E non è da meno anche questo piccolo ambiente....
...adiacente, anzi lo precede. È semplicemente un piccolo vano dalla forma irregolare identificato come studiolo o sala della musica ma che a tutti gli effetti ha un qualcosa che richiama la fiaba. Forse le varie figure dipinte ed alcune celate dai rami degli alberi o nascoste in improbabili oscure caverne.
Caratterizzata da un impianto planimetrico irregolare a base trapezoidale, questa stanza presenta pareti completamente rivestite da affreschi raffiguranti "boscarecce", che riprendono iconografie e tematiche presenti nelle stanze adiacenti.
Qui all'elemento naturalistico l'artista conferisce assoluta predominanza, secondo il gusto tipicamente barocco del XVII secolo delle ville di delizia, in cui il soggetto paesaggistico abbandona definitivamente le istanze sacre e storicistiche per caricarsi di significati allegorici nuovi e autonomi.
Secondo un inventario della fine del XVII secolo, la "Stanza detta 'della Covetta" (civetta) venne utilizzata sia come camera da letto che come piccola sala della musica, senza specificare la sua funzione originaria, che probabilmente doveva essere di "Wunderkammer" naturalistica.
Da qui si può avere uno sguardo sulla piazza antecedente il palazzo, affacciandosi ad una delle finestre dell' ambiente...
Nell’ala ovest del Piano Nobile trovano spazio le sale di alta rappresentanza dove gli affreschi celebrano il potere, la sapienza e l’ingegno del casato degli Arese.
Dopo una sala di passaggio, lo spazio si apre davanti al visitatore e lo immerge nei colori del grande Salone dei Fasti Romani, una sala a doppia altezza usata per le feste.
La bellezza dei cicli di affreschi che ricopre le pareti di queste sale ha davvero pochi eguali nel nord Italia.
Gli storici hanno affidato l'esecuzione dei lavori ad artisti attivi in altre sale del palazzo, quali Antonio Busca e Giovanni Ghisolfi; il senso di lettura prevede di partire dalla parete settentrionale e di proseguire in senso orario.
Nel primo riquadro della parete settentrionale sono raffigurati "Romolo e Remo allattati dalla Lupa", segue l'episodio del "Sacrificio di Numa Pompilio".
Sulla parete orientale sono rappresentate le azioni di altri due sovrani: a sinistra l'"Attività edilizia di Anco Marzio" e a destra "La Riforma Senato romano".
La parete meridionale presenta sulla sinistra la raffigurazione dell'"Esecuzione dei figli di Bruto"; sulla destra è invece dipinta "La distruzione di Cartagine", allusione alla mutevolezza della sorte.
La parete occidentale è infine occupata dalle vicende degli ultimi due re di Roma: sulla sinistra compare "Il naufragio di Cesare", mentre sulla destra "Augusto che chiude le porte del tempio di Giano instaurando la pace".
Un tempo denominata “Grande Salone” o “Salone sopra la Porta verso il Teatro tutto dipinto”, la “Sala dei Fasti romani” costituisce uno degli ambienti principali di Palazzo Arese Borromeo, originariamente destinato alla musica e allo svolgimento delle feste da ballo.
Planimetricamente essa si sviluppa come un ambiente rettangolare decorato con una semplice pavimentazione in cotto e una copertura a finti cassettoni. Il suo valore risiede nell’imponenza e nell’importanza dei cicli pittorici parietali, magnificamente armonizzati con gli elementi architettonici, quali finestre, porte e balconi. Essi costituiscono un unicum nell’ambito della pittura seicentesca lombarda in ragione delle molteplici chiavi di lettura cui si prestano, che un tempo miravano a illustrare il prestigio raggiunto dalla famiglia Arese e a legittimarne le scelte politico-amministrative.