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Eugenio Wolk e gli uomini Gamma della Decima

Aquilotto, cerca però di non disperdere i temi, non potevi scriverlo sul post che hai aperto precedentemente?

Un salutone!
Manlio
 
Sai, parlando di storia e non di politica, ed anche considerando che in quel momento storico io avrei fatto una scelta opposta a quella loro, va però detto che per capirla bisogna entrare nello spirito e nella mentalità dell'epoca, occorre capire i tempi e come si pensava allora..

Prova a ragionare su questo:

Per venti anni sei stato indottrinato con concetti come ''Onore'', ''Traditori'', ''Vigliacchi'', ''Vincere o morire''

Hai vissuto in una stranissima situazione nella quale il capo del paese è il Re, al Re hai giurato fedeltà, ma la realtà è che in ogni atto la parola di riferimento è '''Duce'', da venti anni te la senti riproporre tutti i giorni..

Sei stato una parte integrante di un Nucleo di persone che nel nome dell'esercito Italiano ci hanno messo preparazione, sacrificio, coraggio, esperienza, eroismo

Hai lottato a fianco dei Tedeschi, con cui collaboravi già prima..

Hai sempre avuto (e in Italia c'era questo sentimento e diffuso) vergogna per aver attaccato Tedeschi ed Austriaci quando avevi stretto con loro la triplice Alleanza..

Le autorità Fasciste avevano esplicitamente dichiarato prima della guerra che l'Italia sarebbe entrata in uno schieramento e non avrebbe mai voltato la faccia ai compagni d'armi.. non avrebbe mai 'tradito' come era successo nella prima guerra mondiale.

A questo punto ti ritrovi un Duce defenestrato, un Re che scappa lasciando Roma in balia del nemico, un general Badoglio che non è certo l'immagine dell'eroe che ti può attirare, due 'governi' di riferimento, e tutto un sistema di ''Vincere o morire'' che è scappato con la coda tra le gambe lasciando l'esercito a se stesso..

Che il governo del Re e di Badoglio, che aveva mentito agli stessi Italiani, persino i suoi ministri non sapevano che era in corso un accordo con gli alleati, fosse alla fin fine più legittimo di quello di Mussolini che continuava a lottare al fianco del vecchio alleato pur essendo in netta inferiorità era poi così chiaro e scontato?

In più mettici il Romanticismo, che era una parte dello spirito dell'epoca, meglio morire con onore sui biondi campi di grano, per una causa 'ideale' che vivere da traditore sconfitto..

Prova a pensare in questi termini e forse quella scelta, ripeto, assolutamente opposta a quella che avrei fatto io, la puoi però capire..

Un saluto
Manlio

Non mi dici niente di nuovo, io vengo da una famiglia i cui componenti tra il 1943 - 1945 si divisero equamente tra chi scelse di combattere a Salò per i motivi che dici tu e chi invece scelse di combattere con i partigiani. Diciamo poi che per smarcarci dal conflitto ci siamo cacciati in un vespaio peggiore, dal momento dell'Ordine del Giorno Grandi il 25 luglio 1943 in cui il Duce fu defenestrato proprio dai suoi che gli votarono contro. Anche sull'otto settembre e sulla fuga del re la gestione fu disastrosa in tutti i sensi perché i soldati vennero lasciati senza ordini e abbandonati a se stessi, mio nonno materno era ufficiale dei carabinieri reali e si salvò per miracolo dalla deportazione dei carabinieri romani e successivamente dai rastrellamenti quindi so benissimo di cosa si parla visto che mio nonno come ufficiale dei carabinieri reali era fedele a un re che era scappato via abbandonando lui e i suoi colleghi a se stessi.
Siamo d'accordo che con i se e con i ma le cose non cambiano e io meno che mai non mi permetto di giudicare le scelte personali di uomini come Wolkof o come Borghese (che comunque faticò non poco per farsi dare retta dai tedeschi). E' chiaro che chi per venti anni si sente continuamente blaterare discorsi sulla bella morte, sul vincere e vinceremo ha una scelta da fare e poi si assume la responsabilità delle scelte fatte.
 
Sai, parlando di storia e non di politica, ed anche considerando che in quel momento storico io avrei fatto una scelta opposta a quella loro, va però detto che per capirla bisogna entrare nello spirito e nella mentalità dell'epoca, occorre capire i tempi e come si pensava allora..

