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Grandi disastri

Il mio nonno affondato da un sommergibile alleato nel canale di Sicilia e sopravvissuto nelle gelide acque di dicembre grazie alla nafta che ricoprendo il corpo lo isolava.....

Anche mio nonno mi raccontava sempre che trascorse 2 giorni e 2 notti aggrappato a un pezzo di legno nel golfo della Sirte dopo l'affondamento da parte di un sottomarino inglese della loro nave che portava i rifornimenti ai soldati italiani a Tripoli.
 
Ciao Adrisessanta,

Ho letto con estremo interesse la parte del diario di tuo Padre quando racconta il soccorso portato ai superstiti del TARIGO affodato dagli inglesi il 16 aprile 1941.
Io avevo mio zio, il II Capo Cannoniere ANTONIO RE (classe 1915), imbarcato su quella nave e dove purtroppo ha trovato la morte.
Io non l'ho mai conosciuto ma, anche a distanza di molti anni, ho sentito il desiderio di fare chiarezza sulla sua fine per i motivi che ti elenco:

1) Una testimonianza di un superstite fatta a mia madre alla fine della guerra dove racconta di averlo visto morire al pezzo, colpito da una scheggia di granata.
2) Una seconda testimonianza ( non confermata) dove qualcuno ha detto di aver visto la sua tomba nel cimitero di KERKENNAH.
3) Il rimpatrio della salma avvenuto alla fine degli anni 60' a cura del Ministero della Difesa con gli onori militari e la sepoltura nel cimitero del paese natale.
4) Il resoconto che fa tuo Padre circa il recupero delle salme e dei superstiti : "Recuperammo molti naufraghi e lasciammo i cadaveri ancora tenuti a galla dai salvagenti. Li lasciammo così al mare... quella doveva esser la loro tomba... il loro camposanto."
5) le coordinate dell'affondamento: secondo il sito http://www.wrecksite.eu/ la posizione indicata del relitto del TARIGO è distante da quella del MOHAWK almeno 30 miglia nautiche mentre tuo Padre parla di soli 500 metri
quindi deduco che il sito sopracitato sbaglia. Ho ricalcolato la posizione in riferimento ad ulteriori dati (relitto della ANTONIETTA LAURO, BOA N.3 delle secche di Kerkennah vicino alla quale è avvenuto l'affondamento e
ho dedotto che è avvenuto a 20 miglia circa dall'isola di Kerkennah. E' quindi difficile ipotizzare il recupero delle salme per portarle in un cimitero sull'isola.

Non posso avere accesso alla documentazione che aveva raccolto suo fratello 40 anni fa perchè anche lui è morto e per altri motivi di natura familiare, però sarei curioso di sapere se abbiamo sepolto una bara vuota o contenente
i poveri resti di un altro eroe.

Vorrei quindi pregare te o chiunque altro leggesse questo post e avesse informazioni, documenti, fotografie o altro in merito a questa vicenda di avere la gentilezza di comunicarmele.

Ringrazio tutti anticipatamente.
Cordialità
L'epopea del Tarigo è nota, come è ben noto il siluro partito dal Tarigo in affondamento che colpì, colandolo a picco, il Ct britannico Mohawk...Approfittando di un attimo di tregua, il S.T.V. Ettore Bisagno, raccolti alcuni marinai siluristi feriti e sanguinanti, nonostante la nave fosse in condizioni di imminente affondamento, riuscì a far lanciare tre siluri dal complesso ancora intatto contro l'unità nemica più vicina. La punteria ed il brandeggio furono effettuati a mano dal Sottocapo Silurista Adriano Marchetti, che andrà poi a fondo con la nave.
per. per l'eroica e sfortunata fine ebbero la MOVM alla memoria il comandante del Tarigo, De Cristofaro e l'ufficiale di macchina Balsofiore...ma forse vicenda meno nota è quella capitata al Ct Lampo, che faceva parte dello sfortunato convoglio "Tarigo"
Il giorno 16 aprile 1941, alle ore 02.10 circa, a miglia 6,5 dalle secche di Kerkenah (golfo di Gabes, Tunisia) il Lampo con altri due CT (Tarigo e Baleno) scortava da Napoli a Tripoli un convoglio di cinque piroscafi. Il convoglio fu avvistato col radar da quattro CT inglesi che in piena sorpresa attaccarono al buio aprendo il fuoco. Nella mischia che ne seguì, i caccia italiani reagirono al fuoco come poterono. I ct Lampo e Baleno, colti si sorpresa e quasi subito centrati dal tiro nemico, con gravi danni a bordo, andarono ad incagliarsi nelle secche di Kerkenah, il Baleno affondò poi nel pomeriggio del 16, mentre il Lampo venne recuperato dopo due mes, .con il suo equipaggio di morti. A dar loro sepoltura nel mare fu inviata il 4 luglio la nave ospedale Epomeo. Si trascrive in parte quanto descrisse un testimone della nave ospedale:

"Il vento del deserto aveva cosparso il Lampo di sabbia, i piovaschi l'avevano battuto lavando la patina rossigna; il mare polverizzato dai frangenti ... aveva imbevuto di salmastro quei corpi di marinai aggrappati ai cannoni ed alle mitragliatrici; il sole li aveva prosciugati; l'acre salsedine della Piccola Sirte ... e l'alito del mare avevano preservato quelle membra giovani come in un sonno letargico .... Quei corpi di marinai sembravano ancora vivi quando, alle prime luci dell'alba, l'Epomeo venne ad ancorarsi più vicino e gli sguardi si fissarono su quella nave affascinante. I cannoni erano puntati ancora verso il largo, com'erano rimasti dopo l'ultima salva; nella torretta di poppa sei cannonieri stavano ancora uniti in un gruppo serrato; sull'alto della plancia un biondo ricciuto, dal viso intatto, stringeva la canna della sua mitragliatrice; un sergente e tre siluristi erano accanto ai tubi di lancio. Sparsi dovunque i resti di corpi straziati e mutilati.

Una squadra d'infermieri e marinai e un ufficiale medico trasbordarono sul Lampo. Ispezionarono il ponte di coperta, le plance ed i locali interni; salutarono commossi quelle salme rimaste ai loro posti, tra le lamiere squarciate e i rottami dispersi, e iniziarono l'opera pietosa, cercando di radunare quel che rimaneva dei corpi dilaniati e confusi dalla violenza del combattimento. Poi le salme vennero rimosse ed allineate in coperta per il riconoscimento; qualcuna fece resistenza come se volesse stare ancora la suo posto; alcuni corpi aderivano sulle lamiere come se vi fossero saldati e confusi in una comunione ostinata; furono quasi staccati per forza dal ferro della nave.

Tutta la giornata passò prima che l'ultimo fosse allineato sotto il cielo a fianco degli altri. Al tramonto i sacchi furono chiusi; ognuno ebbe un peso perché affondasse rapidamente e così vennero portati al largo per la immersione con gli onori militari e con un breve rito religioso.

Allora il Lampo rimase solo e deserto sulla secca di Kerkenah. Oramai non era più che un relitto di nave. Il suo equipaggio errava nel cimitero azzurro dove tanti altri marinai riposavano già, lontani dalle frenetiche competizioni, nella quiete profonda dove la vita si rinnova in creature meravigliose.... La pace è con loro e con tutti gli altri, alleati ed avversari, di ogni stirpe e d'ogni lingua, d'ogni fede e d'ogni bandiera".
(da: http://digilander.libero.it/carandin/lampo.htm)
 
Ultima modifica:
Caro Maverick, sono veramente dispiaciuto ma non ho altro materiale che possa in qualche modo esserti utile. Anche nelle molte foto che ho in archivio non c'è nulla in riferimento al Tarigo.
 
Anche mio nonno mi raccontava sempre che trascorse 2 giorni e 2 notti aggrappato a un pezzo di legno nel golfo della Sirte dopo l'affondamento da parte di un sottomarino inglese della loro nave che portava i rifornimenti ai soldati italiani a Tripoli.

Vedo solo ora Viluna..te lo ricordi il nome della nave. Se non sbaglio quella del nonno era Da Barbiano, o Di giussano, ma penso piu' la prima...
 
Grande Gigi, conosco un po´su questa stupenda corrazzata. Devo avere qualche foto, appena posso.

Da Barbiano ce l´ho sull´orecchio Unochenaviga, devo ritrovare qualche appunto che avevo, sempre se non sbvaglio, 50 sono 50 !!!

Un saluto.
 
Grande Gigi, conosco un po´su questa stupenda corrazzata. Devo avere qualche foto, appena posso.

Da Barbiano ce l´ho sull´orecchio Unochenaviga, devo ritrovare qualche appunto che avevo, sempre se non sbvaglio, 50 sono 50 !!!

Un saluto.
Purtroppo storie gloriose ma molto tristi...
 
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