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Costa Smeralda 12-18 Febbraio 2023- Un mare mille storie

Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Elide, mi piace leggerti, misurata, precisa, dettagliata ed anche delicatamente garbata (quando parli del piccolo crocierista ).
Anche noi non amiamo festeggiare i nostri traguardi se non con scelte che implica solo la presenza di noi due:)
 
Continuo....

Oggi siamo a Marsiglia…
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Dopo colazione prima di rientrare in cabina riprendiamo la buona abitudini, consolidata nelle precedenti crociere, di dedicare qualche minuto ad una breve passeggiata, di solito all’aperto sui ponti più alti, raggiungiamo il ponte 16, nella zona piscina.

Il punto di accesso alla zona piscina ci accoglie con questa bella cascata….
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…e dietro alla cascata c’è la piscina….
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Cerchiamo il modo per uscire all’aperto salendo al ponte 17 fino a raggiungere, a poppa, Piazza di Spagna.

Nonostante l’aria sia fredda, la luce e l’atmosfera piacevole di un nuovo giorno che inizia, ci incoraggia ad assaporare la bellezza di questo ponte esterno e dei paesaggi che possiamo cogliere guardando la città da questa altezza.
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…anche se il “vuoto” sotto al vetro mi crea una sensazione di vertigine, con titubanza e restando ai bordi, …mi avvicino….
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Mentre preparavo questo scalo, tempo fa ho notato il Museo della Civiltà Europea e Mediterranea.

L’ho segnalato a mio marito e attraverso le prime informazioni trovate decidiamo che ci può interessare.

Lunedì 13 febbraio muniti di biglietto “salta fila” acquistato tramite internet, raggiungiamo il Porto Vecchio con la navetta Costa.
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Vicino alla biglietteria il personale addetto ci dà indicazioni per raggiungere l’ingresso della mostra dove ci viene consegnato un adesivo da applicare sugli abiti, in posizione visibile, questo ci permette di entrare ed uscire liberamente tra i vari edifici che ospitano le diverse parti della mostra, con validità giornaliera e con possibilità di uscire e rientrare anche dall’area museale, sempre nell’arco della stessa giornata.



Ci viene consegnata anche una “Piantina” del complesso museale con spiegazioni di come poterci muovere tra i vari edifici.
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Nel retro in basso un QR Code permette di disporre di una visita al museo, guidata dallo smartphone, auto-commentata, gratuita, delle esposizioni e degli spazi esterni.

Purtroppo mi è sfuggita, non lo avevo capito mentre ero sul posto, me ne sono accorta solo a casa, ora posso ancora scaricare la visita, selezionare la lingua e ascoltare ma …non è la stessa cosa!!!!.....



Appena entrati nell’area espositiva ci siamo immersi in un’atmosfera di arte e cultura le cui “tracce” attraversavano varie epoche e “mode”.

Spesso linguaggi surreali e di avanguardie, soprattutto nei vari periodi artistici del ‘900 quando la ricerca di nuovi modi di concepire l’espressione culturale in ogni sua declinazione, ha condotto gli artisti ad intraprendere “esperimenti” non facili da comprendere che hanno però avuto la capacità di “rompere schemi” per utilizzare forme di espressione “libere” e creative.

Tra le informazioni trovate riporto alcuni passaggi testuali, dove inserisco alcune mie foto scattate durante la nostra passeggiata:
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“Il museo è incentrato sulle civiltà europee e mediterranee dall'antichità ad oggi ed è situato all'interno di un edificio ultramoderno collegato a un forte medievale tramite un ponte pedonale. La sua architettura davvero unica rende il museo incredibile, sia dentro che fuori.

Protagoniste del museo sono le popolazioni del Mar Mediterraneo e le infinite storie che le riguardano, da Istanbul a Gibilterra, dalla Stele di Rosetta alla mafia palermitana. Non solo scoprirà la storia della colonizzazione dell'Algeria, ma anche, per esempio, la cultura balneare della Riviera Francese. Lo stesso Rudy Ricciotti, l'architetto di origini francesi e algerine che ha progettato il museo, è figlio di diverse culture mediterranee. E quest’opera lo dimostra chiaramente: l'ambizione artistica è indubbiamente francese, mentre le forme, come quella della facciata, danno all'edificio un tocco nordafricano. Il MuCEM assume diverse tonalità a seconda del momento del giorno e delle condizioni atmosferiche. Lo si può notare soprattutto in un giorno di sole, quando luce e ombra si alternano in un piacevole gioco che conferisce alla facciata il suo aspetto stravagante.


Uno degli elementi più spettacolari del MuCEM è il suo stretto ponte pedonale. Sospeso a diversi metri dal livello dell'acqua, parte dal museo per finire al Fort Saint-Jean, sottile come un tratto di matita, collegando la modernità sfavillante del museo alla bellezza classica del forte. In quest'ultimo i visitatori troveranno ancora più sale espositive e un secondo ponte che congiunge il complesso al resto della città. La passeggiata crea un collegamento tra il litorale e la parte più alta della città.
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Esteso su una superficie di oltre 55.000 metri quadrati, il MUCEM è uno dei più grandi musei etnografici al mondo. Il complesso del MUCEM è formato da due edifici situati sul lungomare di Marsiglia: lo storico Forte di Saint-Jean e un nuovo volume inaugurato nel 2013, progettato dall'architetto francese Rudy Ricciotti.”




“Forte di Saint-Jean e Giardino delle Migrazioni

…..un bel giardino botanico noto come Giardino delle Migrazioni, con alberi, arbusti e fiori tipici della flora mediterranea – tra cui querce bianche, lecci, aranci, melograni, olivi, mirto, cardo, timo, salvia, santoreggia e lavanda – oltre ad un orto con verdure tipiche della cucina dei paesi affacciati sul Mediterraneo.”
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“L’edificio di Rudy Ricciotti

Francese, nato nel 1952 ad Algeri da genitori italiani, Rudy Ricciotti è progettista profondamente permeato dalle culture del Mediterraneo.

Denominato J4, l’edificio progettato da Ricciotti è costituito da due parallelepipedi a base quadrata inseriti uno all’interno dell’altro; una scatola esterna con base di 72 metri di lato e un’altezza di 19, ed una interna di 52 metri di lato.

La prima, sui lati sud-ovest e sud-est è formata da un layer traforato realizzato in calcestruzzo fibro-rinforzato, di fatto un grande frangisole la cui texture rimanda al gioco dei riflessi della luce sulla superficie dell’acqua, mentre le due facciate rivolte a nord sono in vetro. La scatola interna è invece completamente rivestita da pannelli in vetro.

L’intercapedine creata tra i due volumi ospita due lunghe rampe che danno accesso a tutti i livelli dell’edificio, dal piano terra fino al tetto a terrazza.
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(Belli e accoglienti, gli spazi esterni sono attrezzati e a disposizione per incontrarsi, riposare, prendere il sole, leggere…..)
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“Il volume interno ospita quattro piani di spazi privi di sostegni; i solai sono infatti sostenuti da 309 pilastri perimetrali a forma di forcella realizzati in calcestruzzo fibro-rinforzato e da un nucleo strutturale centrale.
Su una superficie totale di pavimento di 16.500 metri quadrati, l’edificio J4 ospita spazi espositivi per mostre permanenti e temporanee, uno spazio dedicato ai bambini, una biblioteca, un auditorium da 355 posti, un ristorante con terrazza panoramica, uffici, laboratori e depositi.”


“Collezione e mostre

Composta da oltre un milione di pezzi, la collezione del Mucem è largamente basata su quelle del precedente Musée National des Arts et Traditions Populaires di Parigi, che è stata trasferita a Marsiglia nel 2005.
Particolarmente dedicata alle reciproche influenze tra le civiltà dell’Europa meridionale, del nord Africa e del medio Oriente, dall’antichità ad oggi, la collezione comprende oggetti provenienti dall’area Mediterranea – tra cui reperti storici, utensili di uso quotidiano, abiti, strumenti musicali, mezzi di trasporto, oggetti religiosi, fotografie, libri e stampe.
Intitolata Galerie de la Mediterranée, la principale mostra permanente all’interno dell’edificio J4 presenta per temi le varie culture del Mediterraneo attraverso opere d’arte, oggetti di uso comune, modelli, immagini e installazioni multimediali. La mostra viene completamente rinnovata ogni quattro anni circa.
Un’altra esposizione permanente di 850 metri quadrati, collocata in vari spazi nel Forte di Saint-Jean, racconta l’evoluzione storico-sociale di Marsiglia e della Provenza.

Attività
il MUCEM organizza e ospita mostre temporanee, conferenze, seminari, letture, laboratori didattici, proiezioni cinematografiche, concerti e spettacoli dal vivo.
Accessibile ai disabili motori, visivi, auditivi e alle persone con ritardo mentale, il complesso del MUCEM ospita anche negozi, due ristoranti gestiti dallo chef tre stelle Michelin Gérald Passedat, un bar e un chiosco con cibi da asporto.”

Da Wikipedia:
"Il Museo delle civiltà dell'Europa e del Mediterraneo (Musée des civilisations de l'Europe et de la Méditerranée, abbreviato MuCEM) è un museo nazionale di Marsiglia, in Francia.
È dedicato alla conservazione, lo studio, la presentazione e la mediazione del patrimonio antropologico relativo all'area europea e mediterranea, a partire dalle collezioni di origine internazionale e dalle ricerche volte a un approccio interdisciplinare riguardante le società nel loro complesso e nel trascorrere del tempo. La vocazione principale del museo è quella di luogo d'incontro e scambio, dove le mostre temporanee sono lo spunto di dibattiti su grandi temi sociali.
Il museo, progettato da Rudy Ricciotti con la collaborazione di Roland Carta è stato inaugurato nel 2013, anno in cui Marsiglia è stata capitale europea della cultura.
Nel 2015, il museo ha ricevuto il premio del museo europeo dell'anno.
l Museo delle civiltà dell'Europa e del Mediterraneo, o MuCEM, è un museo nazionale aperto a Marsiglia nel 2013, quando la città fu capitale europea della cultura. La storia del sito risale al 19 ° secolo, quando le collezioni si svolgevano a Parigi. È il discendente del Museo Etnografico del Trocadero, il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari e il Museo dell'Uomo.
Le mostre temporanee tematiche sono regolarmente organizzate all'interno dei tre siti del Museo delle civiltà dell'Europa e del Mediterraneo.”



Qualche immagine della passeggiata nell’area “alta” tra i percorsi all'aperto e ad ingresso libero.

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Dal Forte ….una passerella collega alla Chiesa Saint Laurent.
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Usciamo dall’area museale e ci dirigiamo verso il Porto Nuovo,

Entriamo nella Cattedrale di Marsiglia, una cattedrale cattolica in stile neobizantino.
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Passeggiando per raggiungere il punto dove ritroveremo il bus navetta che ci riporta alla nave, ad angolo tra due vie, posta in alto, questa scultura attira la mia attenzione, cerco successivamente di capire di cosa si tratta e trovo questa definizione:

“Scultura allegorica modernista dei greci di Focea, che fondarono Massilia nel 600AC, & nave greca antica (1951) da Louis Botinelly Marseille Francia”




Il resto del pomeriggio/sera trascorre pigramente come sarà poi anche per le successive giornate, godendo della accogliente cabina.

L’orario scelto per la cena 21.15 permette di prepararci per il ristorante con tempi rilassati.

