Calcide53
Member
Scrivo questi appunti perché mi ero impegnato con altri utenti ad esporre le mie valutazioni sull’allungamento della nave Opera e sulla crociera. Ma solo per rispettare tale impegno, ne avrei fatto volentieri a meno, perché è stata un’esperienza disastrosa. Però bisogna fare subito una premessa per evitare equivoci: abbiamo sempre viaggiato con navi Msc di tutte le categorie, quindi le valutazioni sono fatte con riferimento a tutte le precedenti esperienze con la stessa compagnia, alla quale la mia famiglia e i nostri amici abbiamo continuato a dare fiducia ritenendocene soddisfatti, malgrado le riserve espresse in passato sulla mediocre configurazione della classe Lirica. Quindi, la scelta di questa crociera non era stata determinata dalla nave ma dall’itinerario (malgrado la soppressione di Odessa e Yalta, sicuramente più invoglianti di una desolante Constanta e di una insignificante Sochi). L’itinerario restava comunque l’unica motivazione, visto che tutte le altre mete, con qualunque nave (non solo Msc), sono ripetitive al punto che, dopo esser andati ovunque, in futuro faremo altri tipi di scelta e non più crociere; ovvero, se ciò accadesse, non sceglieremmo più Msc dopo un’esperienza così traumatica, di cui racconterò di seguito. Per questo motivo non sarà neppure necessario che intervenga più sul forum dovendo fare scelte diverse da quelle di tipo crocieristico; colgo dunque l’occasione per salutare e ringraziare coloro con cui qui ho dialogato, sempre con entusiasmo e serenità, talvolta polemizzando, ma sempre con spirito costruttivo, lealtà e rispetto, tanto che da questo spazio virtuale sono nate anche delle amicizie che comunque manterremo in privato. Ma procediamo per tappe.
La nave.
L’allungamento è servito solo per aumentare il numero dei passeggeri perché, a parte l’ampliamento del ristorante e la vasca dei giochi acquatici per i bambini (e non solo i …bambini), nulla è cambiato, mentre poteva essere un’occasione per un vero e non impegnativo rinnovamento. Ad esempio, sarebbe bastato ridurre di due metri la vasca dei giochi per realizzare altre due vasche di idromassaggio. Anche al ponte 12 sarebbe bastato poco per allestire due docce all’estremità delle passerelle, anziché costringere i passeggeri a scendere al ponte inferiore per fare una doccia; inoltre, tenuto conto dell’allungamento, non sarebbe stato difficile realizzare due scalette di collegamento, a metà delle passerelle, tra i ponti 11 e 12 (per intenderci, come quelle esistenti sulla classe Musica). Sul teatro non si poteva certo intervenire, quindi può andar bene l’organizzazione di tre turni con prenotazione per distribuire numericamente gli spettatori; tuttavia non si capisce perché non sia consentito assistere due volte allo stesso spettacolo anche quando rimangono diversi posti vuoti. Dell’allungamento non si avverte traccia sui ponti esterni (11 e 12) ben livellati, come pure sulle murate non sono visibili tracce di saldatura; la giunzione però la si avverte ai ponti inferiori lungo i corridoi delle cabine e nei passaggi tra i nuovi e i vecchi locali, dove all’altezza delle giunture le staffe di collegamento formano dei piccoli dossi adeguatamente ricoperti dalla moquette.
La nota dolens sulla nave è costituita dai controlli pressoché inesistenti: sui ponti si fuma ovunque nonostante la presenza dei cartelli che indicano le aree riservate, i bambini (persino piccolissimi) sono i padroni quasi assoluti delle due uniche vasche per l’idromassaggio e frequentano la saletta dei videogiochi malgrado i limiti di età previsti;
al ponte 6 per recarsi in teatro bisogna transitare davanti al Casinò per subire un’abbondante boccata di fumo, non essendo l’ambiente opportunamente isolato; i ponti 11 e 12 sono invasi di vassoi e piatti il cui contenuto resta spesso abbondantemente non consumato e buttato via, persino in ascensore (!); poi si è bravi a discutere della fame nel mondo o si lascia volentieri un euro alla Msc per finanziare l’Unicef, pensando così d’aver pulito la propria coscienza….
