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Giovanni molte volte ho scritto in risposta a qualcuno che sosteneva "non preoccuparti la nave è grande... tiene benissimo il mare..... " che non esiste al mondo nave che non risenta delle sue condizioni,. Sono affermazioni parzialmente corrette; è chiaro che prima di "muovere" una nave da 100 mila tonnellate ci vuole un po' di mare, che i "salti" sulle onde che può fare una piccola imbarcazione, la grande nave li assorbe con una certa facilità. Ma quando il mare si muove anche la nave segue i suoi movimenti, che possono essere ciclici, ripetitivi, scomposti, convulsi a seconda tel tipo di mare che incontra, di come lo nave lo affronta, al traverso, di prua, di poppa, al mascone con conseguenti reazioni diverse a bordo. Prendere un mare lungo di fianco, può portare a fastidiosi momenti rollanti che possono recare disturbo agli occupanti. Prendere lo stesso mare di prua, più sensibili momenti di beccheggio, ma meno fastidiosi.
Molte volte ai ponti più bassi, verso prua, con mare di prua si possono sentire forti colpi alle strutture, con vibrazioni che si ripercuotono allo scafo.
Ed altre componenti entrano in gioco nel movimento della nave, la sua velocità, la lunghezza d'onda che affronta, il vento la sua direzione e intensità, che a volte non è detto soffi nella stessa direzione delle onde, se le pinne sono estratte, se la nave è stata zavorrata, talvolta può essere fatto, per variarne più convenientemente l'assetto.
Naturalmente non sono secondarie le caratteristiche costruttive della nave nella tenuta del mare, che derivano sempre dal compromesso tra le necessarie doti di stabilità e la dolcezza di oscillazione, specialmente per una nave passeggeri, per rendere la vita di bordo più tranquilla possibile. Molti scambiano la stabilità con il fatto che la nave non si muove sulle onde, ma il termine come già detto esprime un altro concetto.
Un vecchio Comandante diceva che una nave nel mare in burrasca può essere paragonata, nel suo avanzare, ad un malato costretto a letto, che deve ricercare la posizione migliore per alleviare le sue sofferenze. Così il procedere della nave; trovare il giusto assetto, la giusta velocità, la giusta direzione per assecondare i movimenti del mare e diminuire le sensazioni di disagio a bordo.
Ed è difficile che un normale passeggero possa determinare se una nave è stabile o non è stabile, perchè non conosce tutti questi elementi. Potrà dire che in quell'occasione, nonostante il mare agitato, la navigazione sia stata tutto sommato tranquilla.
qui http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/12/11/visualizza_new.html_1670833513.htmlDa quanto si è saputo in giornata pare che la Jolly Amaranto sia incagliata su un basso fondale all'imboccatura del porto di Alessandria, chissà se è in una posizione tale da permettere il passaggio di altre navi dato che il canale di accesso al porto non è molto largo , oppure può darsi che sia finita sui bassi fondali appena si entra in porto sulla sinistra dove giacciono tante navi semiaffondate abbandonate da molto tempo, ma la cosa importante è che l'equipaggio sia ormai al sicuro
Scusami, non volevo offendere nessuno e non volevo urtate la tua suscettibilità...probabilmente nel porto di Alessandria è normale finire in secca e sfasciare la nave...come del resto sembra segnalare fandelmare...ed piloti egiziani sono comunque bravissimi...Ma perchè sempre di queste conclusioni? Cosa ci si doveva aspettare dal Pilota? Ammesso che centri, visto che la responsabilità a bordo è sempre del Comandante. Sappiamo l'evoluzione dell'incidente? Tanto domande al vento, perchè ultimamente nessuno si degna di rispondere quando viene posta una domanda.
Quando si fa una affermazione, si esprime un concetto, cerchiamo di motivarlo, di circostanziarlo; in questo modo si diventa costruttivi e si può aprire una discussione. Altrimenti sono frasi buttate là, prive di significato e che non servono a nulla.