Prova a ragionare su questo:

Per venti anni sei stato indottrinato con concetti come ''Onore'', ''Traditori'', ''Vigliacchi'', ''Vincere o morire''

Hai vissuto in una stranissima situazione nella quale il capo del paese è il Re, al Re hai giurato fedeltà, ma la realtà è che in ogni atto la parola di riferimento è '''Duce'', da venti anni te la senti riproporre tutti i giorni..

Sei stato una parte integrante di un Nucleo di persone che nel nome dell'esercito Italiano ci hanno messo preparazione, sacrificio, coraggio, esperienza, eroismo

Hai lottato a fianco dei Tedeschi, con cui collaboravi già prima..

Hai sempre avuto (e in Italia c'era questo sentimento e diffuso) vergogna per aver attaccato Tedeschi ed Austriaci quando avevi stretto con loro la triplice Alleanza..

Le autorità Fasciste avevano esplicitamente dichiarato prima della guerra che l'Italia sarebbe entrata in uno schieramento e non avrebbe mai voltato la faccia ai compagni d'armi.. non avrebbe mai 'tradito' come era successo nella prima guerra mondiale.

A questo punto ti ritrovi un Duce defenestrato, un Re che scappa lasciando Roma in balia del nemico, un general Badoglio che non è certo l'immagine dell'eroe che ti può attirare, due 'governi' di riferimento, e tutto un sistema di ''Vincere o morire'' che è scappato con la coda tra le gambe lasciando l'esercito a se stesso..

Che il governo del Re e di Badoglio, che aveva mentito agli stessi Italiani, persino i suoi ministri non sapevano che era in corso un accordo con gli alleati, fosse alla fin fine più legittimo di quello di Mussolini che continuava a lottare al fianco del vecchio alleato pur essendo in netta inferiorità era poi così chiaro e scontato?

In più mettici il Romanticismo, che era una parte dello spirito dell'epoca, meglio morire con onore sui biondi campi di grano, per una causa 'ideale' che vivere da traditore sconfitto..

Prova a pensare in questi termini e forse quella scelta, ripeto, assolutamente opposta a quella che avrei fatto io, la puoi però capire..

Un saluto
Manlio

http://www.ibs.it/code/9788804433927/rocca-gianni/fucilate-gli-ammiragli.html Hai letto per caso questo libro?
 
Io farei un solo argomento in cui si parla di tutti. Del resto non siamo un sito di recensioni cinematografiche. Se mi dici il titolo che vorresti impostare provvedo ad unirli.
Grazie per la comprensione.
 

No, non lo conoscevo..
Prendo nota.. ;)

Per il resto del discorso, penso che quando si va a fondo nelle cose si capisce che la realtà non è mai netta, e che da tutte le parti è pieno di gente in buona ed in cattiva fede, ma la prima in genere è la maggioranza..

Per fotografare quel momento, che purtroppo da noi ha avuto tanti antecedenti e qualche seguito basta questo breve spezzone di un capolavoro ("Tutti a casa")


Un saluto
Manlio
 
No, non lo conoscevo..
Prendo nota.. ;)

Per il resto del discorso, penso che quando si va a fondo nelle cose si capisce che la realtà non è mai netta, e che da tutte le parti è pieno di gente in buona ed in cattiva fede, ma la prima in genere è la maggioranza..

Per fotografare quel momento, che purtroppo da noi ha avuto tanti antecedenti e qualche seguito basta questo breve spezzone di un capolavoro ("Tutti a casa")


Un saluto
Manlio

Me lo ricordo questo film, andrebbe fatto vedere nei cineforum scolastici per capire cosa fu l'otto settembre, nella sua comicità è drammatico e fa capire in che razza di casino ci fossimo cacciati.
 
Ultima modifica:
Sai, parlando di storia e non di politica, ed anche considerando che in quel momento storico io avrei fatto una scelta opposta a quella loro, va però detto che per capirla bisogna entrare nello spirito e nella mentalità dell'epoca, occorre capire i tempi e come si pensava allora..

Prova a ragionare su questo:

Per venti anni sei stato indottrinato con concetti come ''Onore'', ''Traditori'', ''Vigliacchi'', ''Vincere o morire''

Hai vissuto in una stranissima situazione nella quale il capo del paese è il Re, al Re hai giurato fedeltà, ma la realtà è che in ogni atto la parola di riferimento è '''Duce'', da venti anni te la senti riproporre tutti i giorni..

