Ogni in risveglio in nave per me è un’emozione…. Oggi è qualcosa di più…
Basta sporgersi dal balcone per rendersi conto che oggi l’alba non mi deluderà. Il cielo inizia a schiarire in lontananza ed il punto più luminoso si perde dietro la sagoma della nave, non lo godrò nell’intimità della mia cabina, ma poco male, tuta e reflex sono già pronte, parto all’avventura.
Passeggiare sui ponti all’alba è davvero rigenerante, l’aria fresca fa pizzicare la pelle, gli spazi sembrano quasi deserti, il personale che si incontra è preso dal su lavoro, sembra quasi non si accorga del mio passaggio. I pochi passeggieri che incrocio salutano con un cenno del capo, siamo tutti spiriti affini, in questo momento qualsiasi suono spezzerebbe l’incantesimo. Poi un le nuvole vengono contornate da un filo di rame incandescente…
E nasce il sole, sempre costantemente uguale ma ogni giorno così unico… un gabbiano vola in controluce, nella sua libertà e solitudine, mi sento così profondamente in sintonia con lui in questo momento…
È un attimo, il sole sale
E gioca con le nuvole a creare splendidi dipinti in cielo e in mare..
Io sono li, e per quanto mi piaccia pensarlo non sto volteggiando in questo spettacolo naturale. La nave c’è e lascia il suo segno, un blu artificiale che addomestica il blu infinito nelle sue sfumature
Quanto rispetto dobbiamo avere per ciò che ci viene donato, per la forza di una natura così splendida nella quiete ma anche letale se non se comprendono i limiti.
Sazia di solitudine pace ed armonia decido di tornare in cabina. Come immaginavo c’è già chi mi attende, mio marito si è svegliato e si gode in solitudine qualche momento di tranquillità sul balcone, mi attende per cominciare davvero la giornata, con ancora negli occhi questo spettacolo sono pronta ad affrontare l’energia inesauribile del mio bimbo.
Intanto ci avviciniamo al porto, nel ponte di comando si intravvede un po’ di movimento… c’è chi lavora per consentirci di godere di molte meraviglie.
La giornata di oggi sarà un risveglio dei cinque sensi, bellezza e colore, caldo e freddo, rumori quasi inaspettati in una città, qualche gusto nuovo e un intenso profumo di fiori, che non saprei descrivere ma posso rivivere nella memoria. L’inverno cede spazio alla primavera e lo sgelo contagia anche le mie percezione, oggi è il 21 aprile, con un mese di ritardo è finalmente arrivata la primavera anche per me!
Come in ogni altra tappa evitiamo la navetta Costa e ci accontentiamo dei trasporti pubblici. Innanzitutto bisogna uscire dal porto con il collegamento interno via bus. Già il primo tragitto si rivela interessante, antipasto di portate decisamente ricche, lungo il porto si stendono davanti ai nostri occhi i rimessaggi di barche molto più veloci di quella che ci ha accompagnato fin qui. Vediamo una scritta bianca su fondo rosso che ci richiama all’italianità delle regate. Tutto sussurra di lusso e glamour anche nel suo desolante abbandono di fuori stagione. Si percepisce appena cosa sarà nel momento in cui prenderà vita. I viali sono ordinati, ottimamente manutenuti, adatti a grandi e piccini, sarebbe bello fermarci a giocare in un parchetto che ci scorre accanto, ma non c’è tempo, ed anche l’Aquilotto sarà compensato della rinuncia.
All’imboccatura del porto si presentano due scelte, bicicletta o bus pubblico. La prima ci sembra più accattivante, siamo quasi decisi quando viene portato via sotto gli occhi l’ultimo esemplare munito di seggiolino… peccato Valencia è una città molto adatta alle bici… a noi invece tocca il bus! Con pochi passi e pochi euro siamo in centro. Plaza Reina, diventa punto di partenza di una lunga camminata. Potremmo optare per il sightseeing ma oggi il “must” è camminare, quindi subito alla ricerca di una mappa! La troviamo nell’ufficio turistico posto sulla destra guardando verso la cattedrale. Ben organizzato, con piantine e numerosi dépliant per tutti i gusti, e con due addette che smaltiscono celermente la coda…
Un po’ più tranquilli sul percorso da seguire decidiamo di dedicare la nostra attenzione alla cattedrale. Il cielo è terso e gli abitanti del luogo rendono la vista ancora più bella grazie al rosso dei gerani sui balconi
La basilica comunque è di per se più che meritevole di uno sguardo, sia all’esterno
Che all’interno
I dettagli da ammirare sono molti, l’architettura qui è un elemento caratterizzante, valorizzata in passato come ai giorni nostri. Complimenti davvero!
Dall’altro lato della piazza ci attende il campanile della chiesa di Santa Catalina
E poi via, verso le stradine del centro dove scopriamo una tradizione locale gustosa e colorata
Senza neppure sapere cosa sia cediamo alla tentazione, un pan brioche dolce e profumato per ricordare la Pasqua.
Ogni scorcio, vicolo o slargo è una gioia per gli occhi
Senza perdere una vista raggiungiamo la Placa del Ajuntamento, dove si colloca il palazzo del comune e dove una fontana centrale aiuta a rinfrescare l’aria, sistemi antichi e semplici per ottenere ciò che oggi cerchiamo di inseguire con la tecnologia.
Chi al caldo è abituato da tempi antichi sa che le fontane non sono solo ornamento, creano una piacevole circolazione dell’aria e qui ne troviamo molte e godiamo di un clima davvero apprezzabile. Il nostro giro ci porta a perderci nei vicoli del centro fino a raggiungere il mercato. Quello che ci si aspetta è un insieme di bancarelle con colori e profumi tipici del luogo… purtroppo non è ciò che troviamo, in quanto c’è solo qualche sparuta bancarella, oggi è giorno di chiusura. Peccato perché l’edificio ha decisamente superato le aspettative, il mercato coperto con il più ampio spazio voltato presente in Europa.
Non è l’estensione però che mi colpisce, dall’esterno non si percepisce bene! Sono i dettagli, curati ed unici come la parete di azulejos con la griglia decorata
Tutto ha una ragione d’essere ma non per questo viene realizzato in maniera meno gratificante per gli occhi… Il primo pensiero è che devo assolutamente ritornare, voglio vedere gli interni! Il secondo pensiero è che mio figlio ha individuato due tori… pupazzo e maglietta di cui sembra non poter fare a meno… incentiviamo l’economia locale e lo rendiamo felice.
Sempre curiosando tra le vie ci si spalanca davanti agli occhi la Lonja, antico mercato della seta, cuore commerciale della città in passato.
Bellissima all’esterno con l’agrumeto che emana un profumo intensissimo. Non vorrei mai andarmene, è un momento senza tempo, io, il profumo, la storia… (e il sole che ci abbandona e qualche altro centinaio di turisti ma questi sono dettagli!).
Anche gli interni sono interessanti con colonnati altissimi ed arredi d’epoca. Purtroppo la scarsa luce proveniente dall’esterno non mi permette di realizzare foto decenti da mostrarvi. Credetemi merita! Qui anche mio figlio si è divertito un mondo a fingere di essere un vero cavaliere nel suo palazzo…
Non siamo ancora sazi di bellezza ma l’aria si fa frizzante e conviene mettersi in marcia. Proseguiamo lungo la via principale piena di negozi, vediamo molto altro, troppo perché si imprima degnamente nella memoria, vorremmo fermarci per assaporare il sapore della cucina locale, ma ci accontentiamo dell’assaggio mattutino per assenza di appetito; rifocillato il piccolo con un hamburger (giusto per fargli mangiare un po’ di carne) e troviamo un’altra fontana per giocare,
Poi via, verso un parco davvero unico.
Valencia città di mare e fiume, città d’acqua, che con essa vive e respira e muore. Ma Valencia, in modo davvero unico, sa ripartire da una disgrazia per lasciare spazio a nuova vita. Trova la forza di tentare l’impossibile; il fiume nella storia reclama i suoi morti, come in molte, troppe città del passato. Qui però ad un certo punto si dice basta, si sceglie che se questa convivenza non è accettabile qualcosa si deve fare e si fa. Il corso viene deviato e lascia una serpeggiante traccia vuota lunga diversi kilometri a ridosso del centro urbano. Occasione ghiotta per nuovi edificati penserebbero molti! Qui sta la forza del progetto, evitare che ciò accada. Prende vita un parco: restano i ponti e gli argini, resta il filo conduttore dell’acqua, interpretata in modo diverso in ciascun troncone secondo la fantasia dei diversi progettisti che hanno preso parte al progetto.
Uno spazio per tutti, con profumi intensi e uno scrosciare sommesso, laghi artificiali fontane
o semplici rivoli
accanto a servizi per la comunità, per ogni gusto e fascia d’età, dai giochi al ristoro. Questo è il giardino del Turià!
Grazie a mio marito che non vuole prendere l’autobus ne percorriamo più di metà a piedi. Una delle scelte migliori della giornata!
Ad un certo punto passiamo sotto un ponte, forse la suggestione più intensa di tutto il percorso:
Come l’acqua scorriamo.
Non riesco a rendere l’idea in modo migliore, questo titolo mi è venuto in mente durante lo scatto; stare sotto un ponte dove un tempo scorreva il fiume, intuire nello specchio d’acqua esistente come poteva essere, vedere i segni lasciati dal tempo. E’ stato qualcosa di unico.
Però il tempo non lascia tregua, anch’esso scorre inesorabilmente. L’Aquilotto è impaziente, cammina rispettoso dall’entrata nei giardini in attesa del suo premio alla fine del parco: l’area giochi a tema Gulliver.
Interessante, unica come il resto del parco,
a mio avviso un po’ pericolosa vista l’assenza di parapetti in alcuni punti critici. Non posso proprio trattenerlo, quindi lo accompagno
Noi ovviamente siamo i Lillipuziani
.
Fortunatamente dopo una decina di minuti qualcosa attrae la sua attenzione.
Un artista di strada crea splendide bolle che i bambini attorno fanno a gara a scoppiare.
In lontananza vedo qualcosa che fa fremere me. La riqualificazione non è cosa da lasciare al passato, è un processo continuo ed anche la nostra epoca deve dare il suo contributo, e che contributo… visto che mi sono già dilungata troppo dedicherò all’opera di Calatrava un capitolo a parte. Una famiglia composta da due architetti non poteva certo tralasciare la città della scienza vi pare…
A presto..