Il piano di ripresa della Compagnia.
Credit: Ship2shore
di Pietro Roth
Hot lay out e Cold lay out.
Per azzardare un paragone culinario, la differenza è simile a quella che c’è fra un congelatore e un abbattitore: il primo porta la temperatura delle pietanze a parecchi grado sottozero, permettendone una lunga conservazione ma comportando anche tempi tutt’altro che celeri per lo scongelamento delle stesse una volta che vogliamo consumarle. L’abbattitore, invece, porta gli alimenti alla temperatura del frigorifero (un paio di gradi sopra lo zero o giù di lì) permettendoci di consumarle prontamente appena lo desideriamo.
In ambito marittimo, il paragone si può fare con i due tipi di lay up di una nave, ovvero della sua ‘messa a riposo’: esiste infatti l’hot lay up e il cold lay up. Nel primo caso la nave resta armata ad un livello minimo a seconda delle necessità della stessa, ed è quindi in grado di riprendere la navigazione in un arco di tempo piuttosto breve; viceversa nella seconda circostanza l’imbarcazione viene sistemata in un porto e lì rimane praticamente senza nessun membro dell’equipaggio a bordo, il che comporta necessariamente tempi più lunghi per poter essere nuovamente armata e messa nelle condizioni di navigare.
Costa Crociere, che ha annunciato la sospensione di ogni sua attività sino al 30 giugno e ha anche deciso di ricorrere al fondo Solimare per parte dei suoi dipendenti, ha scelto il primo metodo per provare a salvare la stagione estiva. A rivelarlo è stato il Vice President Sustainable Innovation and Infrastructural Development della compagnia, Franco Porcellacchia, nell’ambito di un webinar organizzato da Atena e dal Propeller Club dall’emblematico titolo ‘Lo shipping ai tempi del coronavirus’.
“Tutte le nostre 14 navi, che battono bandiera italiana, sono ferme – ha detto Porcellacchia – 3 di queste si trovano in Asia, la maggior parte in Italia fra Palermo, Taranto, Brindisi, Ancona, Civitavecchia, Genova e Savona, 1 è in Brasile e la nostra ammiraglia, la Smeralda, è in Francia, a Marsiglia. Come parte del gruppo Carnival, anche i nostri marittimi hanno potuto fare rientro nei rispettivi Paesi di residenza proprio a bordo delle navi, viste le restrizioni in essere ad esempio sul trasporto aereo. La maggior parte si è diretta verso India, Filippine e Indonesia, da cui arriva buona parte della forza lavoro a bordo”.
In questi porti le navi bianche dall’inconfondibile fumaiolo giallo sono state poste in hot lay up. “Diverse compagnie – ha aggiunto il dirigente di Costa – hanno già deciso di cancellare la loro stagione estiva. Noi manteniamo uno spiraglio di ottimismo e la scelta di questo tipo di lay up ne è la conferma: in questo modo a bordo abbiamo circa 100-150 marittimi, rispetto ad una quota che a pieno regime di funzionamento prevede la presenza di un numero compreso fra le 800 e le 1200 persone, a seconda delle dimensioni della nave, in servizio. Così siamo pronti a rimetterle in navigazione in tempi piuttosto brevi, parliamo di circa 2 settimane. Cosa che sarebbe impossibile in caso di cold lay up”.
Nel suo intervento, Porcellacchia ha confermato che il prodotto crociera subirà modifiche di non poco conto e dovrà essere riadattato ai tempi, dopo un decennio di crescita ininterrotta e che sembrava inarrestabile: “Sarà necessario fare dei cambiamenti, tenendo conto soprattutto del numero di persone che possono essere imbarcate stanti queste disposizioni”.
La strategia di porre le navi in hot lay up ne ‘nasconde’ un’altra alla quale è strettamente legata: “Pensiamo a navi dedicate a un solo mercato, in modo da ridurre in modo rilevante le criticità nel caso dovessero sorgere dei problemi. Dai nostri clienti riceviamo segnali positivi per il 2021 ma anche qualche incoraggiamento già per questa estate. Restiamo fiduciosi e seguiamo l’evolversi della situazione”, ha spiegato Porcellacchia.
Navi dedicate a un solo mercato significa navi che toccano i porti di uno stesso Paese, senza scali all’estero. In questo modo verrebbero meno i problemi di quarantena, diversa interpretazione delle leggi o normative diverse tout court. Insomma, nessun giro del mondo ma anche nessun giro del Mediterraneo fra Italia, Spagna, Francia e Nord Africa, ad esempio, almeno finché le condizioni non lo permetteranno, ma più probabilmente itinerari ‘chiusi’ e rivolti ad un solo Paese, almeno per provare a ‘salvare’ l’estate 2020.