Sei stato una parte integrante di un Nucleo di persone che nel nome dell'esercito Italiano ci hanno messo preparazione, sacrificio, coraggio, esperienza, eroismo

Hai lottato a fianco dei Tedeschi, con cui collaboravi già prima..

Hai sempre avuto (e in Italia c'era questo sentimento e diffuso) vergogna per aver attaccato Tedeschi ed Austriaci quando avevi stretto con loro la triplice Alleanza..

Le autorità Fasciste avevano esplicitamente dichiarato prima della guerra che l'Italia sarebbe entrata in uno schieramento e non avrebbe mai voltato la faccia ai compagni d'armi.. non avrebbe mai 'tradito' come era successo nella prima guerra mondiale.

A questo punto ti ritrovi un Duce defenestrato, un Re che scappa lasciando Roma in balia del nemico, un general Badoglio che non è certo l'immagine dell'eroe che ti può attirare, due 'governi' di riferimento, e tutto un sistema di ''Vincere o morire'' che è scappato con la coda tra le gambe lasciando l'esercito a se stesso..

Che il governo del Re e di Badoglio, che aveva mentito agli stessi Italiani, persino i suoi ministri non sapevano che era in corso un accordo con gli alleati, fosse alla fin fine più legittimo di quello di Mussolini che continuava a lottare al fianco del vecchio alleato pur essendo in netta inferiorità era poi così chiaro e scontato?

In più mettici il Romanticismo, che era una parte dello spirito dell'epoca, meglio morire con onore sui biondi campi di grano, per una causa 'ideale' che vivere da traditore sconfitto..

Prova a pensare in questi termini e forse quella scelta, ripeto, assolutamente opposta a quella che avrei fatto io, la puoi però capire..

Un saluto
Manlio

Diciamo anche che le nostre Forze Armate durante l'ultima guerra mondiale erano comandate male, i generali italiani non brillarono di certo per le loro doti di strateghi, ci furono ottime individualità come appunto gli Uomini Gamma della X ma se pensiamo che al comando delle nostre truppe vi erano dei generali come Graziani o Badoglio.
 
Mizar (Sabotaggio in mare)

Questo è un altro film di guerra ispirato alla figura di Luigi Ferraro ufficiale della marina italiana e un altro dei pionieri della subacquea italiana.

La storia narra di un comandante dei sommozzatori della Marina Italiana coadiuvato da una sommozzatrice di nome Mizar. Recupera da una nave nemica un cifrario segreto, poi va in missione segreta in Turchia ed affonda le navi che trasportano armi. L'esercito inglese si mette a caccia della coppia.

 
Luigi FERRARO
Tenente di artiglieria

Medaglia d'oro al Valor Militare alla memoria



Volontario nella specialità "Gamma" nei mezzi di assalto della Marina Militare, portava da solo a compimento quattro successive azioni contro quattro navi nemiche, di tre delle quali si è potuto accertare l'affondamento.
Per le difficilissime condizioni dell'ambiente in cui ha dovuto operare e per la crescente vigilanza avversaria, ha coscientemente affrontato e superato rischi mortali sempre maggiori, dando prova di esemplare noncuranza del pericolo, di chiaroveggente freddezza, d'insuperabile perizia tecnica e di inesausto amor di Patria.
I risultati da lui ottenuti aggiungevano nuove glorie a quelle che già avevano reso famosi nel mondo i mezzi navali d'assalto italiani.
Mediterraneo, 7 luglio - 4 agosto 1943

