Mi piace la descrizione che hai fatto delle donne arabe...stessa sensazione provata quando ho visitato Dubai a dicembre...
Maddalena, "sentiamo" allo stesso modo, mi par di capire. Un viaggetto insieme, no?
.........................................................................ABU DHABI
L’ultimo giorno di permanenza negli Emirati Arabi, decido, finalmente, di recarmi ad Abu Dhabi, per una visita alla moschea Sheihk Zayed.
In un mio precedente viaggio mi ero fatta sfuggire questa meraviglia dell’architettura islamica.
Mi sveglio all’alba, indosso il mio abaya nero dagli intarsi color argento, che avevo comprato ad Alessandria d’Egitto, e mi reco alla stazione degli autobus di linea di Al Ghubaiba.
Dopo aver acquistato il biglietto per 25 dirham, salgo a bordo del pullman A1 che, in poco meno di due ore, mi porta a destinazione.
Il viaggio viene allietato dalla simpatia di Kris, una ragazza di origine cinese, che diventerà la mia compagna durante la visita alla moschea.
Giunte all’autostazione di Abu Dhabi, prendiamo un taxi che in dieci minuti ci porta al cospetto del Taj Mahal d’Arabia!
L’imponente costruzione mi si presenta in tutta la sua sfolgorante bellezza.
Soltanto chi è stato qui può confermare che il fulgido biancore delle cupole è talmente abbagliante da far impallidire la luce del regno dei cieli.
Quattro minareti si innalzano in cielo, donando al complesso un notevole slancio.
Un sistema di piscine esterne, invece, circondano questo miraggio del deserto, amplificandone l’incantevole avvenenza.
I saloni interni sono cosi belli da togliere il fiato.
E’ il trionfo del marmo bianco, capace di esprimere nella sua durezza, l’essenza stessa della leggerezza e della poesia.
Il lapislazzuli e la sodalite intrecciano delicati intarsi arabeschi e creano mosaici floreali che decorano le pareti ed ognuna delle mille colonne qui presenti.
“Beautiful, beautiful!” è il mantra incessante di Kris.
Non riesce a contenersi dal fotografare i capitelli dorati, le lunghe navate esterne che sembrano risucchiarci in chissà quali spazi.
Non vi dirò che qui potrete camminare sul tappeto più grande mai realizzato al mondo, o che il prezzo dei lampadari che sormontano i saloni principali, si aggira sui milioni di euro.
Non vi dirò, neanche, che gli architetti hanno creato questa moschea ispirandosi alla luna e ad i suoi cicli.
(Già, ma perché nel mondo arabo è sempre presente l’immagine della mezza luna, simbolo per eccellenza del femminino?
Intanto, ricordiamo che i primi arabi pagani adoravano il dio Luna Allah e la dea Sole Hallat.
Nel corso dei decenni, questi ultimi, vennero fusi insieme sotto un unicà deità chiamata Allah e venne mantenuta la simbologia che oggi conosciamo;
inoltre, la parola mezza luna “hilal” e il nome “Allah” hanno lo stesso valore ghematrico).
Non vi dirò altro….vi invito soltanto ad abbandonare i vostri sandali all’ingresso e ad immergervi, in silenzio, in questa bolla di sapone.
Sedete sotto l’ombra della magnificenza e sognate ad occhi aperti!