[/IMG] http://i60.tinypic.com/2whpo38.jpg[IMG]
La pulizia in generale non ci è apparsa all’altezza di quella vista in altre occasioni; ad esempio, al buffet per liberare i tavoli veniva passato con superficialità lo stesso strofinaccio che lasciava un filo di umido non proprio limpido. E che dire ancora dell’occupazione virtuale di posti lungo i ponti 11 e 12 e sui solarium senza la reale presenza degli occupanti? Trovare un lettino disponibile è stata ogni giorno un’impresa (se ne saranno accorti perché a Venezia hanno imbarcato un carico di lettini da un camion).
Molti purtroppo i maleducati a bordo (soprattutto i ricconi russi, distintisi per prepotenza e volgarità, ma abbondantemente “premiati” pagando la crociera ad un terzo di quanto l’abbiamo pagata noi italiani). Certo ognuno risponde per sé e la maleducazione e la scorrettezza della gente non si può addebitare alla compagnia, però questa dovrebbe quantomeno ritenersi responsabile dei controlli affinché siano rispettate le regole. Purtroppo, rispetto alle precedenti crociere, i controlli sono sempre più trascurati (forse per paura di perdere i clienti?) e le lamentele o proteste rimangono inascoltate o al massimo ricambiate con un sorridente “provvederemo” che sappiamo in partenza quanto sia bugiardo.
[B]Ristoranti, buffet e bar[/B].
Non si discute la qualità dei pasti, ma la varietà è decisamente diminuita. Al buffet soltanto due proposte per ogni tipo: due soli primi, due soli secondi, poca scelta per la frutta costituita sempre da macedonia con melone, qualche chicco d’uva, rari pezzetti d’anguria, frutta sciroppata e abbondanti pezzetti di mele non sbucciate (lasciandovi persino il gambo e il torsolo). Va meglio invece al ristorante che mantiene il suo standard per la cena, mentre a pranzo oltre alle proposte del giorno, preparate all’istante in sala, vengono proposti tre menu detti di “terra”, “mare” e “vegetariano”. Il servizio è qualificato, anche se si presentano le solite incomprensioni a causa della lingua quando ai camerieri si chiedono informazioni sugli ingredienti.
Tra i bar si distingue particolarmente “L’aroma” al ponte 6, l’unico a preparare ottimi caffé, tanto da essere il bar preferito anche dall’equipaggio. Un altro ambiente accogliente è pure “La cabala”, dove si esibiscono (accompagnati da una base musicale) un bravissimo chitarrista ed una solista dalla voce calda e armoniosa con un repertorio vario e adeguato.
[B]Gli spettacoli.[/B]
Gli artisti sono bravi, ma gli spettacoli sono sempre i soliti visti in tanti anni di crociere. Cambiano i costumi, qualche musica o coreografia, ma alla fine si tratta delle solite acrobazie, magie, repertori più napoletani che italiani o internazionali, già visti e rivisti. Il direttore di crociera (che è stato sostituito al rientro in Italia per motivi disciplinari…) nelle vesti di presentatore si destreggiava in tutte le lingue (a proposito, l’italiano non è più la prima lingua!) in modo talmente veloce e confusionario da essere a volte incomprensibile.
[B]L’itinerario.[/B]
Il cambio di itinerario ha deluso tutti coloro che avevano prenotato prima della soppressione di Odessa e Yalta. Pazienza, abbiamo accettato il cambio, ma l’alternativa (Constanta e Sochi) non ha prodotto un sufficiente interesse; anzi, sono sorti dei problemi a Sochi sia riguardo al visto sia riguardo alle escursioni.
Secondo la Msc, infatti, al termine delle escursioni a Sochi bisognava tornare a bordo e non era possibile rimanere a terra per il tempo residuo della sosta (un approdo di ben 12 ore); invece abbiamo scoperto che non è proprio così, come poi ci ha confermato la stessa polizia portuale di Sochi; infatti il visto provvisorio (un foglietto bianco che riporta i dati del passaporto registrato al momento dello sbarco) riporta chiaramente una scadenza sino a trenta giorni; una volta transitati dal posto di controllo per il rientro, il foglietto di permesso viene ritirato e non si può tornare indietro; pertanto, scoperto questo particolare, diversi passeggeri al rientro dalle escursioni, anziché rientrare subito sulla nave, hanno avuto modo di soffermarsi all’esterno del porto visitando i dintorni e rientrando successivamente (ovviamente per questo motivo non hanno pranzato a bordo).