Nacque a Quarto dei Mille (Genova) il 3 novembre 1914. Dopo aver conseguito a Tripoli l'abilitazione magistrale nel 1935 ebbe nel 1937 a Roma l'abilitazione ad insegnante di Educazione Fisica nell'Accademia della Farnesina.
Volontario dall'inizio del 2° conflitto mondiale ed ammesso alla frequenza del Corso Ufficiali di complemento, nominato Sottotenente, fu assegnato al 20° Reggimento Artiglieria. Passò poi a disposizione della Milizia Artiglieria Marittima (Milmart) dipendente dal Ministero della Marina e nel 1942 ebbe il comando di una batteria costiera antinave.
A domanda, frequento la Scuola Sommozzatori di Livorno ed, ottenuto il brevetto, passo al Gruppo "Gamma" del quale divenne poi vicecomandante ed istruttore. Nel marzo 1943 venne inviato in Turchia con l'incarico di compiere azioni di sabotaggio contro mercantili nemici ed, assunta la figura giuridica di impiegato al Consolato italiano di Alessandretta, dal giugno condusse quattro azioni di sabotaggio contro i mercantili nemici, nei porti di Alessandretta e di Mersina. Nel primo porto applicò, la sera del 30 giugno, due bauletti esplosivi alla chiglia del piroscafo greco Orion di 7.000 tsl, carico di minerale di cromo, che affondò il mattino successivo a poche miglia dal porto. Il 9 luglio, operando dal vicino porto di Mersina, ripetè l'operazione sul piroscafo Kaituna di 10.000 tsl, il quale subì ingenti danni e fu portato ad incagliare sulle coste di Cipro per evitarne l'affondamento. Nuovamente a Mersina, Luigi Ferraro ripetè l'azione, la sera del 30 luglio, sul piroscafo britannico Sicilian Prince, che non ebbe a subire conseguenze perché una ispezione alla carena consentì ai sommozzatori britannici di rimuovere i bauletti esplosivi.
Migliore sorte ebbe l'azione effettuata il 1° agosto contro la motonave norvegese Fernplant di 7.000 tsl, carica anch'essa di minerale di cromo ed ancorata nel porto di Alessandretta. La Fernplant affonderà poi nelle acque al largo della Siria. Rientrò in Italia nell'agosto dello stesso anno e l'armistizio dell'8 settembre pose termine alle sue coraggiose missioni. Prestò servizio sotto la R.S.I..
Nel dopoguerra, operò, per conto del Ministero della Marina, al ricupero di navi affondate quindi, posto in congedo nel marzo 1948, curò la divulgazione della tecnica delle immersioni subacquee fra i civili. Nel 1952 organizzò a Genova una propria scuola per sommozzatori civili ae svolse corsi per conto del Ministero degli Interni, ai quali parteciparono Carabinieri, Guardie di Finanza e militari del Genio. Deceduto a Genova il 5 gennaio 2006.
Altre decorazioni:
- Croce di Guerra al Valore Militare (Tripoli, 3 maggio 1941).

Fonte http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/medaglie/Pagine/ferraroluigi.aspx
 
Fiorenzo Capriotti


nacque ad Ascoli Piceno l'8 settembre 1911 si arruolò nella Regia Marina nel 1929, a 18 anni. Venne assegnato all'incrociatore leggero Quarto di stanza in Cina e partecipò poi alla guerra d'Etiopia e alla guerra civile spagnola. Allo scoppio della seconda guerra mondiale rivestiva il grado di capo meccanico di 3ª classe e venne trasferito alla Xª Flottiglia MAS in quanto esperto manovratore degli M.T.M. (Motoscafo Turismo Migliorato/Modificato). Non considerandosi un fascista, Capriotti partecipò all'attacco alla Baia di Suda il 26 marzo 1941 e all'attacco a Malta il 26 luglio dello stesso anno , in seguito al quale ricevette la medaglia d'argento al valor militare e venne gravemente ferito (con esiti permanenti a un braccio e alle mascelle) nonché catturato dai britannici. Imprigionato per cinque anni
tornò in Italia nel marzo del 1946 per entrare a far parte, in qualità di reduce di guerra, al nuovo Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale diventandone uno dei dirigenti. Ritornò sotto le armi nel 1947, entrando nella Marina Militare, ma abbandonò poco dopo, nel 1948. venne contattato da un ufficiale del Servizio Segreto Britannico che gli propose di partire per Israele con il compito di addestrare e formare una unità speciale della marina militare israeliana, la Shayetet 13, come da accordi avvenuti tra Alcide De Gasperi e Ada Sereni (organizzatrice dell'emigrazione di 25.000 ebrei europei in Palestina).arrivò ad Haifa in incognito nel giugno 1948 e subito nel Mar di Galilea, con sei M.T.M. della Marina Militare, iniziò il suo intenso lavoro di addestramento dei soldati provenienti dai kibbutz comandati da uomini come Yohai Ben-Nun (futuro comandante della marina militare israeliana). Durante la guerra arabo-israeliana del 1948 guidò la neonata unità speciale israeliana in una serie di azioni di sabotaggio contro l'Egitto nel porto di Gaza, la nave ammiraglia della marina militare egiziana, el-Amir Faruk, e un dragamine furono affondate.
Il 27 ottobre l'italiano ritorna in Patria ma continua a mantenere stretti rapporti con Israele, sovrintendendo da Lugano alla spedizione di materiale al reparto da lui addestrato in Israele, dove peraltro tornerà nel 1952. Nel 1957 abbandona l'MSI. Nell'ottobre 1992 torna in Israele, ad Atlit, dove il comandante della marina Amihai Ayalon lo nomina comandante ad honorem della Shayetet 13 in occasione dell'anniversario dell'azione di Gaza. Nell'aprile 1998 era tra gli invitati al gala tenuto a Roma per celebrare i cinquant'anni della nascita dello stato di Israele. Muore a San Benedetto del Tronto il 10 novembre 2009.
 