Prima di cena passeggiamo per la nave soffermandoci per l’aperitivo e dopo cena ci rechiamo solitamente in uno dei bar dove ci sia musica live.

Il bar maggiormente frequentato da noi in questi giorni è stato al ponte 6 “Quelli della notte Jazz club”.

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grazie della bellissima descrizione del MuCEM. avevo già visto uan descrizione dettagliata di Capricorno qui sul forum, ma mi era sfuggita la parte del giardino botanico. assolutamente in agenda per la prossima volta che farò tappa a Marsiglia. Mi chiedo come facciano le persone che dicono che in questa tappa non ci sia nulla da vedere.... ba'....
 
Riprendo il racconto....
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In una precedente crociera con scalo Barcellona, durante la visita guidata alla città, abbiamo “attraversato” l’atrio del Palazzo della Musica, in quell’occasione avevo desiderato rivederlo con una visita completa .

Nel preparare il viaggio ho prenotato la visita acquistando i biglietti on-line.
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Il biglietto stesso contiene la modalità “visita autoguidata” tramite lo smartphone.
(Non riesco a renderlo leggibile tramite foto, allego PDF)

La giornata si annuncia piacevole ….

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Per raggiungere il Palazzo della Musica utilizziamo un taxi.

Arrivati con buon anticipo decidiamo di attendere l’orario passeggiando tra le vie vicine, intanto avvisiamo del nostro arrivo una mia giovane cugina che vive in questa città dai tempi degli studi universitari.

Con lei abbiamo un l’appuntamento al termine della visita, presso il bar del Palazzo.
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Durante la nostra visita è presente una scolaresca che assiste ad uno spettacolo musicale dedicato ai bambini.

Per questo motivo possiamo solo seguire la visita dall’alto.

Lo spettacolo è piacevole e ci fermiamo per qualche minuto così, oltre ad osservare i particolari della struttura possiamo anche apprezzarne l’acustica.

Al termine della visita ci rechiamo al bar interno, è molto bello , accogliente, in linea con l’architettura del palazzo, ed incontriamo Erica, chiacchieriamo su argomenti che riguardano il nostro viaggio e la sua vita a Barcellona.

Ci propone una passeggiata “libera” per la città, volentieri accettiamo, ci interessano il suo punto di vista e la sua esperienza.
 

Allegati

Molto bello, visitato in autonomia qualche tempo fa. Noi abbiamo fatto una visita guidata in presenza con una bravissima guida.
 
Passiamo vicino all’Arco di Trionfo, era l'ingresso principale dell'Esposizione Universale del 1888.presso il Parco della Ciutadella.

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La cittadella in origine era un forte, fu costruita per essere utilizzata dal suo esercito nella lotta contro i re di Borbone.

Durante questo periodo furono costruiti molti edifici nel parco.

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Ad inizio Novecento, con la nascita dell’Art Nouveau e dello stile Liberty, ci fu un nuovo interesse per la costruzione di “castelli” dal vago sapore Medievale.
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Il Castells dels tres dragons, oggi museo di zoologia di Barcellona, è l’esempio più riuscito di maniero medievale rivisto con ottica Novecentesca. Le due torreggianti guglie lo rendono quasi più simile ad una cattedrale gotica che non ad un castello. Tale struttura, affascinante fuori e suggestiva all’interno, è nata in occasione dell’Expò del 1888 come caffè-ristorante.

Entriamo nell’ Hivernacle (o le serre) edificio in ghisa del 1887 nello stile del modernismo catalano.

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…e ci troviamo immersi in questa “isola” verde, ricca di piante di varie tipologie e dimensioni.
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Proseguiamo la passeggiata e usciamo dal Parco usato dagli abitanti di Barcellona per trascorrervi il tempo libero e godere di uno spazio verde nel centro della città.

Incontriamo quest’opera che Erica ci spiega costruita da Antoni Tàpies, considerato uno dei più importanti artisti catalani del XX secolo, in onore di Pablo Picasso.
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L'artista ha deciso di realizzare un'opera assemblando mobili in stile modernista, utilizzando un mobile che avesse più funzioni - divano, specchio e armadio allo stesso tempo - per evocare il periodo in cui Picasso visse a Barcellona. Il mobile è attraversato da travi in ferro bianco che richiamano la Barcellona industriale di inizio ' 900 .
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L'assemblaggio contiene anche una serie di sedie impilate, legate con corde e coperte bianche spiegate che contengono in basso alcune frasi di Picasso, come quella che recita:
«….un quadro non è per decorare un soggiorno, ma è un'arma di attacco e difesa contro il nemico »
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Nel momento in cui ci fermiamo ad osservarla, ci sono operai che stanno eseguendo un intervento di manutenzione, infatti manca l’acqua che dovrebbe riempire la vasca esterna e un gruppo di persone che osservano l’opera.




Arriviamo a : El Born Centre de Cultura i Memòria.
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“Il Centro Culturale e della Memoria del Born (in catalano Centre de Cultura i Memòria del Born, o anche Born CCM) è un centro dedicato all’esposizione di mostre di carattere artistico e culturale. Costruito all’interno dell’antico Mercato del Born, è stato aperto nel 2013 dopo un lungo lavoro preparatorio per poter rendere fruibile il proprio giacimento archeologico.

Il Mercato del Born nasce nel 1876, come prima struttura in vetro e ferro di Barcellona, dimostrazione della vitalità economica della città catalana nel XIX secolo. La posizione fu scelta per la sua vicinanza alla Estació de França, con l’idea di renderlo uno dei mercati più importanti della città, ma venne trasformato dopo qualche tempo in un mercato all’ingrosso, a causa della scarsa affluenza. Nel 1971 il mercato fu chiuso, e s’iniziò un primo restauro. Alla fine degli anni ’90 si decise di reimpiegare il mercato per ospitare una biblioteca, ma durante i lavori preparatori vennero trovati i resti delle abitazioni distrutte dopo la guerra di successione spagnola del 1714.



La città si era ribellata al dominio borbonico, ed era stata riconquistata dopo un violento assedio. Il re Filippo V ordinò di costruire un’imponente cittadella militare, con una fortezza che potesse controllare sia l’accesso strategico verso la Francia, sia la stessa Barcellona, all’epoca considerata fra le città più rivoltose di tutta Europa. Una parte del quartiere de La Ribera fu così raso al suolo, per creare un’enorme spianata intorno alla cittadella. La cittadella non ebbe una lunga vita: profondamente odiata dai barcellonesi in quanto simbolo del potere opprimente dei Borbone, venne smantellata durante la rivoluzione del 1868, per fare spazio all’attuale Parc de la Ciutadella. Alcune zone più vicine al centro furono impiegate per costruire edifici pubblici, come la Estació de França e lo stesso mercato del Born.

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All’interno del giacimento del Born si possono vedere alcune vie complete, con le fondamenta di almeno 60 case, distribuite in tre parti distinte, che rappresentano perfettamente la complessità del tessuto urbano e sociale del quartiere de La Ribera dal XII al XVIII secolo. Nel giacimento sono state ritrovate una grande quantità di reperti archeologici, visibili nell’esposizione permanente: la maggior parte di esse sono ceramiche, ma sono stati ritrovati anche vetri, oggetti in ferro, bronzo o rame, elementi di pietra e anche vestiti ed oggetti in cuoio. Diverse le ceramiche italiane presenti nel sito, a testimonianza dell’importanza commerciale che aveva assunto Barcellona nel XVIII secolo: fra le città di produzione ci sono Genova, Faenza, Pisa, Savona, Albisola e Montelupo, nonché alcuni vetri provenienti da Murano.”