Le escursioni a Sochi non sono state apprezzate. Si tratta di una città moderna e molto ricca di verde, ma senza una significativa storia, tanto che le indicazioni della guida consistevano soltanto nel riferire il costo di un appartamento o nel mostrare la casa del primo medico o nel dire che i negozi aprono alle 10 (ma comunque non è accettato l’euro, tranne che in una bancarella di scarse cianfrusaglie davanti al porto). Particolarmente incresciosa la figuraccia rimediata dagli organizzatori per l’escursione alle cascate del fiume Agura, mèta principale per questa escursione naturalistica, decantata sul catalogo Msc come una “meraviglia”, senza però aver tenuto conto che nel periodo estivo le cascate sono asciutte. I passeggeri si sono riuniti e hanno protestato vibratamente chiedendo un rimborso, accordato in un primo momento nella misura del 50%, ma alcuni non sono stati concordi e il giorno dopo la quota di rimborso è salita all’80% (sembrava trasformarsi quasi in una trattativa da Gran bazar…).
La tappa di Santorini è troppo breve per una visita adeguata (tenendo pure conto dei tempi per il trasferimento in battello e per la salita; è vero che c’è la veloce funivia, ma chi rinuncerebbe, almeno per l’andata, all’emozione di percorrerla in groppa a un asino o a un mulo godendo gradualmente di un paesaggio mozzafiato sulla Caldera? Per il trasferimento in battello era prevista la priorità per i soci Gold e Black, ma così non è stato perché ci siamo dovuti accodare a tutti gli altri.
La novità è a Mykonos, dove si approda nel nuovo porto senza più ricorrere al trasferimento in battello; la compagnia propone un trasferimento in centro con una navetta per 6,90 euro, ma solo dopo abbiamo scoperto che lo stesso itinerario è coperto dai mezzi locali per 2 euro!
Argostòli, capoluogo di Cefalonia, è una cittadina graziosa, non costosa per gli acquisti ed accogliente; con 5 euro si fa un giro completo sul trenino turistico. Il luogo più importante da visitare è il sacrario dedicato ai militari italiani della Divisione Acqui trucidati dai nazisti a Cefalonia nel settembre del 1943; non è distante, si può fare a piedi in circa un quarto d’ora: sbarcando bisogna andare a destra e uscire dall’abitato dirigendosi verso la parte alta; comunque si può avere una mappa dettagliata del percorso all’ufficio informazioni del porto, dove parlano anche in italiano.
Un’osservazione decisamente negativa riguarda l’imbarco a Bari. Non si va più al terminal del porto ma in fondo al molo San Vito, dove approda la nave, con grave sofferenza per il caldo e per l’assenza di qualsiasi servizio. Ne parliamo di seguito nella valutazione della crociera.
[B]La crociera.[/B]
Come diversi amici, con cui avevamo scelto la crociera, e come tanti altri passeggeri provenienti da mezza Italia, siamo partiti il giorno prima dell’imbarco per recarci a Bari e, confidando nelle precedenti esperienze, dopo aver affrontato un lungo viaggio (soprattutto dalle regioni più lontane), contavamo di pranzare o quantomeno di fare uno spuntino a bordo, visto che sui cataloghi è scritto che il buffet è aperto per 20 ore al giorno. Ma così non è stato. Intanto perché, giunti intorno a mezzogiorno, non abbiamo potuto fruire di alcun servizio portuale (nemmeno la toilette o un distributore automatico di acqua e bevande) perché anziché al solito terminal (dotato di servizi, bar, negozi) siamo stati indirizzati in fondo al molo, dinanzi a un prefabbricato e sotto una asfissiante canicola con unico riparo i caldissimi gazebo-sauna, senza che qualcuno ci accogliesse Dopo circa una un’ora dal nostro arrivo cominciavano a giungere gli addetti per predisporre nello stesso prefabbricato la consegna dei bagagli (mentre nel frattempo approdava la nave con ampio anticipo d’orario). Consegnati dopo una lunga attesa i bagagli, finalmente venivano allestite le postazioni per il check-in in un edificio all’interno delle mura di cinta; dopo circa un’ora arrivavano acqua e succhi di frutta e iniziavano gli accrediti con priorità solo per quattro soci con tessera Black mentre tutti gli altri si veniva trattati allo stesso modo, pur se con tessera Gold e con web check-in.