Siluro a lenta corsa

Il siluro a lenta corsaconosciuto anche come "maiale", fu un sommergibile tascabile di forma simile a un siluro, adatto a trasportare, a bassa velocità, due operatori muniti di respiratori subacquei autonomi e una carica esplosiva da applicare occultamente alla carena della nave avversaria all'ormeggio.
Venne usato dalla Xª Flottiglia MAS della Regia Marina italiana durante la seconda guerra mondiale per azioni di sabotaggio contro navi nemiche, spesso ancorate in porti militarmente difesi.
E' derivato dalla mignatta di Raffaele Rossetti, usata nella prima guerra mondiale per affondare la corazzata austriaca Viribus Unitis.
Fu ideato nel 1935 dal capitano del genio navale Teseo Tesei, che morì in azione con un suo maiale a Malta. I primi due prototipi di SLC furono testati nell'ottobre 1935, a La Spezia alla presenza di Mario Falangola che dirigeva all'epoca l'Ispettorato SommergibiliFalangola ne fu talmente entusiasta da commissionare la costruzione di altri due Slc. Nel 1939 il reparto della marina che si addestrava all'uso del SLC fu trasferito in una base segreta situata a Bocca di Serchio; proprio sul Serchio e nel tratto di mare antistante la foce del fiume, nel corso di ripetuti test di addestramento, l'arma fu perfezionata.
Il 19 dicembre 1941 i maiali (usati dalla Xª Flottiglia MAS) effettuarono la loro azione più nota, l'affondamento delle navi da battaglia britanniche HMS Valiant e HMS Queen Elizabeth. I militari italiani, per riuscire a fornire questi siluri alle numerose basi segrete (un esempio è la base dell'Olterra), facendoli passare inosservati, dovevano smontarli e trasportarne i vari pezzi separatamente fino a destinazione, dove poi venivano rimontati.
I primi siluri a lenta corsa elaborati poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, erano lunghi 7,30 m e avevano un motore elettrico di 1,6 hp di potenza; l'alimentazione era fornita da una batteria d'accumulatori. La velocità massima era di 3 nodi con un'autonomia di circa 15 miglia alla velocità di 2,5 nodi.
Il trasportatore era dotato di timoni di profondità e di direzione, di casse assetto e di strumentazione comprendente una bussola magnetica, un profondimetro, un orologio, un voltmetro, due amperometri ed una livella a bolla d'aria per il controllo dell'assetto longitudinale.
Il trasportatore era costituito da tre sezioni: nella prima, di forma arrotondata per favorire la navigazione del mezzo, era collocata la carica (230 kg circa di tritolite) con i relativi congegni di scoppio. Tale parte, chiamata testa di servizio, veniva staccata dal resto del mezzo e applicata sotto la chiglia della nave.
La parte centrale, di forma cilindrica denominata corpo centrale, conteneva le batterie ed esternamente le strutture sulle quali erano ricavati i posti per i due operatori. Nella terza, di forma tronco conica denominata coda, era alloggiato il motore e l'armatura che portava le eliche e i timoni.
I siluri a lenta corsa sono chiusi in appositi cilindri a tenuta stagna, disposti sulla coperta del sommergibile avvicinatore, all'interno del quale si trovano gli assaltatori. Per mettere in mare i siluri a lenta corsa, il sommergibile deve avvicinarsi il più possibile al porto nemico, tenendo conto delle difficoltà naturali e di quelle costituite dalla difesa nemica.
Usciti dal sommergibile gli uomini estraggono i siluri a lenta corsa dai cilindri e si accertano che non abbiano subito danni durante la navigazione. Quindi procedono con gli stessi verso l'imboccatura del porto seguendo le indicazioni della bussola luminosa.
Durante l'avvicinamento l'equipaggio tiene la testa fuor d'acqua per orientarsi e per respirare l'aria naturale; intanto la velocità viene ridotta all'avvicinarsi del raggio di sorveglianza delle sentinelle nemiche. In caso di pericolo, il siluro a lenta corsa compie un rapida immersione sparendo sott'acqua.
All'imboccatura del porto si trova solitamente una rete di protezione, per oltrepassare la quale il "maiale" cerca un varco sottostante, se esiste, oppure viene creato con l'alza-rete o il taglia-rete. Una volta all'interno del porto, a bassa velocità e con mezza testa fuor d'acqua ("quota occhiali") l'SLC si dirige verso il bersaglio assegnato (una nave) fino ad avvicinarsi ad una trentina di metri, dopo di che si immerge fin sotto la nave. Qui emerge lentamente fino a toccare la carena della nave bersaglio.
Mentre il pilota controlla il "maiale", il secondo uomo procede a fissare una cima fra le due alette di rollio che stanno su ciascun fianco della carena. Una volta fissata la cima, il secondo stacca la testa del "maiale", dove si trova la carica con 300 kg di esplosivo, e la collega alla cima, sotto la carena della nave bersaglio, regolando la spoletta ad orologeria per le seguenti due ore e mezzo.
Dopo di che, l'equipaggio si allontana con il SLC emergendo lentamente e torna al sommergibile avvicinatore.


