi lavora in mare o se, alla lunga, diventi un’abitudine.
Bonne nuit!



... To be continued ...
 
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