[IMG]file:///C:\DOCUME~1\P_1\IMPOST~1\Temp\msohtml1\01\clip_image002.jpgMale le premesse, peggio il seguito. Ecco come è andata. Giunti finalmente a bordo, dopo il passaggio per i controlli allo scanner, nessuno ci accoglie per indicarci né accompagnarci, come al solito, verso la cabina; in ogni caso conosciamo già le navi e ci orientiamo senza difficoltà. Per il momento lasciamo tutto in cabina e ci dirigiamo verso il buffet per poter finalmente fare uno spuntino. Troviamo chiuso e ci viene risposto che è aperta solo la pizzeria. Ci coalizziamo e mandiamo una delegazione per protestare con il responsabile della reception (guest relation manager), facendo presente il disagio e osservando che la compagnia sul catalogo dichiara aperto per 20 ore il “buffet” e non la pizzeria; dopo varie disquisizione ci viene data una buona parte di ragione perché il termine “buffet” lascia intendere la possibilità di consumare pasti vari, altrimenti sarebbe stato più corretto dire semplicemente “pizzeria”, la quale peraltro è ubicata all’esterno del buffet che, come detto, era rimasto chiuso. Malgrado ciò, l’unica cosa che arriva è solo un po’ di frutta. Non ce la prendiamo più di tanto (malgrado si tratti del secondo disagio dopo la mancata fruizione del terminal) e torniamo a darci una prima sistemazione in cabina. Ed ecco la prima grave sorpresa: in mancanza di cabine con balcone ci eravamo accontentati (per la prima volta dopo tutte le altre crociere) di un’esterna categoria “Fantastica” (pagata quindi di più della categoria "Bella", ma in compenso senza la veduta ostruita da scialuppe); la posizione è a prua e pensavamo fosse più interessante di quelle laterali avendo una veduta più ampia perché frontale; invece si rivela subito una trappola perché si affaccia (insieme alle altre di prua) su una balconata accessibile a chiunque dal corridoio di prua attraverso una porta centrale;
mi si risponde che i vetri sono a specchio e non permettono di guardare verso l’interno; è vero, anche se è psicologicamente fastidioso ritrovarsi con la gente a sostare davanti, ma ecco che al tramonto scopriamo che accendendo la luce in cabina la visibilità è totale per chi guarda dall’esterno. Altra protesta che sortisce come risposta “basta chiudere la tendina”; replico con una risata, affermando di non aver prenotato una cabina “interna”, perché tenere la tendina chiusa è come stare in una cabina interna, su cui avremmo
pure risparmiato; chiedo un cambio cabina proponendomi di sbarcare alla prima tappa (Atene) naturalmente a spese della compagnia, ma non ottengo risposta; apprenderemo qualche giorno dopo da un’altra passeggera trovatasi nelle stesse condizioni che, dopo aver protestato vibratamente, ha ottenuto il cambio di cabina.
Il giorno dopo intanto alcuni passeggeri pensano di fare i propri comodi credendo di trovarsi nel cortile di casa propria anziché in crociera, trasformando spudoratamente la balconata in uno stenditoio; ci mancava anche questa: abbiamo prenotato la categoria Fantastica per non avere la vista ostruita dalle scialuppe e in compenso veniamo premiati con una panoramica ostensione di biancheria d’ogni genere…
La cabina è piccola ma organizzarci in uno spazio a cui non eravamo abituati non è un problema perché riusciamo a sistemare le valigie sotto il letto. Quel che è grave invece è la condizione dei servizi. La pulizia, specie nel bagno, non è adeguatamente curata, il coperchio del water è sporco dall’interno e per tutta la crociera sarà lasciato in quelle impresentabili condizioni; anche la parete della doccia si presenta con ampie zone non pulite;
inoltre constatiamo che la cabinista è proprio inesperta, è difficile comunicare con lei a causa della lingua, dimentica spesso di portarci i teli spugna per i lettini sdraio, a volte non completa il lavoro (abbiamo trovato il portarotolo vuoto sul lavabo e due volte abbiamo dovuto cercarla persino per avere la carta igienica). Poi, fatta la prima doccia, scopriamo di trovarci dentro una sauna perché l’aspiratore non funziona (difetto lamentato anche in altre cabine); segnalato l’inconveniente viene mandato un tecnico ma nulla cambia; risegnaliamo ancora e dopo due giorni finalmente l’aspiratore funziona, ma molto debolmente. Un’ultima amara sorpresa viene dalla lavanderia di bordo che restituisce gli indumenti ristretti e scoloriti. Non resta che presentare il reclamo, di cui viene rilasciata una fotocopia, ma sino ad ora senza alcuna risposta in merito. Per concludere, come la classica ciliegina sulla torta, durante la navigazione tra la Romania e la Russia, abbiamo avuto la sgradevole compagnia di uno sciame di api; in particolare si addensavano sul ponte 11 attirate dai rifiuti alimentari lasciati in giro sul ponte e rimossi solo dopo varie sollecitazioni all’equipaggio; l’inconveniente è durato solo due giorni.