Maiale.jpg


IGB_005838_siluro_guidato_detto_maiale_al_Museo_della_scienza_e_tecnologia.jpg


Maiale_SLC.jpg


La seconda foto rappresenta un maiale che si trova esposto presso il museo della scienza e della tecnica di Milano, la terza foto è un maiale esposto presso il museo sacrario delle bandiere di Roma.
 
Ultima modifica:
Teseo Tesei

(Marina di Campo, 3 gennaio 1909 – La Valletta, 26 luglio 1941)

militare e inventore italiano.

Maggiore del Genio navale della Regia Marina, brevettato palombaro, prestò servizio come operatore della Xª Flottiglia MAS durante la seconda guerra mondiale venendo decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato durante l'ultima missione.
Nato a Marina di Campo il 3 gennaio 1909. Dopo aver frequentato il Collegio degli Scolopi di Firenze entrò nella Regia Accademia Navale di Livorno nel corso del 1925, dove si distinse per la perseveranza e l'inventiva. Nel 1930 fu ammesso a frequentare il Corso Normale del Corpo del genio navale presso l'Accademia di Livorno da cui uscì con il grado di Tenente G.N. nel 1931. Iscrittosi alla Scuola di Ingegneria Navale di Napoli, si laureò nel 1933. Dopo diversi imbarchi su unità di superficie e su unità subacquee, con il grado di Capitano (GN) prese parte come volontario alla guerra di Spagna.
Con l'inizio della seconda guerra mondiale fu destinato ad operare presso la V Squadriglia della 1ª Flottiglia MAS di base a La Spezia, utilizzando i Mezzi speciali d'assalto a cui aveva dedicato i suoi studi e le sue esperienze a partire dal 1935.
Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia,il 10 giugno 1940, nell'agosto successivo fu decorato con la Medaglia d'Oro di 1ª Classe in riconoscimento della sua indefessa opera creativa e di studio.
Per aver partecipato alle operazioni di salvataggio dell'equipaggio del sommergibile Iride, affondato da azione aerea nel Golfo di Bomba, mentre stava trasportando mezzi ed operatori destinati a violare la base navale inglese di Alessandria d'Egitto, fu decorato con una Medaglia d'argento al valor militare, e promosso al grado di Maggiore G.N. in data 12 dicembre.

L'attacco a Malta
Nonostante lo stress accumulato nel fisico per l'intensa attività svolta, decise di prendere parte alla programmata azione di forzamento della base inglese di La Valletta a Malta, denominata operazione Malta Due, da effettuarsi durante la notte tra il 25 e il 26 luglio 1941.
Il 26 luglio 1941 durante il corso dell'azione congiunta, effettuata da due SLC e sei barchini esplosivi per non compromettere l'esito della missione e recuperare il tempo perso per ovviare a degli imprevisti tecnici accorsi all'altro SLC,[5] e con la volontà di portare a termine a ogni costo il suo compito, decise di «spolettare a zero», rinunciando cioè ad allontanarsi dall'arma prima che esplodesse sotto l'obiettivo, perendo così assieme al suo fedele gregario, 2º capo palombaro Alcide Pedretti.
Per tale atto eroico fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria, e nel 1942 l'Università di Padova lo onorò conferendogli la laurea ad "honorem alla memoria".
Il vicegovernatore di Malta, sir Edward Jackson, ricordando l'episodio il 4 ottobre 1941 scrisse: Nel luglio scorso gli italiani hanno condotto un attacco con grande decisione per penetrare nel porto, impiegando MAS e "siluri umani" armati da "squadre suicide" (…). Questa impresa ha richiesto le più alte doti di coraggio personale.
 
Modelli del 'maiale' se ne trovano in giro, oltre che a Milano ed al sacrario delle bandiere, se non sbaglio anche a Venezia e credo in altri musei navali..

La descrizione che qui viene fatta del loro impiego fa capire come fosse difficile e rischioso eseguire quelle operazioni..
Ma lo fa capire solo parzialmente: per un sommergibile era già pericolosissimo avvicinarsi al porto, per quelli Italiani in particolare, visto che erano meno prestanti di altri.. ma con la modifica necessaria per il 'lancio' del maiale il pericolo aumentava anche di più..

Portare poi il maiale non era affatto semplice, lo sforzo fisico era notevole, dovevi combattere il freddo, vincere la resistenza dell'acqua, ed avevi comunque sotto di te una bomba viaggiante..

Molte azioni andarono male per vari motivi, proprio perchè di fatto era difficile lavorare con questi mezzi..

Aquilotto ricorda l'attacco a Malta, che si risolse in una brutta sconfitta, io lascio un link sullo Scirè..

https://it.wikipedia.org/wiki/Scirè_(sommergibile)

che credo chiarisca qualcosa sul vero rischio di queste missioni..

Un saluto
Manlio
 
Modelli del 'maiale' se ne trovano in giro, oltre che a Milano ed al sacrario delle bandiere, se non sbaglio anche a Venezia e credo in altri musei navali..

La descrizione che qui viene fatta del loro impiego fa capire come fosse difficile e rischioso eseguire quelle operazioni..
Ma lo fa capire solo parzialmente: per un sommergibile era già pericolosissimo avvicinarsi al porto, per quelli Italiani in particolare, visto che erano meno prestanti di altri.. ma con la modifica necessaria per il 'lancio' del maiale il pericolo aumentava anche di più..

Portare poi il maiale non era affatto semplice, lo sforzo fisico era notevole, dovevi combattere il freddo, vincere la resistenza dell'acqua, ed avevi comunque sotto di te una bomba viaggiante..

Molte azioni andarono male per vari motivi, proprio perchè di fatto era difficile lavorare con questi mezzi..

Aquilotto ricorda l'attacco a Malta, che si risolse in una brutta sconfitta, io lascio un link sullo Scirè..

https://it.wikipedia.org/wiki/Scirè_(sommergibile)


che credo chiarisca qualcosa sul vero rischio di queste missioni..

Un saluto
Manlio

Io mi ricordo un modello al Sacrario delle bandiere al Vittoriano e uno al museo navale di La Spezia
La descrizione che ho trovato è quella presa da Wikipedia ma ci saranno sicuramente altri siti che ne parlano in maniera molto più ampia. Sono d'accordo che le missioni con i maiali erano molto più difficili e rischiose e che gli uomini della Decima rischiavano molto di più rispetto ai militari impegnati in altri corpi. Però è anche vero che a parte noi solo i britannici avevano reparti simili durante la guerra e i nostri reparti fecero scuola nel secondo dopoguerra ad altre marine militari. Portare il maiale non era affatto semplice ma proprio per questo gli uomini Gamma erano uomini eccezionali che portarono a termine missioni pericolose e che nonostante la gestione dell'otto settembre furono tra i pochi che si guadagnarono il rispetto dell'avversario, cosa non facile con gli inglesi.
 
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