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Proseguiamo la passeggiata, Erica ci porta alla “Catedral del mar”, è una grande chiesa gotica, nel quartiere della Ribera.

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Considerata la chiesa dei marinai, perché situata nella zona mercantile e portuale della città.
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Nella Cattedrale ci sono lavori in corso, si paga un biglietto di ingresso ma decidiamo di entrare ugualmente.
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Ci dirigiamo poi verso il “Quartiere Ebraico”…
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Passiamo nei pressi del Museo Storico….

…e della Cattedrale….
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Percorriamo una zona di strette vie, dove restano poche tracce delle origini medievali.
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Erica ci racconta che Il Call di Barcellona è il settore dell'attuale quartiere Gòtic che anticamente fu il quartiere ebraico di Barcellona. Fu uno dei centri della cultura nell'epoca medievale in città, e lì si costruirono due sinagoghe.

La comunità ebraica è vissuta in questo quartiere fino al 1391 quando a seguito di un saccheggio e all’uccisione di 300 dei suoi membri, furono cacciati e come alternativa potevano solo convertirsi al cristianesimo.

Solo in tempi recenti alcuni storici, con accurate ricerche, hanno evidenziato le poche tracce rimaste ed hanno costituito una associazione per salvaguardarne la memoria e continuare lo studio.
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In fondo alla via della Sinagoga al numero1 si trova una lapide su cui è inciso in ebraico questa iscrizione :

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“Fundaciòn Pia de Samuel ha- Sardì; su luz luzca de forma permanente”( in italiano :”Fondazione Pia de Samuel ha-Sardì; la sua luce luccica perennemente. “La traduzione in Castigliano è un po’ differente per errori di traduzione.

La lapide è una replica dell’originale situata nel 1820 nello stesso luogo, l’originale si trova nel Museo di storia di Barcellona.




Il tempo è volato, sono già le 13.30 salutiamo Erica e la ringraziamo per averci accompagnato e raccontato la città che la accoglie e dove si sente “a casa”.
Lei corre a prendere il suo bambino a scuola e noi ci avviamo a piedi lungo la Rambla fino a raggiungere il bus cittadino che ci riporta alla nave.

Saliamo e raggiungiamo il buffet, sono già le 15.00.

La sera non ce la sentiamo di andare al ristorante, abbiamo pranzato tardi, ... andremo solo al buffet per un po’ di verdura e con nostra sorpresa vediamo che, nonostante la serata particolare di “San Valentino”, l'area è affollata, ci sono soprattutto famiglie, i piatti di “pasta” abbondanti, sono la scelta preferita.

Passeremo la serata ad ascoltare musica tra i due locali dedicati alla musica live, ai bar “Quelli della notte” e “Il cielo in una stanza”.

Vediamo molte signore con una rosa rossa in mano, probabilmente è un omaggio ricevuto al ristorante.

La sera successiva quando ci rechiamo al ristorante, si avvicina il maître con discrezione e ci chiede “…ma ieri sera dove avete cenato?”…Stupiti per la domanda rispondiamo di aver preferito non cenare…

Probabilmente ci siamo persi qualche attenzione particolare prevista per l’occasione.:unsure:
 
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Bellissimo giro Elide, il ghetto e la Sinagoga, sono rimaste fuori dal mio ultimo giro, era lunedì ed erano chiuse. Il Muhba nella zona del Barrio Gotico ha diverse succursali molto , molto interessanti. Penso di radunarle tutte in una prossima volta lì, ma non di lunedì..;)

Complimenti per il reportage accuratissimo!
 
Ed eccoci alla giornata di navigazione….
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Mi piace questa “giornata”!

Quando prenoto una nuova crociera, guardo l’itinerario e già immagino i giorni di navigazione come piacevoli pause dedicati ad assaporare il mare, … la nave, con a disposizione tempi dilatati….

Il primo sguardo del mattino rivolto al mare, regala un inizio di giornata “dolce”, dai colori” morbidi”…..
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Tra i “programmi” di oggi ci sono: prenotare un ingresso da utilizzare domani alla SPA e visitare il museo della nave.

Mi reco all’ingresso della SPA per la prenotazione e mi viene proposta una visita.

Accetto volentieri anche perché quello che più mi attrae è vedere. ancor più che utilizzare, il “Centro Benessere” .

Sono le prime ore del mattino e l’area SPA non è ancora frequentata così posso tranquillamente visitarla e porre domande, tra le quali chiedo se l’acqua utilizzata è quella di Tabiano come avevo letto nel periodo di costruzione della nave stessa e mi viene confermato.

Mi soffermo sulla stanza della neve.
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È quella che mi attrae di più e mi viene spiegato che non è consigliato superare i due minuti di permanenza, mi affascina ma non ci andrò, per me è troppo fredda!

Proseguirò poi con una passeggiata al ponte 17, nelle aree della nave dove solitamente non ho occasione di passare.
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Attraente la vasca idromassaggio con vetro trasparente sul lato piscina….
 

Allegati

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Scendiamo successivamente al ponte otto…negli ambienti di passaggio verso il ristorante club … in questo momento non c’è nessuno …
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…anche per la pizzeria è presto, … tra non molto cambierà completamente volto e diventerà un ambiente molto affollato….
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In zona Colosseo mi soffermo ad osservare lo schermo …le iniziative di Costa mi piacciono …
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…raggiugiamo il ponte 7 verso poppa, in una posizione dove ancora non siamo andati ….

Questo il bellissimo tunnel attraversa il museo…. Il tunnel è composto da una serie di anelli divisi tra loro, che creano delle aperture verso gli spazi espositivi allestiti su entrambi i lati.

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E’ il primo museo ad essere realizzato su una nave da crociera.

Si chiama CoDe - Costa Design Collection.

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Uno spazio espositivo di 400mq dedicato al design Made in Italy di ieri e di oggi.
Adam Tihany ne è il direttore creativo e Matteo Vercelloni, ne ha curato la collezione.

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Il museo è composto da sezioni di: oggettistica, moda, trasporti, design d'arredo, articoli per la tavola e ogni pezzo esposto racconta il meglio dell'Italia. Per ogni pezzo viene specificato l'anno in cui è stato creato, il nome del progettista, l'azienda che l'ha prodotto, se è ancora in produzione… E tutti questi racconti, insieme, creano la storia del design italiano.

Scatterò molte foto…ne seleziono solo alcune per me maggiormente significative ….
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Tobia Scarpa figlio dell'architetto e designer Carlo Scarpa, entrambi conosciuti nella nostra provincia (Treviso), per aver restaurato vari edifici destinati ad uso culturale ed espositivo.


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Gae Aulenti designer e architetto di fama internazionale, molte sono le sue opere conosciute e famose , tra i suoi lavori abbiamo avuto modo di apprezzare a Parigi la ristrutturazione del Museo D’Orsay .

Invio le foto del museo a mia cugina Lucia (mamma di Erica) e lei mi manda alcune informazioni che non conoscevo e collegate alla città di Biella e Vercelli, la mia città e provincia di origine.
Su Gae Aulenti….
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“Santa Caterina” è stato l’istituto di Biella da me frequentato. (Una piccola curiosità che mi fa piacere)

…e Sambonet
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E’ bello trovare collegamenti con le proprie esperienze, .. il museo diventa un’occasione per allacciare le tracce del vissuto, … della propria storia…ma anche allargare le proprie visioni.

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"i trasporti erano un settore importantissimo del design italiano: il treno Settebello, la Lambretta, la Vespa, le auto, le biciclette, i transatlantici… “
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Ripercorrere la storia attraverso il designer italiano che ha accompagnato il nostro quotidiano è stata un’esperienza emozionante.
 
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