…ed eccoci giunti all’ultimo giorno di questo breve viaggio.
…ore 7.00, uno sguardo dalla cabina...e siamo pronti per godere l'ultima giornata.
Lo scalo di oggi e l’escursione….
L’emozione è grande perché finalmente potrò conoscere Civita di Bagnoregio, ne ho molto sentito parlare e la curiosità è tanta.
L’orario di partenza è alle 8.45.
Il bus sarà uno solo, molte persone sono straniere quindi la lingua usata dalla guida sarà sia l’italiano che l’inglese.
Il percorso in bus è abbastanza lungo, Civita si trova nell’alto Lazio verso i confini con l’Umbria e
i percorsi che attraversiamo assumono le caratteristiche di dolci paesaggi collinari.
Arriviamo alle 11.00 circa e ci fermiamo su un punto panoramico per ascoltare le prime informazioni della guida locale.
Civita di Bagnoregio si trova nella valle dei calanchi, un'area situata tra il lago di Bolsena a ovest e la valle del Tevere a est, nel comune di Bagnoregio. È costituita da due valli principali: il Fossato del Rio Torbido e il Fossato del Rio Chiaro. In origine questi luoghi erano più dolci e accessibili ed attraversati da un'antica strada che collegava la valle del Tevere al lago di Bolsena.
Il borgo e la sua trasformazione nel tempo.
“La morfologia di quest'area è stata provocata dall'erosione e dalle frane. Il territorio è costituito da due formazioni distinte per cronologia e tipo. Quella più antica è quella argillosa, di origine marina e costituisce lo strato di base, particolarmente soggetto all'erosione. Gli strati superiori sono invece formati da materiale tufaceo e lavico. La veloce erosione è dovuta all'opera dei torrenti, agli agenti atmosferici, ma anche al disboscamento.”
La guida racconta che il borgo è abitato da undici persone tra cui un bambino ed vi risiede lo psicologo e sociologo Paolo Crepet .
La prestigiosa rivista di settore AD ha dedicato un servizio a 'Corte della Maestà', la residenza di charme ideata da Paolo Crepet e dalla sua compagna Cristiana Melis.
Civita si trova in una posizione isolata, raggiungibile solo attraverso un ponte pedonale in cemento armato costruito nel 1965. Il ponte può essere percorso soltanto a piedi.
Solo un mezzo della Croce Rossa trasporta ogni giorno i rifornimenti per chi vive o lavora in questo luogo.
Lo vediamo attraversare il percorso pedonale mentre anche noi stiamo salendo, lo ritroveremo sulla piccola piazza davanti alla Chiesa di San Donato.
La causa dell’ isolamento è la progressiva erosione della collina e della vallata circostante, che ha dato vita alle tipiche forme dei calanchi e che continua ancora, rischiando di far scomparire la frazione, per questo è chiamata "la città che muore".
Civita venne fondata 2500 anni fa dagli Etruschi. Sorge su una delle più antiche vie d’Italia che congiungevano il Tevere (allora grande via di navigazione dell'Italia centrale) e il lago di Bolsena.
All'antico abitato di Civita si accedeva mediante cinque porte, mentre oggi rimane solo la porta di Santa Maria.
La struttura urbanistica dell'intero abitato è di origine etrusca, costituita da cardi e decumani secondo l'uso etrusco e poi romano, mentre l'intero rivestimento architettonico risulta medioevale e rinascimentale. Numerose sono le testimonianze della fase etrusca di Civita, specialmente nella zona detta di San Francesco vecchio.
La rupe di Civita poggiava sulle alte pareti di tufo limitrofe che, nel corso dei secoli, crollarono a causa delle innumerevoli frane. Anche gli Etruschi cercarono di arginare i problemi di sismicità e di instabilità del territorio, che nel 280 a.C. si concretizzarono in scosse telluriche e smottamenti.
All'arrivo dei Romani, nel 265 a.C., furono riprese le imponenti opere di canalizzazione delle acque piovane e di contenimento dei torrenti avviate dagli Etruschi.
Il nome di Civita di Bagnoregio è cambiato nel tempo alternandosi nelle diverse epoche tra “Civita” e Bagnoregio” con la parte bassa del paese fino ad assumere in tempi recenti il nome composto dalle due località.
In epoche successive l’origine vulcanica del luogo ha reso famose le sue acque “curative” tra Papi e reali che si recavano regolarmente in questi luoghi, arricchendo gli edifici da loro utilizzati e rendendole conosciute e famose.
Durante la conversazione scopriamo che la guida locale è una archeologa, lavora presso gli scavi locali, comprendiamo così la ricchezza di particolari contenuta nel suo appassionante racconto.
All'interno del borgo rimangono varie case medievali, la chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale.