La Val di Cecina si estende con eleganza lungo il corso del fiume Cecina, abbracciando la parte meridionale della provincia di Pisa e sfiorando delicatamente i territori delle provincie di Siena e Grosseto. Inoltre, si avventura per un breve tratto nella porzione centrale della provincia di Livorno, proprio nelle vicinanze della foce e del tratto finale del corso del fiume.
Si estende altresì a porzioni dei comuni di Radicondoli e Casole d’Elsa nella provincia di Siena, al comune di Cecina lungo la costa livornese, nonché al comune di Bibbona e alla frazione Vada, appartenente al Comune di Rosignano Marittimo. Tutte località a me molto note....in passato ho avuto modo di visitare queste zone e oggi, come oramai avviene da un po', mi fa molto piacere rivedere questi luoghi....sinonimo per me di belle vacanze toscane.
La strada più spettacolare è quella che discende da Volterra e che, con una serie di tornanti, si avventura in un mondo fatto di dolci colline che degradano sino al mare....l'azzurro di quest'ultimo è ben visibile di tornante in tornante , come un miraggio lontano. Percorrerla specie verso l'ora del tramonto regala suggestioni a non finire!!
Numerose sono le possibilità di visite in questo immenso territorio.
Castelnuovo Val di Cecina è un borgo collinare della provincia di Pisa riconoscibile dalla sua caratteristica a forma di grappolo d’uva. Disseminato di piccoli paesi, il territorio è particolarmente variegato e spazia dall’atmosfera di montagna alla macchia mediterranea, per poi passare alle colline coperte di vigneti e oliveti.
Castelnuovo è una meta adatta agli amanti della natura: dall’antico borgo medievale partono diversi percorsi naturalistici che raggiungono luoghi di interesse storico, come il ponte sul torrente Pavone, o punti panoramici da cui si possono ammirare la Val di Cornia e il Golfo di Piombino. Nella frazione di Sasso Pisano, inoltre, sono visibili le caratteristiche putizze, manifestazioni geotermiche naturali che identificano l’intero comprensorio. L’area in cui si trova Castelnuovo Val di Cecina è chiamata anche Valle del Diavolo per la presenza diffusa dei soffioni boraciferi, famosi già all’epoca di Dante Alighieri che, probabilmente, si ispirò proprio a questo paesaggio per descrivere l’Inferno nella Divina Commedia.
A Larderello, nel comune di Pomarance, per la prima volta in tutto il mondo si è iniziato a sfruttare l’energia geotermica, ovvero il calore che fuoriesce dalla terra, per produrre elettricità. Qui si può infatti visitare il Museo della Geotermia che permette di conoscere questo fenomeno nelle sue molteplici accezioni: la storia, le attività nel settore chimico, l’industria elettrica e gli usi del calore.
La vicina Montecatini Val di Cecina, invece, è intimamente legata alle miniere di rame di Camporciano, ritenute nell’Ottocento le più grandi d’Europa e rimaste attive fino ai primi anni del Novecento. Il Museo delle Miniere racconta la storia degli operai che vi hanno lavorato; qui si possono vedere il celebre Pozzo Alfredo, la chiesa di Santa Barbara, patrona dei minatori e si possono ammirare tutte le varie fasi dell’antica lavorazione del rame.
Un territorio talvolta aspro e selvaggio, sempre nuovo a ogni girar di tornante, e mutevole nelle stagioni dell’anno. Pochi borghi sui cucuzzoli, antiche Pievi appartate, limpidi torrenti, castelli e fattorie abbandonati, greggi di pecore alla pastura. Par quasi di toccare il passato remoto, calarsi nel medioevo tanto le forme e i paesaggi sembrano immutabili.....
Casale Marittimo sorge su una collina che domina la Valle del fiume Cecina, sulla Costa degli Etruschi. Il mare dista appena 12 chilometri e dalla costa sono ben visibili le isole dell’Arcipelago Toscano. I primi insediamenti risalgono intorno all’anno mille; la storia e le vicissitudini di questo paese hanno lasciato traccia sulle mura del centro storico, i cui edifici in pietra e cotto sono rimasti pressoché intatti.
Il borgo medievale è stato insignito della Bandiera Arancione da parte del Touring Club.
Come una cascata di case lungo il declivio”, così lo scrittore Carlo Cassola raccontava del suo incontro con Casale Marittimo, il bel borgo toscano che come tanti altri ha la particolarità di portare il nome marittimo pur non essendo sul mare. L’origine del nome non è in effetti chiara, Giovanni Targioni Tozzetti, esperto viaggiatore, nella seconda metà del 1700 scriveva: “a mano destra si stacca una propaggine di collina che si estende verso il mare e nel cui ultimo dorso è situato il moderno Casale”. Che ci fosse dunque un abitato molto più antico? Probabilmente si, un villaggio etrusco. Anche le credenze popolari aiutano a ingarbugliare la storia. Una molto diffusa parla per esempio di due castelli, Casalvecchio e Casale Nuovo, ma nessun ritrovamento archeologico supporta questa credenza. Le ultime diatribe sul nome del borgo arrivano fino ai primi del ‘900 quando assume il nome definitivo di Casale Marittimo.
Ma allora come definire questo borgo, questo lembo di paesaggio?
Potremmo cominciare così...
C' era una volta una Maremma infestata dalla malaria, dove la differenza tra vivere e morire la faceva la salubrità del posto. All’inizio del 1700 le campagne erano in una condizione di povertà assoluta, la maggior parte delle terre erano destinate a riserva di caccia del feudatario e i boschi si estendevano ovunque.
I lupi erano così numerosi che nel 1810 un decreto governativo liberò la caccia al lupo da ogni vincolo.
Ma le cronache già allora parlavano di Casale Marittimo come “il più grosso e salubre castello di tutto il Marchesato”. Le ragioni? “Una fonte di acqua buona e uno sporto di collina elevata benissimo ventilata”. E se allora gli abitanti erano poco più di trecento, con le riforme del Granduca Pietro Leopoldo e le progressive bonifiche, si arriva a superare quota mille. Oggi Casale Marittimo ha sconfitto la crisi demografica dovuta all’abbandono delle campagne grazie al turismo e all’arrivo di nuovi proprietari terrieri, soprattutto svizzeri e tedeschi che hanno ripreso a coltivare cereali, olio e vino....una buona cosa? Si, o forse no...ancora un lembo della nostra bellezza italiana svenduta allo straniero!
Non è proprio semplice la visita di questo splendido borgo arroccato, sviluppato a mo' di chiocciola. Una sola strada porta quasi al cospetto delle mura, al parcheggio solo macchine con targhe straniere e solo la nostra con targa italiana... sarà un modus che incontreremo spesso in questo nostro Viaggio....peccato, veramente un peccato perché questo territorio è ricco di potenzialità. Un turismo lento, di qualità che nella sua apparente semplicità dona veramente tanto in bellezza autentica, tranquillità e un senso della vita che appaga più di mille luoghi blasonati e super affollati...provare per credere.
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