In conclusione, bisogna pure dire che altri passeggeri non hanno avuto i nostri stessi problemi, altri sono rimasti soddisfatti perché si trattava della loro prima o seconda crociera e non avevano termini di paragone, oppure perché sono stati più fortunati nel trovare personale più qualificato e servizi meno deficitari; si è trattato comunque di una minoranza perché nelle conversazioni tra molti passeggeri prevaleva un sentimento di delusione. Dopo appena due-tre giorni noi non vedevamo l’ora che finisse tutto per tornare a casa perché la crociera voleva essere un’occasione di relax e non di continua tensione.
Infine, in considerazione dei disservizi subiti, per la prima volta abbiamo deciso di revocare la quota di servizio (come per gli stessi motivi hanno fatto molti altri passeggeri) preferendo gratificare personalmente solo alcune persone che hanno mostrato di meritare per diligenza nel lavoro, affabilità e cortesia.
La nave.
L’allungamento è servito solo per aumentare il numero dei passeggeri perché, a parte l’ampliamento del ristorante e la vasca dei giochi acquatici per i bambini (e non solo i …bambini), nulla è cambiato, mentre poteva essere un’occasione per un vero e non impegnativo rinnovamento. Ad esempio, sarebbe bastato ridurre di due metri la vasca dei giochi per realizzare altre due vasche di idromassaggio. Anche al ponte 12 sarebbe bastato poco per allestire due docce all’estremità delle passerelle, anziché costringere i passeggeri a scendere al ponte inferiore per fare una doccia; inoltre, tenuto conto dell’allungamento, non sarebbe stato difficile realizzare due scalette di collegamento, a metà delle passerelle, tra i ponti 11 e 12 (per intenderci, come quelle esistenti sulla classe Musica). Sul teatro non si poteva certo intervenire, quindi può andar bene l’organizzazione di tre turni con prenotazione per distribuire numericamente gli spettatori; tuttavia non si capisce perché non sia consentito assistere due volte allo stesso spettacolo anche quando rimangono diversi posti vuoti. Dell’allungamento non si avverte traccia sui ponti esterni (11 e 12) ben livellati, come pure sulle murate non sono visibili tracce di saldatura; la giunzione però la si avverte ai ponti inferiori lungo i corridoi delle cabine e nei passaggi tra i nuovi e i vecchi locali, dove all’altezza delle giunture le staffe di collegamento formano dei piccoli dossi adeguatamente ricoperti dalla moquette.
La nota dolens sulla nave è costituita dai controlli pressoché inesistenti: sui ponti si fuma ovunque nonostante la presenza dei cartelli che indicano le aree riservate, i bambini (persino piccolissimi) sono i padroni quasi assoluti delle due uniche vasche per l’idromassaggio e frequentano la saletta dei videogiochi malgrado i limiti di età previsti;
al ponte 6 per recarsi in teatro bisogna transitare davanti al Casinò per subire un’abbondante boccata di fumo, non essendo l’ambiente opportunamente isolato; i ponti 11 e 12 sono invasi di vassoi e piatti il cui contenuto resta spesso abbondantemente non consumato e buttato via, persino in ascensore (!); poi si è bravi a discutere della fame nel mondo o si lascia volentieri un euro alla Msc per finanziare l’Unicef, pensando così d’aver pulito la propria coscienza….
La pulizia in generale non ci è apparsa all’altezza di quella vista in altre occasioni; ad esempio, al buffet per liberare i tavoli veniva passato con superficialità lo stesso strofinaccio che lasciava un filo di umido non proprio limpido. E che dire ancora dell’occupazione virtuale di posti lungo i ponti 11 e 12 e sui solarium senza la reale presenza degli occupanti? Trovare un lettino disponibile è stata ogni giorno un’impresa (se ne saranno accorti perché a Venezia hanno imbarcato un carico di lettini da un camion).
Molti purtroppo i maleducati a bordo (soprattutto i ricconi russi, distintisi per prepotenza e volgarità, ma abbondantemente “premiati” pagando la crociera ad un terzo di quanto l’abbiamo pagata noi italiani). Certo ognuno risponde per sé e la maleducazione e la scorrettezza della gente non si può addebitare alla compagnia, però questa dovrebbe quantomeno ritenersi responsabile dei controlli affinché siano rispettate le regole. Purtroppo, rispetto alle precedenti crociere, i controlli sono sempre più trascurati (forse per paura di perdere i clienti?) e le lamentele o proteste rimangono inascoltate o al massimo ricambiate con un sorridente “provvederemo” che sappiamo in partenza quanto sia bugiardo.
[B]Ristoranti, buffet e bar[/B].
Non si discute la qualità dei pasti, ma la varietà è decisamente diminuita. Al buffet soltanto due proposte per ogni tipo: due soli primi, due soli secondi, poca scelta per la frutta costituita sempre da macedonia con melone, qualche chicco d’uva, rari pezzetti d’anguria, frutta sciroppata e abbondanti pezzetti di mele non sbucciate (lasciandovi persino il gambo e il torsolo). Va meglio invece al ristorante che mantiene il suo standard per la cena, mentre a pranzo oltre alle proposte del giorno, preparate all’istante in sala, vengono proposti tre menu detti di “terra”, “mare” e “vegetariano”. Il servizio è qualificato, anche se si presentano le solite incomprensioni a causa della lingua quando ai camerieri si chiedono informazioni sugli ingredienti.
Tra i bar si distingue particolarmente “L’aroma” al ponte 6, l’unico a preparare ottimi caffé, tanto da essere il bar preferito anche dall’equipaggio. Un altro ambiente accogliente è pure “La cabala”, dove si esibiscono (accompagnati da una base musicale) un bravissimo chitarrista ed una solista dalla voce calda e armoniosa con un repertorio vario e adeguato.
[B]Gli spettacoli.[/B]
Gli artisti sono bravi, ma gli spettacoli sono sempre i soliti visti in tanti anni di crociere. Cambiano i costumi, qualche musica o coreografia, ma alla fine si tratta delle solite acrobazie, magie, repertori più napoletani che italiani o internazionali, già visti e rivisti. Il direttore di crociera (che è stato sostituito al rientro in Italia per motivi disciplinari…) nelle vesti di presentatore si destreggiava in tutte le lingue (a proposito, l’italiano non è più la prima lingua!) in modo talmente veloce e confusionario da essere a volte incomprensibile.
[B]L’itinerario.[/B]
Il cambio di itinerario ha deluso tutti coloro che avevano prenotato prima della soppressione di Odessa e Yalta. Pazienza, abbiamo accettato il cambio, ma l’alternativa (Constanta e Sochi) non ha prodotto un sufficiente interesse; anzi, sono sorti dei problemi a Sochi sia riguardo al visto sia riguardo alle escursioni.
Secondo la Msc, infatti, al termine delle escursioni a Sochi bisognava tornare a bordo e non era possibile rimanere a terra per il tempo residuo della sosta (un approdo di ben 12 ore); invece abbiamo scoperto che non è proprio così, come poi ci ha confermato la stessa polizia portuale di Sochi; infatti il visto provvisorio (un foglietto bianco che riporta i dati del passaporto registrato al momento dello sbarco) riporta chiaramente una scadenza sino a trenta giorni; una volta transitati dal posto di controllo per il rientro, il foglietto di permesso viene ritirato e non si può tornare indietro; pertanto, scoperto questo particolare, diversi passeggeri al rientro dalle escursioni, anziché rientrare subito sulla nave, hanno avuto modo di soffermarsi all’esterno del porto visitando i dintorni e rientrando successivamente (ovviamente per questo motivo non hanno pranzato a bordo).
Le escursioni a Sochi non sono state apprezzate. Si tratta di una città moderna e molto ricca di verde, ma senza una significativa storia, tanto che le indicazioni della guida consistevano soltanto nel riferire il costo di un appartamento o nel mostrare la casa del primo medico o nel dire che i negozi aprono alle 10 (ma comunque non è accettato l’euro, tranne che in una bancarella di scarse cianfrusaglie davanti al porto). Particolarmente incresciosa la figuraccia rimediata dagli organizzatori per l’escursione alle cascate del fiume Agura, mèta principale per questa escursione naturalistica, decantata sul catalogo Msc come una “meraviglia”, senza però aver tenuto conto che nel periodo estivo le cascate sono asciutte. I passeggeri si sono riuniti e hanno protestato vibratamente chiedendo un rimborso, accordato in un primo momento nella misura del 50%, ma alcuni non sono stati concordi e il giorno dopo la quota di rimborso è salita all’80% (sembrava trasformarsi quasi in una trattativa da Gran bazar…).
La tappa di Santorini è troppo breve per una visita adeguata (tenendo pure conto dei tempi per il trasferimento in battello e per la salita; è vero che c’è la veloce funivia, ma chi rinuncerebbe, almeno per l’andata, all’emozione di percorrerla in groppa a un asino o a un mulo godendo gradualmente di un paesaggio mozzafiato sulla Caldera? Per il trasferimento in battello era prevista la priorità per i soci Gold e Black, ma così non è stato perché ci siamo dovuti accodare a tutti gli altri.
La novità è a Mykonos, dove si approda nel nuovo porto senza più ricorrere al trasferimento in battello; la compagnia propone un trasferimento in centro con una navetta per 6,90 euro, ma solo dopo abbiamo scoperto che lo stesso itinerario è coperto dai mezzi locali per 2 euro!
Argostòli, capoluogo di Cefalonia, è una cittadina graziosa, non costosa per gli acquisti ed accogliente; con 5 euro si fa un giro completo sul trenino turistico. Il luogo più importante da visitare è il sacrario dedicato ai militari italiani della Divisione Acqui trucidati dai nazisti a Cefalonia nel settembre del 1943; non è distante, si può fare a piedi in circa un quarto d’ora: sbarcando bisogna andare a destra e uscire dall’abitato dirigendosi verso la parte alta; comunque si può avere una mappa dettagliata del percorso all’ufficio informazioni del porto, dove parlano anche in italiano.
Un’osservazione decisamente negativa riguarda l’imbarco a Bari. Non si va più al terminal del porto ma in fondo al molo San Vito, dove approda la nave, con grave sofferenza per il caldo e per l’assenza di qualsiasi servizio. Ne parliamo di seguito nella valutazione della crociera.
[B]La crociera.[/B]
Come diversi amici, con cui avevamo scelto la crociera, e come tanti altri passeggeri provenienti da mezza Italia, siamo partiti il giorno prima dell’imbarco per recarci a Bari e, confidando nelle precedenti esperienze, dopo aver affrontato un lungo viaggio (soprattutto dalle regioni più lontane), contavamo di pranzare o quantomeno di fare uno spuntino a bordo, visto che sui cataloghi è scritto che il buffet è aperto per 20 ore al giorno. Ma così non è stato. Intanto perché, giunti intorno a mezzogiorno, non abbiamo potuto fruire di alcun servizio portuale (nemmeno la toilette o un distributore automatico di acqua e bevande) perché anziché al solito terminal (dotato di servizi, bar, negozi) siamo stati indirizzati in fondo al molo, dinanzi a un prefabbricato e sotto una asfissiante canicola con unico riparo i caldissimi gazebo-sauna, senza che qualcuno ci accogliesse Dopo circa una un’ora dal nostro arrivo cominciavano a giungere gli addetti per predisporre nello stesso prefabbricato la consegna dei bagagli (mentre nel frattempo approdava la nave con ampio anticipo d’orario). Consegnati dopo una lunga attesa i bagagli, finalmente venivano allestite le postazioni per il check-in in un edificio all’interno delle mura di cinta; dopo circa un’ora arrivavano acqua e succhi di frutta e iniziavano gli accrediti con priorità solo per quattro soci con tessera Black mentre tutti gli altri si veniva trattati allo stesso modo, pur se con tessera Gold e con web check-in.
