8 febbraio 2014
Arriviamo in prossimità di Civitavecchia con cielo quasi sereno, solo qualche nube all’orizzonte e volo di gabbiani, mentre la pilotina del porto si avvicina decisa tra le onde, non senza qualche difficoltà; ed infatti, noto una strana “manovra” (mi perdonino i navigatori esperti, ma non so come altro definirla): come se la nostra grande nave volesse favorire la pilotina andandole quasi incontro con la poppa, in modo delicatissimo, una sorta di abbraccio protettivo per schermarla dalle onde, mentre essa si accosta alla murata di sinistra.
Arrivando a Civitavecchia
La pilotina nelle onde
Dirigiamo verso l’ingresso del porto; le enormi gru si stagliano contro il cielo e la scritta “Welcome to Civitavecchia harbour” campeggia sul muro frangiflutti.
Welcome to Civitavecchia
Questa è l’ultima mattina, durante questa crociera, in cui posso assistere dal mio palco riservato in posizione privilegiata, alle manovre di ormeggio. Non mi perdo un gesto degli uomini sull’aletta e degli ormeggiatori in banchina, fin dove il mio sguardo arriva: troppo affascinante e quasi magico, per me terricola, questo lieve e preciso moto di avvicinamento ai respingenti; ed il momento in cui gli argani mettono in controllata tensione le cime d’ormeggio avvolte intorno alle bitte. Finalmente, ecco in posizione lo scalandrone per far scendere i passeggeri; mentre i bus li attendono nel parcheggio per portarli a casa, o in escursione.
A bordo i cabinisti sono indaffarati nel sistemare le cabine per la nuova crociera che partirà da Savona domani; quest’oggi pare che non imbarcheremo nuovi passeggeri e ciò permette a noi, che sbarcheremo soltanto domani, di apprezzare gli ampi spazi ed i saloni della Serena, come ne fossimo incontrastati ed indisturbati padroni.
Non ho voglia di scendere a Civitavecchia, perciò prendo un po’ di sole al balcone e poi andrò poi a salutare l’area Samsara, che pare essere tutta a mia disposizione e vi trascorro il tempo rimanente prima di pranzare. Davvero fantastico l’idromassaggio talassoterapico tutto per me, incluse le statue colorate, che continuano a incutermi un po’ di timore e a non essermi molto simpatiche.
Pranzo al ristorante Ceres, gustoso e particolarmente tranquillo, data la scarsa presenza di croceristi a bordo. Oggi i camerieri possono far le cose con maggior calma e pare proprio di essere su una nave da crociera di dimensioni più contenute, per la rapidità con cui si viene serviti e per il fatto che i cibi son tutti perfetti, pure i primi che di solito risentono maggiormente dei tempi d’attesa.
Il pomeriggio scorre pigro e lento, comincio a preparare i bagagli mentre seguo in televisione le istruzioni per lo sbarco. Sono un po’ triste che quest’avventura sia quasi al termine, ma son contenta di aver conosciuto alcune belle persone: i compagni di tavolo al ristorante a cena, il gruppone di Stefania con i quali abbian condiviso delle belle escursioni, Adriana e suo marito, che mi han deliziata con i racconti delle loro numerose crociere.
Golden hour in Civitavecchia
Trasferisco le foto dallo smartphone al computer, e pian piano arriva il momento di lasciare pure quest’ultima tappa del viaggio alla volta di Savona.
E’ ormai buio: sono le h.19,20, ma ancora non partiamo e lo scalandrone è ancora al suo posto, evidentemente siamo in attesa di qualche passeggero. Ed infatti, ecco arrivare un taxi dal quale velocemente scendono i nostri ritardatari, carichi delle borse dello shopping. Pochi minuti e si mollano gli ormeggi, i thruster fan ribollire l’acqua tra noi e la banchina; l’acqua freme di vento, ma l’onda che s’infrange sui massi al di là del muro frangiflutti lascia intendere che tra poco la prua entrerà nel mare aperto e probabilmente troveremo mare un po’ ballerino.
Salutando Civitavecchia
Mi appresto a scendere a cena: tutto è pronto per le foto dell’arrivederci, gli scambi di indirizzi e di saluti, gli auguri di buon rientro a casa.
L’ultima serata in crociera si chiude così, gioiosamente gustando ottimi manicaretti, scherzando con i camerieri ed infine accompagnando sottobraccio la mia compagna di tavolo verso l’ascensore, perché sì, il mare ha deciso di farci ballare ancora un poco e lei percepisce un po’ di instabilità, mentre io son divertita dalla cosa al ricordo delle condizioni di mare che avevamo solo qualche giorno fa in partenza da Lisbona.
... To be Continued ...