Se casomai qualcuno si fosse sentito onnipotente, dovrebbe passare, almeno una volta nella vita, accanto a un ghiacciaio della Groenlandia, guardandolo dal mare.
Allora non avrebbe tempo di pensare troppo.
L'istinto cosmico gli farebbe immediatamente percepire la propria infinita piccolezza di fronte all'immensa meraviglia della natura.
Una piccolezza tale da far ammutolire chiunque, istantaneamente, naturalmente, rispettosamente, di fronte a tanta sublime grandezza, imbattibile potenza, indomabile energia.
Dopo aver trascorso una notte e un giorno di piacevole relax, in navigazione tranquilla dall' Islanda alla Groenlandia, non vediamo l'ora di iniziare il lento e panoramico percorso lungo il canale ...
Della navigazione turistica del canale, eravamo stati informati il giorno prima dal comandante che, puntualmente, ogni giorno alle 12,00, non mancava mai di darci informazioni sulla rotta, la destinazione, il meteo, le previsioni di arrivo.
Quel giorno, durante l' annuncio, proprio in quel preciso momento, io e Sandro ci trovavamo seduti sulle graziose e comode poltrone davanti alla vetrata della sala pianoforte, a guardare il mare.
Come ogni giorno a quell' ora, io mi godevo una pausa relax.
Come ogni giorno a quell' ora, Sandro si godeva la lettura del menù.
Il problema è che lui ama condividere con me tale lettura come fosse quella del quotidiano più importante del paese, farcito (ed è proprio il termine giusto), di goduriose notizie da pregustare insieme!
Io adoro mangiare, ma odio ingrassare, e in me va in onda un eterno combattimento tra ciò che potrei mangiare e ciò che dovrei evitare per non prendere peso.
Cosa non facile. Direi quasi impossibile.
Quindi, di solito, va così:
io guardo il mare, e lui legge ad alta voce il menù.
Io continuo a guardare il mare, e lui mi dice cosa sceglierà per pranzo.
Io osservo il mare, e lui mi svela cosa sceglierò io per pranzo, sapendo che sono tutte cose che mi piacerebbe mangiare e che cercherò di evitare.
Io esploro l'acqua oltre la vetrata sospirando, e lui, soddisfatto, chiude il menù, sorride, mi guarda mentre io guardo il mare e mi dice "visto? È stato molto facile!".
Io lo guardo e lo odio!
Nel pomeriggio invece, dopo l'abbiocco post prandiale sempre sulle solite poltroncine, mentre io mi sforzavo di tenere aperti gli occhi per guardare il mare e lui si sforzava di tenerli aperti per poter leggere il menù della cena e di leggerlo ad alta voce, e decidere prima cosa avrebbe mangiato lui, poi cosa avrei mangiato io, avevamo pensato di cambiarci, e di andare in palestra a scontare i peccati.
Si, io dopo mi sento meno in colpa, come avessi detto dieci avemmarie.
Lui, non ottiene nemmeno l'assoluzione.
Dopo una rapida doccia ci eravamo preparati per una cena sfiziosa allo Steakhouse, tanto per provare il ristorante, che, in confronto agli altri, per il proprio stile e gli arredi, ha un' atmosfera meno luminosa.
Tutto molto gradevole, anche in questo caso, le nostre aspettative erano state rispettate.
Devo dire che il tonno scottato su piastra con tanto pepe, è veramente gustoso, e l'ho apprezzato io che non sono tanto da "pesce crudo".
La mattina dopo la nave inizia a rallentare.
Non ce ne accorgeremmo nemmeno, se non fosse che le vetrate tanto grandi in ogni ambiente, non fanno altro che attirare lo sguardo su panorami/cartolina impossibili da non notare.
È tarda mattinata ed è iniziata la navigazione turistica del canale.
...uno dei più spettacolari canali a sud della Groenlandia.
Dicono che vedremo gli iceberg...quelli grandi...ma forse no, sarebbe troppo bello, cerchiamo di reprimere qualsiasi aspettativa per non vivere la tristezza della delusione.
Il lato della nostra cabina è ideale per ammirare il panorama, è quello giusto che guarda all' interno del canale.
Corriamo come bambini verso il campo giochi in cabina, non facciamo in tempo a coprirci bene per uscire sul balcone che proprio dinnanzi a noi vediamo passare un gigantesco iceberg da toglierci il fiato!
Esso occupa praticamente tutta la visuale del balcone ed è talmente vicino da impressionarci.
Sandro non sa se acciuffare prima il binocolo per guardarlo da vicino o la macchina fotografica. Per non sbagliare prende entrambi, come il suo nuovo amico giapponese, con il quale comunica in italogiapponglese, che ha un obiettivo della macchina fotografica grande quanto l'iceberg, che si porta in giro appeso al collo come fosse un ciondolo di madreperla! Sandro lo adora per questo.
Io mi precipito fuori, e, mentre appoggio le mani sulla balaustra ghiacciata senza sentire il ghiaccio, penso a quale miracolo mi stia accadendo o in quale sogno mi sia mai potuta infiltrare.
...Sento una tale emozione guardandolo...
Che il respiro si fa profondo e rallenta.
Che l' azzurro prende il sopravvento.
Sento...che quasi quasi, se allungassi le mani, potrei toccarlo, percepirlo, respirarlo, parlargli da vicino come ad un amico mentre in realtà è lui che sta parlando a me, con quel suo bianco candore e strascico celeste, come un angelo di neve a me connesso da qualcosa di potente e superiore...forse quel Dio di cui tanto si parla.
D'improvviso tutto tace intorno.
Il silenzio regna sovrano nel regno degli iceberg giganti, che ci scrutano, bisbigliano, forse ridono di noi, così infinitamente piccoli, e ridicoli, in mezzo a loro.
Lo sciacquettio delle piccole onde che si infrangono sulla fiancata della nave, è un sottofondo musicale che si addice a questo film muto, visto che le parole, quelle che siamo soliti usare, poco sanno descrivere ciò che i nostri occhi, tra iceberg e ghiacciai scrutano con umile rispetto.
Qui tutto è sacro.
E va oltre qualsiasi immaginazione.
Bisognerebbe fermarsi, riflettere, imprimere in noi ogni attimo, ogni possibile respiro.
E custodire dentro tutto quanto, per quei momenti di povertà che la vita, prima o poi, ci fa sentire.
Mi chiedo, adesso, cosa ho fatto per meritarlo.
Chi sono io, minuscola creatura, in questo angolo di universo sperduto, oltre il quale esiste tutto, ma in questo momento non esiste nulla.
Respiro aria gelida socchiudendo gli occhi e guardo mio marito che compirà sessant'anni tra poco e che ha fortemente voluto questo viaggio come regalo a se stesso, a noi.
Non esiste materia che possa eguagliare questo spettacolo straordinario.
Penso ai miei gatti, che mi sembrano così lontani e mi mancano immensamente.
Vorrei potergli mostrare il Creato, così come lo vedo io.
Soprattutto a Swami, la nostra gattina completamente cieca, che si perde tutto questo, così come le lucine a Natale.
Ma sono convinta che noi siamo nell' universo, così come l'universo sta in noi, sempre.
In qualche incomprensibile modo siamo tutti parte dell' Uno.
E lì, non servono occhi o orecchie, o altro.
Serve un grande cuore.
E la capacità di percepirne il battito per poter esser parte di chiunque, ovunque.
Quando tornerò a casa racconterò a Swami la favola di un iceberg che se ne stava tutto solo in mezzo a un mare di Luce.
Sono certa che dal suo mondo perfetto, anche se buio, lei si commuoverà, così come oggi mi son commossa io.