[IMG]file:///C:\DOCUME~1\P_1\IMPOST~1\Temp\msohtml1\01\clip_image002.jpgMale le premesse, peggio il seguito. Ecco come è andata. Giunti finalmente a bordo, dopo il passaggio per i controlli allo scanner, nessuno ci accoglie per indicarci né accompagnarci, come al solito, verso la cabina; in ogni caso conosciamo già le navi e ci orientiamo senza difficoltà. Per il momento lasciamo tutto in cabina e ci dirigiamo verso il buffet per poter finalmente fare uno spuntino. Troviamo chiuso e ci viene risposto che è aperta solo la pizzeria. Ci coalizziamo e mandiamo una delegazione per protestare con il responsabile della reception (guest relation manager), facendo presente il disagio e osservando che la compagnia sul catalogo dichiara aperto per 20 ore il “buffet” e non la pizzeria; dopo varie disquisizione ci viene data una buona parte di ragione perché il termine “buffet” lascia intendere la possibilità di consumare pasti vari, altrimenti sarebbe stato più corretto dire semplicemente “pizzeria”, la quale peraltro è ubicata all’esterno del buffet che, come detto, era rimasto chiuso. Malgrado ciò, l’unica cosa che arriva è solo un po’ di frutta. Non ce la prendiamo più di tanto (malgrado si tratti del secondo disagio dopo la mancata fruizione del terminal) e torniamo a darci una prima sistemazione in cabina. Ed ecco la prima grave sorpresa: in mancanza di cabine con balcone ci eravamo accontentati (per la prima volta dopo tutte le altre crociere) di un’esterna categoria “Fantastica” (pagata quindi di più della categoria "Bella", ma in compenso senza la veduta ostruita da scialuppe); la posizione è a prua e pensavamo fosse più interessante di quelle laterali avendo una veduta più ampia perché frontale; invece si rivela subito una trappola perché si affaccia (insieme alle altre di prua) su una balconata accessibile a chiunque dal corridoio di prua attraverso una porta centrale;
mi si risponde che i vetri sono a specchio e non permettono di guardare verso l’interno; è vero, anche se è psicologicamente fastidioso ritrovarsi con la gente a sostare davanti, ma ecco che al tramonto scopriamo che accendendo la luce in cabina la visibilità è totale per chi guarda dall’esterno. Altra protesta che sortisce come risposta “basta chiudere la tendina”; replico con una risata, affermando di non aver prenotato una cabina “interna”, perché tenere la tendina chiusa è come stare in una cabina interna, su cui avremmo
Il giorno dopo intanto alcuni passeggeri pensano di fare i propri comodi credendo di trovarsi nel cortile di casa propria anziché in crociera, trasformando spudoratamente la balconata in uno stenditoio; ci mancava anche questa: abbiamo prenotato la categoria Fantastica per non avere la vista ostruita dalle scialuppe e in compenso veniamo premiati con una panoramica ostensione di biancheria d’ogni genere…
La cabina è piccola ma organizzarci in uno spazio a cui non eravamo abituati non è un problema perché riusciamo a sistemare le valigie sotto il letto. Quel che è grave invece è la condizione dei servizi. La pulizia, specie nel bagno, non è adeguatamente curata, il coperchio del water è sporco dall’interno e per tutta la crociera sarà lasciato in quelle impresentabili condizioni; anche la parete della doccia si presenta con ampie zone non pulite;
inoltre constatiamo che la cabinista è proprio inesperta, è difficile comunicare con lei a causa della lingua, dimentica spesso di portarci i teli spugna per i lettini sdraio, a volte non completa il lavoro (abbiamo trovato il portarotolo vuoto sul lavabo e due volte abbiamo dovuto cercarla persino per avere la carta igienica). Poi, fatta la prima doccia, scopriamo di trovarci dentro una sauna perché l’aspiratore non funziona (difetto lamentato anche in altre cabine); segnalato l’inconveniente viene mandato un tecnico ma nulla cambia; risegnaliamo ancora e dopo due giorni finalmente l’aspiratore funziona, ma molto debolmente. Un’ultima amara sorpresa viene dalla lavanderia di bordo che restituisce gli indumenti ristretti e scoloriti. Non resta che presentare il reclamo, di cui viene rilasciata una fotocopia, ma sino ad ora senza alcuna risposta in merito. Per concludere, come la classica ciliegina sulla torta, durante la navigazione tra la Romania e la Russia, abbiamo avuto la sgradevole compagnia di uno sciame di api; in particolare si addensavano sul ponte 11 attirate dai rifiuti alimentari lasciati in giro sul ponte e rimossi solo dopo varie sollecitazioni all’equipaggio; l’inconveniente è durato solo due giorni.
In conclusione, bisogna pure dire che altri passeggeri non hanno avuto i nostri stessi problemi, altri sono rimasti soddisfatti perché si trattava della loro prima o seconda crociera e non avevano termini di paragone, oppure perché sono stati più fortunati nel trovare personale più qualificato e servizi meno deficitari; si è trattato comunque di una minoranza perché nelle conversazioni tra molti passeggeri prevaleva un sentimento di delusione. Dopo appena due-tre giorni noi non vedevamo l’ora che finisse tutto per tornare a casa perché la crociera voleva essere un’occasione di relax e non di continua tensione.
Infine, in considerazione dei disservizi subiti, per la prima volta abbiamo deciso di revocare la quota di servizio (come per gli stessi motivi hanno fatto molti altri passeggeri) preferendo gratificare personalmente solo alcune persone che hanno mostrato di meritare per diligenza nel lavoro, affabilità e cortesia.
Ultima modifica: